
Giovedì 13 Febbraio 2025: Chiesa dell’Aquila (25) – Arma del Sanguineto (o Grotta della Matta - 120) – Grottta a 2 piani (105) – Chiesa Sant’Antonino (295) – Grotta Sant’Antonino (290) – Caverna Pizzorno (200) - Caverna dell’Uccelliera (140) – Chiesa dei 5 Campanili (135) - Chiesa dell’Aquila (25).
Partecipanti: Silvia, Stella Polare e soundofsilence.
Lunghezza: 5 Km. circa, ma il percorso difficile da individuare, le difficoltà del terreno e l’esplorazione di alcune grotte lo rendono comunque un giro che può anche impegnare per più di mezza giornata.
Dislivello: 450 m. circa.
Difficoltà: la salita dalla Grotta a 2 Piani fino alla Chiesa di Sant’Antonino è su terreno assai complicato e tracce quasi inesistenti, quindi, per la ripidità, la necessità di orientarsi ed alcuni passaggi di arrampicata secondo me non può essere valutata meno di F (alpinistico facile); il passaggio tecnicamente più difficile si trova poi nel superare un basso saltino senza appigli, che può essere considerato di III grado, in cui ho usato una corda per aiutare a salire gli altri partecipanti. La discesa da Sant’Antonino sarebbe invece decisamente più facile, direi EE (per escursionisti esperti), ma un EE non particolarmente difficile, in quanto comunque segnato e attrezzato con corde nei punti più ripidi, se non fosse per la breve ferrata (15 metri circa) percorsa in discesa (comunque evitabile, ma che permette l’accesso ad alcune grotte), che, pur facile in quanto attrezzata con staffe, è però molto esposta e strapiombante, quindi ne consiglio la percorrenza, perlomeno in discesa, con imbrago e set da ferrata o, come ho fatto io, con corda doppia e nodo autobloccante. Per quanto riguarda la percorrenza delle Grotte, occorrono naturalmente casco e lampada (con pile e lampade di riserva), ma la difficoltà principale è percorrere una decina di metri strisciando per accedere alla seconda parte dell’Arma del Sanguineto; ben più difficile sarebbe il percorso integrale della Grotta di Sant’Antonino, descritto in altra pagina di questo sito, ma ci siamo limitati a visitare la prima sala in quest’occasione.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino all’uscita di Finale Ligure, dove prendiamo a sinistra scendendo verso il mare. Giunti alla seconda rotonda prendiamo a sinistra verso Finalborgo, arrivando subito ad un bivio, dove proseguiamo dritti in Via Nicotera, per prendere poi a destra Via Lancellotto, quindi a sinistra Via Gallesio, e ancora a destra Via Annunziata. Continuiamo poi dritti in Via Arnaldi, che seguiamo verso sinistra al bivio con Via Alighieri. Incrociamo quindi Via Brunenghi, che imbocchiamo verso sinistra, proseguendo quindi dritti per circa 1,1 Km. fino a giungere ad una Chiesetta sulla destra, presso la quale parcheggiamo.
