Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
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Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Ciao a tutti.
Sentendomi un po’ debitore nei confronti di Sound of Silence, sia per le quantità di bellissime gite che posta, sia per le indicazioni che mi ha dato riguardo le incisioni rupestri del Beigua, per cercare di ricambiare in qualche modo butto lì una proposta di gita improponibile (visto che in generale mi piace abbastanza andar da solo, lui non lo conosco, e inoltre non so se sarò all’altezza del nostro), proposta che include la salita al Monte Gabberi (m. 1108, praticamente il Tobbio delle Apuane ) e un po’ di esplorazione nei boschi scivolosi di Farnocchia alla ricerca di una grotta contenente un bidet preistorico .
Incredibilmente Sound accetta (forse è la vicina Grotta della Vulva che lo attrae…) aggiungendo un’eventuale ravanamento alla ricerca di Grotta dell’Omo, che dovrebbe appunto essere dalle parti di Sant’Anna di Stazzema.
Ci troviamo quindi al casello di Genova Est la mattina di domenica; dopo essermi scusato per essere arrivato in orario (non mi capita mai, giuro! ), memore di diversi topic in questo forum, alla domanda con che auto andremo rispondo prontamente “Con la mia!”, e si parte.
Luogo di partenza “La Culla”, frazione di Stazzema.
Il nome indicherebbe una “culla” tra le montagne, dove sorge il piccolo paesino.
Passiamo attraverso le “Case ai Lecci”, vecchio villaggio (forse collegato all’attività mineraria della zona) ormai in rovina, infestato di cartelli “divieto di accesso”, “pericolo di crollo” e quant’altro (insomma, occhio non vi cada un cartello in testa! ).
dai Lecci
Da qui proseguiamo sino ad un ripiano adiacente ad un roccione dove si comincia a vedere qualche panorama, mare di nubi ma anche verso Sagro, Pania, Forato,
poi continuiamo a salire in mezzo al bosco sopra falesie di calcare che si affacciano sul versante di Sant’Anna, sino a giungere in vetta al Tobb………….ehm, al Monte Gabberi,
verso la vetta del Gabberi
monticiuoccolino che però dalla sua ha il pregio di offrire un buon panorama sia su una bella fetta di Apuane, sia naturalmente, sul mare e il Lago di Massaciuccoli.
Qui consumiamo un breve spuntino per poi proseguire in direzione del Monte Gegoli, la vetta del quale ignoriamo completamente, distratti da formazioni muschiose e onde di pietra in radure druidiche.
finestra panoramica verso il Monte Prana
rifiuti del passato
Poco prima della Foce di San Rocchino, proprio in corrispondenza (non potete sbagliare ) di 2 vecchietti con bastone che ci illuderanno sull’esistenza di altre grotte (“…un po’ difficili da raggiungere…” ) svoltiamo alla nostra destra e in breve siamo alla Grotta del Tanaccio, che snobbiamo totalmente attratti da una specie di aliena forza magnetica proveniente dalla Grotta della Vulva, che non si rivela la figata che tutti si aspettavano (scusate ma non ho resistito…….ma d’altronde……ve l’immaginate un topic apposito interamente dedicato alla Grotta della Vulva ? che disastro… )
esterno Vulva
In realtà, guardando le foto a casa, devo dire che questa cavità non era poi così male (piantatela di ridere) vista da fuori (ho detto di smetterla) e su internet qualcuno ipotizza (immagino sulle risultanze della lettura dei fondi di caffè) che la stessa venisse usata come terreno di prova per il futuro guerriero della tribù, in una sorta di rinascita e passaggio all’età adulta…….mah…….sti toscani non mi convincono….
Comunque Sound ormai vede grotte ovunque, perciò proviamo anche a seguire brevemente la falesia (bellissima, devo dire)
pullulante di fittoni lungo le corde che la attrezzano, sinché non arriviamo a un punto di svolta della stessa nella quale le corde diventano catene…..qui abbandoniamo, anche se in effetti, Sound, hai ragione, ora m’è rimasta la curiosità……
Torniamo quindi al Tanaccio, passando accanto alla Vulva, che ci ignora come suo solito (basta, dai!) dove facciamo decine di foto tutte uguali al bidet preistorico sul quale gli stessi caffeinomani di cui sopra hanno fatto ridde di ipotesi, tra cui quella “…che il manufatto sia servito come “seggio da parto” e che i neonati scivolassero dolcemente nella vasca quasi come in un moderno parto in acqua, ricordando anche l’usanza delle puerpere del luogo di seppellire la placenta presso la grotta; usanza venuta meno soltanto verso la metà del secolo scorso”.
Questo, non so perché, mi fa pensare al toponimo “La Culla”, che sembrerebbe non c’entrare nulla, ma io me ne frego.
