Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Moderator: Moderatori
Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Lunedì scorso , vedendo delle promettenti previsioni meteo , ho deciso di provare questo bel percorso ad anello , che presenta lunghi tratti di cresta molto panoramici. Arrivato ad Upega alle 7,30 ho trovato una discreta mattinata abbastanza serena ma già troppo calda ed umida . Trovato l'inizio del percorso previsto , con il segnavia " tacca rossa " ( radi e sbiaditi ), mi sono avviato per il sentiero molto erboso ( poco frequentato ? ) e rugiadoso che risale il monte verso il Passo Lagarè , con belle visuali sulla sottostante Upega
Arrivato allo scollinamento ho deviato a sinistra sul crinale erboso e ripido fino a vedere il Dente di Carnino , presidiato da un vigile camoscio
Ho fatto una breve deviazione a destra per raggiungerlo , scalandolo senza difficoltà, sino alla croce di legno con indicazione errata ( Cima Caplet )
Mentre il cielo si copriva sempre più di nubi ,ho potuto ancora godere dei bei panorami che questa piccola vetta sa offrire , su Carnino Superiore
su Carnino Inferiore
e sulla prima parte della tortuosa cresta del Ferà, da percorrere spesso sul filo .
Sono quindi tornato sul percorso , toccando il pilastrino della vera ( ma anonima ) Cima Caplet e ho cominciato a seguire le "tacche rosse " lungo la cresta , ora molto più evidenti e fresche . Spostandomi un po' a destra ed un po' a sinistra ho seguito il tragitto segnato mentre una bella coltre di nuvole è scesa a nascondere ogni panorama. Con calma sono quindi arrivato alla Rocca Ferà , anticima del Ferà vero e proprio.
Da qui ,aprendosi un poco le nubi, si può apprezzare la bella visuale sul roccioso e maestoso Ferà ( detto anche Testa di Garibaldi : indovinate perchè )
.
Aggirando il Torrione ed il Dente Mader ( più alpinistici ), con tratti anche dotati di ( inutili ) cavi , e poi tornando leggermente indietro , sono
arrivato quindi sulla vetta del Ferà
mentre per fortuna gli addensamenti e le nebbie che risalivano dai valloni si diradavano un pochino, consentendo una bella vista del Prato della Chiusetta
della parte terminale dell' affascinante cresta sino al Pertegà
della sottostante conca dove sorge la chiesina di Sant' Erim
e dello spettacolare Vallone dei Maestri , con il Rifugio Don Barbera .
La cresta non è però finita , anzi continua con altre asperità rocciose , forse le più difficili , qui fotografate dopo averle superate,
fino a giungere al Passo di Flamalgal , dominato dal solatio Pertegà.
Raggiunta la sterrata Monesi - Limone, l'ho attraversata , salendo direttamente per il ripido crinale molto fiorito
sino all'erbosa vetta di Cima Pertegà, la cui panoramicità è in parte rovinata dalle nubi rimaste .
La cima è abbastanza pianeggiante e si protendo sino al confine francese
Dopo un robusto e meritato pranzetto al sole sono sceso dirttamente per crinale ( ripido e con sfasciumi ) sino all'evidente Colle delle Selle Vecchie. Da qui avrei dovuto seguire la carrareccia per raggiungere poco oltre l'inizio del sentiero di discesa nel bosco . Avendo però letto in alcune relazioni e persino nei cartelli del Parco del Marguareis , che il tracciato è poco segnato e che c'è il forte rischio di ravanaggio tra i rododendri , ho avuto l'idea stupida di giornata : perchè non scendere direttamente nell'ameno Vallone di Upega per "facili boschi e dolci pendii prativi" sino alle già visibili in lontananza ( ma sembravano così vicine ! ) Case Nivorina ?
Non l'avessi mai fatto ! Pendiii ripidissimi , canaloni rocciosi da attraversare , erba alla cintola , rododendri e ginepri da scavalcare e ,una volta raggiunto il fondovalle , grandi prati ondulati ed erbosissimi , tutt'altro che pianeggianti per aggirare una forra del torrentello ! A peggiorare la situazione le decine di mosconi che mi seguivano dal mattino erano diventate centinaia e ( non so ancora perchè : forse la rugiada del mattino mi era colata lungo la gamba ) avevo un piede completamente fradicio ! Al ruscello ho provato a togliere lo scarpone per rinfrescarlo e la vista è stata impressionante : il piede era letteralmente macerato come se fosse stato in acqua per ore ... . Comunque ho proseguito sino a raggiungere i ruderi delle Case Nivorina e lì, finalmente su di una bellissima mulattiera , ho raggiunto Upega ( neanche tanto vicina ! ). Ho attraversato il bel borgo alpino
e mi sono diretto subito alla Locanda , dove mi sono sorbito una spettacolare birrona ghiacciata , meritatissima !
La cresta del Ferà mi è piaciuta moltissimo , peccato per il meteo che non è stato all'altezza delle aspettative , per le nuvole e per il caldo infernale ! Mi riprometto di provarla ancora in futuro, magari partendo da Carnino e scegliendo una giornata più adatta ...
Arrivato allo scollinamento ho deviato a sinistra sul crinale erboso e ripido fino a vedere il Dente di Carnino , presidiato da un vigile camoscio
Ho fatto una breve deviazione a destra per raggiungerlo , scalandolo senza difficoltà, sino alla croce di legno con indicazione errata ( Cima Caplet )
Mentre il cielo si copriva sempre più di nubi ,ho potuto ancora godere dei bei panorami che questa piccola vetta sa offrire , su Carnino Superiore
su Carnino Inferiore
e sulla prima parte della tortuosa cresta del Ferà, da percorrere spesso sul filo .
Sono quindi tornato sul percorso , toccando il pilastrino della vera ( ma anonima ) Cima Caplet e ho cominciato a seguire le "tacche rosse " lungo la cresta , ora molto più evidenti e fresche . Spostandomi un po' a destra ed un po' a sinistra ho seguito il tragitto segnato mentre una bella coltre di nuvole è scesa a nascondere ogni panorama. Con calma sono quindi arrivato alla Rocca Ferà , anticima del Ferà vero e proprio.
Da qui ,aprendosi un poco le nubi, si può apprezzare la bella visuale sul roccioso e maestoso Ferà ( detto anche Testa di Garibaldi : indovinate perchè )
.
Aggirando il Torrione ed il Dente Mader ( più alpinistici ), con tratti anche dotati di ( inutili ) cavi , e poi tornando leggermente indietro , sono
arrivato quindi sulla vetta del Ferà
mentre per fortuna gli addensamenti e le nebbie che risalivano dai valloni si diradavano un pochino, consentendo una bella vista del Prato della Chiusetta
della parte terminale dell' affascinante cresta sino al Pertegà
della sottostante conca dove sorge la chiesina di Sant' Erim
e dello spettacolare Vallone dei Maestri , con il Rifugio Don Barbera .
La cresta non è però finita , anzi continua con altre asperità rocciose , forse le più difficili , qui fotografate dopo averle superate,
fino a giungere al Passo di Flamalgal , dominato dal solatio Pertegà.
Raggiunta la sterrata Monesi - Limone, l'ho attraversata , salendo direttamente per il ripido crinale molto fiorito
sino all'erbosa vetta di Cima Pertegà, la cui panoramicità è in parte rovinata dalle nubi rimaste .
La cima è abbastanza pianeggiante e si protendo sino al confine francese
Dopo un robusto e meritato pranzetto al sole sono sceso dirttamente per crinale ( ripido e con sfasciumi ) sino all'evidente Colle delle Selle Vecchie. Da qui avrei dovuto seguire la carrareccia per raggiungere poco oltre l'inizio del sentiero di discesa nel bosco . Avendo però letto in alcune relazioni e persino nei cartelli del Parco del Marguareis , che il tracciato è poco segnato e che c'è il forte rischio di ravanaggio tra i rododendri , ho avuto l'idea stupida di giornata : perchè non scendere direttamente nell'ameno Vallone di Upega per "facili boschi e dolci pendii prativi" sino alle già visibili in lontananza ( ma sembravano così vicine ! ) Case Nivorina ?
