...sai che non è male la tua ipotesi ? al momento non ho presente la conformazione dei luoghi, però potrebbe starci......luga wrote:potrebbe mica derivare dalla presenza di detriti morenici o simili (da frangere/franto)? in area ladina sono comuni nomi come 'Freina' presso ghiaioni et similiapsiconauta wrote:invece Frinti............
TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Ecco come a volte i nomi dei posti possono variare nel tempo
E come esempio riporto il caso del monte Proventino
Il nome, a detta del volgo popolare, trarrebbe origine dalla composizione dialettale prou-ventin, letteralmente "prato del vento" o meglio ancora " prato del venticello", poichè si tratta di una vetta perennemente esposta ai venti ( non ricordo di esserci stato almeno una volta in cui regnasse la calma piatta!). Un nome che visto le condizioni a cui facevo riferimento prima, ci può stare tutto!
Nei giorni scorsi ero intento nella lettura di una pubblicazione di storia locale molto interessante, "Miscellanea di studi del Centro culturale del Comune di Casella" nella quale è riportata una mappa datata 1608 dei dintorni del monte in questione.
La cosa curiosa è che il nome Proventino è assente, sostituito da" Prato Valentino", che tradotto in dialetto suonerebbe più o meno come prou Valentin.
Chissà, forse con il passare dei secoli, si è passato da Prou Valentin a Prou Ventin divenuto in italiano Proventino, una particolare evoluzione che a mio modesto parere sembra ben quadrare, anche alla luce della preziosa mappa storica!
E come esempio riporto il caso del monte Proventino
Il nome, a detta del volgo popolare, trarrebbe origine dalla composizione dialettale prou-ventin, letteralmente "prato del vento" o meglio ancora " prato del venticello", poichè si tratta di una vetta perennemente esposta ai venti ( non ricordo di esserci stato almeno una volta in cui regnasse la calma piatta!). Un nome che visto le condizioni a cui facevo riferimento prima, ci può stare tutto!
Nei giorni scorsi ero intento nella lettura di una pubblicazione di storia locale molto interessante, "Miscellanea di studi del Centro culturale del Comune di Casella" nella quale è riportata una mappa datata 1608 dei dintorni del monte in questione.
La cosa curiosa è che il nome Proventino è assente, sostituito da" Prato Valentino", che tradotto in dialetto suonerebbe più o meno come prou Valentin.
Chissà, forse con il passare dei secoli, si è passato da Prou Valentin a Prou Ventin divenuto in italiano Proventino, una particolare evoluzione che a mio modesto parere sembra ben quadrare, anche alla luce della preziosa mappa storica!
"Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza. Dall'erba ho imparato ad apprezzare la persistenza."
[Hal Borland]
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Paolo ..ci si potrebbe magari installare una pala eolica..
- paolocerreta
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
...a proposito...Ramaceto ...
Chi ne sa qualcosa di questo toponimo
Chi ne sa qualcosa di questo toponimo
"Dagli gli alberi ho capito il significato della pazienza. Dall'erba ho imparato ad apprezzare la persistenza."
[Hal Borland]
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Letto in giro e valido anche per Rama e Oramala ...
Ramà = bosco ceduo
Può essere
Altre idee ?
Ramà = bosco ceduo
Può essere
Altre idee ?
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Possibile. A me sembrava di aver letto in un testo di F. Toso che potrebbe derivare da un termine che descrive un tipo di corso d'acqua, ma forse mi confondo. Magari potrebbe invece anche derivare da https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstr ... nic/rammaz" onclick="window.open(this.href);return false;daniele64 wrote:Letto in giro e valido anche per Rama e Oramala ...
Ramà = bosco ceduo
Può essere
Altre idee ?
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
...m'ero dimenticato di uppare questo topic dopo la gita sull'Alfeo.....
Dopo la suddetta passeggiata, con partenza e arrivo a Belnome, m'ero ripromesso di portare all'attenzione questo curioso toponimo.....penso infatti che chiunque di voi si sia imbattuto in questa località, anche solo su una cartina, abbia subito pensato che fosse un nome improbabile, e che probabilmente quel posto si chiamasse in un altro modo, prima.....probabilmente un "brutto" nome.....
Infatti, chiacchierando con gente dei luoghi, e/o ravanando su internet, si trova sempre riportata la stessa storia, e cioè che quel luogo si chiamasse ....
per esempio su valdaveto.net, Ferretti Antonio, Tugnin dee Carpeneie, nato a Canale il 5 novembre 1898, dice :
Belnome in Val Borecca si chiamava .
Venne in visita al paese il Vescovo e chiese ai bimbi il nome del villaggio.
Alla risposta disse: "Bel nome!".
Così è rimasto!
invece, sul sui generis (e ormai defunto) blog "nomedelblog" trovo :
Altra curiosità toponomastica è Belnome. Si narra – questa storia è totalmente infondata, ma la conoscono e ripetono tutti - che le genti del posto, assai selvatiche e legate ad una religiosità invisa alle autorità ecclesiastiche, furono visitate, per riportarle sulla via del cattolicesimo ufficiale, dal Vescovo di Bobbio, cittadina da sempre in territorio piacentino, ma che ai tempi era sede di autonoma diocesi (oggi, a Piacenza, dire “chiedilo al Vescovo di Bobbio” significa “ormai nessuno lo sa più”). Salito, a dorso di mulo, fino a Belnome, che allora si chiamava , egli chiese, giustappunto, il nome del paese agli abitanti.
, risposero duri quelli, mantenendo facce e atteggiamenti che, agli occhi dell’alto prelato, sembravano promettere rivolta, ma che, probabilmente, erano soltanto le facce di gente distrutta della miseria.
“Uh, che bel nome…”, commentò falso e timoroso il Vescovo di Bobbio, e se n’andò. Da questo brevissimo scambio d’opinioni deriverebbe il nome attuale.
Questa storia la conoscevo già anch'io, ma mi è sempre sembrata totalmente inverosimile.......cioè, perchè gli abitanti di un posto dovrebbero autobattezzarsi abitanti di ?
Ci può stare come risposta al vescovo nella storiella di cui sopra, specie da parte di gente servega che magari malvedeva la chiesa, ma che poi la stessa gente si autonomini malamente mi pare parecchio difficile...
Comunque, un qualchecosa dietro doveva ben esserci, e così, cercando antiche mappe per vedere se si scopriva qualcosa, sono incappato in una Carta dei Feudi Imperiali (abbastanza vaga, indubbiamente ), della quale riproduco un piccolo stralcio, quello ovviamente riguardante la zona incriminata, dove si può notare un luogo denominato "Vergogna", che, come posizione, potrebbe in effetti corrispondere all'attuale Belnome
Non c'è dubbio che Vergogna non sia un gran Belnome, molto meglio Belnome, non trovate ?
