Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
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Scusate ho qui la cartina Appennino Riviera Genovese 1:25000 Edizioni Multigraphic, Firenze.
Arrivati al Ponte Negrone vedo due sentieri segnalati, uno che taglia dritto le curve di livello verso ovest (suppongo sia la Scorciatoia Bricassu) e verso nord il sentiero dell'Ingegnere. Ne' il rio Negrone, ne' il Cu du Mundu sono segnati, ma dalla descrizione dell'itinerario di Parodi capisco che il Negrone e' quello che scende in direzione Nord-Sud e che il sentiero dell'Ingegnere guada proprio in prossimita' del segno I della carta, mentre il Cu du Mundu e' quello che scende in diagonale da Nord-Ovest e che il sentiero guada proprio prima di iniziare i tornanti. Dopo i tornanti il sentiero dell'Ingegnere vira verso Ovest e poi Sud-Ovest, riguada il Cu du Mundu, ma a questo punto non capisco dove inizia il sentiero dei Collain, sulla cartina ho due tracce tratteggiate, e' una di queste?
Inoltre sulla cartina non e' segnata la Colletassa, in cartina leggo la denominazione "Passo del Fo" che potrebbe coincidere con la descrizione dell'itinerario, ma probabilmente mi sbaglio.
Se qualcuno ha la carta sottomano e puo' aiutarmi, mi farebbe un favore, dato che ho in mente di fare questo giro con gente di cui non conosco il passo, la resistenza, ecc... e mi scoccerebbe sbagliare strada e dover tornare sui miei passi. Per correttezza voglio precisare che non e' che ho sfiducia nella relazione di Parodi, (anzi mi son sempre trovato benissimo con le sue guide), volevo solo maggior sicurezza "cartina alla mano".
Arrivati al Ponte Negrone vedo due sentieri segnalati, uno che taglia dritto le curve di livello verso ovest (suppongo sia la Scorciatoia Bricassu) e verso nord il sentiero dell'Ingegnere. Ne' il rio Negrone, ne' il Cu du Mundu sono segnati, ma dalla descrizione dell'itinerario di Parodi capisco che il Negrone e' quello che scende in direzione Nord-Sud e che il sentiero dell'Ingegnere guada proprio in prossimita' del segno I della carta, mentre il Cu du Mundu e' quello che scende in diagonale da Nord-Ovest e che il sentiero guada proprio prima di iniziare i tornanti. Dopo i tornanti il sentiero dell'Ingegnere vira verso Ovest e poi Sud-Ovest, riguada il Cu du Mundu, ma a questo punto non capisco dove inizia il sentiero dei Collain, sulla cartina ho due tracce tratteggiate, e' una di queste?
Inoltre sulla cartina non e' segnata la Colletassa, in cartina leggo la denominazione "Passo del Fo" che potrebbe coincidere con la descrizione dell'itinerario, ma probabilmente mi sbaglio.
Se qualcuno ha la carta sottomano e puo' aiutarmi, mi farebbe un favore, dato che ho in mente di fare questo giro con gente di cui non conosco il passo, la resistenza, ecc... e mi scoccerebbe sbagliare strada e dover tornare sui miei passi. Per correttezza voglio precisare che non e' che ho sfiducia nella relazione di Parodi, (anzi mi son sempre trovato benissimo con le sue guide), volevo solo maggior sicurezza "cartina alla mano".
"Venendo dalla Gua all'Omu, il bivio è una decina di metri prima del rudere del Rou Russu"
Ecco perchè non l'ho trovato!
cercavo oltre i ruderi...!
"cartina Appennino Riviera Genovese"
Non conosco la multigraphic ma in un precedente messaggio avevo inserito questo ritaglio di cartina. Di cui ripropongo il link
http://www.cralgalliera.altervista.org/ ... lcagno.jpg
“Colletassa” è la zona proprio sotto l’Argentea....
SE riesci a procurarti la carta della Comunità montana Argentea (Arenzano) credo che sia tra la più precise
alcune info al link
http://www.altaviacmargentea.net/
ciao a tutti
Maurizio
Ecco perchè non l'ho trovato!
cercavo oltre i ruderi...!
"cartina Appennino Riviera Genovese"
Non conosco la multigraphic ma in un precedente messaggio avevo inserito questo ritaglio di cartina. Di cui ripropongo il link
http://www.cralgalliera.altervista.org/ ... lcagno.jpg
“Colletassa” è la zona proprio sotto l’Argentea....
SE riesci a procurarti la carta della Comunità montana Argentea (Arenzano) credo che sia tra la più precise
alcune info al link
http://www.altaviacmargentea.net/
ciao a tutti
Maurizio
- Lusciandro
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poco dopo trovi una panchina in legno, poco più in la trovi un ometto e la scritta Rio Colain (o qualcosa di simile): sali seguendo gli ometti (e radi segni rossi stinti), dopo circa 500m guadi e prosegui verso l'alto (gli ometti rispuntano dopo poche decine di metri). Arrivato in cima spunti sul sentiero A, lo segui verso Ponente e dopo 1500m arrivi a Collettassa (palina in legno).Coren wrote:..... Dopo i tornanti il sentiero dell'Ingegnere vira verso Ovest ....
@Maurizio: il link alla mappa restituisce un'immagine vuota.
Lusciandro
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Rispondo a Coren: non ho sottomano la cartina Multigraphic comunque le cose che dici riguardo al Rio Negrone e al Cù du Mundu mi sembrano corrette. Dal Ponte Negrone devi seguire i segnavia "I" dell'Ingegnere fino alle "Pose du Campanin" (non ti puoi sbagliare perché sono indicate da un cartello e da una panchina (come già ti aveva suggerito Lusciandro). Poco più avanti c'è il bivio con ometto (la scritta non me la ricordo) dove prendi a destra in salita il sentiero dei Collain. Ora è ben individuabile, ma se ci vai molto più avanti quando cresce l'erba, diventa meno evidente perché è segnalato solo qua e là con qualche ometto. Un altro punto poco evidente è alla Collettassa: fino lì arrivi seguendo il sentiero "A", ma poi se vuoi salire sull'Argentéa o andare all'omonimo rifugio, lo devi abbandonare. La Collettassa è il ripiano erboso proprio sotto la piramide dell'Argentéa. Da lì puoi salire direttamente seguendo la stella bianca (ma è un po' impervio per erba e facili gradini di roccia senza sentiero) oppure tenendoti poco più a destra (senza prendere un sentiero che taglia tutto a destra) rimonti un prato fino ad un pino secco e poi salendo tra i noccioli trovi il vecchio sentiero che porta in cima (l'ho percorso l'ultima volta una settimana fa).
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- Quotazerino
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Ho la cartina in questione davanti a me:
La Collettassa è quell'incrocio vicino all'ultima "o" della dicitura "passo del fo"; il passo del fo vero e proprio dovrebbe essere però in corrispondenza della "p" della medesima dicitura.
Comunque se vuoi un consiglio lascia perdere le Multigraphic sulle quali i sentieri sono stati tracciati presumibilmente a mano in epoca ante-gps e compra questa. Intendiamoci anche questa ha qualche piccolo errore ma come precisione e leggibilità è come passare dalla notte al giorno.
Fin qui okCoren wrote:Scusate ho qui la cartina Appennino Riviera Genovese 1:25000 Edizioni Multigraphic, Firenze.
Arrivati al Ponte Negrone vedo due sentieri segnalati, uno che taglia dritto le curve di livello verso ovest (suppongo sia la Scorciatoia Bricassu) e verso nord il sentiero dell'Ingegnere. Ne' il rio Negrone, ne' il Cu du Mundu sono segnati, ma dalla descrizione dell'itinerario di Parodi capisco che il Negrone e' quello che scende in direzione Nord-Sud e che il sentiero dell'Ingegnere guada proprio in prossimita' del segno I della carta, mentre il Cu du Mundu e' quello che scende in diagonale da Nord-Ovest e che il sentiero guada proprio prima di iniziare i tornanti.
L'inizio del sentiero dei Collain è chiaro perchè c'è un cartello in legno e una scritta un po' sbiadita, poco a E del guado del CU du Mundu. Poi il percorso si mantiene sempre vicino al Cu du Mundu (lascia perdere le tracce tratteggiate) e sbuca sul sentiero A sotto la lettera "t" della dicitura "M. Argentea" sulla cartina Multigraphic.Coren wrote:Dopo i tornanti il sentiero dell'Ingegnere vira verso Ovest e poi Sud-Ovest, riguada il Cu du Mundu, ma a questo punto non capisco dove inizia il sentiero dei Collain, sulla cartina ho due tracce tratteggiate, e' una di queste?
