Traversata del Tambura da Resceto
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Traversata del Tambura da Resceto
Su per la Tambura
è stata un'avventura
ho avuto quasi paura
mi direte : addirittura?
olè, e così anche il sommo poeta Dante che vedo sempre citato a proposito di qs. monte, è sistemato
Dopo il primo approccio con le Apuane col Monte Forato, un vecchio percussionista come me non poteva farsi mancare il Tambura, di cui leggevo come di una delle più belle passeggiate in zona, anche se impegnativa........perciò mi impegno , e anche se programmavo di partire in forma, stante la settimana un po' allucinante, mi ritrovo a preparar lo zaino la mattina stessa, e dopo varie peripezie intestinali all'autogrill, sono a Resceto alle 9:30, parcheggio nell'unico (sarà venerdì, ma c'è spazio) e parto.
Finisco l'asfalto e il benvenuto sulla massicciata me lo dà un monumento alle Donne, che mi riesce bello, e trovo di buon auspicio, pur se parla, naturalmente, di sofferenza; poco dopo piglio il sentiero 166, che altro non è che la Lizza delle Cave Magnani (o Lizza Silvia),
salendo la Lizza Silvia
che tra fori di piri e pendenza notevole (impossibile non ragionare ed elucubrare sulla fatica e l'umano ingegno che insieme caratterizzarono l'epoca pre-industriale) piano piano raggiunge il Piastrone e la Cava del Padulello.
Da qui, tra scorci di panorama (bellissimi)
guardando indietro
e avvisaglie dello scempio perpetrato alle montagne,
Monte Sagro tra le nubi
giungo al Passo della Focolaccia,
Passo Focolaccia, Rifugio Aronte, Punta Carina
finestra panoramica in Cava Società Apuana
dove sosto brevemente ai piedi del Cavallo per rifocillarmi prima dell'ultima salita; ahimè, favellando di salite, pure una foschia densa e lattiginosa sembra salire dal mare, tanto che mi chiedo se valga la pena.....vedo però che la nebbia risale la valle e sul crinale della montagna si arrotola all'indietro, con uno di quegli spettacoli che la natura ti offre così, gratis, e si potrebbe stare ore ad osservare; allora m'incammino (sentiero 148),
Monte Cavallo salendo verso la Tambura
e giunto sul primo rilievo, che il gps mi nomina Monte Crispo, appena la vera vetta della Tambura mi appare,
così m'appare la Tambura
comincio ad essere colto da un'ansia strana.....sarà che soffro un po' di vertigini, sarà che dal lato mare non si vede assolutamente nulla, tant'è che salendo comincio a preoccuparmi di dove metto i piedi (a volte pure le mani), cerco di tenermi più sul versante della Carcaraia,
Roccandagia e Carcaraia
terra (terra.....roccia! ) di abissi che mi vien da pensare se ci cascassi dentro chi mi trova più, CortoMaltese tra qualche anno, forse, ma sarà troppo vecchio, ormai , e alla fine non so più se è meglio vederci o non vederci e seguire il sentiero, ascoltando solo i rumori delle cave in azione,
Cave del Pallerina e il Lago di Vagli
che paiono i lamenti della montagna che soffre e temo possa vendicarsi, ma io c'entro nulla, Tambura! finchè, se Dio vuole (ha voluto ) mi ritrovo in vetta.
vetta Tambura
Nonostante il nebbione, il panorama, pur a metà, è bellissimo, e comunque sono agitato, faccio un po' di foto, cerco di calmarmi, ce la faccio, ma è presto, perchè c'è da scendere l'altro crinale, che è pure più ripido, ma d'altra parte più breve, e quando vedo il primo albero sono ormai calmo, acchiappo la Via Vandelli (mamma mia, ingegneria! ) e comincio (sentiero 35) a seguire la birra fresca che la mia mente proietta sulla nebbia che mi circonda e che si materializzerà solo al Rifugio Nello Conti, dove mi riposo un poco chiaccherando col custode finchè, quando esco, piano piano la foschia comincia ad alzarsi, e riesco pure a vedere un po' di panorama dalla finestra Vandelli, che poco prima era un muro bianco.