[
A questo punto consumiamo un altro comodo spuntino al freddo umido dell’ombra della grotta sotto uno stillicidio continuo (eh, son soddisfazioni ) e troniamo (opps….volevo dire torniamo) sui nostri passi sino al bivio, continuiamo per il Monte Gegoli che questa volta risaliamo godendo ancora di qualche panorama,
dopo di che, mentre cerco di battere il record mondiale di stramasse nel bosco , scendiamo e pigliamo un bivio che prima scende passando accanto a degli imponenti torrioni (nei pressi dei quali ravaniamo alla ricerca di un punto di vista decente che non esiste),
e poi risale decisamente e ci conduce alla Foce di Farnocchia, dove continuiamo per Sennari e Sant’Anna di Stazzema.
Qui, anche se è già un’ora, in un bar proviamo a chiedere info su Grotta dell’Omo tra apuani antropologicamente particolari che chiacchierano urlando , ma il tempo di trangugiare una birra ghiacciata a velocità da congestione e rinunciamo a tutto, affrontando i km che ci restano da percorrere sul tragico asfalto affollato di variopinti personaggi in cerca d’autore.
Fortunatamente lo spirito di Sound (sul quale ormai aleggia il fantasma di Grotta all’Omo) ha modo di rinfrancarsi debolmente quando incrociamo i resti di uno scavo minerario che lui affronta impavido calandosi in un pertugio stracolmo di fanghi velenosi e con resti di messe nere, mentre io faccio miriadi di scatti al vicino torrente Baccatoio dai livelli di tossicità palesi.
Il ritorno alla Culla è reso più dolce dal sole che tramonta tra 2 orizzonti (eh? )
e dalla gita fuori programma che ci porta ad esplorare i vari caselli autostradali versiliesi, tra i quali scegliamo alla fine quello di Viareggio, più scomodo e distante.
Vabbè, Sound, se Omo niente, che devo dì, W la Vulva !
Al prossimo bidet !
Aloha
Sentendomi un po’ debitore nei confronti di Sound of Silence, sia per le quantità di bellissime gite che posta, sia per le indicazioni che mi ha dato riguardo le incisioni rupestri del Beigua, per cercare di ricambiare in qualche modo butto lì una proposta di gita improponibile (visto che in generale mi piace abbastanza andar da solo, lui non lo conosco, e inoltre non so se sarò all’altezza del nostro), proposta che include la salita al Monte Gabberi (m. 1108, praticamente il Tobbio delle Apuane ) e un po’ di esplorazione nei boschi scivolosi di Farnocchia alla ricerca di una grotta contenente un bidet preistorico .
Incredibilmente Sound accetta (forse è la vicina Grotta della Vulva che lo attrae…) aggiungendo un’eventuale ravanamento alla ricerca di Grotta dell’Omo, che dovrebbe appunto essere dalle parti di Sant’Anna di Stazzema.
Ci troviamo quindi al casello di Genova Est la mattina di domenica; dopo essermi scusato per essere arrivato in orario (non mi capita mai, giuro! ), memore di diversi topic in questo forum, alla domanda con che auto andremo rispondo prontamente “Con la mia!”, e si parte.
Luogo di partenza “La Culla”, frazione di Stazzema.
Il nome indicherebbe una “culla” tra le montagne, dove sorge il piccolo paesino.
Passiamo attraverso le “Case ai Lecci”, vecchio villaggio (forse collegato all’attività mineraria della zona) ormai in rovina, infestato di cartelli “divieto di accesso”, “pericolo di crollo” e quant’altro (insomma, occhio non vi cada un cartello in testa! ).
dai Lecci
Da qui proseguiamo sino ad un ripiano adiacente ad un roccione dove si comincia a vedere qualche panorama, mare di nubi ma anche verso Sagro, Pania, Forato,
poi continuiamo a salire in mezzo al bosco sopra falesie di calcare che si affacciano sul versante di Sant’Anna, sino a giungere in vetta al Tobb………….ehm, al Monte Gabberi,
verso la vetta del Gabberi
monticiuoccolino che però dalla sua ha il pregio di offrire un buon panorama sia su una bella fetta di Apuane, sia naturalmente, sul mare e il Lago di Massaciuccoli.
Qui consumiamo un breve spuntino per poi proseguire in direzione del Monte Gegoli, la vetta del quale ignoriamo completamente, distratti da formazioni muschiose e onde di pietra in radure druidiche.
finestra panoramica verso il Monte Prana
rifiuti del passato
Poco prima della Foce di San Rocchino, proprio in corrispondenza (non potete sbagliare ) di 2 vecchietti con bastone che ci illuderanno sull’esistenza di altre grotte (“…un po’ difficili da raggiungere…” ) svoltiamo alla nostra destra e in breve siamo alla Grotta del Tanaccio, che snobbiamo totalmente attratti da una specie di aliena forza magnetica proveniente dalla Grotta della Vulva, che non si rivela la figata che tutti si aspettavano (scusate ma non ho resistito…….ma d’altronde……ve l’immaginate un topic apposito interamente dedicato alla Grotta della Vulva ? che disastro… )
esterno Vulva
In realtà, guardando le foto a casa, devo dire che questa cavità non era poi così male (piantatela di ridere) vista da fuori (ho detto di smetterla) e su internet qualcuno ipotizza (immagino sulle risultanze della lettura dei fondi di caffè) che la stessa venisse usata come terreno di prova per il futuro guerriero della tribù, in una sorta di rinascita e passaggio all’età adulta…….mah…….sti toscani non mi convincono….
