Cù du Mundu in salita
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Cù du Mundu in salita
La settimana scorsa sono tornato a risalire il Cù du Mundu con Francesco.
Avvertiti da Giorgio che l'aveva percorso sei mesi fa, ci siamo portati forbicioni e seghetto, perché Giorgio ci aveva parlato di alberi caduti e spine ovunque...
In effetti l'ultima alluvione e l'abbandono quasi totale del percorso hanno fatto un po' di danni, ma per chi vuol giocare all'avventura (Indiana Jones quando c'erano le spine chiedeva la controfigura?) il posto è ideale.
Con tutta calma, tagliando un po' di spine e qualche ramo fastidioso, studiando il percorso dove i segnavia tendevano a scomparire, e facendo qualche variante, ci siamo comunque divertiti: sarebbe bello bendare uno che abita a Cogoleto o Arenzano, portarlo lì dopo un po' di giri in elicottero e poi dirgli: dove siamo? Se non è un escursionista o alpinista locale, penserà sicuramente che l'abbiamo portato nella giungla a migliaia di chilometri di distanza...
Noi l'abbiamo salito senza usare la corda, ma richiede comunque molta attenzione: non è certo una gita escursionistica, è molto più vicino a una salita alpinistica PD ... nella giungla amazzonica...
Re: Cù du Mundu in salita
grandi un diversi anni fa l' avevo salita con Goretti che faceva da capocordata, poi non sono mai riuscito più a convincere nessuno.
Re: Cù du Mundu in salita
è una delle varie cose che vorrei fare!delorenzi wrote:grandi un diversi anni fa l' avevo salita con Goretti che faceva da capocordata, poi non sono mai riuscito più a convincere nessuno.
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
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Re: Cù du Mundu in salita
fantastico il Cù du Mundu
...montagna vissuta,tempo per respirare... (Reinhard Karl)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
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Re: Cù du Mundu in salita
Tanti anni fà volevo andarci perchè dalle descrizioni mi sembrava una bella avventura e dalle foto sembra proprio che lo sia!
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Cù du Mundu in salita
Lo ègecko wrote:Tanti anni fà volevo andarci perchè dalle descrizioni mi sembrava una bella avventura e dalle foto sembra proprio che lo sia!
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Re: Cù du Mundu in salita
quotomazzysan wrote:Lo ègecko wrote:Tanti anni fà volevo andarci perchè dalle descrizioni mi sembrava una bella avventura e dalle foto sembra proprio che lo sia!
Namaste
"Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via"
Tenzin Gyatso (Dalai Lama)
Tibet libero!!!
"...ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti (Wanda Rutkiewicz)
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Re: Cù du Mundu in salita
Ci vorrebbe qualche anima buona che si prendesse la briga di andare al tagliare un po' di rami e spine e a rinfrescare le frecce bianche. Se no, giustamente, rimane un'avventura a tutto tondo: magari invece del machete si portano i forbicioni (che fa un po' meno Indiana Jones ma evita spiacevoli tagli di gambe o braccia in caso di uso maldestro...). Noi con tutta calma tagliando un po' di spine e cespugli, ci siamo comunque divertiti.
Re: Cù du Mundu in salita
Frecce bianche NO per favore..........
Se uno cerca l'"avventura" le frecce non servono............
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Belin !
Re: Cù du Mundu in salita
granpasso wrote:Frecce bianche NO per favore..........
Se uno cerca l'"avventura" le frecce non servono............
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Re: Cù du Mundu in salita
posso immaginare????scinty wrote:granpasso wrote:Frecce bianche NO per favore..........
Se uno cerca l'"avventura" le frecce non servono............
Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
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Re: Cù du Mundu in salita
Guarda che le frecce bianche ci sono sempre state, almeno per il primo trattogranpasso wrote:Frecce bianche NO per favore..........
Se uno cerca l'"avventura" le frecce non servono............
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Re: Cù du Mundu in salita
I segnavia bianchi li aveva messi il vecchio Goretti, seguendo un percorso un po' contorto ma suggestivo e non troppo difficile. Senza segnavia su di lì o ti cacci nei guai o nella giungla. Ora molti sono sbiaditi o nascosti dall'erba e dalle foglie. E' comunque un'avventura anche con i vecchi segnavia: provare per credere...
