![Image](http://www.about-trentino.com/escursionismo/torri_del_vajolet.jpg)
Sono le torri del Vajolet, uno dei simboli delle dolomiti. Tre torri di pietra che si si slanciano fino a oltre 2800 metri di quota, immerse nello splendido contesto del gruppo del Catinaccio.
La prima volta che le vedetti, 3 anni fa, fu amore. Certo, un amore limitato al guardarle; come potrei mai raggiungerne la cima? manco a parlarne...
Il nostro amore per la Val di Fassa è cosa risaputa, là abbiamo ricordi e affetti che ci tengono legati molto strettamente a quel luogo. E allora, perchè non dare rinforzo a questo sentimento tentando di realizzare un sogno? Il sogno di arrivare lassù...
E così, dopo aver letto e riletto 1000 cose sulle Tre meravigliose Torri, qualcosa ha cominciato a prender vita. La via normale alla Torre Stabeler (la torre di mezzo, la più alta) è la più facile delle tre normali. Porta ai 2805 metri della vetta con 6 tiri, passaggi massimo di III+. Ma la valutazione non si limita all'abbordabile grado... Non c'è chiodatura, sono attrezzate solo le soste. Inoltre è inevitabile pensare all'esposizione pazzesca che ci sarà salendo... e le doppie per scendere?
Insomma, il solo pensiero mi fa rabbrividire, tanto da farmi passare la voglia di andarci.
Ma c'è una "soluzione". Se prendessimo una guida? Dovremmo solo pensare a goderci la salita e a non farci intimorire dall'esposizione... Certo forse non è la stessa cosa. Ma da soli proprio non si può fare. L'esperienza non è abbastanza.
E allora, via, si va.
Due mesi fa chiamo la guida che mi ha portato a fare lo sci ripido questo inverno. Mi rassicura, e mi dice che non ci saranno problemi... certo, per lui sarà come passeggiare per casa... ma per noi?
In ogni caso, le ferie arrivano, e col timore che mi divora telefono alla guida per gli ultimi accordi. Ore 7,30 viene a prenderci in albergo.
Siamo tesi, si percepisce. Ma ne io ne Claudia lo diamo a vedere. Ci diciamo che sarà bello... che sarà facile... ma in cuor nostro c'è tensione.
La notte passa, alle 5 son sveglio e non riesco più ad addormentarmi. Aspetto la sveglia... vorrei che fosse già sera. Da un lato so che sarà bellissimo... dall'altro lato vorrei aver già finito e non sentire più quella sensazione di bruciore allo stomaco... che poi a pensarci dopo, forse non ha nemmeno motivo di esistere.
Si parte, arriviamo in auto a Gardeccia, e si prosegue a piedi. Son 600 metri circa di dislivello di avvicinamento, la prima parte su facile sentiero, la seconda su sentiero scosceso e roccioso, a tratti atrezzato. La guida salendo ci dice "Valuto già dal sentiero per il rifugio se uno è in grado di salire sulla torre"...
E allora, come due bambini, cerchiamo di superare i piccoli saltini rocciosi del sentiero nel modo più elegante possibile.. mi sento stupido... ma mi viene naturale. Alle volte la mente umana è proprio strana...
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00001~59.jpg)
La sensazione di tensione si alleggerisce durante la salita... il Fabio (la guida) ci racconta delle sue vie che ha aperto in zona, e ci distrae... ma ad un certo punto, un sussulto, uno scossone: ECCOLE.
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Perchè oggi mi sembrano più ripide? più ardite? perchè le temo così tanto?? "su fatti coraggio, hai già scalato anche delle vie di IV+..." mi dico... ma non c'è verso. Ho paura.
Arriviamo al rifugio Re Alberto.
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00002~45.jpg)
La guida beve qualcosa, mentre io e Claudia cerchiamo di carpire dove possa passare la via normale...
Eccolo, esce. "prepariamoci, ed imbraghiamoci" dice. Ci siamo.
Partiamo, il sentiero di avvicinamento taglia la base delle tre torri, fino a portarsi sotto la Winkler. Da lì, una esile Cengia porta All'attacco del primo tiro. Superiamo la Cengia legandoci in conserva.
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Il primo tiro, in comune con la normale alla Winkler, ci rassicura... è molto facile, a gradoni. Già un po' esposto ma nulla di terribile... Il Fabio non vuole nemmeno la sicura, sale molto veloce e ci recupera utilizzando una corda da 70 metri ed il sistema a V.
