Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
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Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Sabato 22 ottobre 2011: Viozene (1260) – Monte Rotondo (2495) – Bric Conoia (2521) – Cima delle Roccate (2476) – Pizzo d’Ormea (2476) – Sella Revelli (2000) – Bivacco Cavarero (2180) – Colletto Revelli (2309) – Bocchin dell’Aseo (2292) – Viozene (1260)
Partecipanti: Aldo51 – Em – Granpasso – Soundofsilence.
Lunghezza: 21,7 Km.
Dislivello: 2140 circa.
Difficoltà: direi che il percorso potrebbe pure essere definito E, anche se, forse, siamo al limite dell’EE: vere e proprie difficoltà non ce ne sono, le principali potrebbero essere di orientamento, specie in caso di nebbia, cosa molto frequente, tra l’altro, da queste parti, condizione in cui sarebbe meglio non affrontare un percorso del genere. In caso di bel tempo il percorso di cresta è abbastanza intuitivo e, anche dove il sentiero non è molto evidente, o non c’è per niente, non ci sono grossissimi problemi, si tratta comunque di un ambiente di alta, seppur non altissima, montagna dove le condizioni meteo e del percorso possono renderne assai più difficile la percorrenza, quindi credo, a parte la classificazione, che sia adatto sicuramente più ad escursionisti con consolidata esperienza di montagna, e anche ben allenati dato il dislivello complessivo assai elevato, che all’escursionista medio.
Percorso in macchina: da Genova con l’A10 fino a Savona, dove si prende la Savona-Torino fino a Ceva. Da ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si parcheggia di fronte a una chiesa/cappella sulla strada principale, dove sono presenti numerosi posti macchina e anche cartelli indicatori dei sentieri.
Percorso a piedi: Dal parcheggio si prende in salita a fianco alla Capella e quindi si prende a destra attraversando il Paese (fonte sul percorso). Usciti dal paese, a un bivio, si prende a sinistra e si continua fino a giungere al Pian di Rosso, ampio ripiano prativo dove sulla nostra sinistra sorge il Rifugio Mongioie. Per risparmiare un poco di strada si evita di andare al rifugio (anche qui è presente una fontana) e si prosegue dritti sul sentiero segnato per il Bocchin dell’Aseo. 300 metri circa prima di giungere al Bocchino una incerta traccia sulla destra (comunque abbastanza segnata) si dirige verso nord-est, per poi, dopo 150 metri circa piegare decisamente a sud con una curva a destra. Ci troviamo così sul versante ovest del Monte Rotondo, alla cui vetta si può arrivare facilmente, però senza traccia e senza percorso obbligato, con una breve risalita di un centinaio di metri circa. A sud della vetta si intuisce la profonda e enorme dolina chiamata ‘Il Profondo’, a sinistra della quale si notano 2 file parallele di doline molto più piccole. Si scende quindi dal Monte Rotondo dirigendosi direttamente verso la grande dolina, giunti sul bordo della quale se ne può compiere il giro, per poi continuare, dal bordo ovest della stessa, e seguendo ometti e tacche rosse, verso l’evidente cima del Bric Conoia. Si giunge prima ad un’anticima e, poco dopo alla vetta. Da qui, per cresta, si scende ripidamente all’ampia insellatura sottostante, per poi risalire verso l’antistante e meno ripida Cima delle Roccate; qui la traccia si fa abbastanza evanescente o, comunque, è facile perderla, ma è semplice comunque arrivare in vetta seguendo, più o meno, il filo di cresta, a patto ci siano buone condizioni di visibilità. Dalla vetta ancora una discesa all’insellatura successiva e quindi risalita verso il Pizzo d’Ormea; qui noi abbiamo seguito la cresta, ma non il sentiero che forse passava più a destra o forse è semplicemente poco evidente: unica traccia che abbiamo incontrato è un ometto di pietra in corrispondenza della sella subito prima del cono sommitale del Pizzo, che sta comunqe a indicare il punto in cui si imbocca la traccia in discesa verso il Pian Revelli. La risalita verso la cima è forse la parte più difficile e esposta (molto poco comunque) della giornata, causa anche la mancanza di traccia, qualche roccetta di troppo nei dintorni e la ripidità del percorso, non servono però le mani e non è niente di che in condizioni normali, basta un minimo di attenzione nel scegliere il percorso migliore. Dalla vetta si ridiscende brevemente alla selletta sottostante e, in corrispondenza dell’ometto di cui ho parlato prima, si prende a destra, in discesa; subito il percorso non è per niente evidente (nessuna traccia e nessuna segnalazione, almeno noi non ne abbiamo viste), però dirigendosi leggermente verso destra, dopo non molto si scorge una traccia un poco più in basso e sulla destra e cominciano pure i segnavia. Si segue quindi la traccia senza problemi fino ad arrivare ad un colletto dove si incontra un quadrivio: dritti si va alla Cima Ruscarina, a destra si scende al Lago del Pizzo (visibile e non distintissimo, si potrebbe anche pensare di scendervi, anche se comporterebbe almeno un centinaio di metri di risalita al ritorno) e a sinistra, si scende al Pian Revelli; prendiamo quindi a sinistra fino a giungere all’ampio ripiano prativo; lo si attraversa verso ovest superando un piccolo risalto (sarebbe la Sella Revelli), qualche decina di metri più alto, che porta a un secondo e più vasto ripiano prativo, dove sulla sinistra, raggiungibile con un breve fuori traccia è presente un lago. Nell’attraversamento di questo secondo prato i segnavia e la traccia si perdono un po’, conviene comunque tenersi sulla destra per evitare il terreno molle e umido al centro del prato, e, in effetti, ci accorgiamo poi che la traccia passa ancora più a destra. Attraversato il prato si riinizia a salire per raggiungere il Bivacco Cavarero e una pozza d’acqua appena sopra questo; si continua quindi in salita sul sentiero segnato fino a raggiungere il Colletto Revelli; si scende quindi leggermente sull’altro versante e poi si traversa in piano verso il già visibile Bocchin dell’Aseo; un breve tratto in salita e si giunge quindi al Bocchino, dal quale si scende fino al bivio imboccato all’andata per andare al Monte Rotondo e si ritorna quindi per la stessa via fino a Viozene.
Racconto: Dopo un Venerdì pre-gita veramente intenso ed emozionante, con più colpi di scena di un film giallo, risoltosi (provvisoriamente) alle 22 con sole 2 vittime (Maury e Lusciandro), mi chiedo che bisogno abbiamo poi di fare la gita davvero, la parte più interessante e impegnativa è sicuramente mettersi d’accordo….
Almeno così penso andando a dormire, sperando di sognare la soluzione agli ultimi piccoli insignificanti dettagli da sistemare, tipo la meta dell’escursione, ma il giorno seguente saprà invece sorprendermi con altrettanti interessanti accadimenti…
Si inizia subito bene con il cellulare che mi squilla alle 5,00, proprio nel momento in cui rientro in camera da letto, perché ho dimenticato di prendere il fazzoletto: è Granpasso, a cui si è rotta la Vespa nel tentativo di giungere al luogo dell’appuntamento e pare intenzionato ad ignorare questo chiarissimo segno premonitore…
Scappo quindi veloce di casa prima che mia moglie si svegli del tutto e, subito, ci pensa Enrico a completare l’opera, che, chissà perché, invece del mio numero di cellulare, ha quello di mia moglie, telefonandole preoccupato che la mia sveglia funzioni come quella di Maury quando lo costringiamo a fare un gita che non gli piace a sufficienza…
Stasera sarà meglio che rientri molto tardi, forse mia moglie avrà sonno, spero si addormenti presto….