Inoltre sulla cartina non e' segnata la Colletassa, in cartina leggo la denominazione "Passo del Fo" che potrebbe coincidere con la descrizione dell'itinerario, ma probabilmente mi sbaglio.
La Collettassa è quell'incrocio vicino all'ultima "o" della dicitura "passo del fo"; il passo del fo vero e proprio dovrebbe essere però in corrispondenza della "p" della medesima dicitura.
Comunque se vuoi un consiglio lascia perdere le Multigraphic sulle quali i sentieri sono stati tracciati presumibilmente a mano in epoca ante-gps e compra questa. Intendiamoci anche questa ha qualche piccolo errore ma come precisione e leggibilità è come passare dalla notte al giorno.
- Lusciandro
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Ho acquistato la carta SV1 della EdM il mese scorso, la ritengo molto più dettagliata della Multigraphic (foglio 3 e 4 dell'Appennino Ligure, anche se risale al 1990) ma mancano i sentieri C1, C4, C5 e non è indicato il Passo de Fo (del quale ho trovato la scritta sul sentiero 'triangolo rosso' che dal Pian di Lerca scende a Case SopraneLord Mhoram wrote:Ho la cartina in questione davanti a me:
La Collettassa è quell'incrocio vicino all'ultima "o" della dicitura "passo del fo"; il passo del fo vero e proprio dovrebbe essere però in corrispondenza della "p" della medesima dicitura.
Comunque se vuoi un consiglio lascia perdere le Multigraphic sulle quali i sentieri sono stati tracciati presumibilmente a mano in epoca ante-gps e compra questa. Intendiamoci anche questa ha qualche piccolo errore ma come precisione e leggibilità è come passare dalla notte al giorno.
http://www.openstreetmap.org/?lat=44.43 ... on=8.63383 ) anche se quest'anno dovrebbe uscire la versione aggiornata.
Già che siamo in tema: poco più in basso del Passo del Fo ho preso una deviazione in salita sino al Riparo Benedetta ma non ho proseguito perchè non trovavo la traccia che dovrebbe sbucare alla Collettassa; una volta al Riparo mi sapete dire in quale direzione prosegue?
Grazie
Lusciandro
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Le indicazioni più precise si trovano in un prezioso libro intitolato "Arenzano escursioni" di G. B. Calcagno (Bacicin) che ha realizzato dettagliatissime cartine al 10.000 con tutti i sentieri e i nomi locali di tutti i posti, rii, fonti e ripari. Non so se ad Arenzano se ne trovano ancora. So di sicuro che ce ne sono ancora in vendita alcune copie al CAI Ligure. Riguardo al Passo del Fò: si trova effettivamente sul sentiero segnalato con il triangolo rosso a quota 680, ma non è un valico: è il punto in cui il sentiero attraversa il Rio Argentéa.
Si, il volume di Calcagno è tra i più precisi nonostante abbia oltre venti anni.... il ritaglio di cui accenno poco sopra è tratto proprio dalla cartina generale (ma all'interno del volume il dettaglio è ancora maggiore).
Personalmente sono passato anni fa dal riparo, ma arrivavo da Colletassa e quindi in direzione opposta alla tua.
Ho un vago ricordo che anche io avevo avuto un minimo di problemi per proseguire (mi pare di ricordare che ci sia una piccola pietraia in zona...), ma poi avevo ritrovato la traccia a quel tempo segnalata con ometti e linee rosse...
Personalmente sono passato anni fa dal riparo, ma arrivavo da Colletassa e quindi in direzione opposta alla tua.
Ho un vago ricordo che anche io avevo avuto un minimo di problemi per proseguire (mi pare di ricordare che ci sia una piccola pietraia in zona...), ma poi avevo ritrovato la traccia a quel tempo segnalata con ometti e linee rosse...
- Lusciandro
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Ravanata in Valle Argentea
Opps, doppio post, cancello questo
Last edited by Lusciandro on Mon Oct 12, 2009 19:01, edited 1 time in total.
- Lusciandro
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Ravanata in Valle Argentea
Ieri ennesimo giro sopra ad Arenzano visto che mi sono messo in testa di battere la valle palmo a palmo.
Partenza dalla stazione per raggiungere il Curlo, percorro lo sterrato, mi butto giù verso Cianela e imbocco la discesa verso Ponte Negrone, arrivato giù vado verso la Scorciatoia Bricassu ma il Rio da attraversare ha una portata di tutto rispetto, per cui valuto un pò e dopo essermi tirato su le braghe e aiutandomi con i bastoncini guado un poco più in giù; oggi sono attrezzato con guanti e falcetto in previsione della ravanata, non ho messo in conto però la presenza di migliaia di ragnatele; il sentiero non è molto infrascato e mi limito a tagliare qualche rovo arrivando sul Sentiero dell'Ingegnere in buone condizioni.
Dopo una piccola sosta per la mia terza colazione della mattinata passo il Rio Giassu de Vacche con l'idea di seguire in salita la linea bianca ma, nonostante le mie buone intenzioni lascio subito perdere perchè ci sono troppe spine .. ritenterò magari tra un paio di mesi. Proseguo così sulla I verso u Cu du Mundu per girare sul sentiero C5 con l'idea di arrivare alla Gua dell'Omu; visto che però a me la dritta via non entusiasma, arrivato a Röu Russu vedo la linea bianca che segna l'arrivo della traccia di prima, ne scendo una 50ina di metri tanto per capire se è fattibile ma, tra gli alberi caduti e il pensiero delle spine lascio stare (per ora) e torno indietro sul C5. Poco dopo aver guadato nuovamente il Rio Giassu de Vacche vedo una traccia che si stacca dal C5 senza nessun segnavia ... mi ci fiondo immediatamente (continuando a giastemmare contro i ragni), ripasso per la terza volta sul Giassu de Vacche e dopo alcuni metri trovo un segno rosso ... ah, la famosa traccia di cui si parlava tempo fa, cerco di scendere a Röu Russu per vedere l'attacco ma sebbene cerchi d'emulare in tutti i modi l'andatura di un cinghiale nella brughiera mi fermo ad una ventina di metri, sono in maglietta a maniche corte ed ho già abbastanza graffi; seguo allora le tracce in salita, ci sono abbastanza segni per salire agevolmente, almeno sino a quota 650, lì i brughi ed i rovi hanno infestato il percorso e l'erba alta che nasconde i segni sulle pietre non aiutano l'orientamento (intanto continuo a combattere con le ragnatele come Don Chisciotte con i mulini a vento ). A questo punto la faccenda si fa dura ma non dispero, con pazienza cerco i segni rossi uno ad uno e capisco che dopo lo zigzagare iniziale, ora il sentiero si sposta verso Levante e, arrivato a quota 680, finalmente i segni tornano ad essere visibili anche perchè seguono una vaga traccia di pietre e la vegetazione inizia ad essere più rada.
Per non farla troppo lunga sbuco sul sentiero A a metà strada tra Collettassa ed il raccordo del Colain. Sosta pranzo e pulizia dalle mille ragnatele che ho dappertutto. Da qui in poi si trasforma in una passeggiata, salgo a Colletassa, giro a destra seguendo delle macchie gialle e poco dopo mi ritrovo sui 3 bolli rossi che si dirigono al Fasciun passando su tre pietraie, che forse andrebbero chiamate blockstream (i geologi mi correggano pure). Proseguo verso la Gava, passo dall'ex Dazio e scendo a Crèvari godendo infinitamente alla vista di un bar.
Percorsi circa 28km con D+ di 1700m, abbattute 3518 (o 3519) ragnatele, ma la cosa bella della giornata è stata la vista delle numerose cascate e da tutti i Rii belli pieni, qui di pioggia deve esserne venuta proprio tanta, vicino al Cu du Mundu il rumore era veramente fortissimo, peccato non aver avuto una fotocamera decente.