Non l'avessi mai fatto ! Pendiii ripidissimi , canaloni rocciosi da attraversare , erba alla cintola , rododendri e ginepri da scavalcare e ,una volta raggiunto il fondovalle , grandi prati ondulati ed erbosissimi , tutt'altro che pianeggianti per aggirare una forra del torrentello ! A peggiorare la situazione le decine di mosconi che mi seguivano dal mattino erano diventate centinaia e ( non so ancora perchè : forse la rugiada del mattino mi era colata lungo la gamba ) avevo un piede completamente fradicio ! Al ruscello ho provato a togliere lo scarpone per rinfrescarlo e la vista è stata impressionante : il piede era letteralmente macerato come se fosse stato in acqua per ore ... . Comunque ho proseguito sino a raggiungere i ruderi delle Case Nivorina e lì, finalmente su di una bellissima mulattiera , ho raggiunto Upega ( neanche tanto vicina ! ). Ho attraversato il bel borgo alpino
e mi sono diretto subito alla Locanda , dove mi sono sorbito una spettacolare birrona ghiacciata , meritatissima !
La cresta del Ferà mi è piaciuta moltissimo , peccato per il meteo che non è stato all'altezza delle aspettative , per le nuvole e per il caldo infernale ! Mi riprometto di provarla ancora in futuro, magari partendo da Carnino e scegliendo una giornata più adatta ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- Littletino
- Quotazerino doc
- Posts: 1447
- Joined: Tue Jan 29, 2008 15:41
- Location: Arenzano
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Bravo Daniele,
bellissimo percorso, peccato per le nuvole e l'umidità. E le mosche.
Anche io ho l'avevo fatto partendo da Upega, con ritorno per il "ravanoso" vallone omonimo.
Alla fine la Cresta del Ferà credo che sia meglio farla partendo da Carnino: viewtopic.php?t=1060" onclick="window.open(this.href);return false;
Ed evitare i mesi estivi, quando nelle Liguri le nuvole e le mosche sono garantite e certe.
Molto meglio settembre.
bellissimo percorso, peccato per le nuvole e l'umidità. E le mosche.
Anche io ho l'avevo fatto partendo da Upega, con ritorno per il "ravanoso" vallone omonimo.
Alla fine la Cresta del Ferà credo che sia meglio farla partendo da Carnino: viewtopic.php?t=1060" onclick="window.open(this.href);return false;
Ed evitare i mesi estivi, quando nelle Liguri le nuvole e le mosche sono garantite e certe.
Molto meglio settembre.
"Non importa quanto vai piano ... l'importante è che non ti fermi".
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
, Little.Littletino wrote: Alla fine la Cresta del Ferà credo che sia meglio farla partendo da Carnino: viewtopic.php?t=1060" onclick="window.open(this.href);return false;
Ed evitare i mesi estivi, quando nelle Liguri le nuvole e le mosche sono garantite e certe.
Molto meglio settembre.
Hai proprio ragione, però sai com'è , devo approfittare delle ferie estive e mi piace la comodità di non allontanarmi troppo da casa ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- lupo della steppa
- Quotazerino doc
- Posts: 1506
- Joined: Wed Jan 27, 2010 20:38
- Location: sassello
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
anch'io la penso come Little
...d'estate da quelle parti le mosche sono un flagello,però basta spostarsi nel bosco delle Navette e spariscono,,,
... comunque bella cavalcata di cresta
...d'estate da quelle parti le mosche sono un flagello,però basta spostarsi nel bosco delle Navette e spariscono,,,
... comunque bella cavalcata di cresta
...montagna vissuta,tempo per respirare... (Reinhard Karl)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
anche a te , lupo.
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- paolocerreta
- Quotazerino
- Posts: 696
- Joined: Mon Feb 02, 2015 22:05
- Location: Valbrevenna
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Che bel giro daniele, quasi tutto sul filo di costa,complimenti
"Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza. Dall'erba ho imparato ad apprezzare la persistenza."
[Hal Borland]
[Hal Borland]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
, paolo.
Effettivamente una buona parte del tragitto è proprio in cresta e per questo è piuttosto lento ed impegnativo ma assai affascinante .
Effettivamente una buona parte del tragitto è proprio in cresta e per questo è piuttosto lento ed impegnativo ma assai affascinante .
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Mi aggrego nei complimenti e anche nel consiglio di Little e Lupo: in autunno questi posti regalano dei panorami da favola. Avevo percorso proprio la cresta del Ferà in ottobre e ricordo da un lato tutto l'arco alpino sino al Monte Rosa con la pianura ben visibile, e dall'altro i colori autunnali del Bosco delle Navette facevano da cornice al mare e in lontananza la Corsica.... Meraviglia!
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
acdie81.
Sicuramente proverò a rifare la cresta in autunno , magari non quest'anno , possibilmente partendo da Carnino per transitare per il passo Lagarè , che credo sia parzialmente scavato nella roccia .
Sicuramente proverò a rifare la cresta in autunno , magari non quest'anno , possibilmente partendo da Carnino per transitare per il passo Lagarè , che credo sia parzialmente scavato nella roccia .
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Complimenti Daniele Gran bel giro, peccato per la parte finale non proprio piacevole, con mosche e umidazza ... si, penso anch'io che d'autunno sia decismanete meglio, se becchi giornate terse poi la visuale diventa eccezzionale
Una curiosità, anzi due: la vallecola "incriminata" non presentava un qualche segnavia? o forse son io che ho letto male... l'altra, invece, secondo te, si potrebbe raggiungere il Don Barbera con relativa facilità? oppure non c'è neanche una traccia sul crinale di confine?
Una curiosità, anzi due: la vallecola "incriminata" non presentava un qualche segnavia? o forse son io che ho letto male... l'altra, invece, secondo te, si potrebbe raggiungere il Don Barbera con relativa facilità? oppure non c'è neanche una traccia sul crinale di confine?
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
,teo.
No , il vallone di Upega che ho incautamente disceso " a vista" non presentava alcun segnavia anche perchè non c'e nessun itinerario percorribile . Il " vero" percorso di discesa dovrebbe essere più ad ovest delle Selle Vecchie , ma ( pare da alcune relazioni ) che non sia ben indicato , tanto che persino un cartellone esplicativo dell'itinerario (posto ad Upega) avvisa che ci possono essere delle difficoltà a seguirlo nel bosco . Così ho provato a tentare la sorte con il mio "fuori sentiero" ma è stata una scemenza !
Invece il Don Barbera è facilmente raggiungibile perchè rimane proprio sotto la Cima di Pertegà , di cui basta scendere il facile crinale est per arrivare al Colle dei Signori , sotto il quale c'è il Rifugio.
No , il vallone di Upega che ho incautamente disceso " a vista" non presentava alcun segnavia anche perchè non c'e nessun itinerario percorribile . Il " vero" percorso di discesa dovrebbe essere più ad ovest delle Selle Vecchie , ma ( pare da alcune relazioni ) che non sia ben indicato , tanto che persino un cartellone esplicativo dell'itinerario (posto ad Upega) avvisa che ci possono essere delle difficoltà a seguirlo nel bosco . Così ho provato a tentare la sorte con il mio "fuori sentiero" ma è stata una scemenza !
Invece il Don Barbera è facilmente raggiungibile perchè rimane proprio sotto la Cima di Pertegà , di cui basta scendere il facile crinale est per arrivare al Colle dei Signori , sotto il quale c'è il Rifugio.
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Grazie delle indicazioni Quindi a scendere risulta veramente ostico il percorso... però strano che non ci sia una sorta di mulattiera o traccia, in quota non ci sono i pascoli dove gli antichi portavano gli armenti? Sapevo che ci dovevano essere collegamenti da fondovalle ai crinali nella zona delle terre Brigasche, o forse passavano per altre direttrici... forse risalendo da Carnino, però si è più sotto il Marguereis
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
- lupo della steppa
- Quotazerino doc
- Posts: 1506
- Joined: Wed Jan 27, 2010 20:38
- Location: sassello
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
un sentiero c'è ma passa più a sinistra (salendo) all'inizio proprio nel centro del vallone poi nel bosco ,l'ho fatto nel novembre 2012 ,andando a sbucare sullo stradone militare ad ovest della cima di Pertegà,al ritorno in discesa avevo fatto una variante ancora più a sinistra che si collega in basso con il sentiero che proviene dalla cima Bertrand,ricordo che erano anche ben segnalati (fra l'altro dei posti meravigliosi in autunno con i colori dei larici )
...montagna vissuta,tempo per respirare... (Reinhard Karl)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
"Quando le luci si spegneranno per sempre il mio popolo sarà ancora qui.Noi abbiamo le nostre antiche usanze.Sopravviveremo."