dai Campaniletti
Ormai è fatta, mi rimane solo da scendere per la strada che il Duca d'Este fece costruire per il figlio che sposò una mia lontana parente , e che mi par lunghiiiiiiisssiiiiiiiiimaaaaaaaaaaaaa, forse in effetti da percorrer a dorso di mulo, la morte sua.
lungo la Via Vandelli
Mentre scendo tra fioriture sparse (chissà che spettacolo a primavera!)
individualismo anarchico
comincio a sentir belati sparsi per la montagna e intravedo in lontananza un gregge di capre che vi s'aggira....scommetto col destino, e naturalmente vinco , che l'incontrerò sul ponte di ferro sul Canale Pianone, e difatti poco dopo.....
chettiguardi?
Giunto a Resceto, mi rinfresco alla fontana e ho modo di saggiare le peculiarità antropologiche del posto : nel piazzale un gruppo eterogeneo di uomini anziani, giovani e di mezz'età, armeggia intorno al monumento ai caduti di tutte le guerre, discutendo, pulendo l'aiuola, ammantando la statua con bandiera italiana, installando lucine di dubbio effetto, il tutto non si capisce bene al pro di che ricorrenza; al bar "in piazza" bevo due bianchi instaurando una conversazione improbabile col barista ed un anziano reliquiato che si rivela un lizzatore, uno di quei personaggi cioè che insieme ad altri si camallava per la montagna blocchi di marmo grandi come l'auto che m'ha portato sin qui........non riesco nemmeno a dirgli che il lato positivo era che li portavano giù, e non su , che in men che non si dica sono ormai praticamente escluso dalla conversazione, la quale ha ormai virato su aspetti campanilistici in un gergo locale che fatico un poco a comprendere ma da cui fatico tuttavia a svicolarmi per risalire sull'auto e dirigermi verso casa (la parte più pericolosa dell'escursione)
fuori dal Bar di Resceto
Complimenti, m'han detto.
Me li prendo.
Aloha
è stata un'avventura
ho avuto quasi paura
mi direte : addirittura?
olè, e così anche il sommo poeta Dante che vedo sempre citato a proposito di qs. monte, è sistemato
Dopo il primo approccio con le Apuane col Monte Forato, un vecchio percussionista come me non poteva farsi mancare il Tambura, di cui leggevo come di una delle più belle passeggiate in zona, anche se impegnativa........perciò mi impegno , e anche se programmavo di partire in forma, stante la settimana un po' allucinante, mi ritrovo a preparar lo zaino la mattina stessa, e dopo varie peripezie intestinali all'autogrill, sono a Resceto alle 9:30, parcheggio nell'unico (sarà venerdì, ma c'è spazio) e parto.
Finisco l'asfalto e il benvenuto sulla massicciata me lo dà un monumento alle Donne, che mi riesce bello, e trovo di buon auspicio, pur se parla, naturalmente, di sofferenza; poco dopo piglio il sentiero 166, che altro non è che la Lizza delle Cave Magnani (o Lizza Silvia),
salendo la Lizza Silvia
che tra fori di piri e pendenza notevole (impossibile non ragionare ed elucubrare sulla fatica e l'umano ingegno che insieme caratterizzarono l'epoca pre-industriale) piano piano raggiunge il Piastrone e la Cava del Padulello.