Ovviamente ho mappato tutto il percorso col GPS ed aggiunto i nuovi percorsi in Openstreetmap http://www.openstreetmap.org/?lat=44.42 ... rs=B000FTF (potete zoomare scorrendo la rotellina del mouse e spostarvi nella mappa trascinandola, sempre col mouse), qui http://www.openstreetmap.org/?lat=44.42 ... rs=B000FTF il dettaglio del percorso dal Röu Russu al sentiero A; provo anche ad aggiungere il percorso in Google Map http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&h ... 8&t=h&z=13 non capisco però come aggiungere la linea blu tra i vari segnavia, le prime ad Arenzano mi sono uscite non so neanche perchè, ci guarderò stasera.
Lusciandro
Partenza dalla stazione per raggiungere il Curlo, percorro lo sterrato, mi butto giù verso Cianela e imbocco la discesa verso Ponte Negrone, arrivato giù vado verso la Scorciatoia Bricassu ma il Rio da attraversare ha una portata di tutto rispetto, per cui valuto un pò e dopo essermi tirato su le braghe e aiutandomi con i bastoncini guado un poco più in giù; oggi sono attrezzato con guanti e falcetto in previsione della ravanata, non ho messo in conto però la presenza di migliaia di ragnatele; il sentiero non è molto infrascato e mi limito a tagliare qualche rovo arrivando sul Sentiero dell'Ingegnere in buone condizioni.
Dopo una piccola sosta per la mia terza colazione della mattinata passo il Rio Giassu de Vacche con l'idea di seguire in salita la linea bianca ma, nonostante le mie buone intenzioni lascio subito perdere perchè ci sono troppe spine .. ritenterò magari tra un paio di mesi. Proseguo così sulla I verso u Cu du Mundu per girare sul sentiero C5 con l'idea di arrivare alla Gua dell'Omu; visto che però a me la dritta via non entusiasma, arrivato a Röu Russu vedo la linea bianca che segna l'arrivo della traccia di prima, ne scendo una 50ina di metri tanto per capire se è fattibile ma, tra gli alberi caduti e il pensiero delle spine lascio stare (per ora) e torno indietro sul C5. Poco dopo aver guadato nuovamente il Rio Giassu de Vacche vedo una traccia che si stacca dal C5 senza nessun segnavia ... mi ci fiondo immediatamente (continuando a giastemmare contro i ragni), ripasso per la terza volta sul Giassu de Vacche e dopo alcuni metri trovo un segno rosso ... ah, la famosa traccia di cui si parlava tempo fa, cerco di scendere a Röu Russu per vedere l'attacco ma sebbene cerchi d'emulare in tutti i modi l'andatura di un cinghiale nella brughiera mi fermo ad una ventina di metri, sono in maglietta a maniche corte ed ho già abbastanza graffi; seguo allora le tracce in salita, ci sono abbastanza segni per salire agevolmente, almeno sino a quota 650, lì i brughi ed i rovi hanno infestato il percorso e l'erba alta che nasconde i segni sulle pietre non aiutano l'orientamento (intanto continuo a combattere con le ragnatele come Don Chisciotte con i mulini a vento ). A questo punto la faccenda si fa dura ma non dispero, con pazienza cerco i segni rossi uno ad uno e capisco che dopo lo zigzagare iniziale, ora il sentiero si sposta verso Levante e, arrivato a quota 680, finalmente i segni tornano ad essere visibili anche perchè seguono una vaga traccia di pietre e la vegetazione inizia ad essere più rada.
Per non farla troppo lunga sbuco sul sentiero A a metà strada tra Collettassa ed il raccordo del Colain. Sosta pranzo e pulizia dalle mille ragnatele che ho dappertutto. Da qui in poi si trasforma in una passeggiata, salgo a Colletassa, giro a destra seguendo delle macchie gialle e poco dopo mi ritrovo sui 3 bolli rossi che si dirigono al Fasciun passando su tre pietraie, che forse andrebbero chiamate blockstream (i geologi mi correggano pure). Proseguo verso la Gava, passo dall'ex Dazio e scendo a Crèvari godendo infinitamente alla vista di un bar.
Percorsi circa 28km con D+ di 1700m, abbattute 3518 (o 3519) ragnatele, ma la cosa bella della giornata è stata la vista delle numerose cascate e da tutti i Rii belli pieni, qui di pioggia deve esserne venuta proprio tanta, vicino al Cu du Mundu il rumore era veramente fortissimo, peccato non aver avuto una fotocamera decente.
Ovviamente ho mappato tutto il percorso col GPS ed aggiunto i nuovi percorsi in Openstreetmap http://www.openstreetmap.org/?lat=44.42 ... rs=B000FTF (potete zoomare scorrendo la rotellina del mouse e spostarvi nella mappa trascinandola, sempre col mouse), qui http://www.openstreetmap.org/?lat=44.42 ... rs=B000FTF il dettaglio del percorso dal Röu Russu al sentiero A; provo anche ad aggiungere il percorso in Google Map http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&h ... 8&t=h&z=13 non capisco però come aggiungere la linea blu tra i vari segnavia, le prime ad Arenzano mi sono uscite non so neanche perchè, ci guarderò stasera.
Lusciandro
Last edited by Lusciandro on Mon Oct 12, 2009 19:03, edited 1 time in total.
- giorgio.mazzarello
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Grazie Giorgio, sai, se mi diverto a camminare e a mappare, allora camminar-mappando è doppio divertimento .
Poi dietro a ciò ci sono anche altre considerazioni:
- far conoscere queste bellissime zone (sconosciute anche alla maggior parte dei genovesi) ad un'ampia platea.
- mantenere la memoria di percorsi poco noti e non più segnati dalla cartografia cartacea; spesso giustamente
non più segnati perchè non più mantenuti, vedi traccia tra Rou Russu e sentiero A, ma su OSM posso indicarlo
aggiungendo il tag "trail_visibility: horrible" per cui chi si vuole avventurare sa cosa lo aspetta (ma ha comunque l'ausilio della traccia GPS).
- mantenere la memoria dei vecchi nomi e dei nomi in dialetto.
A proposito, visto che ci sentiamo qui sulla piazza virtuale e visto che non si tratta di OT perchè sempre
riferito a questa zona: domenica scorsa al raduno t'avevo accennato ad un paio di domande sulla tua ottima
carta, la SV-1 che ovviamente avevo con me.
Cercando i vari ripari della zona, non ho ancora trovato il Rifugio Resonau che nella suddetta mappa indichi
in prossimità del bivio col sentiero 'rombo giallo vuoto' verso Vara; facendo alcune ricerche l'altro ieri ho
letto che potrebbe essere nelle prossimità di SW dell'omonimo Bric. L'altro che ho cercato e non ancora
trovato è il Rifugio Fate che indichi poco sotto al Ricoverò Ramà.
grazie
Lusciandro
Poi dietro a ciò ci sono anche altre considerazioni:
- far conoscere queste bellissime zone (sconosciute anche alla maggior parte dei genovesi) ad un'ampia platea.
- mantenere la memoria di percorsi poco noti e non più segnati dalla cartografia cartacea; spesso giustamente
non più segnati perchè non più mantenuti, vedi traccia tra Rou Russu e sentiero A, ma su OSM posso indicarlo
aggiungendo il tag "trail_visibility: horrible" per cui chi si vuole avventurare sa cosa lo aspetta (ma ha comunque l'ausilio della traccia GPS).
- mantenere la memoria dei vecchi nomi e dei nomi in dialetto.
A proposito, visto che ci sentiamo qui sulla piazza virtuale e visto che non si tratta di OT perchè sempre
riferito a questa zona: domenica scorsa al raduno t'avevo accennato ad un paio di domande sulla tua ottima
carta, la SV-1 che ovviamente avevo con me.
Cercando i vari ripari della zona, non ho ancora trovato il Rifugio Resonau che nella suddetta mappa indichi
in prossimità del bivio col sentiero 'rombo giallo vuoto' verso Vara; facendo alcune ricerche l'altro ieri ho
letto che potrebbe essere nelle prossimità di SW dell'omonimo Bric. L'altro che ho cercato e non ancora
trovato è il Rifugio Fate che indichi poco sotto al Ricoverò Ramà.
grazie
Lusciandro
ottimi propositi!!!!Lusciandro wrote: - far conoscere queste bellissime zone (sconosciute anche alla maggior parte dei genovesi) ad un'ampia platea.
- mantenere la memoria di percorsi poco noti e non più segnati dalla cartografia cartacea; spesso giustamente
non più segnati perchè non più mantenuti,
- mantenere la memoria dei vecchi nomi e dei nomi in dialetto.