(Nuvola Rossa,capo Sioux)
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Il primo di cui parli è senz'altro il sentiero che AVREI DOVUTO percorrere io ... Purtroppo non l'ho fatto !!!lupo della steppa wrote:un sentiero c'è ma passa più a sinistra (salendo) all'inizio proprio nel centro del vallone poi nel bosco ,l'ho fatto nel novembre 2012 ,andando a sbucare sullo stradone militare ad ovest della cima di Pertegà,al ritorno in discesa avevo fatto una variante ancora più a sinistra che si collega in basso con il sentiero che proviene dalla cima Bertrand,ricordo che erano anche ben segnalati (fra l'altro dei posti meravigliosi in autunno con i colori dei larici )
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Gran bel giro che non ho mai fatto in salita per cresta. E' un percorso interessante e stuzzicante vista la foto della cresta che hai postato
Qualche anno fa (parecchi ) arrivati al Passo Lagarè avevamo continuato sul sentiero nel bosco verso il Passo della Chiusetta, senza toccarlo: questo sentiero lo avevamo poi fatto anche da Carnino ma di fatto non viene più mantenuto dal Passo Lagarè in poi e penso che ora non sia quasi più rintracciabile.
In vista della rocca del Ferà (io la conoscevo come "Cappello di Garibaldi" ma forse ricordo male ) avevamo preso per ripidi pendii senza tracce in direzione del colletto, che avevamo raggiunto per poi salire sulla vetta(in cima un giapponese ). Avevamo poi proseguito sino al Pertegà.
Ritorno dalle Selle Vecchie con un bel sentiero nel bosco che parte nelle vicinanze del colle.
Saluti
Qualche anno fa (parecchi ) arrivati al Passo Lagarè avevamo continuato sul sentiero nel bosco verso il Passo della Chiusetta, senza toccarlo: questo sentiero lo avevamo poi fatto anche da Carnino ma di fatto non viene più mantenuto dal Passo Lagarè in poi e penso che ora non sia quasi più rintracciabile.
In vista della rocca del Ferà (io la conoscevo come "Cappello di Garibaldi" ma forse ricordo male ) avevamo preso per ripidi pendii senza tracce in direzione del colletto, che avevamo raggiunto per poi salire sulla vetta(in cima un giapponese ). Avevamo poi proseguito sino al Pertegà.
Ritorno dalle Selle Vecchie con un bel sentiero nel bosco che parte nelle vicinanze del colle.
Saluti
"Perché con uno (occhio) tu guardi il mondo, con l'altro guardi in te stesso".
Amedeo Modigliani
Amedeo Modigliani
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Grazie FRANKIE !
Comunque non è che ho seguito sempre il filo di cresta , qualche pezzetto l'ho aggirato seguendo i pallini rossi ( soprattutto nei prati tra la Rocca del Praet e la Rocca del Ferà e poi ovviamente non ho salito il Dente ed il Torrione Mader , che sono più alpinistici ) . Comunque anche così è abbastanza faticosa...
Sapevo che il Ferà era detto Dente del Gigante o Testa di Garibaldi ( per l'evidente somiglianza ) ma non sapevo che la Rocca del Ferà fosse il suo cappello ...
Che ci faceva un giapponese sul Ferà ? Credeva di essere ad Okinawa ?!
Comunque non è che ho seguito sempre il filo di cresta , qualche pezzetto l'ho aggirato seguendo i pallini rossi ( soprattutto nei prati tra la Rocca del Praet e la Rocca del Ferà e poi ovviamente non ho salito il Dente ed il Torrione Mader , che sono più alpinistici ) . Comunque anche così è abbastanza faticosa...
Sapevo che il Ferà era detto Dente del Gigante o Testa di Garibaldi ( per l'evidente somiglianza ) ma non sapevo che la Rocca del Ferà fosse il suo cappello ...
Che ci faceva un giapponese sul Ferà ? Credeva di essere ad Okinawa ?!
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- Maury76
- Fotomodello delle vette
- Posts: 4778
- Joined: Tue Sep 16, 2008 17:51
- Location: genova marassi
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Bravo Daniele
Io e' da anni che ho in mente di fare la cresta del Ferà ,ma partendo da Carnino e ipotizzandola a fine Maggio/primi Giugno o Ottobre/Novembre
Io e' da anni che ho in mente di fare la cresta del Ferà ,ma partendo da Carnino e ipotizzandola a fine Maggio/primi Giugno o Ottobre/Novembre
http://www.finoincima.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
https://www.facebook.com/finoincima" onclick="window.open(this.href);return false;
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
,maury.
In effetti a luglio fa troppo caldo .Molto meglio le tue date. Salire da Carnino permette di attraversare il Passo Lagazè ( che io non ho fatto) e poi di tornare indietro dal lungo Vallone di Carnino , molto bello ma che ho fatto già più volte .
Complimenti per la tua bella escursione al Losetta , che ho letto proprio oggi .
In effetti a luglio fa troppo caldo .Molto meglio le tue date. Salire da Carnino permette di attraversare il Passo Lagazè ( che io non ho fatto) e poi di tornare indietro dal lungo Vallone di Carnino , molto bello ma che ho fatto già più volte .
Complimenti per la tua bella escursione al Losetta , che ho letto proprio oggi .
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Che bellissimo !!! Si anche io ci voglio andare... che incubo invece la discesa..un incubo alquanto familiare
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
,scinty.
La cresta ha proprio dei bei tratti , panoramici e divertenti.
Sicuramente te la consiglio , ma non in piena estate ...
La cresta ha proprio dei bei tratti , panoramici e divertenti.
Sicuramente te la consiglio , ma non in piena estate ...
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Per la discesa a Upega attraverso case Nivorina confermo quanto riportato nel precedente post (lupo della steppa - dom lug 24, 2016 22:29).
Ti ricordo il giro da me fatto a suo tempo con partenza da Carnino (nel file pdf delle foto viewtopic.php?f=40&t=12441" onclick="window.open(this.href);return false; dovresti ragionevolmente ritrovarti e comunque il bivio dalla strada sterrata lo scorso anno era evidenziato dalla cartellonistica verticale...)
comunque bravo!
ciao
Maurizio
Ti ricordo il giro da me fatto a suo tempo con partenza da Carnino (nel file pdf delle foto viewtopic.php?f=40&t=12441" onclick="window.open(this.href);return false; dovresti ragionevolmente ritrovarti e comunque il bivio dalla strada sterrata lo scorso anno era evidenziato dalla cartellonistica verticale...)
comunque bravo!
ciao
Maurizio
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
, Maurizio.
Non mi ricordavo del tuo giro dell'anno scorso ( che avevo visto e commentato ). Purtroppo ho preferito andare all'avventura.... Sicuramente il sentiero nel bosco sarebbe stato molto più agevole !
Non mi ricordavo del tuo giro dell'anno scorso ( che avevo visto e commentato ). Purtroppo ho preferito andare all'avventura.... Sicuramente il sentiero nel bosco sarebbe stato molto più agevole !
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- soundofsilence
- Riesploratore
- Posts: 6806
- Joined: Wed Aug 29, 2007 12:42
- Location: genova - marassi
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Giovedì 13 Luglio 2017: Upega (1325) – Cima Caplet (1945) – Rocca del Ferà (2215) – Il Ferà (2245) – Passo Framargal (2180) - Colle dei Signori (2115) – Selle di Carnino (1905) – Prato della Chiusetta (1830) – Passo Lagarè (1750) - Upega (1325).
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 17,8 Km. circa; da considerare che la Cresta del Ferà e, soprattutto, il sentiero non segnato che dai prati della Chiusetta porta verso Upega richiedono molto più tempo di quanto la lunghezza possa far supporre, data la difficoltà a camminare e a seguire il percorso giusto. Io, comprese soste, ho compiuto comunque l’anello in circa 7 ore.
Dislivello: 1200 m. circa.
Difficoltà: E fino all’inizio del sentiero per la cresta del Ferà. La prima parte del sentiero della cresta è semplice, ma non chiara e le difficoltà principali sono nel seguire l’esile traccia, ma direi che restiamo nell’E. La Cima del Caplet è F, presentando qualche passo di arrampicata, comunque semplice, ma su terreno su cui fare attenzione. Il successivo tratto di cresta del Ferà rimane E se si seguono i bolli rossi, ma se ci si mantiene in cresta anche dove il sentiero se ne discosta si trovano tratti molto esposti e con passi di I grado che possono essere classificati EE o F a seconda dei tratti. Diciamo comunque che, volendo, si può rimanere nell’E fino al Torrione Mader; qui il sentiero aggira il Torrione sulla destra, su una cengia erbosa esposta ma facile ed attrezzata con cavo metallico, comunque EE. EE quindi la salita alla Rocca del Ferà se fatta da sotto (sud) e non tornando indietro dalla facile cresta erbosa. Dopo la Rocca del Ferà troviamo un nuovo tratto di cengia veramente molto esposto e delicato, EE sicuramente, ma da non sottovalutare perché pur non presentando difficoltà tecniche si passa su un sentierino molto stretto e assai esposto, da evitare assolutamente con neve e o terreno bagnato. E poi il percorso fino al Colle dei Signori e quindi la discesa fino al prato della Chiusetta. EE non semplice poi il sentiero che ci riporta verso Upega date le condizioni di detto sentiero, infrascato nella prima parte, sempre appena visibile (a volte con un po’ di fantasia), sempre assai stretto e spesso scomodo e\o pericoloso per la traccia dilavata e scivolosa. E poi la discesa finale verso Upega già affrontata all’andata. Sarebbe in ogni caso altamente consigliabile essere muniti di GPS e relativa traccia per riuscire a seguire più agevolmente il sentiero sopra descritto senza perdersi nel bosco.
