Era già diversi mesi che, percorrendo in lungo ed in largo i vari crinali che dalla Val Bisagno salgono verso la zona dei Forti di Geova, avevo notato qualche segnalazione rossa/bianco/rossa pronta ad accogliere il n° al suo interno e qualche palina di segnalazione ancora priva del cartello. Settimana dopo settimana ho visto che piano piano i segnavia hanno accolto in nome del percorso (AQ1) e che le paline sono state completate della relativa segnalazione (mete e monti che si raggiungono con relativa quota e tempo di percorrenza), così mi sono deciso a seguire tutto il percorso dalla partenza.
Mi sveglio presto alla mattina, una frettolosa lavata di faccia, una bella colazione, qualche fetta biscottata al mio cane (Tom, che ormai mi segue in quase tutte le mie escursioni) e parto da Molassana. Seguo Via Piacenza fino a San Gottardo dove, poco prima dell’incrocio con Via Trensasco, devio a DX su Crosa dei Morchi (quota 42m - inizio dei segnavia – incrocio Via Piacenza-Via Fidenza). Procedo in salita sulla bella mulattiera prima con qualche palazzone a DX e poi tra casette, orti e vecchie fasce. Oltrepasso a DX un vecchio lavatoio e raggiungo l’Antico Acquedotto, coe imbocco a DX (quota 120m - palina indicatrice). Fino a qui il percorso è comune sia per l’andata che che per il ritorno. Proseguo per circa 250 sull’Acquedotto e poi devio a SX su sentiero in salita. Cammino su sentiero, sempre ben segnalato con bandierine sulle pietre, e mi inerpico con varie curve tra radi ulivi e lecci fino a raggiungere il Monte Pinasco (quota 312m) da dove una breve sosta mi permette di ammirare la bella visuale sulla Val Bisagno. Un sorso d’acqua per me e per Tom e proseguo in discesa, costeggiando una recinzione elettrificata, fino ad una sella (quota 299m) da dove con modesta salita guadagno la cima del Monte Trensasco (quota 413m). Un breve tratto in leggera discesa mi porta ad un prato. Tom è piuttosto agitato, ha fiutato qualcosa che non riesco a vedere. Improvvisamente mi attraversa la strada un bel cinghiale che si butta nella macchia del versante a DX. Fortunamente tengo Tom al guinzaglio, e così riesco ad impedirgli di inseguirlo. Mi è già capitato più volte che Tom, libero durante una escursione si getta alla caccia di qualche preda, sparendo per più di un’ora e costringendomi ad una sosta forzata. Riprendo a camminare e percorro la breve salita che mi separa dal Monte Bastia Sud (quota 441m), da dove la vista si apre anche sulla val Polcevera e su gran parte delle cime dell’Appennino Genovese. Da qui scendo a SX (direzione ovest) per avvicinarmi ad una casa abitata e, deviando a DX ed entrando nel bosco, per immettermi nella bella sterrata che dalla Crocera di Pino raggiunge il Valico di Trensasco (quota 385m – cartello indicatore). Imbocco lo sterrato verso SX, dove incontro anche il segnavia X rossa ed in brevissimo raggiungo il Valico di Trensasco (quota 389m – Baita del Diamante). Oltrepasso l’asfalto, imbocco la sterrata che porta al Righi, e subito dopo, lascio il segnavia FIE X rossa, che prosegue sullo sterrato, e devio a DX in salita (segnavia AQ1 e palina indicatrice). Un breve trato su sentiero in salita e guadagno un bel pianoro prativo panoramico con tanto di panchina (quota 420m). Da qui inizio un tratto di sentiero in forte pendenza con roccette e pietre tra erba e radi arbusti. Decido di lasciare Tom libero per un p’ò, che proce molto più agile di me e raggiunge velocemente il bel poggio panoramico (quota 558m) appena prima della sella est del Diamante. Da li Tom mi aspetta controllando ogni mio passo faticoso. Finalmente raggiungo il poggio (punto più alto del percorso) da dove si gode di uno stupendo panorama. Ad est in alto sopra la testa l’imponente sagoma del Forte Diamante, a sud quasi tutta la Val Bisagno, con belle viste sul Forte Ratti e Torre Quezzi e più in là sul monte Fasce, a nord sulla Val