Giungo quindi all’appuntamento di Sampierdarena con il consueto quarto d’ora accademico di ritardo, Granpasso, appiedato e, forse anche grazie al buio, si rassegna a salire con noi, così pure fa Aldo51, anch’egli rimasto evidentemente senza altre risorse per rivolgersi all’ultima spiaggia escursionistica rappresentata dal gruppo ‘Gite nel finesettimana’ (nome opportunamente cambiato per restare nel vago e non far capire con chi si ha a che fare…)
Anche la rassegnazione ha però un limite e Granpasso, appena salito, pone subito precise condizioni: la gita deve essere la più lunga possibile…
Perfetto, devo solo conciliare questa comprensibile esigenza da skyrunner con quelle altrettanto comprensibili di Aldo51, che ha appena ripreso a camminare, dopo infortunio, la settimana scorsa, proprio con me, ed essendo sopravvissuto (almeno lui, lo stesso non si può dire di Arietina anch’essa rientrante infortunio la settimana scorsa, ma io sono comunque orgoglioso della mia percentuale del 50% di successi….) ha deciso di ritentare la sorte sperando in una gita che gli permetta un graduale recupero ed allenamento….
Decido così che la cosa migliore per lui sia concentrare l’allenamento di un mese in una gita sola, se sopravvive ne avrà sicuramente dei benefici….
L’importante però è curare il lato psicologico, quindi, oltre al canonico e consueto: “Non ti preoccupare questa è l’ultima salita”, ripetuto per tutta la gita, riesco brillantemente a convincerlo che l’escursione che aveva fatto la scorsa settimana era decisamente più corta dati i 24 Km di sviluppo (in realtà lui ne aveva fatto 22,5, essendo che ero andato a prenderlo con la macchina, ma l’importante è, come detto, il lato psicologico….), contro i 22 di quella di oggi e che, aumentare il dislivello di soli 1000 metri a gita, rientra in un ragionato programma di graduale recupero fisico…
D’altronde Granpasso mi ripete più volte durante il viaggio in macchina che non è mai venuto con noi, non tanto per le nostre stravaganti e folkloristiche personalità, ma perché temeva facessimo gite troppo corte, dopo le prime 10 ore di gita non lo ripeterà più….
Riuscito così a soddisfare brillantemente le esigenze di tutti, pure Enrico, infatti, dopo essersi scolato un litro di vino sul Pizzo d’Ormea, si dirà soddisfatto della gita, anche io devo dire ho avuto occasione di togliermi le mie meritate soddisfazioni: essere testimone della nascita di un innovativo sport di montagna non è cosa di tutti i giorni, e, da sincero amante della montagna quale sono, è un sollievo vedere i giovani avere nuove e brillanti idee per favorire la frequentazione di queste ambiente stupendo, tanto che ancora adesso mentre lo scrivo sono profondamente emozionato…
Dalla vetta del Pizzo d’Ormea vediamo infatti arrivare quelli che un occhio non attento avrebbe potuto pure scambiare per 2 normali escursionisti, senza riconoscerne il genio innovatore: i 2 si fermano, come per riposarsi, giunti sul pianoro che precede il cono terminale, e poi, piano piano, si avvicinano al loro grande obiettivo, ne fanno il giro con ammirazione e rispetto, quindi si fermano a mangiare sotto la sua potente ala protettiva. Certe volte i più grandi ideali sono lì a portata di mano e non li vediamo, altri magari sono lì e neanche li vorremmo vedere, proprio come il grande ripetitore bianco sotto la cima del Pizzo…
I due vi si sdraiano sotto, forse per prendere due raggi e, quindi, soddisfatti tornano a valle…
I più grandi geni suscitano però sempre, oltre all’ammirazione, anche un po’ di invidia e patetici tentativi di imitazione, così, subito, Enrico e Aldo mi fanno notare in lontananza le pale Eoliche al Colle San Bernardo di Garessio…
Anch’io, in fondo, in fondo, mi chiedo come ho fatto a non pensarci, non sono forse l’inventore del torrentismo senz’acqua e della salita ai monti dalla valle dove non ci sono?
Ma più di tutto posso dire: sì, io c’ero e ho visto l’alba di una nuova era in montagna, quella dei collezionisti di ripetitori…
Conclusioni: Gita effettuata in condizioni perfette: uno spettacolo della natura la nebbia sul versante nord che ci ha accompagnato per tutta l’andata, per lasciarci giusto al ritorno quando avremmo dovuto attraversarla, scoprendoci, tra l’altro, alberi e erba ricamati di ghiaccio…
Sicuramente una delle più belle gite dell’anno che, nelle condizioni in cui l’abbiamo effettuata merita sicuramente 5 stelle, ma che, obiettivamente, in condizioni normali, penso possa fermarsi a 4, a meno che non si completi il giro, come per un po’ abbiamo anche ipotizzato (finche Aldo non se ne accorto), aggiungendo la salita alla Brignola e quindi il ritorno per il Bocchino delle Scaglie, il che gliene farebbe meritare 5 comunque….
Limitandoci a quanto abbiamo visto devo dire che è veramente notevole il panorama che si gode lungo tutta la traversata di cresta, come notevole è la gigantesca dolina del ‘Profondo’ e i magnifici prati del pian Revelli, nonché l’imponenza del Pizzo, specie dal Monte Rotondo e la vista sulle magnifiche e bianchissime cime carsiche dal Mongioie in poi.
Link a tutte le foto:
http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... aPizzo.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Partecipanti: Aldo51 – Em – Granpasso – Soundofsilence.
Lunghezza: 21,7 Km.
Dislivello: 2140 circa.
Difficoltà: direi che il percorso potrebbe pure essere definito E, anche se, forse, siamo al limite dell’EE: vere e proprie difficoltà non ce ne sono, le principali potrebbero essere di orientamento, specie in caso di nebbia, cosa molto frequente, tra l’altro, da queste parti, condizione in cui sarebbe meglio non affrontare un percorso del genere. In caso di bel tempo il percorso di cresta è abbastanza intuitivo e, anche dove il sentiero non è molto evidente, o non c’è per niente, non ci sono grossissimi problemi, si tratta comunque di un ambiente di alta, seppur non altissima, montagna dove le condizioni meteo e del percorso possono renderne assai più difficile la percorrenza, quindi credo, a parte la classificazione, che sia adatto sicuramente più ad escursionisti con consolidata esperienza di montagna, e anche ben allenati dato il dislivello complessivo assai elevato, che all’escursionista medio.
Percorso in macchina: da Genova con l’A10 fino a Savona, dove si prende la Savona-Torino fino a Ceva. Da ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si parcheggia di fronte a una chiesa/cappella sulla strada principale, dove sono presenti numerosi posti macchina e anche cartelli indicatori dei sentieri.
