WILDERNESS CINEMA

Montagna a 360 gradi: pensieri, notizie, meteo...

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psiconauta
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WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Va bene.
Cioè, per niente Image

Comunque ciao a tutti,
inizialmente avevo pensato di aprirci un blog…..ma poi ho pensato . “ma chi c***o me lo fa fare?” :-D
Allora mi è venuto in mente che, se nessuno ha nulla in contrario, potrei aprire una specie di rubrica sul forum, che senz’altro dà meno nell’occhio 8)
Quindi, un po’ per noia un po’ per, e soprattutto visti i tempi che corrono :roll: , apro un altro topic cinematografico……….c’è già un topic “cinema & animali” e ben 2 (!) “cinema e montagna” (che però sono entrambi un po’ buttati lì e morti da secoli…………..ora magari vado a rianimarne uno!!)
Come cinema di montagna io intenderei proprio film che parlano di alpinismo, salite, e personaggi legati a ciò……………….in questo topic/rubrica invece mi piacerebbe parlare di quei film dove la natura (o la cosiddetta “wilderness”) ha un ruolo non secondario nella narrazione……..certo, direte voi, ci sono un’infinità di horror ambientati nei boschi e/o……………..però ultimamente ho visto parecchi film un po’ diversi che potrebbero essere interessanti per qualcuno di voi, pur non trattandosi di cinema “di montagna” vero e proprio………………..e poi “Wilderness Cinema”…….che titolo figo è? Vuoi mettere ? Tze! 8)
Naturalmente potete partecipare pure voi, però, trattandosi di un topic figo 8) , vi chiederei di seguire un minimo di regole, tipo inserire i film così : Titolo/Regia/Nazionalità/Anno/Locandina/Sinossi/Duerighedue di vostre impressioni.

Tipo così :

MOT NATUREN, di Ole Giæver e Marte Vold, Norvegia 2014

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Martin è un giovane padre che ha bisogno di una pausa dalle responsabilità familiari e per questo decide di ritirarsi sulle montagne per riflettere su se stesso e sugli obiettivi della sua vita. Martin è solo in mezzo alle montagne e il pubblico può ascoltare i suoi pensieri e le sue osservazioni, incensurate e brutalmente oneste: pensieri e fantasticherie che variano dal triviale all'infantile, dall'esistenziale al profondo. Un onesto e divertente ritratto di un giovane adulto alla ricerca della trasformazione.

Mah, sinceramente non m’ha detto quasi nulla…………c’è qualche idea buona, tipo sentire i pensieri del protagonista, ma se escludiamo un po’ di paesaggi nordici, direi che si ferma tutto abbastanza qui, praticamente nulla l’empatia col protagonista, che mi è parso un vero e proprio “sfigato”, nel senso deleterio del termine, che non si capisce nemmeno alla fine del film se abbia risolto/capito qualcosa della sua condizione…….e mi dispiace dirlo perché è il regista :D
Pollice abbastanza verso.

BEYOND SLEEP, di Boudewijn Koole, Olanda 2016

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Basato sull'iconico romanzo olandese (che non ho letto) Nooit meer slapen di Willem Frederik Hermans, in Italia pubblicato da Adelphi
https://www.adelphi.it/libro/9788845928932" onclick="window.open(this.href);return false;
Beyond Sleep narra di un giovane e ambizioso geologo di nome Alfred Issendorf, che intraprende una spedizione nel nord della Norvegia, alla ricerca di meteoriti. Alfred cerca inoltre di continuare da dove il padre aveva lasciato quando morì durante un suo viaggio di ricerca simile. Ma la spedizione diventa presto una prova delle capacità di sopravvivenza di Alfred.

Ecco la storia di un altro “sfigato”, che però tanto sfigato alla fine non è, e anzi, più penso a questo film più mi rendo conto che mi è piaciuto molto, buona l’idea, originale nella messa in scena e nel modo di raccontare, ben accennate e sviluppate le ansie, le paure e i sogni del protagonista, che sembrerebbe quasi un perdente, ma alla fine, in realtà, ci viene data una lettura del suo percorso con la quale ci rendiamo conto che la cosa veramente importante è cercare di inseguire i propri sogni, perché questo costituisce un messaggio di speranza anche per chi verrà dopo di noi, come ci suggerisce il bel finale.
Per questo mi è piaciuto molto.
Consigliato.

Alone in the Wilderness , di Richard Louis "Dick" Proenneke, USA 2004

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E' la storia di Richard Proenneke, un falegname 50enne americano che nel 1968 decise di andare a vivere nei boschi dell'Alaska e di costruirsi manualmente la sua casa, documentando tutta la costruzione ed i primi tempi della sua nuova vita con delle bellissime riprese video.
Visse isolato per 30 anni, fino a quando la salute glielo permise. Gli ultimi anni di vita li trascorse in città. Adesso la sua casa è meta per i turisti e tutelata dallo stato dell'Alaska.

DVD in inglese con sottotitoli ENG
https://www.aloneinthewilderness.com/" onclick="window.open(this.href);return false;

Ritratto di un rude uomo di una volta, sarebbe da vedere innanzitutto per apprezzare le fantastiche capacità manuali di questo falegname, inoltre le riprese vintage creano un fascino effettivamente particolare………..dopo tutto parliamo di mezzo secolo fa…..stupende riprese della natura in Alaska, con il fiume che si scongela e animali e creature di ogni tipo riprese nel loro ambiente..


Winter Silence (Winterstilte), di Sonja Wyss, Paesi Bassi, Svizzera, 2008

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Un uomo, una donna e le loro 5 figlie vivono in una baita in un villaggio su una montagna bloccata dalla neve. Una forte fede cattolica e una grande superstizione pervadono la loro vita quotidiana. Alla morte del padre in un incidente, la donna e le figlie ormai adulte sono abbandonate al loro lutto. In un’atmosfera da sogno, compaiono degli uomini-cervo, figure che determinano la durata del lutto. Il periodo di lutto sembra durare anni, mentre la vedova vorrebbe sposarsi di nuovo, perché la vita nelle montagne è molto difficile per una donna sola. Ma gli uomini-cervo non vogliono interrompere il periodo di lutto, poiché hanno una relazione segreta con le figlie. Se “liberassero” la vedova, alle figlie sarebbe concesso di sposarsi. Dopo il lungo inverno, i primi raggi di sole scaldano il villaggio. Le figure mitiche sono scomparse, e sul letto delle figlie giacciono solo le corna del cervo.

Vabbè, avverto i blockbusteriani, questo è uno di quei film dove non si capisce assolutamente una mazza, un film dove la magia, la natura, il sogno e il soprannaturale hanno il sopravvento sugli umani.
Film esoterico e visionario, quasi horror in certi momenti, mi ha fatto pensare a certe favole che la mia nonna materna mi raccontava vicino alla stufa quand’ero piccolo, quelle storie che mettevano un po’ paura e poi faticavi a prendere sonno, a volte…..
Mi è piaciuto ma non so bene perché, né so cosa dirne, dovrei rivederlo.

Dans les forêts de Sibérie (Nelle foreste della Siberia), di Safy Nebbou, Francia 2016

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“Nelle foreste siberiane” è l’ultimo film di Safy Nebbou ispirato dall’omonimo libro autobiografico di Sylvain Tesson.
https://sellerio.it/it/catalogo/Foreste ... esson/5303" onclick="window.open(this.href);return false;
Un film e un libro che raccontano le avventure di un uomo alla ricerca di sé stesso, solo di fronte alla natura incontaminata sulle rive del lago più profondo d’Europa.


Film carino, anche se sinceramente mi aspettavo un po’ di più, qualche maggior guizzo nella trama, per dire, e anche le riprese non regalano emozioni particolari rispetto ad altri film ambientati nella taiga o giù di lì………..non ho letto il libro di Sylvain Tesson ma credo che sia molto meglio, prima o poi lo farò
Comunque senz’altro una piacevole visione.


Sukkubus - den Teufel im Leib (Posseduta), di Georg Tressler, Germania 1989

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Belin, questo ve lo segnalo perché tutto sommato mi è piaciuto……………è una specie di horror ambientato in un alpeggio tra le Alpi Svizzere, dove un paio di fratelli si trovano ad avere a che fare con una creatura demoniaca interpretata nientepopodimenoche…..Pamela Prati ! :o (qui nel ruolo migliore della sua carriera, immagino, tra l’altro :roll: ); molto interessante tutta la parte che illustra la vita in alpeggio e l’ambientazione rupestre, con la sua solitudine, che ben fa da sfondo a questa specie di favola nera su una donna diabolica delle leggende montane.
Secondo tempo svacca un po’, ma d’altronde non stiamo certo parlando di un capolavoro. :roll:
Scopro ora che ne è stato fatto addirittura una specie di remake (evidentemente ci dev’essere in effetti qualche popolare leggenda alpestre alla base, mi informerò meglio…), nel 2010, dal titolo Sennentuntschi, che guarderò, se mi capita

THE ORNITHOLOGIST (O Ornitologo), di João Pedro Rodrigues, Portogallo 2016

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Trama : un naturalista, checipiaccionogliuccelli................... ok, scusatemi, non ho resistito.......... 8)
vabbè, da nocturno.it:

Fernando decide di affrontare la natura incontaminata di Tras-os-Montes alla ricerca di cicogne nere, una specie in via di estinzione. Mentre osserva questi animali selvaggi a bordo della sua canoa viene travolto dalle rapide. Salvato miracolosamente da due turiste cinesi in cammino verso Santiago di Compostela, scappa nella foresta sperando di ritrovare la via del ritorno. La foresta, selvaggia e misteriosa non tarda a mostrare il suo lato oscuro seminando sul suo cammino ostacoli e incontri per lo meno destabilizzanti. Il suo sarà un viaggio iniziatico alla ricerca di se stesso, di un'illuminazione mistica pasoliniana che da pagana diventa divina.

Praticamente parrebbe essere qualcosa tipo un film su S. Antonio da Padova (giuro! :lol: ) : astenersi omofobi, allergici al cattolicesimo e blockbusteriani, gli altri possono guardarlo per gustarsi del buon cinema e eventualmente scoprire (come me) le bellezze di questa zona del Portogallo del Nord, veramente selvaggia e meravigliosa.
Film davvero assurdo, come il regista, credo, che con questo film ha comunque vinto il Festival di Locarno nel 2016

Poi continuo :wink:
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PieroValleregia
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by PieroValleregia »

salve
ho letto tutte le trame e sono giunto a conclusione che l'unico che vedrei molto volentieri è il film/documentario del boscaiolo americano e della sua casa di tronchi.
il resto lo lascio, volentieri, agli altri :risataGrassa:
un saluto e grazie delle segnalazioni
Piero e famiglia
Viva tutti i soldati sconfitti e tutti gli Eroi schiacciati dal nemico nella battaglia perduta. Perché la sconfitta non può togliere la gloria.
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

PieroValleregia wrote:salve
ho letto tutte le trame e sono giunto a conclusione che l'unico che vedrei molto volentieri è il film/documentario del boscaiolo americano e della sua casa di tronchi.
il resto lo lascio, volentieri, agli altri :risataGrassa:
un saluto e grazie delle segnalazioni
Piero e famiglia
sì, credo che quello ti piacerebbe sicuramente 8)
ne puoi vedere qualche spezzone su youtube, cercando Dick Proenneke Alone in the Wilderness
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

LA BALLATA DI NARAYAMA, di Shōhei Imamura, Giappone 1983

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Da Quinlan.it :
In un piccolo villaggio di montagna, che ogni inverno resta completamente isolato nella neve, vive una vecchia donna, Orin, con la sua famiglia, i figli e i nipoti. Il prossimo inverno arriverà per lei il momento di andare sulla montagna di Narayama, e lì attendere la morte, come prevede la legge del povero villaggio, una volta compiuti i 70 anni, quando si è ormai improduttivi rappresentando solo un peso per la sopravvivenza della comunità. 