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- giorgio.mazzarello
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Credu che Tu stia facendo un egregio lavoro che comunque andrebbe anche evidenziato su eventuali carte "cartacee" della zona. Ovviamente le mie carte in scala 1:25.000 non permettono di segnare tutto quanto presente (lo spazio è piuttosto limitato) ma sarebbe auspicabile poter realizzare una carta in scala 1:10.000 della zona tra Arenzano ed il Beigua e chissà che in un prossimo futuro non la faccia.
Per le Tue domande sui rifugi, premesso che la carta SV1 è piuttosto datata e si tratta anche di una mia realizzazione che ha parecchi difetti sia dal punto di vista cartografico (mancanza di tante informazioni, indicazioni di cose scorrete ecc.) che grafico , vado a risponderTi:
- Ricovero Resonau: sulla SV1 è indicato erroneamente nel versante nord del Bric Resonnau. In realtà si tratta di un riparo situato nel versante sud est del Bric Resonnau a quota 1060m circa raggiungibile su tracce di sentiero dal sentiero che scende alla Casa Cabunea segnalato con = rosso. Si tratta comunque di un riparo in pietra che potrebbe essere in condizioni non buone
- Ricovero Rama: è un ricovero situato nel versante sud ovest della Cima Ramà. E' accessibile da una deviazione verso valle lungo il sentiero segnalato con A rossa. Nella SV1 è indicatopiù o meno in zona ma ovviamente non in modo preciso.
Ecco qui die estratti della nuova carta che spero di pubblicare a breve.
RICOVERO RESONAU
RICOVERO RAMA'
Spero di essere stato di aiuto.
Giorgio
Per le Tue domande sui rifugi, premesso che la carta SV1 è piuttosto datata e si tratta anche di una mia realizzazione che ha parecchi difetti sia dal punto di vista cartografico (mancanza di tante informazioni, indicazioni di cose scorrete ecc.) che grafico , vado a risponderTi:
- Ricovero Resonau: sulla SV1 è indicato erroneamente nel versante nord del Bric Resonnau. In realtà si tratta di un riparo situato nel versante sud est del Bric Resonnau a quota 1060m circa raggiungibile su tracce di sentiero dal sentiero che scende alla Casa Cabunea segnalato con = rosso. Si tratta comunque di un riparo in pietra che potrebbe essere in condizioni non buone
- Ricovero Rama: è un ricovero situato nel versante sud ovest della Cima Ramà. E' accessibile da una deviazione verso valle lungo il sentiero segnalato con A rossa. Nella SV1 è indicatopiù o meno in zona ma ovviamente non in modo preciso.
Ecco qui die estratti della nuova carta che spero di pubblicare a breve.
RICOVERO RESONAU
RICOVERO RAMA'
Spero di essere stato di aiuto.
Giorgio
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Sarebbe bella una carta 1:10000 della zona tra Vesima ed Alpicella, i dati OSM sono utilizzabili con la sola clausola di citare la fonte; esistono già parecchie pubblicazioni cartacee, ad esempio:
- mappa turistica di Gaza (i turisti a Gaza non me li sarei aspettati ) http://wiki.openstreetmap.org/images/1/ ... ourist.png
- mappa di Birmingham http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Imag ... detail.jpg
- mappa di Copenhagen http://wiki.openstreetmap.org/images/a/ ... er_map.jpg
- mappa di Parigi http://wiki.openstreetmap.org/images/f/ ... st_map.png
e tra la moltitudine di utilizzi dei dati mi piace anche segnalare una mappa in 3D per i non vedenti.
Grazie per le indicazioni dei ripari (sempre preciso e puntuale), il secondo era il Rifugio Fate (il Ramà è ben visibile dall'incrocio sterrata/sentiero A) che nel secondo estratto non vedo più.
Lusciandro
- mappa turistica di Gaza (i turisti a Gaza non me li sarei aspettati ) http://wiki.openstreetmap.org/images/1/ ... ourist.png
- mappa di Birmingham http://wiki.openstreetmap.org/wiki/Imag ... detail.jpg
- mappa di Copenhagen http://wiki.openstreetmap.org/images/a/ ... er_map.jpg
- mappa di Parigi http://wiki.openstreetmap.org/images/f/ ... st_map.png
e tra la moltitudine di utilizzi dei dati mi piace anche segnalare una mappa in 3D per i non vedenti.
Grazie per le indicazioni dei ripari (sempre preciso e puntuale), il secondo era il Rifugio Fate (il Ramà è ben visibile dall'incrocio sterrata/sentiero A) che nel secondo estratto non vedo più.
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Abbi pazienza, mi sono confuso.
Ecco la posizione del ricovero Tana della Fate.
E' una carta estratta dall'ottimo libro di Calcagno su Arenzano.
Come puoi ben capire l'entroterra di Arenzano è talmente denso di rifugi, ripari e baite che nella mia carta 1:25.000 è a dir poco impossibile inserirli tutti.
Giorgio
Ecco la posizione del ricovero Tana della Fate.
E' una carta estratta dall'ottimo libro di Calcagno su Arenzano.
Come puoi ben capire l'entroterra di Arenzano è talmente denso di rifugi, ripari e baite che nella mia carta 1:25.000 è a dir poco impossibile inserirli tutti.
Giorgio
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Ah, quindi più vicino a Cianela che al Ramà ... la prossima volta porterò anche la giacca della mimetica per poter ravanare in libertà .giorgio.mazzarello wrote:Ecco la posizione del ricovero Tana della Fate.
Ho guardato sulla pubblicazione 'Ripari dei nostri monti' della C.M. Argentea e dalla foto si vede che è completamente in pietra e pare molto piccolo (il volumetto è molto bello tranne per la pessima parte cartografica).
G. B. Calcagno “Arenzano escursioni” ed. Microart’s, Recco 1989giorgio.mazzarello wrote:E' una carta estratta dall'ottimo libro di Calcagno su Arenzano.
Quando si parla della zona viene quasi sempre citato, si riesce ad acquistarlo da qualche parte?
Sul sito del comune di Arenzano ho trovato
http://www.comune.arenzano.ge.it/upload ... lcagno.pdf
Lusciandro
P.S.: ho letto dopo, la risposta era poco più sù
e la prossima domanda è: dove si trova?andreaparodi wrote:So di sicuro che ce ne sono ancora in vendita alcune copie al CAI Ligure.
Grassie
Last edited by Lusciandro on Tue Oct 13, 2009 19:23, edited 1 time in total.
- giorgio.mazzarello
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In risposta a Lusciandro:
Il Riparo Tana delle Fate in effetti è piuttosto piccolo e potrebbe sfuggire ad una ricerca non precisa ed attenta, mentre il Resonau è più grande e dovebbe essere più facile da trovare. Se Ti interessa potrei fornirti in'indicazione sulle coordinate approssimative per poterli localizzare.
Per il libro di Calcagno credo che l'unica sia rivolgerti al CAI di Arenzano, anche se dubito che ne abbiano da venderti. Se non lo trovi fammelo sapere via MP che vedo cosa posso mandarti.
La cartina della quale hai messo il link è del libro ma all'interno ne esiste una molto più dettagliata in scala 1:7000 con veramente tutto quallo che esiste nel territorio compresi dei bellissimi disegni in miniatura.
Giorgio
Il Riparo Tana delle Fate in effetti è piuttosto piccolo e potrebbe sfuggire ad una ricerca non precisa ed attenta, mentre il Resonau è più grande e dovebbe essere più facile da trovare. Se Ti interessa potrei fornirti in'indicazione sulle coordinate approssimative per poterli localizzare.
Per il libro di Calcagno credo che l'unica sia rivolgerti al CAI di Arenzano, anche se dubito che ne abbiano da venderti. Se non lo trovi fammelo sapere via MP che vedo cosa posso mandarti.
La cartina della quale hai messo il link è del libro ma all'interno ne esiste una molto più dettagliata in scala 1:7000 con veramente tutto quallo che esiste nel territorio compresi dei bellissimi disegni in miniatura.
