Montagna: Inferno o Paradiso?

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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Ramingo
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Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

funkazzista wrote:Andrew Bisharat (editor della rivista americana Rock&Ice) a proposito dell'alpinismo:
"Esiste un qualsiasi altro sport che definisce il successo come 'non morire'?!? Pazzesco. Cosa spinge una persona presumibilmente razionale a partire per il Terzomondistan, ad alzarsi dal letto quando la maggior parte degli Spagnoli vanno a cena e ad andarsene a spasso per un labirinto ad atmosfera rarefatta progettato per annientarti?"

:ahah:
(oh, alpinisti, si scherza eh: non prendetevela)
OTChi vuole leggere l'articolo completo vada qui

La domanda di questo Bisharat mi suona sorda e la comprendo poco; poco perchè la domanda sembrerebbe voler suggerire, con una punta di sarcasmo, che in realtà non esistono altre attività sportive così pericolose o rischiose.

A Bisharat chiederei volentieri se ha mai provato ad immergersi. Forse, facendolo, dopo chiederebbe ad un subacqueo cosa lo spinge ad immergersi in apnea sino a rischiare la vita per embolia o cosa lo motiva ad inginocchiarsi sul fondale per guardare dalle profondità del mare la colonna d'acqua sopra di sè, mentre le altre persone respirano tranquillamente distese sui prati. Nel diving il successo dell'immersione non coincide forse con il ritorno in superficie in autonomia ed in possesso delle funzioni vitali? Altrettanto si potrebbe domandare al motociclista che sfreccia sulla pista divorando l'asfalto (lo scorso anno abbiamo avuto una dolorosa perdita sul circuito di Sepang :cry: ) ... e il ciclismo? E' forse immune da rischi analoghi? O da allenamenti spossanti e sacrifici? Quanti ciclisti per passione di una domenica in sella non rischiano di essere travolti dalle auto? Come mai ci si accanisce sempre sulla montagna? L'asfalto miete molte più vittime. :(
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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davec77
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by davec77 »

Chi vuole leggere l'articolo completo vada qui
Ma l'hai letto l'articolo?
E' evidentemente scherzoso... e divertentissimo! :risataGrassa:

Per la cronaca, il titolo recita più o meno "Come NON Fare Il 7a"
...è solo un pezzo semiserio che ironizza sulla moderna mania del grado.
La citazione che ne è stata tratta è stata decontestualizzata, perdendo di senso.

(da tabella 5.12 è 7a+, ma insomma, tanto per intenderci).
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Ramingo
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

Santi numi!!! :shock: :risata:

No. Non l'avevo letto. Ho dato per scontata la citazione (che presa a se disegna un significato completamente differente). : Sorry! :

Divertente davvero. :) Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il popolo della falesia no limit!! :risataGrassa:
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gecko
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by gecko »

Ramingo wrote:Santi numi!!! :shock: :risata:

No. Non l'avevo letto. Ho dato per scontata la citazione (che presa a se disegna un significato completamente differente). : Sorry! :

Divertente davvero. :) Sarei curioso di sapere cosa ne pensa il popolo della falesia no limit!! :risataGrassa:
Postalo pure lì così ci facciamo due risate :risata: :risata:
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by funkazzista »

Ramingo wrote:A Bisharat chiederei volentieri se ha mai provato ad immergersi. Forse, facendolo, dopo chiederebbe ad un subacqueo cosa lo spinge ad immergersi in apnea sino a rischiare la vita per embolia o cosa lo motiva ad inginocchiarsi sul fondale per guardare dalle profondità del mare la colonna d'acqua sopra di sè, mentre le altre persone respirano tranquillamente distese sui prati. Nel diving il successo dell'immersione non coincide forse con il ritorno in superficie in autonomia ed in possesso delle funzioni vitali? Altrettanto si potrebbe domandare al motociclista che sfreccia sulla pista divorando l'asfalto (lo scorso anno abbiamo avuto una dolorosa perdita sul circuito di Sepang :cry: ) ... e il ciclismo? E' forse immune da rischi analoghi? O da allenamenti spossanti e sacrifici? Quanti ciclisti per passione di una domenica in sella non rischiano di essere travolti dalle auto? Come mai ci si accanisce sempre sulla montagna? L'asfalto miete molte più vittime. :(
Tono sarcastico a parte (e ve l'avevo detto che si scherzava :mrgreen:), nella frase di Bisharat secondo me c'è un fondo di verità.
Non si dice che non esistano altri sport rischiosi o pericolosi (statistiche alla mano il BASE jump e la raccolta dei funghi sono molto più pericolosi dell'alpinismo), però mi sembra che comunque in alpinismo il rischio sia visto in modo differente che negli "altri sport".

"L'alpinista più forte è quello che è rimasto vivo"
"Tornare sani, tornare amici, andare in vetta. In quest'ordine"
Non mi sembra che fra i praticanti degli "altri sport" esistano frasi come queste (e che non mi sono inventato io).
Se mi sbaglio, correggetemi. :wink:
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amadablam
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

funkazzista wrote:
Ramingo wrote:A Bisharat chiederei volentieri se ha mai provato ad immergersi. Forse, facendolo, dopo chiederebbe ad un subacqueo cosa lo spinge ad immergersi in apnea sino a rischiare la vita per embolia o cosa lo motiva ad inginocchiarsi sul fondale per guardare dalle profondità del mare la colonna d'acqua sopra di sè, mentre le altre persone respirano tranquillamente distese sui prati. Nel diving il successo dell'immersione non coincide forse con il ritorno in superficie in autonomia ed in possesso delle funzioni vitali? Altrettanto si potrebbe domandare al motociclista che sfreccia sulla pista divorando l'asfalto (lo scorso anno abbiamo avuto una dolorosa perdita sul circuito di Sepang :cry: ) ... e il ciclismo? E' forse immune da rischi analoghi? O da allenamenti spossanti e sacrifici? Quanti ciclisti per passione di una domenica in sella non rischiano di essere travolti dalle auto? Come mai ci si accanisce sempre sulla montagna? L'asfalto miete molte più vittime. :(
Tono sarcastico a parte (e ve l'avevo detto che si scherzava :mrgreen:), nella frase di Bisharat secondo me c'è un fondo di verità.
Non si dice che non esistano altri sport rischiosi o pericolosi (statistiche alla mano il BASE jump e la raccolta dei funghi sono molto più pericolosi dell'alpinismo), però mi sembra che comunque in alpinismo il rischio sia visto in modo differente che negli "altri sport".

