Leggendo questo articolo pubblicato dall'Internazionale, mi son fatta subito la domanda, potrebbe essere un buon modo di intendere la montagna o l'arrampicata?
Riporto breve estratto dell'articolo.
http://www.internazionale.it/opinione/o ... -obiettivi" onclick="window.open(this.href);return false;
Il metodo conta più degli obiettivi--Oliver Burkeman
Non molto tempo fa Scott Adams, l’autore delle strisce di Dilbert, ha pubblicato un libro a metà tra autobiografia e manuale di autoaiuto, intitolato How to fail at almost everything and still win big, come sbagliare quasi tutto e vincere lo stesso.
.......
ammettiamo che il suo libro contiene un consiglio molto utile: quando cerchiamo di migliorarci – di imparare a fare qualcosa di creativo come disegnare fumetti, o di prendere una buona abitudine come fare regolarmente esercizio fisico – dobbiamo pensare in termini di metodo, non di obiettivi.
Come sanno bene tutti quelli a cui i superiori impongono “obiettivi di rendimento”, dare troppa attenzione ai risultati ha molti lati negativi. Ma Adams ne suggerisce un altro: se consideriamo la vita una serie di traguardi da raggiungere, viviamo “in uno stato di continuo fallimento”. Per definizione, non arriviamo quasi mai al punto che per noi rappresenta il successo. E anche se ci arriviamo, scopriamo di avere perso la molla che ci spingeva, quindi ne cerchiamo un’altra e ricominciamo da capo.
Avere un metodo, invece, significa “fare regolarmente qualcosa che a lungo andare aumenterà le nostre probabilità di essere felici”, indipendentemente dai risultati immediati. Disegnare una vignetta al giorno è un metodo, come anche decidere di fare quotidianamente un po’ di esercizio fisico , piuttosto che prefissarsi un obiettivo come correre una maratona in quattro ore. Un metodo che adesso va molto di moda si chiama No zero days, e consiste semplicemente nel non lasciar passare neanche un giorno senza fare qualcosa, anche minima, in vista di un obiettivo importante.
È vero che in questo modo si perde la sensazione di trionfo che accompagna il raggiungimento di un obiettivo. Inoltre è difficile valutare giorno per giorno se il metodo sta funzionando. Ma il vantaggio è un flusso più regolare di piccoli momenti di felicità: mentre le persone che si pongono obiettivi languiscono in un perenne stato di insoddisfazione, osserva Adams, quelle che scelgono il metodo “hanno successo ogni volta che lo applicano, nel senso che fanno quello che volevano fare”.
Soprattutto, concentrarsi sul metodo significa concentrarsi su qualcosa che possiamo controllare – le nostre azioni – piuttosto che su qualcosa che non possiamo controllare, come l’imprevedibile mondo esterno. Se continuiamo ad applicare il nostro metodo, avremo più possibilità di successo. Se invece perseguiamo un obiettivo, ci sentiremo dei falliti anche quando lo raggiungiamo, e perfino un amante del politicamente corretto come me è in grado di capire che questo è stupido.
Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
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- amica mucca
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Re: Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
mi son già trovato a pensare qualcosa di molto simile,
però sistematizzato così da parecchio da pensare, mi andrò a leggere qualcosa ...
grazie !
anche se in questo momento mi ispira più in contesto lavorativo che di montagna... ma quello è un grosso problema mio
però sistematizzato così da parecchio da pensare, mi andrò a leggere qualcosa ...
grazie !
anche se in questo momento mi ispira più in contesto lavorativo che di montagna... ma quello è un grosso problema mio
- mikesangui
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Re: Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
La domanda sorge spontanea.
Cosa da valore a un metodo? con che criterio scelgo un metodo o un altro?
L'obiettivo è sempre e cmq non eliminabile. Altrimenti diventa uguale spendere il tempo a tagliarsi le unghie, piuttosto che andare a correre.
Il metodo è una strada per perseguire un obiettivo, chi dice di concentrarsi sul metodo, prima ha scelto l'obiettivo, poi ha scelto un metodo che crede essere consono all'obiettivo.
Ma senza obiettivo come misuri l'efficacia del metodo?
io credo che l'obiettivo migliore sia imparare cose nuove nell'ambito scelto, e il metodo è efficace se ogni volta che lo pratico, ho scoperto cose nuove.
in tal senso l'obiettivo è svincolato dal mio essere bravo o scarso, si eliminano le paturnie da prestazione , si gode del nuovo e si impara.
Ma è una mia filosofia personale.
Cosa da valore a un metodo? con che criterio scelgo un metodo o un altro?
L'obiettivo è sempre e cmq non eliminabile. Altrimenti diventa uguale spendere il tempo a tagliarsi le unghie, piuttosto che andare a correre.
Il metodo è una strada per perseguire un obiettivo, chi dice di concentrarsi sul metodo, prima ha scelto l'obiettivo, poi ha scelto un metodo che crede essere consono all'obiettivo.
Ma senza obiettivo come misuri l'efficacia del metodo?
io credo che l'obiettivo migliore sia imparare cose nuove nell'ambito scelto, e il metodo è efficace se ogni volta che lo pratico, ho scoperto cose nuove.
in tal senso l'obiettivo è svincolato dal mio essere bravo o scarso, si eliminano le paturnie da prestazione , si gode del nuovo e si impara.
Ma è una mia filosofia personale.