Re: Cù du Mundu in salita
scinty wrote:granpasso wrote:Frecce bianche NO per favore..........
Se uno cerca l'"avventura" le frecce non servono............
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: Cù du Mundu in salita
Lo sò benissmo..............delorenzi wrote:Guarda che le frecce bianche ci sono sempre state, almeno per il primo trattogranpasso wrote:Frecce bianche NO per favore..........
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Re: Cù du Mundu in salita
perchè non organizzarsi come "quotazero"? Si potrebbe così risistemare un percorso rimasto un po' in abbandono e pubblicizzarlo grazie al forum.andreaparodi wrote:Ci vorrebbe qualche anima buona che si prendesse la briga di andare al tagliare un po' di rami e spine e a rinfrescare le frecce bianche. Se no, giustamente, rimane un'avventura a tutto tondo: magari invece del machete si portano i forbicioni (che fa un po' meno Indiana Jones ma evita spiacevoli tagli di gambe o braccia in caso di uso maldestro...). Noi con tutta calma tagliando un po' di spine e cespugli, ci siamo comunque divertiti.
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Re: Cù du Mundu in salita
E' una delle salite che mi riprometto i fare da tanti anni.....ed è un'occasione per ricordare Goretti, che ho conosciuto e frequentato al CAI di Sampierdarena....un grande, uomo e alpinista.....una "scuola" di tecnica, di semplicità e modestia....e tante storie che ti facevano capire come andare in montagna senza tante "belinate": "cosa ti eri portato da mangiare al Cervino?" ....."in cima ho mangiato un po' di polpo bollito del giorno prima..." (ovviamente in genovese...)....altro che barrette.....
L'alpinismo è l'uomo che va incontro alla montagna.... (Patrick Berhault)
Re: Cù du Mundu in salita
verissimo, anche io come detto ho avuto il piacere di conoscere ed arrampicare con Goretti, e quella del polpo bollito la avevo sentito da un amico comune.louis wrote:E' una delle salite che mi riprometto i fare da tanti anni.....ed è un'occasione per ricordare Goretti, che ho conosciuto e frequentato al CAI di Sampierdarena....un grande, uomo e alpinista.....una "scuola" di tecnica, di semplicità e modestia....e tante storie che ti facevano capire come andare in montagna senza tante "belinate": "cosa ti eri portato da mangiare al Cervino?" ....."in cima ho mangiato un po' di polpo bollito del giorno prima..." (ovviamente in genovese...)....altro che barrette.....
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Re: Cù du Mundu in salita
Per me, se qualcuno decide di andare a pulire il Cù di Mundu (ma non fraintendete: niente carta igienica, servono forbicioni e seghetti...) io posso aggregarmi e portare anche la vernice per rinfrescare i bolli bianchi: solo che forse è meglio aspettare il prossimo autunno, perché con la primavera, lì arrivano vipere e zecche...
Re: Cù du Mundu in salita
Da quando diversi anni fà (almeno 7-8), ho sentito parlare per la prima volta di questa forra, anche grazie al pittoresco nome, ho sempre pensato... "prima o poi ci vado".
Finalmente qualche giorno fà mi sono deciso, dopo un primo tentativo fallito, di ritornare e percorrere tutta la gola.
L' arrampicata non è tanta, ma è resa difficoltosa dalla vegetazione rigogliosa e pungente, comunque, con tutta calma ho ripulito tutto il possibile con i forbicioni , rendendo il percorso un pà più godibile.
Con il primo tentativo insieme ad amici, ci eravamo fermati sopra il primo guado, per poi risalire un canalino fino al sentiero dell' ingegnere. Il primo tentativo mi ha reso per fortuna un pò più semplice, grazie al lavoro di pulizia, percorrere la prima parte, quella con meno arrampicata se vogliamo, ma il grosso del lavoro e anche del divertimento mi aspettava nella seconda.