Percorso a piedi: dal parcheggio proseguiamo su asfalto per una trentina di metri, quindi prendiamo a sinistra un ponte sul Torrente Aquila. Attraversato il ponte prendiamo a sinistra, lasciando dritta davanti a noi una strada privata, giungendo così ad intercettare un acciottolato, che imbocchiamo verso destra, passando a fianco di alcune case. Dopo poco più di 250 metri giungiamo ad un bivio, dove lasciamo a sinistra il sentiero che sale alla Chiesetta dei 5 Campanili (da cui torneremo), proseguendo invece dritti. Percorsi altri 300 metri giungiamo ad un nuovo bivio, dove prendiamo a destra un sentiero che scende subito ad attraversare un torrente. Attraversato il Torrente (Fosso Pianmarino), prendiamo a destra e, dopo meno di 100 metri, giungiamo ad un bivio: a destra il sentiero in discesa verso Contrada Bolla, mentre noi proseguiamo dritti. Subito possiamo notare sulla sinistra una galleria naturale di crollo che, volendo, possiamo in breve visitare. Continuando dritti arriviamo quindi ad un grande arco naturale triangolare, sotto il quale passiamo, quindi prendiamo a sinistra, passando vicino ad una prima grotticella (Grotta Inferiore della Matta), quindi saliamo ripidamente alla soprastante Grotta della Matta (o Arma del Sanguineto). Visitiamo quindi la Grotta, dove un basso cunicolo sulla sinistra consente di accedere ad una seconda grande sala in salita, abbastanza concrezionata. Visitata la Grotta torniamo all’arco e scendiamo ad una traccia sottostante, che imbocchiamo verso sinistra. Continuando dritti su traccia abbastanza evidente raggiungiamo prima un grotta con muretto (Grotta nord della Matta), quindi una seconda Grotta, la Grotta a 2 piani, della quale possiamo salire appunto al secondo piano, ma con un passaggio un po’ delicato ed esposto (Prima di giungere a questa grotta sarebbe anche possibile deviare a destra brevemente sotto il sentiero per raggiungere un’ulteriore grotta, la Grotta Val Tanarello, descritta in altra pagina di questo sito, in quanto in questa occasione non l’abbiamo visitata). Visitata la Grotta a 2 Piani, continuiamo dritti su traccia, passando a destra di un riparo sottoroccia, chiamato Riparo dell’Uccelliera. Proseguendo ancora dritti, seguendo vaghe tracce, e sempre seguendo le pareti, giungiamo ad un nuovo riparo con muretto, muretto che racchiude una specie di trincea. Passato anche questo riparo il percorso si fa più ripido e delicato e occorre aiutarsi spesso con gli alberi per salire. Giungiamo poi ad una zona con grossi massi di crollo, dove passiamo preferibilmente sulla sinistra, accostati alla parete, anche se, alle volte, parebbe più semplice passare tra i massi, si trovano poi problemi con i grossi buchi tra un masso e l’altro. Così facendo giungiamo quindi ad un saltino più impegnativo, dove non vi sono appigli per tirarsi su, ma sfruttando un albero adiacente si riesce, con difficoltà a salire (qui ho usato una corda per aiutare gli altri partecipanti a salire). Passata questo punto si sale prima più agevolmente poi di nuovo assai ripidamente, passando anche a fianco a varie concrezioni in parete, fino ad un punto dove incrociamo una traccetta più evidente, in discesa, verso destra, per qualche metro, che porta ad una falesia sottostante in corrispondenza di un fosso accanto alla stessa. Qui prendiamo a seguire la nuova falesia, finalmente più facilmente per minor pendenza ed infrascamento. Più avanti giungiamo ad una grotta con muretto, qui pieghiamo a destra, scendendo brevemente ad una galleria naturale che attraversiamo, per poi risalire verso le pareti, dove, tornando indietro qualche passo, vi è un piccolo canyon addossato alle stesse. Oltre il canyon possiamo girare a sinistra, risalendo il pendio più o meno a piacimento, o su sentiero abbastanza evidente, in quanto ormai siamo quasi in cima. Puntiamo quindi ad una evidente grotta sulla sinistra, quindi saliamo sopra la stessa passando sopra alcuni facili massi a sinistra, per continuare quindi fino ad incrociare un chiaro sentiero segnato con bolli gialli e viola, che imbocchiamo verso destra. In breve, passando a destra delle fondamenta di alcune costruzioni dell’antico Castrum Perticae, giungiamo in vista della Chiesa di Sant’Antonino, nostra meta. Entriamo quindi nella Chiesa e scendiamo al piano inferiore, dove si trova la bellissima e più antica cripta, dove, sulla destra vi è anche la Grotta di Sant’Antonino. Entriamo quindi nella grotta ed arriviamo fino alla prima sala, caratterizzata da una massiccia colonna, oltre la quale la grotta scende in un pozzo stretto, ma non verticale, per scendere il quale occorre comunque attrezzare con corda, cosa che nell’occasione non abbiamo fatto, ma potete sempre leggere il resoconto dell’esplorazione completa in altra pagina di questo sito. Visitata la Chiesa e fatta una breve puntata fino al ciglio dell’altopiano verso nord, onde godere del bel panorama sul Bric Scimarco, delle Pile e, soprattutto sui Frati, seppur un po’ distanti da qui, invertiamo marcia e riprendiamo il sentiero segnato con 2 bolli (uno giallo ed uno viola). Giunti al punto in cui abbiamo intercettato il predetto sentiero, continuiamo invece dritti seguendo i segnavia. Dopo un’ottantina di metri dal bivio dell’andata, incontriamo un secondo bivio stavolta a destra, dove continuiamo ancora dritti seguendo i bolli bicolori. Dopo quasi 250 metri, possiamo notare un percorso attrezzato che scende ripidamente a sinistra, percorso che, dopo una prima corda, scende verticale e strapiombante, ma attrezzato con staffe di ferro. Tale ferratina, di circa 15 metri, può essere evitata procedendo dritti, ma, se si vogliono visitare alcune altre grotte sulla falesia del Kaimano, occorre farla, possibilmente attrezzati come consigliato nella sezione difficoltà.
Scese quindi le staffe della ferrata, ci dirigiamo prima verso sinistra, notando subito sopra la traccia un anfratto che si può raggiungere superando un salto roccioso. All’uopo è presente una corda al centro del salto, ma mi è sembrato più facile salire a sinistra della corda, sfruttando gli alberi, mentre per la discesa ho utilizzato uno scivolo sulla destra della corda. Visitato l’anfratto, che presenta anche qualche concrezione, proseguiamo lungo la cengia sottostante la Falesia del Kaimano, giungendo quindi alla Caverna Pizzorno, che visitiamo, e poi ad un’altra caverna, che presenta qualche colonna e stalagmite, alla quale occorre salire arrampicando per poco più di un metro. Subito oltre la Caverna la cengia si esaurisce e si può continuare solo su terreno molto esposto, cosa che non ho ritenuto fare se non per qualche metro. Torniamo quindi sui nostri passi fino alla ferratina, che lasciamo alla nostra destra, per proseguire sulla cengia terrosa immediatamente sotto alle pareti. Subito notiamo un anfratto che si raggiunge ancora con una breve arrampicata, quindi torniamo a percorrere la cengia, fino ad incrociare dei segnavia biancorossi che subito ci guidano in uno stretto caminetto attrezzato con corda, da cui è possibile tornare sul sentiero segnato a bolli gialli e viola, ma può essere più interessante invece imboccare il sentiero biancorosso nell’altro senso, sentiero che compie un tornante verso sinistra, per poi riprendere la giusta direzione imboccando una panoramica cengia, su cui troviamo subito un arco naturale, passato il quale continuiamo sulla facile cengia, finche i segni biancorossi non ci guidano a ricongiungerci con il sentiero a bolli gialli e viola, che imbocchiamo verso sinistra in discesa.
Continuiamo quindi seguendo adesso entrambe i segnavia (Biancorossi e giallo e viola), cosa che però facciamo per solo una sessantina di metri, perché i segnavia piegano poi verso destra, andando presumibilmente verso Case Valle, mentre noi proseguiamo dritti su traccia ripida ma facile, giungendo in breve alla Caverna dell’Uccelliera, che possiamo visitare. Scendendo dall’Uccelliera poi incrociamo il sentiero per la Matta proveniente da San Benedetto, che imbocchiamo verso sinistra, tornando in breve alla zona della sunnominata grotta visitata all’andata. Qui invertiamo marcia e torniamo sui nostri passi fino al bivio successivo al guado del Fosso Pianmarino, dove lasciamo il percorso dell’andata per prendere a destra. Saliamo quindi fino ad incrociare il Sentiero diretto alla Chiesetta di San Benedetto, che imbocchiamo però verso sinistra, andando verso i 5 Campanili. Dopo quasi 250 metri sbuchiamo su una strada cementata, che imbocchiamo verso destra in salita, giungendo in breve al cospetto della Chiesa dei 5 Campanili, della quale facciamo il giro. Torniamo quindi alla strada cementata e la seguiamo in discesa. Giunti ad alcune case il cemento si trasforma in acciottolato con il quale scendiamo fino al bivio incontrato all’andata, dove prendiamo a destra e torniamo sui nostri passi fino alla macchina.*
Conclusioni: percorso breve ma assai impegnativo, che consente comunque di arrivare alla splendida Chiesa di Sant’Antonino attraversando un ambiente di grotte e finestre nella roccia o archi naturali sicuramente interessanti, così come è sicuramente interessante la visita all’Arma del Sanguineto.