Sempre in cerca di nuovi monti da salire , ho trovato sulla cartina una zona che non avevo ancora bazzicato : il primissimo entroterra di Pietra Ligure . Certo , non sto parlando di " monti veri " , sono alcune alture costiere ai piedi del Monte Carmo , ma almeno la zona è poco urbanizzata e consente comunque belle visuali . Su queste colline , oltre ai sentieri escursionistici , c' è anche una bella rete di piste per MTB che offre alternative interessanti ai ciclisti che frequentano il vicino Finalese . Ulteriore vantaggio è che la gita può anche essere fatta usando il treno come mezzo di trasporto

, vista la comodità della stazione di Pietra Ligure . Così sabato 28 dicembre ho fatto lì la mia ultima escursione del 2024 . Verso le 9,10 il Regionale mi scarica in stazione ed io mi avvio lungo il percorso ad anello che mi ero studiato sulla fida carta OSM .

La giornata è bella ma ancora frescolina . Devo seguire l' Aurelia per circa un km in direzione ponente per trovare l' imbocco di Via Ciappe , proprio nei pressi del cartello di inizio del comune di Loano . Risalendola , trovo quasi subito il segnavia " quadrato rosso vuoto " che sarà sempre ben presente per quasi tutto il mio giro . Prima che finisca l' asfalto , tra gli orti , è ben indicato un sentiero che sale sulla prima dorsale tra i pini marittimi ed in breve conduce alla bianca chiesetta dedicata ai Santi Cosma e Damiano ( 108 m. ) .
Bei panorami dalla piazzetta antistante , specialmente verso Loano e la lontana isola Gallinara .
Il caldo inizia a farsi sentire e siccome non c' è vento , potrò fare il resto del mio giro in maniche corte .

A sinistra della chiesina , cartelli e segnavia invitano ad imboccare un viottolo di campagna che si inerpica e conduce su due panoramici dossi , il secondo dei quali è il Bric Cinque Alberi ( 206 m. ) .
Si scende rapidamente al Colletto di Ranzi ( 168 m. ) incontrando alcune querce da sughero , avanguardia di una più vasta sughereta che si può vedere più avanti, sulle pendici occidentali del Monte Ciazze Secche . Io non la vedrò perchè al colletto imbocco a destra verso Ranzi lungo un sentiero tra gli ulivi . Prima di arrivare al caratteristico borgo che sovrasta l' autostrada , lascio il " quadrato rosso vuoto " ed imbocco una ripida salita a sinistra , senza indicazione alcuna . Il tracciato è comunque ampio ed evidente , dato che sicuramente è una scoscesa pista per MTB . Con una certa fatica mi arrampico lungo questo percorso tra la macchia mediterranea e sotto ad un sole più caldo del previsto .

In cima al Monte Ciazze Secchè ( 428 m. ) , poco panoramico perche boscoso , troverò un edificio diroccato , alcuni grandi ripetitori e dei tralicci elettrici . Imbocco la successiva carrareccia dove ritrovo in breve il " quadrato rosso vuoto " . Seguendolo con facilità alterno sentieri a jeepabili finchè in cima ad un dosso non trovo una lunga spaccatura nel terreno roccioso . Dovrebbero essere trincee di epoca napoleonica risalenti alla battaglia di Loano .
Incontro anche alcune postazioni di cacciatori rivolte a levante e , in una di queste , il bossolo di un arma che non credo sia da caccia ...
Ritorno quindi sullo sterrato , supero il Colletto di Verzi ( 338 m. ) ed arrivo ad un bivio non indicato sulla sinistra , chiuso da una sbarra . Lì sopra ci sono la chiesetta di San Martino , una stele alpina ed un rudere di pietra con croce di legno ( probabilmente i resti di una chiesa più antica ) .
Mi pare un ottimo posto per la pausa pranzo , ma è ancora presto , così proseguo per raggiungere la soprastante sommità dell' anonimo Poggio San Martino ( 455 m. )
e poi il Cabanun ( 428 m. ) , costruzione in pietra a forma di trullo risalente al 18° secolo .
Proseguendo si arriverebbe in una mezz' oretta al Rifugio Pian delle Bosse , ma non ne ho intenzione . A questo punto decido di tornare indietro lungo la carrareccia e di fermarmi a mangiare a San Martino , sotto il bel sole e godendoni ampi panorami verso il mare .

Dopo la sosta riprendo la discesa lungo la sterrata in direzione del paese di Ranzi ma faccio ancora una deviazione non segnata per toccare la vetta del Monte Pianosa ( 406 m. ) .
Arrivo quindi sull' asfalto nei pressi di un pilone sacro in eccellente posizione panoramica .
Da lì una bella mulattiera sempre segnata " quadrato rosso vuoto " mi fa scendere sino al ben conservato borgo di Ranzi , con i suoi caratteristici vicoli acciotolati ed i suoi archi di pietra .

Proseguendo la discesa supero l' autostrada su di un cavalcavia e poi mi innesto sulla strada dello svincolo autostradale sino all' Aurelia . La stazione è proprio a pochi passi . Dopo alcuni minuti arriverà il mio treno ...

Termino quindi la mia gita , che secondo Strava è stata di quasi 16,5 km per 725 metri di dislivello .

Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato.[Charlie Chaplin]