Percorso a piedi: Dal parcheggio si prende in salita a fianco alla Capella e quindi si prende a destra attraversando il Paese (fonte sul percorso). Usciti dal paese, a un bivio, si prende a sinistra e si continua fino a giungere al Pian di Rosso, ampio ripiano prativo dove sulla nostra sinistra sorge il Rifugio Mongioie. Per risparmiare un poco di strada si evita di andare al rifugio (anche qui è presente una fontana) e si prosegue dritti sul sentiero segnato per il Bocchin dell’Aseo. 300 metri circa prima di giungere al Bocchino una incerta traccia sulla destra (comunque abbastanza segnata) si dirige verso nord-est, per poi, dopo 150 metri circa piegare decisamente a sud con una curva a destra. Ci troviamo così sul versante ovest del Monte Rotondo, alla cui vetta si può arrivare facilmente, però senza traccia e senza percorso obbligato, con una breve risalita di un centinaio di metri circa. A sud della vetta si intuisce la profonda e enorme dolina chiamata ‘Il Profondo’, a sinistra della quale si notano 2 file parallele di doline molto più piccole. Si scende quindi dal Monte Rotondo dirigendosi direttamente verso la grande dolina, giunti sul bordo della quale se ne può compiere il giro, per poi continuare, dal bordo ovest della stessa, e seguendo ometti e tacche rosse, verso l’evidente cima del Bric Conoia. Si giunge prima ad un’anticima e, poco dopo alla vetta. Da qui, per cresta, si scende ripidamente all’ampia insellatura sottostante, per poi risalire verso l’antistante e meno ripida Cima delle Roccate; qui la traccia si fa abbastanza evanescente o, comunque, è facile perderla, ma è semplice comunque arrivare in vetta seguendo, più o meno, il filo di cresta, a patto ci siano buone condizioni di visibilità. Dalla vetta ancora una discesa all’insellatura successiva e quindi risalita verso il Pizzo d’Ormea; qui noi abbiamo seguito la cresta, ma non il sentiero che forse passava più a destra o forse è semplicemente poco evidente: unica traccia che abbiamo incontrato è un ometto di pietra in corrispondenza della sella subito prima del cono sommitale del Pizzo, che sta comunqe a indicare il punto in cui si imbocca la traccia in discesa verso il Pian Revelli. La risalita verso la cima è forse la parte più difficile e esposta (molto poco comunque) della giornata, causa anche la mancanza di traccia, qualche roccetta di troppo nei dintorni e la ripidità del percorso, non servono però le mani e non è niente di che in condizioni normali, basta un minimo di attenzione nel scegliere il percorso migliore. Dalla vetta si ridiscende brevemente alla selletta sottostante e, in corrispondenza dell’ometto di cui ho parlato prima, si prende a destra, in discesa; subito il percorso non è per niente evidente (nessuna traccia e nessuna segnalazione, almeno noi non ne abbiamo viste), però dirigendosi leggermente verso destra, dopo non molto si scorge una traccia un poco più in basso e sulla destra e cominciano pure i segnavia. Si segue quindi la traccia senza problemi fino ad arrivare ad un colletto dove si incontra un quadrivio: dritti si va alla Cima Ruscarina, a destra si scende al Lago del Pizzo (visibile e non distintissimo, si potrebbe anche pensare di scendervi, anche se comporterebbe almeno un centinaio di metri di risalita al ritorno) e a sinistra, si scende al Pian Revelli; prendiamo quindi a sinistra fino a giungere all’ampio ripiano prativo; lo si attraversa verso ovest superando un piccolo risalto (sarebbe la Sella Revelli), qualche decina di metri più alto, che porta a un secondo e più vasto ripiano prativo, dove sulla sinistra, raggiungibile con un breve fuori traccia è presente un lago. Nell’attraversamento di questo secondo prato i segnavia e la traccia si perdono un po’, conviene comunque tenersi sulla destra per evitare il terreno molle e umido al centro del prato, e, in effetti, ci accorgiamo poi che la traccia passa ancora più a destra. Attraversato il prato si riinizia a salire per raggiungere il Bivacco Cavarero e una pozza d’acqua appena sopra questo; si continua quindi in salita sul sentiero segnato fino a raggiungere il Colletto Revelli; si scende quindi leggermente sull’altro versante e poi si traversa in piano verso il già visibile Bocchin dell’Aseo; un breve tratto in salita e si giunge quindi al Bocchino, dal quale si scende fino al bivio imboccato all’andata per andare al Monte Rotondo e si ritorna quindi per la stessa via fino a Viozene.
Racconto: Dopo un Venerdì pre-gita veramente intenso ed emozionante, con più colpi di scena di un film giallo, risoltosi (provvisoriamente) alle 22 con sole 2 vittime (Maury e Lusciandro), mi chiedo che bisogno abbiamo poi di fare la gita davvero, la parte più interessante e impegnativa è sicuramente mettersi d’accordo….
Almeno così penso andando a dormire, sperando di sognare la soluzione agli ultimi piccoli insignificanti dettagli da sistemare, tipo la meta dell’escursione, ma il giorno seguente saprà invece sorprendermi con altrettanti interessanti accadimenti…
Si inizia subito bene con il cellulare che mi squilla alle 5,00, proprio nel momento in cui rientro in camera da letto, perché ho dimenticato di prendere il fazzoletto: è Granpasso, a cui si è rotta la Vespa nel tentativo di giungere al luogo dell’appuntamento e pare intenzionato ad ignorare questo chiarissimo segno premonitore…
Scappo quindi veloce di casa prima che mia moglie si svegli del tutto e, subito, ci pensa Enrico a completare l’opera, che, chissà perché, invece del mio numero di cellulare, ha quello di mia moglie, telefonandole preoccupato che la mia sveglia funzioni come quella di Maury quando lo costringiamo a fare un gita che non gli piace a sufficienza…
Stasera sarà meglio che rientri molto tardi, forse mia moglie avrà sonno, spero si addormenti presto….
Giungo quindi all’appuntamento di Sampierdarena con il consueto quarto d’ora accademico di ritardo, Granpasso, appiedato e, forse anche grazie al buio, si rassegna a salire con noi, così pure fa Aldo51, anch’egli rimasto evidentemente senza altre risorse per rivolgersi all’ultima spiaggia escursionistica rappresentata dal gruppo ‘Gite nel finesettimana’ (nome opportunamente cambiato per restare nel vago e non far capire con chi si ha a che fare…)
Anche la rassegnazione ha però un limite e Granpasso, appena salito, pone subito precise condizioni: la gita deve essere la più lunga possibile…
Perfetto, devo solo conciliare questa comprensibile esigenza da skyrunner con quelle altrettanto comprensibili di Aldo51, che ha appena ripreso a camminare, dopo infortunio, la settimana scorsa, proprio con me, ed essendo sopravvissuto (almeno lui, lo stesso non si può dire di Arietina anch’essa rientrante infortunio la settimana scorsa, ma io sono comunque orgoglioso della mia percentuale del 50% di successi….) ha deciso di ritentare la sorte sperando in una gita che gli permetta un graduale recupero ed allenamento….
Decido così che la cosa migliore per lui sia concentrare l’allenamento di un mese in una gita sola, se sopravvive ne avrà sicuramente dei benefici….