Comunque Sound ormai vede grotte ovunque, perciò proviamo anche a seguire brevemente la falesia (bellissima, devo dire)
pullulante di fittoni lungo le corde che la attrezzano, sinché non arriviamo a un punto di svolta della stessa nella quale le corde diventano catene…..qui abbandoniamo, anche se in effetti, Sound, hai ragione, ora m’è rimasta la curiosità……
Torniamo quindi al Tanaccio, passando accanto alla Vulva, che ci ignora come suo solito (basta, dai!) dove facciamo decine di foto tutte uguali al bidet preistorico sul quale gli stessi caffeinomani di cui sopra hanno fatto ridde di ipotesi, tra cui quella “…che il manufatto sia servito come “seggio da parto” e che i neonati scivolassero dolcemente nella vasca quasi come in un moderno parto in acqua, ricordando anche l’usanza delle puerpere del luogo di seppellire la placenta presso la grotta; usanza venuta meno soltanto verso la metà del secolo scorso”.
Questo, non so perché, mi fa pensare al toponimo “La Culla”, che sembrerebbe non c’entrare nulla, ma io me ne frego.
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A questo punto consumiamo un altro comodo spuntino al freddo umido dell’ombra della grotta sotto uno stillicidio continuo (eh, son soddisfazioni ) e troniamo (opps….volevo dire torniamo) sui nostri passi sino al bivio, continuiamo per il Monte Gegoli che questa volta risaliamo godendo ancora di qualche panorama,
dopo di che, mentre cerco di battere il record mondiale di stramasse nel bosco , scendiamo e pigliamo un bivio che prima scende passando accanto a degli imponenti torrioni (nei pressi dei quali ravaniamo alla ricerca di un punto di vista decente che non esiste),
e poi risale decisamente e ci conduce alla Foce di Farnocchia, dove continuiamo per Sennari e Sant’Anna di Stazzema.
Qui, anche se è già un’ora, in un bar proviamo a chiedere info su Grotta dell’Omo tra apuani antropologicamente particolari che chiacchierano urlando , ma il tempo di trangugiare una birra ghiacciata a velocità da congestione e rinunciamo a tutto, affrontando i km che ci restano da percorrere sul tragico asfalto affollato di variopinti personaggi in cerca d’autore.
Fortunatamente lo spirito di Sound (sul quale ormai aleggia il fantasma di Grotta all’Omo) ha modo di rinfrancarsi debolmente quando incrociamo i resti di uno scavo minerario che lui affronta impavido calandosi in un pertugio stracolmo di fanghi velenosi e con resti di messe nere, mentre io faccio miriadi di scatti al vicino torrente Baccatoio dai livelli di tossicità palesi.
Il ritorno alla Culla è reso più dolce dal sole che tramonta tra 2 orizzonti (eh? )
e dalla gita fuori programma che ci porta ad esplorare i vari caselli autostradali versiliesi, tra i quali scegliamo alla fine quello di Viareggio, più scomodo e distante.
Vabbè, Sound, se Omo niente, che devo dì, W la Vulva !
Al prossimo bidet !
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
- cortomaltese
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Apuane! Grotte! Vulve!
Questa gita me la devo segnare...
Questa gita me la devo segnare...
- soundofsilence
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Molto bello e divertente il racconto, come sempre.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Imagine there's no countries.
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Cacchiarola , finalmente un po' di pepe in questo letargico sito di vecchi escursionisti babbioni !!
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
- cortomaltese
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Certo che allora siamo proprio ridotti male... ma i giovani (e le giovani) escursionisti prestanti dove sono?daniele64 wrote:Cacchiarola , finalmente un po' di pepe in questo letargico sito di vecchi escursionisti babbioni !!
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
….so per certo che su almeno 2 degli argomenti sei preparato…..cortomaltese wrote:Apuane! Grotte! Vulve!
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Grazie della compagnia, Sound ! e delle miriadi di dritte che mi hai dato, sia sul campo che in viaggio (queste ultime sono state così tante che ormai non ricordo più nulla, ma spero che al momento opportuno mi torneranno alla mente!)soundofsilence wrote:Molto bello e divertente il racconto, come sempre.
Purtroppo mi pare d’aver capito che ci siamo persi (oltre all’Omo) pure il “Ripiano dei Pennati”, con delle incisioni rupestri quasi invisibili (sarà per quello che non le abbiamo viste? ) che credo fossero da quel primo roccione panoramico salendo, dove affacciandosi si vedeva anche il Forato (forse bisognava girare l’angolo passando tra il masso e la parete, o forse erano proprio sopra la parete… .)
La parte mineraria è estesa e consistente, a quanto pare su internet…..
Se ti fa piacere compagnia nell’esplorazione delle Brigne, dillo……..
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Dani !daniele64 wrote:Cacchiarola , finalmente un po' di pepe in questo letargico sito di vecchi escursionisti babbioni !!