La ballata di Narayama di Imamura è il terzo adattamento dal romanzo omonimo, Narayama bushiko.
Il libro venne scritto nel 1956 da Shichirō Fukazawa, ispirato alla leggendaria antica usanza dell’Obasute, l’abbandonare un membro anziano, improduttivo, della famiglia in una località remota lasciandolo morire, perché non gravasse più sulla comunità, in un contesto di estrema penuria di cibo. Una pratica mitologica, mai dimostrata, ma che ha ispirato un certo numero di opere, dal teatro noh agli anime, e che, vuole la vulgata, avesse il suo centro nel monte Kamuriki, anche detto Obasute-yama, la montagna dove si abbandonano donne anziane, poi diventato Narayama nella finzione romanzesca. Per l’autore il senso dell’opera era quello di parlare a un Giappone uscito prostrato dalla guerra, a una società che stava passando una fase di stenti, esaltando quello spirito di sacrificio giapponese autentico, di fare un passo indietro per il bene superiore della comunità, incarnato nella figura della vecchia Orin che orgogliosamente segue la legge del villaggio nel farsi portare, scoccato il suo momento, a immolarsi al dio della montagna.


Film la cui visione sono riuscito a concludere solo in 2 sedute, non perché non mi piacesse, ma perché visto sottotitolato e a tarda sera, cosa che, poiché piuttosto stanco, mi è risultata impegnativa.
Il film è bello anche se tremendo, ovviamente, con personaggi veramente ai margini, ma dove la natura è protagonista, oltre che negli istinti degli umani (che paiono abbassarsi a quelli degli animali), anche nelle bellissime riprese dell’ambiente faunistico e alpestre, con frequenti paralleli tra le dinamiche umane e non.
A me è parso di leggervi una rappresentazione della forza del principio femminile, che crea, trasforma, e distrugge, e gli uomini costretti nel ruolo di comparse, spesso intimorite, a cui manca la conoscenza di un fine, di un tutto, che invece la donna sembra capire, o quantomeno, accettare.
Senz’altro bellissima l’ultima mezz’ora di film, con il figlio che porta sulla schiena la madre anziana in cima al Narayama, dove l’aspetta la sua fine.
Tra l’altro leggo che Imamura, alla ricerca dell’estremo realismo, ha girato tutto negli ambienti veri di un villaggio di montagna, senza alcuna ricostruzione, con un calendario di lavorazione che doveva seguire i ritmi della natura e delle stagioni.
Un po’ indigesto, ma poetico.

GLI EREMITI (Die Einsiedler), di Ronny Trocker, Germania 2016

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Da http://filmup.leonardo.it/" onclick="window.open(this.href);return false;
Albert è cresciuto in un maso nel mezzo del nulla sulle Alpi. Ha già trent’anni ma l’influenza della madre Marianne sulla sua vita è ancora molto forte. È infatti per le pressioni della madre che, pur non volendolo, va a vivere nella valle vicina per lavorare in una cava di marmo. Marianne vuole proteggerlo dalla povertà e dalla solitudine della montagna e sarebbe disposta persino a rinunciare al loro secolare legame con il maso. Come un animale abbandonato che continua a tornare nel suo territorio, ogni volta che può Albert torna di nascosto alla sua montagna. 

Bel film, che a me è piaciuto, anche se non è niente di speciale, molto lento e di una tristezza notevole.
Mi è piaciuto perché mi ha fatto pensare ai miei genitori, a dove sono nati, ai sacrifici, alla fame e alla fatica che hanno fatto, al bilancio della loro esistenza che avranno tracciato poco prima di morire, a come mi avranno guardato coi loro occhi di anziani, loro che mi hanno visto sin dal primo momento in cui sono apparso su questa terra.
Tutto qui.


TWO LOVERS AND A BEAR, di Kim Nguyen, Canada 2016

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Da cinematografo.it :

In una moderna città del Grande Nord, vicino al Polo Nord, circa duecento anime vivono precariamente a 50° sotto zero e le strade portano tutte verso il bianco infinito. Tra gli abitanti ci sono anche Lucy e Roman, che sono innamorati e cercano di dare un senso alla loro vita. Tuttavia, le tragiche vicende del passato di Lucy la costringono a sfuggire a un fantasma che la perseguita. Tra una settimana lei se ne andrà e Roman non potrà seguirla o si scatenerà l'inferno; ma allo stesso tempo lui non può sopportare l'idea della partenza di Lucy...

Da https://berlinomagazine.com/" onclick="window.open(this.href);return false;
Girato in condizioni estreme. Ispiratosi ad un racconto di Murakami e ad una statua di un orso polare vista nei pressi di Amsterdam, Kim Nguyen ha raccontato al pubblico della Quinzaine che le difficoltà maggiori nel girare il film in una simile ambientazione sono state sperimentate dai cameramen (il cambio delle lenti che richiede d’esser fatto a mani nude, spesso portava la pelle delle mani a rimanere attaccata alle lenti stesse). Per gli attori invece, seppur in qualche circostanza ad un passo dal congelamento, dover recitare a simili temperature ha sicuramente facilitato l’interpretazione più che dover fingere il freddo in uno studio ben riscaldato. Lavorare poi con un orso in carne e ossa è stata a detta di Dane Dehaan un vero dono.

Avevo già visto un film di questo regista (“War Witch”, bellissimo e tremendo) e anche questo tutto sommato non mi ha deluso; niente di che, intendiamoci, alla fine è solo una piccola storia d’amore tra anime perdute, solo in un’ambientazione estrema e suggestiva, e qualche idea buona che però poteva venire sviluppata meglio.
Per un po’ ci si chiede dove andrà a parare il film, che in effetti approccia diversi generi, ma alla fine tutto si riconduce senza sorprese in una storia tragica e romantica.
Non un capolavoro, ma s’è lasciato guardare con piacere; anche i protagonisti, su cui all’inizio ero dubbioso, nel corso del film si rivelano invece dei buoni interpreti.
Bravi, dai.
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

L'ultima discesa (6 Below: Miracle on the Mountain)  , di  Scott Waugh, USA 2017

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Eric LeMarque, un ex giocatore di hockey professionista, dopo aver causato un incidente automobilistico fugge sulle montagne in cerca di solitudine ed emozioni forti, facendo dello snowboard. Durante un'imponente tormenta di neve LeMarque si ritrova bloccato in una landa desolata e gelata e dovrà resistere all'ipotermia, alla fame, ai lupi, alla disidratazione e all'astinenza dalle droghe. In questo bellissimo quanto letale territorio, Eric combatterà forse la sua battaglia più dura: affrontare le proprie scelte egoistiche e autodistruttive e intraprendere un'eroica scalata verso la salvezza prima che sia troppo tardi...

Bah, un film di un'inconsistenza rara, tra la sprovvedutezza del protagonista (che vabbè, ha la scusa di essere tossicomane :roll: ma non basta :smt102 ), luoghi comuni a raffica, e una trama che definirla tale è un complimentone.
Non saprei cosa salvare, forse le musiche sono abbastanza funzionali, anche se assolutamente non memorabili.
Una specie di 127 ore sulla neve, ma al confronto quell'altro è un filmone #-o
Forse gli appassionati di sport invernali apprezzeranno, pollice versissimo per me :smt102



La sfida del terzo uomo (Third Man on the Mountain), di  Ken Annakin , USA 1959

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Wiki:
Svizzera, 1865: Rudi Matt è un ragazzo diciottenne che decide di scalare la "Cittadella" (in realtà il Cervino) per seguire le orme del padre, morto quindici anni prima durante la scalata. Rudi viene convinto ad affrontare la scalata dalla sua ragazza e da un noto scalatore inglese, John Winter, mentre invece lo zio è contrario, ripensando alla terribile vicenda del padre. Venuto a sapere da alcuni scalatori della fuga del nipote, lo zio lo insegue e insieme a lui alla fine scala la montagna.
Il film è stato girato nella località di Zermatt, nel Canton Vallese, a partire dall'estate del 1958.


da missingvideo.com
1865, Alpi Svizzere. Contrastata vocazione per la montagna di un ragazzo, figlio di una celebre guida, che sogna di scalare una cima inviolata sulla quale, quindici anni prima, morì suo padre. Liberamente ispirato alla prima scalata del Cervino (in tedesco: Matterhorn) e tratto dal romanzo Banner in the Sky - La piccola guida alpina - di James Ramsey Ullman (ispirato alla storia vera della prima scalata del Cervino sul versante svizzero da parte del londinese Edward Whymper), prodotto dalla Disney, è un onesto, gentile, edificante e un po' lezioso film di montagna con efficaci scene di scalata, filmate da George Tairraz


aahhh, i bei film che si facevano una volta... :smt007 riprese fantastiche e accuratezza nelle tecniche alpinistiche - siamo nel 1959 - (e difatti tra i credits della fotografia troviamo tal Gaston Rebuffat :o ), avventura, emozioni e sentimenti; se vogliamo, un finale un po' troppo sdolcinato/costruito, ma d'altronde è una produzione Disney :roll:
A me è piaciuto tantissimo, ma direi che qualsiasi appassionato di montagna dovrebbe vederlo :wink:


I cacciatori di lupi - I pionieri dell'ultima frontiera (The Trap), Regia di Sidney Hayers , USA, CAN, 1966

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plot:
A fur trapper takes a mute girl as his unwilling wife to live with him in his remote cabin in the woods.

da mymovies.it
Canada, prima metà del XIX secolo. Un commerciante compra una moglie della quale non riesce a vincere la freddezza. Un giorno, durante una lotta con i lupi, viene seriamente ferito ad una gamba e la ragazza, che l'ha salvato dalle feroci bestie, per non farlo morire è costretta ad amputargli la gamba. Comprendendo di essere indispensabile all'uomo resta, anche perché gli si è inconsapevolmente affezionata.