Può anche darsi che l'appellativo Vergogna sia stato affibbiato dal vescovo in seguito alle offese subite, questo lo vedrei già un po' più possibile, ma restiamo sempre nel campo delle cento pertiche, come si dice....che tra l'altro :
Si dice che un nobile fervente cattolico avesse lasciato alla sua morte in eredità alla Chiesa un terreno, anzi un campo grande cento pertiche. Il nobiluomo, però, mise una condizione e cioè che il campo fosse destinato dalla Chiesa alla costruzione di un ente benefico, un asilo, o un orfanatrofio.
La Chiesa, temendo di dover investire troppo per realizzare il desiderio del defunto, giocò sulla vaghezza del testamento, che non indicava dove fosse questo campo.
Il "camp di cent pertigh" così non fu trovato e nulla fu costruito...
tutto qui, chi sa parli
Aloha
Dopo la suddetta passeggiata, con partenza e arrivo a Belnome, m'ero ripromesso di portare all'attenzione questo curioso toponimo.....penso infatti che chiunque di voi si sia imbattuto in questa località, anche solo su una cartina, abbia subito pensato che fosse un nome improbabile, e che probabilmente quel posto si chiamasse in un altro modo, prima.....probabilmente un "brutto" nome.....
Infatti, chiacchierando con gente dei luoghi, e/o ravanando su internet, si trova sempre riportata la stessa storia, e cioè che quel luogo si chiamasse ....
per esempio su valdaveto.net, Ferretti Antonio, Tugnin dee Carpeneie, nato a Canale il 5 novembre 1898, dice :
Belnome in Val Borecca si chiamava .
Venne in visita al paese il Vescovo e chiese ai bimbi il nome del villaggio.
Alla risposta disse: "Bel nome!".
Così è rimasto!
invece, sul sui generis (e ormai defunto) blog "nomedelblog" trovo :
Altra curiosità toponomastica è Belnome. Si narra – questa storia è totalmente infondata, ma la conoscono e ripetono tutti - che le genti del posto, assai selvatiche e legate ad una religiosità invisa alle autorità ecclesiastiche, furono visitate, per riportarle sulla via del cattolicesimo ufficiale, dal Vescovo di Bobbio, cittadina da sempre in territorio piacentino, ma che ai tempi era sede di autonoma diocesi (oggi, a Piacenza, dire “chiedilo al Vescovo di Bobbio” significa “ormai nessuno lo sa più”). Salito, a dorso di mulo, fino a Belnome, che allora si chiamava , egli chiese, giustappunto, il nome del paese agli abitanti.
, risposero duri quelli, mantenendo facce e atteggiamenti che, agli occhi dell’alto prelato, sembravano promettere rivolta, ma che, probabilmente, erano soltanto le facce di gente distrutta della miseria.
“Uh, che bel nome…”, commentò falso e timoroso il Vescovo di Bobbio, e se n’andò. Da questo brevissimo scambio d’opinioni deriverebbe il nome attuale.
Questa storia la conoscevo già anch'io, ma mi è sempre sembrata totalmente inverosimile.......cioè, perchè gli abitanti di un posto dovrebbero autobattezzarsi abitanti di ?
Ci può stare come risposta al vescovo nella storiella di cui sopra, specie da parte di gente servega che magari malvedeva la chiesa, ma che poi la stessa gente si autonomini malamente mi pare parecchio difficile...
Comunque, un qualchecosa dietro doveva ben esserci, e così, cercando antiche mappe per vedere se si scopriva qualcosa, sono incappato in una Carta dei Feudi Imperiali (abbastanza vaga, indubbiamente ), della quale riproduco un piccolo stralcio, quello ovviamente riguardante la zona incriminata, dove si può notare un luogo denominato "Vergogna", che, come posizione, potrebbe in effetti corrispondere all'attuale Belnome
Non c'è dubbio che Vergogna non sia un gran Belnome, molto meglio Belnome, non trovate ?
Può anche darsi che l'appellativo Vergogna sia stato affibbiato dal vescovo in seguito alle offese subite, questo lo vedrei già un po' più possibile, ma restiamo sempre nel campo delle cento pertiche, come si dice....che tra l'altro :
Si dice che un nobile fervente cattolico avesse lasciato alla sua morte in eredità alla Chiesa un terreno, anzi un campo grande cento pertiche. Il nobiluomo, però, mise una condizione e cioè che il campo fosse destinato dalla Chiesa alla costruzione di un ente benefico, un asilo, o un orfanatrofio.
La Chiesa, temendo di dover investire troppo per realizzare il desiderio del defunto, giocò sulla vaghezza del testamento, che non indicava dove fosse questo campo.
Il "camp di cent pertigh" così non fu trovato e nulla fu costruito...
tutto qui, chi sa parli
Aloha
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Interessante ricerca ! Mi pare una soluzione plausibile ... Molto più della prima ipotesi ...
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
ragazzi, ogni volta che uppo un topic mi sento vecchio...vi capita ?
comunque, qualcuno conosce qualche pubblicazione relativamente alla Toponomastica delle Alpi Apuane ?
Io ho cercato un po' senza trovare granché, ma mi sembra quasi impossibile non esista una pubblicazione dedicata....
comunque, qualcuno conosce qualche pubblicazione relativamente alla Toponomastica delle Alpi Apuane ?
Io ho cercato un po' senza trovare granché, ma mi sembra quasi impossibile non esista una pubblicazione dedicata....
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
La toponastica incuriosisce anche me e di domande ne avrei a vagonate, ma comincio da una semplice, in tutti i posti che si chiamano Castellaro ce ne sarà stato veramente uno? Dalle mie parti ce ne sono a iosa, luoghi, frazioni di paesi, monti...
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Probabilmente sì . Gli antichi Liguri abitanti della zona avevano esigenze difensive che ovviamente li portava a fortificare in qualche modo parecchi luoghi adatti a tale scopo nelle vicinanze dei loro villaggi , che magari stavano più in basso per ragioni di approvvigionamento cibo ed acqua o per scopi commerciali ... In tempo di pace si viveva nei villaggi , in caso di minacce ( guerre tra tribù , invasioni , ecc. ) ci si rifugiava in alto ...Ratasuira wrote:La toponastica incuriosisce anche me e di domande ne avrei a vagonate, ma comincio da una semplice, in tutti i posti che si chiamano Castellaro ce ne sarà stato veramente uno? Dalle mie parti ce ne sono a iosa, luoghi, frazioni di paesi, monti...
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Niente ?psiconauta wrote:ragazzi, ogni volta che uppo un topic mi sento vecchio...vi capita ?
comunque, qualcuno conosce qualche pubblicazione relativamente alla Toponomastica delle Alpi Apuane ?
Io ho cercato un po' senza trovare granché, ma mi sembra quasi impossibile non esista una pubblicazione dedicata....