Re: Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
come dire accontentati di lavorare e pregare tutti i giorni che poi quando muori forse vai in paradiso
non sono per nulla daccordo.... un po di ambizione ci vuole in ambito sportivo senza non si va da nessuna parte e saper perdere e' una capacita fondamentale per un'atleta....
non sono per nulla daccordo.... un po di ambizione ci vuole in ambito sportivo senza non si va da nessuna parte e saper perdere e' una capacita fondamentale per un'atleta....
- amica mucca
- Quotazerino
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Re: Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
Secondo me il senso è un po' diverso.
Per es. in arrampicata, mi pongo come obiettivo di "andare ad arrampicare tre volte alla settimana" oppure di "fare il 9a entro 1 anno"
(non c'entra niente con lavora, consuma crepa o fare una cosa al posto di un'altra)
Le teorie motivazionali nell'ambito del lavoro insegnano che se ti poni obiettivi troppo alti ne segue un senso di frustrazione che alla fine può portare alla perdita del lavoratore, allo stesso tempo obiettivi troppo bassi non sono in grado di motivare sufficientemente.
Quindi tarare il giusto obiettivo è molto difficile.
Ci sono fior di atleti che non sapendo reggere la pressione, sono finiti come sono finiti.
L'articolo in fondo ci dice che se spostiamo l'attenzione sul metodo è più facile ottenere soddisfazioni personali dalle proprie attività.
Poi concordo che se si parla di agonismo o sport professionale probabilmente i discorsi sono molto differenti.
Molto interessante la questione della "qualificazione del metodo". Effettivamente seguendo questa strada si pone subito dopo. Ad esempio la scelta, parlando sempre di arrampicata diventa " vado ad arrampicare 3 volte alla settimana" " vado due volte in palestra e una volta su roccia?" "arrampicare tutti i giorni"...
Alla fine la scelta del metodo dipenderà dal tipo di obiettivo... e quindi siamo da capo.
Oppure il metodo dipendera' da fattori esterni quali, ad esempio, la disponibilità di tempo.
Però alla fine è meglio porsi un metodo limitato da questi fattori esterni e vederne i risultati ( per esempio arrampicare una volta alla settimana) che porsi un obiettivo in gradi (fare il 7a) e poi essere frustrati perchè non si ci riesce ad allenare sufficientemente?
Per es. in arrampicata, mi pongo come obiettivo di "andare ad arrampicare tre volte alla settimana" oppure di "fare il 9a entro 1 anno"
(non c'entra niente con lavora, consuma crepa o fare una cosa al posto di un'altra)
Le teorie motivazionali nell'ambito del lavoro insegnano che se ti poni obiettivi troppo alti ne segue un senso di frustrazione che alla fine può portare alla perdita del lavoratore, allo stesso tempo obiettivi troppo bassi non sono in grado di motivare sufficientemente.
Quindi tarare il giusto obiettivo è molto difficile.
Ci sono fior di atleti che non sapendo reggere la pressione, sono finiti come sono finiti.
L'articolo in fondo ci dice che se spostiamo l'attenzione sul metodo è più facile ottenere soddisfazioni personali dalle proprie attività.
Poi concordo che se si parla di agonismo o sport professionale probabilmente i discorsi sono molto differenti.
Molto interessante la questione della "qualificazione del metodo". Effettivamente seguendo questa strada si pone subito dopo. Ad esempio la scelta, parlando sempre di arrampicata diventa " vado ad arrampicare 3 volte alla settimana" " vado due volte in palestra e una volta su roccia?" "arrampicare tutti i giorni"...
Alla fine la scelta del metodo dipenderà dal tipo di obiettivo... e quindi siamo da capo.
Oppure il metodo dipendera' da fattori esterni quali, ad esempio, la disponibilità di tempo.
Però alla fine è meglio porsi un metodo limitato da questi fattori esterni e vederne i risultati ( per esempio arrampicare una volta alla settimana) che porsi un obiettivo in gradi (fare il 7a) e poi essere frustrati perchè non si ci riesce ad allenare sufficientemente?
- amica mucca
- Quotazerino
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- Joined: Fri Aug 31, 2012 16:05
Re: Montagna: il metodo conta più degli obiettivi?
anzitutto bisogna chiarire se si parla di sport oppure di raggiungimento della "felicità" in senso lato.
Da che mondo è mondo lo sport consiste nel porsi degli obiettivi e provare a raggiungerli, ciò può provocare felicità oppure senso di frustrazione a seconda dei casi: fà parte del gioco.
Fare una cosa tanto per farla ti preserva dalle delusioni ma non creerà mai soddisfazione, secondo me appiattisce la vita.
Poi è chiaro che il senso di soddisfazione legato al raggiungimento di un obiettivo è un qualcosa di effimero; nulla dura in eterno men che meno la vita
Ovviamente poi interviene l'intelligenza ed il buonsenso dell'individuo nell'attribuire il giusto peso alle "gioie ed i dolori" derivanti dalla pratica dell'attività... ecco, io penso che il succo del discorso stia tutto qui...
Da che mondo è mondo lo sport consiste nel porsi degli obiettivi e provare a raggiungerli, ciò può provocare felicità oppure senso di frustrazione a seconda dei casi: fà parte del gioco.
Fare una cosa tanto per farla ti preserva dalle delusioni ma non creerà mai soddisfazione, secondo me appiattisce la vita.
Poi è chiaro che il senso di soddisfazione legato al raggiungimento di un obiettivo è un qualcosa di effimero; nulla dura in eterno men che meno la vita
Ovviamente poi interviene l'intelligenza ed il buonsenso dell'individuo nell'attribuire il giusto peso alle "gioie ed i dolori" derivanti dalla pratica dell'attività... ecco, io penso che il succo del discorso stia tutto qui...
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