L’importante però è curare il lato psicologico, quindi, oltre al canonico e consueto: “Non ti preoccupare questa è l’ultima salita”, ripetuto per tutta la gita, riesco brillantemente a convincerlo che l’escursione che aveva fatto la scorsa settimana era decisamente più corta dati i 24 Km di sviluppo (in realtà lui ne aveva fatto 22,5, essendo che ero andato a prenderlo con la macchina, ma l’importante è, come detto, il lato psicologico….), contro i 22 di quella di oggi e che, aumentare il dislivello di soli 1000 metri a gita, rientra in un ragionato programma di graduale recupero fisico…
D’altronde Granpasso mi ripete più volte durante il viaggio in macchina che non è mai venuto con noi, non tanto per le nostre stravaganti e folkloristiche personalità, ma perché temeva facessimo gite troppo corte, dopo le prime 10 ore di gita non lo ripeterà più….
Riuscito così a soddisfare brillantemente le esigenze di tutti, pure Enrico, infatti, dopo essersi scolato un litro di vino sul Pizzo d’Ormea, si dirà soddisfatto della gita, anche io devo dire ho avuto occasione di togliermi le mie meritate soddisfazioni: essere testimone della nascita di un innovativo sport di montagna non è cosa di tutti i giorni, e, da sincero amante della montagna quale sono, è un sollievo vedere i giovani avere nuove e brillanti idee per favorire la frequentazione di queste ambiente stupendo, tanto che ancora adesso mentre lo scrivo sono profondamente emozionato…
Dalla vetta del Pizzo d’Ormea vediamo infatti arrivare quelli che un occhio non attento avrebbe potuto pure scambiare per 2 normali escursionisti, senza riconoscerne il genio innovatore: i 2 si fermano, come per riposarsi, giunti sul pianoro che precede il cono terminale, e poi, piano piano, si avvicinano al loro grande obiettivo, ne fanno il giro con ammirazione e rispetto, quindi si fermano a mangiare sotto la sua potente ala protettiva. Certe volte i più grandi ideali sono lì a portata di mano e non li vediamo, altri magari sono lì e neanche li vorremmo vedere, proprio come il grande ripetitore bianco sotto la cima del Pizzo…
I due vi si sdraiano sotto, forse per prendere due raggi e, quindi, soddisfatti tornano a valle…
I più grandi geni suscitano però sempre, oltre all’ammirazione, anche un po’ di invidia e patetici tentativi di imitazione, così, subito, Enrico e Aldo mi fanno notare in lontananza le pale Eoliche al Colle San Bernardo di Garessio…
Anch’io, in fondo, in fondo, mi chiedo come ho fatto a non pensarci, non sono forse l’inventore del torrentismo senz’acqua e della salita ai monti dalla valle dove non ci sono?
Ma più di tutto posso dire: sì, io c’ero e ho visto l’alba di una nuova era in montagna, quella dei collezionisti di ripetitori…
Conclusioni: Gita effettuata in condizioni perfette: uno spettacolo della natura la nebbia sul versante nord che ci ha accompagnato per tutta l’andata, per lasciarci giusto al ritorno quando avremmo dovuto attraversarla, scoprendoci, tra l’altro, alberi e erba ricamati di ghiaccio…
Sicuramente una delle più belle gite dell’anno che, nelle condizioni in cui l’abbiamo effettuata merita sicuramente 5 stelle, ma che, obiettivamente, in condizioni normali, penso possa fermarsi a 4, a meno che non si completi il giro, come per un po’ abbiamo anche ipotizzato (finche Aldo non se ne accorto), aggiungendo la salita alla Brignola e quindi il ritorno per il Bocchino delle Scaglie, il che gliene farebbe meritare 5 comunque….
Limitandoci a quanto abbiamo visto devo dire che è veramente notevole il panorama che si gode lungo tutta la traversata di cresta, come notevole è la gigantesca dolina del ‘Profondo’ e i magnifici prati del pian Revelli, nonché l’imponenza del Pizzo, specie dal Monte Rotondo e la vista sulle magnifiche e bianchissime cime carsiche dal Mongioie in poi.
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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Gran racconto come sempre, belle foto, ci siamo persi davvero qualcosa lo scorso w.e.!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
- soundofsilence
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
E ancora:
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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- Maury76
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bel giro e belle foto
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
anche a me interessava...
speriamo di riuscirci ...prima o poi...
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Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
- soundofsilence
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
E infine (forse...):
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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- soundofsilence
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
E infine (davvero):
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
che paesaggi surreali!
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Ma che belle foto e che bel giro
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Il giro e` veramente bello e lo spettacolo del mare di nubi e del ghiaccio fantastico.
L'avevo gia` percorso (quasi) tutto in senso contrario 3 anni fa a inizio Luglio pernottando al Rifugio Valcaira.
Quella volta dal "Profondo" eravamo scesi direttamente al Lago Revelli passando in mezzo a una bellissima fioritura di rododendri ed eravamo rientrati al Rifugio e quindi a Chionea passando dal Lago del Pizzo con ancora un po' di neve sul bordo. Lo spettacolo del mare di nubi c'era stato anche quella volta ma verso sud, la sera al rifugio.
L'avevo gia` percorso (quasi) tutto in senso contrario 3 anni fa a inizio Luglio pernottando al Rifugio Valcaira.
Quella volta dal "Profondo" eravamo scesi direttamente al Lago Revelli passando in mezzo a una bellissima fioritura di rododendri ed eravamo rientrati al Rifugio e quindi a Chionea passando dal Lago del Pizzo con ancora un po' di neve sul bordo. Lo spettacolo del mare di nubi c'era stato anche quella volta ma verso sud, la sera al rifugio.
- Maury76
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Come ti avevo già accennato sull'altro topic ,questo giro sarebbe piaciuto anche a me ,ma nel periodo in cui l'hai fatto tu 3 anni fa, con la fioritura dei rododendri ,che in quella zona deve essere eccezionaleem wrote:L'avevo gia` percorso (quasi) tutto in senso contrario 3 anni fa a inizio Luglio pernottando al Rifugio Valcaira.
Quella volta dal "Profondo" eravamo scesi direttamente al Lago Revelli passando in mezzo a una bellissima fioritura di rododendri ed eravamo rientrati al Rifugio e quindi a Chionea passando dal Lago del Pizzo con ancora un po' di neve sul bordo.
Comunque erano molto belle anche le condizioni ambientali che avete trovato Sabato
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Grande giro
Io credetti e credo la lotta con l'Alpe utile come il lavoro, nobile come un'arte, bella come una fede.
Meglio un fesso felice che un granitico scontento.
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Giro stupendo!!! Bellissime anche le foto!
Complimenti
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Un gran bel giro..........La miglior gita dell'anno
Belin !
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Invece di cullarti sugli allori delle gite passate, pensa a progettare nuove eroiche imprese e facci sapere, sull'altro topic, se vieni alla Grignetta e che giorno/preferisci puoi...granpasso wrote:Un gran bel giro..........La miglior gita dell'anno
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Hai per caso traccia gps e/o referenze bibliografiche e/o mi indichi possibilità di splittarla... (bivacco cavarero;rif. Valcaira)
- soundofsilence
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Sì ti posso inviare la traccia, se mi dai un indirizzo mail.dags1972 wrote:Hai per caso traccia gps e/o referenze bibliografiche e/o mi indichi possibilità di splittarla... (bivacco cavarero;rif. Valcaira)
Riguardo alla possibilità di farla in 2 giorni direi che che il Cavarero è la cosa migliore.
