Rinuncia

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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dags1972
dags1972 di quotazero
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Rinuncia

Post by dags1972 »

Ieri sera dopo aver rinunciato a Panoramix, dopo il Breithorn di Pazzaura e Pollon mi sono visto su Raiuno una testimonianza della salita di giugno (penso ?) di confortola,mondinelli e enzio all'Everest o meglio della rinuncia da parte dei tre alla vetta

Bellissime immagini e filmati, seracchi, corde fisse, 60° con 20 kg sulle spalle

Cmq Enzio è arrivato a 280 mt dalla vetta, c'è il suo filmato, la vetta è lì la vedi, la senti ma lui ha rinunciato perchè se fosse salito non sarebbe tornato, io da casa sdraiato sul divano ovviamente sarei salito.


Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
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Fed7
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Re: Rinuncia

Post by Fed7 »

dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
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topo
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Re: Rinuncia

Post by topo »

Fed7 wrote:
dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
io la metabolizzo con i compagni di salita ... :wink:
la scelta è un impegno personale ma cambia come riesco a viverla in funzione dello spirito di gruppo con cui la si affronta.


In generale è uno stimolo a ritornare :P
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mazzysan
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Re: Rinuncia

Post by mazzysan »

Fed7 wrote:
dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
Quoto. Aggiungo solo che lo spunto da cui ha preso avvio la discussione andrebbe forse enucleato e trattato a parte.
Io sono smaccatamente anti-Da Polenza, e quindi non riesco a essere oggettivo. Però di cose da dirne ce ne sarebbero, considerato il battage pubblicitario che involontariamente [ [-X ] ha preceduto questo servizio sulla RAI. Ma ormai siamo troppo OT.
bonsai
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Post by bonsai »

per la questione ottomila mi sembra l'unica azione sensata da fare, anche se viene adottata da pochi, mi viene in mente Moro nell'ultimo tentativo invernale ....

personalmente un affronto no di sicuro, sulle cime ci riesco ad andare davvero cosi' poco che se mi capita di rinunciare non ci faccio neppure caso, nel caso di una via sul momento è tutto un roteare nella mente di " se potessi allenarmi", "quest'anno sono andato poco", "lui è salito perchè va tutti i week-end", " sto' lavoro delle balle che non mi permette di ... ", "stavolta torno giu' mi preparo e ritorno" .... a mente fredda ( dopo qualche minuto :lol: ) anche questo disappunto rientra, al limite uno comincia a pensare ( perlomeno io si', alla mia età e nella mia situazione ) a tagliare determinate attività che fatte poco e male creano solo nervosismo, tensioni e poco altro ....

il fatto della rinuncia di per sè alla cima od alla via se non si è inseriti in ambienti ( malsani :lol: ) dove regna sovrana un infantile competitività nell'agire sui monti, credo non sia un problema .. :wink:
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dags1972
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Re: Rinuncia

Post by dags1972 »

mazzysan wrote:
Fed7 wrote:
dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
Quoto. Aggiungo solo che lo spunto da cui ha preso avvio la discussione andrebbe forse enucleato e trattato a parte.
Io sono smaccatamente anti-Da Polenza, e quindi non riesco a essere oggettivo. Però di cose da dirne ce ne sarebbero, considerato il battage pubblicitario che involontariamente [ [-X ] ha preceduto questo servizio sulla RAI. Ma ormai siamo troppo OT.
veramente io voglio limitarmi alla rinuncia... tua mia....Enzio ha rinunciato alla vetta a portata di vista....

da Polenza non c'entra nulla... (anche perchè questa spedizione non è tra quelle funestate da incidenti)
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mazzysan
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Re: Rinuncia

Post by mazzysan »

dags1972 wrote:
mazzysan wrote:
Fed7 wrote:
dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
Quoto. Aggiungo solo che lo spunto da cui ha preso avvio la discussione andrebbe forse enucleato e trattato a parte.
Io sono smaccatamente anti-Da Polenza, e quindi non riesco a essere oggettivo. Però di cose da dirne ce ne sarebbero, considerato il battage pubblicitario che involontariamente [ [-X ] ha preceduto questo servizio sulla RAI. Ma ormai siamo troppo OT.
veramente io voglio limitarmi alla rinuncia... tua mia....Enzio ha rinunciato alla vetta a portata di vista....