"L'alpinista più forte è quello che è rimasto vivo"
"Tornare sani, tornare amici, andare in vetta. In quest'ordine"
Non mi sembra che fra i praticanti degli "altri sport" esistano frasi come queste (e che non mi sono inventato io).
Se mi sbaglio, correggetemi. :wink:
……………… non bisogna dimenticare che , fino a prima dell’’800, le montagne , anche per il ns mondo occidentale, erano viste come la dimora dell’ignoto (demoni e spiriti maligni). J. Balmat e M. Paccard (primi salitori del M.te Bianco) dovettero combattere contro le consuetudini del tempo che sconsigliavano di salire verso l’ignoto, verso la montagna dimora dei demoni.
Nella cultura tibetana la montagna rappresentava e rappresenta la dimora degli dei, nelle popolazioni indigene dell’America Nord il totem (simbolo sociale di unione di un gruppo ) è anche la montagna. In quasi tutte le culture la montagna rappresenta non solo l’ignoto, ma anche qualche cosa di incommensurabile.
Anche nella Bibbia l’Eterno si manifestò sul M.te Sinai….la montagna e le attività connesse hanno un qualche cosa di ancestrale nella mente dell’uomo, anche se dei ns giorni……
Vi siete mai chiesti come mai che in estate, periodo nel quale succedono molti incidenti “marini”, questi ultimi non hanno tanta “eco” quanto un incidente in montagna? Il motivo , per me , è l’eredità lasciata dai ns predecessori: un timore reverenziale nei confronti dell’ambiente dove dimoravano gli Dei..l’Eterno..i demoni….
La vita non ebbe mai origine dalla montagna, ma (pare) dal mare, il primo uomo fece i primi passi in Africa….nelle (allora) verdi savane, mai su una montagna. Il ns IO + profondo + primitivo tutto questo lo sente lo sa ed è ancora nascosto in qualche parte remota del ns cervello (forse l’ipotalamo), quell’allarme che ha permesso all’uomo di evolversi di arrivare fino ai giorni ns…
La montagna per le sensazioni + primitive del ns IO rappresenta , forse, ancora un tabù che cerchiamo di domare…
Last edited by amadablam on Wed Oct 31, 2012 13:56, edited 1 time in total.
Namaste
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Ramingo
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

:shock: :shock: :shock:

Mi inchino a questa analisi! Image

Hai preso in considerazione ogni aspetto in maniera davvero singolare, complimenti!
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amica mucca »

Brava Amadablam!
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

Ramingo wrote::shock: :shock: :shock:

Mi inchino a questa analisi! Image

Hai preso in considerazione ogni aspetto in maniera davvero singolare, complimenti!
....e se pensi agli zuqqurath..."le montagne degli Dei" furono costruiti appositamente per avvicinare il sacerdote al cielo..., NON a caso una costruzione a forma di monte: la piramide..(simbolo anche massonico "l'occhio che tutto vede"stampato nel dollaro americano). l'uomo che infrange la barriera della spiritualità del mistero salendo in alto...anche sopra un monte, ma che troverà? Ecco cosa molto probabilmente si saranno chiesti i ns antenati.....se ci pensiamo, cosa rappresenta per noi salire verso l'alto? Senza prendere in considerazione la ns passione per la montagna??

Anche gli antichi greci facevano ruzzolare dalla rupe (monte) di Sparta le persone con gravi problemi (fisici e spichici) .....la montagna dimora degli dei (M.te Olimpo) dell"Atto puro " di "Brama "l'uomo mortale che sfida la loro dimora......pensate un secondo ritornate indietro nel tempo:se ad un ns simile fosse accaduto qualche cosa salendo sull'Olimpo..o su altri monti quale nefasto significato poteva (solo ) dare? Gli dei mi hanno rifiutato....è ancora abitudine dire: è la montagna che ci /mi ha permesso di salire, tenendo altresì conto che nell'ambiente montano vi sono altri elementi naturali "ancestrali" = i fulmini!..meditate gente meditate..... :wink:
dimenticavo, per me la montagna NON è sport ma passione ,anche interiore....
Namaste
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

Grazie B. quanto ti condivido. :)
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

Ramingo wrote:Grazie B. quanto ti condivido. :)
..ma prego caro...se non vi rompo troppo le palle, altra mia riflessione

…..Facendo un brevissimo excursus storico……la sensazione che ha dato la possibilità alla specie umana di arrivare fino ai giorni ns è stata la paura, quest’ultima i progenitori l’hanno sperimentata vedendo da vivo gli elementi forti della terra : fuoco, acqua etc….molto probabilmente nelle savane , nelle pianure vedevano le montagne da lontano con nebbia, freddo…per salire su un monte avranno dovuto addentrarsi in foreste….posti pericolosi (animali, freddo asperità).
La prima forma “religiosa” è la paura verso l’ignoto…evolutasi in animismo e sciamanesimo….molto dopo è apparsa la spiritualità e molto dopo ancora la religione (che definisco spiritualità organizzata).

Ma mi chiederete : che c’entra con la montagna? Seguite il mio pensiero (condivisibile o no, neh!) . Nelle civiltà pre-incaiche, i Maya etc….. i sacerdoti ( secondo me erano persone che avevano capito il “punto debole “ della società umana) avevano il potere sull’acqua che scendeva dalle montagne, con canalizzazioni etc…i loro altari (e dimore) erano a forma di monte= piramidi , loro NON erano persone normali, loro erano in alto nella scala gerarchica, in alto, posti su una piramide o ziqqurath tipo al Chichen itza sopra “el castillo”..un monte..

La storia umana continua ed ad un certo punto nascono le religioni. La religione è organizzata in codici (civili e penali) di comportamento (Bibbia, Corano…) in questi testi sacri la montagna è quasi sempre luogo di mistero e di confine tra l’umano e l’Essere Supremo…
Con l’avvento del Cristianesimo..si arriva all’apoteosi della rappresentazione tragica della montagna, come simbolo totemico: la morte di Gesù Cristo (L’Emanuel “il Dio con noi”) sul Golgota (collina, monte) le tre croci su una vetta…..pensateci un po’…..

Venendo ai giorni ns …nel periodo nazista..Adolf Hitler (più che riprendere le teorie del Nietzsche, Il superuomo) organizzò la prima spedizione in Tibet, credeva che il seme dell’arianità dimorasse proprio nelle montagne dell’Himalaya…..In quel periodo molti ufficiali nazisti per la causa nazista aprirono “epicamente” vie estreme (ancora oggi la N della Dent D’Herens di Wilhelm "Willo" Welzenbach vanta poche ripetizioni). Il super uomo (semi-dio) esprimeva la supremazia in montagna, ambiente ostile. Il tentativo tedesco della N dell’Eiger…..la “superumanità” si deve manifestare in montagna….ambiente atavico divino
Anche l’Italia ebbe i suoi eroi nazionali montanari…il Carrel in corsa al Cervino etc
…la montagna segna inesorabilmente confini politici, etnico geografici –linguistici , per certe popolazioni po’ essere infero o paradiso ………….vedi la prima guerra mondiale dove sui ns monti morirono migliaia di soldati

Per “noi” :strizzaOcchio:: sherpa le montagne sacre sono il Kailash e il Machhapuchhre….inviolabili e non calpestabili

Una curiosità..in montagna gli antichi non andavano per “diletto” , ma per lavoro…dopo apparve la figura di guida.

Gli inglesi furono i primi ad andare in montagna per diletto , vi ricordo che il filosofo e pedagogista “teorico dello sport” fu l’inglese John Locke intorno al 1700. Gli inglesi furono i primi a tentare il Sagarmatha (Everest) solo perché c’era, altrimenti gli scherpa non si avventuravano nelle dimore dei loro dei (La Testa del Cielo) .
Ecco perché "andare in montagna" suona male come sport, vi sono troppi elementi antropologici, spirituali e culturali

Quindi ritornando all’oggetto del topic. Inferno o paradiso??? Per me Paradiso, in montagna assapori il dono del silenzio, raro ormai nel ns tempo, assapori la solidarietà , In montagna ci si lega , la cordata è un cordone ombelicale, non ci si può permettere di fare “belinate”…la cordata è un unico organismo.

La montagna è il mio paradiso…d’altronde salgo verso l’alto……mi libero di coercizioni ...di tante cose...

ma i monti, come scritto sopra furono anche inferno: guerra,
(vi invito a leggere il bellissimo libro del Qzino M. Soggetto dell'incidente aereo di un bombardiere della RAF schiantatosi sul monte Voghel viewtopic.php?f=17&t=8041&hilit=bombardamenti)... : Thumbup :

ora vi saluto donandovi canzoni storiche "ad hoc" W la musica



..e non c'è una montagna abbastanza alta



scoprire l'amore nel cuore nelle montagne....