Da qui, tra scorci di panorama (bellissimi)
guardando indietro
e avvisaglie dello scempio perpetrato alle montagne,
Monte Sagro tra le nubi
giungo al Passo della Focolaccia,
Passo Focolaccia, Rifugio Aronte, Punta Carina
finestra panoramica in Cava Società Apuana
dove sosto brevemente ai piedi del Cavallo per rifocillarmi prima dell'ultima salita; ahimè, favellando di salite, pure una foschia densa e lattiginosa sembra salire dal mare, tanto che mi chiedo se valga la pena.....vedo però che la nebbia risale la valle e sul crinale della montagna si arrotola all'indietro, con uno di quegli spettacoli che la natura ti offre così, gratis, e si potrebbe stare ore ad osservare; allora m'incammino (sentiero 148),
Monte Cavallo salendo verso la Tambura
e giunto sul primo rilievo, che il gps mi nomina Monte Crispo, appena la vera vetta della Tambura mi appare,
così m'appare la Tambura
comincio ad essere colto da un'ansia strana.....sarà che soffro un po' di vertigini, sarà che dal lato mare non si vede assolutamente nulla, tant'è che salendo comincio a preoccuparmi di dove metto i piedi (a volte pure le mani), cerco di tenermi più sul versante della Carcaraia,
Roccandagia e Carcaraia
terra (terra.....roccia! ) di abissi che mi vien da pensare se ci cascassi dentro chi mi trova più, CortoMaltese tra qualche anno, forse, ma sarà troppo vecchio, ormai , e alla fine non so più se è meglio vederci o non vederci e seguire il sentiero, ascoltando solo i rumori delle cave in azione,
Cave del Pallerina e il Lago di Vagli
che paiono i lamenti della montagna che soffre e temo possa vendicarsi, ma io c'entro nulla, Tambura! finchè, se Dio vuole (ha voluto ) mi ritrovo in vetta.
vetta Tambura
Nonostante il nebbione, il panorama, pur a metà, è bellissimo, e comunque sono agitato, faccio un po' di foto, cerco di calmarmi, ce la faccio, ma è presto, perchè c'è da scendere l'altro crinale, che è pure più ripido, ma d'altra parte più breve, e quando vedo il primo albero sono ormai calmo, acchiappo la Via Vandelli (mamma mia, ingegneria! ) e comincio (sentiero 35) a seguire la birra fresca che la mia mente proietta sulla nebbia che mi circonda e che si materializzerà solo al Rifugio Nello Conti, dove mi riposo un poco chiaccherando col custode finchè, quando esco, piano piano la foschia comincia ad alzarsi, e riesco pure a vedere un po' di panorama dalla finestra Vandelli, che poco prima era un muro bianco.
dai Campaniletti
Ormai è fatta, mi rimane solo da scendere per la strada che il Duca d'Este fece costruire per il figlio che sposò una mia lontana parente , e che mi par lunghiiiiiiisssiiiiiiiiimaaaaaaaaaaaaa, forse in effetti da percorrer a dorso di mulo, la morte sua.
lungo la Via Vandelli
Mentre scendo tra fioriture sparse (chissà che spettacolo a primavera!)
individualismo anarchico
comincio a sentir belati sparsi per la montagna e intravedo in lontananza un gregge di capre che vi s'aggira....scommetto col destino, e naturalmente vinco , che l'incontrerò sul ponte di ferro sul Canale Pianone, e difatti poco dopo.....
chettiguardi?
Giunto a Resceto, mi rinfresco alla fontana e ho modo di saggiare le peculiarità antropologiche del posto : nel piazzale un gruppo eterogeneo di uomini anziani, giovani e di mezz'età, armeggia intorno al monumento ai caduti di tutte le guerre, discutendo, pulendo l'aiuola, ammantando la statua con bandiera italiana, installando lucine di dubbio effetto, il tutto non si capisce bene al pro di che ricorrenza; al bar "in piazza" bevo due bianchi instaurando una conversazione improbabile col barista ed un anziano reliquiato che si rivela un lizzatore, uno di quei personaggi cioè che insieme ad altri si camallava per la montagna blocchi di marmo grandi come l'auto che m'ha portato sin qui........non riesco nemmeno a dirgli che il lato positivo era che li portavano giù, e non su , che in men che non si dica sono ormai praticamente escluso dalla conversazione, la quale ha ormai virato su aspetti campanilistici in un gergo locale che fatico un poco a comprendere ma da cui fatico tuttavia a svicolarmi per risalire sull'auto e dirigermi verso casa (la parte più pericolosa dell'escursione)
fuori dal Bar di Resceto
Complimenti, m'han detto.