da Polenza non c'entra nulla... (anche perchè questa spedizione non è tra quelle funestate da incidenti)
Giusto. Continuiamo sulla traccia principale.
Oltre a quanto sopra quotato, posso aggiungere anche questo.
Fino a qualche anno fa, diciamo quindici, la rinuncia ed il dietrofront li vivevo peggio. Prendere cappotto era una delusione che serviva da stimolo per ritornare e risolvere quello che sembrava il "problema".
In oggi, cerco di limitare al massimo le possibilità negative di rinuncia. Piuttosto faccio cose più semplici o non parto addirittura. Questo perchè ritengo che, in una visione più serena e più reale della montagna, la salita non debba essere vissuta come una lotta corpo a corpo con l'alpe. Non più vincere o "morire" [mi raccomando, trattasi di iperbole, figura retorica peraltro sempre più in uso n.d.a.]: se non vinco, magari ritorno. E se non ci ritorno pazienza: niente smania di "smarcare" a tutti i costi un monte o una salita che mi sta [che mi stava, che non mi sta più] a cuore.

comunque Da Polenza è un acorto gestore della sua immagine: caciarona grancassa mediatica sui salvataggi, casualmente poco prima che sia messo in onda il servizio sulla Piramide CNR etc. etc.
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dags1972
dags1972 di quotazero
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Re: Rinuncia

Post by dags1972 »

mazzysan wrote:
dags1972 wrote:
mazzysan wrote:
Fed7 wrote:
dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
è pur sempre li no? a me non pesa per nulla e non lo vivo assolutamente come affronto. Al più uno stimolo per tornare.
E poi il motivo della rinuncia? Condizioni pessime, meteo avverso, preparazione inadeguata ... direi che la "rinuncia" è LA SCELTA ... è la cosa + sensata da fare!
Quoto. Aggiungo solo che lo spunto da cui ha preso avvio la discussione andrebbe forse enucleato e trattato a parte.
Io sono smaccatamente anti-Da Polenza, e quindi non riesco a essere oggettivo. Però di cose da dirne ce ne sarebbero, considerato il battage pubblicitario che involontariamente [ [-X ] ha preceduto questo servizio sulla RAI. Ma ormai siamo troppo OT.
veramente io voglio limitarmi alla rinuncia... tua mia....Enzio ha rinunciato alla vetta a portata di vista....

da Polenza non c'entra nulla... (anche perchè questa spedizione non è tra quelle funestate da incidenti)
Giusto. Continuiamo sulla traccia principale.
Oltre a quanto sopra quotato, posso aggiungere anche questo.
Fino a qualche anno fa, diciamo quindici, la rinuncia ed il dietrofront li vivevo peggio. Prendere cappotto era una delusione che serviva da stimolo per ritornare e risolvere quello che sembrava il "problema".
In oggi, cerco di limitare al massimo le possibilità negative di rinuncia. Piuttosto faccio cose più semplici o non parto addirittura. Questo perchè ritengo che, in una visione più serena e più reale della montagna, la salita non debba essere vissuta come una lotta corpo a corpo con l'alpe. Non più vincere o "morire" [mi raccomando, trattasi di iperbole, figura retorica peraltro sempre più in uso n.d.a.]: se non vinco, magari ritorno. E se non ci ritorno pazienza: niente smania di "smarcare" a tutti i costi un monte o una salita che mi sta [che mi stava, che non mi sta più] a cuore.

comunque Da Polenza è un acorto gestore della sua immagine: caciarona grancassa mediatica sui salvataggi, casualmente poco prima che sia messo in onda il servizio sulla Piramide CNR etc. etc.
ecco io ho scritto affronto...ma intendevo cappotto ...vero che il forum serve

per Da Polenza... posso capire antipatie politiche e personali, ma l'organizzazione dei soccorsi serviva, i soccorsi servivano sia a livello morale che materiale... mi sembrano proprio polemiche sterili tra l'altro ora vado pure io OT in un mio topic :twisted:
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pria
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Re: Rinuncia

