ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Neviere
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ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Neviere
Ciao a tutti, volevo raccontarvi di un itinerario che ho fatto circa un mesetto fa.
Era già diversi mesi che, percorrendo in lungo ed in largo i vari crinali che dalla Val Bisagno salgono verso la zona dei Forti di Geova, avevo notato qualche segnalazione rossa/bianco/rossa pronta ad accogliere il n° al suo interno e qualche palina di segnalazione ancora priva del cartello. Settimana dopo settimana ho visto che piano piano i segnavia hanno accolto in nome del percorso (AQ1) e che le paline sono state completate della relativa segnalazione (mete e monti che si raggiungono con relativa quota e tempo di percorrenza), così mi sono deciso a seguire tutto il percorso dalla partenza.
Mi sveglio presto alla mattina, una frettolosa lavata di faccia, una bella colazione, qualche fetta biscottata al mio cane (Tom, che ormai mi segue in quase tutte le mie escursioni) e parto da Molassana. Seguo Via Piacenza fino a San Gottardo dove, poco prima dell’incrocio con Via Trensasco, devio a DX su Crosa dei Morchi (quota 42m - inizio dei segnavia – incrocio Via Piacenza-Via Fidenza). Procedo in salita sulla bella mulattiera prima con qualche palazzone a DX e poi tra casette, orti e vecchie fasce. Oltrepasso a DX un vecchio lavatoio e raggiungo l’Antico Acquedotto, coe imbocco a DX (quota 120m - palina indicatrice). Fino a qui il percorso è comune sia per l’andata che che per il ritorno. Proseguo per circa 250 sull’Acquedotto e poi devio a SX su sentiero in salita. Cammino su sentiero, sempre ben segnalato con bandierine sulle pietre, e mi inerpico con varie curve tra radi ulivi e lecci fino a raggiungere il Monte Pinasco (quota 312m) da dove una breve sosta mi permette di ammirare la bella visuale sulla Val Bisagno. Un sorso d’acqua per me e per Tom e proseguo in discesa, costeggiando una recinzione elettrificata, fino ad una sella (quota 299m) da dove con modesta salita guadagno la cima del Monte Trensasco (quota 413m). Un breve tratto in leggera discesa mi porta ad un prato. Tom è piuttosto agitato, ha fiutato qualcosa che non riesco a vedere. Improvvisamente mi attraversa la strada un bel cinghiale che si butta nella macchia del versante a DX. Fortunamente tengo Tom al guinzaglio, e così riesco ad impedirgli di inseguirlo. Mi è già capitato più volte che Tom, libero durante una escursione si getta alla caccia di qualche preda, sparendo per più di un’ora e costringendomi ad una sosta forzata. Riprendo a camminare e percorro la breve salita che mi separa dal Monte Bastia Sud (quota 441m), da dove la vista si apre anche sulla val Polcevera e su gran parte delle cime dell’Appennino Genovese. Da qui scendo a SX (direzione ovest) per avvicinarmi ad una casa abitata e, deviando a DX ed entrando nel bosco, per immettermi nella bella sterrata che dalla Crocera di Pino raggiunge il Valico di Trensasco (quota 385m – cartello indicatore). Imbocco lo sterrato verso SX, dove incontro anche il segnavia X rossa ed in brevissimo raggiungo il Valico di Trensasco (quota 389m – Baita del Diamante). Oltrepasso l’asfalto, imbocco la sterrata che porta al Righi, e subito dopo, lascio il segnavia FIE X rossa, che prosegue sullo sterrato, e devio a DX in salita (segnavia AQ1 e palina indicatrice). Un breve trato su sentiero in salita e guadagno un bel pianoro prativo panoramico con tanto di panchina (quota 420m). Da qui inizio un tratto di sentiero in forte pendenza con roccette e pietre tra erba e radi arbusti. Decido di lasciare Tom libero per un p’ò, che proce molto più agile di me e raggiunge velocemente il bel poggio panoramico (quota 558m) appena prima della sella est del Diamante. Da li Tom mi aspetta controllando ogni mio passo faticoso. Finalmente raggiungo il poggio (punto più alto del percorso) da dove si gode di uno stupendo panorama. Ad est in alto sopra la testa l’imponente sagoma del Forte Diamante, a sud quasi tutta la Val Bisagno, con belle viste sul Forte Ratti e Torre Quezzi e più in là sul monte Fasce, a nord sulla Val Polcevera fino al crinale Praglia-Monte Leco e ad est l’Appennino con in lontananza l’inconfondibile sagoma del Monte Antola. Qualche passo in lieve discesa e raggiungo la sella est del Diamante (quota 551 – palina segnalatrice). Da qui è possibile raggiungere il Forte Diamante lungo il crinale erboso in forte salita, ma il percorso AQ1 devia a SX in piano. Seguo i segnavia, sempre presenti e molto frequenti. Poco oltre, lungo il percorso, ho visto un escursionista con un cane così riprendo Tom al guinzaglio e procedo in piano sul bel sentiero che aggira il versante sud del Diamante. Lascio a DX due neviere (quota 539m), una delle quali è stata ben ripulita dai rovi e segnalata con un bel cartello, e raggiungo la sella ovest del Diamante (quota 555m – palina segnalatrice). Le indicazioni dicono di deviare a SX e scendere in direzione sud est. Seguo le segnalazioni e percoro il sentiero in discesa dove è presente anche il segnavia FIE triangolo pieno rosso. Lascio a DX un antico cippo di confine, sul quale è presente il segnavia triangolo pieno rosso, supero un facile salto su roccette e poi procedo in piano entrando in un rado boschetto. Qui incontro, a DX, l’altra neviera (quota 487m), che fino a poco tempo fa era come le altre, piena di rovi e vegetazione. Ora è ben ripulita, segnalata ed è anche facile vedere il rivestimento interno in pietre. Continuo in piano, esco da bosco, oltrepasso 3 tralicci abbandonati, e scendo poi fino al Passo del Giandino (quota 452m – palina indicatrice). Scendo sulla la mulattiera di quello che io chiamo “Percorso delle Farfalle” che porta all’Osteria della Baracche, e risalgo per proseguire sul crinale che scende direttamente in Val Bisagno. Oltrepasso alcuni pilastrini in cemento armato e raggiungo la sterrata pianeggiante che dal Righi porta alla Baita del Diamante (palina di segnalazione). La attraverso e proseguo in discesa seguendo in segnavia AQ1. Su sentiero tra prati con un boschetto sulla SX raggiungo la zona del metanodotto, che seguo a DX per circa 100m e che poi lascio a DX per continuare sempre lungo la linea di massima pendenza del costone est del Forte Fratello Maggiore. Sempre con il segnavia presente e ben evidente, raggiungo un tratto di crinale in piano, dove mi godo il bel panorama sulla valletta di Trensasco e sulla valletta del Fossato della Cicala, dove spicca bene evidente il tracciato dell’Antico Acquedotto. Continuo prima in leggera discesa, lasciando a DX una targa posta dal CAI (quota 200m) e poi il sentiero, aumentando la pendenza, effettua qualche tornante, inconta un rudere, e si innesta sull’Antico Acquedotto (quota 100m - palina indicatrice). Imbocco l’Acquedotto verso SX e lo seguo fedelmente, oltrepassando un ponticello in pietra, fino all’innesto sulla provinciale per Trensasco, che imbocco a SX in salita. Poco meno di 200m di asfalto e poi devio a DX su un antico ponte che supera il Rio Trensasco (quota 100m). Oltre il ponte, con qualche tornante in salita, raggiungo il tracciato dell’Acquedotto sul versante opposto della valletta, che imbocco verso DX (quota 120m). Continuo in piano, oltrepasso un guado dove il ponte è crollato, ed in breve raggiungo l’incrocio con la Crosa dei Morchi percorsa all’andata, che imbocco per tornare a San Gottardo.