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Probabilmente li hai già visti ...
http://www.labottegadiaronte.it/labotte ... er=product" onclick="window.open(this.href);return false;
https://www.stella-alpina.com/it/prodot ... -lunigiana" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
...a dire il vero no...daniele64 wrote:Probabilmente li hai già visti ...
http://www.labottegadiaronte.it/labotte ... er=product" onclick="window.open(this.href);return false;
https://www.stella-alpina.com/it/prodot ... -lunigiana" onclick="window.open(this.href);return false;
Molto interessante quello sulla valle del Frigido, grazie Dani !
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Che bello questo post, capita proprio a fagiuolo: poco tempo fa sono stata in Val di Noci e ho visto sulla mappa un villaggio abbandonato chiamato "Feto", qualcuno ha idea di quale possa essere l'etimologia di questo nome?
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
ciao,maceleneo wrote:Che bello questo post, capita proprio a fagiuolo: poco tempo fa sono stata in Val di Noci e ho visto sulla mappa un villaggio abbandonato chiamato "Feto", qualcuno ha idea di quale possa essere l'etimologia di questo nome?
questa era difficile, eh...... però molto interessante, in effetti....
la prima cosa che ho pensato è che poteva derivare dal ligure per "fatto" (nel senso del verbo fare, ma volendo anche senza sale), ma non mi portava da nessuna parte.....
poi invece su nazioneoscuracaotica ho trovato questo post, interessantissimo , che riporto :
(...)Sullo stesso versante, pochi chilometri più a est c’è un altro piccolo abitato con il curioso nome di Feto.
Incuriosito dal nome, mi sono creato un’ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione da qualcuno che ne sa più di me (mi riferisco ai geologi, ma anche ai frequentatori della zona!).
Sappiamo che l’Appennino Ligure è il risultato di un innalzamento causato dall’incontro di due zolle tettoniche, quindi queste montagne, molti milioni di anni fa, erano sottomarine, e alcune di loro sono di lontana origine vulcanica. Vale a dire che milioni di anni fa c’erano alcuni vulcani, spentisi già prima di emergere dal mare. Questo non toglie che alcuni fenomeni postvulcanici siano ancora presenti, come le terme o l’acqua solfurea.
La mia analisi è toponomastica: a ovest del passo della Scoffera c’è il monte Dragonat, non lontano da dove si dice vi fosse una terma (tra Scoffera e Moranego) che non ho ancora trovato, poi c’è il Passo del Fuoco, mentre sul versante nord ci sono Poggio Caldaia, Feto e Campoveneroso. Quindi abbiamo le terme, la “caldaia”, il fuoco, il “fetore” e il “campo velenoso” (dal latino). Potrebbero esssere indizi di una qualche traccia di sorgenti termali e/o solfuree.
direi che è un'ipotesi tutt'altro che peregrina..... ....infatti anche il nome Campoveneroso mi incuriosiva.....
grazie maceleneo per aver stimolato la mia curiosità
è un sacco di tempo che voglio fare il giro di questi paesini immagino che in questa stagione non abbia senso , ci riproverò quest'inverno
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
non mi e' quasi mai venuta la briga di chiedermi l'origine dei nomi dei luoghi ecc, ma dato che stavo leggendo questa pagina
https://www.cumpagniadiventemigliusi.it ... ratico.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
vi cito
Altro toponimo interessante è GOUTA, che la Petracco Sicardi individua in “estremità laterale”, dando come causale: “... nel senso figurato di monte che ha l’aspetto di uno sbarramento laterale”, mentre potrebbe voler dire semplicemente che contribuisce ad esaltare il lato d’un importante punto sacrale.
Anche le adiacenti Testa d’Arpe ed Arpetta contengono significati degni di attenzione: il toponimo Albium - Alba, per definire montagne, pare abbia delineato anche il nome delle Alpi, cioè di tutta la Catena Alpina.
Ciò sarebbe avvenuto, passando attraverso il latino “Alpem” che ha traslato un termine di origine preindoeuropea, col significato di montagna alta, appunto.14
Per gli antichi abitanti della Val Roia, quindi, Testa d’Alpe avrebbe potuto indicare l’inizio di un’infinita catena d’alture rilevanti, tra le quali la prima è proprio l’Arpetta.
Fascia Sagrà potrebbe essere stata il MEZUNEMUSU degli antichi Intemelii, ossia il luogo di raduno dei Druidi, capi spirituali della più ampia tribù, in certi periodi dell’anno, per celebrare cerimonie sacrali.
https://www.cumpagniadiventemigliusi.it ... ratico.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
vi cito
Altro toponimo interessante è GOUTA, che la Petracco Sicardi individua in “estremità laterale”, dando come causale: “... nel senso figurato di monte che ha l’aspetto di uno sbarramento laterale”, mentre potrebbe voler dire semplicemente che contribuisce ad esaltare il lato d’un importante punto sacrale.
Anche le adiacenti Testa d’Arpe ed Arpetta contengono significati degni di attenzione: il toponimo Albium - Alba, per definire montagne, pare abbia delineato anche il nome delle Alpi, cioè di tutta la Catena Alpina.
Ciò sarebbe avvenuto, passando attraverso il latino “Alpem” che ha traslato un termine di origine preindoeuropea, col significato di montagna alta, appunto.14
Per gli antichi abitanti della Val Roia, quindi, Testa d’Alpe avrebbe potuto indicare l’inizio di un’infinita catena d’alture rilevanti, tra le quali la prima è proprio l’Arpetta.
Fascia Sagrà potrebbe essere stata il MEZUNEMUSU degli antichi Intemelii, ossia il luogo di raduno dei Druidi, capi spirituali della più ampia tribù, in certi periodi dell’anno, per celebrare cerimonie sacrali.
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
A proposito di albium, qui l'origine del nome di Albengasteop wrote:non mi e' quasi mai venuta la briga di chiedermi l'origine dei nomi dei luoghi ecc, ma dato che stavo leggendo questa pagina
https://www.cumpagniadiventemigliusi.it ... ratico.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
vi cito
Altro toponimo interessante è GOUTA, che la Petracco Sicardi individua in “estremità laterale”, dando come causale: “... nel senso figurato di monte che ha l’aspetto di uno sbarramento laterale”, mentre potrebbe voler dire semplicemente che contribuisce ad esaltare il lato d’un importante punto sacrale.
Anche le adiacenti Testa d’Arpe ed Arpetta contengono significati degni di attenzione: il toponimo Albium - Alba, per definire montagne, pare abbia delineato anche il nome delle Alpi, cioè di tutta la Catena Alpina.
Ciò sarebbe avvenuto, passando attraverso il latino “Alpem” che ha traslato un termine di origine preindoeuropea, col significato di montagna alta, appunto.14
Per gli antichi abitanti della Val Roia, quindi, Testa d’Alpe avrebbe potuto indicare l’inizio di un’infinita catena d’alture rilevanti, tra le quali la prima è proprio l’Arpetta.