Post by pria »

dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
La penso come Fed7.
Aggiungerei che se sono in falesia, dove magari l'unico rischio e' un brutto volo o qualche spelone, cerco di insistere prima di darmi vinto.
E cerco di vivere la rinuncia in maniera "soggettiva", la vivo come un affronto per allenarmi di piu', e riprovare il passaggio.
In montagna, avendo pochissima esperienza, dove si rischia per davvero e le trazioni al trave non servono molto, sono molto piu' "oggettivo".
Se non ci sono le condizioni, mie, del meteo o della via, passo la mano e ritento.
bonsai wrote: il fatto della rinuncia di per sè alla cima od alla via se non si è inseriti in ambienti ( malsani Laughing ) dove regna sovrana un infantile competitività nell'agire sui monti, credo non sia un problema .. Wink
Personalmente penso che alcuni incidenti che capitano in montagna, siano dovuti proprio alla "infantile competitivita'" a cui tu fai cenno.
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Pazzaura
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Post by Pazzaura »

Io vado in montagna per divertirmi e star bene. Se queste condizioni vengono a mancare, vuoi per meteo, vuoi per paura, vuoi per salute, ecc, preferisco a quel punto abbandonare la gita. Certo, se sto mirando ad una cima, e ci sono vicino, ci penso bene prima di ritirarmi, e analizzo la situazione, ma forzare la mano non è mai intelligente. Comunque in generale, preferisco fare una gita più semplice e godermela, piuttosto che tentare qualcosa di ardito dove c'è una buona possibilità di non riuscire nella salita. :wink:
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Post by Ago »

Le mie valutazioni per scegliere una meta sono legate a vari fattori (l'ordine e casuale e non esaustivo):
- piacere
- impegno
- mie capacità
- persone con cui vado

Dove mi piacerebbe andare? Cosa richiede in termini fisici-psichici? Sono all'altezza? Quali sono i miei compagni?
Posso anche scegliere di arrivare a quello che ritengo il mio limite (anche se questa valutazione è sempre troppo soggettiva) per poter crescere un po'.
Date le mille variabili considero sempre la possibilità di dover rinunciare.
Ciò che mi dà soddisfazione è l'insieme dell'attività e non solo la sua realizzazione. Certo, se parto per fare qualcosa, ci tengo a concluderla ed un senso di insoddisfazione mi prende qualora si dovesse rinunciare ma non è mai tale da farmi insistere oltremodo.
L'altra faccia della medaglia di questo atteggiamento è che, forse, in certi frangenti potevo osare un po' di più.
La scelta diventa più complicata quando si è in compagnia. Abbiamo metri diversi, capacità diverse, obiettivi diversi, condizioni fisiche e psichiche diverse per cui mettersi d'accordo non è facile.
Questa è una delle ragioni per cui, più o meno consciamente, scelgo con chi 'avventurarmi'. Tanto più che non gradisco l'eventuale decisione in cui, dividendosi, alcuni vanno ed altri tornano.
Sento il tuo passo sincrono col mio

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Re: Rinuncia

Post by maxgastone »

dags1972 wrote:Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
Rinunciare? Cosa saggia quando le cose si mettono non come vuoi tu...

come detto da molti (FED7 in testa) la cima è sempre lì e io se posso non voglio dare una mano al mio destino (magari non serve a nulla ma come animale pensante mi piace pensare di poter scegliere)
Homo faber fortunae suae (Appio Claudio Cieco)

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olaf
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Re: Rinuncia

Post by olaf »

maxgastone wrote:
dags1972 wrote:Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
Rinunciare? Cosa saggia quando le cose si mettono non come vuoi tu...

come detto da molti (FED7 in testa) la cima è sempre lì e io se posso non voglio dare una mano al mio destino (magari non serve a nulla ma come animale pensante mi piace pensare di poter scegliere)
Straquoto,io lo scorso anno ho rinunciato alla Sud dell'Argentera,sono arrivato al Passo dei Detriti ed avevo la testa che girava,ho fatto 20m del traverso e poi sono tornato indietro,è una via che ho fatto un sacco di volte e non ci impiegavo neanche 20min,ma è ancora lì e io sono ancora qui.
l'importante non è partire,ma arrivare.
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Post by bonsai »

Pazzaura wrote:
bonsai wrote:
maxgastone wrote:
olaf wrote:
... basta saper rinunciare...
forse questa è la più grande sfida da vincere...



credo che la questione, se si decide di affrontarla, anche solo a livello di principio e/o di confronto sia piu' complessa ed articolata