....la "freddezza" della moglie 8) ...tecredo, orfana e muta poichè traumatizzata a vita dopo l'assassinio dei genitori e venduta come una schiava... :roll:
questo è un film particolare, che mi ha incuriosito soprattutto per la presenza di Oliver Reed, attore che mi piace molto.
Ambientato in Canada alla fine del 1800, è una storia veramente cruda e cinica, che potrebbe fare insorgere qualche femmin(ist)a, ma ahimè, credo sia il ritratto di un'epoca in cui, purtroppo, verosimilmente non c'era alcun spazio per i sentimenti, e le donne non erano nemmeno chiamate per nome, ma "donna" :? ; penso che la ricostruzione storica sia molto fedele alla realtà, e non ci sia alcun intento misogino (il protagonista si chiama Jean La Bête :roll: , il che potrebbe anche sottintendere una qualche variazione sul tema de la bella e la bestia 8) )
Io l'ho visto da qualche parte in lingua originale sottotitolato in inglese, ma tanto i protagonisti sono due, di cui uno muto :lol:
Film particolare, mi ha fatto riflettere sui sentimenti umani, la condizione femminile e umana in generale, e il lato spietato della natura.
Mamma mia :neutral:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

BARNABO DELLE MONTAGNE – di Mario Brenta, Italia 1994

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da mymovies.iy
Barnabo è un guardiaboschi pieno di paure, contraddizioni e dubbi. Vive la sua esistenza tra le montagne costretto a grandi momenti di solitudine e a un difficile rapporto con il lavoro. Prova a fare il contadino ma alla fine torna alle origini e alla propria natura di solitario.

Visto ieri sera.
Che dire? Se siete dei fan degli action-movie, evitatelo come il coronavirus :P
E va bene che leggo che il regista è un discepolo di Ermanno Olmi, ma al confronto "L'albero degli zoccoli" pare un film di kung-fu 8)
La scena iniziale faceva anche ben sperare, ma poi non succede praticamente più nulla.
O meglio, succede tutto nella mente del protagonista, ma noi non lo sapremo mai :D
O, come direbbe Quelo, "la risposta è dentro di te, ma è sbagliata" 8)
Musiche folkloristiche e quartetti di Schubert.
Girato tra le Dolomiti e il Polesine, un plauso per la rappresentazione storica (ehi, quella è una piantagione di canapa, o sbaglio? :-k )
Sufficiente.


Il passo del diavolo – Devil's pass (The Dyatlov Pass Incident) - di Renny Harlin, USA, UK, Russia 2013

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da http://www.midnightfactory.it" onclick="window.open(this.href);return false; :
Nel febbraio del 1959, nove escursionisti russi si avventurano in una zona remota dei monti Urali. Due settimane dopo, vengono ritrovati morti, seminudi e senza ferite esterne. Ciò che è successo ha sconcertato investigatori e ricercatori per decenni. Noto come l'incidente di passo Dyatlov, si dice che le morti siano state causate da incontri alieni e cospirazioni governative ma nessuno è mai riuscito a risalire alla verità. Nel 2012, un gruppo di ambiziosi studenti di college, per una borsa di studio, decide di indagare sul caso, ripercorrendo il tragitto dei nove escursionisti e andando incontro a fenomeni sempre più strani e terrificanti.

vabbè, qui bisogna un po' sospendere l'incredulità, come si dice, davanti a sti studentelli ammerregani che partono così, alla volemossebene, per i Monti Urali (spoiler : la più gnocca muore :P ) per girare un documentario su sti alpinisti scomparsi....finirà bene?
Ceeeerto, come no ? :roll:
Una specie di Blair Witch Project in montagna, insomma, dove l'ambientazione ha il suo perchè finquando tutto vira decisamente verso l'horror, che nell'ultima mezz'ora par d'essere in un videogame, che infatti scopro ne hanno proprio tratto uno, da sta storia che mette tanta carne al fuoco che pasquetta ièfanapippa.
Finale interessante, comunque.
Merito più grande di sta pellicola è comunque avermi messo a conoscenza della vicenda originale, di cui, se non ne sapete nulla, potete leggere qui :

https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente ... di_Djatlov" onclick="window.open(this.href);return false;

Buono per una serata rilassante, tra un incubo e l'altro :twisted:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

A spasso nel bosco (A Walk in the Woods) - di  Ken Kwapis , USA 2015

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da https://www.cinematographe.it/" onclick="window.open(this.href);return false;
A spasso nel bosco di Ken Kwapis è tratto dal romanzo bestseller Una passeggiata nel bosco, scritto nel 1998 dal romanziere ed avventuriero Bill Bryson – anche autore del soggetto del film – su base autobiografica. Nel cast il protagonista Robert Redford è affiancato da Nick Nolte e Emma Thompson, che non tradiscono le aspettative date dai loro nomi risultando, insieme ai paesaggi splendidamente fotografati, il principale punto di forza dell’opera. Il film, un mix tra commedia, avventure e riflessioni sull’amicizia e sulla vita e l’età che avanzano, segue un percorso abbastanza classico di “Buddy Movie” che, con il sorriso sulle labra, racconta i saliscendi delle amicizie virili messe di fronte a situazioni particolari e in qualche modo estreme; con insegnamenti e prese di consapevolezza connesse.

Qui le premesse c'erano tutte, produzione hollywoodiana basata su di un libro di successo (che non ho letto , ma è in una lista di letture da fare), il sentiero degli Appalachi, ovvero più di tremila km. Di percorso nella natura
https://it.wikipedia.org/wiki/Sentiero_degli_Appalachi" onclick="window.open(this.href);return false;
attori star di cui ben 3 premi oscar......però, insomma, m'aspettavo di più....poca wilderness qui, e molto rimpatriata e riflessioni sulla vita, l'amicizia, l'amore e tutto quanto, con numerose trovate divertenti e/o comiche.
Inoltre ci sono diversi personaggi lungo il percorso che avrebbero meritato maggiore spazio, per quanto mi riguarda, soprattutto l'escursionista perfettina. :lol:
Comunque una buona visione che ci fa ben spendere un paio d'ore, soprattutto per chi apprezza gli attori. : Thumbup :


THE GREY, di Joe Carnahan , Stati Uniti, 2012

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da cinematografo.it
In seguito a un incidente aereo, una squadra di operai di una piattaforma petrolifera in Alaska si ritrova sperduta in una zona selvaggia. Per sopravvivere, il gruppo dovrà lottare contro il gelo e le sconfinate distese di neve e ghiaccio ma, soprattutto, dovrà vedersela con un branco di lupi molto aggressivi che gli sta dando la caccia.

Ok, tecnicamente è un survival-movie, pure post-disastro aereo, genere di cui esistono innumerevoli versioni e di cui, se continuo a scrivere in questo topic, incontreremo diversi altri epigoni.
Comunque buon film che si regge quasi tutto sulle spalle di un ottimo Liam Neeson, buon ritmo soprattutto nelle parti action, mentre alcuni dialoghi retorici e i soliti flashback languidi lo affossano un po' :roll: , per non parlare delle questioni lupesche su cui qualcuno (anche qui nel forum 8) ) avrebbe probabilmente qualcosa da recriminare.
Buon finale.
Attenzione, c'è un'immagine sfuggente dopo i titoli di coda! :wink:


THE HUNTER – di Daniel Nettheim , Australia 2011

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wiki :
Un cacciatore, Martin David, viene arruolato da una società di biotecnologie per andare in Tasmania e catturare la fantomatica tigre della Tasmania, un animale dato per estinto del quale però sono stati registrati nuovi avvistamenti. Il compito di Martin è quello di trovare quello che potrebbe essere l'ultimo esemplare di questa specie, per fornire campioni di tessuti e sangue dell'animale, portatore sano di una preziosa tossina.

La Tigre della Tasmania ! :o
https://it.wikipedia.org/wiki/Thylacinus_cynocephalus" onclick="window.open(this.href);return false;
Questo film mi è decisamente piaciuto : Thumbup : , e non solo per la buona interpretazione di Willem Dafoe e per gli stupendi ambienti naturali della Tasmania, ripresi benissimo e nei quali ci immergiamo immedesimandoci col punto di vista di un cacciatore professionista, ma pure per la morale che viene messa in gioco continuamente seguendo gli sviluppi della storia.
Devo dire che fa un po' impressione :( vedere immagini di repertorio di un animale che “sembrerebbe” essere estinto, tipo queste :
https://youmedia.fanpage.it/video/ag/W-_hbuSw3je08fKC" onclick="window.open(this.href);return false;
Comunque buon finale che ci fa riflettere non poco sul rapporto natura/uomo.
Ve lo consiglio di sicuro, se non l'avete visto. :wink:
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steop
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

ovviamente non ne conosco manco uno, anche se un paio (solo un paio :risata: :risata: ) potrebbero ispirarmi
ma scusate, ma il primo corre mezzo nudo? letteralmente :risataGrassa: :risataGrassa: cioe' di sopra vestito addirittura col cappellino e sotto ignudo a sballonzolare?

ovviamente qui ci sono filmoni d'autore e io noto la cosa piu' scema :risata: :risata:

bravo per il topic ed ovviamente non credo che aggiungero' mai un film :risata:
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teo-85
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by teo-85 »

Ottime segnalazioni Psico : Thumbup :

Ho visto "A spasso nel Bosco", confemro le tue impressioni... però ho anche il libro di Bill Bryson, che, invece, rende molto meglio l'atmosfera, con descrizione anche di alcuni particolari dell'ambiente attraversato... se riesci, prenditi il libro (almeno, per me è stato così)
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

steop wrote:ovviamente non ne conosco manco uno, anche se un paio (solo un paio :risata: :risata: ) potrebbero ispirarmi
ma scusate, ma il primo corre mezzo nudo? letteralmente :risataGrassa: :risataGrassa: cioe' di sopra vestito addirittura col cappellino e sotto ignudo a sballonzolare?

ovviamente qui ci sono filmoni d'autore e io noto la cosa piu' scema :risata: :risata:

bravo per il topic ed ovviamente non credo che aggiungero' mai un film :risata:
eh sì, il primo è un individuo con qualche problema... 8) sai, questi scandinavi....belli fuori, ma dentro... :roll:

comunque quello disney ti piacerebbe senz'altro, e pure "A spasso nel bosco", degli altri non saprei, che non mi è ancora riuscito di capire i tuoi gusti :-k

mi sentirei di dirti di non guardare "Barnabo delle montagne", ripeto NON GUARDARLO :mrgreen:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

teo-85 wrote:Ottime segnalazioni Psico : Thumbup :

Ho visto "A spasso nel Bosco", confemro le tue impressioni... però ho anche il libro di Bill Bryson, che, invece, rende molto meglio l'atmosfera, con descrizione anche di alcuni particolari dell'ambiente attraversato... se riesci, prenditi il libro (almeno, per me è stato così)
: Thanks : teo, sì, senz'altro il libro sarà meglio, ed in generale è difficile che un film tratto da un'opera letteraria la superi in funzionalità del messaggio....senz'altro lo leggerò, prima o poi (o comunque qualcosa di Bill Bryson, che mi ispira simpatia)
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Qualche tempo fa, mi è capitato di vedere questo documentario :

MATAGI : WORSHIPPING BEARS

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da wiki inglese :
I Matagi sono cacciatori invernali tradizionali della regione di Tohoku, nel nord del Giappone , oggi più famosi nella foresta Shirakami-Sanchi tra Akita e Aomori . Cacciano cervi e orsi e la loro cultura ha molto in comune con l' adorazione degli orsi degli Ainu .