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
danieleguastavino@gmail.comsoundofsilence wrote:Sì ti posso inviare la traccia, se mi dai un indirizzo mail.dags1972 wrote:Hai per caso traccia gps e/o referenze bibliografiche e/o mi indichi possibilità di splittarla... (bivacco cavarero;rif. Valcaira)
Riguardo alla possibilità di farla in 2 giorni direi che che il Cavarero è la cosa migliore.
o l'istituzionale
dags1972@quotazero.com
e libri? ispiratori... PArodi e guidine cai ?
- soundofsilence
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Ma, io veramente, mi ispiro da solo....dags1972 wrote:danieleguastavino@gmail.comsoundofsilence wrote:Sì ti posso inviare la traccia, se mi dai un indirizzo mail.dags1972 wrote:Hai per caso traccia gps e/o referenze bibliografiche e/o mi indichi possibilità di splittarla... (bivacco cavarero;rif. Valcaira)
Riguardo alla possibilità di farla in 2 giorni direi che che il Cavarero è la cosa migliore.
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e libri? ispiratori... PArodi e guidine cai ?
Comunque con la traccia e la cartina GPS non ti perdi di sicuro....
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
GITONE!!!!!!!
“L’acqua esiste per la sopravvivenza del corpo. Il deserto esiste per la sopravvivenza dell’anima”
Proverbio Tuareg
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
L'autunno è un'ottima stagione per andare sulle Liguri (oltre all'inverno ovviamente! )!!!
Gran bella gita!!!
@sound: è da tempo che volevi fare questo itinerario, giusto?
Gran bella gita!!!
@sound: è da tempo che volevi fare questo itinerario, giusto?
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Sì è da tempo che lo volevo fare giusto, l'anno scorso l'avevamo fatto sbagliato, andando dal Cavarero direttamente al Bric Conoia invece che alla Sella del Pizzo....Sub-Comandante wrote:@sound: è da tempo che volevi fare questo itinerario giusto?
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bellissime foto! Complimenti!!
Sodalizio Cina-Liguria: cin u ciove, au nu ciove ciu, au u ciove cianin cin.
Pizzo d'Ormea - Cima Roccate - Bric Conoia (2521) da Pornass
Credo che qui sia il posto esatto per questa escursione (se cosi' non fosse prego cambiare )
Da tempo mi frullava nella testa questa bellissima e inusuale traversata molto impegnativa per il dislivello super, per la lunghezza e per la mia verde eta' ma per un motivo o per l'altro mai potuta portare a termine e quindi ho approfittato delle ultime giornate disponibili per ore di luce .
Dal punto di vista tecnico non ho rilevato particolari difficolta' se non un po di avventura nella salita al Pizzo perche' il sentiero e' assente ma le vaste distese prative, anche se a tratti un po' ripide, fanno si che si possa navigare a vista.
A Pornassino ho lasciato l'auto in cima al paese dove in un tornante finisce l'asfalto. Non c'e' un vero e proprio parcheggio ma lato strada si trova lo spazio. Si nota sulla sx la palina che indica Viozene, Pian del Fo e Casa Bruciata; sara' la via del ritorno. Dico gia' che al ritorno, subito dopo Viozene si trovera' un bivio indicante sulla sx Pian del Fo e sulla dx una comoda strada asfaltata indicante Pornassino. Bisogna prendere Pian del Fo, Casa Bruciata per evitare di scendere troppo bassi rispetto a dove si e' lasciato l'auto.
Per la salita, invece, si tiene la sterrata che va a dx dapprima molto battua, via via sempre meno fino a diventare sentiero. mentre si va su aver cura di tenere la dx ma scegliendo sempre la piu' battuta. Questa e' la strada fatta per l'acquedotto. Ad un certo punto infatti si passa proprio sopra la vasca nei pressi di un vallone. Qui finisce la traccia, si traversa il ruscello e poi si comincia a salire su per prati evitando fastidiosi boschetti fitti.
Ci si trova sotto la cima Roccate e qui si puo' scegliere se abbreviare il percorso oppure fare come ho fatto io che traversando in diagonale si punta lo specchio Telecom per poi incominciare la traversata. Di qui in avanti, se ci sono delle difficolta' (come la salita al Pizzo da est) credo siano note e comunque ben descritte nel primo messaggio di Sound dal quale ho preso spunto per questa gita.
Dalla cima del Conoia, credo si possa scendere direttamente in Pian dell'Olio, ma io ho allungato a proposito per visitare il Profondo e fare una puntatina sul Rotondo fino ad arrivare al Bocchin dell'Aseo.
A Viozene, dopo il parcheggio, si va verso Toria e poi a Pornassino come detto prima.
Io ho impiegato poco piu' di 11 ore coprendo un dislivello di 1800 e fischia metri.
Sono partito alle 7,30, alle 11,30 ero sul Pizzo d'Ormea e dopo essere salito sul Roccate, alle 14 ero sul Conoia. Poco prima delle 18 a Viozene e verso le 19 a Pornassino.
Percorso di cresta:
Pizzo d'Ormea 2476
Colle Rocchette 2308
Cima delle Roccate 2476
Bocchino del Bianco 2380
Bric Conoia 2521
Il Profondo 2400
M. Rotondo 2495
Bocchino dell'Aseo 2292
Credo di aver fatto una relazione molto esaustiva
Prosit!
Da tempo mi frullava nella testa questa bellissima e inusuale traversata molto impegnativa per il dislivello super, per la lunghezza e per la mia verde eta' ma per un motivo o per l'altro mai potuta portare a termine e quindi ho approfittato delle ultime giornate disponibili per ore di luce .
Dal punto di vista tecnico non ho rilevato particolari difficolta' se non un po di avventura nella salita al Pizzo perche' il sentiero e' assente ma le vaste distese prative, anche se a tratti un po' ripide, fanno si che si possa navigare a vista.
A Pornassino ho lasciato l'auto in cima al paese dove in un tornante finisce l'asfalto. Non c'e' un vero e proprio parcheggio ma lato strada si trova lo spazio. Si nota sulla sx la palina che indica Viozene, Pian del Fo e Casa Bruciata; sara' la via del ritorno. Dico gia' che al ritorno, subito dopo Viozene si trovera' un bivio indicante sulla sx Pian del Fo e sulla dx una comoda strada asfaltata indicante Pornassino. Bisogna prendere Pian del Fo, Casa Bruciata per evitare di scendere troppo bassi rispetto a dove si e' lasciato l'auto.
Per la salita, invece, si tiene la sterrata che va a dx dapprima molto battua, via via sempre meno fino a diventare sentiero. mentre si va su aver cura di tenere la dx ma scegliendo sempre la piu' battuta. Questa e' la strada fatta per l'acquedotto. Ad un certo punto infatti si passa proprio sopra la vasca nei pressi di un vallone. Qui finisce la traccia, si traversa il ruscello e poi si comincia a salire su per prati evitando fastidiosi boschetti fitti.
Ci si trova sotto la cima Roccate e qui si puo' scegliere se abbreviare il percorso oppure fare come ho fatto io che traversando in diagonale si punta lo specchio Telecom per poi incominciare la traversata. Di qui in avanti, se ci sono delle difficolta' (come la salita al Pizzo da est) credo siano note e comunque ben descritte nel primo messaggio di Sound dal quale ho preso spunto per questa gita.
Dalla cima del Conoia, credo si possa scendere direttamente in Pian dell'Olio, ma io ho allungato a proposito per visitare il Profondo e fare una puntatina sul Rotondo fino ad arrivare al Bocchin dell'Aseo.
