Venerdi assieme a colsub si discuteva per trovare una salita che fosse casalinga, non banale e divertente nello stesso tempo, ma non troppo lunga, sempre per non affaticare il mio povero ginocchio.
Tra le varie idee, l’ha spuntata il Dente, non quello del gigante

… ma il
Bric del Dente, da salire per la sua piacevole cresta Nord. Pur essendo dietro casa, non avevo ancora fatto il Bric del Dente, ed ora era giunto il momento di colmare questa lacuna..
panorama su Portofino

Detto e fatto, Sabato mattina si parte verso il Turchino. Lasciata l’auto alla sella del Barnè, iniziamo subito a pestare le neve, ce n’è davvero molta e soffice, al momento i ramponi non servono. Entrambi sappiamo che nonostante l’esposizione a Nord, saranno rari i tratti di crosta portante, la neve illibata inoltre testimoniava che prima di noi non era passato nessuno, avremmo dovuto batter traccia per la gioia del mio ginocchio (devo dire che ho preso subito alla lettera i consigli del dottore..

)
Sorprendentemente le giunture si sono comportate bene durante tutta la salita e pure durante la discesa, lasciandomi un senso di maggior soddisfazione, durata brevemente poiché già prima di coricarmi, ieri sera, il seccante doloretto è tornato a farmi visita.
Ma il malessere passa in secondo piano al ricordo della varietà di panorami e scenari davvero particolari, nel mezzo di un’Appennino in piena veste invernale. E anche se l’ambiente famigliare in un certo qual modo ci rassicurava, alcuni passaggi ci hanno chiesto particolare attenzione, vuoi per l’esposizione, che per il rischio di centrare buchi profondi celati dal manto nevoso.
Dolce selvaggio Appennino

uno sguardo al Piemonte

La grande quantità di neve, ha indubbiamente alzato un po’ le difficoltà, ma in condizioni invernali, si sa, tutto diventa più arduo.
un tratto di cresta

un colsub impegnato in un passaggio aereo (peccato l'immagine sia sgranata...

)

Il punto più bello è stato quello del camino. Nelle condizioni odierne, salirlo è stato davvero emozionante.
particolare in vista del camino

Nel camino, le lame di roccia erano completamente verglassate, così abbiamo deciso di estrarre la corda e fare un breve tiro, almeno uno dei due sarebbe salito in sicurezza.
Superato il camino e il masso incastrato recupero colsub e proseguiamo sotto un cielo che nel giro di pochi minuti ha mutato dall’azzurro al grigio scuro, sciorinando una bella nevicata..
il masso incastrato all'uscita dal camino

scorcio sul mare all'uscita del camino

Le lievi difficoltà di salita ora erano perfette, altro non sognavamo che una salita avventurosa in condizioni climatiche avverse, il clima preferito di Bade pensammo, ed in un certo senso non dispiaceva neppure a noi.
passaggio in cresta

bel panorama verso la Sella del Barnè

La vetta del Bric era scomparsa tra le nuvole, ma il percorso era praticamente obbligato e, per non perdere tempo, nel rimettere a posto corda e materiale, abbiamo deciso di proseguire in conserva sino alla vetta. La decisione si è rivelata utile solamente per altri due, forse tre, passaggini sulla via di cresta oltre che per aver risparmiato qualche manciata di minuti, per il resto è quasi stata d’ intralcio visti i tratti fra gli arbusti…. Piuttosto comica la progressione a gattoni ed in conserva sotto l’intricata boscaglia ad un passo dalla vetta.
Superati muri di neve, affondamenti sino alla vita, radure intricate di rami ecco apparire la sagoma della croce di vetta. Il sole fa capolino, approfittiamo di questa gentil concessione per raggiungerla, fra quegli esili raggi che subito si celano tra le nuvole lasciandoci nuovamente in mezzo alla foschia.
in vista della vetta

ultimi metri sotto la vetta

Foto di vetta e si scende….
colsub in vetta

discesa dalla cresta

Ma quando tutto attorno a te è bianco e la nebbia ti impedisce la visuale, anche sul Bric del Dente puoi sbagliare. Seguiti i bolli gialli per un tratto di discesa ad un certo punto ci accorgiamo di essere troppo bassi ed urge un veloce ripiego. Consultato il gps, ecco la conferma del fuori traccia… ripieghiamo seguendo un segnale che indica il Passo del Faiallo e raggiungiamo in breve una sella, dalla quale, per raggiungere la strada, l’unica alternativa plausibile sembrava la discesa di un canale nevoso. Così, calzati i ramponi per la pendenza e le lastre di ghiaccio sotto la neve (almeno nel ripido tratto iniziale), scendiamo per una pendenza sui 40°, sino a raggiungere l’asfalto, 1 km circa più in alto di dove abbiamo parcheggiato. Un’uscita completa sotto tutti gli aspetti, abbiamo compiuto un bel giro ad anello, con variante (non cercata) di discesa in canale.
la strada del Turchino scendendo dal canale

il canale fatto in discesa

una bella immagine della cima del Bric del Dente