L' ambiente è davvero spettacolare e selvaggio, non umido e tetro come mi aspettavo, anzi al contrario, nella gola, quasi sempre al sole perlomeno in questa stagione, c'era una piacevole arietta fresca che non ha fatto pesare i 22°. Forse esagero, ma secondo me fino a fine aprile si può ancora fare. Resta comunque un itinerario per chi ama i luoghi selvaggi e un pò di avventura.
Di foto ne ho fatte, vedrò cosa posso fare, magari meglio una relazioncina.
Saluti, Ste
Finalmente qualche giorno fà mi sono deciso, dopo un primo tentativo fallito, di ritornare e percorrere tutta la gola.
L' arrampicata non è tanta, ma è resa difficoltosa dalla vegetazione rigogliosa e pungente, comunque, con tutta calma ho ripulito tutto il possibile con i forbicioni , rendendo il percorso un pà più godibile.
Con il primo tentativo insieme ad amici, ci eravamo fermati sopra il primo guado, per poi risalire un canalino fino al sentiero dell' ingegnere. Il primo tentativo mi ha reso per fortuna un pò più semplice, grazie al lavoro di pulizia, percorrere la prima parte, quella con meno arrampicata se vogliamo, ma il grosso del lavoro e anche del divertimento mi aspettava nella seconda.
L' ambiente è davvero spettacolare e selvaggio, non umido e tetro come mi aspettavo, anzi al contrario, nella gola, quasi sempre al sole perlomeno in questa stagione, c'era una piacevole arietta fresca che non ha fatto pesare i 22°. Forse esagero, ma secondo me fino a fine aprile si può ancora fare. Resta comunque un itinerario per chi ama i luoghi selvaggi e un pò di avventura.
Di foto ne ho fatte, vedrò cosa posso fare, magari meglio una relazioncina.
Saluti, Ste
Re: Cù du Mundu in salita
Non si pensi male... mi sono accorto solo dopo aver riletto che c'è un doppio senso.
Va beh...
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Re: Cù du Mundu in salita
Bravo. Dopo il 2011 ci sono tornato anche io, due volte (ovviamente con forbicioni e una anche con il seghetto).
La seconda volta ci avevamo addirittura fatto una gita del nostro gruppo (I Geki) con otto-nove partecipanti. Per farli salire con una certa sicurezza abbiamo adottato il sistema delle corde fisse-mobili: salivo io per primo e piazzavo una fissa, mentre l'ultimo toglieva la più bassa e saliva velocemente a portarmela...
La seconda volta ci avevamo addirittura fatto una gita del nostro gruppo (I Geki) con otto-nove partecipanti. Per farli salire con una certa sicurezza abbiamo adottato il sistema delle corde fisse-mobili: salivo io per primo e piazzavo una fissa, mentre l'ultimo toglieva la più bassa e saliva velocemente a portarmela...
andreaparodi
Re: Cù du Mundu in salita
Ciao... si, con i miei amici avevo utilizzato anch'io una corda come corrimano, mercoledi ero solo e ho potuto fare prima.
Volevo chiederti se le catenelle ai chiodi e la catena nella paretina finale, sono una cosa storica o e un'aggiunta fatta negli ultimi 10 anni?
Quando ne ho parlato a mio padre non si ricordava!
Saluti, Ste
Volevo chiederti se le catenelle ai chiodi e la catena nella paretina finale, sono una cosa storica o e un'aggiunta fatta negli ultimi 10 anni?
Quando ne ho parlato a mio padre non si ricordava!
Saluti, Ste
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Re: Cù du Mundu in salita
Li aveva messi Goretti quando aveva individuato e segnalato il percorso, se ben ricordo intorno alla metà degli anni Ottanta...
andreaparodi
- soundofsilence
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Re: Cù du Mundu in salita
Sabato 14 Ottobre 2017: Case Motta (90) – Cian da Nave (100) – Ponte Negrone (170) – Cu du Mundu (270) – Ponte Negrone (170) – Cian da Nave (100) – Case Motta (90).
Partecipanti: Stefs e soundofsilence.
Lunghezza: 9 Km. circa.
Dislivello: 500 m. circa.