Fascia Sagrà potrebbe essere stata il MEZUNEMUSU degli antichi Intemelii, ossia il luogo di raduno dei Druidi, capi spirituali della più ampia tribù, in certi periodi dell’anno, per celebrare cerimonie sacrali.
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
belin, invece per me è troppo sballoso, i nomi sono cose ! se risali all'origine di un nome, a volte ti si possono persino rivelare cose che nessuno sa !steop wrote:non mi e' quasi mai venuta la briga di chiedermi l'origine dei nomi dei luoghi ecc,
occhio quindi all'apertura di mondi
comunque eri già stata utile con la faccenda Sanremo/Sanromolo
e grazie anche per il link, molto interessante !
steop wrote:Fascia Sagrà potrebbe essere stata il MEZUNEMUSU degli antichi Intemelii, ossia il luogo di raduno dei Druidi, capi spirituali della più ampia tribù, in certi periodi dell’anno, per celebrare cerimonie sacrali.
....in pratica dove avete parcheggiato il pandino l'altro giorno, giusto ?
edit : il mio millesimo messaggio !!!
Last edited by psiconauta on Wed Jun 12, 2019 15:03, edited 2 times in total.
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
assolutamente
quindi albenga e' stata capoluogo?
visto che il mondo ve l'avevo gia' aperto in un altro topic, sostenendo che in realta' sanremo e' san romolo e non san remo, vi posto tutta la diatriba sia del nome sia dello scriverlo staccato o attaccato
fonte wikipedia
Sanremo (Sanrœmu in ligure, pronunciato /sanˈrômu/, in italiano San Romolo; anticamente Villa Matutiæ)
Due grafie del toponimo, Sanremo e San Remo, sono state usate in passato; per molto tempo sono convissute pacificamente, pur creando qualche problema, benché l'amministrazione tendesse a usare la versione unita. L'etimologia ufficiale, di conseguenza, era controversa e a lungo è stata oggetto di disquisizioni che sfociarono in una vera e propria questione, cui si interessarono sia insigni studiosi come Girolamo Rossi, sia cittadini benemeriti come Carlo Alberto. Anticamente, la città era conosciuta come Civitas Matuciana, ma con l'avvento del Medioevo, in seguito alla morte di San Romolo (un vescovo di Genova vissuto intorno al IX secolo, che trascorse buona parte della sua vita nei boschi di Sanremo, e che morì da eremita alle pendici del vicino Monte Bignone), i cittadini vollero onorarlo dedicandogli il nome della città, che così assunse il nome di Civitas Sancti Romuli. Per quanto riguarda la seconda trasformazione, ossia da “San Romolo” a “Sanremo”, furono, allora, elaborate due tesi. La prima afferma che il passaggio da "Romolo" a "Remo" avvenne in seguito alla morte di San Romolo: poiché nel Medioevo le tombe dei santi erano grandemente visitate, il "Sanctum Heremum" in seguito alle modifiche della lingua, col tempo, sarebbe diventato "Santo Eremo" e quindi "San Remo". Questa interpretazione, in passato molto accettata, presenta, tuttavia, una falla, poiché in nessun documento ufficiale si parla di "Santo Eremo", e non spiegherebbe neppure perché alla città sia rimasta la denominazione di "Santo Eremo", mentre all'eremo vero e proprio quello di "San Romolo".
La seconda tesi, oggi universalmente accettata, sostiene che la trasformazione del nome da "Romolo" a "Remo" avvenne a causa della fonetica dialettale, ossia per la cadenza tipica del ponente ligure di rendere la "o latina" in "ö". Di conseguenza, la dizione dialettale di "Romolo", ossia "Romu", sarebbe stata pronunciata come "Rœmu" e quindi traslata, col tempo, in "Remu", ossia "Remo". Questa tesi è, inoltre, suffragata dai documenti storici: negli archivi, infatti, è possibile trovare documenti, in un lasso di tempo compreso fra il '300 e il '600, in cui i nomi Civitas Sancti Romuli e Civitas Sancti Remuli compaiono in pari frequenza, e anzi in alcuni si trovano entrambi nello stesso atto; per esempio in un rogito del 1359 compare Civitas Sancti Romuli e poco dopo l'aggettivo Remoretus, mentre in un atto della Repubblica di Genova del 1681 possiamo trovare sia Civitas Sancti Romuli sia Magnifica Comunità di San Remo. La questione dell'etimologia si incentrò anche sulla corretta grafia, e forse è più su questo punto che si scatenò una vera e propria battaglia, soprattutto dall'epoca fascista. L'esempio migliore sull'incertezza che vi era al tempo è dato dalla "Storia della Città di Sanremo" di Girolamo Rossi: egli, infatti, in copertina scrive "Sanremo", ma all'interno del testo compare la versione staccata con maggiore frequenza. In passato, come già detto, le due versioni convivevano abbastanza pacificamente, ma dalla fine degli anni venti, tuttavia, l'Istat si prodigò affinché il nome venisse scritto nella forma staccata "San Remo", per uniformare il nome della città a quello delle altre località il cui nome è riferito a un santo, e anche perché in molte cartine del passato compariva la forma staccata.
Il Teatro Ariston di Sanremo durante l'ultima serata del 2013
Consultando i documenti dell'Archivio comunale si può notare come in data 2 settembre 1937 il podestà di allora, Giovanni Guidi, veniva informato che l'Istituto Centrale di Statistica aveva elencato il Comune col nome staccato (San Remo), in accordo con il Regio Decreto 19 febbraio 1928 n. 453, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 20 marzo 1928, (in cui era stato disposto l'aggregazione del Comune di Bussana a quello di 'San Remo') ma in difformità con quanto sino a quel momento effettuato da parte dell'Amministrazione Comunale. Lo stesso Istat, inoltre, interveniva direttamente l'8 febbraio 1938 per richiamare il Comune all'osservanza della disposizione. Tuttavia, all'invito ad adeguarsi del prefetto, il podestà rispondeva: "Insistiamo perché venga modificato il nome in Sanremo". L'8 agosto 1940 il presidente dell'Istituto centrale di Statistica richiamava nuovamente il Comune scrivendo: "... codesto comune dovrà modificare secondo il nome seguito da questo Istituto [San Remo, ndr] l'intestazione della carta ufficiale nonché i timbri in uso presso gli uffici comunali", e chiedeva venisse fornita per iscritto l’"assicurazione di adempimento". Il 30 agosto 1940 il podestà emanava, pertanto, la seguente ordinanza (prot. n. 15411): "Vi prego di disporre perché d'ora in poi negli stampati il nome del Comune venga scritto San Remo anziché Sanremo".