Per affrontarla, se interessa, viewtopic.php?t=4586&sid=abf6d64b617ade ... 69a4e6eac9


certo basterebbe ( sopratutto con il senno di poi ) saper rinunciare, se l'andare in quota fosse un procedere ben netto e delineato tra il "bianco" ed il "nero" e non ci fosse alcun dubbio nè tra le vittime degli incidenti, nè tra i frequentatori, nè negli ambienti e nelle associazioni che svolgono attività in montagna .....
purtroppo come tutto il resto delle attività che riguardano i comuni mortali la linea netta tra il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato, il ben fatto e l'avventato non esiste ma ci sono una miriade di sfumature e sfaccettature per considerare determinati argomenti o situazioni ....
nello specifico ascoltando i commenti dei vari esperti, guide alpine, operatori del soccorso, istruttori e/o accademici, scuole di montagna o similari, giornalisti del settore su testate specializzate e non, commenti sul forum ( quo e/o altrove ) è praticamente impossibile trovare una linea di condotta consigliata che sia esemplare ( .... ed a cui attenersi ) per evitare gli incidenti, sostenendo che bisogna saper rinunciare nel concreto a cosa ci si riferisce
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Post by bonsai »

maxgastone wrote: Beh si possono tirare alcune righe sulle cose da non fare:

Partire troppo tardi
Partire con meteo incerto e solo perchè rispunta il sole
Proseguire se non ci si sente in forma
Dare retta a chi ti da dei suggerimenti (anche se non è una cosa certa)
Partire solo perchè vanno anche gli altri...

prendendo spunto dalle cose da non fare e da un recente incidente accaduto sul Monviso espongo alcune considerazioni :

sono d'accordo ed apprezzo, cominciamo a mettere qualche regola ben chiara che deve essere rispettata ( non sto scherzando )

... poi pero' comincio a fissare le righe tirate e mi prende qualche perplessità :

la persona che ha incrociato i malcapitati è partito alla stessa ora ( forse dopo ? ) e portava su due persone se ho ben capito, qui come la si mette ?

altre fonti danno le condizioni della giornata buone per effettuare la salita, d'altra parte non sono stati i soli a partire per la cima, tutti gli altri che sono comunque partiti come possiamo catalogarli ? imprudenti e fortunati ?

rientrare nel caso non ci si senta di proseguire, si' pero' la ritirata sulla via in questione presenta dei problemi ....
considerando il fatto che uno si sia imbarcato e debba decidere sul da farsi

dare retta o meno ai consigli di chi c'è già stato, bè certo pero' buona parte di chi si esprime ad esempio in questo topic per dare autorità al proprio intervento premette di essere stato sulla via di cui parla e le impressioni ben difficilmente sono concordi, a chi dare retta ?
sono anni che sento circolare la barzelletta ( in alcuni casi l'ho sentita io personalmente ) che per salire in punta al Viso non merita la pena fare tutto il lungo giro dalla Sud, perchè è molto piu agevole e diretto salire dalla Est dove si puo' salire in maniera comoda e senza corda, mi è capitato un caso di una persona che dopo false indicazioni e con intenzioni serie per la cima mi abbia chiesto se veramente dalla est c'era il sentiero per andare in vetta .....
Last edited by bonsai on Mon Sep 08, 2008 15:10, edited 1 time in total.
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Post by Pazzaura »

Grazie.

Riporto anch'io quanto ho scritto nell'altro topic.
Pazzaura wrote:In linea di massima sono d'accordo con Bonsai. E' un discorso molto delicato e dalle mille sfaccettature. E poi il saper rinunciare è un concetto "infinito" e secondo me OGNI alpinista (ma anche escursionista) nella proprio "carriera" ha avuto momenti in cui ha saputo rinunciare, come ha avuto anche momenti in cui magari la situazione, l'entusiasmo, la vicinanza alla cima ha fatto si che invece di rinunciare decidesse di proseguire; magari tutto è andato per il meglio e allora il non aver rinunciato IN QUEL CASO è diventato motivo di orgoglio e soddisfazione.

Non so se riesco a spiegarmi... se NON rinuncio, proseguo e va tutto bene... chi dice che "avrei dovuto rinunciare"? Se sono con un amico, io preferisco rinunciare, lui invece consiglia di proseguire. Alla fine si decide di proseguire, tutto va per il meglio... chi aveva ragione?
Per questo dico che è un discorso delicato, e difficile da analizzare a mente fredda.
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Re: Rinuncia

Post by skeno »

dags1972 wrote: Voi come vivete la rinuncia a una via, a una cima: un affronto, uno stimolo a tornare ...come?
Mi viene il muso lungo per una mezz'oretta e poi, tornando a casa, penso di essere stato troppo più furbo di chi non ha rinunciato!