Namaste
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Rondine
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Rondine »

Seguendo il filo di Amadablam, possiamo anche ricordare come Dio disse ad Abramo di recarsi in cima al Monte Moria, per sacrificare il figlio Isacco.
La montagna viene vista come il luogo dove Dio parla.
Io vedo la salita di una montagna un pò come la vita, dove si cammina faticando, gioendo,guardandosi intorno, per osservare utte le sfumature ma con ben chiara la meta di questo nostro viaggio.
Forse esagero ma per mè è Paradiso al 100%
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Ramingo
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

Ampia ed molto interessante anche l'ultima riflessione di Amadablam.

La montagna purtroppo ha vissuto tempi bui in cui la terra conobbe l'odore del sangue, in cui i pascoli divennero la tomba di molte persone, in cui le rocce esplodevano sotto i colpi di mortaio...

Ricordiamo attraverso queste righe di un volontario della brigata Alpi:

"Ho fede che tutti quei cimiteri di guerra, segnanti le tappe tragiche dell'eroica ascensione delle fanterie italiane verso le vette delle Alpi Dolomitiche, siano stati religiosamente conservati. I soldati non avranno mai, e in nessun altro luogo, sepoltura più onorata del terreno sul quale caddero combattendo.
Voi, alpigiani, e voi, appassionati della montagna, escursionisti e sciatori, passando di là in qualche bella giornata di sole, affaticati dall'erta di sentieri impervi e pericolosi, sosterete alla loro presenza. Col fiato grosso e col cuore in tumulto, fissando gli occhi su quelle croci, sarete compresi dell'indicibile fatica e dell'eroico coraggio di quei fanti che attaccarono quelle montagne biancheggianti di nevi e incrostate di ghiaccio. Essi, anche sotto la furia delle tormente e l'imperversare delle tempeste paurose, raggiunsero quelle vette e, con le baionette e con la dinamite, le strapparono al nemico, che le difese con ostinazione, al riparo di opere militari munitissime e apprestate con ogni insidia ...
... Di qualunque paese voi sarete, escursionisti od alpigiani, davanti a quelle croci, in quel luogo grandioso e selvaggio, vi sentirete stringere il cuore, e sarete compresi da un senso di grande ammirazione ..."

e di pietà aggiungerei

Oggi tutti noi, più o meno, andiamo e saliamo in montagna per diletto, cercando la pace ed il silenzio e talvolta in chiassosa allegria. In ogni caso essa ci appare come luogo in cui possiamo esercitare il nostro fisico, depurare la nostra anima, mettere in gioco le nostre forze e le nostre capacità su terreni e pareti, puntando all'ambita vetta o più semplicemente contornandola per ammirarne il panorama da ogni prospettiva.

La magnificenza dell'ambiente alpino ci invita all'eroico confronto colmandoci di gioia e di infantile spensieratezza.

Le cime, i picchi e le pareti, i precipizi e gli alti colli che svelano - solo raggiungendoli con fatica - panorami mozzafiato sulle ampie vallate e su altre catene montuose, richiamano senza dubbio la maestosità del Paradiso.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Rondine »

Ramingo wrote:Ampia ed molto interessante anche l'ultima riflessione di Amadablam.

La montagna purtroppo ha vissuto tempi bui in cui la terra conobbe l'odore del sangue, in cui i pascoli divennero la tomba di molte persone, in cui le rocce esplodevano sotto i colpi di mortaio...

Ricordiamo attraverso queste righe di un volontario della brigata Alpi:

"Ho fede che tutti quei cimiteri di guerra, segnanti le tappe tragiche dell'eroica ascensione delle fanterie italiane verso le vette delle Alpi Dolomitiche, siano stati religiosamente conservati. I soldati non avranno mai, e in nessun altro luogo, sepoltura più onorata del terreno sul quale caddero combattendo.
Voi, alpigiani, e voi, appassionati della montagna, escursionisti e sciatori, passando di là in qualche bella giornata di sole, affaticati dall'erta di sentieri impervi e pericolosi, sosterete alla loro presenza. Col fiato grosso e col cuore in tumulto, fissando gli occhi su quelle croci, sarete compresi dell'indicibile fatica e dell'eroico coraggio di quei fanti che attaccarono quelle montagne biancheggianti di nevi e incrostate di ghiaccio. Essi, anche sotto la furia delle tormente e l'imperversare delle tempeste paurose, raggiunsero quelle vette e, con le baionette e con la dinamite, le strapparono al nemico, che le difese con ostinazione, al riparo di opere militari munitissime e apprestate con ogni insidia ...
... Di qualunque paese voi sarete, escursionisti od alpigiani, davanti a quelle croci, in quel luogo grandioso e selvaggio, vi sentirete stringere il cuore, e sarete compresi da un senso di grande ammirazione ..."

e di pietà aggiungerei

Oggi tutti noi, più o meno, andiamo e saliamo in montagna per diletto, cercando la pace ed il silenzio e talvolta in chiassosa allegria. In ogni caso essa ci appare come luogo in cui possiamo esercitare il nostro fisico, depurare la nostra anima, mettere in gioco le nostre forze e le nostre capacità su terreni e pareti, puntando all'ambita vetta o più semplicemente contornandola per ammirarne il panorama da ogni prospettiva.

La magnificenza dell'ambiente alpino ci invita all'eroico confronto colmandoci di gioia e di infantile spensieratezza.

Le cime, i picchi e le pareti, i precipizi e gli alti colli che svelano - solo raggiungendoli con fatica - panorami mozzafiato sulle ampie vallate e su altre catene montuose, richiamano senza dubbio la maestosità del Paradiso.
: Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

….riflettendo ancora un poco, empiricamente,…..salire un monte rappresenta anche una sfida..... dal Big Bang..dal caos ….la gravità ha formato il ns universo visibile…ha aggregato polvere , elementi..etc…ha dato equilibrio alla ns dimora celeste.

..La forza di gravità ci permettere di vivere, ......funzioni fisiologiche, anche banali , non sarebbero possibile senza questa forza “madre”.

Andando in montagna noi compiamo un’azione contro natura…e quanti di noi hanno “assaggiato” la forza della gravità (io per prima con il mio grave incidente di 22 anni or sono, che, però mi ha insegnato moltissimo..).

Anche la gravità fa parte integrante del ns bagaglio evolutivo…in acqua noi galleggiamo, nel nido del ventre materno nuotiamo per 9 mesi….nuotare è + naturale…non si combatte contro una “cosa” che ti tira giù appena ti distrai….

L’inferno in montagna lo ha portato la guerra che si è combattuta per cosa???!!!
Quando eravamo saliti sul Carè Alto abbiamo trovato in vetta i resti di un bivacco di guerra, ma immaginate quei poveri giovani uomini, in inverno!!!!!!!! Freddo fame malattie…..ma come si fa a violare una ambiente così’ “divino” per fare violenza su altri simili.
Ma il gruppo , la folla , la guerra fanno fare cose che il singolo non farebbe mai…..e le montagne , gli animali ..quante cose hanno visto e sentito.

Lo sapete che nella guerra etnica (lontanissima da noi) tra Hutu e i Tutsi (Ruanda, Regione dei Grandi Laghi), persino i gorilla di montagna fuggirono dalle loro silenziose uggiose montagne d’Africa!……Anche gli animali erano scioccati da tanta violenza…nel loro paradiso montano

Ancora oggi in Afghanistan (dove, per me , esiste una guerra civile, vera e propria) la battaglie le imboscate avvengono in montagna (e la catena montuosa dell'Hindukush, una delle più alte e belle al mondo, in silenzio aspetta e spera da anni un po’ di pace).

