Angelo Siri

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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mahler
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Angelo Siri

Post by mahler »

... e si, anche lui ci ha lasciato. Non so che dire se non ricordare. Da giovane, quando lo conobbi, era tra i primi a capire l'importanza e la bellezza dell'arrampicata fine a se stessa, tra i primi a scoprire il bouldering, lui assieme ai suoi amici come Giancarlo Grassi. Tra i primi a seguire la scia innovativa iniziata sule Alpi da Piola, e a mettere, a mano , i primi spit, da 8 mm, sulle levigate lavagne verticali della Cima Campanili. Tra i primi ad affrontare difficili linee di ghiaccio verticale e una grande propensione ed entusiasmo nell'inventare avventure alpinistiche negli angoli più remoti delle nostre Alpi meridionali, e non solo, con quel suo uso limitato di chiodi e gran uso di protezioni amovibili (sembrava di sentire una mucca al pascolo quando saliva con tutti quegli stopper ed excentrics grandi che ballavano e "suonavano" sull'imbragatura), e i suoi trascorsi nel Vallone di Sea con Grassi e c. ne dimostrano, nelle loro prime aperture, il grande valore di quello che oggi, forse un po' banalmente nel termine, è chiamata arrampicata trad. E poi quella sua sempre e costante grande affermazione di una ineccepibile tecnica di arrampicata, una cosa che ben sapeva dimostrare anche nelle giornate passate in falesia, che allora, tra gli anni '80 e '90 erano ancora dei luoghi dove tutto stava nascendo sotto il sole di quello che diverrà arrampicata sportiva. Poi le prime ripetizioni invernali di molti itinerari di elevata difficoltà secondo la concezione nuova e moderna dell'effettuarle in velocità , in giornata e possibilmente in arrampicata libera. Ricordo le sere al pub di Cairo Montenotte, La Nicchia (che non esiste più), con la sua birretta piccola (sempre la piccola beveva) che quasi con pudore raccontava di una nuova via aperta là o qua o chissà dove, e il suo pacato incoraggiamento nel dirti di andarla assolutamente a ripetere per poi raccontargli le impressioni ricevute. Tra noi tutti lo chiamavamo "il Maestro", ed in effetti ci ha sempre insegnato tanto, soprattutto il come essere sempre noi stessi, umili e ragionevoli, perche le montagne son sempre, e da sempre, più grandi di noi. Ciao Angelo.
Why, why can we never be sure till we die
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