Anello Galero-Dubasso da Barchi.

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soundofsilence
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Anello Galero-Dubasso da Barchi.

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Sabato 23-10-2010: Cimitero Barchi – Colle del Prione – Galero – Dubasso – Colle San Bartolomeo – Torre dei Saraceni – Cimitero Barchi.

Partecipanti: Em e Soundofsilence.

Lunghezza: 24,2 Km circa.

Dislivello: 1500 metri circa contando tutti i saliscendi.

Difficoltà: Sarebbe E per quanto riguarda le difficoltà tecniche, presentando infatti un solo punto leggermente più difficile, al limite dell’EE, nel breve tratto terminale su roccia che sale alla Torre dei Saraceni, comunque dotato di catena corrimano per sicurezza. Decisamente più complicato, invece, il percorso per quanto riguarda l’orientamento a parte il tratto in cresta dove si è praticamente sempre sull’AVML, tanto che solo per questo non escluderei di ricorrere a una classificazione EE. Pur svolgendosi in prevalenza su strade sterrate (che in parte dovrebbero anche essere sentieri segnati, ma i segnavia sono praticamente assenti o quasi invisibili) non è comunque facile capire che direzione prendere ai molteplici bivi, anche se molte volte non fa troppa differenza, perché le varie strade si ricollegano…

Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino a Savona e poi con la Savona-Torino fino a Ceva. Da Ceva seguire la Sp428 per Garessio e quindi fino al bivio per la frazione Barchi nei pressi della Torre Saracena; si può prendere il bivio a destra segnalato, appunto, con un piloncino con in verde la scritta Torre Saracena, ma conviene proseguire 900 metri per prendere un successivo bivio (sempre a destra) più agevole da percorrere in macchina (specie se si ha una macchina grande). Se si è preso il secondo bivio si gira a sinistra fino a ricongiungersi alla strada della Torre Saracena, per la quale si seguono le indicazioni fino al cimitero di Barchi, dove si parcheggia (2 ore scarse di viaggio).

Percorso a piedi: Dal cimitero si continua sulla sterrata per circa 300 metri, qui si incontra il primo bivio: proseguendo a destra si passa per il paesino semi-abbandonato di Case May, mentre a sinistra lo si evita, facendo però un percorso un po’ più lungo. Proseguendo a destra dopo altri 300 metri le 2 strade si ricongiungono, si continua quindi a destra, per non tornare indietro, a questo secondo bivio. Dopo meno di 200 metri (e a poco più di 50 metri da un tornante) si incontra il terzo bivio dove ancora proseguiamo a destra (ma anche la strada di sinistra, scopriremo poi, porta alla Colla del Prione, probabilmente anche più velocemente…). Si incontrano poi le rovine di alcune case e si supera un ampio tornante, 1 Km dopo il quale si incontra un bivio con un evidente sentiero sulla destra (che sarà il percorso del ritorno). Si prosegue quindi sulla sterrata a sinistra e dopo poco meno di 2 Km in cui si guadagnano solo 70 metri di quota si incontra un bivio: a sinistra si reimmette la strada del terzo bivio, mentre, occorre quindi proseguire a destra. Più avanti si incontra un nuovo bivio dove ancora bisogna proseguire a destra, evitando la sterrata a sinistra in discesa che non so dove porti. Proseguendo quindi sulla sterrata ci si trova in breve subito sotto il Colle del Prione, che si intravvede tra la vegetazione. Imboccando in questo punto una traccia di sentiero (che incrocia la strada venendo anche dal basso) si giunge in neanche 200 metri al colle, risparmiando così almeno 1 Km, rispetto alla sterrata che disegna qui un amplissimo tornante. Giunti al Prione si prende l’AVML verso sinistra e la si segue fino in vetta al Galero. Dal Galero si torna sui propri passi fino al Prione, dove si continua sull’AVML verso il Dubasso. Giunti poco sotto la vetta può convenire tagliare brevemente fuori traccia (100 metri circa verso sud) per raggiungere la sommità del monte in questione. Si riprende quindi l’AVML fino al Colle San Bartolomeo (qualche problemino a seguire la traccia in caso di nebbia, ma pure senza…) dove si incrocia una sterrata. Si imbocca la sterrata verso destra (nord) e la si percorre descrivendo un amplissimo tornante, un Km e mezzo dopo il quale si giunge a una selletta erbosa. Qui la sterrata continuerebbe verso ovest e occorrerebbe seguirla per oltre 300 metri fino ad incrociarne un’altra (prendere a destra) che ci riporterebbe praticamente nelle stesso punto solo poco più in basso… E’ più semplice, invece, appena giunti alla selletta tagliare brevemente (20 m.) verso nord, senza traccia e nell’erba alta. Così facendo si dovrebbe intravvedere un ampio sentiero in discesa verso sud est. Imboccatolo il sentiero diventa più evidente, ma diventa anche evidente (che pur essendo un sentiero segnato sulle cartine e con ancora qualche segnavia sbiadito di quando in quando) che non è per niente mantenuto… Ci si fa largo, infatti, tra alberi caduti e vegetazione ingombrante e, in qualche punto, si rischia di perdere la traccia. Se tutto va bene però si ritorna sulla sterrata in corrispondenza del quarto bivio incrociato all’andata. Si ritorna quindi per la sterrata dell’andata, volendo, sino alla macchina. Noi, invece, al secondo bivio incontrato all’andata, prendiamo a destra la sterrata in discesa (evitando così di ripassare per Case May) e, dopo un 200 metri la abbandoniamo prendendone un’altra sulla destra con paletto indicante per la Torre dei Saraceni. Scopriremo poi non essere questa la via più breve per giungere alla Torre, ma è quella segnalata… La torre è in effetti raggiungibile molto più brevemente dal paese poco sotto il cimitero (Barchi) dove abbiamo lasciato la macchina, ma, per noi, questa sarà solo la via del ritorno. Giunti comunque alla Torre, dopo oltre 1 km e mezzo, occorre tornare sui propri passi per poco più di 250 metri dove si incontra un evidente bivio: a sinistra la strada dell’andata in piano e a destra, in discesa, un ampio sentiero per Barchi. Scendiamo dunque per il sentiero e in breve giungiamo al paese, dove, attraversando il ponte ci si ritrova sulla strada del cimitero che si raggiunge prendendo a sinistra in poco meno di 300 metri.