Difficoltà: EE la variante da Cian da Nave fino a dove si riimmette sul sentiero segnato, PD il sentiero lungo il Cu du Mundu, sempre molto ripido, a tratti esposto e con vari tratti di arrampicata tra il II e il III grado dove gli appigli e gli appoggi scarseggiano abbastanza e spesso ci si trova ad usare l’erba o, preferibilmente, alberi e radici. Presente anche una discesa di una ventina di metri da fare in doppia.
Tutto il resto E.
Percorso in macchina: da Genova ad Arenzano in autostrada A10, quindi si prende a destra e dopo neanche 500 metri si lascia l’Aurelia per prendere a destra via Pian Masino. Passando quindi a sinistra di una zona industriale continuiamo su via Val Lerone, dove parcheggiamo al primo tornante.
Percorso a piedi: imbocchiamo la , per un tratto asfaltata, che si diparte dal tornante, quindi, dopo circa 500 metri in cui costeggiamo a sinistra il torrente Lerone, giungiamo ad una zona prativa denominata Cian da Nave, dove possiamo prendere una variante non segnalata sulla sinistra (sinceramente non lo consiglio il percorso è infrascato e non sempre chiaro e non aggiunge niente panroramicamente all’escursione); seguendo la variante suddetta si percorrono circa 800 metri paralleli al torrente, per poi svoltare bruscamente a destra, prima in salita e poin discesa fino ad un guado, da dove, piegando a destra, ci riimmettiamo sul sentiero segnato abbandonato a Cian da Nave. Imbocchiamo quindi il sentiero segnato verso sinistra in salita ed ignoriamo il vicino bivio a destra per il Lago della Tina, giungendo così in breve a Ponte Negrone. Subito dopo il ponte proseguiamo a destra sul sentiero dell’ingegnere, che sale parallelo e a destra del Torrente Negrone. Dopo poco più di 450 metri passiamo sulla sinistra del Torrente e dopo ulteriori 150 (a quota 270 circa), lasciamo il sentiero segnato per dirigerci a destra verso il Rio Cu du Mundu, che qui confluisce nel Negrone. Seguito per neanche 50 metri il nuovo torrente sulla sponda destra (sinistra orografica) ci troviamo la strada sbarrata dalla spettacolare forra che dà il nome al torrente; qui occorre rimontare il ripido pendio a destra, proprio sul ciglio a strapiombo sul torrente, seguendo macchie bianche che indicano la via. La prima parte è molto ripida, in alcuni punti esposta e con qualche passaggio scomodo, ma direi che siamo ancora nell’escursionismo, anche se sul limite. Scesi poi nuovamente al torrente in corrispondenza di un’altra forra molto bella, dobbiamo di nuovo risalire il pendio a destra, stavolta ancora più ripido e interrotto da vari saltini decisamente alpinistici, con passaggi di II e III grado. Si procede poi più facilmente, ma non troppo, sempre seguendo i segnavia bianchi. Giungiamo quindi ad una discesa molto ripida di una ventina di metri dove si può approntare una corda doppia sfruttando un qualche albero. Giungiamo quindi nuovamente al torrente, che seguiamo per qualche metro verso destra e, quindi, lo guadiamo ritrovando i segni bianchi lungo una parete di erba e rocce sulla sinistra del torrente, decisamente impegnativa. Ci si immette quindi in un canalino a sinistra, molto ripido e scivoloso, e così facendo abbandoniamo la seconda parte della risalita del Cu du Mundu, che, magari, mi riservo per un’altra volta. Il terreno resta comunque impegnativo e occorre continuare a salire assai ripidamente verso ovest per intercettare infine il sentiero dell’Ingegnere, che imbocchiamo verso destra. In breve giungiamo quindi a guadare il Torrente (nel punto dove finisce la seconda parte dell’itinerario alpinistico del Cu du Mundu). Continuiamo quindi sul sentiero segnato che, dopo neanche 200 metri dal guado, inizia a scendere e giunge quindi ad una panchina. Dalla panchina iniziamo a scendere a tornanti, dopo i quali, ci ritroviamo in breve al punto in cui, all’andata, abbiamo lasciato il sentiero per imboccare il Cu du Mundu; proseguiamo quindi dritti lungo il sentiero segnato ripercorrendolo a ritroso fino al punto in cui ci siamo immessi dalla variante all’andata, continuando poi dritti ancora sul sentiero segnato, per ritornare quindi a Cian da Nave e raggiungere il parcheggio sul sentiero dell’andata.