La montagna può essere anche un vulcano, a parte quelli “piatti” tipo quello di Krafla (Islanda), il vulcano ancora adesso ci spaventa , vi ricordate l’eruzione del 1980 del Mount St. Helens? Altro che inferno!! Anche tutto questo è impresso nella ns memoria primordiale…..
:wink:
Namaste
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by funkazzista »

amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by serena »

funkazzista wrote:amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:

:ahah:
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by mazzysan »

serena wrote:
funkazzista wrote:amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:

:ahah:
:dormendo:
:pensoso:
:risata:
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

funkazzista wrote:amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:
..ma, vedi caro,....ho risposto al tuo intervento.....mi hai fatto pensare

...è un peccato che non rispondiate
1) perchè non sono dotte disquisizioni, ma punti di vista, condivisibili o no;

2) ritengo che in questo forum vi sia ampia libertà di opinione e di espressione ..quindi coraggio (iniziate, ad esempio, a criticare le mie riflessioni) :smt064

3) a volte sono anche una persona seria, e certi argomenti possono diventare interessanti, ..... ma in pochi secondi mi trasformo subito in meno seria :strizzaOcchio::

4) coraggio.....buttatevi nella mischia

:smt064
( comunque con l'antropologia si può capire, almeno cercare di capire, tante tante cose..
.....se volete, ma immagino già la Vs risposta, potrei farvi anche una conferenza su antropologia-psicologia e montagna, ricordatevi che in montagna la testa è importante.)

ed ora facciamoci due risate, coraggio.....prima aspetto ripresa del topic, poi vi racconterò alcune comiche avventurette alpinstiche della sottoscritta, quando ero un pò + giovane) :feliceModerato:
Namaste
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serena
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by serena »

amadablam wrote:4) coraggio.....buttatevi nella mischia
Ho letto tutto con attenzione ma...non mi stimola molto questo argomento......
Non posso buttarmi nella mischia, non ho niente da dire :triste:
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

serena wrote:
amadablam wrote:4) coraggio.....buttatevi nella mischia
Ho letto tutto con attenzione ma...non mi stimola molto questo argomento......
Non posso buttarmi nella mischia, non ho niente da dire :triste:
..devo leggere tutto l'articolo ....
Namaste
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amica mucca »

amadablam wrote:
funkazzista wrote:amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:
..ma, vedi caro,....ho risposto al tuo intervento.....mi hai fatto pensare

...è un peccato che non rispondiate
1) perchè non sono dotte disquisizioni, ma punti di vista, condivisibili o no;

2) ritengo che in questo forum vi sia ampia libertà di opinione e di espressione ..quindi coraggio (iniziate, ad esempio, a criticare le mie riflessioni) :smt064

3) a volte sono anche una persona seria, e certi argomenti possono diventare interessanti, ..... ma in pochi secondi mi trasformo subito in meno seria :strizzaOcchio::

4) coraggio.....buttatevi nella mischia

:smt064
( comunque con l'antropologia si può capire, almeno cercare di capire, tante tante cose..
.....se volete, ma immagino già la Vs risposta, potrei farvi anche una conferenza su antropologia-psicologia e montagna, ricordatevi che in montagna la testa è importante.)

ed ora facciamoci due risate, coraggio.....prima aspetto ripresa del topic, poi vi racconterò alcune comiche avventurette alpinstiche della sottoscritta, quando ero un pò + giovane) :feliceModerato:

Il topic è vivo! Lo hanno visto salire in montagna e sedersi ad aspettare. :pensoso:

Io sono contenta che il topic sia passato ad un livello di approfondimento maggiore.
Ho letto con curiosità ed attenzione le parole scritte, sicuramente non mi sento di commentare in quanto mi rendo conto di non aver approfondito, a mia volta, a sufficienza gli argomenti.
Tempo fa ho letto il libro "in su in me" (preso in biblioteca) scritto da una coppia di psicologi.
Ricordo solo di non averlo apprezzato, lo ritenni piuttosto superficiale.
Al contrario di quanto scritto qui!

Banalmente mi chiedo: l'uomo per milioni di anni doveva sopravvivere, e ci siamo adattati alla ricerca della sopravvivenza;
forse ora per l'uomo moderno, la montagna è la ricerca di quelle sensazioni che atavicamente ci facevano sentire bene?

La ricerca dell'inferno per apprezzare il paradiso?
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

amica mucca wrote:
amadablam wrote:
funkazzista wrote:amadablam, con le tue dotte disquisizioni hai "ucciso" il topic: nessuno ha il coraggio di risponderti! :)
E pensare che era nato quasi per scherzo... :wink:
..ma, vedi caro,....ho risposto al tuo intervento.....mi hai fatto pensare

...è un peccato che non rispondiate
1) perchè non sono dotte disquisizioni, ma punti di vista, condivisibili o no;

2) ritengo che in questo forum vi sia ampia libertà di opinione e di espressione ..quindi coraggio (iniziate, ad esempio, a criticare le mie riflessioni) :smt064

3) a volte sono anche una persona seria, e certi argomenti possono diventare interessanti, ..... ma in pochi secondi mi trasformo subito in meno seria :strizzaOcchio::

4) coraggio.....buttatevi nella mischia

:smt064
( comunque con l'antropologia si può capire, almeno cercare di capire, tante tante cose..
.....se volete, ma immagino già la Vs risposta, potrei farvi anche una conferenza su antropologia-psicologia e montagna, ricordatevi che in montagna la testa è importante.)

ed ora facciamoci due risate, coraggio.....prima aspetto ripresa del topic, poi vi racconterò alcune comiche avventurette alpinstiche della sottoscritta, quando ero un pò + giovane) :feliceModerato:

Il topic è vivo! Lo hanno visto salire in montagna e sedersi ad aspettare. :pensoso:

Io sono contenta che il topic sia passato ad un livello di approfondimento maggiore.
Ho letto con curiosità ed attenzione le parole scritte, sicuramente non mi sento di commentare in quanto mi rendo conto di non aver approfondito, a mia volta, a sufficienza gli argomenti.
Tempo fa ho letto il libro "in su in me" (preso in biblioteca) scritto da una coppia di psicologi.
Ricordo solo di non averlo apprezzato, lo ritenni piuttosto superficiale.
Al contrario di quanto scritto qui!

Banalmente mi chiedo: l'uomo per milioni di anni doveva sopravvivere, e ci siamo adattati alla ricerca della sopravvivenza;
forse ora per l'uomo moderno, la montagna è la ricerca di quelle sensazioni che atavicamente ci facevano sentire bene?

La ricerca dell'inferno per apprezzare il paradiso?
.....secondo la teoria Zen e quella buddhista (e come ben spiegato da un grande psicolo e psicanalista genovese G.C. Giacobbe) l’uomo per milioni di anni doveva sopravvivere e per fare ciò doveva difendere il suo IO (fisico) conscio .

Lo status sociale NON esisteva, esisteva solo per certi individui tipo il “capo branco”….mentre gli altri soggetti del gruppo dovevano difendere solo i bisogni che erano primordiali ed essenziali: mangiare, bere , dormire, difenderesi….
Con il passare del tempo la soc umana si è “arricchita”, l’uomo ha dovuto difendere la sua “posizione sociale” all’interno di un gruppo organizzato (tribù , Villaggio, etc) rappresentata , per la maggior parte dei casi, in possesso di beni materiali e/o prestanza fisica (legata sempre alla trasmissione nelle gerazioni future del DNA migliore, come in ogni animale).