Il secondo conflitto mondiale bloccò la questione, e il nome della città continuò a essere usato unito, ma nell'immediato dopoguerra si riaccese; di conseguenza il sindaco, con ordine di servizio datato 24 marzo 1954, prot. n. 89/6, trasmetteva a tutti gli uffici la seguente lettera: "Si porta a conoscenza delle SS.LL. che l'esatta grafia del nome della nostra città è la seguente: San Remo. Tanto si comunica per opportuna conoscenza e norma con preghiera di volerne rendere edotto il personale dipendente, affinché tanto negli stampati che sulle comunicazioni venga adoperata la esatta onomastica". Quest'ordine di servizio non è mai stato applicato dagli organi comunali: nonostante, infatti, tale "decisione" ufficiale del Comune, il nome di San Remo ha continuato a essere rifiutato a livello locale, dov'era utilizzata principalmente l'altra versione, come, ad esempio, nelle indicazioni stradali, ferroviarie, turistiche, e praticamente ovunque nella documentazione del Comune, della Provincia e spesso della regione; anche le cartoline per le consultazioni elettorali hanno sempre riportato il nome Sanremo. Nella documentazione prodotta a livello centrale, proveniente dalla Gazzetta Ufficiale, dall'Anagrafe tributaria e dai documenti dell'Istituto di Statistica, tuttavia, ha continuato a essere mantenuta la forma San Remo. Grazie alla disputa, però, si giunse a dimostrare come sia più corretta la versione attaccata.
Villa Zirio
Un primo motivo è che nella cristianità non esiste un santo di nome Remo (cui eventualmente riferirsi).
Il secondo è che contrariamente agli altri dialetti gallo-italici, il sanremasco conserva le atone finali, salvo dopo la "r" e la "n": "ö" e "ü" si fondono in "ü", mentre nella lingua italiana in "ö"; per chiarire con un esempio: uomo (latino homo) diventa omu, mentre orto (latino hortus) diventa ortu; a questo, inoltre, si aggiunge la spiccata tendenza a ridurre in dittongo due o più vocali che vengano a trovarsi vicine per la caduta delle consonanti (ad esempio laurà e lavurà che vogliono entrambi significare lavorare). Ecco, quindi, che "Rœmu", "Romolo", sarebbe diventato "Remu" a causa del dialetto, e quindi, trascritto male, divenne "Remu", ossia "Remo". Solo in seguito all'approvazione dello Statuto, seguito a varie Deliberazioni Consiliari tenutesi tra il 1991 e il 2002, si sancì definitivamente che la denominazione ufficiale della Città fosse nella forma monoverbo Sanremo
quindi albenga e' stata capoluogo?
visto che il mondo ve l'avevo gia' aperto in un altro topic, sostenendo che in realta' sanremo e' san romolo e non san remo, vi posto tutta la diatriba sia del nome sia dello scriverlo staccato o attaccato
fonte wikipedia
Sanremo (Sanrœmu in ligure, pronunciato /sanˈrômu/, in italiano San Romolo; anticamente Villa Matutiæ)
Due grafie del toponimo, Sanremo e San Remo, sono state usate in passato; per molto tempo sono convissute pacificamente, pur creando qualche problema, benché l'amministrazione tendesse a usare la versione unita. L'etimologia ufficiale, di conseguenza, era controversa e a lungo è stata oggetto di disquisizioni che sfociarono in una vera e propria questione, cui si interessarono sia insigni studiosi come Girolamo Rossi, sia cittadini benemeriti come Carlo Alberto. Anticamente, la città era conosciuta come Civitas Matuciana, ma con l'avvento del Medioevo, in seguito alla morte di San Romolo (un vescovo di Genova vissuto intorno al IX secolo, che trascorse buona parte della sua vita nei boschi di Sanremo, e che morì da eremita alle pendici del vicino Monte Bignone), i cittadini vollero onorarlo dedicandogli il nome della città, che così assunse il nome di Civitas Sancti Romuli. Per quanto riguarda la seconda trasformazione, ossia da “San Romolo” a “Sanremo”, furono, allora, elaborate due tesi. La prima afferma che il passaggio da "Romolo" a "Remo" avvenne in seguito alla morte di San Romolo: poiché nel Medioevo le tombe dei santi erano grandemente visitate, il "Sanctum Heremum" in seguito alle modifiche della lingua, col tempo, sarebbe diventato "Santo Eremo" e quindi "San Remo". Questa interpretazione, in passato molto accettata, presenta, tuttavia, una falla, poiché in nessun documento ufficiale si parla di "Santo Eremo", e non spiegherebbe neppure perché alla città sia rimasta la denominazione di "Santo Eremo", mentre all'eremo vero e proprio quello di "San Romolo".
La seconda tesi, oggi universalmente accettata, sostiene che la trasformazione del nome da "Romolo" a "Remo" avvenne a causa della fonetica dialettale, ossia per la cadenza tipica del ponente ligure di rendere la "o latina" in "ö". Di conseguenza, la dizione dialettale di "Romolo", ossia "Romu", sarebbe stata pronunciata come "Rœmu" e quindi traslata, col tempo, in "Remu", ossia "Remo". Questa tesi è, inoltre, suffragata dai documenti storici: negli archivi, infatti, è possibile trovare documenti, in un lasso di tempo compreso fra il '300 e il '600, in cui i nomi Civitas Sancti Romuli e Civitas Sancti Remuli compaiono in pari frequenza, e anzi in alcuni si trovano entrambi nello stesso atto; per esempio in un rogito del 1359 compare Civitas Sancti Romuli e poco dopo l'aggettivo Remoretus, mentre in un atto della Repubblica di Genova del 1681 possiamo trovare sia Civitas Sancti Romuli sia Magnifica Comunità di San Remo. La questione dell'etimologia si incentrò anche sulla corretta grafia, e forse è più su questo punto che si scatenò una vera e propria battaglia, soprattutto dall'epoca fascista. L'esempio migliore sull'incertezza che vi era al tempo è dato dalla "Storia della Città di Sanremo" di Girolamo Rossi: egli, infatti, in copertina scrive "Sanremo", ma all'interno del testo compare la versione staccata con maggiore frequenza. In passato, come già detto, le due versioni convivevano abbastanza pacificamente, ma dalla fine degli anni venti, tuttavia, l'Istat si prodigò affinché il nome venisse scritto nella forma staccata "San Remo", per uniformare il nome della città a quello delle altre località il cui nome è riferito a un santo, e anche perché in molte cartine del passato compariva la forma staccata.
