MTB: salita a col de Sommelier

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giobibo
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MTB: salita a col de Sommelier

Post by giobibo »

Gita di gran soddisfazione fatta sabato 27 Agosto

Venerdì mi viene il trip di fare qualcosa in montagna e in MTB, qualcosa di ampio respiro, da guardarsi intorno senza tribolare tra sentieri poco ciclabili o salite impossibili come quelle che ho fatto ultimamente.
Mi viene in mente che anni fa ero arrivato al col de Sommellier con il fuoristrada; perché non ripeterlo in MTB ?
Breve ricerca in rete per capire l'itinerario migliore; ne trovo principalmente due da dove estrapolo diversi tratti per creare un itinerario completamente off-road e soprattutto senza traffico, ma di questo me ne accorgerò solo in corso d'opera.
Così sabato mattina alle 8:00 sono già in sella (pensavo di non essere più capace a fare certe levatacce, invece....).
Parcheggiata l'auto in loc. Gleise risalgo la salita asfaltata che porta all'hotel Jafferau e che abbandono poche centinaia di metri delle costruzioni (loc. bacini) per prendere a sinistra quella che viene chiamata Decauville; antica ferrovia che univa la zona dei bacini in località Fragiusia alla diga di Rochemolles durante la sua costruzione negli anni 30.
Ora i binari a scartamento ridotto non ci sono più ma è rimasta una bella strada nel sottobosco con andamento pianeggiante e chiusa al traffico veicolare.
Alle 9:00 ho già oltrepassato la diga con il suo lago e faccio una pausa dopo il ponte che attraversa il torrente Rochemolles.
Qui sotto appena usciti dal bosco
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Il ponte in lontananza con a dx la strada che ho percorso al ritorno
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Essendo ora sull'unica carrozzabile che porta al rifugio Scarfiotti e poi al colle il mio timore è il traffico di moto e auto e confido nel fatto che sia ancora troppo presto e soprattutto che dopo il rifugio c'è il divieto di transito (falso, c'era fino a qualche anno fa),
Ricomincio la salita verso il rifugio, il tratto è breve ed in 15 minuti ci sono sopra, al cospetto dei primi simpatici tornanti. Niente sosta, continuo e mi godo il bel zig-zag, nel mentre sopraggiungono 5 moto che mi fanno mangiare la loro polvere anche se passandomi accanto rallentano rispettosamente.



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Nell'ascesa incontro qualcuno a piedi e la salita continua tranquilla; un tratto di relax al pian dei morti, qualche tornate per raggiungere pian dei frati, altro tratto in relax anche se incontro altre moto (tra me e me continuo a non capire come mai delle moto nonostante il divieto, boh!) ed infine gli ultimi lunghi tornanti prima del colle mi impegnano un po di più nella guida a causa del fondo.

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Ed infine l'agognata meta e ricordando le parole del maestro (Battiato):
“Laggiù tutto é ordine e bellezza, calma e voluttà”

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Dopo essermi guardato intorno, avere girellato qua e la e scattato alcune foto, inforco il mio destriero e comincio la discesa e ad incrociare moto, auto (addirittura una punto) biker e pedoni, salgono a frotte, sembra l'assalto delle cavallette; nello scendere mi convinco, come mi confermeranno al rifugio Scarfiotti, che è da qualche anno che non c'è più il divieto di transito. Sti-ca !!!
Ringrazio la mia partenza mattutina che mi ha permesso un ascesa direi perfetta; voi non vi immaginate la polvere che c'era su quella strada.
Tornando al percorso di ritorno; al ponte, che non attraverso, costeggio sulla dx orografica prima il torrente poi il lago, e alla diga scendo su un bel sentierino tornantoso, proseguo nella valle fino ad incrociare la sterrata che porta allo Scarfiotti.
La risalgo per un centinaio di metri per poi prendere a dx una rampa di cemento molto ripida che dopo le baite diventa sentiero ed in corrispondenza di una fontana imbocco il sentiero delle Genziane, così indica il cartello.
E' un bel percorso saliscendi in terra battuta sotto il bosco di conifere, un gran divertimento e imboccando i giusti bivi mi porta nuovamente sull'asfalto poco prima di Gleise.

Il sentiero nel sottobosco
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Il percorso è veramente bello, mai duro e mai impossibile, con una meta che con il bel tempo è impareggiabile.
“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
Proverbio Tuareg
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