Avevo presente il tuo consiglio di tenere Sound a debita distanza , ma quello se lo lasci andare troppo si volatilizza…… ………è praticamente inarrestabile !
Sono giunto alla conclusione che dentro lo zaino che porta sulla schiena abbia una chiavona a molla che, una volta caricata, lo spinge su e giù per le rive di qualsiasi pendenza!
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
- soundofsilence
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Si, ho visto della parte mineraria in effetti, quella non era certo la galleria principale. Ci sono in effetti anche cose interessanti nelle miniere, chissà...psiconauta wrote:La parte mineraria è estesa e consistente, a quanto pare su internet…..
Stavo pensando che potrebbe essere il caso, freddo è freddo, quindi qualche formazione di ghiaccio interessante magari c'è...psiconauta wrote:Se ti fa piacere compagnia nell’esplorazione delle Brigne, dillo……..
Potrebbe essere una meta per domenica con l'interessante configurazione stivali + ramponi...
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- cortomaltese
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Ah ah ha!psiconauta wrote:….so per certo che su almeno 2 degli argomenti sei preparato…..cortomaltese wrote:Apuane! Grotte! Vulve!
Questa è bella!
Sarcastica... ma bella...
Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Mitici
Gran bella esplorazione della zona Apuane un po' misteriose e sconosicute, sicuramente molto di quello visto (dall'etimologia dei nomi al possibile "bidet preistorico/sedia da parto) è legato fortemente al culto della prosperità e della fertilità degli antichi celti... comunque i passaggi sulla grotta della Vulva mi hanno strappato diverse risate
Gran bella esplorazione della zona Apuane un po' misteriose e sconosicute, sicuramente molto di quello visto (dall'etimologia dei nomi al possibile "bidet preistorico/sedia da parto) è legato fortemente al culto della prosperità e della fertilità degli antichi celti... comunque i passaggi sulla grotta della Vulva mi hanno strappato diverse risate
"Un uomo va al di là di ciò che può afferrare" (N. Tesla)
"De gustibus non disputandum est"
La montagna non uccide... è l'uomo che sottovaluta i pericoli...
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- psiconauta
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
bene, mi fa piacere strappare qualche risata....in effetti si dice, "sguararsi" dal ridereteo-85 wrote:comunque i passaggi sulla grotta della Vulva mi hanno strappato diverse risate
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
Qui la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... naccio.htm
Domenica 6 gennaio 2019: La Culla (475) – Case ai Lecci (595) – Monte Gabberi (1110) – Grotta del Tanaccio (775) – Monte Gevoli (690) – Foce Farnocchia (865) – Sennari (700) – Sant’Anna di Stazzema (650) – Miniera Sant’Anna (500) – La Culla (475).
Partecipanti: Psiconauta e soundofsilence.
Lunghezza: 18 Km circa.
Dislivello: 1150 circa.
Difficoltà: al limite dell’EE l’ultimo tratto di salita al Gabberi con qualche saltino ed una cengia leggermente esposta. F la discesa dalla Grotta della Vulva su sentiero attrezzato lungo le falesie, comunque non necessaria visto che, perlomeno dove ci siamo fermati noi, non ha portato da nessuna parte.Il tratto è ben attrezzato con corde ma vi sono alcuni saltini scivolosi da affrontare con prudenza e che presentano qualche difficoltà, direi quindi che è più appropriata come impegno la valutazione F che un EE. Tutto il resto E, tranne l’ingresso nella miniera, anch’esso EE, come pure la risalita, non necessaria al torrione andando verso alla Foce Farnocchia.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino all’uscita Versilia (Forte dei Marmi). Dall’uscita si continua in direzione sud per 1,5 Km e poi si gira a sinistra in viale Apua verso Pietrasanta; dopo 2 Km. si svolta a destra sull’Aurelia che si segue per 500 metri, per poi girare a sinistra per Monteggiori, raggiunto il quale, dopo 5 Km., si prosegue ancora per ulteriori 3 Km. fino a giungere in località La Culla. Qui si trova un buon parcheggio 70 metri dopo il cartello indicante il sentiero per il Monte Gabberi.
Percorso a piedi: dal parcheggio torniamo indietro 70 metri sulla strada asfaltata, quindi imbocchiamo il sentiero segnato sulla sinistra in salita. Dopo una trentina di metri troviamo subito un bivio a destra, segnato con scritte rosse sui sassi, che ignoriamo. A quota 615 circa giungiamo ad un gruppo di case in rovina (Case ai Lecci), che possiamo visitare meglio con una piccola deviazione a destra. Riprendiamo quindi a salire ignorando un paio di deviazioni a destra verso Greppolungo, per giungere quindi a quota 860 circa, nei pressi di un riparo sottoroccia con una bella acquasantiera attiva. Poco dopo l’acquasantiera si inizia a salire più ripidamente fino ad arrivare ad una bella cengia calcarea inclinata (975 m. circa di quota), dalla quale, sporgendosi un po’, si gode un bel panorama su quasi tutte le Apuane principali. Da qui, in breve, giungiamo alla croce di vetta del Monte Gabberi, dalla quale proseguiamo in cresta, facendo attenzione a non girare a destra, seguendo invece i segnavia in uno stretto passaggio tra le rocce non così evidente.Dopo poco più di 100 metri dalla vetta troviamo comunque a sinistra il bivio per Foce Farnocchia, che ignoriamo, continuando a scendere dritti. A 935 metri di quota circa, troviamo un secondo bivio a sinistra per Foce Farnocchia, che useremo al ritorno, mentre noi continuiamo dritti a destra. Duecentosessanta metri circa dopo il bivio, ed a quota 905 circa, notiamo a sinistra una specie di cupa e misteriosa conca boschiva ricoperta di muschio che andiamo brevemente ad esplorare, scoprendo così imponenti scanalature nella roccia decisamente spettacolari.