Il Teatro Ariston di Sanremo durante l'ultima serata del 2013
Consultando i documenti dell'Archivio comunale si può notare come in data 2 settembre 1937 il podestà di allora, Giovanni Guidi, veniva informato che l'Istituto Centrale di Statistica aveva elencato il Comune col nome staccato (San Remo), in accordo con il Regio Decreto 19 febbraio 1928 n. 453, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 20 marzo 1928, (in cui era stato disposto l'aggregazione del Comune di Bussana a quello di 'San Remo') ma in difformità con quanto sino a quel momento effettuato da parte dell'Amministrazione Comunale. Lo stesso Istat, inoltre, interveniva direttamente l'8 febbraio 1938 per richiamare il Comune all'osservanza della disposizione. Tuttavia, all'invito ad adeguarsi del prefetto, il podestà rispondeva: "Insistiamo perché venga modificato il nome in Sanremo". L'8 agosto 1940 il presidente dell'Istituto centrale di Statistica richiamava nuovamente il Comune scrivendo: "... codesto comune dovrà modificare secondo il nome seguito da questo Istituto [San Remo, ndr] l'intestazione della carta ufficiale nonché i timbri in uso presso gli uffici comunali", e chiedeva venisse fornita per iscritto l’"assicurazione di adempimento". Il 30 agosto 1940 il podestà emanava, pertanto, la seguente ordinanza (prot. n. 15411): "Vi prego di disporre perché d'ora in poi negli stampati il nome del Comune venga scritto San Remo anziché Sanremo".
Il secondo conflitto mondiale bloccò la questione, e il nome della città continuò a essere usato unito, ma nell'immediato dopoguerra si riaccese; di conseguenza il sindaco, con ordine di servizio datato 24 marzo 1954, prot. n. 89/6, trasmetteva a tutti gli uffici la seguente lettera: "Si porta a conoscenza delle SS.LL. che l'esatta grafia del nome della nostra città è la seguente: San Remo. Tanto si comunica per opportuna conoscenza e norma con preghiera di volerne rendere edotto il personale dipendente, affinché tanto negli stampati che sulle comunicazioni venga adoperata la esatta onomastica". Quest'ordine di servizio non è mai stato applicato dagli organi comunali: nonostante, infatti, tale "decisione" ufficiale del Comune, il nome di San Remo ha continuato a essere rifiutato a livello locale, dov'era utilizzata principalmente l'altra versione, come, ad esempio, nelle indicazioni stradali, ferroviarie, turistiche, e praticamente ovunque nella documentazione del Comune, della Provincia e spesso della regione; anche le cartoline per le consultazioni elettorali hanno sempre riportato il nome Sanremo. Nella documentazione prodotta a livello centrale, proveniente dalla Gazzetta Ufficiale, dall'Anagrafe tributaria e dai documenti dell'Istituto di Statistica, tuttavia, ha continuato a essere mantenuta la forma San Remo. Grazie alla disputa, però, si giunse a dimostrare come sia più corretta la versione attaccata.
Villa Zirio
Un primo motivo è che nella cristianità non esiste un santo di nome Remo (cui eventualmente riferirsi).
Il secondo è che contrariamente agli altri dialetti gallo-italici, il sanremasco conserva le atone finali, salvo dopo la "r" e la "n": "ö" e "ü" si fondono in "ü", mentre nella lingua italiana in "ö"; per chiarire con un esempio: uomo (latino homo) diventa omu, mentre orto (latino hortus) diventa ortu; a questo, inoltre, si aggiunge la spiccata tendenza a ridurre in dittongo due o più vocali che vengano a trovarsi vicine per la caduta delle consonanti (ad esempio laurà e lavurà che vogliono entrambi significare lavorare). Ecco, quindi, che "Rœmu", "Romolo", sarebbe diventato "Remu" a causa del dialetto, e quindi, trascritto male, divenne "Remu", ossia "Remo". Solo in seguito all'approvazione dello Statuto, seguito a varie Deliberazioni Consiliari tenutesi tra il 1991 e il 2002, si sancì definitivamente che la denominazione ufficiale della Città fosse nella forma monoverbo Sanremo
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
steop wrote: ... Ecco, quindi, che "Rœmu", "Romolo", sarebbe diventato "Remu" a causa del dialetto, e quindi, trascritto male, divenne "Remu", ossia "Remo". Solo in seguito all'approvazione dello Statuto, seguito a varie Deliberazioni Consiliari tenutesi tra il 1991 e il 2002, si sancì definitivamente che la denominazione ufficiale della Città fosse nella forma monoverbo Sanremo
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Secondo il volumetto Appennino Ligure e Tosco-Emiliano della Guida dei Monti d'Italia, Campoveneroso sarebbe una storpiatura di "Campu Neusu" cioè Campo Nevoso.psiconauta wrote: Sappiamo che l’Appennino Ligure è il risultato di un innalzamento causato dall’incontro di due zolle tettoniche, quindi queste montagne, molti milioni di anni fa, erano sottomarine, e alcune di loro sono di lontana origine vulcanica. Vale a dire che milioni di anni fa c’erano alcuni vulcani, spentisi già prima di emergere dal mare. Questo non toglie che alcuni fenomeni postvulcanici siano ancora presenti, come le terme o l’acqua solfurea.
La mia analisi è toponomastica: a ovest del passo della Scoffera c’è il monte Dragonat, non lontano da dove si dice vi fosse una terma (tra Scoffera e Moranego) che non ho ancora trovato, poi c’è il Passo del Fuoco, mentre sul versante nord ci sono Poggio Caldaia, Feto e Campoveneroso. Quindi abbiamo le terme, la “caldaia”, il fuoco, il “fetore” e il “campo velenoso” (dal latino). Potrebbero esssere indizi di una qualche traccia di sorgenti termali e/o solfuree.[/i]
Riguardo agli altri toponimi l'ipotesi è intrigante. Una cosa giusto per pignoleria: le sorgenti termali dell'Appennino Ligure non hanno niente a che vedere con fenomeni vulcanici.
Mi ero perso quell'altro topic, quindi il mondo mi si è aperto adesso . Quindi grazie per questa e tutte le altre notizie sui toponimi del ponente!steop wrote: visto che il mondo ve l'avevo gia' aperto in un altro topic, sostenendo che in realta' sanremo e' san romolo e non san remo, vi posto tutta la diatriba sia del nome sia dello scriverlo staccato o attaccato
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
prego
ne avevo parlato qui
viewtopic.php?f=40&t=14426" onclick="window.open(this.href);return false;
ma poi psico non ricordo dove, aveva detto tipo 'e ce lo dici cosi'???'
complimenti psico per il millesimo messaggio!!
ne avevo parlato qui
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ma poi psico non ricordo dove, aveva detto tipo 'e ce lo dici cosi'???'
complimenti psico per il millesimo messaggio!!
TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Si, Albenga è stata provincia da Napoleone al regno d'Italia
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Ah, questa è un'informazione utile, mi chiedevo proprio perché, arrivata a Campoveneroso ci fosse un cartello con scritto "Campo Nevoso"...adesso lo so!Secondo il volumetto Appennino Ligure e Tosco-Emiliano della Guida dei Monti d'Italia, Campoveneroso sarebbe una storpiatura di "Campu Neusu" cioè Campo Nevoso.
E interessanti le ipotesi del sito nazioneoscuracaotica! Decisamente comunque ha più senso andare in questi posti d'inverno, o comunque quando la vegetazione è meno rigogliosa!