Qui altre informazioni sul percorso:
http://www.webalice.it/giorgio.mazzarel ... (TREK).pdf
QUALCHE FOTO (fatte in diversi periodi):
PARTENZA DEL PERCORSO
ALLA SELLA EST DEL DIAMANTE
NEVIERA
ALLA SELLA OVEST DEL DIAMANTE
PANORAMA SU TRENSASCO
PANORAMA SU MOLINI DI TRENSASCO
PANORAMA SUL PONTE SUL FOSSATO CICALA
TARGA CAI ULE
RUDERE A QUOTA 150m
PONTE SUL RIO TRENSASCO
LA CARTINA DEL PERCORSO
E qui il link alla carta in alta definizione:
http://www.quotazero.com/album/albums/u ... rta%29.jpg
Giorgio
Era già diversi mesi che, percorrendo in lungo ed in largo i vari crinali che dalla Val Bisagno salgono verso la zona dei Forti di Geova, avevo notato qualche segnalazione rossa/bianco/rossa pronta ad accogliere il n° al suo interno e qualche palina di segnalazione ancora priva del cartello. Settimana dopo settimana ho visto che piano piano i segnavia hanno accolto in nome del percorso (AQ1) e che le paline sono state completate della relativa segnalazione (mete e monti che si raggiungono con relativa quota e tempo di percorrenza), così mi sono deciso a seguire tutto il percorso dalla partenza.
Mi sveglio presto alla mattina, una frettolosa lavata di faccia, una bella colazione, qualche fetta biscottata al mio cane (Tom, che ormai mi segue in quase tutte le mie escursioni) e parto da Molassana. Seguo Via Piacenza fino a San Gottardo dove, poco prima dell’incrocio con Via Trensasco, devio a DX su Crosa dei Morchi (quota 42m - inizio dei segnavia – incrocio Via Piacenza-Via Fidenza). Procedo in salita sulla bella mulattiera prima con qualche palazzone a DX e poi tra casette, orti e vecchie fasce. Oltrepasso a DX un vecchio lavatoio e raggiungo l’Antico Acquedotto, coe imbocco a DX (quota 120m - palina indicatrice). Fino a qui il percorso è comune sia per l’andata che che per il ritorno. Proseguo per circa 250 sull’Acquedotto e poi devio a SX su sentiero in salita. Cammino su sentiero, sempre ben segnalato con bandierine sulle pietre, e mi inerpico con varie curve tra radi ulivi e lecci fino a raggiungere il Monte Pinasco (quota 312m) da dove una breve sosta mi permette di ammirare la bella visuale sulla Val Bisagno. Un sorso d’acqua per me e per Tom e proseguo in discesa, costeggiando una recinzione elettrificata, fino ad una sella (quota 299m) da dove con modesta salita guadagno la cima del Monte Trensasco (quota 413m). Un breve tratto in leggera discesa mi porta ad un prato. Tom è piuttosto agitato, ha fiutato qualcosa che non riesco a vedere. Improvvisamente mi attraversa la strada un bel cinghiale che si butta nella macchia del versante a DX. Fortunamente tengo Tom al guinzaglio, e così riesco ad impedirgli di inseguirlo. Mi è già capitato più volte che Tom, libero durante una escursione si getta alla caccia di qualche preda, sparendo per più di un’ora e costringendomi ad una sosta forzata. Riprendo a camminare e percorro la breve salita che mi separa dal Monte Bastia Sud (quota 441m), da dove la vista si apre anche sulla val Polcevera e su gran parte delle cime dell’Appennino Genovese. Da qui scendo a SX (direzione ovest) per avvicinarmi ad una casa abitata e, deviando a DX ed entrando nel bosco, per immettermi nella bella sterrata che dalla Crocera di Pino raggiunge il Valico di Trensasco (quota 385m – cartello indicatore). Imbocco lo sterrato verso SX, dove incontro anche il segnavia X rossa ed in brevissimo raggiungo il Valico di Trensasco (quota 389m – Baita del Diamante). Oltrepasso l’asfalto, imbocco la sterrata che porta al Righi, e subito dopo, lascio il segnavia FIE X rossa, che prosegue sullo sterrato, e devio a DX in salita (segnavia AQ1 e palina indicatrice). Un breve trato su sentiero in salita e guadagno un bel pianoro prativo panoramico con tanto di panchina (quota 420m). Da qui inizio un tratto di sentiero in forte pendenza con roccette e pietre tra erba e radi arbusti. Decido di lasciare Tom libero per un p’ò, che proce molto più agile di me e raggiunge velocemente il bel poggio panoramico (quota 558m) appena prima della sella est del Diamante. Da li Tom mi aspetta controllando ogni mio passo faticoso. Finalmente raggiungo il poggio (punto più alto del percorso) da dove si gode di uno stupendo panorama. Ad est in alto sopra la testa l’imponente sagoma del Forte Diamante, a sud quasi tutta la Val Bisagno, con belle viste sul Forte Ratti e Torre Quezzi e più in là sul monte Fasce, a nord sulla Val Polcevera fino al crinale Praglia-Monte Leco e ad est l’Appennino con in lontananza l’inconfondibile sagoma del Monte Antola. Qualche passo in lieve discesa e raggiungo la sella est del Diamante (quota 551 – palina segnalatrice). Da qui è possibile raggiungere il Forte Diamante lungo il crinale erboso in forte salita, ma il percorso AQ1 devia a SX in piano. Seguo i segnavia, sempre presenti e molto frequenti. Poco oltre, lungo il percorso, ho visto un escursionista con un cane così riprendo Tom al guinzaglio e procedo in piano sul bel sentiero che aggira il versante sud del Diamante. Lascio a DX due neviere (quota 539m), una delle quali è stata ben ripulita dai rovi e segnalata con un bel cartello, e raggiungo la sella ovest del Diamante (quota 555m – palina segnalatrice). Le indicazioni dicono di deviare a SX e scendere in direzione sud est. Seguo le segnalazioni e percoro il sentiero in discesa dove è presente anche il segnavia FIE triangolo pieno rosso. Lascio a DX un antico cippo di confine, sul quale è presente il segnavia triangolo pieno rosso, supero un facile salto su roccette e poi procedo in piano entrando in un rado boschetto. Qui incontro, a DX, l’altra neviera (quota 487m), che fino a poco tempo fa era come le altre, piena di rovi e vegetazione. Ora è ben ripulita, segnalata ed è anche facile vedere il rivestimento interno in pietre. Continuo in piano, esco da bosco, oltrepasso 3 tralicci abbandonati, e scendo poi fino al Passo del Giandino (quota 452m – palina indicatrice). Scendo sulla la mulattiera di quello che io chiamo “Percorso delle Farfalle” che porta all’Osteria della Baracche, e risalgo per proseguire sul crinale che scende direttamente in Val Bisagno. Oltrepasso alcuni pilastrini in cemento armato e raggiungo la sterrata pianeggiante che dal Righi porta alla Baita del Diamante (palina di segnalazione). La attraverso e proseguo in discesa seguendo in segnavia AQ1. Su sentiero tra prati con un boschetto sulla SX raggiungo la zona del metanodotto, che seguo a DX per circa 100m e che poi lascio a DX per continuare sempre lungo la linea di massima pendenza del costone est del Forte Fratello Maggiore. Sempre con il segnavia presente e ben evidente, raggiungo un tratto di crinale in piano, dove mi godo il bel panorama sulla valletta di Trensasco e sulla valletta del Fossato della Cicala, dove spicca bene evidente il tracciato dell’Antico Acquedotto. Continuo prima in leggera discesa, lasciando a DX una targa posta dal CAI (quota 200m) e poi il sentiero, aumentando la pendenza, effettua qualche tornante, inconta un rudere, e si innesta sull’Antico Acquedotto (quota 100m - palina indicatrice). Imbocco l’Acquedotto verso SX e lo seguo fedelmente, oltrepassando un ponticello in pietra, fino all’innesto sulla provinciale per Trensasco, che imbocco a SX in salita. Poco meno di 200m di asfalto e poi devio a DX su un antico ponte che supera il Rio Trensasco (quota 100m). Oltre il ponte, con qualche tornante in salita, raggiungo il tracciato dell’Acquedotto sul versante opposto della valletta, che imbocco verso DX (quota 120m). Continuo in piano, oltrepasso un guado dove il ponte è crollato, ed in breve raggiungo l’incrocio con la Crosa dei Morchi percorsa all’andata, che imbocco per tornare a San Gottardo.