Percorso in macchina: da Genova fino Savona con l’A10 e quindi fino a Ceva con la Savona-Torino. Da Ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si continua, lasciando a destra la deviazione per Carnino. Si giunge quindi a Upega dove, subito prima di un ponte, si prende a destrae dopo neanche 100 metri troviamo un ampio spiazzo dove parcheggiare.
Percorso a piedi: dal parcheggio si continua sulla stradina asfaltata (volendo la si può anche percorrere in macchina che 250 metri più avanti c’è un piccolo slargo alla fine della stradina in cui parcheggiare) che compie un tornante verso destra e finisce dopo ulteriori 130 metri; qui troviamo i cartelli indicatori dei sentieri e li seguiamo prendendo a sinistra su una scalinata. In breve la scalinata si trasforma in sentiero e passiamo subito vicino ad un’edicola votiva, per poi lasciare a destra il bivio per la Palestra di Roccia. Continuiamo quindi a salire sul sentiero segnato fino a giungere nei pressi di un poggio erboso a quota 1730 circa. Qui notiamo un paletto di legno e se guardiamo bene a terra troviamo il cartello che indica la Cresta del Ferà, dobbiamo quindi prendere la ripa erbosa a sinistra seguendo alla bene e meglio vaghe tracce nell’erba. Giunti in cima alla ripa erbosa notiamo una cima erbosa sulla destra, che raggiungiamo con breve arrampicata. Torniamo quindi indietro e riprendiamo a salire verso destra una nuova ripa erbosa. Dopo poco incontriamo un grosso cippo di pietra con un bollino rosso e da qui in poi potremo seguire i segnavia, oltrechè il filo di cresta. Il filo di cresta appunto si fa subito roccioso ed esposto e lo possiamo affrontare o passare sotto seguendo i bolli rossi. Riprendiamo poi i bolli rossi che scendono un poco nel bosco per evitare un tratto di cresta parecchio infrascato. Giungiamo quindi ad una zona prativa sormontata ancora da una cresta rocciosa, qui i bolli rossi passano nel prato, ma è più consigliabile seguire la panoramica cresta quasi integralmente dato che non presenta grosse difficoltà, eccetto alcuni punti dove la vegetazione rende difficile il passaggio, ma che possono essere evitati. Continuando in cresta rincontriamo poi i bolli rossi e iniziamo a salire verso la Rocca del Ferà. Vi giungiamo a quota 2215, sulla vetta solo un piccolo ometto, da cui abbiamo di fronte il Dente e il Torrione Mader e quindi il Ferà. Una breve discesa ci porta al Dente, che costeggiamo sulla destra insieme all’omonimo torrione. Passiamo qui un breve tratto attrezzato su cenge erbose e quindi arriviamo sotto Il Ferà, che abbiamo sulla destra. Qui una scritta rossa su un masso indica di salire per Il Ferà appunto, ma punta ad un “minaccioso” canalino erboso e quindi io ho preferito traversare ancora qualche metro e quindi salire per ripidi prati fino al crinale e quindi brevemente a destra sulla cima. Dalla cima si continua facilmente in cresta per poi scendere verso un’insidiosa cengetta erbosa che ci porta a salire brevemente ad una nuova cimetta erbosa, oltre la quale giungiamo al Passo Framargal e quindi alla soprastante sterrata che imbocchiamo verso destra, in leggera salita. Seguiamo quindi lungamente la sterrata, passando sotto la Cima Pertegà (che volendo si può anche salire), fino a giungere al Colle dei Signori. Dal Colle dei Signori prendiamo la sterrata sulla destra che scende verso le Selle di Carnino; tagliamo magari per facili prati qualcuno degli ampi tornanti per giungere quindi ai prati pianeggianti delle Selle di Carnino, dove la sterrata finisce e dobbiamo traversare a sinistra per prati per raggiungere il sentiero in discesa dal Rifugio Don Barbera e diretto verso Carnino. Seguiamo quindi il nuovo sentiero segnato giungendo alla Gola della Chiusetta e ai successivi sottostanti prati, al termine dei quali, dobbiamo lasciare il sentiero segnato per prendere a destra seguendo una traccia appena accennata (scritta S1 o qualcosa di simile su un masso) . La traccia è nella prima parte è quasi invisibile e infrascata e bisogna fare molta attenzione ad “indovinare” dove passare. Diventa poi più chiara (ma mai segnata) e si affrontano un paio di salite di una quarantina di metri di dislivello. Si attraversano poi lungamente dei boschi in cui bisogna fare molta attenzione a non perdere l’esile traccia, per giungere quindi ad un cartello, al passo Lagarè, che indica sulla sinistra per Carnino, mentre noi dobbiamo affrontare un’ultima e ripida salita, ma finalmente su sentiero chiaro e largo, e quindi traversare un rio evitando una frana, per poi giungere finalmente al sentiero percorso all’andata che ripercorriamo in discesa fino alla macchina.
Conclusioni: giro interessante su una cresta selvaggia e solitaria che oltretutto offre sempre bei panorami sulla cresta stessa e sulle vicine cime dello spartiacque principale (Marguareis, Pian Ballaur, Saline e Mongioie), peccato per il fastidioso sentiero del ritorno assai ostico da percorrere e seguire, potrebbe quindi essere meglio effettuare l’anello partendo da Carnino, il che dovrebbe evitare il problema, offrendo gli stessi panorami.
Rocca Garba e Mongioie salendo verso cresta del Ferà
Pian Ballaur e Saline salendo verso cresta del Ferà
Cresta Colme Rocca Garba e Mongioie salendo verso cresta del Ferà
Poggio erboso ad inizio sentiero per cresta Ferà dall'alto
Dente di Carnino da sotto
Dente di Carnino da sotto più da vicino
Dente di Carnino con alla sinistra Pian Ballaur e Saline
Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Dente di Carnino
Pian Ballaur e Cima Saline da Dente di Carnino
Cresta del Ferà Cima Pertegà e Marguareis da Dente di Carnino
Dente di Carnino con sulla destra il Mongioie
Poggio erboso ad inizio sentiero per cresta Ferà dall'alto
Inizio segnavia Cresta del Ferà sulla Cima Caplet
Punti esposti ad inizio Cresta del Ferà più da vicino
Grande prato sotto Cresta del Ferà e Cima Pertegà
Cresta e Rocca del Ferà con Marguareis sulla destra
Prati sottostanti da Cresta del Ferà
Cresta del Ferà e prati sottostanti
Balze calcaree sotto Cresta del Ferà
Rocce calcaree Marguareis e Pian Ballaur da Cresta del Ferà
Rocce calcareee Rocca del Ferà e Marguareis
Cresta del Ferà e prati sottostanti più da lontano
Cresta del Ferà dalla Rocca
Pian Ballaur e Saline dalla Rocca del Ferà
Cima Pertegà e Il Ferà dalla Rocca
Il Ferà e Marguareis dalla Rocca
Cima Pertegà e il Ferà scendendo dalla Rocca
Torrione e Dente Mader e il Ferà
Rocca del Ferà andando verso Torrione Mader
Torrione e Dente Mader e il Ferà più da vicino
Torrione e Dente Mader e il Ferà primo piano
Il Ferà passando sotto Torrione Mader
Dente Mader da dietro
Cengia esposta ed attrezzata sotto Torrione Mader
Torrione Mader e Rocca del Ferà andando verso il Ferà
Cima Pertegà e il Ferà andandovi
Rocca del Ferà dal Ferà
Colle dei Signori dal Ferà
Cima Pertegà dal Ferà
Prati della Chiusetta dal Ferà
Cima Pertegà scendendo dal Ferà
Andando verso il Passo Framargal
Cengia esposta e Cima Pertegà andando verso Passo Framargal
Campi solcati e cengia esposta andando verso Passo Framargal
Cresta del Ferà guardando indietro andando verso Passo Framargal
Passo Framargal e Cima Pertegà
Marguareis da sterrata per il Colle dei Signori
Colle dei Signori andandovi
Cresta del Ferà dalla sterrata
Sterrata per il Colle dei Signori
Pendici calcaree Marguareis scendendo dal Colle dei Signori
Balze calcaree scendendo alle Selle di Carnino
Balze calcaree scendendo alle Selle di Carnino
Grotte sopra le Selle di Carnino
Campi solcati alla Gola della Chiusetta
Campi solcati alla Gola della Chiusetta più da lontano
Prati della Chiusetta
Cresta del Ferà dai Prati della Chiusetta
Cartello per Cresta del Ferà
Partecipanti: soundofsilence.
