Monte Chersogno - vie alpinistiche
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Monte Chersogno - vie alpinistiche
Sono andato diverse volte sul Chersogno, in Val Maira. Sempre per la via normale. Qualcuno sa se esistono altre vie di salita un pò più impegnative ma non troppo?
- maxgastone
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sapevo di una via che sale nella parete che dà sul vallone di elva, ma non ho specifiche.
mi ricordo solo di aver letto di una roccia tipo "pan di spagna".......buona giusto per la crema....
è incredibile la montagna: nella stessa valletta trovi roccia incredibile ( vedi rocca gialeo, ad esempio ) e dall'altra parte il chersogno che è un budino......
ma và a capire, te....
mi ricordo solo di aver letto di una roccia tipo "pan di spagna".......buona giusto per la crema....
è incredibile la montagna: nella stessa valletta trovi roccia incredibile ( vedi rocca gialeo, ad esempio ) e dall'altra parte il chersogno che è un budino......
ma và a capire, te....
- Brun Rusan
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- Brun Rusan
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Ecco il più facile (se ti basta...)
Per lo sperone Nord-Est.
Gian Luigi Bozzo, Marcelle Ghibaudo, Mario Idoro, 25 settembre 1977 (RM 1978, 357). Prima invernale: Ernesto e Walter Galizio, Agostin Cazzerà, Giuseppe Sandri, 2-3 febbraio 1980.
Itinerario lungo e complesso. Dislivello: e. 700 m. Difficoltà: D +, pass. di V, V + ; usati 20 eh. (4 in posto). La roccia per i primi due terzi è un'arenaria quarzitica quasi sempre chiodabile, calcarea sulla cresta finale.
Dalle Gr. Chiotti 2002 m si segue l'it. 5436 del Colle di Chiosso fin presso la base dello sperone (ore 0.50). L'attacco è situato a destra di un affilato spigolo, lungo un diedro-canale (ometto). Salire un camino dì 6 m, traversare a destra su cengette per 12 m e superare un breve salto strapiombante giungendo su una cengia erbosa inclinata a destra del diedro-canale (25 m, IV). Tornare nel diedro-canale, salire la sponda sinistra (III) fin sotto un tetto, per uscire quindi a sinistra (IV) a un terrazzo sul filo dello spigolo (30 m). Superare una placca verticale (10 m, IV+ ) a destra dello spigolo, poi per roccette a una cengia erbosa (20 m, III).
Qui il diedro-canale termina, sbarrato da strapiombi. Si attraversa lo spigolo a sinistra su rocce ripide e cenge erbose senza scostarsi troppo dalla direttiva dello sperone, fin sotto ad un roccio-ne aggettante (55-60 m, III, III + ). Aggirare il roccione a destra e superare un diedro-canalino fino ad un terrazzo (25 m, III, IV). Proseguire lungo la direttiva del canalino sottostante verso un gendarme (III, 4 m V, IV + ), fino a pochi metri dalla sommità di questo (35 m). Continuando sul filo dello sperone (III) si giunge alla base di un salto rossastro (35 m). Traversare a sinistra su cengia erbosa, salire un camino verticale nerastro (25 m, IV+ ) fino a un tetto, uscire a destra superando uno spigolo (passo di V + ) e, per rocce più facili, guadagnare la sommità del salto (30 m; possibilità di uscire dalla via). Proseguire sul filo dello sperone per rocce inclinate (75 m, III). Superare un diedro verticale (25 m, III + ) a destra dello sperone, giungendo su un comodo terrazzo.