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00006~27.jpg)
Il secondo tiro è un traverso molto estetico e non banale che attraversando il camino fra le due torri, ci porta sulla Stabeler, al cospetto del terzo tiro, il passaggio chiave. Chiamato in gergo "la candela" è un tiro di III+ molto continuo, decisamente verticale. Per fortuna, però, è poco esposto.
Il Fabio sale con eleganza e velocità, mettendo solo una fettuccia a metà tiro. Partiamo...
Il III+ è dolomitico... infatti è un III+ decisamente "pieno". Con molto rispetto affronto la "candela", e riesco a uscirne senza troppi problemi. Mi giro da Claudia, impegnata nel punto più critico:
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00007~22.jpg)
La guida della cordata che ci segue, molto gentile, le da qualche dritta. Ancora qualche sforzo ed eccola uscire con soddisfazione dal tiro:
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00008~19.jpg)
Il tiro seguente è meno impegnativo ma comincia a farsi viva l'esposizione... che raggiunge l'apice nel penultimo tiro, dove si aggira uno spigoletto e si fa un passo in leggero strapiombo, in massima esposizione. Quello fa davvero stringere le chiappe...
In uscita dal quinto tiro:
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00009~14.jpg)
In lontananza... minuscoli.. i rifugi Vajolet e Preuss... davvero impressionante la verticalità delle pareti che ti circondano, la gigantesca facciata nord-est di Punta Emma che al nostro cospetto sembra un muretto...
Ultimo tiro... si parte in spaccata fra la cima e l'anticima, poi si esce risalendo uno speroncino che porta alla vetta. Lassù ci aspetta il Fabio, soddisfatto per la salita che è andata molto bene.
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00010~11.jpg)
Claudia che esce in vetta:
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00011~8.jpg)
Ed eccoci arrivati... inutile descrivere quello che provo. Un intreccio di vari stati d'animo: Soddisfazione, gratitudine, eccitazione, angoscia per l'ardita discesa.
La vetta è composta da due lastroni di roccia larghi perlopiù un metro e mezzo. Ai due lati, si vedono le due cime delle torri vicine, e se lo sguardo ne segue i fianchi, incappa nella loro verticalità, e subito si distoglie. Guardare giù mi è quasi impossibile. Insomma, non so dove guardare. E allora guardo Claudia... sono lassù, ci sono con lei. Che sensazioni forti che sa dare la montagna..
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00013~5.jpg)
Qualche foto di rito, e ci prepariamo alla discesa. Fabio decide per l'itinerario meno esposto, che consiste in una prima doppia sul lato nord, e poi altre tre sul lato sud, passando per la forcella fra la Stabeler e la Delago.
Si parte... per fortuna la prima doppia è "tranquilla", e ci deposita su una cengia poco esposta. Un po' di facile disarrampicata e siamo su una esile cengetta che ci conduce alla forcella. Sotto di noi, la parete precipita per 500 metri.
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00014~4.jpg)
Sulla forcella la cengia si restringe ulteriormente:
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00015~3.jpg)
Da lì altre 3 adrenaliniche doppie, con tratti strapiombanti, ci conducono alla base della torre ed alla fine delle difficoltà.
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E' fatta. Ce l'abbiamo fatta!
Riscendendo verso il rifugio, è impossibile non girarsi.. e non ripensare a cosa avevamo appena realizzato... senza nascondere la nostra forte emozione che ci fa luccicare gli occhi.
Certo, con la Guida tutto è facile. Ma senza di lui non ci avrei nemmeno provato, e salendo ho avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta. Sarei tornato indietro alla base del terzo tiro, senza dubbio.
Eccoci al cospetto della nostra conquista... che ci ha regalato, oltre alla soddisfazione e alla gioia, anche una nuova amicizia nei confronti di Fabio, una persona stupenda ed incredibilmente preparata.
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10357/Image00018~0.jpg)
Che altro dire? non sono solito a lunghi racconti.. ma questa volta ci tenevo molto. Volevo rendervi partecipe delle nostre sensazioni... spero di esserci riuscito.
Grazie a Claudia per esser salita con me, per averci creduto... Grazie a Fabio, e grazie alle splendide, immortali, fiabesche Dolomiti.
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