A Viozene, dopo il parcheggio, si va verso Toria e poi a Pornassino come detto prima.
Io ho impiegato poco piu' di 11 ore coprendo un dislivello di 1800 e fischia metri.
Sono partito alle 7,30, alle 11,30 ero sul Pizzo d'Ormea e dopo essere salito sul Roccate, alle 14 ero sul Conoia. Poco prima delle 18 a Viozene e verso le 19 a Pornassino.
Percorso di cresta:
Pizzo d'Ormea 2476
Colle Rocchette 2308
Cima delle Roccate 2476
Bocchino del Bianco 2380
Bric Conoia 2521
Il Profondo 2400
M. Rotondo 2495
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Credo di aver fatto una relazione molto esaustiva
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Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
(Bertolt Brecht)
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Con Davide avevamo parlato della possibilita` di un percorso di salita che passasse sotto le pendici meridionali del Bric di Conoia (noi avevamo ipotizzato di sbucare al Bocchino del Bianco). Ci sono degli scorci interessanti?
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Penso che il bosco in questo periodo sia magnifico, poi quando sei nei prati la vista spazia....
Questo e' quello che ho visto io verso sud-ovest
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Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
(Bertolt Brecht)
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- Littletino
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Complimenti Piervi, un gran bel Tour: che mazzo!
Però bellissimo.
Interessante la tua proposta di chiudere l'anello sul versante sud: sarò stato venti volte a Viozene, ma la strada asfaltata che sale a Toria non l'avevo mai notata.
Però scusa, invece di impazzire a cercar parcheggio a Pornassino forse conviene lasciare l'auto nei comodi stalli di Viozene, e così al ritorno non tocca risalire per un'ora su asfalto.
Personalmente le gite preferisco finirle in discesa. Specie se così lunghe e toste.
Però bellissimo.
Interessante la tua proposta di chiudere l'anello sul versante sud: sarò stato venti volte a Viozene, ma la strada asfaltata che sale a Toria non l'avevo mai notata.
Però scusa, invece di impazzire a cercar parcheggio a Pornassino forse conviene lasciare l'auto nei comodi stalli di Viozene, e così al ritorno non tocca risalire per un'ora su asfalto.
Personalmente le gite preferisco finirle in discesa. Specie se così lunghe e toste.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Grazie, Littletino!
Sai, i a pornassino sono un po di casa per via dei funghi che porto via e quindi per il parcheggio so di non impazzire
Pero' su Viozene potresti aver ragione e io c'ho pensato; ma cerco di partire vicino alla prima vetta in modo di arrivarci alla buonora.... e' questione di tempo atmosferico. Infatti hai visto che mi e' successo sul Conoia e al Profondo (nebbia)
Comunque da Viozene a Pornassino, c'e' ne e' poco di asfalto, molto poco, il resto e' carrareccia e sentiero.
Bisogna aver cura pero' di prendere il bivio a sx per Pian del Fo e non a dx per Pornassino pena l'arrivo troppo basso rispetto al parcheggio dell'auto.
Sai, i a pornassino sono un po di casa per via dei funghi che porto via e quindi per il parcheggio so di non impazzire
Pero' su Viozene potresti aver ragione e io c'ho pensato; ma cerco di partire vicino alla prima vetta in modo di arrivarci alla buonora.... e' questione di tempo atmosferico. Infatti hai visto che mi e' successo sul Conoia e al Profondo (nebbia)
Comunque da Viozene a Pornassino, c'e' ne e' poco di asfalto, molto poco, il resto e' carrareccia e sentiero.
Bisogna aver cura pero' di prendere il bivio a sx per Pian del Fo e non a dx per Pornassino pena l'arrivo troppo basso rispetto al parcheggio dell'auto.
Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
(Bertolt Brecht)
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Racconto brevemente il giro fatto ieri con Alec, simile a quello descritto in questo topic ma con questa differenza:
Viozene - Cima Revelli - Monte Rotondo - Bric di Conoia - Cima delle Roccate - Bivacco Cavarero - Punta del Zucco - Colletto Revelli - Lago Raschera - Sella Mongioie/Brignola - Cima della Brignola - Bocchin delle Scaglie - Viozene
dislivello intorno ai 2200 metri
ore di cammino circa 12
ore di lamentele circa 13
Allora dicevo brevemente Alec propone una gita lunga, avrebbe dovuto essere corredata da un piatto di lasagne all'ormeasca ma si rimanda l'evento all'autunno che questo piattino leggero ci sta meglio.. ora c'è l'impellenza della gita, tanto che ci tocca prenderci un giorno di ferie per trovare una giornata di tempo decente e portarla a conclusione.
Per fortuna che da isolati temporali nel bel mezzo della giornata si passa a piogge e schiarite e alla fine le previsioni diventano stabili con sole e nuvole e difatti così sarà, per tutto il giorno, un po' più nuvole che sole.
Alec aveva promesso una lunga camminata su sentieri dolci, con tanti rododendri in fiore: sentieri non pervenuti, rododendri chiusi, quelli comunque li ho visti benissimo visto che ci ho camminato sopra tutto il tempo, quando non camminavo su mari di neve.
Dopo una buona colazione al bar Stazione di Ormea (che ci ha garantito anche la cena a base di toast e gelato del caseificio di Demonte), un primo dolce incontro a Viozene darà il via a una serie di avvistamenti di animali nel resto della giornata (non tutti piacevolissimi).
coccole..
ingorgo di mucche e vitellini
Dopo aver dribblato un tot di mucche e vitellini, eccoci in prossimità del rifugio Mongioie, non ci sono mai stata e penso che sarebbe l'ideale per una gita in famiglia e una bella polentata. I pascoli che si aprono davanti a noi sono incantevoli ma.... a un tratto due bestiacce grame si dirigono correndo verso di noi, sono cani pastore, fanno sempre così, arrivano abbaiando e poi non ti considerano più ma... questi sono... pastori maremmani!!! La prima cosa che mi viene in mente è che se ne è parlato anche qui sul forum, si diceva di fare molta attenzione, mi prende la strizza, non mi ricordo che comportamento devo tenere, in giro non c'è nessuno sono le 7 del mattino e i due cani ci abbaiano contro e ci seguono mentre, facendo finta di niente, continuiamo a camminare risalendo il sentiero, i due pastori sono a mezzo metro dietro il mio sedere e abbaiano rabbiosamente e minacciosamente... prego... poi dopo un po' per fortuna si fermano e non ci seguono più, non avevamo altra scelta che passare da lì, mi chiedo se sia normale lasciare liberi due cani vicino ai sentieri e in prossimità del rifugio... anzi i cani erano tre, li ho visti poi girandomi dall'alto... che spavento!!! Per tutta la giornata non farò altro che pensare che al ritorno verrò sbranata nei pressi del rifugio Mongioie!!!
Ecco che più sopra un capriolo che forse non si è accorto della nostra presenza sta brucando l'erba in una piccola radura, mentre le cinciallegre canticchiano e compiono buffe acrobazie sui rami degli alberi in cerca di cibo.
Arriviamo al Bocchin dell'Aseo, risalendo tutto l'ultimo pezzo per il colle sulla neve, che per fortuna per tutto l'arco della giornata si mantiene morbida ma mai sfondosa.