Lunghezza: 17,8 Km. circa; da considerare che la Cresta del Ferà e, soprattutto, il sentiero non segnato che dai prati della Chiusetta porta verso Upega richiedono molto più tempo di quanto la lunghezza possa far supporre, data la difficoltà a camminare e a seguire il percorso giusto. Io, comprese soste, ho compiuto comunque l’anello in circa 7 ore.
Dislivello: 1200 m. circa.
Difficoltà: E fino all’inizio del sentiero per la cresta del Ferà. La prima parte del sentiero della cresta è semplice, ma non chiara e le difficoltà principali sono nel seguire l’esile traccia, ma direi che restiamo nell’E. La Cima del Caplet è F, presentando qualche passo di arrampicata, comunque semplice, ma su terreno su cui fare attenzione. Il successivo tratto di cresta del Ferà rimane E se si seguono i bolli rossi, ma se ci si mantiene in cresta anche dove il sentiero se ne discosta si trovano tratti molto esposti e con passi di I grado che possono essere classificati EE o F a seconda dei tratti. Diciamo comunque che, volendo, si può rimanere nell’E fino al Torrione Mader; qui il sentiero aggira il Torrione sulla destra, su una cengia erbosa esposta ma facile ed attrezzata con cavo metallico, comunque EE. EE quindi la salita alla Rocca del Ferà se fatta da sotto (sud) e non tornando indietro dalla facile cresta erbosa. Dopo la Rocca del Ferà troviamo un nuovo tratto di cengia veramente molto esposto e delicato, EE sicuramente, ma da non sottovalutare perché pur non presentando difficoltà tecniche si passa su un sentierino molto stretto e assai esposto, da evitare assolutamente con neve e o terreno bagnato. E poi il percorso fino al Colle dei Signori e quindi la discesa fino al prato della Chiusetta. EE non semplice poi il sentiero che ci riporta verso Upega date le condizioni di detto sentiero, infrascato nella prima parte, sempre appena visibile (a volte con un po’ di fantasia), sempre assai stretto e spesso scomodo e\o pericoloso per la traccia dilavata e scivolosa. E poi la discesa finale verso Upega già affrontata all’andata. Sarebbe in ogni caso altamente consigliabile essere muniti di GPS e relativa traccia per riuscire a seguire più agevolmente il sentiero sopra descritto senza perdersi nel bosco.
Percorso in macchina: da Genova fino Savona con l’A10 e quindi fino a Ceva con la Savona-Torino. Da Ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si continua, lasciando a destra la deviazione per Carnino. Si giunge quindi a Upega dove, subito prima di un ponte, si prende a destrae dopo neanche 100 metri troviamo un ampio spiazzo dove parcheggiare.
Percorso a piedi: dal parcheggio si continua sulla stradina asfaltata (volendo la si può anche percorrere in macchina che 250 metri più avanti c’è un piccolo slargo alla fine della stradina in cui parcheggiare) che compie un tornante verso destra e finisce dopo ulteriori 130 metri; qui troviamo i cartelli indicatori dei sentieri e li seguiamo prendendo a sinistra su una scalinata. In breve la scalinata si trasforma in sentiero e passiamo subito vicino ad un’edicola votiva, per poi lasciare a destra il bivio per la Palestra di Roccia. Continuiamo quindi a salire sul sentiero segnato fino a giungere nei pressi di un poggio erboso a quota 1730 circa. Qui notiamo un paletto di legno e se guardiamo bene a terra troviamo il cartello che indica la Cresta del Ferà, dobbiamo quindi prendere la ripa erbosa a sinistra seguendo alla bene e meglio vaghe tracce nell’erba. Giunti in cima alla ripa erbosa notiamo una cima erbosa sulla destra, che raggiungiamo con breve arrampicata. Torniamo quindi indietro e riprendiamo a salire verso destra una nuova ripa erbosa. Dopo poco incontriamo un grosso cippo di pietra con un bollino rosso e da qui in poi potremo seguire i segnavia, oltrechè il filo di cresta. Il filo di cresta appunto si fa subito roccioso ed esposto e lo possiamo affrontare o passare sotto seguendo i bolli rossi. Riprendiamo poi i bolli rossi che scendono un poco nel bosco per evitare un tratto di cresta parecchio infrascato. Giungiamo quindi ad una zona prativa sormontata ancora da una cresta rocciosa, qui i bolli rossi passano nel prato, ma è più consigliabile seguire la panoramica cresta quasi integralmente dato che non presenta grosse difficoltà, eccetto alcuni punti dove la vegetazione rende difficile il passaggio, ma che possono essere evitati. Continuando in cresta rincontriamo poi i bolli rossi e iniziamo a salire verso la Rocca del Ferà. Vi giungiamo a quota 2215, sulla vetta solo un piccolo ometto, da cui abbiamo di fronte il Dente e il Torrione Mader e quindi il Ferà. Una breve discesa ci porta al Dente, che costeggiamo sulla destra insieme all’omonimo torrione. Passiamo qui un breve tratto attrezzato su cenge erbose e quindi arriviamo sotto Il Ferà, che abbiamo sulla destra. Qui una scritta rossa su un masso indica di salire per Il Ferà appunto, ma punta ad un “minaccioso” canalino erboso e quindi io ho preferito traversare ancora qualche metro e quindi salire per ripidi prati fino al crinale e quindi brevemente a destra sulla cima. Dalla cima si continua facilmente in cresta per poi scendere verso un’insidiosa cengetta erbosa che ci porta a salire brevemente ad una nuova cimetta erbosa, oltre la quale giungiamo al Passo Framargal e quindi alla soprastante sterrata che imbocchiamo verso destra, in leggera salita. Seguiamo quindi lungamente la sterrata, passando sotto la Cima Pertegà (che volendo si può anche salire), fino a giungere al Colle dei Signori. Dal Colle dei Signori prendiamo la sterrata sulla destra che scende verso le Selle di Carnino; tagliamo magari per facili prati qualcuno degli ampi tornanti per giungere quindi ai prati pianeggianti delle Selle di Carnino, dove la sterrata finisce e dobbiamo traversare a sinistra per prati per raggiungere il sentiero in discesa dal Rifugio Don Barbera e diretto verso Carnino. Seguiamo quindi il nuovo sentiero segnato giungendo alla Gola della Chiusetta e ai successivi sottostanti prati, al termine dei quali, dobbiamo lasciare il sentiero segnato per prendere a destra seguendo una traccia appena accennata (scritta S1 o qualcosa di simile su un masso) . La traccia è nella prima parte è quasi invisibile e infrascata e bisogna fare molta attenzione ad “indovinare” dove passare. Diventa poi più chiara (ma mai segnata) e si affrontano un paio di salite di una quarantina di metri di dislivello. Si attraversano poi lungamente dei boschi in cui bisogna fare molta attenzione a non perdere l’esile traccia, per giungere quindi ad un cartello, al passo Lagarè, che indica sulla sinistra per Carnino, mentre noi dobbiamo affrontare un’ultima e ripida salita, ma finalmente su sentiero chiaro e largo, e quindi traversare un rio evitando una frana, per poi giungere finalmente al sentiero percorso all’andata che ripercorriamo in discesa fino alla macchina.
Conclusioni: giro interessante su una cresta selvaggia e solitaria che oltretutto offre sempre bei panorami sulla cresta stessa e sulle vicine cime dello spartiacque principale (Marguareis, Pian Ballaur, Saline e Mongioie), peccato per il fastidioso sentiero del ritorno assai ostico da percorrere e seguire, potrebbe quindi essere meglio effettuare l’anello partendo da Carnino, il che dovrebbe evitare il problema, offrendo gli stessi panorami.