Giorgio
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la posto lo stesso per testimoniare un'altra grande impresa della ormai mitica cagnetta molly in quel dell'argentea, io (al centro) sono venuto malissimo perche' ridevo come un pazzo...
dalla vetta dell'argentea siamo andati dritti sulla cresta per il rifugio argentea, abbiamo fatto un pezzo di altavia e siamo scesi per il triangolo rosso.
la posto lo stesso per testimoniare un'altra grande impresa della ormai mitica cagnetta molly in quel dell'argentea, io (al centro) sono venuto malissimo perche' ridevo come un pazzo...
dalla vetta dell'argentea siamo andati dritti sulla cresta per il rifugio argentea, abbiamo fatto un pezzo di altavia e siamo scesi per il triangolo rosso.
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Tre uomini a zonzo (per non dir del cane)
Partecipanti: Maury1976, Soundofsilence, Lusciandro
Percorso: Campo (Arenzano) - parte del Sentiero dell'Ingegnere - raccordo del Rio Collain - Collettassa - Monte Argentea - Pian di Lerca - sentiero triangolo rosso passante da Passo du Fò e Segage - rientro a Campo.
Oggi sgambata tranquilla con qualche sorpresa; partenza da Campo e appena scendiamo dall'auto veniamo accolti in modo festoso, da chi? Ma dal V.I.P. della zona, anzi non un VIP ma un V.I.D. (Very Important Dog), ebbene sì siore e siori: la mitica Molly ci ha accompagnato per tutta la giornata dimostrando di conoscere a menadito i sentieri della zona.
L'itinerario si svolge attraverso il Ponte Negrone con uno sguardo al guado per la 'Scorciatoia Bricassu' (guadabile); decidiamo però di passare dal 'Sentiero dell'Ingegnere', brevissima sosta
alla panchina 'Pose du Campanin' e puntata sino al Rio di Guadi per alcune foto alle cascatelle e au 'Cu du Mundu'.
Ritorniamo sui nostri passi ed iniziamo la vera meta della giornata: il raccordo del Rio Collain; il sentiero è ben visibile, in compenso abbiamo notato solo un ometto in tutto il sentiero (e pochissimi segni rossi), non è comunque un problema perchè si sale quasi sempre spediti (bè, più o meno). Molly cammina in mezzo a noi o ci precede sul sentiero (meglio di una guida turistica); all'altezza del piccolo guado iniziamo a pestare un pò di neve per raggiungere il sentiero A.
L'orizzonte, seppur con foschia, ci dà il meglio della nostra bella Liguria: la Palmaria con sopra le Apuane, poco più in là l'isola di Gorgona (o forse era Capraia) e pian piano spunta anche la Corsica.
Proseguiamo sino alla Collettassa, poi decidiamo per salire sull'Argentea via diretta (tramite la stella bianca) con neve e un pò di fango; chi patisce meno la scivolosa salita è ovviamente Molly, poi pazientemente ci attende per le foto di rito sulla cima dell'Argentea.
I morsi della fame iniziano a farsi sentire e ci fermiamo al vicino Rifugio Argentea ma lo troviamo completamente chiuso, anche il locale invernale (OK che l'hanno risistemato completamente, ma almeno la parte posteriore potrebbero lasciarla aperta .... mah); consumiamo panozzi e generi di conforto vari (solo acqua però), poi il freddo ci fa pensare al ritorno.
Fatti alcuni passi perdiamo di vista Molly, "sarà tornata a casa" pensiamo .... invece è solo davanti a noi che si dirige tranquillamente verso l'AV ed il Pian di Lerca (alla faccia dei navigatori TomTom e simili). La neve sino a poco dopo il Padre Rino è un pò più alta ma tempo alcune centinaia di metri inizia a sparire; rientriamo con passo da Merenderos col sole che ci scalda; piccola sosta a Casa Segage per vedere Punta Tuschetti e P. Querzola: la prima la riconosciamo subito per via della croce, sulla seconda siamo più dubbiosi.
Rientriamo a Campo e Molly, dopo le frasche ricevute e le ultime feste, parte improvvisamente abbaiando verso quella che pensiamo sia casa sua... ciao Molly, grazie della compagnia e dell'affetto.
Per le foto attendete gl'interventi dei compari di gita. Alla prossima
Lusciandro
P.S.: il mescolamento dei due titoli di Jerome K. Jerome è voluta (che volevate, che ci arrivavamo in barca sull'Argentea?)
Percorso: Campo (Arenzano) - parte del Sentiero dell'Ingegnere - raccordo del Rio Collain - Collettassa - Monte Argentea - Pian di Lerca - sentiero triangolo rosso passante da Passo du Fò e Segage - rientro a Campo.
Oggi sgambata tranquilla con qualche sorpresa; partenza da Campo e appena scendiamo dall'auto veniamo accolti in modo festoso, da chi? Ma dal V.I.P. della zona, anzi non un VIP ma un V.I.D. (Very Important Dog), ebbene sì siore e siori: la mitica Molly ci ha accompagnato per tutta la giornata dimostrando di conoscere a menadito i sentieri della zona.
L'itinerario si svolge attraverso il Ponte Negrone con uno sguardo al guado per la 'Scorciatoia Bricassu' (guadabile); decidiamo però di passare dal 'Sentiero dell'Ingegnere', brevissima sosta
alla panchina 'Pose du Campanin' e puntata sino al Rio di Guadi per alcune foto alle cascatelle e au 'Cu du Mundu'.
Ritorniamo sui nostri passi ed iniziamo la vera meta della giornata: il raccordo del Rio Collain; il sentiero è ben visibile, in compenso abbiamo notato solo un ometto in tutto il sentiero (e pochissimi segni rossi), non è comunque un problema perchè si sale quasi sempre spediti (bè, più o meno). Molly cammina in mezzo a noi o ci precede sul sentiero (meglio di una guida turistica); all'altezza del piccolo guado iniziamo a pestare un pò di neve per raggiungere il sentiero A.
L'orizzonte, seppur con foschia, ci dà il meglio della nostra bella Liguria: la Palmaria con sopra le Apuane, poco più in là l'isola di Gorgona (o forse era Capraia) e pian piano spunta anche la Corsica.
Proseguiamo sino alla Collettassa, poi decidiamo per salire sull'Argentea via diretta (tramite la stella bianca) con neve e un pò di fango; chi patisce meno la scivolosa salita è ovviamente Molly, poi pazientemente ci attende per le foto di rito sulla cima dell'Argentea.
I morsi della fame iniziano a farsi sentire e ci fermiamo al vicino Rifugio Argentea ma lo troviamo completamente chiuso, anche il locale invernale (OK che l'hanno risistemato completamente, ma almeno la parte posteriore potrebbero lasciarla aperta .... mah); consumiamo panozzi e generi di conforto vari (solo acqua però), poi il freddo ci fa pensare al ritorno.
Fatti alcuni passi perdiamo di vista Molly, "sarà tornata a casa" pensiamo .... invece è solo davanti a noi che si dirige tranquillamente verso l'AV ed il Pian di Lerca (alla faccia dei navigatori TomTom e simili). La neve sino a poco dopo il Padre Rino è un pò più alta ma tempo alcune centinaia di metri inizia a sparire; rientriamo con passo da Merenderos col sole che ci scalda; piccola sosta a Casa Segage per vedere Punta Tuschetti e P. Querzola: la prima la riconosciamo subito per via della croce, sulla seconda siamo più dubbiosi.
Rientriamo a Campo e Molly, dopo le frasche ricevute e le ultime feste, parte improvvisamente abbaiando verso quella che pensiamo sia casa sua... ciao Molly, grazie della compagnia e dell'affetto.
Per le foto attendete gl'interventi dei compari di gita. Alla prossima
Lusciandro
P.S.: il mescolamento dei due titoli di Jerome K. Jerome è voluta (che volevate, che ci arrivavamo in barca sull'Argentea?)
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Re: Tre uomini a zonzo (per non dir del cane)
A proposito, se vuoi le foto tue con Mollie bisogna che mi dici dove vuoi che te le mandi...Lusciandro wrote:Per le foto attendete gl'interventi dei compari di gita.
Per non rendere troppo personale questo messaggio aggiungo qui una foto come anticipo...
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
spettacolo
.
.
...a predicar la pace
ed a bandir la guerra
la pace tra gli oppressi
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Bel giro complimenti a tutti e tre (Maury1976, Soundofsilence, Lusciandro).
Vedo che la dorsale del Beigua ha cominciato ad assumere l'aspetto invernale (era ora!).
Rimango stupito che il rifiguio Argentea sia stato chiuso anche nella parte sempre aperta .
Non credo sia una cosa bella!