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
appero'Ratasuira wrote:Si, Albenga è stata provincia da Napoleone al regno d'Italia
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Tricheco67 wrote:Secondo il volumetto Appennino Ligure e Tosco-Emiliano della Guida dei Monti d'Italia, Campoveneroso sarebbe una storpiatura di "Campu Neusu" cioè Campo Nevoso.psiconauta wrote: Sappiamo che l’Appennino Ligure è il risultato di un innalzamento causato dall’incontro di due zolle tettoniche, quindi queste montagne, molti milioni di anni fa, erano sottomarine, e alcune di loro sono di lontana origine vulcanica. Vale a dire che milioni di anni fa c’erano alcuni vulcani, spentisi già prima di emergere dal mare. Questo non toglie che alcuni fenomeni postvulcanici siano ancora presenti, come le terme o l’acqua solfurea.
La mia analisi è toponomastica: a ovest del passo della Scoffera c’è il monte Dragonat, non lontano da dove si dice vi fosse una terma (tra Scoffera e Moranego) che non ho ancora trovato, poi c’è il Passo del Fuoco, mentre sul versante nord ci sono Poggio Caldaia, Feto e Campoveneroso. Quindi abbiamo le terme, la “caldaia”, il fuoco, il “fetore” e il “campo velenoso” (dal latino). Potrebbero esssere indizi di una qualche traccia di sorgenti termali e/o solfuree.[/i]
Riguardo agli altri toponimi l'ipotesi è intrigante. Una cosa giusto per pignoleria: le sorgenti termali dell'Appennino Ligure non hanno niente a che vedere con fenomeni vulcanici.
...sai che non mi convince molto la faccenda della storpiatura da Campo Nevoso a Campoveneroso ?
non so perchè ma mi sembrerebbe più probabile il contrario.........per dire, sia nel "Dizionario corografico dell'Italia", sia nelle "Notizie topografiche e statistiche sugli Stati Sardi", entrambi del 1800erotti, si trova scritto Campoveneroso.....certo, può essere senz'altro un errore, o una trascrizione sbagliata....però......sarebbe interessante sapere qual'è la fonte scritta più antica che lo cita.....e qui potrebbero aiutarci alcuni locali, tipo Paolocerreta, che sono sicuro, può sapere qualcosa a riguardo............e sapere anche se effettivamente esistono o sono mai esistite sorgenti sulfuree in zona.... ....oltretutto c'è da dire che è stato creato pure l'invaso artificiale del lago, che può darsi abbia alterato anche di molto l'orografia della zona....
e questa fantomatica terma tra Scoffera e Moranego ? esiste? qualcuno ne sa qualcosa ?
sul fatto che le sorgenti termali dell'Appennino abbiano poco a che fare con fenomeni vulcanici è sì vero, ma sino a un certo punto, diciamo....cioè bisognerebbe conoscere a fondo il percorso che queste acque fanno, perchè comunque esistono acque sulfuree provenienti da idrotermalismo...ad esempio quelle di Acqui, come le definiamo ?
comunque è comprensibile che agli occhi della gente comune quando si osservano vapori e puzze strane fuoriuscire dal terreno si associno facilmente tali fenomeni a attività pseudo "vulcaniche"
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Anche io mi appello ad eventuali locali/esperti per risolvere il mistero di Campoveneroso!
Su questo ti rispondo in MP, se no è un attimo che finiamo .psiconauta wrote:sul fatto che le sorgenti termali dell'Appennino abbiano poco a che fare con fenomeni vulcanici è sì vero, ma sino a un certo punto, diciamo....cioè bisognerebbe conoscere a fondo il percorso che queste acque fanno, perchè comunque esistono acque sulfuree provenienti da idrotermalismo...ad esempio quelle di Acqui, come le definiamo ?
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
ennoo vabbe volete lasciarci con la curiosita'? chissene dell'offtopic
scrivete toponomastica da qualche parte del post e via
comunque dal sito di delo:
http://www.paesiabbandonati.it/2013/03/blog-post.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Su alcune carte viene indicato come Campoveneroso derivante forse dal cognome Veneroso.
io l'appoggio...ignoro il posto ecc
ma ogni volta che qualcuno mi dice tipo perche' sciaccatuppio si chiama cosi'? e io dico derivera' dal signor sciaccatuppio
scrivete toponomastica da qualche parte del post e via
comunque dal sito di delo:
http://www.paesiabbandonati.it/2013/03/blog-post.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Su alcune carte viene indicato come Campoveneroso derivante forse dal cognome Veneroso.
io l'appoggio...ignoro il posto ecc
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Va bene, se qualcuno mi sgrida mi prenderò le mie responsabilitàsteop wrote:ennoo vabbe volete lasciarci con la curiosita'? chissene dell'offtopic
Spero che di quel che segue si capisca qualcosa.
L'idrotermalismo può essere legato a fenomeni vulcanici, quando il fluido geotermico (in questo caso acqua) è riscaldato in profondità dalla presenza di una camera magmatica. Per fare un esempio vicino a noi, è quello che succede in Toscana centrale (Larderello, Amiata eccetera).
Sotto all'Appennino Ligure non ci sono camere magmatiche, quindi il fluido geotermico viene riscaldato in altro modo. Anche in condizioni "normali", la temperatura nel sottosuolo aumenta con la profondita. L'aumento di temperatura (gradiente geotermico) in condizioni normali è molto minore di quello nelle zone vulcaniche, ma è comunque rilevante. Prendendo come esempio Acqui Terme, lì il gradiente geotermico è stato stimato intorno ai 33°/km: a 3 km di profondità siamo già a 100°C di temperatura.
Quindi le falde più profonde si trovano normalmente riscaldate. Può capitare che, in corrispondenza di faglie d'importanza regionale, le acque calde abbiano la possibilità di risalire velocemente in superficie, senza aver tempo di raffreddarsi. È in queste situazioni che si formano le nostre sorgenti termali. Le sorgenti di Acqui Terme, o anche quelle di Acquasanta, si trovano in corrispondenza di faglie importanti che pescano in profondità, permettendo a fluidi riscaldati dal normale gradiente geotermico di risalire in fretta e mantenere alta la temperatura.
Durante il suo percorso nel sottosuolo, il fluido interagisce con rocce e minerali diversi, e questo determina la presenza o meno di specie disciolte. Ad esempio, nelle sorgenti di Acqui c'è zolfo perchè quest'acqua, prima di venire in superficie, interagisce con una formazione di rocce gessose (il gesso è solfato di calcio idrato).
Buona parte di quello che ho detto fino ad adesso è preso da questo articolo, dedicato alle sorgenti di Acqui: http://www.molare.net/dintorni/_files_d ... -Acqui.pdf. È geochimica applicata, roba da farsi venire un mal di testa con lesioni permanenti, ma è ciò che più si avvicina a quello che diceva psiconauta prima: ricostruire il percorso di queste acque. Attraverso la composizione dell'acqua di sorgente, i geochimici riescono a capire più o meno precisamente dove quest'acqua è stata, con chi ha interagito, a che temperatura e pressione è arrivata eccetera eccetera...