Riprendiamo quindi il sentiero, trovandoci pochi metri sotto la vetta del Monte Gegoli o Gevoli, che possiamo raggiungere seguendo brevemente il crinale un poco infrascato (noi l’abbiamo fatto comunque al ritorno). Tornati sul sentiero possiamo ancora notare, un’ottantina di metri dopo, sulla destra, una grotta a pozzo coperta da rami con lo scopo di impedire di cascarci dentro. Ancora 80 metri dopo il pozzo, troviamo un bivio a sinistra, mentre noi proseguiamo dritti a destra. Continuiamo quindi a scendere fino a quota 840 circa, dove troviamo un nuovo bivio: a sinistra continua il sentiero che dobbiamo seguire, mentre a destra, una breve deviazione ci porta ad una curiosa finestra di roccia che visitiamo brevemente. Riprendiamo quindi il sentiero segnato e, 160 metri dopo il predetto bivio, ne troviamo un altro (quota 800 circa), dove lasciamo il sentiero segnato per prendere a destra la deviazione per la Grotta del Tanaccio. Dopo circa 300 metri di sentiero in leggera discesa, arriviamo in vista di imponenti falesie, dove, a destra, si apre la grande apertura della Grotta del Tanaccio, mentre, pochi metri più avanti, troviamo la Grotta della Vulva. Visitate le due grotte che non necessitano di nessuna attrezzatura, si può proseguire, come abbiamo fatto noi, in ripida discesa, poi anche attrezzata, lungo le spettacolari falesie. Noi ci siamo fermati poco dopo averne girato lo spigolo, ma si poteva continuare e, forse, si possono trovare altre grotte, ma il percorso si faceva lungo e abbiamo preferito tornare indietro. Torniamo quindi sui nostri passi fino al precedentemente descritto bivio per Farnocchia, che imbocchiamo a destra. Scendendo lungo il nuovo sentiero, notiamo un imponente torrione a sinistra, al quale giungiamo con una ripida deviazione, ma non ne vale la pena, che non se ne hanno viste migliori. Tralasciamo quindi un bivio a sinistra per il Monte Gabberi e, quindi, giungiamo al bivio per il paese di Farnocchia sulla destra, mentre noi prendiamo a sinistra in salita, verso la Foce di Farnocchia. Giunti alla Foce con una salita a tornanti non molto ripida, lasciamo a destra la cresta per il monte Lieto, ed a sinistra il sentiero proveniente dal Gabberi, per prendere al centro in discesa per Sennari e Sant’Anna.
Passata quindi una fonte con grotta chiusa da cancello, giungiamo sull’asfalto in corrispondenza dell’abitato di Sennari. Qui seguiamo l’asfalto per circa 450 metri, per prendere quindi in discesa sulla sinistra il sentiero segnato verso Sant’Anna, che raggiungiamo dopo circa 500 metri. A Sant’Anna prendiamo quindi la strada asfaltata verso sinistra che ci porta fino a La Culla dove abbiamo parcheggiato. Lungo la discesa, a quota 650 circa, notiamo a sinistra, subito sotto la strada, una galleria di miniera, che visitiamo brevemente, anche se non per intero, che ci sarebbero voluti gli stivali, dato lo strato di fango sul fondo; a fianco della galleria vecchie strutture della miniera ed il torrente Canale dei Mulini, dalle acque, rese ferruginose dagli scarti della miniera, di color giallo intenso.
Conclusioni: gita interessante con molte cose da vedere, alcune indubbiamente inusuali e suggestive, come il trono nella grotta del Tanaccio, o le onde di pietra andando verso la predetta grotta, forse un po’ noioso il ritorno su asfalto, parzialmente evitabile imboccando a Sant’Anna il sentiero per Valdiscastello fino alla prima reimmissione sulla strada. Bel panorama di vetta, anche se le cime principali sono un po’ distanti.
