serena wrote:
Quanto al "vorrei ma non posso"....lo so che l'ho scritto io eh...
Sto cercando altri sogni da "perseguire" ......
Sì, bene: "vorrei ma non posso" l'hai scritto tu. L'ho scoperto però leggendo il tuo messaggio, perchè è vero che mi ricordavo di aver letto una frase simile nei giorni scorsi, ma neppure sapevo chi l'avesse scritta o pensata e sinceramente, neppure mi interessava ai fini del mio breve intervento (tra l'altro, la frase che - sì, questa mi ricordo essere tuo pensiero - più mi fece "sobbalzare" all'epoca fu la mitica "non avrebbe senso" riferita a un tempo di mezza maratona. Allora capii che con te è "battaglia persa" (no, scherzo eh
), più seriamente rinunciai a impostare i miei interventi - rari - su questo forum su un tono troppo personale.
Dunque, mi scuso immediatamente se puoi aver raccolto il mio riferimento a "vorrei ma non posso" come indicazione personale: non era mia intenzione, e più che a una singola citazione facevo riferimento al retropensiero che ne costituisce la base, e alle eventuali implicazioni che possono derivare anche dalla lettura e dalla condivisione-dissenso verso lo stesso (e vale per TUTTE le opinioni qui espresse, comprese le mie ovviamente).
Non c'è bisogno che tu chiarisca nulla in privato, ci mancherebbe: basta scorrersi 2 o 3 anni di cronologia del forum..
Ancora cerco di sdrammatizzare.
Nuovamente torno un momento serio e cerco di esprimere un pensiero:
Innanzitutto, l'infortunio in quanto tale va sempre rispettato. Così come va rispettato il proprio corpo, che "attraverso gli infortuni" (o i momenti di stanca, o le giornate di m@@da), ci avvisa di come stiamo procedendo nel nostro cammino-sentiero-percorso di vita e di passione per ciò che ci piace fare. Premesso tutto questo, e molto altro, io credo soltanto che in alcune situazioni (la corsa nella dimensione nella quale ognuno la intende, è tra queste) si debba parzialmente rivedere l'equilibrio prodotto dai due piatti della bilancia "paura/prudenza-determinazione" oppure "rimpianto-sogno", ecc..., e cercare magari di ragionare di più su quanto ci è dato e su quanto possiamo chiedere a noi stessi (che è sempre e comunque molto di più di quanto pensiamo). Esempio stupido: molto spesso quando corro dalle mie parti mi capita di incontrare un tizio che trotterella pure lui su e giù per le colline. Va piano, tranquillo, sorriso di serenità, non è neppure più giovanissimo: anzi è proprio una persona anziana: bene, piccolo particolare: è senza una gamba. Vuoi farti raccontare da lui la lista "di infortuni" dal 2009 ad oggi? Vuoi spiegarlo tu a quelli che Domenica hanno finito la mezza (si correvano entrambe le distanza contemporaneamente) in 2h30 o anche in 3 ore, che "non ha senso"? O al tizio di leva 1932 che si è fatto la 10k in 1h10?
(Sì, lo ammetto, nelle ultime due righe mi sono di nuovo individualmente indirizzato, torno dunque a riferimenti generici).
Ripetendo quanto scritto prima: mi pare di vedere scarpe sempre troppo pesanti, abiti sempre troppo intrisi di "come potrebbe essere", "chissà", "ormai non più", ecc. Echec@@zo, viviamo il presente, con gratitudine. Impariamo tutte le lezioni, anche quelle apparentemente "negative", e cerchioamo di trarne il meglio. Vediamoci come più forti, migliori, più "ricchi" dentro e fuori, grazie anche alla fortuna di poter fare OGGI ciò che facciamo. Corri 5k o 10k? Va benissimo, stai dando il massimo, continua così. Sei uno StravaNerd come il buon Pazz? Bene uguale: mi fai un c**o così, lo riconosco e ti rispetto. Sei un mega turbo prof come @Argo? Binghia, "mi insegni pure a pis.ciare" (parziale cit. da FMJ), oppure sei una appassionata runner triturata da mille infortuni che ancora ti spiega di quanto sia bello il tapis roulant piuttosto che il divano: fantastico, ti ammiro e sei certamente anche oggi un esempio di tenacia e amore per la corsa.
E via dicendo: my brotha' @Black, FedeMazzu, Body, Giobibo, ecc...Quante realtà, quante "strade" diverse si incrociano in questa comunità, e quante "lezioni" si possono apprendere.
Però il succo di tutto alla fine è: perchè massacrarsi di autopippe e autofrustrazioni, oppure di astrusi calcoli di confine disciplinare, quando proprio ciò che ci rende tutti uguali (il piacere di allacciarsi un paio di scarpe da corsa o un casco da bici o un costume da nuoto/sadomaso/quellochevoletevoi) viene invece quasi "messo da parte" in nome di un latente "egocentrismo involontario" (io di qui, io di là...e sticaz.zi).
Universalizziamo l'amore per il nostro bel gioco, raccontiamocene i motivi, i percorsi, ecc...
Questo è il mio pensiero, poi come sempre, fate come vi pare.
Ora la smetto con questa gangbang intellettuale e esco un po', che quest'Estate lancio la sfida al Bodyboarder per La Bionda!
Ciao a todos e mi raccomando: fate il caz.zo che volete, ma fatelo sempre con passione, Amore e caz.zimma a fondoscala.
Train. Race. Beer.
Manu