I Matagi hanno una cultura unica che ruota attorno alla loro fede negli dei di montagna e nella legge distinta. Per loro, la caccia è un modo di vivere e non una forma di intrattenimento. Gli animali cacciati sono visti come doni dagli dei di montagna e i Matagi hanno un certo modo di intagliare e preparare l'animale. Dopo che l'animale viene ucciso, viene elogiato e lo spirito consolato. Quindi, per compensare la perdita della vita, viene utilizzato tutto, dalla pelliccia agli organi interni. L'enfasi è posta sull'atto di prendere la vita di un animale attraverso la cerimonia e la riflessione, che viene poi trasmessa alle generazioni future di Matagi.

I Matagi vivono in piccoli villaggi delle faggete montane di Tohoku e si dedicano all'agricoltura durante la stagione della semina e del raccolto. In inverno e all'inizio della primavera, formano bande di caccia che trascorrono settimane alla volta nella foresta. Con l'introduzione delle moderne armi da fuoco nel 19 ° secolo e l'ascesa della produzione di fucili domestici a partire dal fucile Murata , la necessità di caccia di gruppo per l'orso è diminuita, portando a un declino della cultura Matagi
.



da nationalgeographic.com
I Matagi sono una comunità di cacciatori con origini risalenti al XVI secolo. Ogni insediamento nel nord di Honshu ha i suoi tratti particolari ma tutti si considerano custodi speciali dell'equilibrio naturale. Ma poiché l'orso nero giapponese - la loro preda principale - è considerato una specie minacciata, la caccia è ancora oggetto di controversie.
Sebbene indossino abiti moderni, molti cacciano con le stesse armi utilizzate dai loro antenati sette generazioni fa.

Ma la loro caccia è stata gravemente ridotta negli ultimi anni. A seguito del disastro nucleare di Fukushima nel 2011, lo stato ha vietato a molte comunità Matagi di commercializzare carne d'orso per sei anni a causa dei timori di contaminazione.
Inoltre, ci sono molte restrizioni burocratiche che circondano la caccia. "È un processo molto noioso e costoso ottenere una licenza per cacciare l'orso nero, che devi rinnovare ogni tre anni, anche se non sei direttamente coinvolto nell'omicidio reale", afferma Alex Rodal. "Questo scoraggia i giovani."

Come molte popolazioni indigene, la loro pratica culturale è gravemente minacciata. "Se un giorno l'orso nero giapponese si estinguesse, il Matagi non sarà la ragione", aggiunge Rodal. "Penso che il Matagi sparirà prima dell'orso."


da https://www.discovertenkara.com/matagi" onclick="window.open(this.href);return false;
Secondo la leggenda, i primi Matagi erano due abili arcieri; i fratelli Banji e Banzaburo.
Si diceva che Banzaburo avesse aiutato la dea del Monte Nikko a vincere una disputa sul dio del Monte Akagi - che prese la forma di un serpente gigante. In cambio della sparatoria al dio Akagi attraverso l'occhio con la sua freccia, la dea Nikko gli diede una pergamena che diede a Banzaburo il permesso divino di cacciare in tutte le montagne del Giappone.
Il capo di ogni gruppo Matagi possiede una copia manoscritta di quel documento, tramandata di generazione in generazione. Matsuhashi-san dice in una intervista :
“ Ogni volta che viene copiato, tuttavia, il nuovo leader eletto aggiunge alcuni suoi pensieri, quindi sospetto che sia cambiato gradualmente dall'originale. Ho anche una copia di quel rotolo a casa, così come un altare dedicato alla divinità del Matagi, una dea della montagna ”.


molto interessante, anche se si parla di orsi morti (con tanto di disclaimer prima di immagini poi non così raccappriccianti, a dire il vero, ma sono pur sempre orsi morti :| ), soprattutto per l'ambientazione e il venire a conoscenza di particolari costumi e usanze da noi un po' distanti, affascinanti paesaggi e un po' di curiosità nell'approccio a visioni “altre” dalla nostra

sta di fatto che mi ha incuriosito e spinto a cercare altro sull'argomento, sinchè non mi sono imbattuto in quest'altro film :


THE OLD BEAR HUNTER (MATAGI)di Toshio Gotô , Giappone, 1982

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da https://www.allmovie.com/" onclick="window.open(this.href);return false;
Dopo che un vecchio viene attaccato da un orso tra le montagne innevate del nord del Giappone, giura di dare la caccia al predone prima che altri abitanti del villaggio vengano feriti o uccisi. Mentre suo nipote ascolta la descrizione di suo nonno sull'incredibile dimensione dell'orso, il ragazzo è pieno del desiderio di unirsi alla caccia. Altri pensano che il vecchio stia semplicemente esagerando. Il ragazzino non è quasi pronto per andare a caccia, ma col passare degli anni, il nonno lo prepara per quella eventualità. Col passare del tempo, la vita nel villaggio viene rappresentata in tutte le sue sfaccettature: nascono cuccioli, si addestrano i cani, si combattono le tempeste di neve, il commercio di pelli di animali continua e le risaie vengono lavorate e raccolte. Finalmente, il ragazzo ha la maturità e la conoscenza per andare con suo nonno a caccia dell'orso gigante - e le due piccole figure sono mostrate stagliate nel vasto paesaggio montano, messe in prospettiva contro il panorama del mondo naturale che le circonda. Quando questo straordinario orso viene ucciso, verrà seppellito nella neve come offerta al dio della montagna, e non preso per la sua preziosa pelle o carne a sostegno della vita.

Questo, devo dire, è veramente un bel film =D> , che conferma tutto ciò visto nel documentario di cui sopra, e aggiungendoci pure un racconto di formazione molto bello sul rapporto bambino/adulto/uomo/natura/animali
Splendida la seconda parte in cui vecchio e bambino partono per la spedizione di caccia tra le montagne innevate. :shock:
Lungi da me aprire qui discorsi sulla caccia (ci sarà senz'altro qualche topic apposito seppellito da qualche parte qui nel forum), che non concepisco come “sport”, ma di cui posso comprendere il fascino derivante da istinti primordiali che fanno parte dell'essere umano. :smt102
Le contraddizioni della caccia sono comunque facilmente riassumibili nel fatto che questo film ha vinto il Premio del regista della giuria dell'UNICEF per film per bambini alla Berlinale del 1982, ma la cui visione contemporaneamente ad esempio in Francia è stata vietata ai minori di 13 anni per immagini crude di violenza sugli animali :paranoid: (che ci sono, in effetti, niente di terribile, ma ci sono :smt102 )
A seguito dell’uscita del film in Giappone sono stati prodotti molti gadgets che raffigurano il cacciatore e lo shiba inu e addirittura la Nike ha prodotto le scarpe del cacciatore di orsi (solo per il Giappone naturalmente)!!! #-o
Comunque un film bellissimo che vi consiglierei anche, se avesse senso consigliare un film giapponese sottotitolato in inglese. :roll:

In ogni caso, dopo due pellicole che vedono gli orsi vittime dell'uomo mi pare giusto tornare a mettere i puntini sulle “i” con quest'altro titolo :


GRIZZLY MAN – di Werner Herzog, USA 2005

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Grizzly Man è un documentario del 2005 del regista tedesco Werner Herzog. Si tratta di una delle più originali opere del regista tedesco, che esplora in profondità il desiderio umano di prevalere sulla natura, affascinante e violenta.

Dal 1990 al 2003 l'esploratore ambientalista Timothy Treadwell trascorse la sua vita estiva nel Parco nazionale e riserva di Katmai (Alaska) per vivere insieme agli orsi grizzly e proteggerli. Dal 2000 al 2003 portò con sé due telecamere con le quali realizzò più di 100 ore di filmati che documentavano la sua convivenza con gli orsi (ad ognuno di essi aveva assegnato un nome). Si era convinto di essere diventato loro amico: forse, addirittura, di «essere» un orso. Finché nell'ottobre del 2003 venne ucciso da uno di loro. L'aggressione letale coinvolse anche la fidanzata di Treadwell che morì al suo fianco.

Herzog ricostruisce la storia aggiungendo al materiale girato da Timothy (circa il 70%) alcune interviste e la sua voce fuori campo. Treadwell oltre a riprendere la vita degli orsi si mette di persona di fronte alla telecamera insieme a loro, parla di se stesso, del suo rapporto con gli animali e con gli uomini, con il mondo. Herzog commenta, quasi dialoga con Treadwell, esprimendo le sue inconfondibili idee sulla natura («solo caos, conflitto, e morte»).


E qui, ragazz*, mi spiace, ma sono di parte, perchè secondo me questo film è veramente un esempio delle vette che può raggiungere la settima arte.
Adoro le storie di persone che inseguono i loro sogni, per quanto assurdi e utopici possano sembrare, e qui, in effetti, c'è uno degli esempi più estremi di questa categoria.
Che adoriate questo personaggio o ridiate della sua incoscienza, difficilmente niente sarà più come prima, dopo la visione, sia per le meravigliose immagini della natura, qui veramente selvaggia, sia per i discorsi poetici e/o farneticanti che accompagnano le stesse.
Viene da chiedersi, davvero, dove finisce l'Uomo? :-k
Cosa cerca? :-k :-k
Cosa ha perso? :-k :-k :-k
Come al solito, la risposta è dentro di voi, ma è sbagliata.
Per me, un capolavoro. : Thumbup :
Se ancora non l'avete fatto, dovreste vederlo :smt102 , e già lo scriverne mi fa venire voglia di riguardarlo, a distanza di tempo.