Qui altre informazioni sul percorso:
http://www.webalice.it/giorgio.mazzarel ... (TREK).pdf
QUALCHE FOTO (fatte in diversi periodi):
PARTENZA DEL PERCORSO
ALLA SELLA EST DEL DIAMANTE
NEVIERA
ALLA SELLA OVEST DEL DIAMANTE
PANORAMA SU TRENSASCO
PANORAMA SU MOLINI DI TRENSASCO
PANORAMA SUL PONTE SUL FOSSATO CICALA
TARGA CAI ULE
RUDERE A QUOTA 150m
PONTE SUL RIO TRENSASCO
LA CARTINA DEL PERCORSO
E qui il link alla carta in alta definizione:
http://www.quotazero.com/album/albums/u ... rta%29.jpg
Giorgio
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Mi sembra proprio un bel giro. Prendo nota per il prossimo autunno (sperando nel fresco).
Complimenti per l'accuratezza della relazione.
Complimenti per l'accuratezza della relazione.
- Pazzaura
- Titano di Quotazero
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Interessante, e molto preciso. Grazie!
"Se non fosse unta, non fosse focaccia." Ignota
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Bello
me lo stampo e poi me lo leggo con calma...
rientra pienamente nei parametri dei giri del nostro gruppo....
non si sa mai ...
per il 2011...
ciao
me lo stampo e poi me lo leggo con calma...
rientra pienamente nei parametri dei giri del nostro gruppo....
non si sa mai ...
per il 2011...
ciao
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- Quotazerino
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Ieri sono partito dalla chiesa di San Gottardo salendo per il sentiero AQ1 già descritto fino al colletto del Diamante attraverso passo Giandino. Da lì sono salito al forte per panoramico pranzo al sacco. Sono disceso seguendo il "triangolo rosso" attraverso Preli fino al Bisagno, risalito brevemente fino al punto di partenza. E' la seconda volta che faccio un giro intorno ai forti e devo dire che la zona è davvero bella!
«Fratell', il piano originale era in tre punti. Primo punto: rovinare le nuove generazioni, rincoglionirle con la televisione, facendoli puntare soltanto sui suord' e a fess' e il calcio finché non sono belli bolliti. Primo punto: acquisito!»
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Sono tracciati che facevo spesso durante le mie corse, il crinale che dalla "casa solitaria dopo Trensasco" (cosi' la indico io) si rinnesta sull'antico acquedotto la facevo in discesa perche' molto corribile (a parte l'ultimo tratto che e' molto ripido), ma non me lo ricordo segnato.
Invece il tratto che collega San Gottardo al passo Giandino e' molto tempo che e' segnato, ma il cartello dalla chiesa di San Gottardo indicava Forte Diamante come destinazione. Difatti io dopo il suddetto passo ho cercato il segnavia bianco rosso senza mai trovarlo, di li' al Colle Diamante ho sempre usato il triangolo rosso, vi e' anche una traccia che sale piu' a oriente, ma e' molto ripida e non e' segnata.
Invece il tratto che collega San Gottardo al passo Giandino e' molto tempo che e' segnato, ma il cartello dalla chiesa di San Gottardo indicava Forte Diamante come destinazione. Difatti io dopo il suddetto passo ho cercato il segnavia bianco rosso senza mai trovarlo, di li' al Colle Diamante ho sempre usato il triangolo rosso, vi e' anche una traccia che sale piu' a oriente, ma e' molto ripida e non e' segnata.
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- Quotazerino
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Il cartello presso San Gottardo tuttora indica il forte Diamante come destinazione. Dal Passo Giandino il segnavia bianco-rosso corre insieme al triangolo fino al colletto del Diamante, alla base degli scenografici tornanti che menano in vetta.Coren wrote:Invece il tratto che collega San Gottardo al passo Giandino e' molto tempo che e' segnato, ma il cartello dalla chiesa di San Gottardo indicava Forte Diamante come destinazione. Difatti io dopo il suddetto passo ho cercato il segnavia bianco rosso senza mai trovarlo, di li' al Colle Diamante ho sempre usato il triangolo rosso, vi e' anche una traccia che sale piu' a oriente, ma e' molto ripida e non e' segnata.
«Fratell', il piano originale era in tre punti. Primo punto: rovinare le nuove generazioni, rincoglionirle con la televisione, facendoli puntare soltanto sui suord' e a fess' e il calcio finché non sono belli bolliti. Primo punto: acquisito!»
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Può darsi che l'abbiano segnato di recente perchè all'epoca non era segnato
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Confermo: segnato di recente.
La curiosità riguardo il triangolo rosso (che pure fu segnato dalla Fie) è che non è mai comparso nella guida ufficiale.
La curiosità riguardo il triangolo rosso (che pure fu segnato dalla Fie) è che non è mai comparso nella guida ufficiale.
pace e bene
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Sulle orme di Giorgio ho fatto il giro due giorni fa, e con me stavolta c'era anche Joey, la mia labrador che ormai ha l'età (1 anno, corrispondenti a sette di un uomo) per seguirmi sui monti (per ora, però, ha un'autonomia di 4-5 ore, poi crolla di stanchezza). Dieci mesi dopo il giro di Giorgio l'itinerario è ottimo: segnalazioni precise (manca solo la palina indicatrice all'incrocio tra Crosa dei Morchi e antico acquedotto, a meno che non vi fosse fissata la freccia di legno che ora è su un muretto proprio a inizio tracciato, così come è sparita la panchina dopo la baita del Diamante), sentieri chiari, anche le neviere sono rimaste pulite.
Cai Ule ha fatto le cose per bene: la tempistica è indicata spesso su varie frecce, sulla base di pietra con la targa ora c'è anche una croce metallica. Senza forzare e con varie soste giro completo in 4 ore.
Cai Ule ha fatto le cose per bene: la tempistica è indicata spesso su varie frecce, sulla base di pietra con la targa ora c'è anche una croce metallica. Senza forzare e con varie soste giro completo in 4 ore.
pace e bene
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Allego relazione e cartina del percorso inviatami dagli amici del CAi ULE in occasione dell'escursione del 3 Maggio.
- Maury76
- Fotomodello delle vette
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Oggi non sapevo proprio che fare.....mia moglie con figlia se ne sono partite per la Sardegna ,i compari di merende vedendo il meteo previsto pessimo sulle Alpi sono scomparsi e la giornata non appare ideale per una tintarella al mare...allora che fare?
Stare in casa non se ne parla nemmeno Penso ad un percorso nelle vicinanze di casa per non fare troppi chilometri e mi viene in mente questo anello che da anni rimando...certo non e' il periodo ideale per eseguirlo ,ma meglio che niente
Con l'auto arrivo fin nei pressi della Chiesa di San Gottardo ,parcheggio e mi appresto ad iniziare la gita in Via Crosa dei Morchi.
Bene, accendo il gps e poi cerco la relazione di Giorgio Mazzarello...cerco...cerco..cerco..peccato che l'ho lasciata a casa Vabe' pazienza ,tanto mi ricordo che nella relazione c'era scritto che era tutto ottimamente segnato....
Mi incammino ,seguo la creuza
dopo poco costeggio un lavatoio e qui spariscono i segnavia ed incontro un bivio di creuze...nessuna indicazione...uffa ,vado un pò in una ,ma niente segnavia, vado nell'altra e niente segnavia...fortunatamente un cagnolino leggermente incazz.oso fa uscire di casa un signore al quale chiedo qual'e' la giusta creuza e mi indica quella di destra......ringrazio e procedo. Dopo poco arrivo all'acquedotto e pure qui direi che avrebbe dovuto esserci una palina...ma nulla...vado a caso e svolto a sinistra (in questo punto arriverò al ritorno).
Seguo l'antico acquedotto ,poi ad un certo punto bisogna scendere fino ad un ponte, che bisogna attraversare...finito il ponte ci si ritrova su asfalto e ,caso strano nessuna indicazione ne tantomeno segnavia....provo a scendere verso san gottardo ,e si rivela la scelta giusta perchè dopo poco appaiono i segnavia che mi riconducono all'acquedotto. Lo seguo in piano fino ad un cartello che indica il Forte Diamante ,allora svolto a destra e procedo su esile sentierino ,che dopo pochi metri piega a sinistra e risale un boschetto con parecchi tornantini fino al Monte Croce Pinasco.