Conclusioni: itinerario che non si può definire escursionistico, ma neanche meramente alpinistico, perché alle difficoltà alpinistiche aggiunge quelle di una simil esplorazione nella “giungla” e quelle di un terreno spesso precario e scivoloso. A parte le emozioni che a qualcuno possono dare queste difficoltà, la selvaggia e assai incassata gola del Cu du Mundu, merita sicuramente una visita, magari anche nella parte alta, dove mi dicono ci sono molte più cascate.
Cian da Nave
2 Pietre miliari su variante per Ponte Negrone
Laghetto guadando il Lerone
Laghetti Lerone dal Ponte Negrone
Inizio Cu du Mundu più da lontano col flash
Giungla e parete Cu du Mundu
Seconda forra Cu du Mundu vista verticale
Seconda forra Cu du Mundu vista verticale
Seconda forra Cu du Mundu
Seconda forra Cu du Mundu
Seconda forra Cu du Mundu più da vicino
Seconda forra Cu du Mundu più da vicino vista verticale
Cascata in seconda forra Cu du Mundu
Seconda forra Cu du Mundu più da vicino
Seconda forra Cu du Mundu da dentro
Stefs in salita e parete strapiombante Cu du Mundu
Parete e acqua Cu du Mundu
Discesa in doppia al Cu du Mundu
Guado per seconda parte Cu du Mundu
Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu vista verticale
Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu
Parte bassa Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu
Arrampicata su rocce ed erba in seconda parte Cu du Mundu
Rocche del Lago tornando verso Case Motta
Inizio Cu du Mundu col flash
Inizio Cu du Mundu più da vicino
Inizio Cu du Mundu
Inizio Cu du Mundu col flash
Torrente ad inizio Cu du Mundu
Inizio Cu du Mundu col flash
Laghetti Lerone da Ponte Negrone
Laghetti Lerone da Ponte Negrone più da vicino
Laghetti Lerone da Ponte Negrone più da lontano
Ponte storto sul Lerone tornando a Cian da Nave
Partecipanti: Stefs e soundofsilence.
Lunghezza: 9 Km. circa.
Dislivello: 500 m. circa.
Difficoltà: EE la variante da Cian da Nave fino a dove si riimmette sul sentiero segnato, PD il sentiero lungo il Cu du Mundu, sempre molto ripido, a tratti esposto e con vari tratti di arrampicata tra il II e il III grado dove gli appigli e gli appoggi scarseggiano abbastanza e spesso ci si trova ad usare l’erba o, preferibilmente, alberi e radici. Presente anche una discesa di una ventina di metri da fare in doppia.
Tutto il resto E.
Percorso in macchina: da Genova ad Arenzano in autostrada A10, quindi si prende a destra e dopo neanche 500 metri si lascia l’Aurelia per prendere a destra via Pian Masino. Passando quindi a sinistra di una zona industriale continuiamo su via Val Lerone, dove parcheggiamo al primo tornante.