Elevarsi a sinistra su una placca gialla (IV), passare uno strapiombo (A1/V+, 3 eh.) e proseguire (IV) fino su un ballatoio (35 m). Traversare a destra sotto tettini gialli, doppiare uno spigolo e superare una scomoda nicchia (8 m, IV-), elevarsi in un diedro giallo (IV) e raggiungere il filo dello sperone (III; 25 m). Salire una placca (IV), aggirare a sinistra una cestola (III + ) e guadagnare cenge erbose (15 m). Qui lo sperone si trasforma in cresta, che si percorre per 150 m (II, III). Salire quindi per ripide rocce sul fianco destro (III) arrivando sotto il salto calcareo biancastro costituito da rocce appuntite protese all'esterno (30 m). Superarle direttamente, poi per un canalino verticale giungere al la sommità del salto (35 m, IV continuo). Si prosegue sul filo della cresta per e. 300 m, incontrando alcuni tratti divertenti ed aerei (II, III), fino alla vetta (ore 14).
E questa è una mia foto fatta a il 21/11/05:
Gian Luigi Bozzo, Marcelle Ghibaudo, Mario Idoro, 25 settembre 1977 (RM 1978, 357). Prima invernale: Ernesto e Walter Galizio, Agostin Cazzerà, Giuseppe Sandri, 2-3 febbraio 1980.
Itinerario lungo e complesso. Dislivello: e. 700 m. Difficoltà: D +, pass. di V, V + ; usati 20 eh. (4 in posto). La roccia per i primi due terzi è un'arenaria quarzitica quasi sempre chiodabile, calcarea sulla cresta finale.
Dalle Gr. Chiotti 2002 m si segue l'it. 5436 del Colle di Chiosso fin presso la base dello sperone (ore 0.50). L'attacco è situato a destra di un affilato spigolo, lungo un diedro-canale (ometto). Salire un camino dì 6 m, traversare a destra su cengette per 12 m e superare un breve salto strapiombante giungendo su una cengia erbosa inclinata a destra del diedro-canale (25 m, IV). Tornare nel diedro-canale, salire la sponda sinistra (III) fin sotto un tetto, per uscire quindi a sinistra (IV) a un terrazzo sul filo dello spigolo (30 m). Superare una placca verticale (10 m, IV+ ) a destra dello spigolo, poi per roccette a una cengia erbosa (20 m, III).
Qui il diedro-canale termina, sbarrato da strapiombi. Si attraversa lo spigolo a sinistra su rocce ripide e cenge erbose senza scostarsi troppo dalla direttiva dello sperone, fin sotto ad un roccio-ne aggettante (55-60 m, III, III + ). Aggirare il roccione a destra e superare un diedro-canalino fino ad un terrazzo (25 m, III, IV). Proseguire lungo la direttiva del canalino sottostante verso un gendarme (III, 4 m V, IV + ), fino a pochi metri dalla sommità di questo (35 m). Continuando sul filo dello sperone (III) si giunge alla base di un salto rossastro (35 m). Traversare a sinistra su cengia erbosa, salire un camino verticale nerastro (25 m, IV+ ) fino a un tetto, uscire a destra superando uno spigolo (passo di V + ) e, per rocce più facili, guadagnare la sommità del salto (30 m; possibilità di uscire dalla via). Proseguire sul filo dello sperone per rocce inclinate (75 m, III). Superare un diedro verticale (25 m, III + ) a destra dello sperone, giungendo su un comodo terrazzo.
Elevarsi a sinistra su una placca gialla (IV), passare uno strapiombo (A1/V+, 3 eh.) e proseguire (IV) fino su un ballatoio (35 m). Traversare a destra sotto tettini gialli, doppiare uno spigolo e superare una scomoda nicchia (8 m, IV-), elevarsi in un diedro giallo (IV) e raggiungere il filo dello sperone (III; 25 m). Salire una placca (IV), aggirare a sinistra una cestola (III + ) e guadagnare cenge erbose (15 m). Qui lo sperone si trasforma in cresta, che si percorre per 150 m (II, III). Salire quindi per ripide rocce sul fianco destro (III) arrivando sotto il salto calcareo biancastro costituito da rocce appuntite protese all'esterno (30 m). Superarle direttamente, poi per un canalino verticale giungere al la sommità del salto (35 m, IV continuo). Si prosegue sul filo della cresta per e. 300 m, incontrando alcuni tratti divertenti ed aerei (II, III), fino alla vetta (ore 14).