Ora non ci si può più sbagliare, bisogna seguire il crinale....fortunatamente soffia un bel venticello che mi fa dimenticare essere il 6 di Luglio
Il crinale procede in costante salita fino a sbucare su sterrata ,che bisogna attraversare e seguire il sentierino con indicazione per il Passo Giandino e Forte Diamante.
Raggiungo il Paso Giandino e poi la Sella Ovest del Diamante.
Mi risparmio la salita al Forte che ben conosco e procedo in piano verso la Sella Est del Diamante e da questa scendo fino alla Baita del Diamante. Le indicazioni qui abbondano ed in breve raggiungo il Monte Bastia dal quale scendo per crinale toccando anche il Monte Trensasco e poi il Monte Pinasco.
Da questo con molti tornantini sbuco sull'acquedotto ed indovinate un pò?...niente indicazione Giustamente ho il gps e vedo che non lontano c'e' la traccia dell'andata ,quindi svolto a destra ed in breve ritorno sul percorso dell'andata.
In conclusione debbo dire che il percorso non mi ha entusiasmato (ma lo immaginavo) ,ma e' colpa mia perchè e' sicuramente piu' un percorso adatto all'autunno,inverno e primavera, comunque e' venuto bene per macinare qualche km e un pochino di dislivello in vista di gite più blasonate. Sono rimasto comunque fortemente deluso dalla mancanza di indicazioni su un percorso inaugurato solo 4 anni fa ,a mio giudizio ha già bisogno di una risistemata...
Qui la mia descrizione dettagliata con foto e traccia gps:
http://www.finoincima.altervista.org/An ... %20AQ1.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
E qui tutte le altre foto:
https://plus.google.com/u/0/photos/1050 ... 7294046849" onclick="window.open(this.href);return false;
Stare in casa non se ne parla nemmeno Penso ad un percorso nelle vicinanze di casa per non fare troppi chilometri e mi viene in mente questo anello che da anni rimando...certo non e' il periodo ideale per eseguirlo ,ma meglio che niente
Con l'auto arrivo fin nei pressi della Chiesa di San Gottardo ,parcheggio e mi appresto ad iniziare la gita in Via Crosa dei Morchi.
Bene, accendo il gps e poi cerco la relazione di Giorgio Mazzarello...cerco...cerco..cerco..peccato che l'ho lasciata a casa Vabe' pazienza ,tanto mi ricordo che nella relazione c'era scritto che era tutto ottimamente segnato....
Mi incammino ,seguo la creuza
dopo poco costeggio un lavatoio e qui spariscono i segnavia ed incontro un bivio di creuze...nessuna indicazione...uffa ,vado un pò in una ,ma niente segnavia, vado nell'altra e niente segnavia...fortunatamente un cagnolino leggermente incazz.oso fa uscire di casa un signore al quale chiedo qual'e' la giusta creuza e mi indica quella di destra......ringrazio e procedo. Dopo poco arrivo all'acquedotto e pure qui direi che avrebbe dovuto esserci una palina...ma nulla...vado a caso e svolto a sinistra (in questo punto arriverò al ritorno).
Seguo l'antico acquedotto ,poi ad un certo punto bisogna scendere fino ad un ponte, che bisogna attraversare...finito il ponte ci si ritrova su asfalto e ,caso strano nessuna indicazione ne tantomeno segnavia....provo a scendere verso san gottardo ,e si rivela la scelta giusta perchè dopo poco appaiono i segnavia che mi riconducono all'acquedotto. Lo seguo in piano fino ad un cartello che indica il Forte Diamante ,allora svolto a destra e procedo su esile sentierino ,che dopo pochi metri piega a sinistra e risale un boschetto con parecchi tornantini fino al Monte Croce Pinasco.
Ora non ci si può più sbagliare, bisogna seguire il crinale....fortunatamente soffia un bel venticello che mi fa dimenticare essere il 6 di Luglio
Il crinale procede in costante salita fino a sbucare su sterrata ,che bisogna attraversare e seguire il sentierino con indicazione per il Passo Giandino e Forte Diamante.
Raggiungo il Paso Giandino e poi la Sella Ovest del Diamante.
Mi risparmio la salita al Forte che ben conosco e procedo in piano verso la Sella Est del Diamante e da questa scendo fino alla Baita del Diamante. Le indicazioni qui abbondano ed in breve raggiungo il Monte Bastia dal quale scendo per crinale toccando anche il Monte Trensasco e poi il Monte Pinasco.
Da questo con molti tornantini sbuco sull'acquedotto ed indovinate un pò?...niente indicazione Giustamente ho il gps e vedo che non lontano c'e' la traccia dell'andata ,quindi svolto a destra ed in breve ritorno sul percorso dell'andata.
In conclusione debbo dire che il percorso non mi ha entusiasmato (ma lo immaginavo) ,ma e' colpa mia perchè e' sicuramente piu' un percorso adatto all'autunno,inverno e primavera, comunque e' venuto bene per macinare qualche km e un pochino di dislivello in vista di gite più blasonate. Sono rimasto comunque fortemente deluso dalla mancanza di indicazioni su un percorso inaugurato solo 4 anni fa ,a mio giudizio ha già bisogno di una risistemata...
Qui la mia descrizione dettagliata con foto e traccia gps:
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E qui tutte le altre foto:
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Sono posti che frequento molto spesso.
Nonostante l'assidua frequentazione non sono mai stata sui Monti Trensasco e Pinasco (solitamente perchè quando arrivo lì ....ne vengo dall'Alpesisa....e non sono in vena di deviazioni .....)....
Cercherò di rimediare......
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Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Beh..non e' che ti sei persa molto...più che monti sono avvallamenti del crinale ,comunque e' giusto colmare ogni lacuna montanaserena wrote:Sono posti che frequento molto spesso.
Nonostante l'assidua frequentazione non sono mai stata sui Monti Trensasco e Pinasco (solitamente perchè quando arrivo lì ....ne vengo dall'Alpesisa....e non sono in vena di deviazioni .....)....
Cercherò di rimediare......
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
magari ...quando fa un pò più fresco di così ....peròMaury76 wrote:Beh..non e' che ti sei persa molto...più che monti sono avvallamenti del crinale ,comunque e' giusto colmare ogni lacuna montanaserena wrote:Sono posti che frequento molto spesso.
Nonostante l'assidua frequentazione non sono mai stata sui Monti Trensasco e Pinasco (solitamente perchè quando arrivo lì ....ne vengo dall'Alpesisa....e non sono in vena di deviazioni .....)....
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Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Ciao Maury, ho fatto questo giro seguendo fedelmente le indicazioni di Giorgio e, quindi, rispetto a te l'ho compiuto nell'altro senso, per cui al primo bivio sono andato a destra (già allora mancava il segnavia in quel punto). Ho l'impressione che, seguendo questa direzione, i segnavia successivi risultino in generale più visibili e che, comunque, l'itinerario sia più, diciamo così, gradevole.
E' vero che non si tratta di panorami indimenticabili però ci si trova, comunque, in piena campagna poco sopra i palazzoni della Val Bisagno e non è poi così male.
Quanto alla segnaletica spero che qualcuno del Cai ci legga e vada a segnalare i bivi ingannevoli.
Ciao
E' vero che non si tratta di panorami indimenticabili però ci si trova, comunque, in piena campagna poco sopra i palazzoni della Val Bisagno e non è poi così male.
Quanto alla segnaletica spero che qualcuno del Cai ci legga e vada a segnalare i bivi ingannevoli.