Rocca Garba e Mongioie salendo verso cresta del Ferà
Pian Ballaur e Saline salendo verso cresta del Ferà
Cresta Colme Rocca Garba e Mongioie salendo verso cresta del Ferà
Poggio erboso ad inizio sentiero per cresta Ferà dall'alto
Dente di Carnino da sotto
Dente di Carnino da sotto più da vicino
Dente di Carnino con alla sinistra Pian Ballaur e Saline
Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Dente di Carnino
Pian Ballaur e Cima Saline da Dente di Carnino
Cresta del Ferà Cima Pertegà e Marguareis da Dente di Carnino
Dente di Carnino con sulla destra il Mongioie
Poggio erboso ad inizio sentiero per cresta Ferà dall'alto
Inizio segnavia Cresta del Ferà sulla Cima Caplet
Punti esposti ad inizio Cresta del Ferà più da vicino
Grande prato sotto Cresta del Ferà e Cima Pertegà
Cresta e Rocca del Ferà con Marguareis sulla destra
Prati sottostanti da Cresta del Ferà
Cresta del Ferà e prati sottostanti
Balze calcaree sotto Cresta del Ferà
Rocce calcaree Marguareis e Pian Ballaur da Cresta del Ferà
Rocce calcareee Rocca del Ferà e Marguareis
Cresta del Ferà e prati sottostanti più da lontano
Cresta del Ferà dalla Rocca
Pian Ballaur e Saline dalla Rocca del Ferà
Cima Pertegà e Il Ferà dalla Rocca
Il Ferà e Marguareis dalla Rocca
Cima Pertegà e il Ferà scendendo dalla Rocca
Torrione e Dente Mader e il Ferà
Rocca del Ferà andando verso Torrione Mader
Torrione e Dente Mader e il Ferà più da vicino
Torrione e Dente Mader e il Ferà primo piano
Il Ferà passando sotto Torrione Mader
Dente Mader da dietro
Cengia esposta ed attrezzata sotto Torrione Mader
Torrione Mader e Rocca del Ferà andando verso il Ferà
Cima Pertegà e il Ferà andandovi
Rocca del Ferà dal Ferà
Colle dei Signori dal Ferà
Cima Pertegà dal Ferà
Prati della Chiusetta dal Ferà
Cima Pertegà scendendo dal Ferà
Andando verso il Passo Framargal
Cengia esposta e Cima Pertegà andando verso Passo Framargal
Campi solcati e cengia esposta andando verso Passo Framargal
Cresta del Ferà guardando indietro andando verso Passo Framargal
Passo Framargal e Cima Pertegà
Marguareis da sterrata per il Colle dei Signori
Colle dei Signori andandovi
Cresta del Ferà dalla sterrata
Sterrata per il Colle dei Signori
Pendici calcaree Marguareis scendendo dal Colle dei Signori
Balze calcaree scendendo alle Selle di Carnino
Balze calcaree scendendo alle Selle di Carnino
Grotte sopra le Selle di Carnino
Campi solcati alla Gola della Chiusetta
Campi solcati alla Gola della Chiusetta più da lontano
Prati della Chiusetta
Cresta del Ferà dai Prati della Chiusetta
Cartello per Cresta del Ferà
Last edited by soundofsilence on Tue Jul 25, 2017 8:37, edited 1 time in total.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Scrivo per cavillare che , secondo le più autorevoli fonti universalmente riconosciute , lo spunzone roccioso che hai chiamato Cima Caplet ( anche perchè così c'è scritto sulla croce ! ) sarebbe invece l'ardito ( e ambito ! ) Dente di Carnino ... La Cima Caplet sarebbe invece l'erboso dosso con il pilastrino taccato di rosso ....
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- soundofsilence
- Riesploratore
- Posts: 6806
- Joined: Wed Aug 29, 2007 12:42
- Location: genova - marassi
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Buono a sapersi, sempre gradite le precisazioni, sia autorevoli che non.daniele64 wrote:Scrivo per cavillare che , secondo le più autorevoli fonti universalmente riconosciute , lo spunzone roccioso che hai chiamato Cima Caplet ( anche perchè così c'è scritto sulla croce ! ) sarebbe invece l'ardito ( e ambito ! ) Dente di Carnino ... La Cima Caplet sarebbe invece l'erboso dosso con il pilastrino taccato di rosso ....
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Bel giro Sound Si in effetti questa cresta del Ferà è molto intrigante da percorrerla, con ottime visuali sul gruppo a nord Certo, tocca un po' pagare dazio con la discesa al ritorno su quel sentiero... comunque inizia a interessarmi molto, me la segno magari per l'autunno...
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
- soundofsilence
- Riesploratore
- Posts: 6806
- Joined: Wed Aug 29, 2007 12:42
- Location: genova - marassi
- Contact:
Re: Cresta del Ferà e Cima Pertegà da Upega ( anello )
Sul mio sito la traccia GPS:http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... ertega.htm
Domenica 21-11-2022:Upega (1295) – Cima Caplet (2035) – Rocca del Ferà (2230) – Il Ferà (2260) – Passo Framargal (2179) – Cima Pertegà (2404) – Croce Pertegà (2400) – Colle Selle Vecchie (2099) – Case Nivorina (1600) - Upega (1295).
Partecipanti: Ornella, Em, Maury76 e soundofsilence.
Lunghezza: 14,8 Km. circa.
Dislivello: 1300 m. circa.
Difficoltà: E, per escursionisti medi fino ai piedi del Dente di Carnino (la cui salita facoltativa è F, alpinistico facile), EE, per escursionisti esperti la successiva cresta del Ferà, quasi sempre facile e camminabile, ma con alcuni punti ripidi in cui usare le mani e prestare attenzione; in particolare troviamo poi un tratto attrezzatto con cavo (non indispensabile con terreno non scivoloso) nei pressi del torrione Mader, su un tratto di sentiero stretto e ripido, ma non difficile, mentre più difficile è la successiva stretta cengia scendendo dal Ferà, punto che richiede molta attenzione, lo spazio in cui passare è veramente poco. E, per escursionisti medi il successivo tratto fino in cima alla Pertegà, mentre la discesa senza traccia e su terreno abbastanza ripido fino al Colle Selle Vecchie è sicuramente EE, per escursionisti esperti. Tutto il resto E.
Percorso in macchina: da Genova fino Savona con l’A10 e quindi fino a Ceva con la Savona-Torino. Da Ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si continua, lasciando a destra la deviazione per Carnino. Si giunge quindi a Upega dove, subito prima di un ponte, parcheggiamo nello spazio sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio prendiamo la strada asfaltata sulla destra di quella da cui siamo venuti. Dopo poco più di 150 metri troviamo un bivio a sinistra in corrispondenza di un parcheggio, ma noi continuiamo dritti a destra e, poco più avanti, prima di una curva pronunciata verso destra, troviamo una carrareccia che si diparte a sinistra, ma noi proseguiamo ancora a destra su asfalto, arrivando quindi ad un nuovo parcheggio piastrellato, mentre noi prendiamo una scalinata a sinistra, dove cominciano i segni biancorossi che dobbiamo seguire. La scalinata si trasforma subito in sentiero, che seguiamo in salita costante fino ad arrivare ad un bivio con cartelli (in località Pian della Ciappa), dove a destra è indicato per Carnino, mentre noi prendiamo il più esile sentiero a sinistra (indicazioni per Rocca Ferà e Passo Framargal) che sale ripidamente un pendio erboso. Continuiamo quindi la ripida salita fino a giungere alla base della Cima rocciosa del Dente di Carnino, che volendo possiamo salire con una breve, ma non facile (F, alpinistico facile), deviazione sulla destra. Riprendiamo quindi a salire sulla traccia, segnata di quando in quando con bolli rossi, giungendo in cima al pendio dove troviamo un cippo a piramide. Proseguiamo quindi su cresta che subito si fa rocciosa ed esposta, ma si può aggirare col sentiero che passa sotto a destra. Continuiamo quindi con alcuni saliscendi in cresta e, giunti a quota 2000 circa, il sentiero continuerebbe dritto a destra, mentre noi abbiamo salito un ripido prato a sinistra per salire la Cima del Caplet che in breve raggiungiamo. Dalla cima seguiamo il crinale e quindi pieghiamo a destra per ricongiungerci al sentiero con bolli rossi. Nel tratto successivo possiamo scegliere se, come abbiamo fatto noi, seguire più o meno fedelmente la cresta, o passare sugli ampi prati sottostanti dove corre la traccia principale, le due tracce in ogni caso si riuniscono poco prima di raggiungere la vetta della Rocca del Ferà, dopo la quale il sentiero aggira il Torrione Mader sulla destra, in un tratto di sentiero stretto ed esposto, dove un cavo può servire in caso di terreno scivoloso. Seguiamo quindi i segnavia ed il cavo fino a tornare in cresta, giungendo così al Colletto del Ferà, oltre il quale iniziamo a traversare sotto l’omonima vetta, traversiamo quindi fino a raggiungere il crinale, dal quale possiamo girare indietro per raggiungere facilmente la vetta. Visitata la vetta del Ferà, riprendiamo il crinale in senso opposto e scendiamo fino a raggiungere una cengia, in corrispondenza di bei campi solcati, dove occorre prestare molta attenzione, data l’esiguità della stessa. Superata la cengia riprendiamo a salire, giungendo in breve ad una vetta con croce (potremmo chiamarla Cima Framargal, data la vicinanza all’omonimo passo). Poco oltre la vetta la cresta si fa rocciosa, ed il sentiero la evita passando a destra ed arriva quindi in breve alla strada sterrata dove è sito il Passo Framargal. Dal Passo seguiamo la sterrata verso destra per circa settanta metri, quindi risaliamo, nel punto più agevole, la ripa a sinistra ed iniziamo a seguire il crinale verso l’evidente Cima Pertegà. Percorriamo quindi il crinale fino in vetta, segnata da un ometto di pietra, e quindi seguiamo la cresta pianeggiante fino a giungere ad una piccola croce. Dalla croce individuiamo il punto migliore per scendere verso sinistra e quindi, scendiamo il ripido pendio erboso alla meglio, preferibilmente in diagonale verso sinistra, fino a raggiungere una cresta meno pendente, dalla quale scendiamo, prima su ghiaietto misto ad erba, e poi su erba, seguendo la massima pendenza in direzione della sottostante sterrata, pochi metri sopra la quale incontriamo il Colle delle Selle Vecchie, dove troviamo cartelli indicatori. Scendiamo quindi alla sottostante sterrata e la seguiamo verso destra per quasi 500 metri, fino a trovare nuovi cartelli, dove abbandoniamo la sterrata per prendere a sinistra per Upega. Scendiamo quindi nel bosco su morbido e comodo sentiero per poi giungere ad un guado. Oltre il guado il sentiero si perde un poco nel prato successivo, ma basta seguire il torrente per ritrovarlo facilmente. Giungiamo quindi a nuovi cartelli indicatori (località Case Nivorina), dove proseguiamo per Upega, guadando subito nuovamente il torrente Nivorina e quindi giungendo ai ruderi delle predette case. Da qui in poi il sentiero continua a seguire il torrente Nivorina, alternando tratti in discesa a tratti pianeggianti, fino a giungere ad un grande ponte metallico, che attraversiamo sulla destra. Passato il ponte seguiamo la successiva carrareccia che in breve raggiunge l’asfalto, che imbocchiamo verso sinistra in discesa. Seguendo quindi l’asfalto per oltre 500 metri giungiamo dunque al parcheggio.
Conclusioni: variante più corta alla gita proposta su questo sito con ritorno dal Colle dei Signori e dal Passo Lagarè, resta comunque la parte in cresta quella più interessante, cresta che ha il suo Clou nella zona del torrione Mader e del Ferà, parte sicuramente più bella ed interessante.
Monte Bertrand salendo da Upega
Cima Missun salendo da Upega
Torrione salendo da Upega
Larici gialli e Cima Missun salendo da Upega
Alberi colorati e Mongioie e Conoia salendo da Upega
Alberi colorati salendo da Upega
Alberi colorati e Cima Missun
Rocca dei Campanili salendo da Upega
Bivio per il Lagarè con Mongioie sullo sfondo
Roca dei Campanili Mongioie e Conoia salendo da Upega
Pendii risaliti con Cima Piancavallo e Cantalupo sullo sfondo
Dente di Carnino salendovi più da vicino
Dente di Carnino dal colletto sottostante
Pendii risaliti salendo verso Cima Caplet
Archetto naturale salendo verso Cima Caplet
Cresta risalita con Cima Cantalupo e mare sullo sfondo
Pertegà e Rocca Ferà salendovi
Monte Bego e Pertegà slaendo a Rocca Ferà
Crinale e Rocca Ferà
Ballaur e Saline salendo a Rocca Ferà
Pertegà e Rocca Ferà dal crinale
Salendo cresta verso Rocca Ferà
Bastioni cresta Rocca Ferà e Ballaur e Saline
Alpi Marittime e Cima Pertegà
Torrione sotto cresta Rocca Ferà
Cresta percorsa salendo a Rocca Ferà
Masso quadrato davanti ad Alpi Marittime salendo a Rocca Ferà
Ballaur e Saline da cresta Rocca Ferà più da vicino
Rocca del Ferà con Marguareis sullo sfondo
Cupola sommitale Rocca Ferà
Cima Pertegà e il Ferà dalla Rocca
Cima Pertegà e il Ferà dalla Rocca più da vicino
Alpi Marittime e Cima Pertegà da Rocca Ferà
Il Ferà andandovi
Cima Pertegà e il Ferà andandovi
Cima Pertegà Torrione Mader e il Ferà andandovi
Cima Pertegà Torrione Mader e il Ferà andandovi più da vicino
Torrione Mader e Il Ferà andandovi
Torrione Mader e Il Ferà andandovi ancora più da vicino
Torrione Mader e torrione minore
Il Ferà e Marguareis andandovi
Torrione minore del Mader
Torrione minore del Mader più da vicino
Torrione minore del Mader più da lontano
Cresta torrione Mader
Il Ferà andandovi più da vicino
Salendo la cresta del Ferà
Ometto vetta Ferà e Mongioie
Ballaur e Saline dal Ferà
Cima Pertegà e Argentera scendendo dal Ferà
Cima Pertegà e Argentera scendendo dal Ferà più da lontano
Marguareis scendendo dal Ferà
Gruppo in discesa dal Ferà
Cresta aguzza scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà più da vicino
Gruppo attraversa cengia campi solcati scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà primo piano
Pertegà e campi solcati scendendo dal Ferà
Il Ferà andando al Passo Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal più da lontano
Cima della Fascia da Cima Framargal
Croce vetta Cima Framargal e Il Ferà
Marguareis da Cima Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal
Cima della Fascia andando al Passo Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal più da lontano
Cima Pertegà salendovi
Gruppo in cresta sommitale Pertegà
Cresta sommitale Pertegà
Colle Selle Vecchie scendendovi
Valle del Nivorina dalle Selle Vecchie
Valle del Nivorina con Cima Cantalupo sullo sfondo scendendo dalle Selle Vecchie
Inizio nel bosco sentiero Val Nivorina
Torrione Mader illuminato dal sole scendendo la Val Nivorina
Bric Scravaglion tornando ad Upega
Bric Scravaglion tornando ad Upega più da vicino
Domenica 21-11-2022:Upega (1295) – Cima Caplet (2035) – Rocca del Ferà (2230) – Il Ferà (2260) – Passo Framargal (2179) – Cima Pertegà (2404) – Croce Pertegà (2400) – Colle Selle Vecchie (2099) – Case Nivorina (1600) - Upega (1295).
Partecipanti: Ornella, Em, Maury76 e soundofsilence.
Lunghezza: 14,8 Km. circa.
Dislivello: 1300 m. circa.
Difficoltà: E, per escursionisti medi fino ai piedi del Dente di Carnino (la cui salita facoltativa è F, alpinistico facile), EE, per escursionisti esperti la successiva cresta del Ferà, quasi sempre facile e camminabile, ma con alcuni punti ripidi in cui usare le mani e prestare attenzione; in particolare troviamo poi un tratto attrezzatto con cavo (non indispensabile con terreno non scivoloso) nei pressi del torrione Mader, su un tratto di sentiero stretto e ripido, ma non difficile, mentre più difficile è la successiva stretta cengia scendendo dal Ferà, punto che richiede molta attenzione, lo spazio in cui passare è veramente poco. E, per escursionisti medi il successivo tratto fino in cima alla Pertegà, mentre la discesa senza traccia e su terreno abbastanza ripido fino al Colle Selle Vecchie è sicuramente EE, per escursionisti esperti. Tutto il resto E.