Me li prendo.
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: Traversata del Tambura da Resceto
Complimentoni vivissimi !!!!
La Via Vandelli è un sacco che ce l'ho in lista ma non mi decido mai ..... un vero spettacolo come l'ultima foto , del resto ....
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Traversata del Tambura da Resceto
Ciao, proprio ieri c'è stato un incidente mortale con vittima un escursionista genovese. Io non sono mai stato sulle Apuane, ma suppongo che la zona in cui è avvenuta la tragedia sia abbastanza vicina a quella su cui ti sei cimentato. Leggendo il tuo racconto capisco che si ebba essere oltremodo prudenti nell'affrontare quei sentieri, dove due anni fa era morto un altro escursionista del Cai genovese. Sono in effetti messi male e segnalati peggio?
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 200547400/" onclick="window.open(this.href);return false;
Ciao.
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 200547400/" onclick="window.open(this.href);return false;
Ciao.
pace e bene
- psiconauta
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
daniele.....la Via Vandelli merita senz'altro di essere visitata, direi più al ritorno da qualche ascensione, visto che le altre vie presenti dal versante di Resceto mi sembrano più scomode in discesa, e sempre a meno che tu non voglia farla integralmente da Massa a Modenadaniele64 wrote:
Complimentoni vivissimi !!!!
La Via Vandelli è un sacco che ce l'ho in lista ma non mi decido mai ..... un vero spettacolo come l'ultima foto , del resto ....
se poi (come me fino a poco tempo fa) non sei mai stato in Apuane, occhio, perchè un collezionista di vette potrebbe impazzire o peggio, come dice chiaramente il post seguente di terralba
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
- psiconauta
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
triste notizia (era pure un mio coetaneo)terralba wrote:Ciao, proprio ieri c'è stato un incidente mortale con vittima un escursionista genovese. Io non sono mai stato sulle Apuane, ma suppongo che la zona in cui è avvenuta la tragedia sia abbastanza vicina a quella su cui ti sei cimentato. Leggendo il tuo racconto capisco che si ebba essere oltremodo prudenti nell'affrontare quei sentieri, dove due anni fa era morto un altro escursionista del Cai genovese. Sono in effetti messi male e segnalati peggio?
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 200547400/" onclick="window.open(this.href);return false;
Ciao.
sì, la zona non è proprio la stessa ma è contigua; io sono l'ultima persona che deve parlare ma sostanzialmente sì, le Apuane mi paiono abbastanza spaventose, e affrontarle alla leggera solo perchè sono "basse" è sicuramente un errorone, non tanto per la manutenzione e la segnalazione che mi è parsa sempre piuttosto presente (io comunque sono sempre armato di cartina e applicazione gps, e il percorso che ho fatto, al di là delle valutazioni personali, in loco era segnalato ufficialmente come EE, che, per quanto mi riguarda, è corretta), quanto per le pendenze notevoli, che possono facilmente (per modo di dire) portarti in luoghi e/o situazioni da cui poi uscire può essere problematico (ovviamente parlo di persone che praticano escursionismo a livello ludico, come posso essere io, o che non hanno ben presenti i loro limiti - i quali, fisiologicamente, ogni tanto vanno pure messi alla prova, ma bisogna ben conoscerli, il che non è scontato )
c'era un post di Sound/Alec/Scinty dove si parla proprio (se ho capito bene) del sentiero e della cima su cui è morto l'escursionista in questione, quindi forse puoi avere qualche chiarimento in più da loro :
viewtopic.php?f=43&t=7488&hilit=monte+macina#p180713" onclick="window.open(this.href);return false;
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: Traversata del Tambura da Resceto
E' proprio per questi motivi ( soprattutto il secondo ) che per ora mi trattengo dall'andarci da solo....psiconauta wrote:
se poi (come me fino a poco tempo fa) non sei mai stato in Apuane, occhio, perchè un collezionista di vette potrebbe impazzire o peggio, come dice chiaramente il post seguente di terralba
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: Traversata del Tambura da Resceto
Complimenti Psico per l'escursione Già, le Apuane risultano affascinanti ma anche da rispettare... non sono semplici montagnette Ho sentito anch'io dell'incidente... la verticalità che accennavi nel post penso la si ritrovi benissimo in più di un tratto, quindi la prudenza su quelle cime ci vuole d'obbligo .