Da lì saliamo sulla bella Cima Revelli
e torniamo sui nostri passi per raggiungere il Monte Rotondo e da lì il Bric di Conoia. Sembrava tutto più distante invece sono a uno sputo l'uno dall'altro. Alec non riesce a convincermi che dal Pizzo di Ormea c'è un sentiero che porta "direttamente" al Cavarero per cui sarebbe più logico raggiungerne la cima (io continuo proprio a credere che non ci sia) infatti poco dopo molla la presa e si accontenta di salire sulla Cima delle Roccate, mentre io preferisco dedicarmi ad altre attività... molto poco attive...
materasso ortopedico...
Dal Bocchin del Bianco scendiamo nel vallone fino al Bivacco Cavarero, anche qui in assenza di sentieri.
Molto carino il bivacchino, da tornarci. Una coppia di signori del CAI di Mondovì scende dalla punta del Zucco e raggiunge il bivacco, sono partiti dalla Val Corsaglia. Scambiamo due chiacchiere e saliamo a nostra volta sullo Zucco. Da lì scendiamo al colletto Revelli dove mi rendo conto di quanta strada ancora dobbiamo fare, mentre il Bocchin dell'Aseo, volendo, sarebbe così vicino..
quello che mi preoccupa è la neve, che occupa il canale che sale alla sella tra Mongioie e Cima della Brignola, con tanto di cornice al colle. Tuttavia, avvicinandoci sembra meno ripido che da lontano e vediamo che possiamo passare al lato del canale innevato (dove in teoria in estate c'è un sentiero? Boh...) e tenerci sulla destra della cornice fino a sbucare quasi in vetta alla Cima Brignola. Dalla Cima vediamo che la cresta è libera e la percorriamo per poi scendere verso il Bocchin delle Scaglie che comunque è ancora molto lontano. Io continuo a lamentarmi della neve (e della fantomatica presenza di un verde altopiano che dovevo trovare a fianco della Cima Brignola, che ovviamente non c'è!) ma Alec mi rassicura che nel canale delle Scaglie non troveremo neve sul sentiero.
Scendendo nel canale dal Bocchin delle Scaglie do pienamente ragione alla signora incontrata al bivacco quando diceva che il sentiero si percorre male: se per tutta la gita non ho patito il male ai piedi, il canale ha fatto tutto quello che le precedenti ore di cammino non avevano fatto. E' un sentiero che io definisco tritascarponi (e non solo gli scarponi..), quando il piede affonda nelle pietre senti proprio crunch crunch, come se ti stessero rosicchiando le suole delle scarpe!
Mi fanno male gli alluci... a un certo punto il sentiero duro finisce e inizia una discesa più veloce sul ghiaione che ci fa arrivare velocemente sui prati, ma ormai il dolore ai piedi c'è e mi fa rallentare anche nel pendio erboso... intanto siamo in vista del rifugio, prego che ci sia qualche anima viva per chiedere informazioni sui cani (hanno mai azzannato qualcuno?) e magari per farmi scortare letteralmente al di là del pascolo... ma ringraziando il cielo è l'ora della mungitura, sono infatti le 7 di sera (eravamo partiti alle 7 dalla macchina!!!) e la jeep del margaro si avvicina alle mucche... prego che si fermi, si ferma, vedo un cane che la segue. Da lì a poco arriviamo in zona pascolo e i due pastori maremmani, in presenza del padrone, si limitano a un timido "wof". ...'stardi...
Scendiamo giù dal sentiero dove incontriamo il terzo pastore maremmano, in questo caso non sorvegliato, ma abbaia solo una volta, che ci abbia riconosciuti dalla mattina e abbia pietà di noi dopo tutto quel cammino? Beh comunque ci lascia in pace, dribbliamo ancora un paio di mucche (e le loro cacche) e finalmente raggiungiamo nuovamente la macchina!!!
Animali visti:
- asinelli
- cani cattivi
- mucche e vitellini
- capriolo
- cinciallegre
- camosci
- fringuelli alpini
- coniglietto!!! (direi lepre ma... sembrava proprio un coniglietto in ogni caso era piccino!)
- aquila
- marmotte
ora che mi ricordo, ma non dovevo esser breve?
Viozene - Cima Revelli - Monte Rotondo - Bric di Conoia - Cima delle Roccate - Bivacco Cavarero - Punta del Zucco - Colletto Revelli - Lago Raschera - Sella Mongioie/Brignola - Cima della Brignola - Bocchin delle Scaglie - Viozene
dislivello intorno ai 2200 metri
ore di cammino circa 12
ore di lamentele circa 13
Allora dicevo brevemente Alec propone una gita lunga, avrebbe dovuto essere corredata da un piatto di lasagne all'ormeasca ma si rimanda l'evento all'autunno che questo piattino leggero ci sta meglio.. ora c'è l'impellenza della gita, tanto che ci tocca prenderci un giorno di ferie per trovare una giornata di tempo decente e portarla a conclusione.
Per fortuna che da isolati temporali nel bel mezzo della giornata si passa a piogge e schiarite e alla fine le previsioni diventano stabili con sole e nuvole e difatti così sarà, per tutto il giorno, un po' più nuvole che sole.
Alec aveva promesso una lunga camminata su sentieri dolci, con tanti rododendri in fiore: sentieri non pervenuti, rododendri chiusi, quelli comunque li ho visti benissimo visto che ci ho camminato sopra tutto il tempo, quando non camminavo su mari di neve.
Dopo una buona colazione al bar Stazione di Ormea (che ci ha garantito anche la cena a base di toast e gelato del caseificio di Demonte), un primo dolce incontro a Viozene darà il via a una serie di avvistamenti di animali nel resto della giornata (non tutti piacevolissimi).
coccole..
ingorgo di mucche e vitellini
Dopo aver dribblato un tot di mucche e vitellini, eccoci in prossimità del rifugio Mongioie, non ci sono mai stata e penso che sarebbe l'ideale per una gita in famiglia e una bella polentata. I pascoli che si aprono davanti a noi sono incantevoli ma.... a un tratto due bestiacce grame si dirigono correndo verso di noi, sono cani pastore, fanno sempre così, arrivano abbaiando e poi non ti considerano più ma... questi sono... pastori maremmani!!! La prima cosa che mi viene in mente è che se ne è parlato anche qui sul forum, si diceva di fare molta attenzione, mi prende la strizza, non mi ricordo che comportamento devo tenere, in giro non c'è nessuno sono le 7 del mattino e i due cani ci abbaiano contro e ci seguono mentre, facendo finta di niente, continuiamo a camminare risalendo il sentiero, i due pastori sono a mezzo metro dietro il mio sedere e abbaiano rabbiosamente e minacciosamente... prego... poi dopo un po' per fortuna si fermano e non ci seguono più, non avevamo altra scelta che passare da lì, mi chiedo se sia normale lasciare liberi due cani vicino ai sentieri e in prossimità del rifugio... anzi i cani erano tre, li ho visti poi girandomi dall'alto... che spavento!!! Per tutta la giornata non farò altro che pensare che al ritorno verrò sbranata nei pressi del rifugio Mongioie!!!
Ecco che più sopra un capriolo che forse non si è accorto della nostra presenza sta brucando l'erba in una piccola radura, mentre le cinciallegre canticchiano e compiono buffe acrobazie sui rami degli alberi in cerca di cibo.
Arriviamo al Bocchin dell'Aseo, risalendo tutto l'ultimo pezzo per il colle sulla neve, che per fortuna per tutto l'arco della giornata si mantiene morbida ma mai sfondosa.