E questa è una mia foto fatta a il 21/11/05:
- Brun Rusan
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Senti, ma secondo te i passaggi più difficili sono aggirabili?
E quel "ore 14" in fondo alla relazione indica l'orario di arrivo in vetta? Peccato non ci sia l'ora di partenza..
Certo che se si riuscisse a ridurre al III/IV sarebbe bello poter salire sul Chersogno per quella via..
p.s. dove l'hai recuperata questa relazione?
E quel "ore 14" in fondo alla relazione indica l'orario di arrivo in vetta? Peccato non ci sia l'ora di partenza..
Certo che se si riuscisse a ridurre al III/IV sarebbe bello poter salire sul Chersogno per quella via..
p.s. dove l'hai recuperata questa relazione?
- Brun Rusan
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La relazione è tratta dalla GUIDA DEI MONTI D'ITALIA di MICHELANGELO BRUNO
MONTE VISO - ALPI COZIE MERIDIONALI
Non ha grande senso aggirare le difficoltà della via, perchè vuol dire fare un'altra via...
In ogni caso, chi l'ha aperta, l'ha fatta con quel percorso perchè probabilmente era il più logico e il più sicuro.
Sicuramente in quella grande parete, ci sono percorsi più facili, ma indubbiamente risulterebbero meno interessanti e su roccia non buona.
Le ore 14 sono senz'altro il tempo complessivo di salita. Anche se la via è molto lunga, mi sembra comunque eccessivo: mi sorge il dubbio che potrebbe trattarsi di un errore, ma ho ricontrollato sulla guida ed è riportato così....
MONTE VISO - ALPI COZIE MERIDIONALI
Non ha grande senso aggirare le difficoltà della via, perchè vuol dire fare un'altra via...
In ogni caso, chi l'ha aperta, l'ha fatta con quel percorso perchè probabilmente era il più logico e il più sicuro.
Sicuramente in quella grande parete, ci sono percorsi più facili, ma indubbiamente risulterebbero meno interessanti e su roccia non buona.
Le ore 14 sono senz'altro il tempo complessivo di salita. Anche se la via è molto lunga, mi sembra comunque eccessivo: mi sorge il dubbio che potrebbe trattarsi di un errore, ma ho ricontrollato sulla guida ed è riportato così....
Si, hai ragione...non sarebbe più la via se si aggirano gli ostacoli..
Certo che 14 ore sono un'enormità...
Per ora comunque le mie capacità mi consentono di pensare concretamente al Pelvo e alla cresta...tra l'altro vorrei capire se la via descritta da quell'alpinista su gulliver.it è la stessa tua o qualcosa di diverso (visto che parlava di passaggi di IV).
Certo che 14 ore sono un'enormità...
Per ora comunque le mie capacità mi consentono di pensare concretamente al Pelvo e alla cresta...tra l'altro vorrei capire se la via descritta da quell'alpinista su gulliver.it è la stessa tua o qualcosa di diverso (visto che parlava di passaggi di IV).
- Brun Rusan
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Chersogno
Behhh....
14 ore non saranno un'enormità in senso assoluto,
ma per una via di 700 metri, classificata D+
credo che siano davvero tante....
Pelvo d'Elva
Quella via alla cresta Nord-Est del Pelvo di Gulliver
credo che sia la stessa che intendevo io,
tranne il fatto che probabilmente
hanno salito integralmente lo zoccolo e
sicuramente SOVRASTIMATO la difficoltà della parte superiore.
Su la Guida dei Monti d'Italia è classificata AD-
Behhh....
14 ore non saranno un'enormità in senso assoluto,
ma per una via di 700 metri, classificata D+
credo che siano davvero tante....
Pelvo d'Elva
Quella via alla cresta Nord-Est del Pelvo di Gulliver
credo che sia la stessa che intendevo io,
tranne il fatto che probabilmente
hanno salito integralmente lo zoccolo e
sicuramente SOVRASTIMATO la difficoltà della parte superiore.