Nell’era industriale…si inizia a produrre beni di consumo per la popolazione …nasce il mondo operaio ..le classi etc….fino ai ns giorni..

Oggi il ns “status sociale” è rappresentato (per la maggior parte della popolazione dei paesi industrializzati) nel possesso di beni, nella carriera etc……ossia i bisogni primari (mangiare bere…paura-difesa) , tutto questo è passato in un secondo piano, ecco perché le soc. industrializzate sono perennemente stressate: tutti i giorni dobbiamo dimostrare il ns status IO sociale che è diventato enorme e non si basa + su bisogni (pochi) fondamentali, ma su tante troppe cose e SOLO materiali (macchina, viaggi, soldi etc-----ecco perché le popolazioni del 3° mondo sono + felici : loro devono “difendere” solo i bisogni primari).

Se avete notato…contemporaneamente c’è stata anche una crisi “spirituale” della popolazione, una crisi di valori (religiosi –politici-familiari) un deprezzamento di tutto ciò che è natura: rifiuti, poco rispetto per l’ambiente, clima effetto serra (che aumenta per produrre beni NON durevoli solo materiali – l’oggetto simbolo dello status è l’automobile ancora adesso).

L’uomo nato per e con la natura se ne è distaccato, ma non si rende conto che è parte integrante e non ne può fare a meno…la ns casa (per ora ) è il pianeta Terra.
La soc contemporanea industrializzata parrebbe non avere bisogno di spiritualità e di valori, ma solo il valore di manifestare ciascuno il proprio “status sociale”, ma non è così……

Si sente il bisogno di ritornate a Madre natura…in montagna si riscopre quel legame atavico con il creato…con i fiori , il verde etc…..in montagna si riscopre l’amico , la solidarietà…..

Tu ,hai scritto “La ricerca dell'inferno per apprezzare il paradiso?” per me accade il contrario: viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- in montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Last edited by amadablam on Thu Nov 08, 2012 17:00, edited 1 time in total.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Sub-Comandante »

quoto alla grande amadablam :strizzaOcchio::
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by serena »

amadablam wrote:Tu ,hai scritto “La ricerca dell'inferno per apprezzare il paradiso?” per me accade il contrario: viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Io sinceramente per avere queste sensazioni ....per allontanarmi "dall'inferno" in cui viviamo (definizione, questa, che condivido...) non ho bisogno di andare in montagna....
Mi è sufficiente allontanarmi dagli ambienti dove rilevo questa penuria di valori umani (principalmente il posto di lavoro).....mi è sufficiente fare una corsa per conto mio alla sera dopo il lavoro, o un giro in bici, o dedicare un pomeriggio alle mie piante, o arrivare a casa un pò prima e cucinare una cena come si deve.....
Poi ...per carità ...anche in montagna sto bene e sono felice e ritrovo i valori fondamentali.
Però....non ho affatto bisogno della montagna per ritrovarli (anzi.....per me il vero effetto "taumaturgico" lo ha la corsa : Thumbup : ...solo quando corro riesco a vedere le cose con chiarezza e a dare a ciascuna cosa la sua reale importanza..... )
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by funkazzista »

amadablam wrote:... viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Interessante lettura.
Magari mi sbaglio, quindi correggimi se è così, ma vi riecheggia un po' del masochismo (freddo, paura, fame, fatica) ironicamente additato nella frase di Bisharat che ha involontariamente dato il via a questo topic.

Io però la vedo diversamente, forse perché ho un approccio alla montagna più ludico/sportivo/edonistico (almeno così credo) che spirituale (almeno così mi sembra di capire).
In montagna cerco di divertirmi in un bel posto, di fare delle belle vie su bella roccia, di conoscere un ambiente diverso.
Freddo? Paura? Fame? Vade retro! Non è quello che cerco. Certo può capitare di doverle affrontare (all'acqua di rose), ma se posso evito.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by serena »

funkazzista wrote:
amadablam wrote:... viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Interessante lettura.
Magari mi sbaglio, quindi correggimi se è così, ma vi riecheggia un po' del masochismo (freddo, paura, fame, fatica) ironicamente additato nella frase di Bisharat che ha involontariamente dato il via a questo topic.

Io però la vedo diversamente, forse perché ho un approccio alla montagna più ludico/sportivo/edonistico (almeno così credo) che spirituale (almeno così mi sembra di capire).
In montagna cerco di divertirmi in un bel posto, di fare delle belle vie su bella roccia, di conoscere un ambiente diverso.
Freddo? Paura? Fame? Vade retro! Non è quello che cerco. Certo può capitare di doverle affrontare (all'acqua di rose), ma se posso evito.
La paura forse ogni tanto me la cerco :pensoso:
Sicuramente le altre condizioni (freddo, fame, etc.) proprio non vado a cercarmele...
Anche per me il primo obiettivo nell'andare in montagna è divertirmi in un bel posto (a dire la verità, il primo obiettivo dovrebbe sempre essere quello di tornare a casa vivi e se possibile integri :ahah: )........
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

serena wrote:
amadablam wrote:Tu ,hai scritto “La ricerca dell'inferno per apprezzare il paradiso?” per me accade il contrario: viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Io sinceramente per avere queste sensazioni ....per allontanarmi "dall'inferno" in cui viviamo (definizione, questa, che condivido...) non ho bisogno di andare in montagna....
Mi è sufficiente allontanarmi dagli ambienti dove rilevo questa penuria di valori umani (principalmente il posto di lavoro).....mi è sufficiente fare una corsa per conto mio alla sera dopo il lavoro, o un giro in bici, o dedicare un pomeriggio alle mie piante, o arrivare a casa un pò prima e cucinare una cena come si deve.....
Poi ...per carità ...anche in montagna sto bene e sono felice e ritrovo i valori fondamentali.
Però....non ho affatto bisogno della montagna per ritrovarli (anzi.....per me il vero effetto "taumaturgico" lo ha la corsa : Thumbup : ...solo quando corro riesco a vedere le cose con chiarezza e a dare a ciascuna cosa la sua reale importanza..... )
....ho diviso ormai da anni il correre..dall'andare in montagna...correre è bisogno fisico (ogni persona ha il suo bisogno: bici, nuoto..poltrire) anche per me correre, ma inteso SOLO come sport , è bisogno fisico(come adrenalina da sfogare nell'mmediatezza del giorno corrente e dalle varie endorfine che ormai scorrono da anni nel mio cervello e nelle mie vene). Ma questa è solo una questione mia personale (ogni persona ha il suo bagaglio inconscio)

Per me invece andare in montagna è consciamente gustare una salita tecnicamente e panoramicamente (se in quota e con ghiaccio è meglio :D )..inconsciamente mi riporta indietro nel tempo...rivivo i sapori gli odori sensazioni primordiali, ad esempio...in una salita faticosa quando arrivo in vetta mi sento veramente in alto...nel silenzio della salita (perchè la pratica dell'alpinismo è silenziosa, penso , rivivo, ) sento la corda tirare, sento che è molla ...recupero , tira!!! Fammi sicurezza..terrà (n.b no palestra, ma montagna) ...mi mette alla prova, quanto dista ancora la fine della salita?
.....quante volte mi sono chiesta (ed anche voi, suppongo) me chi me lo fa fare??? E' il desiderio di dire "vetta!!!!!!!!!!!" e di raccontarla.