Case e sole che filtra tra le nuvole da La Culla
Vaschetta scolpita presso Case ai Lecci
Case ai Lecci
Casa ricoperta di rampicanti in Case ai Lecci
Interno di una casa in Case ai Lecci
Doppio portale in Case ai Lecci
Portale in Case ai Lecci
Portale sul vuoto in Case ai Lecci
Muretto e sentiero andando verso Monte Gabberi
Acquasantiera in riparo sottoroccia salendo al Gabberi più da vicino
Acquasantiera in riparo sottoroccia salendo al Gabberi vista di lato
Parete calcarea curva salendo al Gabberi
Sagro e Altissimo da punto panoramico salendo al Gabberi
Panie e Forato da punto panoramico salendo al Gabberi
Pendio sommitale Gabberi con croce di vetta
Lieto Sagro e Altissimo dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi più da vicino
Mare di nebbia dal Gabberi
Croce di vetta Gabberi e mare di nebbia più da lontano
Procinto Nona e Matanna dal Gabberi
Corchia e Panie dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi
Apuane dal Sagro al Fiocca dal Gabberi
Mare sotto mare di nebbia dal Gabberi
Rocce ricoperte di muschio presso Monte Gevoli
Depressione muschiata e grandi scanalature presso Monte Gevoli
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli più da lontano
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli più da lontano
Procinto Nona e Matanna andando al Tanaccio
Pania Secca Procinto e Nona andando al Tanaccio
Primissimo piano Monte Prana attraverso finestra roccia
Finestra di roccia e Monte Prana attraverso andando al Tanaccio
Finestra di roccia e Monte Prana
Grotta della Vulva
Psiconauta in Grotta della Vulva
Interno Grotta della Vulva
Uscita Grotta della Vulva
Monte Prana e falesia presso Tanaccio
Falesia presso Tanaccio guardando indietro
Metato e falesia presso Tanaccio
Falesia presso Tanaccio
Trono in Tanaccio
Primo piano trono in Tanaccio
Primo piano trono in Tanaccio visto di lato
Uscita Tanaccio e Trono
Uscita Tanaccio e Trono più da lontano
Colonna e uscita Tanaccio
Concrezione in Tanaccio senza flash
Colonna con finestra in Tanaccio
Uscita Tanaccio
Trono in Tanaccio più da vicino
Trono in Tanaccio più da vicino
Primo piano Trono in Tanaccio
Primo piano Trono in Tanaccio
Trono in Tanaccio vista laterale
Trono in Tanaccio visto di lato
Trono e Tanaccio dall'ingresso
Trono in Tanaccio visto da altro lato grotta
Uscita Tanaccio da fondo grotta
Trono in Tanaccio vista laterale
Trono in Tanaccio
Primo piano stalagmite bianca in Tanaccio
Stalagmite bianca in Tanaccio senza flash
Pozzo presso Monte Gevoli
Procinto Nona e Matanna dal Gevoli
Panie dal Gevoli
Rudere andando verso Farnocchia
Torrione tra la vegetazione andando verso Farnocchia
Torrione tra la vegetazione andando verso Farnocchia vista verticale
Torrione tra la vegetazione salendovi
Maestà salendo alla Foce di Farnocchia
Fonte a Sennari senza flash
Galleria miniera Sant'Anna
Biforcazione in galleria miniera Sant'Anna
Acqua gialla in Canale dei Mulini
Acqua gialla in Canale dei Mulini più da lontano
Ingresso galleria miniera Sant'Anna
Tramonto tornando a La Culla
Tramonto tornando a La Culla
Domenica 6 gennaio 2019: La Culla (475) – Case ai Lecci (595) – Monte Gabberi (1110) – Grotta del Tanaccio (775) – Monte Gevoli (690) – Foce Farnocchia (865) – Sennari (700) – Sant’Anna di Stazzema (650) – Miniera Sant’Anna (500) – La Culla (475).
Partecipanti: Psiconauta e soundofsilence.
Lunghezza: 18 Km circa.
Dislivello: 1150 circa.
Difficoltà: al limite dell’EE l’ultimo tratto di salita al Gabberi con qualche saltino ed una cengia leggermente esposta. F la discesa dalla Grotta della Vulva su sentiero attrezzato lungo le falesie, comunque non necessaria visto che, perlomeno dove ci siamo fermati noi, non ha portato da nessuna parte.Il tratto è ben attrezzato con corde ma vi sono alcuni saltini scivolosi da affrontare con prudenza e che presentano qualche difficoltà, direi quindi che è più appropriata come impegno la valutazione F che un EE. Tutto il resto E, tranne l’ingresso nella miniera, anch’esso EE, come pure la risalita, non necessaria al torrione andando verso alla Foce Farnocchia.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino all’uscita Versilia (Forte dei Marmi). Dall’uscita si continua in direzione sud per 1,5 Km e poi si gira a sinistra in viale Apua verso Pietrasanta; dopo 2 Km. si svolta a destra sull’Aurelia che si segue per 500 metri, per poi girare a sinistra per Monteggiori, raggiunto il quale, dopo 5 Km., si prosegue ancora per ulteriori 3 Km. fino a giungere in località La Culla. Qui si trova un buon parcheggio 70 metri dopo il cartello indicante il sentiero per il Monte Gabberi.