Giorgio
Vedo che la dorsale del Beigua ha cominciato ad assumere l'aspetto invernale (era ora!).
Rimango stupito che il rifiguio Argentea sia stato chiuso anche nella parte sempre aperta .
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Grazie...wolf wrote:spettacolo
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Non vorrei deluderti, ma mi sa che già oggi non ce l'abbia più... Ho dato un'occhiata alla webcam del Rifugio oggi, per curiosità, e non sembra più lo stesso posto...giorgio.mazzarello wrote:Vedo che la dorsale del Beigua ha cominciato ad assumere l'aspetto invernale (era ora!).
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Bellissima la foto Sound
Già, oggi siamo tornati ad un paesaggio più autunnale ...
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Non è merito mio, dal vero era ancora più bello, peccato che sono stato il solo ad esserci passato, ed oggi non c'è già più....bade wrote:Bellissima la foto Sound
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
beh, sei riuscito ad essere nel posto giusto al momento giusto, e a fissare un'attimo di luce così particolarmente "ligure"... sembra impossibile, sotto il sole che si specchia nel mare, un microcosmo fatto di fili d'erba come lamine d'acciaio bianco, rocce coperte di infiniti minuscoli "swarovski" di ghiaccio... il bello è proprio l'effimero, se fosse così tutti i giorni la tua foto sarebbe un po' meno speciale... anche se resterebbe comunque bella - grazie averla condivisa
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Grazie per la bella descrizione , ma, ricordati, che ciò non ti esime dal guardare le altre foto e leggere la relazione (appena ci saranno naturalmente...) .....wolf wrote:beh, sei riuscito ad essere nel posto giusto al momento giusto, e a fissare un'attimo di luce così particolarmente "ligure"... sembra impossibile, sotto il sole che si specchia nel mare, un microcosmo fatto di fili d'erba come lamine d'acciaio bianco, rocce coperte di infiniti minuscoli "swarovski" di ghiaccio... il bello è proprio l'effimero, se fosse così tutti i giorni la tua foto sarebbe un po' meno speciale... anche se resterebbe comunque bella - grazie averla condivisa
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Sabato 5/12/09: Case Motta - Ponte Negrone - Sentiero Ingegnere - Sentiero Collain - Colletassa - Stella Bianca – Monte Argentea – Rifugio Argentea – Passo Pian di Lerca – Passo du Fo – Case Motta.
Partecipanti: Lusciandro, Maury76, Soundofsilence
Lunghezza: 14 Km circa.
Dislivello: 1000 metri circa.
Difficoltà: E senza neve, forse EE con la neve il tratto finale da Colletassa alla vetta seguendo la Stella Bianca, F e forse qualcosa in più, e, comunque, abbastanza pericolosa, la cresta dalla vetta verso nord nelle condizioni di ieri (completamente ghiacciata); non è necessario però percorrerla, il sentiero passa a est leggermente sotto, ma è però uno spettacolo talmente grandioso (sempre nelle condizioni di ieri…) che ne vale sicuramente la pena….
Premessa/considerazioni:
Due giorni di seguito nel ghiaccio, vabbè che oggi ho sbrinato il frigorifero, ma è veramente troppo per me che di solito sverno dove la neve non cade mai percorrendo i caldi sentieri sulla costa… Se penso poi che mi sono immerso nella neve già al Chersogno a ottobre sto decisamente rovinando la mia media di una escursione ‘bianca’ a stagione (quella scorsa fu la ‘prima invernale’ alla Rocca Barbena dal versante sud)…
Se aggiungo poi che avevo caricato le pile per 2 frontali e 2 fari, più 8 pile di riserva e avevo portato 3 paia di stivali per la prevista/possibile gita ai torrioni del Rio della Valle con annessa visita alla Grotta della Giara, ce ne sarebbe per essere leggermente scontenti, almeno per uno strano come me, che ama la montagna d’estate e il mare d’inverno, che preferisce i caldi colori della bella stagione e la nuda roccia alle bianche distese di neve che tutto rendono uniforme e uguale… Eppure questa gita non è stata uguale al Chersogno, dove le bianche morbide e immacolate distese di neve erano le protagoniste assolute per un paesaggio da dipinto, qui il ghiaccio modellato dal vento a guisa di galaverna dava tutt’altra immagine della forza e, allo stesso tempo, grazia della natura…. Forse le montagne con la neve non sono tutte uguali come pensavo, neanche a sé stesse, quante volte bisogna tornare su uno stesso monte per vederlo in tutte le vesti possibili? Non è esattamente quello che pensavo, quando a differenza dei miei compagni di gita, mi sono trovato, chissà perché, a percorrere la cresta di vetta, invece di passare come tutti (tracce dove sono passato io non ce n’erano proprio…) sul sentiero poco sotto, pensavo invece come era comodo il mio divano di casa, dove certo non mi sarebbero congelate le dita schiacciando i tasti del telecomando e una caduta sul tappeto non avrebbe avuto le stesse conseguenze di una scivolata sul ghiaccio liscio delle aguzze rocce di vetta; chi me lo aveva fatto fare di venire per la terza volta sull’Argentea? Dopotutto questo sentiero del Collain non mi era sembrato niente di speciale, niente aveva aggiunto alle mie precedenti ‘visite’, perché mai sono così curioso, non me lo potevo immaginare che le cose più belle del Gruppo di Voltri-Arenzano ormai le ho già viste e riviste? E’ però proprio vero che la natura sa nascondere e proteggere bene le sue bellezze e non le svela a chi non affronti rischio e fatica per raggiungerle… Mi basta, così, voltarmi indietro e vedere la cresta di cristallo stagliarsi su un mare d’oro per dimenticare tutto ed essere felice…
Non basterà, forse, ancora a farmi preferire le montagne innevate alla nuda roccia, ai verdi prati e agli azzurri laghi, ma, certo sono più che contento di aver avuto il privilegio di ammirare anche questo tesoro…
Resoconto:
Partenza alle 7,40 da Corso de Stefanis per parcheggiare poco prima delle 8,30 in località Case Motta (Arenzano, via Val Lerone – quota slm 70 m.). Alle 8,35 partiamo, con la descrizione del Parodi in mano, e d’improvviso non siamo più 3 uomini a zonzo, ma 3 uomini e un cane… Una simpatica cagnetta, in effetti, ci seguirà, anzi ci precederà, per tutto il percorso, andata e ritorno, i miei compagni d’escursione sembrano conoscerla e la chiamano Mollie, credo abbiamo letto di lei in qualche altro ‘resoconto’ su Quotazero. Lieti per la nuova adesione e conscio che non potrò più dire che alle mie gite non viene neanche un cane, partiamo verso Ponte Negrone. In circa 40 minuti ci arriviamo, dopo una sosta per infilarci le giacche dato il forte vento; qualche foto ai laghetti sottostanti, un’occhiata alla scorciatoia del ‘Bricassu’ e quindi torniamo indietro ad imboccare il sentiero dell’Ingegnere che seguiamo fino all’incrocio col sentiero C5, sul quale facciamo una breve digressione, per mea culpa, mea maxima culpa, volendo io fare una foto al Cu du Mundu (ci sono stato almeno 2 volte, ma non ho una foto decente e vorrei riprovarci, nonostante le sempre pessime condizioni di luce che la gola presenta…), ma non tengo conto che da qui si arriva sì al Cu du Mundu e, successivamente al Rio Guadi, ma alla parte superiore, dove ci sono sì belle cascatelle, ma non l’orrida gola che dà nome al Rio…Per giusta punizione finisco con un piede nel Cu (non si tratta di contorsionismo…) e me lo bagno, tantopiù che mi sono messo le scarpette basse…
Torniamo quindi indietro e, dopo poco, imbocchiamo il bivio per il Collain, segnalato da cartello. Il sentiero è abbastanza pulito (riesco comunque a beccarmi qualche spina…) ma è completamente nel bosco, con solo qualche bella vista sulla cresta di fronte (a ovest). Sul Collain inizia qualche chiazza di neve, o forse grandine compattata, non si capisce bene e quando ci immettiamo sul sentiero Acirca 800 metri di quota il sentiero è quasi tutto bianco. Incomincio a pensare di cambiarmi le scarpe, avendo, prudentemente, portato gli scarponi alti nello zaino, ma decido di resistere ancora, memore di quanto mi fanno male…
In breve siamo a un colle carino ma senza nome e poco dopo alla Colletassa, dove decidiamo di abbandonare la descrizione di Parodi per seguire la Stella Bianca: il terreno innevato, d’altronde, non permette di individuare altre tracce; qui mi cambio gli scarponi, non senza difficoltà, perché le rocce sono ricoperte di ghiaccio e ripartiamo per la vetta. La Stella Bianca, oltre che veramente bianca, è anche parecchio scivolosa, tra neve e fango, e occorre aiutarsi con gli alberi… Arrivare in vetta è però breve… Il panorama è il solito magnifico del gruppo di Voltri: Capo Noli che divide il mare in 2 con Bergeggi da un lato e la Gallinara dall’altro e, a est, le Apuane, la Palmaria, persino l’Elba; aguzzando la vista riusciamo a scorgere anche la Corsica, mentre a nord tutto l’Arco Alpino non coperto dal Rama (il Monviso per esempio) si staglia nitido, con la sola eccezione del Cervino, la cui sommità è coperta dal perenne pennacchio nuvoloso… La vetta è ‘abbastanza’ ghiacciata e gli arbusti sono ricoperti da una suggestiva simil-galaverna che rende il posto quasi ‘magico’, mi fermo così più del dovuto per le foto, tanto che i miei affamati compagni di escursione mi precedono verso il Rifugio Argentea… Dopotutto siamo riusciti ad impiegare quasi quattro ore per la cima, sono le 12,20, un tempo che mi ha sorpreso non poco: abbiamo fatto sì varie soste e digressioni, ma non mi sembrava fossimo andati così lenti, nonostante la neve e il fatto che ci fossimo ripromessi di non correre troppo per darle il tempo, appunto, se non di scioglersi, di smollarsi un pò… Quando decido di ripartire, ormai solo da almeno 10 minuti, imbocco, quasi senza pensarci, la cresta, invece del sottostante sentiero; bastano pochi passi perché le le cose si facciano complicate: bisogna arrampicare, sarà pure primo grado, ma il ghiaccio è dappertutto, liscio duro e lucente, una scivolata non sarebbe senza conseguenze… Non posso però stare a riflettere troppo, mi si congelano le dita appoggiate sul ghiaccio e proseguo… Poi, lo spettacolo di cui ho parlato in premessa e, quindi, ritorno a ragionare: la cresta l’ho percorsa tutta, ma scendere direttamente sul sentiero è troppo rischioso, è uno scivolo di ghiaccio…. Torno qualche passo indietro e, aiutandomi con qualche arbusto, riesco a scendere lateralmente sul sentiero e raggiungere i miei compagni di gita, che trovo un po’ preoccupati non avendomi più visto per 20 minuti buoni, mentre io li immaginavo e, anzi, mi pareva di vederli (ma erano altri escursionisti…) gozzovigliare al Rifugio… Mi scuso e, in breve, raggiungiamo il Rifugio Argentea, dove, finalmente mangiamo e offriamo anche qualcosa a Mollie, che ha camminato di più e più velocemente di noi…
Ci dirigiamo quindi verso nord per imboccare l’Altavia in un paesaggio finlandese e giunti al Passo Pian di Lerca imbocchiamo il triangolo rosso che ci riporterà a Case Motta. La neve ci accompagnerà ancora fin sotto gli 800 metri di quota, pur essendo ormai passate le 2 e ci sorprenderemo non poco a vederla (più propriamente non vederela…) invece sciolta una volta giunti a fondovalle: l’abbiamo forse sciolta noi col nostro bruciante passaggio?
In realtà la nostra andatura è stata tutt’altro che bruciante, anche in discesa abbiamo preferito infatti una comoda passeggiata che ci ha consentito una piacevole chiacchierata tra compagni di escursione…
Link ad alcune foto nuove (molte) e vecchie (poche):
http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... gentea.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Partecipanti: Lusciandro, Maury76, Soundofsilence
Lunghezza: 14 Km circa.
Dislivello: 1000 metri circa.
Difficoltà: E senza neve, forse EE con la neve il tratto finale da Colletassa alla vetta seguendo la Stella Bianca, F e forse qualcosa in più, e, comunque, abbastanza pericolosa, la cresta dalla vetta verso nord nelle condizioni di ieri (completamente ghiacciata); non è necessario però percorrerla, il sentiero passa a est leggermente sotto, ma è però uno spettacolo talmente grandioso (sempre nelle condizioni di ieri…) che ne vale sicuramente la pena….
Premessa/considerazioni:
Due giorni di seguito nel ghiaccio, vabbè che oggi ho sbrinato il frigorifero, ma è veramente troppo per me che di solito sverno dove la neve non cade mai percorrendo i caldi sentieri sulla costa… Se penso poi che mi sono immerso nella neve già al Chersogno a ottobre sto decisamente rovinando la mia media di una escursione ‘bianca’ a stagione (quella scorsa fu la ‘prima invernale’ alla Rocca Barbena dal versante sud)…
Se aggiungo poi che avevo caricato le pile per 2 frontali e 2 fari, più 8 pile di riserva e avevo portato 3 paia di stivali per la prevista/possibile gita ai torrioni del Rio della Valle con annessa visita alla Grotta della Giara, ce ne sarebbe per essere leggermente scontenti, almeno per uno strano come me, che ama la montagna d’estate e il mare d’inverno, che preferisce i caldi colori della bella stagione e la nuda roccia alle bianche distese di neve che tutto rendono uniforme e uguale… Eppure questa gita non è stata uguale al Chersogno, dove le bianche morbide e immacolate distese di neve erano le protagoniste assolute per un paesaggio da dipinto, qui il ghiaccio modellato dal vento a guisa di galaverna dava tutt’altra immagine della forza e, allo stesso tempo, grazia della natura…. Forse le montagne con la neve non sono tutte uguali come pensavo, neanche a sé stesse, quante volte bisogna tornare su uno stesso monte per vederlo in tutte le vesti possibili? Non è esattamente quello che pensavo, quando a differenza dei miei compagni di gita, mi sono trovato, chissà perché, a percorrere la cresta di vetta, invece di passare come tutti (tracce dove sono passato io non ce n’erano proprio…) sul sentiero poco sotto, pensavo invece come era comodo il mio divano di casa, dove certo non mi sarebbero congelate le dita schiacciando i tasti del telecomando e una caduta sul tappeto non avrebbe avuto le stesse conseguenze di una scivolata sul ghiaccio liscio delle aguzze rocce di vetta; chi me lo aveva fatto fare di venire per la terza volta sull’Argentea? Dopotutto questo sentiero del Collain non mi era sembrato niente di speciale, niente aveva aggiunto alle mie precedenti ‘visite’, perché mai sono così curioso, non me lo potevo immaginare che le cose più belle del Gruppo di Voltri-Arenzano ormai le ho già viste e riviste? E’ però proprio vero che la natura sa nascondere e proteggere bene le sue bellezze e non le svela a chi non affronti rischio e fatica per raggiungerle… Mi basta, così, voltarmi indietro e vedere la cresta di cristallo stagliarsi su un mare d’oro per dimenticare tutto ed essere felice…
Non basterà, forse, ancora a farmi preferire le montagne innevate alla nuda roccia, ai verdi prati e agli azzurri laghi, ma, certo sono più che contento di aver avuto il privilegio di ammirare anche questo tesoro…
Resoconto:
Partenza alle 7,40 da Corso de Stefanis per parcheggiare poco prima delle 8,30 in località Case Motta (Arenzano, via Val Lerone – quota slm 70 m.). Alle 8,35 partiamo, con la descrizione del Parodi in mano, e d’improvviso non siamo più 3 uomini a zonzo, ma 3 uomini e un cane… Una simpatica cagnetta, in effetti, ci seguirà, anzi ci precederà, per tutto il percorso, andata e ritorno, i miei compagni d’escursione sembrano conoscerla e la chiamano Mollie, credo abbiamo letto di lei in qualche altro ‘resoconto’ su Quotazero. Lieti per la nuova adesione e conscio che non potrò più dire che alle mie gite non viene neanche un cane, partiamo verso Ponte Negrone. In circa 40 minuti ci arriviamo, dopo una sosta per infilarci le giacche dato il forte vento; qualche foto ai laghetti sottostanti, un’occhiata alla scorciatoia del ‘Bricassu’ e quindi torniamo indietro ad imboccare il sentiero dell’Ingegnere che seguiamo fino all’incrocio col sentiero C5, sul quale facciamo una breve digressione, per mea culpa, mea maxima culpa, volendo io fare una foto al Cu du Mundu (ci sono stato almeno 2 volte, ma non ho una foto decente e vorrei riprovarci, nonostante le sempre pessime condizioni di luce che la gola presenta…), ma non tengo conto che da qui si arriva sì al Cu du Mundu e, successivamente al Rio Guadi, ma alla parte superiore, dove ci sono sì belle cascatelle, ma non l’orrida gola che dà nome al Rio…Per giusta punizione finisco con un piede nel Cu (non si tratta di contorsionismo…) e me lo bagno, tantopiù che mi sono messo le scarpette basse…