Ciao
Skeno

p.s. storiella vera: val di susa, un po' di anni fa, dovevamo fare un torrente ma viene giù il mondo di acqua e grandine, decidiamo saggiamente di tornare a casa e dopo pochi km su un cavalcavia, improvvisamente (andavo piano) la macchina mi fa testa coda... miracolosamente ho dovuto solo fare altri 90° per rimettermi nel giusto senso di marcia e sono tornato a casa senza un graffio o un danno all'auto.
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Post by olaf »

Io invece non sono d'accordo con Bonsai,perchè uno può partire all'ora che vuole l'importante è che sappia a cosa va incontro.Personalmente ho fatto la Est una volta sola ed è stata la mia prima salita a Viso,ero partito verso le 8 del mattino da sotto e all'1,30 ero in cima,quindi perchè partire prima di molta gente che ho raggiunto dopo?Per la sud non sono mai partito da sotto(pian del re )prima delle 11,30-12 per non correre il rischio di beccarmi delle pietre in testa,ma se so di essere giù per le 4,30-5 del pomeriggio perchè devo partire prima?se so che le condizioni sono buone,meno sto su e minore è il rischio di avere un cambio delle condizioni.Mi è capitato di dover rinunciare alla cima perchè c'era troppa gente e non mi andava nè di fare la coda nè di sorpassare,ma ho la fortuna di decidere al mattino se partire o no,forse anche per questo mi è più facile rinunciare.
Nel caso dei miei amici,non li conosci quindi non sai se potessero permettersi di partire presto o tardi.Sta di fatto che i due sono partiti un ora prima circa e loro li avevano raggiunti prima del primo punto un pò critico,cioè nel traverso verso dx con un pò di erbetta sulle pietre.Questo è il punto in cui è scivolato,circa 200m dopo l'attacco.
PS.il mio amico accompagnava due persone,un ragazzo e una ragazza,gente che cmq conosce quella via per averla già fatta....
Per quanto riguarda le barzellette,io le tirerei fuori per altre occasioni,la vita non è una barzelletta,perchè metterla in gioco così?Torno a dire che quando trovi il tuo "buco nero",puoi essere anche in bagno e rimanerci,ma lì ci vado solo se ne ho bisogno,perchè invece in montagna oggi la gente ci va più per sentito dire che per le prprie capacità,si leggono le relazioni,facile,facile più,l'ha fatto Tizio,lo fa Caio perchè non provarci?Ieri ho fatto una corsa nell Eporediese,poi mi sono fermato a pranzo con degli amici valdostani che fanno i volontari(marito e moglie,lui infermiere e lei dottoressa)al soccorso alpino VDA....non vi dico cosa non gli è capitato di recuperare :shock:
l'importante non è partire,ma arrivare.
bonsai
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Post by bonsai »

ma guarda che quello che ho scritto non era una critica nei tuoi confronti o dei tuoi amici, in base all'accaduto si commentavano delle regole base a cui attenersi per evitare gli incidenti ( appunto la rinuncia ), a mio modo di vedere in realtà regole difficili da focalizzare anche dopo aver sentito il parere di esperti della zona ....

non credo che il mondo della montagna si possa dividere tra chi non è in grado e deve rinunciare e tra chi se lo puo' permettere e puo' salire a suo piacimento, partendo all'ora che vuole e snocciolando le sue performances ....
circa un mese fa è successo un incidente analogo sulla stessa via, la vittima era un esperto conoscitore della zona e della parete, dove aveva un tempo di salita personale di tutto rispetto .....

il termine "barzelletta" che ho utilizzato è volutamente ironico, guarda che c'è veramente chi va in giro a dire cose del genere :!: ... dalle nostre parti, in provincia granda intendo è un discorso abbastanza ricorrente, gli esempi che ho citato sono veri, non battute :!: ( ... e queste persone sarebbero le prime a doversi dare una regolata ... ) :wink:

.
RobyValgrana
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Post by RobyValgrana »

La rinuncia a una meta non è che il raggiungimento di una meta interiore più grande
Il coraggio non è mai stato non avere paura,gli uomini coraggiosi affrontano le loro incertezze e le ribaltano a loro vantaggio per diventare ancora più forti
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