In vetta sono come un demiurgo, tra il mondo commensurabile e l'ignoto (montagna che lo rappresenta , come detto sopra , una barriera anche spirituale.) ..infatti , anch'io mi ci metto , chi pratica l'alpinismo ci "tiene" a sottolinearlo ed a evidenziare che non è un arrampicatore (espressione ludica +"terrena" e + competitiva, tipico degli "umani") ,ma una persona che arriva in vetta ad un monte (ecco che l'eredità ancestrale dei progenitori affiora ).....ecco , secondo me , dove nasce la diatriba tra arrampicata sportiva ed alpinismo.

E lo si nota anche nei forum : nei topic di montagna vi sono racconti personali, foto , sensazioni...
(il discorso si amplia a seconda del sesso, si , perchè ci sono differze di approccio e di accettazione)

Noi "alpinisti -turisti" :wink: ,diciamocela la verità una volta per tutte, ci sentiamo "diversi" anche per questo, l'arrampicata non rappresenta quella pratica atavica della montagna...ci sentiamo come il super-uomo sopra da me descritto in altri interventi, è vero o no? Vi ci riconoscete??? coraggio

Però , cari montagnini, mi ci metto anch'io , ricordatevi che anche l'arrampicatore, (palestra-falesia-plastica ed anche se non è mai salito un monte vero), sta cercando la pace in sè per la salute della propria anima, psiche...
:wink: ......

ps. hai scritto="(a dire la verità, il primo obiettivo dovrebbe sempre essere quello di tornare a casa vivi e se possibile integri "........vedi che il retaggio atavico della montagna fa capolino????!!! :strizzaOcchio::
Last edited by amadablam on Thu Nov 08, 2012 17:49, edited 3 times in total.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

funkazzista wrote:
amadablam wrote:... viviamo in un ambiente NON adatto alla natura umana (inferno) e cerchiamo il paradiso…NON abbiamo bisogno di cercare l’inferno…..ci siamo già tutti i giorni in questa società impoverita dei valori umani fondamentali…li ritroviamo nel salire....rompiamo la barriera spirituale...- montagna diveniamo i "sacerdoti" che salivano sugli ziqqurath.....e , senza rendercene conto ritorniamo a difendere i soli bisogni : freddo, paura, fame, gioia....SOLO e gli UNICI umani.... :D
Interessante lettura.
Magari mi sbaglio, quindi correggimi se è così, ma vi riecheggia un po' del masochismo (freddo, paura, fame, fatica) ironicamente additato nella frase di Bisharat che ha involontariamente dato il via a questo topic.

Io però la vedo diversamente, forse perché ho un approccio alla montagna più ludico/sportivo/edonistico (almeno così credo) che spirituale (almeno così mi sembra di capire).
In montagna cerco di divertirmi in un bel posto, di fare delle belle vie su bella roccia, di conoscere un ambiente diverso.
Freddo? Paura? Fame? Vade retro! Non è quello che cerco. Certo può capitare di doverle affrontare (all'acqua di rose), ma se posso evito.
..leggi sopra ....dove spiego , secondo il mio modesto parere, dopo quasi +di 30di fequenza del mondo montagna (e di osservazione del comportamento del'Homo montanus :strizzaOcchio:: ) da dove nasce la diatriba tra alpinismo classico ed arrampicata.

E' chiaro che noi stiamo parlando in termini generali...ogni persona poi ha il suo ambiente, ed il suo approccio, personalmente , quando ho scoperto la quota ( scusa ma il mio demiurgo che è in me si mostra prepotentemente :wink: )...è stato un colpo di fulmine....via scarpette e Finale , viva ramponi picca etc....ma queste sono predisposizioni troppo personali ed individuali............il mondo è bello perchè è vario...pensa se tutti fossero sulla mia cresta o sul mio canale....o sulle tue vie??? :strizzaOcchio::
....sai che casino, sarebbe come essere allo stadio o agli ipermercati (che odio, ma che ultimamente svolgono una pur sempre funzione sociale, anche se la gente spende meno)

tu , forse , sei + giovane di me e quindi non ti ricorderai di Gigi Mario (GA e anche monaco zen)......per lui l'arrampicata e il tai chi sono strettamente connesse :D..quindi anche l'arrampicata (anche su plastica), ha il suo lato mistico, dipende da te..è sempre un salire...contro gravità e paure....nascoste nel ns ipotalamo
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by funkazzista »

amadablam wrote:..leggi sopra ....dove spiego , secondo il mio modesto parere [...] da dove nasce la diatriba tra alpinismo classico ed arrampicata.
Sarà che sono ottuso: ho riletto, ma questa spiegazione non l'ho trovata :smt102
E poi, quale diatriba? :wink:
amadablam wrote:tu , forse , sei + giovane di me e quindi non ti ricorderai di Gigi Mario (GA e anche monaco zen)......per lui l'arrampicata e il tai chi sono strettamente connesse :D..quindi anche l'arrampicata (anche su plastica), ha il suo lato mistico, dipende da te..è sempre un salire...contro gravità e paure....nascoste nel ns ipotalamo
Eh, eh... forse sono più giovane di te, ma Gigi Mario so bene chi è, e lo ricordo anche per una provocatoria frase a proposito di montagna, spit e profilattici 8)
E comunque, anche se lo dice Gigi Mario, non vuol mica automaticamente dire che è vero :mrgreen:

Secondo me, come in fondo dicevi anche tu, l'andare in montagna è una cosa personale e ognuno lo fa per dei motivi suoi e ci vede quello che vuole.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Sub-Comandante »

se l'alpinismo fosse una religione, Amadablam sarebbe la mia guida spirituale!!!!! : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by funkazzista »

funkazzista wrote:
amadablam wrote:..leggi sopra ....dove spiego , secondo il mio modesto parere [...] da dove nasce la diatriba tra alpinismo classico ed arrampicata.
Sarà che sono ottuso: ho riletto, ma questa spiegazione non l'ho trovata :smt102
E poi, quale diatriba? :wink:
Ooops! Trovato, come non detto: avevo completamente mancato quell'intervento. Si vede che sono anche orbo, oltre che ottuso :mrgreen:
La diatriba tra alpinismo su roccia e arrampicata, a mio modestissimo parere, si è originata solo perché il terreno di gioco, a volte, si sovrappone, e quindi ci si pesta i piedi.
Non mi sembra ci siano altri motivi concreti.
Voler stabilire la legittimità/superiorità di una o dell'altra pratica è ridicolo oltre che sterile. :wink:
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

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amadablam wrote:
Per me invece andare in montagna è consciamente gustare una salita tecnicamente e panoramicamente (se in quota e con ghiaccio è meglio :D )..inconsciamente mi riporta indietro nel tempo...rivivo i sapori gli odori sensazioni primordiali, ad esempio...in una salita faticosa quando arrivo in vetta mi sento veramente in alto...nel silenzio della salita (perchè la pratica dell'alpinismo è silenziosa, penso , rivivo, ) sento la corda tirare, sento che è molla ...recupero , tira!!! Fammi sicurezza..terrà (n.b no palestra, ma montagna) ...mi mette alla prova, quanto dista ancora la fine della salita?
.....quante volte mi sono chiesta (ed anche voi, suppongo) me chi me lo fa fare??? E' il desiderio di dire "vetta!!!!!!!!!!!" e di raccontarla.

In vetta sono come un demiurgo, tra il mondo commensurabile e l'ignoto (montagna che lo rappresenta , come detto sopra , una barriera anche spirituale.) ..infatti , anch'io mi ci metto , chi pratica l'alpinismo ci "tiene" a sottolinearlo ed a evidenziare che non è un arrampicatore (espressione ludica +"terrena" e + competitiva, tipico degli "umani") ,ma una persona che arriva in vetta ad un monte (ecco che l'eredità ancestrale dei progenitori affiora ).....ecco , secondo me , dove nasce la diatriba tra arrampicata sportiva ed alpinismo.

