spesso con me, la val borbera si comporta come una donna che vuol farsi desiderare e mi sfugge, nascondendosi dietro una cortina di nuvole e pioggia.
così è stato anche sabato scorso.
l'idea iniziale era di partire in bicicletta da voghera (in realtà con un prologo a milano da casa alla stazione fs di rogoredo), raggiungere le capanne di cosola attraverso il passo del brallo, la colletta e il giovà e rientrare su voghera attraverso le strette del borbera e la val grue.
all'inizio tutto bene, se facessi finta di non aver dovuto correre con la bici in spalla attraverso due vagoni, nella disperata ricerca di una porta funzionante da cui poter scendere a voghera e mi dimenticassi del solito errore di strada per cui, invece di andare direttamente a rivanazzano, sono finito quasi a montebello... intanto però si dissolvevano le nuvole che prima gravavano sui monti che dividono la valle staffora dalla val curone e ,su uno sfondo di cielo azzurro, si faceva largo un bel sole caldo.
eh si! pensavo, erano giuste quelle previsioni che parlavano di tempo asciutto almeno fino a sera.
così pensavo.
fino al momento in cui giunsi nella zona di santa margherita: a quel punto dalla val borbera grossi nuvoloni comincivano ad attraversare il monte chiappo. mah! il tempo di pedalare fino alla colletta ed ecco, accompagnata da un venticello freddo una pioviggine inizia a scurire l'asfalto e bagnarmi le mani e la bicicletta. procedo ugualmente tranquillo: la strada che segue il versante orientale dell'alta valle, appena più in basso della cresta è uno splendido nastro d'asfalto a saliscendi, contornato da boschi e pascoli. questi ultimi impazziti dei colori gialli, rosso violetto e blu delle genziane, tarassaco, sambucine, primule, violette e tanti altri fiori.
così fino al passo del giovà, dove la valle staffora si chiude. qui un ultima breve salita porterebbe alle capanne di cosola: l'ultimo sforzo... dopo più o meno 90 chilometri di risalita... più o meno... poi sarà tutta discesa fino a voghera... più o meno... ma no... ma quei nuvoloni... e questo vento freddino... e poi ormai è mezzogiorno... vale la pena rischiare tanta strada sotto l'acqua? ...per ritrovarsi poi fradicio, a chissà quale ora su chissà quale treno che mi riporti a milano? no... no! meglio scendere, arrivare almeno a varzi e poi vedere, decidere.
pazienza.
la discesa su pianostano non è facilissima: strada stretta, asfalto ruvido e spesso malconcio, con un pò di ghiaietto sulle curve. ma vado giò rapido, per quanto posso: la pioviggine continua a inseguirmi. e un nuvolone scuro ora serpeggia intorno al monte lesima, avanzando minaccioso verso la valle. un'altro più avanti s'allunga verso la conca di varzi.
dallo strapiombo di qualche vallecola risale lo scroscio dei torrenti: in questi anni non ricordo di averli mai sentiti così rumorosi.
arrivo sul fondo valle: un sole velato dalle nubi torna a disegnare pallidamente la mia ombra sull'asfalto, ma la pioggia ancora lieve sembra incalzarmi alle spalle: via, veloce.
il ponte sull'aronchio (anche questo torrente che spesso è in secca, ora rumoreggia rumoroso),
poi varzi. via ancora, ma una livida velatura in fondo lascia presagire la pioggia.
e ti pareva! bagnaria si chiama questo paese. in realtà credo che sia un riferimento ad antichi bagni termali di epoca romana, ma qui la pioggia l'ho così presa spesso, che propendo per questa seconda etimologia. tant'è, mi fermo sotto il balcone sporgente di una casa lungo la strada e mangio i due panini che mi sono portato dietro. finisco, ancora un attimo ed ecco che finisce pure la pioggia. quella che cade dall'alto. come ben sa chi va in bici, quando la strada è bagnata, piove anche dal basso: l'acqua che le ruote sollevano dall'asfalto, per deportela terrosa sulle gambe e sulla schiena. ed è così fino a voghera. tralascio i ritardi fs come si farebbe con qualcosa che è scontato e inevitabile.
poi arrivo a milano quando ancora piove. ma solo per poco. poi rimane ancora solo quella che arriva dal basso. arrivo a casa, scendo la rampa del box, imposto la svolta a destra e ...bam! il copertoncino bagnato fa slittare di lato la ruota anteriore: eccola, dopo centocinquanta chilometri, la classica caduta degli ultimi venti metri!
valle staffora
Moderator: Moderatori
Re: valle staffora
La val borbera è un bel terreno per gli amanti dei percorsi impegnativi pittoreschi e con poco traffico. Le fioriture come hai notato, in questa stagione sono magnifiche ma purtroppo in questo mese piuttosto perturbato tra il ciclista e "l'oggetto del desiderio" c'e di mezzo il tempo.frank wrote:spesso con me, la val borbera si comporta come una donna che vuol farsi desiderare e mi sfugge, nascondendosi dietro una cortina di nuvole e pioggia.
così è stato anche sabato scorso.

Non sei il primo che sento che usa il treno per gli avvicinamenti, ma converrai che non è il mezzo piu adatto, legato come sei agli orari e impossibilitato a cambiarti adeguatamente al termine del giro specialmente se bagnato. Sono convinto che se avessi raggiunto Voghera in auto non avresti rinunciato a completare il bel percorso acqua o non acqua
Comunque è sempre un'avventura, ciliegina finale compresa.
Piero
Più Salgo Più Valgo
6° Reggimento Alpini
6° Reggimento Alpini
veramente la mia intenzione è di usare l'auto sempre di meno. seppure il treno pone qualche problema come gli orari, o la difficoltà a portarsi dietro ricambi, offre però dei grossi vantaggi: non dover guidare al ritorno quando sei stanco, non obbligarti a tornare dove sei partito (ad esempio in questo caso anzichè tornare a voghera averi potuto puntare su arquata scrivia o su tortona), con la possibilità di estendere il percorso il più possibile. certo, se le fs funzionassero un po meglio ...