Vabbè, che dire, Speciale Orsi, stasera, e alla fine di sto post, ormai, mi sento un po' più “orso” anch'io. 8)
Che sia l'effetto della quarantena? :mrgreen:

Aloha : Indian:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

sento che guardero' al piu' presto "Barnabo delle montagne" :ahah: :ahah: :ahah:

grizzly man l'avevo visto (e' nel mio elenco dei film con animali) gli avevo dato 4, quindi m'era piaciuto, ma ricordo ben poco

ma in tutto cio' into the wild non lo nomini perche' troppo banale? :risataGrassa:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

steop wrote:sento che guardero' al piu' presto "Barnabo delle montagne" :ahah: :ahah: :ahah:
ah, ma se sei in modalità Bastian Contrario, allora "Barnabo delle montagne" visione imprescindibile, per te :P :mrgreen:
steop wrote:grizzly man l'avevo visto (e' nel mio elenco dei film con animali) gli avevo dato 4, quindi m'era piaciuto, ma ricordo ben poco

ma in tutto cio' into the wild non lo nomini perche' troppo banale? :risataGrassa:
quindi se tu non l'avessi già visto, non avresti seguito il mio consiglio, giusto? :-k

sì, "Into the wild", mi pareva banale, diciamo che ho iniziato citando film meno ( :roll: ) conosciuti, così, tanto per incuriosire qualcuno, poi procedo un po' a muzzo, come mi vengono in mente e, anche, a seconda di quello che vedo di volta in volta.
Comunque in effetti ci va, rimedio subito, anzi :)
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Buongiorno a tutti, oggi vi proporrei un film di kung-fu mentale 8) di Ermanno Olmi, dal titolo, ahimè, piuttosto a fagiuolo :

Il tempo si è fermato – di Ermanno Olmi, Italia, 1958

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da torinofilmfest.org :
Il controllo di una grande diga vicino all'Adamello, è affidato, durante l'inverno, a due soli guardiani. Uno di essi deve scendere a valle per alcuni giorni, e il compagno che dovrebbe sostituirlo è costretto a ritornare presso la propria famiglia in seguito alla nascita di un figlio. Ne prenderà il posto un giovane studente, deciso ad approfittare della tranquillità della zona per preparare i suoi esami. Si ritrovano così insieme, immersi nella solitudine montana, due uomini molto diversi tra loro. I rapporti tra lo studente e il vecchio montanaro sono dapprima caratterizzati da un reciproco imbarazzo, ma a poco a poco l'atmosfera si distende. Il giovane si sorprende ad ascoltare gli insegnamenti che il suo collega ha tratto dalla sua lunga esperienza di vita. La vicenda si costruisce sui piccoli fatti quotidiani, sui gesti, i sorrisi e le mezze frasi. Un attacco di febbre, dovuto all'arrivo di una tormenta, coglie il giovane che sarà curato amorevolmente dall'anziano guardiano. Nella serenità della montagna i due scoprono la possibilità di un'amicizia altrimenti impossibile.

Primo lungometraggio di Ermanno Olmi, girato con attori non professionisti e con suono in presa diretta, concepito inizialmente come documentario per l'Edisonvolta, e poi sviluppato in un film per i fatti suoi.
Bello : Thumbup : , non ci sono scene di kung-fu, come al solito in Olmi :P , ma l'ho trovato veramente interessante, bei scenari, bellissimo bianco e nero e dialoghi, pensieri e personaggi d'altri tempi (appunto).
Una citazione :

Roberto: L'ho letto anch'io [Cuore], sa? È commovente.

Natale: Proprio! Ci sono soltanto belle cose. Cose che però oggi non so se capiteranno ancora...

Roberto: Anche mio padre dice sempre così. Ma in fondo in fondo, il mondo è sempre lo stesso, no?

Natale: Non è vero. Oggi la gente ha cambiato sentimento. Una volta un uomo era un uomo: si vendeva persino la camicia per salvarsi l'onore. Oggi per quattro palanche [...].

Roberto: Sì, ma... non sono mica tutti così.

Natale: Ah no, non dico... ma è proprio il mondo che si è cambiato. Vedo io, a casa mia, ho tre bambini, due maschi e una femmina: vedesse la furbizia di quei bambini lì. Io a dodici anni credevo ancora che era il Bambino Gesù che mi portava i doni a Natale. Non solo io, ma anche gli altri della mia stessa età. E quando sono venuto a sapere che non era il Bambino, ci creda, ho avuto dispiacere. Invece oggi, sa quello che mi ha detto il mio bambino, il più grande, prima che venissi su? «Papà, comprami un paio di scarponi da sci». Ah... ha passione di sciare, poi è anche bravo. Io gli ho detto: «Fai il bravo, che per Natale vedrai che il Bambino Gesù te li porterà dentro». Sa cosa mi ha risposto? «Quale Bambino? Se non hai i soldi, papà, il Bambino non ti porta dentro niente». Eh, sette anni ha!


Attualmente è su Raiplay, comunque, buona visione, se siete discepoli di arti marziali mentali ! :P


Poi, anche se in effetti era banale, ma non può mancare in questo topic :

Into the Wild - Nelle terre selvagge – di Sean Penn, USA 2007

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wiki :
Basato sul libro di Jon Krakauer Nelle terre estreme.
Christopher McCandless è un ragazzo americano benestante che, subito dopo la laurea in scienze sociali all'Università Emory nel 1990, decide di donare all'Oxfam il denaro che i suoi genitori gli avevano fornito per continuare gli studi e di abbandonare amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. 

Vi fa pensare a qualcosa?

Che altro dire, l'avrete già visto tutti, bellissimo film, con scenari naturalistici stupendi e innumerevoli spunti di riflessione.
Colonna sonora composta da musiche e canzoni originali di Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam.

Anche qui polemiche su scene di animali uccisi presenti nel film, oltre a battibecchi sulla verità della storia e sui motivi reali che avrebbero spinto il protagonista a fare quello che ha fatto, sviscerati da Jon Krakauer nel suo libro (che non ho letto, magari prima o poi lo farò)
Comunque, poiché di sti tempi di polemiche ne ho voglia come di una puntura di zecca, ve le lascio volentieri, dicendovi solo che, se per caso non l'avete ancora fatto, questo film va visto.
E bravo a Sean Penn che ci ha raccontato sta storia. =D>
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Cinematograficamente parlando, oggi vi porterei a fare un giro nel sottosuolo, tanto isolamento per isolamento... :roll: (ehm, lo sapete vero, che una miriade di film/romanzi di fantascienza finiscono/iniziano prorio così, vero? :paranoid: )

The Descent – Discesa nelle tenebre – di Neil Marshall, UK 2005

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da filmscoop.it:
Un crollo improvviso blocca sottoterra sei ragazze impegnate in un'avventurosa spedizione speleologica. L'unica speranza è trovare un’altra uscita che le riporti verso la libertà. Cieche nel labirinto delle grotte sotterranee, le ragazze si rendono conto che oscure presenze le seguono nell'ombra...

...non sono un particolare fan dei film horror, anche se a volte la tematica deppaura è solo strumentale a parlare d'altro, perciò li tengo spesso d'occhio....ecco, se dovessi consigliarvene uno, questo fa decisamente al caso vostro (c'è pure un sequel, che stranamente mi dicono pur decente, ma non ho ancora visto, ma a questo punto lo farò, appena riesco)
Un horror ben fatto, tutto al femminile, ambientato nel sottosuolo........se almeno uno degli argomenti vi intriga, potreste guardarlo...se poi vi intrigano tutti e 3, guardatelo senza indugio!
Che volete di più, insomma ?
Come dite?
Qualcosa di più serio? :-k
Ok :

Altamira (Finding Altamira) - di Hugh Hudson, Regno Unito, Francia, Spagna 2016

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Spagna 1879: La vita e gli eventi di Marcelino Sanz de Sautuola, l'uomo che ha scoperto le antiche pitture sulla volta della Grotta di Altamira. Inevitabili furono le polemiche da parte di importanti personalità religiose e scientifiche del tempo.

Film veramente impeccabile, dal punto di vista visivo, bellissima ricostruzione storica, girato nei luoghi originali della vicenda, fotografia esageratamente bella, belle musiche di Mark Knopfler....m'ero persino dimenticato che Banderas fosse pure un bravissimo attore.... :roll: ...e indovinate cosa si porta da mangiare in grotta? 8) Scherzoooo.......ma in effetti c'ho pensato :mrgreen:
Comunque, triste vedere come un uomo possa morire senza vedere riconosciuta la sua intelligenza :( , e di questi tempi, pensiamoci, quando ci si affida alla fede o alla scienza.... :roll:

Va bene, a sto punto non mi resta che cogliere la palla al balzo e concludere proponendovi un'altra perla di Werner Herzog, regista che, come comincerete ad intuire, amo molto:

Cave of Forgotten Dreams - di Werner Herzog, Francia, Canada, Germania, Stati Uniti d'America, Regno Unito 2010 

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Cave of Forgotten Dreams è un documentario realizzato nel 2010 dal regista Werner Herzog. Girato in 3D, tratta della Grotta Chauvet nell'Ardèche, in Francia, nota per conservare i più antichi dipinti dell'umanità, risalenti a 32.000 anni fa.

Herzog ha qui ottenuto un permesso speciale dalle autorità per condurci in un viaggio scientifico e di conoscenza della storia umana (di noi stessi, quindi) all'interno di una delle grotte più affascinanti scoperte sino ad oggi, e chissà che bello dev'essere stato poterlo vedere al cinema, in 3D ! :shock:
Forse una delle ultime vacanze all'estero che ho fatto, ormai eoni fa, fu proprio qui, sotto al Pont d'Arc, nell'Ardeche, zona stupenda dove, per forza di cose, ebbi una sorta di battesimo alle grotte, con la visita all'Aven d'Orgnac e la Grotta Saint Marcel, entrambe stupende, oltre al museo dedicato alla ricostruzione della Grotta Chauvet.
Ovviamente imperdibile per gli amanti della storia, del cinema, della natura, della speleologia.........insomma, chi non l'ha visto, lo guardi : Thumbup :
Fino a qualche tempo fa era su raiplay, ma mi pare sia scomparso :smt102
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

ahhaa no scherzo, penso che non guardero' barnabo
grizzly man si l'avrei guardato anche grazie al tuo consiglio

a me into the wild m'aveva delusa
prima di tutto perche' tutti ne parlavano come un capolavoro..poi lo guardo e meh
e poi, se ricordo bene, perche' son passati secoli, mi aveva deluso perche' pensavo fosse ambiantato tutto nella natura, invece c'era un sacco della sua vita di citta' ecc
poi ricordo che tutta sta cosa, credevo fosse morto sbranato dagli orsi o che, invece, povero, sta morte barbina...

quando ho visto la locandina di cave of forgotten dreams ho detto che bello, me lo segno, poi ho letto la rece e devo aver interpretato male l'incisione..io ci vedevo due topini che dormono sotto le lenzuola :ahah: :ahah:

poi ho guardato meglio :risata: :risata: :risata: :risata:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

come 2 topini ? :cupo:
sono padre e madre topa con 5 topini che dormono sotto le lenzuola... :-k :roll:

comunque vabbè, aggiungo anche questo :

Vertige (High Lane) – di Abel Ferry, Francia 2009 

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wiki:
Un gruppo di amici in vacanza decidono di avventurarsi su un sentiero in alto sulle montagne che è stato chiuso per le riparazioni. La salita si rivela più pericolosa del previsto, soprattutto perché ben presto si rendono conto che non sono soli.

un horror tra i climbers? :-k boh, proviamo...........ma no, bocciato... [-X cioè, la prima prima parte sarebbe anche bella, anche se tutte quelle riprese sghembe mi facevano venir la nausea pure sul divano, poi diciamo che avrebbe potuto essere interessante se la storia fosse continuata puntando sulle dinamiche personali, visto che i protagonisti sono 2 coppie di fidanzati + un ex, invece poi arriva il solito maniaco omicida che fa fuori tutti.....cheppalle ](*,)
Girato in Croazia (bei posti), ma a giudicare dalla storia, non è che ispiri molto ad andarci :lol:
A me ha fatto orrore, nel senso peggiore del termine 8) , ma che ne so, i climbers sono talmente fuori che magari a loro piace :P perciò lo segnalo :wink:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Stressati? :shock: Nervosi per la quarantena? :angry1: Non riuscite a prendere sonno? : WallBash :
Addormentatevi con un paio di film italiani degli anni '60! :smt102
Non molta “wilderness” vera e propria, qui, più ambientazioni bucoliche, ma son sicuro qualcuno del forum apprezzerà, tipo i vecchi anagraficamente parlando :razz1: , e i vecchi dentro (so che ce ne sono :wink: )

Comunque, intendevo parlarvi di :


Il taglio del bosco - di Vittorio Cottafavi, Italia 1963

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da mymovies.it
Vita dei boscaioli di Tirli (Grossetto), ripresi alle prese con il fitto bosco della Maremma, in uno dei tanti inverni di duro lavoro. Tra loro c'è Guglielmo, tormentato dalla recente morte della moglie, che le ha lasciato in custodia due bambine, allevate da sua sorella.