Percorso a piedi: dal parcheggio torniamo indietro 70 metri sulla strada asfaltata, quindi imbocchiamo il sentiero segnato sulla sinistra in salita. Dopo una trentina di metri troviamo subito un bivio a destra, segnato con scritte rosse sui sassi, che ignoriamo. A quota 615 circa giungiamo ad un gruppo di case in rovina (Case ai Lecci), che possiamo visitare meglio con una piccola deviazione a destra. Riprendiamo quindi a salire ignorando un paio di deviazioni a destra verso Greppolungo, per giungere quindi a quota 860 circa, nei pressi di un riparo sottoroccia con una bella acquasantiera attiva. Poco dopo l’acquasantiera si inizia a salire più ripidamente fino ad arrivare ad una bella cengia calcarea inclinata (975 m. circa di quota), dalla quale, sporgendosi un po’, si gode un bel panorama su quasi tutte le Apuane principali. Da qui, in breve, giungiamo alla croce di vetta del Monte Gabberi, dalla quale proseguiamo in cresta, facendo attenzione a non girare a destra, seguendo invece i segnavia in uno stretto passaggio tra le rocce non così evidente.Dopo poco più di 100 metri dalla vetta troviamo comunque a sinistra il bivio per Foce Farnocchia, che ignoriamo, continuando a scendere dritti. A 935 metri di quota circa, troviamo un secondo bivio a sinistra per Foce Farnocchia, che useremo al ritorno, mentre noi continuiamo dritti a destra. Duecentosessanta metri circa dopo il bivio, ed a quota 905 circa, notiamo a sinistra una specie di cupa e misteriosa conca boschiva ricoperta di muschio che andiamo brevemente ad esplorare, scoprendo così imponenti scanalature nella roccia decisamente spettacolari.
Riprendiamo quindi il sentiero, trovandoci pochi metri sotto la vetta del Monte Gegoli o Gevoli, che possiamo raggiungere seguendo brevemente il crinale un poco infrascato (noi l’abbiamo fatto comunque al ritorno). Tornati sul sentiero possiamo ancora notare, un’ottantina di metri dopo, sulla destra, una grotta a pozzo coperta da rami con lo scopo di impedire di cascarci dentro. Ancora 80 metri dopo il pozzo, troviamo un bivio a sinistra, mentre noi proseguiamo dritti a destra. Continuiamo quindi a scendere fino a quota 840 circa, dove troviamo un nuovo bivio: a sinistra continua il sentiero che dobbiamo seguire, mentre a destra, una breve deviazione ci porta ad una curiosa finestra di roccia che visitiamo brevemente. Riprendiamo quindi il sentiero segnato e, 160 metri dopo il predetto bivio, ne troviamo un altro (quota 800 circa), dove lasciamo il sentiero segnato per prendere a destra la deviazione per la Grotta del Tanaccio. Dopo circa 300 metri di sentiero in leggera discesa, arriviamo in vista di imponenti falesie, dove, a destra, si apre la grande apertura della Grotta del Tanaccio, mentre, pochi metri più avanti, troviamo la Grotta della Vulva. Visitate le due grotte che non necessitano di nessuna attrezzatura, si può proseguire, come abbiamo fatto noi, in ripida discesa, poi anche attrezzata, lungo le spettacolari falesie. Noi ci siamo fermati poco dopo averne girato lo spigolo, ma si poteva continuare e, forse, si possono trovare altre grotte, ma il percorso si faceva lungo e abbiamo preferito tornare indietro. Torniamo quindi sui nostri passi fino al precedentemente descritto bivio per Farnocchia, che imbocchiamo a destra. Scendendo lungo il nuovo sentiero, notiamo un imponente torrione a sinistra, al quale giungiamo con una ripida deviazione, ma non ne vale la pena, che non se ne hanno viste migliori. Tralasciamo quindi un bivio a sinistra per il Monte Gabberi e, quindi, giungiamo al bivio per il paese di Farnocchia sulla destra, mentre noi prendiamo a sinistra in salita, verso la Foce di Farnocchia. Giunti alla Foce con una salita a tornanti non molto ripida, lasciamo a destra la cresta per il monte Lieto, ed a sinistra il sentiero proveniente dal Gabberi, per prendere al centro in discesa per Sennari e Sant’Anna.
Passata quindi una fonte con grotta chiusa da cancello, giungiamo sull’asfalto in corrispondenza dell’abitato di Sennari. Qui seguiamo l’asfalto per circa 450 metri, per prendere quindi in discesa sulla sinistra il sentiero segnato verso Sant’Anna, che raggiungiamo dopo circa 500 metri. A Sant’Anna prendiamo quindi la strada asfaltata verso sinistra che ci porta fino a La Culla dove abbiamo parcheggiato. Lungo la discesa, a quota 650 circa, notiamo a sinistra, subito sotto la strada, una galleria di miniera, che visitiamo brevemente, anche se non per intero, che ci sarebbero voluti gli stivali, dato lo strato di fango sul fondo; a fianco della galleria vecchie strutture della miniera ed il torrente Canale dei Mulini, dalle acque, rese ferruginose dagli scarti della miniera, di color giallo intenso.