Carino invece il "siparietto" al bar come al solito
Carino invece il "siparietto" al bar come al solito
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
Ciao,terralba wrote:Ciao, proprio ieri c'è stato un incidente mortale con vittima un escursionista genovese. Io non sono mai stato sulle Apuane, ma suppongo che la zona in cui è avvenuta la tragedia sia abbastanza vicina a quella su cui ti sei cimentato. Leggendo il tuo racconto capisco che si ebba essere oltremodo prudenti nell'affrontare quei sentieri, dove due anni fa era morto un altro escursionista del Cai genovese. Sono in effetti messi male e segnalati peggio?
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... 200547400/" onclick="window.open(this.href);return false;
Ciao.
io ho percorso il 90% dei sentieri segnati delle Apuane e generalmente sono ben segnati e in buone condizioni.
Tuttavia, mediamente e rispetto all'appennino, sono più difficili in quanto su terreno più ripido e con esposizione maggiore.
Sono stato anche sul Macina; l'articolo non spiega da che lato la vittima salisse: il sentiero segnato (striscia azzurra) è parecchio ripido ma in un pendio erboso neanche eccessivamente esposto. Se invece si prova a salire per cresta si travalica nell'alpinismo e qui mi fermo.
Purtroppo in alcuni tratti anche la semplice scivolata può non perdonare.
«Fratell', il piano originale era in tre punti. Primo punto: rovinare le nuove generazioni, rincoglionirle con la televisione, facendoli puntare soltanto sui suord' e a fess' e il calcio finché non sono belli bolliti. Primo punto: acquisito!»
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
qui :
http://www.luccaindiretta.it/cronaca/it ... muore.html" onclick="window.open(this.href);return false;
c'è qualche dettaglio in più sul percorso effettuato dallo sfortunato escursionista e dalla sua compagna ........riporto :
La coppia genovese che aveva pernottato al Rifugio Puliti e questa mattina si era messa in cammino per raggiungere la vetta del Monte Macina. I sentieri che caratterizzano questa zona non sono mai banali: un terreno impervio molto aspro, caratterizzato da un alternarsi di sfasciumi, placche e creste particolarmente affilate.
Da sempre il Monte Macina è considerata una vetta particolarmente severa e infatti gli interventi in zona si susseguono ogni anno, sia in inverno che in estate.
I due, escursionisti esperti originari di Genova, avevano già affrontato lo scorso mese la vetta del Pisanino e avevano deciso di completare la loro esperienza sulle Apuane con questa vetta, espressione del tipico e severo ambiente apuano.
Raggiunta la vetta, in fase di discesa Buscemi improvvisamente è caduto rotolando a valle e andando a finire poco sopra il sentiero 150, a 10 minuti dal Passo Sella. Qui purtroppo è stato recuperato ormai privo di vita.
http://www.luccaindiretta.it/cronaca/it ... muore.html" onclick="window.open(this.href);return false;
c'è qualche dettaglio in più sul percorso effettuato dallo sfortunato escursionista e dalla sua compagna ........riporto :
La coppia genovese che aveva pernottato al Rifugio Puliti e questa mattina si era messa in cammino per raggiungere la vetta del Monte Macina. I sentieri che caratterizzano questa zona non sono mai banali: un terreno impervio molto aspro, caratterizzato da un alternarsi di sfasciumi, placche e creste particolarmente affilate.