Toh! Anni fa, durante una vacanza grossetana al mare, c'ero pure stato, a Tirli, a mangiare da “Il Re della macchia”, e ricordo pure che, nelle mie ossessioni toponomastiche, incuriosito dalla musicalità del nome, avevo chiesto al Re della macchia in persona : “ma che vuol dire, Tirli?”, al che lui aveva risposto : “Tirli è....come dire...quando tagli il bosco, pulisci...” “Ah. Come da noi Ronco, insomma !”, avevo risposto, facendo il saputo......ma allora non sapevo nemmeno che dal libro di Cassola, che forse avevo letto alle medie, avessero tratto sto film, men che meno fosse ambientato lì, e nemmanco ci fosse il grande Gian Maria Volontè tra gli attori : Thumbup : , che gli altri son proprio tutta gente normale, di Tirli.
M'è piaciuto molto, sto film, è un ritratto disincantato di come vivevano i boscaioli nel dopoguerra, mesi lontano da casa, in casupole improvvisate, vivendo di niente, un po' come molti dei nostri avi, insomma.
E' tranquillamente visibile su youtube.


Una gita scolastica - di Pupi Avati, Italia, 1983

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Un'anziana signora rievoca il più bel ricordo della sua vita: una gita scolastica a piedi da Bologna a Firenze, attraverso gli Appennini, alla vigilia dell'esame di maturità. I trenta ragazzi sono accompagnati dall'insegnante di lettere e da quella di disegno. Quest'ultima avrà un'avventura con uno degli alunni. Ma il professore, innamorato di lei, la difenderà dallo scandalo.

...questo film ha una delle locandine più brutte della storia del cinema, perciò vi propongo quella francese, che per lo meno è dignitosa.
Il film invece a me è piaciuto molto, Avati è sempre Avati, e quando non c'è horror padano, come in questo caso, ci sono poesia e sentimenti come se piovesse, oltre ai bei paesaggi appenninici e il ritratto di una gioventù e di una società che non esiste più – siamo nel 1914 – e, nella tenerezza della storia, fa un po' impressione pensare alla guerra incombente che probabilmente si sarà portata via un bel po' di quei ragazzi.
Bellissime musiche e canzoni originali di Riz Ortolani. =D>
Questo è attualmente visibile su RaiSport (non chiedetemi perchè, mica li faccio io i palinsesti... :smt102 )


come bonus finale, aggiungo pure questo :

Il Pastore e la Montagna – di Valter Torri, Italia 2013

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da https://www.cinemaitaliano.info/" onclick="window.open(this.href);return false; :
Un’esistenza dura e frugale, avara di gratificazioni economiche e fatta di fatica, solitudine e costante esposizione alle intemperie, nel continuo timore di possibili attacchi al suo gregge da parte dei predatori … questa è la vita del pastore.
E questa storia racconta di uno di loro che, con il suo gregge e i cani, tra gli straordinari scenari dell’appennino Tosco-emiliano e della Garfagnana, compie un decisivo viaggio lungo un giorno, dall'alba al tramonto, che lo vede protagonista di un emozionante rapporto con se stesso e la natura, in un ambiente severo ma, oggi più che mai, a misura d’uomo.
Tormentato da un intenso conflitto interiore, vivrà alcuni inspiegabili avvenimenti, tra il fantastico e il reale, che si riveleranno decisivi per il suo futuro.


Questa è sostanzialmente una serie di bellissimi video naturalistici legati insieme, con una buona idea, da una trama artificiosa costruita intorno ai pensieri di un pastore, unico attore umano.
Molto carino, vedo che tra i credits compare anche un fotografo naturalista mio compaesano, il che non può che farmi piacere.
Attualmente visibile su youtube (vabbè, che volete, anche il link? Cliccate, cliccate, dai, che un po' di movimento vi fa bene! :P )
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by daniele64 »

Siccome anch'io mi diletto un pochino di Cinema , provo a partecipare a questo topic in maniera fattiva ... :risata: Segnalo qualche pellicola più o meno nota , con ambientazione montana , che ho visto di recente .
Cominciamo con

HOLD THE DARK ( USA - 2018 )
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Un film di Jeremy Saulnier , con Riley Keough , Alexander Skarsgard e Jeffrey Wright .

Si tratta di una strana ed oscura pellicola , ambientata tra le nevi dell' Alaska e prodotta da Netflix . A qualcuno è piaciuta , a me no . [-X
Ho visto questo film incuriosito dalle atmosfere che trapelavano dal trailer , in cui mi pareva un misto tra un thriller con aspetti magari soprannaturali ed un horror light . E poi mi ricordava " I segreti di Wind River " , pellicola che non mi era dispiaciuta . Alla fine però , dopo oltre due ore di visione , devo ammettere che ... non ci ho capito granchè ! :pensoso: :?: Certo , sono belle le inquietanti immagini della remotissima ed inospitale Alaska e l' inizio del film appare invitante ed angosciante al tempo stesso , ma poi la trama si ingarbuglia ed io ho perso completamente il senso logico della vicenda . Non sono proprio riuscito a capire perchè i protagonisti si comportino così , al di fuori di ogni logica a me comprensibile . E sono così tanti i misteri inesplicabili per me che sono persino andato a cercare in rete qualche spiegazione sulla trama del film , ma ho trovato solo degli articoli che mi hanno confuso ancora di più le idee ... Tra chi parla di probabili incesti , chi sostiene che l' opprimente oscurità artica simboleggi le tenebre della Ragione e chi filosofeggia sui parallelismi tra i comportamenti umani e quelli bestiali in quelle lande desolate , il buio è calato anche sulla mia povera e limitata mente ! :evil1: Che dire ? Boh , non saprei .... In fondo Jeremy Saulnier pare essere un regista emergente ed acclamato , anche se non ho mai visto nient' altro di suo . Comunque , in definitiva , il cast si impegna , ha almeno una bella scena adrenalinica , è ben girato , è inquietante , ma per me resta una mezza chiavica senza senso , da 4 pieno o giù di lì . Però , come ho già detto , riconosco i miei limiti neuronali ed accetto eventuali delucidazioni ( sensate ! ) da chi ci ha capito più di me .... :)
Credo che il film sia ancora disponibile nel catalogo Netflix . Se qualcuno ha voglia di vederlo , magari poi mi spiega cosa ci ha capito lui ... :strizzaOcchio::

:smt006
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Prafo Dani ! =D>

Mai visto nessun film di sto regista, questo titolo l'ho già sentito, ma non l'ho ancora visto......buono a sapersi sia su Netflix, mò lo guardo, se capisco qualcosa scrivo ! :lol: : Thumbup :

"Wind River" bellissimo, invece ! e consigliato : Thumbup : poi lo aggiungo, se non lo fai prima tu ! :wink:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by daniele64 »

Visto che è stato più facile del previsto , provo a presentare qualche altro film ... :risataGrassa: E ricordatevi che i giudizi sono soggettivissimi ... :strizzaOcchio::

IL RITUALE ( GB - 2017 )

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di David Bruckner . Con Rafe Spall , Robert James Collier , Sam Troughton , Arsher Alì , Paul Reid .

Anche questa è una produzione Netflix e pure questto è un film con venature horror . si vede che la montagna fa paura ... :risata: E' assai difficile ormai essere originali con i thriller / horror , e questo film non è certamente l' eccezione alla regola . Però è un prodotto dignitoso , che riesce a mantenere un buon livello di ansia e di tensione per gran parte della sua durata . : Thumbup : Solo verso la fine inciampa in qualche svarione o leggerezza di troppo , con fatti poco verosimili che non vengono spiegati . Il suo punto di forza è ovviamente l' ambientazione nelle inospitali lande nordiche , in cui i nostri quattro scalcagnati escursionisti si vanno stupidamente a smarrire . Non male l' inquietante regia di David Bruckner , esperto del genere , ed efficace anche lo sconosciuto ( per me ) cast britannico . Senza esagerare , voto 6,5 .


Passiamo poi ad un film più noto

127 ORE ( USA , GB - 2010 )

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Regia di Danny Boyle . Con James Franco

Questo non è un horror , anche se ci manca poco ... :risata: E' la drammatica ricostruzione di un fatto reale , accaduto ad un' escursionista un pochino scriteriato ... :pensoso: Pellicola che si avvale dei magnifici scenari naturali dello Utah ( ben fotografati da Mantle e Chediak ) : Thumbup : , dell' ipercinetica regia di Danny Boyle e di una bella interpretazione del protagonista assoluto James Franco , ma che , nonostante tutto questo , non riesce a "sfondare" ed a coinvolgere lo spettatore ( almeno il sottoscritto ! ) . Il film è claustrofobico ed angoscioso ( ancor di più , sapendo che è una vicenda reale ! ) , ma non riesce a metterti in empatia con il protagonista , tanto sbruffone ed incosciente #-o all' inizio quanto disperatamente deciso nel finale . Soprattutto non ho apprezzato tutte le visioni semi oniriche del personaggio : magari bisognava riempire il minutaggio del film o magari invece sono vere e giustificano il cambio di vita del protagonista dopo l'incidente , ma mi sono parse un po' esagerate .... Ad ogni modo la sufficienza se la guadagna , ma nulla di più : 6 .