Da lì saliamo sulla bella Cima Revelli
e torniamo sui nostri passi per raggiungere il Monte Rotondo e da lì il Bric di Conoia. Sembrava tutto più distante invece sono a uno sputo l'uno dall'altro. Alec non riesce a convincermi che dal Pizzo di Ormea c'è un sentiero che porta "direttamente" al Cavarero per cui sarebbe più logico raggiungerne la cima (io continuo proprio a credere che non ci sia) infatti poco dopo molla la presa e si accontenta di salire sulla Cima delle Roccate, mentre io preferisco dedicarmi ad altre attività... molto poco attive...
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Dal Bocchin del Bianco scendiamo nel vallone fino al Bivacco Cavarero, anche qui in assenza di sentieri.
Molto carino il bivacchino, da tornarci. Una coppia di signori del CAI di Mondovì scende dalla punta del Zucco e raggiunge il bivacco, sono partiti dalla Val Corsaglia. Scambiamo due chiacchiere e saliamo a nostra volta sullo Zucco. Da lì scendiamo al colletto Revelli dove mi rendo conto di quanta strada ancora dobbiamo fare, mentre il Bocchin dell'Aseo, volendo, sarebbe così vicino..
quello che mi preoccupa è la neve, che occupa il canale che sale alla sella tra Mongioie e Cima della Brignola, con tanto di cornice al colle. Tuttavia, avvicinandoci sembra meno ripido che da lontano e vediamo che possiamo passare al lato del canale innevato (dove in teoria in estate c'è un sentiero? Boh...) e tenerci sulla destra della cornice fino a sbucare quasi in vetta alla Cima Brignola. Dalla Cima vediamo che la cresta è libera e la percorriamo per poi scendere verso il Bocchin delle Scaglie che comunque è ancora molto lontano. Io continuo a lamentarmi della neve (e della fantomatica presenza di un verde altopiano che dovevo trovare a fianco della Cima Brignola, che ovviamente non c'è!) ma Alec mi rassicura che nel canale delle Scaglie non troveremo neve sul sentiero.
Scendendo nel canale dal Bocchin delle Scaglie do pienamente ragione alla signora incontrata al bivacco quando diceva che il sentiero si percorre male: se per tutta la gita non ho patito il male ai piedi, il canale ha fatto tutto quello che le precedenti ore di cammino non avevano fatto. E' un sentiero che io definisco tritascarponi (e non solo gli scarponi..), quando il piede affonda nelle pietre senti proprio crunch crunch, come se ti stessero rosicchiando le suole delle scarpe!
Mi fanno male gli alluci... a un certo punto il sentiero duro finisce e inizia una discesa più veloce sul ghiaione che ci fa arrivare velocemente sui prati, ma ormai il dolore ai piedi c'è e mi fa rallentare anche nel pendio erboso... intanto siamo in vista del rifugio, prego che ci sia qualche anima viva per chiedere informazioni sui cani (hanno mai azzannato qualcuno?) e magari per farmi scortare letteralmente al di là del pascolo... ma ringraziando il cielo è l'ora della mungitura, sono infatti le 7 di sera (eravamo partiti alle 7 dalla macchina!!!) e la jeep del margaro si avvicina alle mucche... prego che si fermi, si ferma, vedo un cane che la segue. Da lì a poco arriviamo in zona pascolo e i due pastori maremmani, in presenza del padrone, si limitano a un timido "wof". ...'stardi...
Scendiamo giù dal sentiero dove incontriamo il terzo pastore maremmano, in questo caso non sorvegliato, ma abbaia solo una volta, che ci abbia riconosciuti dalla mattina e abbia pietà di noi dopo tutto quel cammino? Beh comunque ci lascia in pace, dribbliamo ancora un paio di mucche (e le loro cacche) e finalmente raggiungiamo nuovamente la macchina!!!
Animali visti:
- asinelli
- cani cattivi
- mucche e vitellini
- capriolo
- cinciallegre
- camosci
- fringuelli alpini
- coniglietto!!! (direi lepre ma... sembrava proprio un coniglietto in ogni caso era piccino!)
- aquila
- marmotte
ora che mi ricordo, ma non dovevo esser breve?
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Belle foto.... chissa' se domenica il meteo ci permettera' di salire quassu'?
Di tutte le cose sicure la più certa è il dubbio.
(Bertolt Brecht)
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- Maury76
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Miiiiiiiiii....ma voi siete pazzi.... questi sono giri degni di quel gondone di sound
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bravissimi !! Una gita fantastica .. e molto impegnativa! I maremmani fanno paura anche a me , da quando quest'inverno in 3 mi hanno abbaiato furiosamente sul Castell'Ermo . C'è ancora troppa neve per i miei gusti. Spero quest'estate di riuscire a fare un giretto simile....
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bello bello...e gran gitone...complimenti..
Però...però...qui gatta ci cova...troppi fiorellini, troppi animali...mi sa che presto arriverà il gitone tecnico...
Però...però...qui gatta ci cova...troppi fiorellini, troppi animali...mi sa che presto arriverà il gitone tecnico...
La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Per questo il suo breve tempo le basta..
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
daniele64 wrote: I maremmani fanno paura anche a me , da quando quest'inverno in 3 mi hanno abbaiato furiosamente sul Castell'Ermo .
sono gli stessi
in estate la mandria e relativi guardiani vengono portati in "vacanza" sopra viozene
il proprietario pare sia già stato più volte diffidato dal lasciare i cani liberi, ma se ne frega ... una gran "bella" personcina ...
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
io stimo e ammiro i pastori, capisco la paura dei lupi... però... se ti attaccano quelli ti fanno fuori... se fai una mossa sbagliata.. non so... mi sembrano molto molto pericolosi. Con Ale ci siamo illusi che magari abbaiano per farti stare lontano e sono "addestrati" a non attaccare l'uomo... ma non so non mi convince molto...
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bella gita!!
Me la segno per l'autunno
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Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
Non si può vivere che da come si è.
F. NIETZSCHE
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
Bello! Avevo già addocchiato questa gita... ma la farei più avanti (senza neve). Grandissimi!!
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Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
per ora mi salvo poi si vedràkeiji1976 wrote:Bello bello...e gran gitone...complimenti..
Però...però...qui gatta ci cova...troppi fiorellini, troppi animali...mi sa che presto arriverà il gitone tecnico...
serena wrote:Bella gita!!
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vedi le persone intelligentiPazzaura wrote:Bello! Avevo già addocchiato questa gita... ma la farei più avanti (senza neve).
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Anello cresta del Pizzo d'Ormea da Viozene.
In autunno fa anche un po più fresco. .scinty wrote:per ora mi salvo poi si vedràkeiji1976 wrote:Bello bello...e gran gitone...complimenti..
Però...però...qui gatta ci cova...troppi fiorellini, troppi animali...mi sa che presto arriverà il gitone tecnico...
serena wrote:Bella gita!!
Me la segno per l'autunnovedi le persone intelligentiPazzaura wrote:Bello! Avevo già addocchiato questa gita... ma la farei più avanti (senza neve).
Sono un viandante, un valicatore di monti.
Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
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Non amo le pianure e sembra che non possa stare a lungo in un luogo.
Qualunque cosa mi riservi il fato o l'esperienza,sempre dovrò camminare ed ascendere monti.
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