E lo si nota anche nei forum : nei topic di montagna vi sono racconti personali, foto , sensazioni...
(il discorso si amplia a seconda del sesso, si , perchè ci sono differze di approccio e di accettazione)

Io sinceramente non ci trovo tutto questo nell'andare in montagna.
Andare in montagna mi piace molto, mi diverte, sono molto felice quando arrivo in vetta e sono infinitamente meno felice quando non ci arrivo .......
Però ...non è un'attività diversa da un'altra ecco...
Quando ho preso la bicicletta e per la prima volta sono salita alla Bocchetta...ho avuto lo stessa gioia che ho quando arrivo in vetta....... la soddisfazione di avercela fatta ecco.....
Non posso dire che la montagna mi dia delle emozioni "in più" rispetto alle altre cose che faccio .....
amadablam wrote:Noi "alpinisti -turisti" :wink: ,diciamocela la verità una volta per tutte, ci sentiamo "diversi" anche per questo, l'arrampicata non rappresenta quella pratica atavica della montagna...ci sentiamo come il super-uomo sopra da me descritto in altri interventi, è vero o no? Vi ci riconoscete??? coraggio
Io - non a caso- non mi sento nè un alpinista nè un'alpinista- turista ....
amadablam wrote:Però , cari montagnini, mi ci metto anch'io , ricordatevi che anche l'arrampicatore, (palestra-falesia-plastica ed anche se non è mai salito un monte vero), sta cercando la pace in sè per la salute della propria anima, psiche...
:wink: ......
D'accordissimo con te.......
amadablam wrote:ps. hai scritto="(a dire la verità, il primo obiettivo dovrebbe sempre essere quello di tornare a casa vivi e se possibile integri "........vedi che il retaggio atavico della montagna fa capolino????!!! :strizzaOcchio::
Beh, la montagna è un ambiente intrinsecamente ostile all'essere umano, ci sono dei pericoli oggettivi che sarebbe stupido ignorare.......
Alcuni di essi possiamo evitarli scegliendo percorsi "non pericolosi" ma alcuni altri (scariche di pietre, cambiamenti improvvisi del tempo, etc) non sono nemmeno totalmente evitabili...
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

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funkazzista wrote:
funkazzista wrote:
amadablam wrote:..leggi sopra ....dove spiego , secondo il mio modesto parere [...] da dove nasce la diatriba tra alpinismo classico ed arrampicata.
Sarà che sono ottuso: ho riletto, ma questa spiegazione non l'ho trovata :smt102
E poi, quale diatriba? :wink:
Ooops! Trovato, come non detto: avevo completamente mancato quell'intervento. Si vede che sono anche orbo, oltre che ottuso :mrgreen:
La diatriba tra alpinismo su roccia e arrampicata, a mio modestissimo parere, si è originata solo perché il terreno di gioco, a volte, si sovrappone, e quindi ci si pesta i piedi.
Non mi sembra ci siano altri motivi concreti.
Voler stabilire la legittimità/superiorità di una o dell'altra pratica è ridicolo oltre che sterile. :wink:
dimentica per un secondo il tuo personale (degno di tutto rispetto) significato della differenza tra arrampicata e alpinismo, e guarda ed esamina il significato di cosa rappresenta nell’inconscio della natura umana (come gruppo sociale organizzato) salire in montagna: se scruti attentamente dentro di te…la diatriba nasce non dal (sempre secondo il mio parere) dal “pestare i piedi “ , nasce dal fatto che l’alpinismo atavicamente è l’attività che avvicina + l’uomo “all’ambiente divino”…tieni sempre presente che l’alpinismo NON è solo roccia l’alpinismo riguarda molti ambienti ostili = neve , freddo..etc…quota L’arrampicata è arrivata dopo , l’alpinismo è con l’uomo da sempre….(non mi ripeto+)

Attenzione, focalizziamo l’argomento su concetti generali(sociologici), non parliamo delle ns personali sensazioni, anche se interessanti, anche perché Bisharat ha rivolto l’attenzione ad un comportamento proprio di un gruppo sociale (i montagnini)

Chi pratica alpinismo si sente diverso per questo…..l’alpinista incarna il sacerdote ….che sale , l’arrampicatore (proprio perché nato dopo ) è solo un umano che pratica attività fisica

Il Qzino pria NON a caso ha postato un interessante topic : due pesi due misure….

Tu scrivi.” E comunque, anche se lo dice Gigi Mario, non vuol mica automaticamente dire che è vero “..attenzione non ho detto che è vero , ho messo in risalto una considerazione, non giudico un comportamento NON giudichiamo, ……bisogna fare analisi sistemica del mondo montagna….(in antropologia ed in sociologia si analizza fattori generali che si ripetono nel tempo per varie cause ambientali-evolutive etc…scusate ,ma è un mio terreno di gioco, anche se nella vita faccio tutt’altro) ..
Namaste
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amadablam
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

serena wrote:
amadablam wrote:
Per me invece andare in montagna è consciamente gustare una salita tecnicamente e panoramicamente (se in quota e con ghiaccio è meglio :D )..inconsciamente mi riporta indietro nel tempo...rivivo i sapori gli odori sensazioni primordiali, ad esempio...in una salita faticosa quando arrivo in vetta mi sento veramente in alto...nel silenzio della salita (perchè la pratica dell'alpinismo è silenziosa, penso , rivivo, ) sento la corda tirare, sento che è molla ...recupero , tira!!! Fammi sicurezza..terrà (n.b no palestra, ma montagna) ...mi mette alla prova, quanto dista ancora la fine della salita?
.....quante volte mi sono chiesta (ed anche voi, suppongo) me chi me lo fa fare??? E' il desiderio di dire "vetta!!!!!!!!!!!" e di raccontarla.

In vetta sono come un demiurgo, tra il mondo commensurabile e l'ignoto (montagna che lo rappresenta , come detto sopra , una barriera anche spirituale.) ..infatti , anch'io mi ci metto , chi pratica l'alpinismo ci "tiene" a sottolinearlo ed a evidenziare che non è un arrampicatore (espressione ludica +"terrena" e + competitiva, tipico degli "umani") ,ma una persona che arriva in vetta ad un monte (ecco che l'eredità ancestrale dei progenitori affiora ).....ecco , secondo me , dove nasce la diatriba tra arrampicata sportiva ed alpinismo.