Su la Guida dei Monti d'Italia è classificata AD-
- Fed7
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14 ore per una via di 700 mt valutata D+ sono forse un po' troppi.Brun Rusan wrote:Chersogno
Behhh....
14 ore non saranno un'enormità in senso assoluto,
ma per una via di 700 metri, classificata D+
credo che siano davvero tante....
[cut]
Però dipende anche dai gradi ... di chi è? È mica di Comino? Xchè ci sono delle sue vie valutate V che sono + dure di un 6a (lo sai no? problema della scala chiusa e altre belle cosette )
Ad esempio la via sullo Scarason o sullo spigolo della p.ta Tino Prato al Marguareis sono si V ma che V
Che dire? Appena sento il Ghigo x gli auguri gli sparo il domandone
«They call me the breeze, I keep blowing down the road - I ain't got me nobody, .......»
- Brun Rusan
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No, la via è relativamente recente:
Gian Luigi Bozzo, Marcello Ghibaudo, Mario Idoro, 25 settembre 1977 (RM 1978, 357).
Prima invernale: Ernesto e Walter Galizio, Agostin Cazzerà, Giuseppe Sandri, 2-3 febbraio 1980.
Itinerario lungo e complesso. Dislivello: e. 700 m. Difficoltà: D +, pass. di V, V + ; usati 20 eh. (4 in posto).
Credo che sia senz'altro un errore perchè per un'altra via che percorre all'incirca lo stesso sperone (quindi stessa lunghezza) ma classificata TD-, è previsto un tempo di ore 5,30
Gian Luigi Bozzo, Marcello Ghibaudo, Mario Idoro, 25 settembre 1977 (RM 1978, 357).
Prima invernale: Ernesto e Walter Galizio, Agostin Cazzerà, Giuseppe Sandri, 2-3 febbraio 1980.
Itinerario lungo e complesso. Dislivello: e. 700 m. Difficoltà: D +, pass. di V, V + ; usati 20 eh. (4 in posto).
Credo che sia senz'altro un errore perchè per un'altra via che percorre all'incirca lo stesso sperone (quindi stessa lunghezza) ma classificata TD-, è previsto un tempo di ore 5,30
- Conte Ugolino
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A livello bibliografico, perchè per il resto non conosco per nulla la zona.
C'è la relazione di una via anche su Montagne Doc di Parodi Scotto Villani.
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http://trailsantacroce.com" onclick="window.open(this.href);return false;
Se l'è fassile m'angusciu, se l'è diffisile tribullu!
"Ogni civetta ha la sua casa l'albero, ma il barbagianni invece no" Punkreas Paranoia e potere
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- Brun Rusan
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- Brun Rusan
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Ciao...presaviscida wrote:scusa BRUNO TU CHE SEI UN LOCAL , IN QUESTO PERIODO DEL TIPO QUESTO WEEK , SECONDO TE QUESTA SALITA SI PUO' FARE .... E LA DISCESA è FATTIBILE... IO AVREI INTENZIONE DI FARE LA VIA DEI GINEPRI + CRESTA , TU L ' HAI GIà FATTA?
Purtroppo non sono un arrampicatore e quindi non posso esserti di molto aiuto.
Posso solo dirti che, dalla relazione, pur trattandosi di una via TD- e quindi con molti tratti verticali,
presenta canalini, diedri e cenge che procedono obliqui nella parete,
per cui, verosibilmente, ci saranno ancora tratti con qualche residuo di neve
che, pur facili, potrebbero dare noia nel prosieguo dell'arrampicata.
Tieni conto che ieri mattina era tutto imbiancato fino ai 1600-1800 metri.
Per la discesa dalla normale con gli scarponi non ci dovrebbero essere problemi.
In questo periodo credo che sia più attraente la zona della Gialeo,
sicuramente asciutta e non ancora troppo calda.
Questo è il poco che posso dirti...