Ciao
pace e bene
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Era appunto il senso che avrei voluto fare io ma non sapendo con precisione dove avrei dovuto svoltare e , non vedendo segnavia biancorossi nell'immediata destra ,mentre ne ho scorto uno subito sulla sinistra, ho svoltato a sinistra ,sperando poi di incontrare la palina col bivio...cosa invece non successa in quanto il bivio era quello...pazienza....mi sono rassegnato a farlo all'inverso...terralba wrote:Ciao Maury, ho fatto questo giro seguendo fedelmente le indicazioni di Giorgio e, quindi, rispetto a te l'ho compiuto nell'altro senso, per cui al primo bivio sono andato a destra (già allora mancava il segnavia in quel punto). Ho l'impressione che, seguendo questa direzione, i segnavia successivi risultino in generale più visibili e che, comunque, l'itinerario sia più, diciamo così, gradevole.
No no ,per carità ,non mi aspettavo molto di più....io sono di Marassi ,quindi dominare la Val Bisagno e' sempre un piacere , ma lo scrivevo prima e' colpa mia che ho eseguito questo percorso nel periodo sbagliato col meteo sbagliato...In una fresca giornata autunnale o invernale ,possibilmente tersa , o ad inizio primavera con le fioriture rigogliose ,il giudizio sul percorso sarebbe stato diverso...poi sai ,già ero di cattivo umore per gli affari miei, in più la mancanza di indicazioni ad inizio percorso mi ha un pò irritato ,se ci unisci il fatto che come un pirla ho lasciato la relazione a casa ,morale della favola ad un certo punto ho pensato di ritornarmene indietro poi sono rinsavitoterralba wrote:E' vero che non si tratta di panorami indimenticabili però ci si trova, comunque, in piena campagna poco sopra i palazzoni della Val Bisagno e non è poi così male.
Ecco speriamolo va'.....terralba wrote:Quanto alla segnaletica spero che qualcuno del Cai ci legga e vada a segnalare i bivi ingannevoli.
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Sabato 12 gennaio mi ritaglio una mattinata libera e provo questo interessante anellino quasi a KM zero ... , ma pure a gradi zero , visto che questa è la temperatura alle 8,30 a San Gottardo ... Per evitare il gelo ritardo la partenza di un quarto d'ora , rintanandomi in un bar , e poi inizio il mio giro in senso orario .
Imbocco Via Fossato Cicala ( ma si può salire anche dalla Chiesa ) e svolto subito a destra sulla ripida scalinata di Salita della Liggia . In breve sono sull' Acquedotto Storico , che attraverso innestandomi sulla mulattiera di fronte . Seguendo i segnavia biancorossi , lascio subito il tracciato imboccando una scaletta in pietra a sinistra , che si inerpica ripida tra i cespugli e conduce in pochi minuti sul crinale , raggiungendo la cima del Monte Croce di Pinasco .
Da lì , ormai al sole , si continua sulla dorsale , tra la macchia mediterranea , con un sentiero impossibile da sbagliare . La mia destinazione è il Forte Diamante , proprio davanti a me .
Salendo seguendo le tacche un po' sbiadite , spunta a sinistra il Forte Puin
e poi si interseca per un tratto di crinale il tracciato del gasdotto .
Arrivo ad incontrare la sterrata che dal Righi porta a Trensasco , la attraverso e continuo dritto seguendo le frecce biancorosse . Poco dopo sono al Passo Gandino ed anche qui lo attraverso proseguendo dritto sul crinale . Giungo così ad una malconcia neviera
e continuo nel boschetto arrivando quasi sotto la sella del Diamante .
Non mi rimane che salire sino al forte , tagliando i numerosi tornanti .
La giornata è bella e calda , adesso . Il forte è sempre più malconcio , con un sacco di transenne che dovrebbero impedire l'accesso ai curiosi ma che in sostanza servono a poco . Anzi , l'ingresso principale non è nemmeno chiuso e si potrebbe entrare all'interno ... I panorami dalla cima sono notevoli , anche se verso sud est il sole impedisce foto decenti .
Come da itinerario , scendo verso Trensasco
raggiungendo la Baita del Diamante , e poi da Via dell'Acquedotto , seguendo sempre i segnavia biancorossi , risalgo il crinale sino all' anonimo Monte Bastia .
Da qui la dorsale scende verso San Gottardo , ed è parecchio frequentata dai ciclisti che si lanciano in picchiata ... Attento a non farmi centrare , ogni tanto lancio un' occhiata a i bei panorami circostanti ,
raggiungo l'anonimo Monte Trensasco
e lungo il bel sentiero di crinale
arrivo sull' ambita vetta del Monte Pinasco , dove sosto in ardimentoso atteggiamento di conquista !
Intersecando un paio di piste per MTB , la discesa continua verso la Val Bisagno
sino ad incrociare l' Acquedotto Storico . Lo seguo a destra per 2 o 300 metri
sino a raggiungere un sentiero che scende a sinistra e si innesta nella Crosa dei Morchi , dove , all'altezza delle prime case , trovo un bel lavatoio antico , con tanto di pesci rossi ...
Da lì si arriva rapidamente nel centro di San Gottardo , a pochi metri dalla chiesa , e si chiude così l' anello .
Gitarella piacevole , se fatta in giornate come questa , tiepide e senza vento . Dovrebbero essere quasi 10 km per 750 metri di dislivello complessivo . Diciamo che tre o quattro ore possono essere anche sufficienti , a seconda del passo e delle soste , ma con calma è meglio ...
Imbocco Via Fossato Cicala ( ma si può salire anche dalla Chiesa ) e svolto subito a destra sulla ripida scalinata di Salita della Liggia . In breve sono sull' Acquedotto Storico , che attraverso innestandomi sulla mulattiera di fronte . Seguendo i segnavia biancorossi , lascio subito il tracciato imboccando una scaletta in pietra a sinistra , che si inerpica ripida tra i cespugli e conduce in pochi minuti sul crinale , raggiungendo la cima del Monte Croce di Pinasco .
Da lì , ormai al sole , si continua sulla dorsale , tra la macchia mediterranea , con un sentiero impossibile da sbagliare . La mia destinazione è il Forte Diamante , proprio davanti a me .
Salendo seguendo le tacche un po' sbiadite , spunta a sinistra il Forte Puin
e poi si interseca per un tratto di crinale il tracciato del gasdotto .
Arrivo ad incontrare la sterrata che dal Righi porta a Trensasco , la attraverso e continuo dritto seguendo le frecce biancorosse . Poco dopo sono al Passo Gandino ed anche qui lo attraverso proseguendo dritto sul crinale . Giungo così ad una malconcia neviera
e continuo nel boschetto arrivando quasi sotto la sella del Diamante .
Non mi rimane che salire sino al forte , tagliando i numerosi tornanti .
La giornata è bella e calda , adesso . Il forte è sempre più malconcio , con un sacco di transenne che dovrebbero impedire l'accesso ai curiosi ma che in sostanza servono a poco . Anzi , l'ingresso principale non è nemmeno chiuso e si potrebbe entrare all'interno ... I panorami dalla cima sono notevoli , anche se verso sud est il sole impedisce foto decenti .
Come da itinerario , scendo verso Trensasco
raggiungendo la Baita del Diamante , e poi da Via dell'Acquedotto , seguendo sempre i segnavia biancorossi , risalgo il crinale sino all' anonimo Monte Bastia .
Da qui la dorsale scende verso San Gottardo , ed è parecchio frequentata dai ciclisti che si lanciano in picchiata ... Attento a non farmi centrare , ogni tanto lancio un' occhiata a i bei panorami circostanti ,
raggiungo l'anonimo Monte Trensasco
e lungo il bel sentiero di crinale
arrivo sull' ambita vetta del Monte Pinasco , dove sosto in ardimentoso atteggiamento di conquista !
Intersecando un paio di piste per MTB , la discesa continua verso la Val Bisagno
sino ad incrociare l' Acquedotto Storico . Lo seguo a destra per 2 o 300 metri
sino a raggiungere un sentiero che scende a sinistra e si innesta nella Crosa dei Morchi , dove , all'altezza delle prime case , trovo un bel lavatoio antico , con tanto di pesci rossi ...
Da lì si arriva rapidamente nel centro di San Gottardo , a pochi metri dalla chiesa , e si chiude così l' anello .
Gitarella piacevole , se fatta in giornate come questa , tiepide e senza vento . Dovrebbero essere quasi 10 km per 750 metri di dislivello complessivo . Diciamo che tre o quattro ore possono essere anche sufficienti , a seconda del passo e delle soste , ma con calma è meglio ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Mi manca...
prima o poi...
prima o poi...
Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
locontim wrote:Mi manca...
prima o poi...
Niente di eccezionale , ma nelle giornate giuste ne vale la pena ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Sul mio sito la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ggiore.htm
Sabato 14-11-2020: Staglieno (35) – Chiesa di Staglieno (90) – Sentiero Acquedotto (90-140) – Ponte Sifone sul Geirato (140-130) – Sentiero Acquedotto (130-150) – Abbazia San Siro (165) – Via alla Chiesa di San Siro di Struppa (165-150) – Sentiero Acquedotto (150-130) – Ponte Sifone sul Geirato (130-140) – Sentiero Acquedotto (140-130) – Monte Pinasco (335) – Monte Trensasco (440) – Monte Bastia (465) – Valico Trensasco (390) – Monte Croce di Pinasco (210) – Sentiero Acquedotto (100-90) – Chiesa di Staglieno (90) – Staglieno (35).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 26,5 Km. circa.
Dislivello: 600 m. circa.
Difficoltà: tutto E, tranne un breve tratto in corrispondenza dell’attraversamento del torrente Trensasco, dove una frana costringe ad una variante un po’ stretta e a cui si accede con una scaletta in ferro appoggiata, e tranne l’attraversamento del Ponte Sifone, estremamente scivoloso (attrezzato anche con cavi metallici nel tratto più insidioso) e che richiede di uscirne ed entrarne tramite alcune staffe.
Percorso in macchina: si parte dal parcheggio più a nord tra quelli relativi al cimitero di Staglieno, praticametne all’estremità nord ovest dello stesso. Parcheggio che si raggiunge prendendo a sinistra al primo bivio all’uscita dell’autostrada e, quindi, ancora a sinistra, pochi metri dopo, al secondo bivio. Si giunge così ad un semaforo, dove prendiamo ancora a sinistra, proseguiamo per 300 metri, e giriamo a sinistra, in corrispondenza di un altro semaforo, sul primo ponte disponibile sul Bisagno. Alla fine del ponte giriamo quindi a destra e quindi a sinistra per parcheggiare nell’ultimo parcheggio di fronte all’evidente Cimitero di Staglieno.
Percorso a piedi: Usciamo dal parcheggio verso monte e subito incrociamo via delle Gavette, che imbocchiamo verso sinistra e, in pochi metri, giungiamo ad una curva a destra della strada, dove inizia una scalinata in mattoni rossi (cartello indicante il percorso dell’acquedotto), che imbocchiamo in salita. La scalinata sbuca quindi su asfalto in corrispondenza della Chiesa San Bartolomeo di Staglieno, dove prendiamo a sinistra e quindi subito a destra, sul fianco della Chiesa, imboccando così il classico percorso dell’acquedotto, su stretto viottolo cementato e pianeggiante, che caratterizza la maggior parte del percorso. Seguiamo quindi il viottolo passando prima sotto il viadotto dell’autostrada e poi a fianco della Garitta del Dazio (come da cartello), quindi un primo breve ponte sul Rio Figallo e poi uno decisamente più lungo ed interessante, al termine del quale sbuchiamo sull’asfalto di Via Lodi. Percorriamo quindi qualche metro di via Lodi, per riprendere quindi a sinistra il viottolo cementato dell’acquedotto, come da cartello, salendo alcuni gradini. Il sentiero quindi continua sempre in piano ed attraversiamo poi una serie di brevi ponti, fino a giungere ad uno in corrispondenza di un evidente tornante, si tratta del ponte sul Rio Cicala. Qui è possibile proseguire a sinistra del rio, sempre su viottolo cementato, ma indubbiamente più stretto e meno bene conservato. Imbocchiamo quindi tale viottolo\sentiero che in 80 metri si esaurisce nel letto del torrente, nel quale è possibile proseguire per altrettanti metri fino ad un bel laghetto con cascata che sbarra il proseguimento del percorso. Torniamo quindi sui nostri passi al ponte sul Rio Cicala e riprendiamo a seguire il sentiero dell’acquedotto. 800 Metri dopo il ponte, notiamo a sinistra, segnalato da cartello, il sentiero AQ1, che seguiremo al ritorno e, quindi, dopo altri 800 metri, sbuchiamo su asfalto sulla Sp80 di Trensasco, che imbocchiamo in salita verso sinistra. Percorriamo quindi la provinciale per circa 150 metri e prendiamo poi a destra al primo bivio su un ponte (cartello sentiero acquedotto). Saliamo quindi su alcune scalette e giunti in breve in cima, prendiamo a destra, per arrivare in breve ad un punto in cui il tracciato è franato in corrispondenza dell’attraversamento del torrente Trensasco. Qui una scaletta ci consente di scendere ad un sentierino sottostante poco più di un metro e seguirlo fino a riimetterci sul sentiero dell’Acquedotto. Proseguendo notiamo quindi a sinistra un nuovo bivio per il sentiero AQ1 che imboccheremo al ritorno, sbucando poi sull’asfalto della strada diretta a Pino Soprano. Qui attraversiamo la strada, imboccando Viale di Pino Sottano, sul quale proseguiamo pochi metri, per seguire quindi a destra il cartello marron del sentiero dell’Acquedotto. Passiamo quindi sulla sinistra di una grande campo di calcio e troviamo sulla destra il cartello indicante il ponte Sifone sul Geirato, in corrispondenza di un cancello. Il cancello in questione dovrebbe venire aperto ogni secondo sabato del mese, ma, nonostante fosse il giorno giusto, io l’ho trovato chiuso. In ogni caso un’apertura nello stesso consente comunque di accedervi ed iniziare la discesa assai scivolosa, da effettuare con prudenza. Dopo la prima parte in discesa se ne affronta una in piano, per poi risalire sull’altro versante, passando, ad un certo punto, sotto un basso cavalcavia della strada soprastante. Qui, sulla destra, alcune staffe permettono di risalire alla strada ed abbandonare il ponte, che proseguirebbe invece ancora per una cinquantina di metri, dove però troveremmo un altro cancello, stavolta non superabile se chiuso. Risalita quindi sulla strada, la imbocchiamo sulla sinistra (in riferimento alla direzione in cui abbiamo percorso il ponte) e la percorriamo per circa 80 metri, per prendere quindi a destra dove troviamo anche un nuovo cartello del sentiero. In 50 metri sbuchiamo quindi in via alle Brughe, che imbocchiamo verso destra, passando quindi davanti al cancello che chiude l’uscita del Ponte Sifone. Continuiamo quindi passando sotto la Chiesa di Santa Maria Assunta prima e ad un cimitero poi, per continuare ancora fino a giungere sull’asfalto di via di Creto, in corrispondenza di un tornante, che imbocchiamo in salita verso sinistra, per girare quindi ancora a sinistra in salita Bertora, con la quale sbuchiamo davanti all’Abbazia di San Siro di Struppa. Qui imbocchiamo a sinistra via alla Chiesa di San Siro che seguiamo fino ad un incrocio, dove continuiamo sulla strada asfaltata di centro (che è comunque sempre Via alla Chiesa di San Siro) e continuiamo quindi fin dove la strada termina e notimao sulla destra una scalinata in salita, mentre noi prendimao a sinistra in discesa Salita Superiore Ca’ Baghini che, in breve, ci riporta sul percorso dell’andata. Seguiamo quindi il percorso dell’andata ripercorrendo il Ponte Sifone e giungendo quindi al primo bivio AQ1, che imbocchiamo verso destra. Saliamo quindi seguendo gli abbondanti segnavia biancorossi per giungere dunque sulla Cima del primo monte, il Monte Pinasco, poi al Monte Trensasco, dove troviamo anche cartelli esplicativi delle fortificazioni un tempo ivi presenti. Dal Trensasco saliamo quindi al Bastia, dal quale scendiamo seguendo sempre il sentiero segnato e le indicazioni per Forte Diamante e Neviera. In breve giungiamo su una stradina asfaltata pianeggiante, che seguiamo verso sinistra e raggiungiamo quindi, in poco meno di 300 metri, la sp80 in corrispondenza del Valico di Trensasco. Qui attraversiamo la strada e imbocchiamo la sterrata che passa davanti alla Baita del Forte Diamante, ignorando a destra il sentiero per il predetto Forte, continuiamo in piano lungamente sulla sterrata. Dopo 1,8 Km. troviamo, chiaramente segnalato sulla sinistra, il bivio per il sentiero AQ1, che imbocchiamo in ripida discesa. Il nuovo sentiero scende poi meno ripidamente fino a raggiungere la croce e l’altarino che indicano la sommità del Monte Croce di Pinasco, dal quale la discesa si fa più ripida e si raggiunge in breve il sentiero dell’Acquedotto che, da qui, seguiamo a ritroso sul percorso dell’andata fino alla macchina.