Torniamo quindi indietro e, dopo poco, imbocchiamo il bivio per il Collain, segnalato da cartello. Il sentiero è abbastanza pulito (riesco comunque a beccarmi qualche spina…) ma è completamente nel bosco, con solo qualche bella vista sulla cresta di fronte (a ovest). Sul Collain inizia qualche chiazza di neve, o forse grandine compattata, non si capisce bene e quando ci immettiamo sul sentiero Acirca 800 metri di quota il sentiero è quasi tutto bianco. Incomincio a pensare di cambiarmi le scarpe, avendo, prudentemente, portato gli scarponi alti nello zaino, ma decido di resistere ancora, memore di quanto mi fanno male…
In breve siamo a un colle carino ma senza nome e poco dopo alla Colletassa, dove decidiamo di abbandonare la descrizione di Parodi per seguire la Stella Bianca: il terreno innevato, d’altronde, non permette di individuare altre tracce; qui mi cambio gli scarponi, non senza difficoltà, perché le rocce sono ricoperte di ghiaccio e ripartiamo per la vetta. La Stella Bianca, oltre che veramente bianca, è anche parecchio scivolosa, tra neve e fango, e occorre aiutarsi con gli alberi… Arrivare in vetta è però breve… Il panorama è il solito magnifico del gruppo di Voltri: Capo Noli che divide il mare in 2 con Bergeggi da un lato e la Gallinara dall’altro e, a est, le Apuane, la Palmaria, persino l’Elba; aguzzando la vista riusciamo a scorgere anche la Corsica, mentre a nord tutto l’Arco Alpino non coperto dal Rama (il Monviso per esempio) si staglia nitido, con la sola eccezione del Cervino, la cui sommità è coperta dal perenne pennacchio nuvoloso… La vetta è ‘abbastanza’ ghiacciata e gli arbusti sono ricoperti da una suggestiva simil-galaverna che rende il posto quasi ‘magico’, mi fermo così più del dovuto per le foto, tanto che i miei affamati compagni di escursione mi precedono verso il Rifugio Argentea… Dopotutto siamo riusciti ad impiegare quasi quattro ore per la cima, sono le 12,20, un tempo che mi ha sorpreso non poco: abbiamo fatto sì varie soste e digressioni, ma non mi sembrava fossimo andati così lenti, nonostante la neve e il fatto che ci fossimo ripromessi di non correre troppo per darle il tempo, appunto, se non di scioglersi, di smollarsi un pò… Quando decido di ripartire, ormai solo da almeno 10 minuti, imbocco, quasi senza pensarci, la cresta, invece del sottostante sentiero; bastano pochi passi perché le le cose si facciano complicate: bisogna arrampicare, sarà pure primo grado, ma il ghiaccio è dappertutto, liscio duro e lucente, una scivolata non sarebbe senza conseguenze… Non posso però stare a riflettere troppo, mi si congelano le dita appoggiate sul ghiaccio e proseguo… Poi, lo spettacolo di cui ho parlato in premessa e, quindi, ritorno a ragionare: la cresta l’ho percorsa tutta, ma scendere direttamente sul sentiero è troppo rischioso, è uno scivolo di ghiaccio…. Torno qualche passo indietro e, aiutandomi con qualche arbusto, riesco a scendere lateralmente sul sentiero e raggiungere i miei compagni di gita, che trovo un po’ preoccupati non avendomi più visto per 20 minuti buoni, mentre io li immaginavo e, anzi, mi pareva di vederli (ma erano altri escursionisti…) gozzovigliare al Rifugio… Mi scuso e, in breve, raggiungiamo il Rifugio Argentea, dove, finalmente mangiamo e offriamo anche qualcosa a Mollie, che ha camminato di più e più velocemente di noi…
Ci dirigiamo quindi verso nord per imboccare l’Altavia in un paesaggio finlandese e giunti al Passo Pian di Lerca imbocchiamo il triangolo rosso che ci riporterà a Case Motta. La neve ci accompagnerà ancora fin sotto gli 800 metri di quota, pur essendo ormai passate le 2 e ci sorprenderemo non poco a vederla (più propriamente non vederela…) invece sciolta una volta giunti a fondovalle: l’abbiamo forse sciolta noi col nostro bruciante passaggio?
In realtà la nostra andatura è stata tutt’altro che bruciante, anche in discesa abbiamo preferito infatti una comoda passeggiata che ci ha consentito una piacevole chiacchierata tra compagni di escursione…
Link ad alcune foto nuove (molte) e vecchie (poche):
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- Lusciandro
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Finalmente le foto!!
Quoto velocemente prima d''andare a nanna ...
Per conoscere le gesta della cagnetta Molly (che qui su QZ è più famosa della cagnetta Laika dello Sputnik) sfoglia dall'inizio questo Thread, ne parlano Ramingo e Coren.
A proposito, abbiamo deciso di mandare in pensione la scala Beaufort per la misura dell'intensità del vento ed usare la nuova unità di misura: 'Uegia di Molly' [UdM]
Questa è la foto di Ramingo ed erano circa 4 UdM
Lusciandro
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Spero che almeno oggi ti sia messo i ramponisoundofsilence wrote: Due giorni di seguito nel ghiaccio, vabbè che oggi ho sbrinato il frigorifero
Eheheh, ormai t'abbiamo insinuato il virus dell'Alpinista.soundofsilence wrote: Non è esattamente quello che pensavo, quando a differenza dei miei compagni di gita, mi sono trovato, chissà perché, a percorrere la cresta di vetta, invece di passare come tutti (tracce dove sono passato io non ce n’erano proprio…) sul sentiero poco sotto
Questa è proprio bella ... e poi, visto quello che ho sbafato, potrai dire che alle tue gite vengono Cani e Porcisoundofsilence wrote: Una simpatica cagnetta, in effetti, ci seguirà, anzi ci precederà, per tutto il percorso, andata e ritorno, i miei compagni d’escursione sembrano conoscerla e la chiamano Mollie, credo abbiamo letto di lei in qualche altro ‘resoconto’ su Quotazero. Lieti per la nuova adesione e conscio che non potrò più dire che alle mie gite non viene neanche un cane
Per conoscere le gesta della cagnetta Molly (che qui su QZ è più famosa della cagnetta Laika dello Sputnik) sfoglia dall'inizio questo Thread, ne parlano Ramingo e Coren.
A proposito, abbiamo deciso di mandare in pensione la scala Beaufort per la misura dell'intensità del vento ed usare la nuova unità di misura: 'Uegia di Molly' [UdM]
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Complimenti, hai letto tutto il resoconto!!!Lusciandro wrote:Finalmente le foto!!
Quoto velocemente prima d''andare a nanna ...
E' comprensibile quindi che tu non sia riuscito a leggere altro, però un'indirizzo mail bisogna proprio che me lo dai se vuoi le foto della Mollie....
soundofsilence wrote:A proposito, se vuoi le foto tue con Mollie bisogna che mi dici dove vuoi che te le mandi...
Per non rendere troppo personale questo messaggio aggiungo qui una foto come anticipo...
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- giorgio.mazzarello
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Per tutti quanti ne avessero bisogno ecco qui la mia carta con evidenziato il bel percorso fatto da Lusciandro, Maury76, Soundofsilence.
Giorgio
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Re: Case Motta - Ponte Negrone - Monte Argentea
Grazie ; la cartina me la sono copiata, è sempre comodo avere cartine di un foglio da portarsi dietro, piuttosto che quelle tradizionali da spiegare e ripiegare, spero non ti dispiaccia...giorgio.mazzarello wrote:Per tutti quanti ne avessero bisogno ecco qui la mia carta con evidenziato il bel percorso fatto da Lusciandro, Maury76, Soundofsilence.
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