Percorso a piedi: imbocchiamo la , per un tratto asfaltata, che si diparte dal tornante, quindi, dopo circa 500 metri in cui costeggiamo a sinistra il torrente Lerone, giungiamo ad una zona prativa denominata Cian da Nave, dove possiamo prendere una variante non segnalata sulla sinistra (sinceramente non lo consiglio il percorso è infrascato e non sempre chiaro e non aggiunge niente panroramicamente all’escursione); seguendo la variante suddetta si percorrono circa 800 metri paralleli al torrente, per poi svoltare bruscamente a destra, prima in salita e poin discesa fino ad un guado, da dove, piegando a destra, ci riimmettiamo sul sentiero segnato abbandonato a Cian da Nave. Imbocchiamo quindi il sentiero segnato verso sinistra in salita ed ignoriamo il vicino bivio a destra per il Lago della Tina, giungendo così in breve a Ponte Negrone. Subito dopo il ponte proseguiamo a destra sul sentiero dell’ingegnere, che sale parallelo e a destra del Torrente Negrone. Dopo poco più di 450 metri passiamo sulla sinistra del Torrente e dopo ulteriori 150 (a quota 270 circa), lasciamo il sentiero segnato per dirigerci a destra verso il Rio Cu du Mundu, che qui confluisce nel Negrone. Seguito per neanche 50 metri il nuovo torrente sulla sponda destra (sinistra orografica) ci troviamo la strada sbarrata dalla spettacolare forra che dà il nome al torrente; qui occorre rimontare il ripido pendio a destra, proprio sul ciglio a strapiombo sul torrente, seguendo macchie bianche che indicano la via. La prima parte è molto ripida, in alcuni punti esposta e con qualche passaggio scomodo, ma direi che siamo ancora nell’escursionismo, anche se sul limite. Scesi poi nuovamente al torrente in corrispondenza di un’altra forra molto bella, dobbiamo di nuovo risalire il pendio a destra, stavolta ancora più ripido e interrotto da vari saltini decisamente alpinistici, con passaggi di II e III grado. Si procede poi più facilmente, ma non troppo, sempre seguendo i segnavia bianchi. Giungiamo quindi ad una discesa molto ripida di una ventina di metri dove si può approntare una corda doppia sfruttando un qualche albero. Giungiamo quindi nuovamente al torrente, che seguiamo per qualche metro verso destra e, quindi, lo guadiamo ritrovando i segni bianchi lungo una parete di erba e rocce sulla sinistra del torrente, decisamente impegnativa. Ci si immette quindi in un canalino a sinistra, molto ripido e scivoloso, e così facendo abbandoniamo la seconda parte della risalita del Cu du Mundu, che, magari, mi riservo per un’altra volta. Il terreno resta comunque impegnativo e occorre continuare a salire assai ripidamente verso ovest per intercettare infine il sentiero dell’Ingegnere, che imbocchiamo verso destra. In breve giungiamo quindi a guadare il Torrente (nel punto dove finisce la seconda parte dell’itinerario alpinistico del Cu du Mundu). Continuiamo quindi sul sentiero segnato che, dopo neanche 200 metri dal guado, inizia a scendere e giunge quindi ad una panchina. Dalla panchina iniziamo a scendere a tornanti, dopo i quali, ci ritroviamo in breve al punto in cui, all’andata, abbiamo lasciato il sentiero per imboccare il Cu du Mundu; proseguiamo quindi dritti lungo il sentiero segnato ripercorrendolo a ritroso fino al punto in cui ci siamo immessi dalla variante all’andata, continuando poi dritti ancora sul sentiero segnato, per ritornare quindi a Cian da Nave e raggiungere il parcheggio sul sentiero dell’andata.
Conclusioni: itinerario che non si può definire escursionistico, ma neanche meramente alpinistico, perché alle difficoltà alpinistiche aggiunge quelle di una simil esplorazione nella “giungla” e quelle di un terreno spesso precario e scivoloso. A parte le emozioni che a qualcuno possono dare queste difficoltà, la selvaggia e assai incassata gola del Cu du Mundu, merita sicuramente una visita, magari anche nella parte alta, dove mi dicono ci sono molte più cascate.
Cian da Nave
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Laghetto guadando il Lerone
Laghetti Lerone dal Ponte Negrone
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Seconda forra Cu du Mundu vista verticale
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Seconda forra Cu du Mundu
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Parete e acqua Cu du Mundu
Discesa in doppia al Cu du Mundu
Guado per seconda parte Cu du Mundu
Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu vista verticale
Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu
Parte bassa Cascata prima di seconda parte Cu du Mundu
Arrampicata su rocce ed erba in seconda parte Cu du Mundu
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Laghetti Lerone da Ponte Negrone più da vicino
Laghetti Lerone da Ponte Negrone più da lontano
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Imagine there's no countries.
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Re: Cù du Mundu in salita
A breve vorrei tornarci! Probabilmente per trovarlo più infestato di prima