Conclusioni: giro non proprio rispondente ai miei gusti, in quanto preferisco indubbiamente le bellezze naturali a quelle di valore storico-architettonico, ma comunque abbastanza interessante perché pemette di sentirsi fuori dalla città e osservarla dall’alto senza di fatto mai uscirne. Il passaggio per i monti al ritorno rende il giro un po’ più di ampio respiro, ma può essere evitato se si vuole abbreviare, come può essere invece allungato e reso più interessante salendo al vicino Forte Diamante. Da ultimo potrebbe essere interessante allungare un pochetto il percorso partendo da Via delle Ginestre per attraversare anche il Ponte Sifone sul Veilino oltre quello del Geirato già compreso nel mio percorso.
Cartello ad inizio sentiero
Scalinata alla Chiesa di Staglieno
Antico lavatoio salendo a Chiesa Staglieno
Croce in cimitero Staglieno dalla Chiesa
Inizio sentiero dell'Acquedotto presso Chiesa Staglieno
Chiesa Staglieno guardando indietro da sentiero Acquedotto
Garitta del dazio
Ponte di Preli andandovi
Ponte di Preli
Panchina su sentiero Acquedotto
Parte sterrata in sentiero Acquedotto
Costruzione dipinta in sentiero Acquedotto
Ponte andando verso Rio Cicala guardando indietro
Sentiero Acquedotto andando verso Rio Cicala guardando indietro
Altro ponte andando verso Rio Cicala
Ponte sul Rio Cicala
Cascatella e laghetto in Rio Cicala
Laghetto in Rio Cicala
Rio Cicala con cascatelle
Laghetto finale Rio Cicala
Laghetto finale Rio Cicala più da vicino
Cascata e laghetto finale Rio Cicala vista verticale
Rio Cicala tornando a Sentiero Acquedotto
Ponte su Rio Cicala guardando indietro
Sentiero Acquedotto in versante sinistro Val Cicala
Condotta sotterranea in Sentiero Acquedotto
Scaletta per evitare frana Rio Trensasco in Sentiero Acquedotto
Ponte crollato sul Rio Trensasco
Targa ad inizio Ponte Sifone
Cancello Ponte Sifone su Geirato
Inizio Ponte Sifone
Parte finale discesa in Ponte Sifone
Tubi in Ponte Sifone
Salita in Ponte Sifone
Staffe per uscire da Ponte Sifone
Chiesa Santa Maria Assunta di Molassana
Abbazia San Siro di Struppa
2 Pecore su sentiero acquedotto
Discesa in ponte Sifone
Discesa in ponte Sifone ancora più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Verso la risalita in Ponte Sifone
Valbisagno da sentiero AQ1
Forte Diamante salendo al Monte Pinasco
erie di crinali in Valbisagno salendo al Monte Trensasco
Fossili Elmintoidi salendo al Monte Trensasco
Forte Diamante andando al Monte Bastia
Vetta Monte Bastia e Forte Diamante
Bivio per sentiero AQ1 da sterrata sotto i forti
Valbisagno e Forte Ratti scendendo verso Acquedotto
Monte Croce di Pinasco con Forte Ratti sullo sfondo
Valbisagno da Monte Croce di Pinasco
Sentiero Acquedotto in Val Cicala con Forte Diamante sullo sfondo
Sabato 14-11-2020: Staglieno (35) – Chiesa di Staglieno (90) – Sentiero Acquedotto (90-140) – Ponte Sifone sul Geirato (140-130) – Sentiero Acquedotto (130-150) – Abbazia San Siro (165) – Via alla Chiesa di San Siro di Struppa (165-150) – Sentiero Acquedotto (150-130) – Ponte Sifone sul Geirato (130-140) – Sentiero Acquedotto (140-130) – Monte Pinasco (335) – Monte Trensasco (440) – Monte Bastia (465) – Valico Trensasco (390) – Monte Croce di Pinasco (210) – Sentiero Acquedotto (100-90) – Chiesa di Staglieno (90) – Staglieno (35).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 26,5 Km. circa.
Dislivello: 600 m. circa.
Difficoltà: tutto E, tranne un breve tratto in corrispondenza dell’attraversamento del torrente Trensasco, dove una frana costringe ad una variante un po’ stretta e a cui si accede con una scaletta in ferro appoggiata, e tranne l’attraversamento del Ponte Sifone, estremamente scivoloso (attrezzato anche con cavi metallici nel tratto più insidioso) e che richiede di uscirne ed entrarne tramite alcune staffe.
Percorso in macchina: si parte dal parcheggio più a nord tra quelli relativi al cimitero di Staglieno, praticametne all’estremità nord ovest dello stesso. Parcheggio che si raggiunge prendendo a sinistra al primo bivio all’uscita dell’autostrada e, quindi, ancora a sinistra, pochi metri dopo, al secondo bivio. Si giunge così ad un semaforo, dove prendiamo ancora a sinistra, proseguiamo per 300 metri, e giriamo a sinistra, in corrispondenza di un altro semaforo, sul primo ponte disponibile sul Bisagno. Alla fine del ponte giriamo quindi a destra e quindi a sinistra per parcheggiare nell’ultimo parcheggio di fronte all’evidente Cimitero di Staglieno.