Ritornando in topic dopo lo sbrodolone scientifico, mi sono accorto che sopra a Campo Ligure c'è un Bric Valcalda. Che sia legato alla presenza di una terma anche lì?
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
oppure ci abitava la signora valcalda
grazie della spiegazione, io ho capito
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
ottimo, tricheco, chiarissimoTricheco67 wrote:Va bene, se qualcuno mi sgrida mi prenderò le mie responsabilitàsteop wrote:ennoo vabbe volete lasciarci con la curiosita'? chissene dell'offtopic
Spero che di quel che segue si capisca qualcosa.
L'idrotermalismo può essere legato a fenomeni vulcanici, quando il fluido geotermico (in questo caso acqua) è riscaldato in profondità dalla presenza di una camera magmatica. Per fare un esempio vicino a noi, è quello che succede in Toscana centrale (Larderello, Amiata eccetera).
Sotto all'Appennino Ligure non ci sono camere magmatiche, quindi il fluido geotermico viene riscaldato in altro modo. Anche in condizioni "normali", la temperatura nel sottosuolo aumenta con la profondita. L'aumento di temperatura (gradiente geotermico) in condizioni normali è molto minore di quello nelle zone vulcaniche, ma è comunque rilevante. Prendendo come esempio Acqui Terme, lì il gradiente geotermico è stato stimato intorno ai 33°/km: a 3 km di profondità siamo già a 100°C di temperatura.
Quindi le falde più profonde si trovano normalmente riscaldate. Può capitare che, in corrispondenza di faglie d'importanza regionale, le acque calde abbiano la possibilità di risalire velocemente in superficie, senza aver tempo di raffreddarsi. È in queste situazioni che si formano le nostre sorgenti termali. Le sorgenti di Acqui Terme, o anche quelle di Acquasanta, si trovano in corrispondenza di faglie importanti che pescano in profondità, permettendo a fluidi riscaldati dal normale gradiente geotermico di risalire in fretta e mantenere alta la temperatura.
Durante il suo percorso nel sottosuolo, il fluido interagisce con rocce e minerali diversi, e questo determina la presenza o meno di specie disciolte. Ad esempio, nelle sorgenti di Acqui c'è zolfo perchè quest'acqua, prima di venire in superficie, interagisce con una formazione di rocce gessose (il gesso è solfato di calcio idrato).
Buona parte di quello che ho detto fino ad adesso è preso da questo articolo, dedicato alle sorgenti di Acqui: http://www.molare.net/dintorni/_files_d ... -Acqui.pdf. È geochimica applicata, roba da farsi venire un mal di testa con lesioni permanenti, ma è ciò che più si avvicina a quello che diceva psiconauta prima: ricostruire il percorso di queste acque. Attraverso la composizione dell'acqua di sorgente, i geochimici riescono a capire più o meno precisamente dove quest'acqua è stata, con chi ha interagito, a che temperatura e pressione è arrivata eccetera eccetera...
Ritornando in topic dopo lo sbrodolone scientifico, mi sono accorto che sopra a Campo Ligure c'è un Bric Valcalda. Che sia legato alla presenza di una terma anche lì?
non pensavo però che la temperatura aumentasse così tanto con la profondità ! quindi quella di Acqui fa comunque parecchia strada !|
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
ah belin, il sito del Delo !steop wrote:comunque dal sito di delo:
http://www.paesiabbandonati.it/2013/03/blog-post.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Su alcune carte viene indicato come Campoveneroso derivante forse dal cognome Veneroso.
io l'appoggio...ignoro il posto ecc
ma ogni volta che qualcuno mi dice tipo perche' sciaccatuppio si chiama cosi'? e io dico derivera' dal signor sciaccatuppio
che ovviamente ha anche una pagina dedicata a FETO....
http://www.paesiabbandonati.it/2013/03/ ... oggio.html" onclick="window.open(this.href);return false;
e che naturalmente propone una ridda di altre ipotesi
tra cui quella del cognome
c'è da dire però che esiste anche, sempre lì, il Rio Feto......quindi ? è il rio che prende il nome dal paese ? o il contrario ?.... ......o sono tutte e due che lo prendono dalla famiglia ? questo mi sembra un po' improbabile....
....certo, se nel Rio Feto ci fosse una sorgente sulfurea , allora apposto...
bisognerebbe andare a controllare, però...
insomma, sembra un caso per Dirk Gently !
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
per me o c'abitava il signor feto o ci hanno abbandonato un feto
con queste spiegazioni mi sento un po' ratasuira
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
un rione di Carsegli si chiama Vallecalde
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
e perche' carsegli si chiama carsegli?
TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Già che mi citate aggiungo due esempi di come i nomi possano essere volubili, tra la Colla di Nasino e la Madonna del Lago di Alto c'è la Rocca Battaglina, così chiamata presumibilmente perché spesso colpita da fulmini, però nella vallata di Nasino nonostante si conosca la caratteristica di attirare fulmini, è chiamata Rocca del Pian dei Prati per via delle aree prative sotto la base del versante strapiombante a nord, usate per pascolo e fienagione dai nasinesi
Sempre attorno alla Battaglina ma lungo il versante sud-est ci sono la Rocca Dorata e la Rocca del Re, cosa che ho scoperto nel giro che ho fatto di recente con Soundofsilence, perché i miei nonni e mio padre (nativi del posto) mi hanno sempre parlato solo unicamente della "Rocca Duraa" (dorata) riferendosi alla Rocca del Re (Rocca du Re) probabilmente a causa della pronuncia simile tra i due nomi una delle due è "sparita" e se non era per la mappa di Sound per me la Rocca del Re si chiamerebbe ancora Rocca Dorata
Sempre attorno alla Battaglina ma lungo il versante sud-est ci sono la Rocca Dorata e la Rocca del Re, cosa che ho scoperto nel giro che ho fatto di recente con Soundofsilence, perché i miei nonni e mio padre (nativi del posto) mi hanno sempre parlato solo unicamente della "Rocca Duraa" (dorata) riferendosi alla Rocca del Re (Rocca du Re) probabilmente a causa della pronuncia simile tra i due nomi una delle due è "sparita" e se non era per la mappa di Sound per me la Rocca del Re si chiamerebbe ancora Rocca Dorata
Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
forse per via di carsismo?steop wrote:e perche' carsegli si chiama carsegli?
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Re: TOPONOMASTICA (i nomi sono cose...)
Probabilmente c'entra qualcosa la radice prelatina kar ("roccia", o, per estensione "monte"), che secondo alcuni si ritrova un po' dappertutto: i vari monti Carmo (Carmetto, Carmaiola, Carmuschio...), Carevolo, Chersogno, Carsi, Carsegli, cima Cars, cima Carega...
Anche nella parola "carsismo", che deriva in effetti dal toponimo "Carso".
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