Racconto: Orrende previsioni del tempo ci costringono a una scelta, per così dire di ripiego. Avremmo infatti voluto preferibilmente andare in Apuane, ma non conviene tentare sentieri difficili col rischio di pioggia… Decidiamo quindi per questo percorso che non presenta nessuna difficoltà tecnica e ha l’ulteriore pregio che, anche in caso la nebbia ci nasconda i panorami, potremmo sempre dire di non esserci persi niente, essendo la maggior parte del percorso in un fitto bosco che ben poco permette di vedere….
Entrambi, inoltre, siamo già stati su Galero e Dubasso e ci torniamo solo per esplorare vecchie mulattiere dimenticate che però consentono di realizzare interessanti anelli su questi monti che, in condizioni diverse da oggi sanno anche regalare buone soddisfazioni visive…In effetti avevo già compiuto questa primavera un anello Barchi-Colla San Bartolomeo-Armetta-Ormea, restava però da esplorare la parte est e la possibilità di compiere un anello comprendente anche il Colle del Prione. Avevo poi una qualche speranza che il tratto di AVML verso il Dubasso mi regalasse qualche scorcio sulla Rocca Battaglina, le sue lame di roccia, così caratteristiche salendo al Prione da Vignolo e su una qualche possibilità di ascensione alla stessa. Indubbiamente quest’ultima resterà solo una speranza perché non vedremo niente tutto il giorno… Il rovescio positivo della medaglia sarà però che neanche beccheremo neppure una goccia di pioggia.

Conclusioni: Sia il Dubasso che il Galero sono raggiungibili molto più remunerativamente dalla Madonna del Lago e da Vignolo e vi è anche la possibilità, in entrambe i casi, di compiere interessanti anelli, però questa resta la possibilità più praticabile e logica di compiere un anello che comprenda entrambe le vette. Le sterrate non offrono altro interesse, però, che la visione di alcuni paesi abbandonati e quello di una comoda (ma lunga…) passeggiata nei boschi. Interessante alternativa sarebbe poi, dotandosi di 2 mezzi o sfruttando il servizio di corriere da Ormea, quella di proseguire dal Dubasso all’Armetta per scendere poi all’appena nominato paese. La Torre dei Saraceni è interessante posta com’è sul cocuzzolo di una vertiginosa cresta rocciosa, ma è sicuramente più scenografica vista dalla strada asfaltata, merita comunque una visita.

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Attachments
26 - Torre Saraceni andandovi più da lontano.jpg
16 - Nebbia e Avml salendo al Dubasso.JPG
08 - Giganti di pietra in 1° e 2° piano salendo al Galero più da vicino.JPG
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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