Percorso a piedi: Usciamo dal parcheggio verso monte e subito incrociamo via delle Gavette, che imbocchiamo verso sinistra e, in pochi metri, giungiamo ad una curva a destra della strada, dove inizia una scalinata in mattoni rossi (cartello indicante il percorso dell’acquedotto), che imbocchiamo in salita. La scalinata sbuca quindi su asfalto in corrispondenza della Chiesa San Bartolomeo di Staglieno, dove prendiamo a sinistra e quindi subito a destra, sul fianco della Chiesa, imboccando così il classico percorso dell’acquedotto, su stretto viottolo cementato e pianeggiante, che caratterizza la maggior parte del percorso. Seguiamo quindi il viottolo passando prima sotto il viadotto dell’autostrada e poi a fianco della Garitta del Dazio (come da cartello), quindi un primo breve ponte sul Rio Figallo e poi uno decisamente più lungo ed interessante, al termine del quale sbuchiamo sull’asfalto di Via Lodi. Percorriamo quindi qualche metro di via Lodi, per riprendere quindi a sinistra il viottolo cementato dell’acquedotto, come da cartello, salendo alcuni gradini. Il sentiero quindi continua sempre in piano ed attraversiamo poi una serie di brevi ponti, fino a giungere ad uno in corrispondenza di un evidente tornante, si tratta del ponte sul Rio Cicala. Qui è possibile proseguire a sinistra del rio, sempre su viottolo cementato, ma indubbiamente più stretto e meno bene conservato. Imbocchiamo quindi tale viottolo\sentiero che in 80 metri si esaurisce nel letto del torrente, nel quale è possibile proseguire per altrettanti metri fino ad un bel laghetto con cascata che sbarra il proseguimento del percorso. Torniamo quindi sui nostri passi al ponte sul Rio Cicala e riprendiamo a seguire il sentiero dell’acquedotto. 800 Metri dopo il ponte, notiamo a sinistra, segnalato da cartello, il sentiero AQ1, che seguiremo al ritorno e, quindi, dopo altri 800 metri, sbuchiamo su asfalto sulla Sp80 di Trensasco, che imbocchiamo in salita verso sinistra. Percorriamo quindi la provinciale per circa 150 metri e prendiamo poi a destra al primo bivio su un ponte (cartello sentiero acquedotto). Saliamo quindi su alcune scalette e giunti in breve in cima, prendiamo a destra, per arrivare in breve ad un punto in cui il tracciato è franato in corrispondenza dell’attraversamento del torrente Trensasco. Qui una scaletta ci consente di scendere ad un sentierino sottostante poco più di un metro e seguirlo fino a riimetterci sul sentiero dell’Acquedotto. Proseguendo notiamo quindi a sinistra un nuovo bivio per il sentiero AQ1 che imboccheremo al ritorno, sbucando poi sull’asfalto della strada diretta a Pino Soprano. Qui attraversiamo la strada, imboccando Viale di Pino Sottano, sul quale proseguiamo pochi metri, per seguire quindi a destra il cartello marron del sentiero dell’Acquedotto. Passiamo quindi sulla sinistra di una grande campo di calcio e troviamo sulla destra il cartello indicante il ponte Sifone sul Geirato, in corrispondenza di un cancello. Il cancello in questione dovrebbe venire aperto ogni secondo sabato del mese, ma, nonostante fosse il giorno giusto, io l’ho trovato chiuso. In ogni caso un’apertura nello stesso consente comunque di accedervi ed iniziare la discesa assai scivolosa, da effettuare con prudenza. Dopo la prima parte in discesa se ne affronta una in piano, per poi risalire sull’altro versante, passando, ad un certo punto, sotto un basso cavalcavia della strada soprastante. Qui, sulla destra, alcune staffe permettono di risalire alla strada ed abbandonare il ponte, che proseguirebbe invece ancora per una cinquantina di metri, dove però troveremmo un altro cancello, stavolta non superabile se chiuso. Risalita quindi sulla strada, la imbocchiamo sulla sinistra (in riferimento alla direzione in cui abbiamo percorso il ponte) e la percorriamo per circa 80 metri, per prendere quindi a destra dove troviamo anche un nuovo cartello del sentiero. In 50 metri sbuchiamo quindi in via alle Brughe, che imbocchiamo verso destra, passando quindi davanti al cancello che chiude l’uscita del Ponte Sifone. Continuiamo quindi passando sotto la Chiesa di Santa Maria Assunta prima e ad un cimitero poi, per continuare ancora fino a giungere sull’asfalto di via di Creto, in corrispondenza di un tornante, che imbocchiamo in salita verso sinistra, per girare quindi ancora a sinistra in salita Bertora, con la quale sbuchiamo davanti all’Abbazia di San Siro di Struppa. Qui imbocchiamo a sinistra via alla Chiesa di San Siro che seguiamo fino ad un incrocio, dove continuiamo sulla strada asfaltata di centro (che è comunque sempre Via alla Chiesa di San Siro) e continuiamo quindi fin dove la strada termina e notimao sulla destra una scalinata in salita, mentre noi prendimao a sinistra in discesa Salita Superiore Ca’ Baghini che, in breve, ci riporta sul percorso dell’andata. Seguiamo quindi il percorso dell’andata ripercorrendo il Ponte Sifone e giungendo quindi al primo bivio AQ1, che imbocchiamo verso destra. Saliamo quindi seguendo gli abbondanti segnavia biancorossi per giungere dunque sulla Cima del primo monte, il Monte Pinasco, poi al Monte Trensasco, dove troviamo anche cartelli esplicativi delle fortificazioni un tempo ivi presenti. Dal Trensasco saliamo quindi al Bastia, dal quale scendiamo seguendo sempre il sentiero segnato e le indicazioni per Forte Diamante e Neviera. In breve giungiamo su una stradina asfaltata pianeggiante, che seguiamo verso sinistra e raggiungiamo quindi, in poco meno di 300 metri, la sp80 in corrispondenza del Valico di Trensasco. Qui attraversiamo la strada e imbocchiamo la sterrata che passa davanti alla Baita del Forte Diamante, ignorando a destra il sentiero per il predetto Forte, continuiamo in piano lungamente sulla sterrata. Dopo 1,8 Km. troviamo, chiaramente segnalato sulla sinistra, il bivio per il sentiero AQ1, che imbocchiamo in ripida discesa. Il nuovo sentiero scende poi meno ripidamente fino a raggiungere la croce e l’altarino che indicano la sommità del Monte Croce di Pinasco, dal quale la discesa si fa più ripida e si raggiunge in breve il sentiero dell’Acquedotto che, da qui, seguiamo a ritroso sul percorso dell’andata fino alla macchina.
Conclusioni: giro non proprio rispondente ai miei gusti, in quanto preferisco indubbiamente le bellezze naturali a quelle di valore storico-architettonico, ma comunque abbastanza interessante perché pemette di sentirsi fuori dalla città e osservarla dall’alto senza di fatto mai uscirne. Il passaggio per i monti al ritorno rende il giro un po’ più di ampio respiro, ma può essere evitato se si vuole abbreviare, come può essere invece allungato e reso più interessante salendo al vicino Forte Diamante. Da ultimo potrebbe essere interessante allungare un pochetto il percorso partendo da Via delle Ginestre per attraversare anche il Ponte Sifone sul Veilino oltre quello del Geirato già compreso nel mio percorso.
Cartello ad inizio sentiero
Scalinata alla Chiesa di Staglieno
Antico lavatoio salendo a Chiesa Staglieno
Croce in cimitero Staglieno dalla Chiesa
Inizio sentiero dell'Acquedotto presso Chiesa Staglieno
Chiesa Staglieno guardando indietro da sentiero Acquedotto
Garitta del dazio
Ponte di Preli andandovi
Ponte di Preli
Panchina su sentiero Acquedotto
Parte sterrata in sentiero Acquedotto
Costruzione dipinta in sentiero Acquedotto
Ponte andando verso Rio Cicala guardando indietro
Sentiero Acquedotto andando verso Rio Cicala guardando indietro
Altro ponte andando verso Rio Cicala
Ponte sul Rio Cicala
Cascatella e laghetto in Rio Cicala
Laghetto in Rio Cicala
Rio Cicala con cascatelle
Laghetto finale Rio Cicala
Laghetto finale Rio Cicala più da vicino
Cascata e laghetto finale Rio Cicala vista verticale
Rio Cicala tornando a Sentiero Acquedotto
Ponte su Rio Cicala guardando indietro
Sentiero Acquedotto in versante sinistro Val Cicala
Condotta sotterranea in Sentiero Acquedotto
Scaletta per evitare frana Rio Trensasco in Sentiero Acquedotto
Ponte crollato sul Rio Trensasco
Targa ad inizio Ponte Sifone
Cancello Ponte Sifone su Geirato
Inizio Ponte Sifone
Parte finale discesa in Ponte Sifone
Tubi in Ponte Sifone
Salita in Ponte Sifone
Staffe per uscire da Ponte Sifone
Chiesa Santa Maria Assunta di Molassana
Abbazia San Siro di Struppa
2 Pecore su sentiero acquedotto
Discesa in ponte Sifone
Discesa in ponte Sifone ancora più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Bocche di Leone rosa in Ponte Sifone più da vicino
Verso la risalita in Ponte Sifone
Valbisagno da sentiero AQ1
Forte Diamante salendo al Monte Pinasco
erie di crinali in Valbisagno salendo al Monte Trensasco
Fossili Elmintoidi salendo al Monte Trensasco
Forte Diamante andando al Monte Bastia
Vetta Monte Bastia e Forte Diamante
Bivio per sentiero AQ1 da sterrata sotto i forti
Valbisagno e Forte Ratti scendendo verso Acquedotto
Monte Croce di Pinasco con Forte Ratti sullo sfondo
Valbisagno da Monte Croce di Pinasco
Sentiero Acquedotto in Val Cicala con Forte Diamante sullo sfondo
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Bello....tra l'altro io non ho neanche mai fatto né il giro dei Forti, né quello dell'acquedotto, pensa come sono messo....
...il link alla traccia GPS è sbagliato
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...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: ANELLO AQ1 – dall'Acquedotto della Val Bisagno alle Nevi
Ecco il link corretto alla pagina del mio sito:
http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... edotto.htm
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