Percorso in macchina: da Genova fino Savona con l’A10 e quindi fino a Ceva con la Savona-Torino. Da Ceva si prende per Garessio, Ormea e Colle di Nava. Raggiunta Ormea si continua verso il Colle di Nava. Giunti a Ponte di Nava, invece di svoltare sulla ss28 per il colle, si prosegue dritti per Viozene sulla sp154. In 10 Km si arriva a Viozene e si continua, lasciando a destra la deviazione per Carnino. Si giunge quindi a Upega dove, subito prima di un ponte, parcheggiamo nello spazio sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio prendiamo la strada asfaltata sulla destra di quella da cui siamo venuti. Dopo poco più di 150 metri troviamo un bivio a sinistra in corrispondenza di un parcheggio, ma noi continuiamo dritti a destra e, poco più avanti, prima di una curva pronunciata verso destra, troviamo una carrareccia che si diparte a sinistra, ma noi proseguiamo ancora a destra su asfalto, arrivando quindi ad un nuovo parcheggio piastrellato, mentre noi prendiamo una scalinata a sinistra, dove cominciano i segni biancorossi che dobbiamo seguire. La scalinata si trasforma subito in sentiero, che seguiamo in salita costante fino ad arrivare ad un bivio con cartelli (in località Pian della Ciappa), dove a destra è indicato per Carnino, mentre noi prendiamo il più esile sentiero a sinistra (indicazioni per Rocca Ferà e Passo Framargal) che sale ripidamente un pendio erboso. Continuiamo quindi la ripida salita fino a giungere alla base della Cima rocciosa del Dente di Carnino, che volendo possiamo salire con una breve, ma non facile (F, alpinistico facile), deviazione sulla destra. Riprendiamo quindi a salire sulla traccia, segnata di quando in quando con bolli rossi, giungendo in cima al pendio dove troviamo un cippo a piramide. Proseguiamo quindi su cresta che subito si fa rocciosa ed esposta, ma si può aggirare col sentiero che passa sotto a destra. Continuiamo quindi con alcuni saliscendi in cresta e, giunti a quota 2000 circa, il sentiero continuerebbe dritto a destra, mentre noi abbiamo salito un ripido prato a sinistra per salire la Cima del Caplet che in breve raggiungiamo. Dalla cima seguiamo il crinale e quindi pieghiamo a destra per ricongiungerci al sentiero con bolli rossi. Nel tratto successivo possiamo scegliere se, come abbiamo fatto noi, seguire più o meno fedelmente la cresta, o passare sugli ampi prati sottostanti dove corre la traccia principale, le due tracce in ogni caso si riuniscono poco prima di raggiungere la vetta della Rocca del Ferà, dopo la quale il sentiero aggira il Torrione Mader sulla destra, in un tratto di sentiero stretto ed esposto, dove un cavo può servire in caso di terreno scivoloso. Seguiamo quindi i segnavia ed il cavo fino a tornare in cresta, giungendo così al Colletto del Ferà, oltre il quale iniziamo a traversare sotto l’omonima vetta, traversiamo quindi fino a raggiungere il crinale, dal quale possiamo girare indietro per raggiungere facilmente la vetta. Visitata la vetta del Ferà, riprendiamo il crinale in senso opposto e scendiamo fino a raggiungere una cengia, in corrispondenza di bei campi solcati, dove occorre prestare molta attenzione, data l’esiguità della stessa. Superata la cengia riprendiamo a salire, giungendo in breve ad una vetta con croce (potremmo chiamarla Cima Framargal, data la vicinanza all’omonimo passo). Poco oltre la vetta la cresta si fa rocciosa, ed il sentiero la evita passando a destra ed arriva quindi in breve alla strada sterrata dove è sito il Passo Framargal. Dal Passo seguiamo la sterrata verso destra per circa settanta metri, quindi risaliamo, nel punto più agevole, la ripa a sinistra ed iniziamo a seguire il crinale verso l’evidente Cima Pertegà. Percorriamo quindi il crinale fino in vetta, segnata da un ometto di pietra, e quindi seguiamo la cresta pianeggiante fino a giungere ad una piccola croce. Dalla croce individuiamo il punto migliore per scendere verso sinistra e quindi, scendiamo il ripido pendio erboso alla meglio, preferibilmente in diagonale verso sinistra, fino a raggiungere una cresta meno pendente, dalla quale scendiamo, prima su ghiaietto misto ad erba, e poi su erba, seguendo la massima pendenza in direzione della sottostante sterrata, pochi metri sopra la quale incontriamo il Colle delle Selle Vecchie, dove troviamo cartelli indicatori. Scendiamo quindi alla sottostante sterrata e la seguiamo verso destra per quasi 500 metri, fino a trovare nuovi cartelli, dove abbandoniamo la sterrata per prendere a sinistra per Upega. Scendiamo quindi nel bosco su morbido e comodo sentiero per poi giungere ad un guado. Oltre il guado il sentiero si perde un poco nel prato successivo, ma basta seguire il torrente per ritrovarlo facilmente. Giungiamo quindi a nuovi cartelli indicatori (località Case Nivorina), dove proseguiamo per Upega, guadando subito nuovamente il torrente Nivorina e quindi giungendo ai ruderi delle predette case. Da qui in poi il sentiero continua a seguire il torrente Nivorina, alternando tratti in discesa a tratti pianeggianti, fino a giungere ad un grande ponte metallico, che attraversiamo sulla destra. Passato il ponte seguiamo la successiva carrareccia che in breve raggiunge l’asfalto, che imbocchiamo verso sinistra in discesa. Seguendo quindi l’asfalto per oltre 500 metri giungiamo dunque al parcheggio.
Conclusioni: variante più corta alla gita proposta su questo sito con ritorno dal Colle dei Signori e dal Passo Lagarè, resta comunque la parte in cresta quella più interessante, cresta che ha il suo Clou nella zona del torrione Mader e del Ferà, parte sicuramente più bella ed interessante.
Monte Bertrand salendo da Upega
Cima Missun salendo da Upega
Torrione salendo da Upega
Larici gialli e Cima Missun salendo da Upega
Alberi colorati e Mongioie e Conoia salendo da Upega
Alberi colorati salendo da Upega
Alberi colorati e Cima Missun
Rocca dei Campanili salendo da Upega
Bivio per il Lagarè con Mongioie sullo sfondo
Roca dei Campanili Mongioie e Conoia salendo da Upega
Pendii risaliti con Cima Piancavallo e Cantalupo sullo sfondo
Dente di Carnino salendovi più da vicino
Dente di Carnino dal colletto sottostante
Pendii risaliti salendo verso Cima Caplet
Archetto naturale salendo verso Cima Caplet
Cresta risalita con Cima Cantalupo e mare sullo sfondo
Pertegà e Rocca Ferà salendovi
Monte Bego e Pertegà slaendo a Rocca Ferà
Crinale e Rocca Ferà
Ballaur e Saline salendo a Rocca Ferà
Pertegà e Rocca Ferà dal crinale
Salendo cresta verso Rocca Ferà
Bastioni cresta Rocca Ferà e Ballaur e Saline
Alpi Marittime e Cima Pertegà
Torrione sotto cresta Rocca Ferà
Cresta percorsa salendo a Rocca Ferà
Masso quadrato davanti ad Alpi Marittime salendo a Rocca Ferà
Ballaur e Saline da cresta Rocca Ferà più da vicino
Rocca del Ferà con Marguareis sullo sfondo
Cupola sommitale Rocca Ferà
Cima Pertegà e il Ferà dalla Rocca
Cima Pertegà e il Ferà dalla Rocca più da vicino
Alpi Marittime e Cima Pertegà da Rocca Ferà
Il Ferà andandovi
Cima Pertegà e il Ferà andandovi
Cima Pertegà Torrione Mader e il Ferà andandovi
Cima Pertegà Torrione Mader e il Ferà andandovi più da vicino
Torrione Mader e Il Ferà andandovi
Torrione Mader e Il Ferà andandovi ancora più da vicino
Torrione Mader e torrione minore
Il Ferà e Marguareis andandovi
Torrione minore del Mader
Torrione minore del Mader più da vicino
Torrione minore del Mader più da lontano
Cresta torrione Mader
Il Ferà andandovi più da vicino
Salendo la cresta del Ferà
Ometto vetta Ferà e Mongioie
Ballaur e Saline dal Ferà
Cima Pertegà e Argentera scendendo dal Ferà
Cima Pertegà e Argentera scendendo dal Ferà più da lontano
Marguareis scendendo dal Ferà
Gruppo in discesa dal Ferà
Cresta aguzza scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà più da vicino
Gruppo attraversa cengia campi solcati scendendo dal Ferà
Campi solcati su sentiero scendendo dal Ferà primo piano
Pertegà e campi solcati scendendo dal Ferà
Il Ferà andando al Passo Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal più da lontano
Cima della Fascia da Cima Framargal
Croce vetta Cima Framargal e Il Ferà
Marguareis da Cima Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal
Cima della Fascia andando al Passo Framargal
Il Ferà andando al Passo Framargal più da lontano
Cima Pertegà salendovi
Gruppo in cresta sommitale Pertegà
Cresta sommitale Pertegà
Colle Selle Vecchie scendendovi
Valle del Nivorina dalle Selle Vecchie
Valle del Nivorina con Cima Cantalupo sullo sfondo scendendo dalle Selle Vecchie
Inizio nel bosco sentiero Val Nivorina
Torrione Mader illuminato dal sole scendendo la Val Nivorina
Bric Scravaglion tornando ad Upega
Bric Scravaglion tornando ad Upega più da vicino
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;