:smt006
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

Oh, bravo Dani, che hai scritto di 127 ore, che io non ne avevo voglia... :lol:
in effetti concordo coi tuoi giudizi, fatto bene ma non troppo coinvolgente, anche se non è appunto facile fare un film con un attore solo imprigionato tra le rocce :mrgreen:

anche "Ritual" l'ho visto tempo fa ma non mi ricordo granchè, quindi suppongo la tua rece sia abbastanza obiettiva....mi ero anzi riproposto di ri-guardarlo per scriverne qui, ma visto che l'hai già fatto tu.... 8) aspettiamo commenti di altri ( :roll: )
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

In relazione a “Into the wild”, di cui s'è parlato qualche post fa, e in merito alle “polemiche” e discussioni sulla “vera” storia di Chris McCandless, ho visto ieri sera questo film, disponibile su youtube sottotitolato in inglese:

Return to the Wild: The Chris McCandless Story – di Jeanmarie Condon, Ann Johnson Prum , USA (2014)

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Uno sguardo nuovo alla storia enigmatica di un giovane escursionista americano di nome Chris McCandless, che è stato trovato morto in un autobus abbandonato nel deserto dell'Alaska ed è diventato il soggetto del best seller Jon Krakauer e del film diretto da Sean Penn “Into the Wild “. Le lettere di Chris McCandless, pubblicate per la prima volta, così come nuove e sorprendenti interviste sondano il mistero che è ancora al centro di una storia che è diventata parte del canone letterario americano e influenza così tanto ad oggi.


Beh, che dire, indubbiamente la vera storia è un po' più complicata, ahimè... :( ...senza spoilerare niente, direi che chi ha amato il film dovrebbe guardarselo, per saperne di più, comunque alla fine personalmente apprezzo il fatto che Sean Penn ci abbia messo del suo, evitando troppa enfasi sulle faccende personali e giocandosela maggiormente sull'aspetto contestatario anticonsumistico, che tra l'altro, ha una sua attualità.
Indubbiamente emozionante assistere alla visita delle 3 sorelle di Chris a quell'autobus sperduto nei boschi dell'Alaska.... :neutral:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by daniele64 »

psiconauta wrote:Oh, bravo Dani, che hai scritto di 127 ore, che io non ne avevo voglia... :lol:
in effetti concordo coi tuoi giudizi, fatto bene ma non troppo coinvolgente, anche se non è appunto facile fare un film con un attore solo imprigionato tra le rocce :mrgreen:

anche "Ritual" l'ho visto tempo fa ma non mi ricordo granchè, quindi suppongo la tua rece sia abbastanza obiettiva....mi ero anzi riproposto di ri-guardarlo per scriverne qui, ma visto che l'hai già fatto tu.... 8) aspettiamo commenti di altri ( :roll: )

: Thanks : , psico . Speriamo che qualcuno si incuriosisca e magari quardi 'sti films . Così magari ci dice cosa pensa ... Tra tutti quelli che hai segnalto finora , io ne ho visti alcuni ed altri li vorrei vedere . Quando avrò tempo ne riparliamo .... :strizzaOcchio::
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

di hold the dark daniele ed io avevamo gia' espresso delle perplessita' nel topic cinema e animali
la mia rece:
steop wrote:
hold the dark

si puo' riassumere con un 'ma de che? ao''
l'ho guardato perche' sembrava che i lupi avessero qualche ruolo importante, invece
spoiler
si vedono 30 secondi: tizio mentre li guarda rotola a muzzo giu' dalla collina
lupi lo vedono, decidono di lasciare li il loro lauto pasto per mettersi a correre, sprecando energie sulla neve di mezzo metro, per andare vicino al tipo, fermarsi, fargli bau bau e poi correre via...
spunteranno di nuovo a fine film correndo a caso
altra scena clou: un tizio si mette a scaricare 7 fantastiliardi di munizioni addosso alla polizia, poi il tipo di cui sopra gli grida 'fermati' e lui si ferma..potevi dirglielo 14 cadaveri fa, se era cosi semplice :| :| :|
la scena finale 'cos'e' successo?' 'poi ti spiego' siglaaa
fine spoiler
ha pero' delle belle fotografie
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by daniele64 »

Brava , Ste ! : Thumbup : Non me ne ricordavo ... :imbarazzo:
:smt006
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

tra l'altro mi sono letta tutto il cineforum e poi era nell'altro topic :risata: :risata: :risata:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

vabbè, cerco di portarmi un po' in pari.......2 film su personaggi notevoli :

L'UOMO CHE SCIO' L'EVEREST (The Man Who Skied Down Everest) - di Bruce Nyznik e Lawrence Schiller, Giappone, USA, 1975

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The Man Who Skied Down Everest è un documentario del 1975 vincitore del premio Oscar al miglior documentario.

Il film racconta l’eccezionale impresa compiuta da Miura che, dopo aver scalato l’Everest, la montagna più alta della Terra, il 6 maggio del 1970 ha avuto il coraggio di affrontarne, primo nella storia, la parziale discesa con gli sci sull’impressionante pendio ghiacciato con pendenze proibitive: due minuti fino ad una velocità di 160 km all’ora. Miura scese con gli sci una parte del versante sud, dal Colle Sud alla base del Lhotse, utilizzando un paracadute per frenare la velocità prima dell’insuperabile crepaccio terminale.

L’alpinista Yuichiro Miura, classe 1932, nel 2003 divenne l’uomo più anziano a raggiungere la vetta del Monte Everest, all’età di 70 anni. Successivamente il record fu battuto, tuttavia, Miura nel 2008, a 75 anni, raggiunse nuovamente la vetta dell’Everest e il 23 maggio 2013, si riappropriò del primato, scalando l’Everest a 80 anni



ok, sto tizio nel 1970 decide di provare a scendere dal'Everest con gli sci....beh, ok... :-k ...cioè, io non ho mai messo un paio di sci ai piedi, ma mi aspetto qualche commento dagli sciatori....cioè, nel 1970? Con quell'equipaggiamento? :-k
Ok...come dite? Andrà tutto bene? :D
Sì, più o meno, dai... :roll: ...in effetti questo è un film bellissimo =D> , vincitore del premio Oscar al miglior documentario nel 1975, e in effetti dopo una breve introduzione, seguiamo tutta la spedizione, con sonoro costituito da letture dal diario del tizio (che devo vedere se sia mai stato pubblicato, tra l'altro) colme di riflessioni filosofiche, zen, pensieri mai banali e visioni mentali, con alcune delle immagini più belle che abbia mai visto dell'Everest (di solito si riducono a tempeste di ghiaccio e tizi assiderati), e un commento musicale quasi improvvisato fatto di campane tibetane, gong, qualche synth.....molto bello
Veramente considerevole, consigliatissimo. : Thumbup :


DIRTBAG: THE LEGEND OF FRED BECKEY - di Dave O’Leske, (USA, 2017)

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Un toccante ritratto del leggendario “dirtbag”, uno degli alpinisti più originali di tutti i tempi.
Fred Beckey, leggenda dell’alpinismo mondiale, ha abbandonato le norme della società e ogni comfort per inseguire uno stile di vita nomade. Il nome di questo atleta ribelle evoca mistero, sarcasmo e adulazione fin dagli anni ’40. Per tutto il 20 ° secolo, ha frantumato ogni record con una serie ineguagliabile di prime ascensioni e imprese pionieristiche, evitando le sirene della fama e conducendo una vita solitaria, dedicata alla sua passione per la montagna fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 2017, all’età di 94 anni. Questo documentario rivela la storia mai raccontata di questa vera icona americana.


...e, vabbè..... :roll: .....che vi devo dire, da vedere e basta, storia di un personaggio totalmente fuori daqualsivogliafoglio, anarchico, individualista, assurdo e inarrestabile, quasi incredibile, un vero selvaggio senza casa che non sia la natura selvaggia, lui la sua auto e le sue donne, cibo spazzatura e telefonate assurde a caccia di compagni di scalata, sulle montagne sino a più di 90 anni....
Tenero e malinconico film, ma anche divertente : Thumbup :
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

….....un paio di film che in qualche modo possono fungere da spunto di riflessione per i tempi che stiamo vivendo.... :roll:

SHERPA - di Jennifer Peedom, Australia, Nepal 2015

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Le straordinarie vette innevate dell'Everest sono state raggiunte per la prima volta nel 1953 dallo scalatore neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa Tenzing Norgay. Le foto del duo sorridente hanno fatto il giro del mondo, diventando il simbolo del gioco di squadra. Nel 2013, però, i mass media hanno rilanciato la notizia secondo cui allora vi fu una scioccante rissa in alta montagna che costrinse alcuni scalatori europei a fuggire da una folla di sherpa inferociti. La regista Jennifer Peedom ha cercato di scoprire quali sono stati i motivi dell'alterco, seguendo con le sue telecamere l'intera stagione delle scalate del 2014 e cogliendo involontariamente l'uccisione di 16 sherpa a causa del crollo di un enorme blocco di ghiaccio.

A due anni esatti dalla tragedia sull'Everest in cui sedici sherpa persero la vita, un documentario spettacolare ed emozionate ci racconta cosa successe il 18 aprile 2014, quando una terrificante valanga interruppe all'improvviso la stagione escursionistica causando gravi perdite e accendendo polemiche ancora irrisolte.

Molto interessante, se non altro perchè finalmente al centro della storia ci sono loro, gli sherpa :smt102 , e finalmente per la prima volta mi rendo veramente conto di cosa intendeva Messner quando parlava di turismo di massa sull'Everest... :shock: ...cos'è diventata questa ascensione, sia per chi la vede come impresa, sia per chi la vive come lavoro? #-o
E i rifiuti, mi chiedo? Bah. :-k
Tutto parecchio assurdo, non credete? :roll:


E poi, il buon vecchio Werner Herzog, con un suo vecchio cortometraggio :

La Soufrière (La Soufrière - Warten auf eine unausweichliche Katastrophe) - di Werner Herzog, Germania 1977

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Nel 1976, nell'imminenza di un'eruzione annunciata, l'isola di Guadalupa venne evacuata. Alla notizia che un contadino si rifiutava di lasciare l'isola nonostante il pericolo, Herzog partì con la sua troupe per comprendere meglio questa posizione e documentarla su pellicola.
Si tratta forse del film più rischioso del regista tedesco, che va letteralmente incontro alla potenza primordiale della natura e ad un pericolo imminente che costringe a riflessioni esistenziali e spinge ad osservare la condizione di povertà materiale e dignità spirituale dell'uomo.


...tutti fuggono da un'eruzione esplosiva e il nostro Werner cosa fa? Parte e va nella direzione opposta, verso il disastro, naturalmente :lol:
Le immagini dell'isola disabitata fanno abbastanza impressione, e la natura qui direi che decisamente ci rivolge un “avvertimento” :shock:
Film incosciente e cosciente, contemporaneamente. :roll:
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

son stata a leggere 2-3 volte il titolo: l'uomo che scio' l'everest..
continuavo a leggere 'scio'' nel senso di via..scio', smammare
invece di sci-o' sciare :risata: :risata: :risata:

comunque questi nuovi postati mai sentiti nominare
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

uff..........dovrei aggiornare il topic con tutti i film che ho visto durante il "lockdown", che sono una cifra, e manco me li ricordo tutti....vabbè, proverò ad iniziare....lo faccio con due film molto vecchi :

LA MONTAGNA (The Mountain)  - di Edward Dmytryk, USA 1956. 

