Il giro parte da Stalla Rossa, poco distante dalle grotte di Bossea, raggiungibile tramite una strada sterrata che si diparte dal primo tornante a destra dopo le grotte (località Scarrone) risalendo il fiume Corsaglia.
Lasciata la macchina nei pressi della Stalla, ci incamminiamo per lo sterrato, fino a raggiungere un ponticello che attraversa il fiume, per raggiungere il casotto dei guardiapesca. Da dietro la costruzione inizia il sentiero nel bosco che è indicato con un pallino rosso, seppure poco evidente e cancellato dal tempo.
Purtroppo nel bosco avvertiamo quasi subito la presenza di cani da caccia e relativi cacciatori, poco sopra di noi. Segnaliamo la nostra presenza con un fischietto, mentre i cani si lanciano all’inseguimento di qualche preda senz’altro più interessante…rimane un po' di paura di finire impallinati per sbaglio, ma proseguiamo cercando di affrettare il passo.
Il tratto nel bosco è abbastanza lungo, ma molto piacevole e termina in una bellissima conca erbosa dalla quale si domina già un panorama mozzafiato coloratissimo, dovuto al fatto che gli alberi hanno già iniziato a cambiare colore e non c’è una nube in cielo. Continuamo a salire verso la Colletta, meraviglioso balcone verso il Baussetti che abbiamo risalito poche settimane prima.
Giunti alla Colletta decidiamo di fermarci per riprendere fiato ed energie e studiarci il percorso: la descrizione che abbiamo con noi parla di un tratto difficoltoso dato dal fatto che il sentiero si perde nella vegetazione. In realtà il recente passaggio delle mucche ci agevola non poco, arretrando infatti di una ventina di metri e salendo in direzione sud-ovest ritroviamo la traccia che dopo diversi tornanti ci conduce verso un altro incantevole pianoro adibito a pascolo: a questo punto non siamo molto lontani dalla cima.
Sempre seguendo i rari segni rossi risaliamo lungo un tappeto di rododendri profumati fino ad arrivare alla tanto agognata cima data a 2241 m. Il panorama è quanto di più bello si possa immaginare: la vista spazia dal mare al monviso, a 360°. Non c’è una nuvola in cielo, la giornata è bellissima e c’è solo il vento che ci costringe a ripararci dietro i resti di un muro a secco che circonda la cima. Mangiamo velocemente il nostro panino e riprendiamo a camminare: c’è troppo vento per stare fermi e iniziamo ad avere freddo nonostante il sole, la giacca e il pile.
Dalla cima scendiamo in direzione del pizzo d’ormea: io lascio alla mia destra la cima Ruscarina che L. decide di salire. Ci diamo appuntamento poco vicino al colle del Pizzo, al ricongiungersi dei due sentieri. Sotto di noi un solitario laghetto (lago Valcaira?).
Dal colle del Pizzo il sentiero in discesa verso la Sella Revelli inizia ad essere ben segnato (sempre pallino rosso, inizieranno poi ad esservi anche i segnali bianco-rossi) anche se un po’ scosceso. Il pianoro sotto di noi è abbastanza asciutto e si attraversa facilmente. Un ultimo sforzo in salita per valicare una collinetta e arriviamo alla Sella Revelli, da lì il percorso di rientro ci è noto, lasciate le indicazioni per il bivacco Cavarero scendiamo lentamente verso il gias Traversa ricongiungendoci allo sterrato che riporta alla Stalla rossa, non senza un mio allungamento per terra tipo sacco di patate

Per fortuna nessuna conseguenza grave, a parte qualche livido: rientriamo lentamente verso la casa di Fontane contenti della bellissima giornata e rammaricandoci di non aver avuto con noi una macchina fotografica, meritava proprio.
Come giusta ricompensa ci aspettano per cena una bottiglia di Barbaresco tenuta per l’occasione, tajarin al ragù di salsiccia e una fantastica torta alle mele della bottega di Corsaglia che spazzoliamo almeno per una volta senza troppi rimorsi di coscienza.
Che dire: un giro bellissimo e non difficile, forse poco conosciuto e un po’ lungo (noi siamo partiti alle 9.30 e siamo arrivati alle 18.00), ma che vale la pena di provare…giornate di caccia permettendo ovviamente.