E lo si nota anche nei forum : nei topic di montagna vi sono racconti personali, foto , sensazioni...
(il discorso si amplia a seconda del sesso, si , perchè ci sono differze di approccio e di accettazione)

Io sinceramente non ci trovo tutto questo nell'andare in montagna.
Andare in montagna mi piace molto, mi diverte, sono molto felice quando arrivo in vetta e sono infinitamente meno felice quando non ci arrivo .......
Però ...non è un'attività diversa da un'altra ecco...
Quando ho preso la bicicletta e per la prima volta sono salita alla Bocchetta...ho avuto lo stessa gioia che ho quando arrivo in vetta....... la soddisfazione di avercela fatta ecco.....
Non posso dire che la montagna mi dia delle emozioni "in più" rispetto alle altre cose che faccio .....
amadablam wrote:Noi "alpinisti -turisti" :wink: ,diciamocela la verità una volta per tutte, ci sentiamo "diversi" anche per questo, l'arrampicata non rappresenta quella pratica atavica della montagna...ci sentiamo come il super-uomo sopra da me descritto in altri interventi, è vero o no? Vi ci riconoscete??? coraggio
Io - non a caso- non mi sento nè un alpinista nè un'alpinista- turista ....
amadablam wrote:Però , cari montagnini, mi ci metto anch'io , ricordatevi che anche l'arrampicatore, (palestra-falesia-plastica ed anche se non è mai salito un monte vero), sta cercando la pace in sè per la salute della propria anima, psiche...
:wink: ......
D'accordissimo con te.......
amadablam wrote:ps. hai scritto="(a dire la verità, il primo obiettivo dovrebbe sempre essere quello di tornare a casa vivi e se possibile integri "........vedi che il retaggio atavico della montagna fa capolino????!!! :strizzaOcchio::
Beh, la montagna è un ambiente intrinsecamente ostile all'essere umano, ci sono dei pericoli oggettivi che sarebbe stupido ignorare.......
Alcuni di essi possiamo evitarli scegliendo percorsi "non pericolosi" ma alcuni altri (scariche di pietre, cambiamenti improvvisi del tempo, etc) non sono nemmeno totalmente evitabili...
come già scritto
Attenzione, focalizziamo l’argomento su concetti generali(sociologici), non parliamo delle ns personali sensazioni, anche se interessanti, anche perché Bisharat ha rivolto l’attenzione ad un comportamento proprio di un gruppo sociale (i montagnini)

..infatti amica mucca non si è ritrovata nella lettura del libro " in su e in se" ogni persona ha il suo bagaglio emozionale (memoria emozionale inconscia), non centra NULLA con questo topic
Namaste
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

Sub-Comandante wrote:se l'alpinismo fosse una religione, Amadablam sarebbe la mia guida spirituale!!!!! : Thumbup : : Thumbup : : Thumbup :
..l'alpinismo può considerarsi una forma spirituale ....dipende dal tuo bagaglio emozionale....personale , ma NON poniamo l'argomento sul personale, svanirebbe l'analisi che stiamo facendo
Namaste
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amica mucca
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amica mucca »

Amadablam è molto preparata e più leggo e più mi rendo conto di non avere i mezzi necessari per poter dibattere.
Però siccome l'argomento mi interessa provo almeno ad inserire un'ulteriore spunto.
Ieri sera riguardando dopo anni di distanza il film "7 anni in Tibet" mi ha colpito uno scambio di battute tra Harrer e la sarta Tibetana.
Harrer cercando di far colpo sulla ragazza cerca di mostrargli le sue conquiste in montagna e nello sport e lei le risponde che un tibetano non penserebbe mai a fare qualcosa del genere, in quanto per loro l'importante è cercare di "sopire" il proprio ego e non di esibirlo. (purtroppo non ricordo di preciso lo scambio di battute)
Al di là della veridicità della sceneggiatura, mi veniva in mente che comunque l'alpinismo moderno è strettamente legato all'ego e questo ha fatto si che si superasse la visione "sacra" della montagna.
E di come il salire su una montagna possa avere un significato differente a seconda della cultura in cui gli alpinisti nascono.
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amadablam
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amadablam »

amica mucca wrote:Amadablam è molto preparata e più leggo e più mi rendo conto di non avere i mezzi necessari per poter dibattere.
Però siccome l'argomento mi interessa provo almeno ad inserire un'ulteriore spunto.
Ieri sera riguardando dopo anni di distanza il film "7 anni in Tibet" mi ha colpito uno scambio di battute tra Harrer e la sarta Tibetana.
Harrer cercando di far colpo sulla ragazza cerca di mostrargli le sue conquiste in montagna e nello sport e lei le risponde che un tibetano non penserebbe mai a fare qualcosa del genere, in quanto per loro l'importante è cercare di "sopire" il proprio ego e non di esibirlo. (purtroppo non ricordo di preciso lo scambio di battute)
Al di là della veridicità della sceneggiatura, mi veniva in mente che comunque l'alpinismo moderno è strettamente legato all'ego e questo ha fatto si che si superasse la visione "sacra" della montagna.
E di come il salire su una montagna possa avere un significato differente a seconda della cultura in cui gli alpinisti nascono.
bravissssssima..hai fatto centro....basta guardare dentro a noi stessi.....e pensare in generale , e tu lo hai fatto!
, ti posterò qualche topic dove descrivo cosa rappresenta la montagna per la cultura buddhista-tibetana...ora ho poco tempo....a dopo =D>
continua ad" ascoltare " il tuo istinto , l'io nascosto...degli antenati..leggi tra le righe della storia dell'uomo ....e capirai che hai i mezzi per farlo...(la coscienza sociale è in comune in tutti noi, basta trovarla) :wink: : Ok :
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amica mucca
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by amica mucca »

Grazie, li leggerò volentieri!
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Ramingo
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Re: Montagna: Inferno o Paradiso?

Post by Ramingo »

Apprezzo tutti gli interventi! Grazie ragazzi per aver saputo mantenere la discussione come se fossimo stati seduti davanti ad una bella birra, anzichè dietro una tastiera (come sappiamo virtualmente è facile fraintendersi).
Ho letto ogni post con vivo piacere :)

"Sopire il proprio ego invece di esibirlo" su questo è interessante riflettere. Sopire il proprio ego... liberare la mente, è una pratica diffusa sia tra quelli che si apprestano ad affrontare una grande salita in quota, sia tra chi deve cimentarsi con le difficoltà al limite su una parete granitica. Sono in molti, persino nel boulder, a calarsi in uno stato di pace e meditazione prima di attaccare la via, per allontanare ansie, pensieri negativi e calamitare tutta la concentrazione necessaria. Qualsiasi sia la disciplina su roccia, se posso, m'allieta calarmi lentamente in quell'angolo di piacere che più mi avvicina ai sensi ed alle emozioni decritte così bene da Amadablam. Amo molto la montagna e l'alpinismo, ma anche l'arrampicata sportiva. Ho girato diverse falesie qui in Liguria ed ogni volta ho tratto un grande beneficio dal clima amichevole che accompagnava la mia salita. Tra un rinvio e l'altro, su passi delicati, con me e con la roccia c'erano il lichene, il fiore solitario che sbucava da qualche fessura, il silenzio rispettoso del compagno di cordata che mi consentiva la giusta concentrazione e c'era l' alè festoso non appena la corda passava nel rinvio. La roccia, liscia, corrugata, compatta; i suoi colori, le sue forme, la linea accattivante di certe vie o di certi monotiri, possono liberare endorfine allo stesso modo di una tavoletta di buon cioccolato. Mi fa piacere scrivere questo e lo dico sinceramente, proprio perchè, anche se prediligo la montagna nuda e cruda e gli ambienti ampi e silenziosi della quota, mi diverto tantissimo anche in falesia e, anzi, lì, fuori dal tempo, concentro al meglio l'eleganza del movimento proprio dello stile di questa affascinante disciplina. Le due cose non sono mica così distanti tra loro. Se ripenso a quel senso di libertà che mi dà passeggiare sul verticale non posso esimermi dal dire che il mio approccio all'ambiente naturale con il quale mi confronto, la montagna in questo caso, sia essa in versione ridotta (falesia) o normale (Alpi), è sempre rivolto al rispetto ed al timore di ciò che mi sta di fronte ed alla concentrazione necessaria per salire in sicurezza, divertendomi, solo o assieme al/i compagno/i; ed in ogni caso, il mio spirito viaggia sempre verso l'alto. :D
“La Primavera sembra portare dentro di sé un ricordo che poi, in estate, racconterà al mondo intero fin quando non sarà divenuta più saggia nel grande autunnale silenzio con cui si confida soltanto ai solitari.”
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