Polcevera fino al crinale Praglia-Monte Leco e ad est l’Appennino con in lontananza l’inconfondibile sagoma del Monte Antola. Qualche passo in lieve discesa e raggiungo la sella est del Diamante (quota 551 – palina segnalatrice). Da qui è possibile raggiungere il Forte Diamante lungo il crinale erboso in forte salita, ma il percorso AQ1 devia a SX in piano. Seguo i segnavia, sempre presenti e molto frequenti. Poco oltre, lungo il percorso, ho visto un escursionista con un cane così riprendo Tom al guinzaglio e procedo in piano sul bel sentiero che aggira il versante sud del Diamante. Lascio a DX due neviere (quota 539m), una delle quali è stata ben ripulita dai rovi e segnalata con un bel cartello, e raggiungo la sella ovest del Diamante (quota 555m – palina segnalatrice). Le indicazioni dicono di deviare a SX e scendere in direzione sud est. Seguo le segnalazioni e percoro il sentiero in discesa dove è presente anche il segnavia FIE triangolo pieno rosso. Lascio a DX un antico cippo di confine, sul quale è presente il segnavia triangolo pieno rosso, supero un facile salto su roccette e poi procedo in piano entrando in un rado boschetto. Qui incontro, a DX, l’altra neviera (quota 487m), che fino a poco tempo fa era come le altre, piena di rovi e vegetazione. Ora è ben ripulita, segnalata ed è anche facile vedere il rivestimento interno in pietre. Continuo in piano, esco da bosco, oltrepasso 3 tralicci abbandonati, e scendo poi fino al Passo del Giandino (quota 452m – palina indicatrice). Scendo sulla la mulattiera di quello che io chiamo “Percorso delle Farfalle” che porta all’Osteria della Baracche, e risalgo per proseguire sul crinale che scende direttamente in Val Bisagno. Oltrepasso alcuni pilastrini in cemento armato e raggiungo la sterrata pianeggiante che dal Righi porta alla Baita del Diamante (palina di segnalazione). La attraverso e proseguo in discesa seguendo in segnavia AQ1. Su sentiero tra prati con un boschetto sulla SX raggiungo la zona del metanodotto, che seguo a DX per circa 100m e che poi lascio a DX per continuare sempre lungo la linea di massima pendenza del costone est del Forte Fratello Maggiore. Sempre con il segnavia presente e ben evidente, raggiungo un tratto di crinale in piano, dove mi godo il bel panorama sulla valletta di Trensasco e sulla valletta del Fossato della Cicala, dove spicca bene evidente il tracciato dell’Antico Acquedotto. Continuo prima in leggera discesa, lasciando a DX una targa posta dal CAI (quota 200m) e poi il sentiero, aumentando la pendenza, effettua qualche tornante, inconta un rudere, e si innesta sull’Antico Acquedotto (quota 100m - palina indicatrice). Imbocco l’Acquedotto verso SX e lo seguo fedelmente, oltrepassando un ponticello in pietra, fino all’innesto sulla provinciale per Trensasco, che imbocco a SX in salita. Poco meno di 200m di asfalto e poi devio a DX su un antico ponte che supera il Rio Trensasco (quota 100m). Oltre il ponte, con qualche tornante in salita, raggiungo il tracciato dell’Acquedotto sul versante opposto della valletta, che imbocco verso DX (quota 120m). Continuo in piano, oltrepasso un guado dove il ponte è crollato, ed in breve raggiungo l’incrocio con la Crosa dei Morchi percorsa all’andata, che imbocco per tornare a San Gottardo.
Qui altre informazioni sul percorso:
http://www.webalice.it/giorgio.mazzarel ... (TREK).pdf
QUALCHE FOTO (fatte in diversi periodi):
PARTENZA DEL PERCORSO
ALLA SELLA EST DEL DIAMANTE
NEVIERA
ALLA SELLA OVEST DEL DIAMANTE
PANORAMA SU TRENSASCO
PANORAMA SU MOLINI DI TRENSASCO
PANORAMA SUL PONTE SUL FOSSATO CICALA
TARGA CAI ULE
RUDERE A QUOTA 150m
PONTE SUL RIO TRENSASCO
LA CARTINA DEL PERCORSO
![Image](http://www.quotazero.com/album/albums/userpics/10815/normal_AnelloAQ1-AcquedottoNeviere%28carta%29.jpg)
E qui il link alla carta in alta definizione:
http://www.quotazero.com/album/albums/u ... rta%29.jpg
Giorgio