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Zaccaria è un ex guida alpina che ha smesso con il mestiere da quando, dieci anni prima, un turista è morto durante un ascensione insieme a lui. Vive con il giovane fratello Cristoforo, che non sa rassegnarsi alla loro povera esistenza. Cade un aereo sulle montagne; la spedizione di soccorso rientra dopo aver perduto il capo. Cristoforo vuole buttarsi nell impresa per impadronirsi dei valori a bordo del relitto. Zaccaria lo segue solo per impedirgli di farsi del male. Dmytryk punta la carta del film d interpreti : gran parte della vicenda vede in scena soltanto i due fratelli, ma il dramma è affiancato comunque dallo spettacolo dei maestosi paesaggi alpini ben fotografati.

Leggo che questo film è tratto dal romanzo La neve a lutto di Henry Troyat, a sua volta ispirato al disastro aereo del Malabar Princess del 1950 (link wiki https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Air_India_245" onclick="window.open(this.href);return false;)
Il film è girato nei dintorni di Chamonix, ma il Monte Bianco viene chiamato Monte Calvo chissà poi perché… :roll: ..io l’ho trovato un po’ buffo, anche se molto piacevole da vedere……..Spencer Tracy burberissimo che non cede neanche di fronte alle avances della vedova Claire Trevor… :) ….rude uomo di montagna… :roll: …in effetti tra lui e l’attore che interpreta suo fratello ci sono 30 anni di differenza, perciò alcuni di voi necessiteranno di una qualche scorta di sospensione dell’incredulità… :roll: …alcune belle riprese di montagna ma scene di arrampicata quasi tutte girate in studio…..finale dalla morale ASSURDA, oggi inconcepibile. #-o
Un 6 per la nostalgia di certo cinema hollywoodiano che ci manca, ma fino ad un certo punto

THE WHITE TOWER (La torre bianca)- di Ted Tetzlaff, USA 1950

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Una giovane vuole scalare la montagna che ha ucciso suo padre. Parte con cinque compagni che vengono fermati dalle difficoltà dell'impresa; uno muore e lei prosegue, ma rinuncia a raggiungere la vetta per portare soccorso ad un compagno anziano, incapace di superare la dura prova.

Era parecchio che volevo vedere sto film e alla fine sono riuscito a farlo solo in lingua originale, con sottotitoli in inglese pure un po’ sfasati, ma comunque sufficienti a godere della visione di questa pellicola che mi è piaciuta molto.
Premesso che Alida Valli all’epoca l’avrei seguita abbastanza ovunque :smt007 (vedere per credere),

FOTO SUL SET
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tutti gli attori sono parecchio in parte, pure Glenn Ford interpreta un americano non spaccone come al solito ma più umile e riflessivo, ma diciamo che un po’ tutti i personaggi maschili vengono ridimensionati al cospetto della Valli, che interpreta infatti un personaggio femminile di grossa forza morale e coraggio.
Girato in Technicolor, molto belle le scene di arrampicata e i rapporti tra gli alpinisti, molto realistici.
Mai sentito nominare prima il regista, ma vedo citato come aiuto regista Robert Aldrich.
Un film “classico” nell’impostazione ma veramente bello.
Consigliato. : Thumbup :
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

aggiungo al volo anche questo :

EDIE - di Simon Hunter, UK 2017

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Edith Moore è una scontrosa e testarda ottantenne. Nei mesi seguenti la morte del marito George, il suo rapporto con la figlia Nancy inizia a peggiorare. Incombe la questione del futuro di Edie: mentre lei tenta di convincere Nancy di essere ancora autosufficiente, la figlia organizza il trasferimento della madre in una casa di riposo. Un rimpianto in particolare la ossessiona: quando si sposò, suo padre organizzò per lei una scalata nelle Highlands scozzesi ma George, un uomo duro e autoritario, l'aveva costretta a rinunciare. Ora, Edie decide di intraprendere quel viaggio da sola.

Peccato, per questo film... :smt102 ...le premesse mi ispiravano, le location anche, e l’attrice Sheila Cameron Hancock (leva 1933) conserva un suo fascino che quando sopravvive nelle persone anziane mi fa impazzire.
Però, però………..il film a parer mio fa un po’ acqua da tutte le parti, a cominciare dalla sceneggiatura che, posso dirlo (massì, tanto mica ci leggerà l’autore, no?) è veramente brutta e banale. : Sorry! :
Gli attori fanno il possibile ma appunto, non si può cavare il sangue dalle rape, come si suol dire, e in pratica si fa un po' fatica ad arrivare fino in fondo solo per ascoltare la frase finale di Edie che racchiude tutto il film (cioè, la scrivete su un muro e bon, apposto così, un’ora e mezza risparmiata :smt102 ).
Voto : 5
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

oh bravo, spamma un po' : Thumbup :

ecco sto edie mi ispirava, ma non ti ha convinto...
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

vabbè, a proposito di spam, allora, 2 film brutti :P :

INTO THE GRIZZLY MAZE (Il labirinto del grizzly) - di David Hackl, USA; Canada, 2015

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Un enorme orso grizzly dell'Alaska si mette sul sentiero di guerra contro due esseri umani dispersi nei boschi dopo che alcuni bracconieri hanno ucciso la sua famiglia.

Filmaccio pieno di banalità e incongruenze narrative che fa venir voglia di indossare un costume da orso con cui prendere a schiaffi gli umani, cosa che avviene anche, in parte, ma non abbastanza, purtroppo. :roll:
Superevitabile.


ENTER THE WILD, di Mark Forstmann - USA 2018

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Nel corso di una spedizione alla ricerca dell'albero più raro del mondo (?), Dylan e i suoi amici si inoltrano tra gravine e canyon inospitali. man mano che l'ambiente si fa più selvaggio, i ragazzi si troveranno a fronteggiare difficili verità sulla loro amicizia e sul passato.

Oh, a parte le locations, che non so dove siano sti posti (forse in Australia, boh :smt102 ) non salvo niente di sto film, che non c'è veramente nulla da salvare, noia mortale, attori pallosi, sceneggiatura calma piatta, come se qualcuno avesse eliminato apposta tutti i colpi di scena. #-o
Cosa rimane?
Niente.
Un commento che ho letto in rete dice, traducendo : “Questo figlio di pxxxxxa è sembrato durare tre ore”. :lol:
Ecco.
Voto 4 (1 x protagonista, in pratica)
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by steop »

esatto: Filming Locations: Australia
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

steop wrote:ecco sto edie mi ispirava, ma non ti ha convinto...
mmm....sì, deludente è la parola giusta, direi..........ma magari a te piacerà 8)

lei è adorabile, comunque : Love :
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

KALO POTHI (The Black Hen - La gallina nera), di Min Bahadur Bham – Nepal, 2015

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da taxidrivers.it :
Due giovanissimi amici, una guerra civile, la differenza di casta a complicare le cose e… una gallina: sono gli ingredienti di KALO POTHI (The Black Hen) di Min Bahadur Bham, il primo lungometraggio nepalese nella storia della Mostra di Venezia.
Ambientato nel 2001, durante un temporaneo cessate il fuoco nel conflitto che dal 1996 ha dilaniato per un intero decennio il Nepal, il film racconta l’amicizia tra Prakash e Kiran, due inseparabili ragazzini appartenenti a caste diverse ma uniti dalla spensieratezza dell’adolescenza e dalla lealtà reciproca, capaci di sfidare la follia e la violenza degli adulti. Nella speranza di racimolare qualche soldo vendendone le uova, i due iniziano a prendersi cura della gallina che Prakash ha ricevuto da sua sorella. Ma quando la gallina scompare, si dovranno mettere in viaggio per ritrovarla, inconsapevoli dei pericoli della tirannia che la fragile tregua ha portato con sé…
E così la storia “piccola piccola” di una gallina si intreccia con quella ben più grande di una guerra civile – ma i nepalesi preferiscono chiamarla rivolta – che fece sparire quasi 14mila persone, tra cui moltissimi bambini, strappati alla scuola e arruolati nelle file maoiste. Tutto questo, Kalo Pothi lo racconta ad altezza di ragazzo, memore dei ricordi del suo autore: “Sono cresciuto in un paesaggio bellissimo, accarezzato dalla brezza dell’Himalaya – spiega Min Bahadur Bham – ma tra quella bellezza si celava un aspetto cupo: incatenati alla povertà, all’analfabetismo e ai tabù, viviamo in una società profondamente divisa in caste. È stato difficile dover accettare di non poter giocare con il mio migliore amico solo perché apparteneva a una casta inferiore. Questo è il tema principale del film: la vera storia di due amici che crescono in una società divisa durante la rivolta maoista. Una storia sulla complessità dell’amicizia e della nostra società, una riflessione sulle usanze arcaiche che ancora predominano in Nepal. Oggi, nonostante siano trascorsi molti anni, il passato continua a perseguitarmi…”


Film molto ma molto carino e ben fatto, soprattutto considerando le difficoltà che avrà incontrato e i mezzi che il giovane regista avrà avuto a disposizione, con la natura protagonista e una poesia che sopravvive e ha la meglio sulla crudeltà della guerra e della realtà, forse perchè vista con gli occhi di bambino, proprio come l'ha vista lui.
Consigliato
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awretus
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by awretus »

Molti anni fa avevo visto un filmetto francese intitolato Trekking, ambientato lungo i sentieri della Corsica (imprecisati, ma certi rifugi sembrano quelli del GR20). Sia il regista che lo sceneggiatore odiavano visceralmente l'escursionismo e la natura, più di quanto potrei odiare io una giornata di saldi a Serravalle Scrivia. Tutte le scene in cui camminano trasuda sofferenza. Ricordo tipo sentieri sassosi, gente esausta, marce forzate, nebbia che nasconde il panorama e temporali.
La trama principale è invece di tipo sentimentale, con al centro la relazione tra una guida e la sua amante.
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Re: WILDERNESS CINEMA

Post by psiconauta »

LES RANDONNEURS (Trekking) - di Philippe Harel, Francia 1997.

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Un gruppo di tre ragazzi e due ragazze partecipano ad un'escursione lungo i tortuosi sentieri della Corsica. Ma durante il difficile tragitto vengono fuori i conflitti e la vera personalità di ognuno di loro.

awretus wrote:Molti anni fa avevo visto un filmetto francese intitolato Trekking, ambientato lungo i sentieri della Corsica (imprecisati, ma certi rifugi sembrano quelli del GR20). Sia il regista che lo sceneggiatore odiavano visceralmente l'escursionismo e la natura, più di quanto potrei odiare io una giornata di saldi a Serravalle Scrivia. Tutte le scene in cui camminano trasuda sofferenza. Ricordo tipo sentieri sassosi, gente esausta, marce forzate, nebbia che nasconde il panorama e temporali.
La trama principale è invece di tipo sentimentale, con al centro la relazione tra una guida e la sua amante.
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:wink:
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