E scopri che puoi non solo salirle, ma anche attraversarle, nel senso che sali da un lato e scendi da quello opposto, e queste sono quelle che più mi piacciono.
E poi trovi che nel modo di salirle c’è una storia, che risale a guerre lontane, che non ricordavi ma che adesso ti incuriosisce: soldati spagnoli in Val Varaita …, guerra di successione austriaca… luglio 1744… mah.
A questo punto chi conosce almeno un pochino la val Varaita avrà capito che sto parlando del Monte Pietralunga, e del suo famoso “Passo del Ciat”.
Definito il tuo bel percorso ad anello ti riprometti di farlo non appena la stagione sarà propizia, ma quasi subito cominciano una serie di sfortune ed imprevisti, alti e bassi, non se ne esce per almeno sette anni. E il Pietralunga diventa così un sogno che a lungo giacerà impolverato nel cassetto.
Poi nel Luglio 2017, esattamente duecentosettantatre anni dopo gli eventi bellici descritti in apertura, si parte dalla borgata Chiesa di Bellino (1440 m) alla volta del Pietralunga, finalmente.
Imboccato in località Masdelbernard il sentiero U63 per il colle della Battagliola si sale da subito molto ripidamente prima tra boschetti di ontani e frassini e poi su ampie praterie, così tipiche della val Varaita.
La vetta del Pietralunga torreggia su di noi, maestosa, ricordando molto, forse per suggestione militaresca, il genovese Forte dei Ratti.
Dall’altra parte della valle di Bellino altrettanto maestoso, si alza il Pelvo d’Elva.
Passate prima le Grange dell’Alp e poi le Grange Espeireà,
si segue la strada sterrata proveniente da Pleyne e si raggiunge il crinale nei pressi della Punta del Cavallo da dove comincia a vedersi il vallone di Chianale
ed il Monviso.
Si prosegue verso il colle della Battagliola dove il sentiero GTA cambia denominazione, e scende alla volta di Ponte Chianale.
Lo abbandoniamo per raggiungere ed oltrepassare la Punta della Battagliola
e quindi salire per faticoso crinale erboso
arrivando alla base della fascia rocciosa che circonda il Monte Pietralunga.
Da qui sembra difficile salire oltre ma grazie al Passo del Gatto, un canale roccioso ripido ma ben appigliato, è possibile pervenire senza troppi problemi alla panoramica ed allungata vetta.
Nota storica:
Lungo questo canale, nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1744, discesero centinaia di soldati franco spagnoli, che anche grazie alla fitta nebbia (frequente su questa cima) colsero di sorpresa le truppe sabaude trincerate sulla Punta del Cavallo.
A dispetto del toponomastico vezzeggiativo di “Battagliola” che oggi contrassegna sia il Colle che la Punta, ci fu in realtà una carneficina, con più di mille morti da ambo le parti.
Non mancano le leggende che vogliono ancora, nelle sere di nebbia, echeggiare dai canaloni circostanti i lamenti dei poveri soldati, lassù caduti inutilmente. Due giorni prima infatti l’Armata franco spagnola aveva espugnato facilmente il forte di Vinadio, dopo aver aggirato lo sbarramento delle Barricate di Pontebernardo, e dilagava ormai per la valle Stura alla volta di Cuneo. Ma la notizia arrivò tardi, a strage fatta, perché il messaggero era morto annegato lungo la strada.
Usciti dal canalino, verticale ma ben scalinato e fornito di corda fissa,
percorriamo ancora un breve tratto di facile cresta e arriviamo alla croce di vetta, 2735 m.
Siamo a cavallo tra il vallone di Bellino e quello di Chianale, da un lato il Monviso e dall’altro il Pelvo, e tanto altro. Davvero un bel panorama.
Dopo pranzo proseguiamo per aerea cresta erbosa verso il colle del Bondormir, sotto l’imponente Monte Ferra.
Anche se siamo a metà luglio sul versante nord ci sono ancora abbondanti residui nevosi.
Ma noi svoltiamo a sud e prendiamo il ripidissimo sentiero U23 che per creste terrose, prati verticali e lunghi canaloni ci riporta alle soglie della Borgata di Celle.
La raggiungiamo attraversando alla fine un meraviglioso prato immersi nei fiori fino al collo.
Dopo una breve visita alle belle case decorate del borgo
rientriamo a Chiesa per un sentiero (delle meridiane) non segnato sulla mappa OSM ma che tocca altre borgate ed evita di dover camminare sulla Provinciale.
In conclusione una salita e una discesa per gambe buone, ma il Pietralunga , se non trovate la nebbia in vetta, ripaga alla grande della fatica spesa.