Da sempre il Monte Macina è considerata una vetta particolarmente severa e infatti gli interventi in zona si susseguono ogni anno, sia in inverno che in estate.
I due, escursionisti esperti originari di Genova, avevano già affrontato lo scorso mese la vetta del Pisanino e avevano deciso di completare la loro esperienza sulle Apuane con questa vetta, espressione del tipico e severo ambiente apuano.
Raggiunta la vetta, in fase di discesa Buscemi improvvisamente è caduto rotolando a valle e andando a finire poco sopra il sentiero 150, a 10 minuti dal Passo Sella. Qui purtroppo è stato recuperato ormai privo di vita.
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
in effetti anch'io, durante la mia escursione (sicuramente più banale, ma a volte non vuol dire), ho avuto modo di riflettere su questa cosa, ma a volte certe cose diventano più forti di noi......daniele64 wrote:andarci da solo....
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
sì, mi sarei anche fermato più a lungo, sinceramente, e probabilmente avrei avuto più aneddoti da raccontare, ma era già un'ora.....teo-85 wrote:Complimenti Psico per l'escursione Già, le Apuane risultano affascinanti ma anche da rispettare... non sono semplici montagnette Ho sentito anch'io dell'incidente... la verticalità che accennavi nel post penso la si ritrovi benissimo in più di un tratto, quindi la prudenza su quelle cime ci vuole d'obbligo .
Carino invece il "siparietto" al bar come al solito
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Re: Traversata del Tambura da Resceto
Purtroppo è così...........io stesso salendo il Tambura mi sono trovato a pensare - in alcuni singoli punti - (credo più che altro a causa della visibilità ridotta su un versante, perchè avrei già voglia di tornarci con una giornata migliore ) a pensare : "belin, ma qui, se scivolo, o inciampo... ...sono nei guai!" e in ogni caso tornare sui miei passi non avrebbe avuto alcun senso...Lord Mhoram wrote:Purtroppo in alcuni tratti anche la semplice scivolata può non perdonare.
Siccome sono molto sognatore ma anche parecchio realista , mi rendo conto che, come diceva il grande Freak Antoni, "la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo", quindi a volte basta veramente poco per finire nei guai.......il fatto di essere in (possibilmente piacevole) compagnia (almeno nei percorsi di un certo livello) riduce il rischio, per il semplice fatto che si ha (o si dà ) un conforto, bisogna essere decisi in due , e a volte basta davvero semplicemente una mano tesa....
D'altra parte andare da soli ha anche un fascino notevole che se uno si abitua....
Nel caso postato da terralba credo la sfiga abbia avuto un ruolo fondamentale, perchè i due sembra fossero escursionisti esperti
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: Traversata del Tambura da Resceto
Complimenti Psico per il racconto (mi piacciono molto i tuoi racconti) e le belle foto con tanti bei colori.
Mi spiace per la vittima... Non è sempre imprudenza spesso è sfortuna come credo sia questo caso. Il Macina è meno pericoloso del Pisanino (dove non sono stata ma da racconti e foto..) che la coppia aveva già salito. Purtroppo in Apuane e in montagna in generale la prudenza non è mai troppa...è una banale scivolata anche su sentiero può essere fatale..
Mi spiace per la vittima... Non è sempre imprudenza spesso è sfortuna come credo sia questo caso. Il Macina è meno pericoloso del Pisanino (dove non sono stata ma da racconti e foto..) che la coppia aveva già salito. Purtroppo in Apuane e in montagna in generale la prudenza non è mai troppa...è una banale scivolata anche su sentiero può essere fatale..
solo perdendomi nella natura ritrovo me stessa