Conclusioni: gita interessante con molte cose da vedere, alcune indubbiamente inusuali e suggestive, come il trono nella grotta del Tanaccio, o le onde di pietra andando verso la predetta grotta, forse un po’ noioso il ritorno su asfalto, parzialmente evitabile imboccando a Sant’Anna il sentiero per Valdiscastello fino alla prima reimmissione sulla strada. Bel panorama di vetta, anche se le cime principali sono un po’ distanti.
Case e sole che filtra tra le nuvole da La Culla
Vaschetta scolpita presso Case ai Lecci
Case ai Lecci
Casa ricoperta di rampicanti in Case ai Lecci
Interno di una casa in Case ai Lecci
Doppio portale in Case ai Lecci
Portale in Case ai Lecci
Portale sul vuoto in Case ai Lecci
Muretto e sentiero andando verso Monte Gabberi
Acquasantiera in riparo sottoroccia salendo al Gabberi più da vicino
Acquasantiera in riparo sottoroccia salendo al Gabberi vista di lato
Parete calcarea curva salendo al Gabberi
Sagro e Altissimo da punto panoramico salendo al Gabberi
Panie e Forato da punto panoramico salendo al Gabberi
Pendio sommitale Gabberi con croce di vetta
Lieto Sagro e Altissimo dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi più da vicino
Mare di nebbia dal Gabberi
Croce di vetta Gabberi e mare di nebbia più da lontano
Procinto Nona e Matanna dal Gabberi
Corchia e Panie dal Gabberi
Monte Prana spunta dalla nebbia dal Gabberi
Apuane dal Sagro al Fiocca dal Gabberi
Mare sotto mare di nebbia dal Gabberi
Rocce ricoperte di muschio presso Monte Gevoli
Depressione muschiata e grandi scanalature presso Monte Gevoli
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli più da lontano
Grandi scanalature ricoperte di muschio presso Monte Gevoli più da lontano
Procinto Nona e Matanna andando al Tanaccio
Pania Secca Procinto e Nona andando al Tanaccio
Primissimo piano Monte Prana attraverso finestra roccia
Finestra di roccia e Monte Prana attraverso andando al Tanaccio
Finestra di roccia e Monte Prana
Grotta della Vulva
Psiconauta in Grotta della Vulva
Interno Grotta della Vulva
Uscita Grotta della Vulva
Monte Prana e falesia presso Tanaccio
Falesia presso Tanaccio guardando indietro
Metato e falesia presso Tanaccio
Falesia presso Tanaccio
Trono in Tanaccio
Primo piano trono in Tanaccio
Primo piano trono in Tanaccio visto di lato
Uscita Tanaccio e Trono
Uscita Tanaccio e Trono più da lontano
Colonna e uscita Tanaccio
Concrezione in Tanaccio senza flash
Colonna con finestra in Tanaccio
Uscita Tanaccio
Trono in Tanaccio più da vicino
Trono in Tanaccio più da vicino
Primo piano Trono in Tanaccio
Primo piano Trono in Tanaccio
Trono in Tanaccio vista laterale
Trono in Tanaccio visto di lato
Trono e Tanaccio dall'ingresso
Trono in Tanaccio visto da altro lato grotta
Uscita Tanaccio da fondo grotta
Trono in Tanaccio vista laterale
Trono in Tanaccio
Primo piano stalagmite bianca in Tanaccio
Stalagmite bianca in Tanaccio senza flash
Pozzo presso Monte Gevoli
Procinto Nona e Matanna dal Gevoli
Panie dal Gevoli
Rudere andando verso Farnocchia
Torrione tra la vegetazione andando verso Farnocchia
Torrione tra la vegetazione andando verso Farnocchia vista verticale
Torrione tra la vegetazione salendovi
Maestà salendo alla Foce di Farnocchia
Fonte a Sennari senza flash
Galleria miniera Sant'Anna
Biforcazione in galleria miniera Sant'Anna
Acqua gialla in Canale dei Mulini
Acqua gialla in Canale dei Mulini più da lontano
Ingresso galleria miniera Sant'Anna
Tramonto tornando a La Culla
Tramonto tornando a La Culla
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
leggo i titoli dei mex recenti..la grotta della vulva?
e chi puo' averla mai postata?
bellissime foto e bei resoconti
certo mi chiedo che razza di vulve abbia visto chi ha battezzato la grotta, ma essendo in toscana non mi stupisco
e chi puo' averla mai postata?
bellissime foto e bei resoconti
certo mi chiedo che razza di vulve abbia visto chi ha battezzato la grotta, ma essendo in toscana non mi stupisco
- psiconauta
- Quotazerino doc
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- Joined: Tue Mar 31, 2015 20:27
- Location: Lemuria
Re: Monte Gabberi - Grotta del Tanaccio - Grotta della Vulva
bello vedere la stessa gita fotografata da un altro !
ci sono pure io dentro la Vulva (non ho molte foto del genere, in effetti )
quel pozzo ricoperto di rami secchi m'ha dato un po' da dire, eh....
ci sono pure io dentro la Vulva (non ho molte foto del genere, in effetti )
quel pozzo ricoperto di rami secchi m'ha dato un po' da dire, eh....
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !