La salita di questo monte dal nome altisonante è stata una soluzione di ripiego. Inizialmente era prevista un’escursione alle Gorges du Cians poi, una più attenta lettura della relazione scaricata da internet, ha evidenziato una parolina molto corta “gué” che mi ha fatto rizzare le orecchie. Il vocabolario ha purtroppo confermato i miei sospetti: “guado”. Siccome coi guadi ultimamente non abbiamo molto “feeling” (vedi salita al Monte St. Martin) abbiamo preferito rinunciare. La nuova scelta è caduta sul Dome de Barrot.
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Raggiunto in auto il paesino di Auvare (1087 m. meno di 50 abitanti), che piacerà sicuramente a Scinty, iniziamo a risalire, su sentiero, il ripido pendio coperto da macchia mediterranea e alberi che ci porterà prima alla Baisse de Fleirel (1353 m) e successivamente al Col de Pras (1527 m). Al colle incrociamo una strada sterrata che si addentra, a mezza costa, nel vallone. Sparisce ogni traccia di alberi e si notano le prime plaghe di terra rossa caratteristiche di questa zona.




Il sole picchia e la temperatura è solo momentaneamente mitigata dal passaggio di nuvole. Praticamente senza guadagnare dislivello arriviamo alla fine della sterrata, dalla quale si ha una bella visione sulla nostra cima. Ci sembra particolarmente lontana tanto da farci dubitare che si riesca ad arrivare in vetta nelle 2h e 45’ previsti dalla relazione.
Tocchiamo anche il Collet de Vigude (1594 m) e, finalmente, il sentierino inizia a prendere quota in maniera più decisa. Ancora circa 15 minuti e ad un nuovo colletto troviamo il raccordo con la parete sud del Dome.



Sono poco più di due ore dalla partenza ed è ormai chiaro che le 2h 45’ della relazione di salita sono nettamente sottostimate (almeno per noi): probabilmente il nostro ritmo non è granchè causa caldo e preparazione ancora approssimativa, oppure monsieur Alain (l’estensore della relazione ) è un superman.
Pur trovandoci sulla perpendicolare della nostra vetta dobbiamo ancora fare un lungo traverso a destra per raggiungere un colle (innominato) a 1971 m. e quindi, voltando a sinistra, risalire la lunga e larga cresta che porta al grande segnale in ferro della cima.
La “pratica” ci porta via oltre un’ora ed un quarto ma alla fine tocchiamo la vetta.
Tempo totale 3h 30min per un dislivello in salita di 1060 m.




La vetta sembrerebbe una meta classica per i francesi. Mentre saliamo l’ultimo tratto per il colle innominato vediamo due escursionisti che scendono dal crestone.
Poco dopo il nostro arrivo in vetta un altro gruppo, piuttosto numeroso, ci raggiunge.
Il Dome de Barrot può essere raggiunto con diversi itinerari, tra i quali il nostro è certamente il più diretto ed anche, paesaggisticamente, il più appagante.
In vetta ci fermiamo abbastanza per riprenderci, mangiare e immortalare la salita presso il grande segnale in ferro. Viene poi il momento del ritorno, lunghissimo e sotto un sole a picco. Dopo 2h 30’ , piuttosto provati, siamo nuovamente ad Auvare.



Cacciamo la testa sotto la fredda acqua della fontana del paese riportando così il nostro cervello (o quello che ne resta!) dallo stato “gassoso” almeno a quello “liquido”

Gianfranco, evidentemente dubbioso sull’effettiva localizzazione dello stesso

Poi il lungo ritorno a casa.
Saluti.
FRANKIE@