
Cime de Raton anello per Barres de L’Illion da Gorges du Cians
Lunedì 31 Marzo 2025:Gorges du Cians (1310) – Guado Vallon de Challandre (1320) – L’Illion (1580) – Grotta Raton (1890) – Arche Raton (1945) – Cime de Raton (2066) - L'Adrech de Forche (2011) – Prà Bataglier (1700) - Parcheggio Les Launes (1500) – Bergians Soutran (1510) - Gorges du Cians (1310).
Partecipanti: Silvia e soundofsilence.
Lunghezza: 19 Km circa.
Dislivello: 1200 m. circa.
Difficoltà: EE, per escursionisti esperti, il sentiero che risale dal guado del Vallon de Challandre fino ai ruderii dell’Illion, in quanto su traccia incerta in cui è facile sbagliare strada (consiglio di avere assolutamente GPS con traccia) e con qualche passaggio un poco insidioso (ghiaietto su traccia quasi inesistente), ma niente di che. EE pure il fuori sentiero che porta alla Cime de Raton attraverso la cresta delle Barres dell’Illion e ai suoi archi e grotte, in quanto quasi sempre senza traccia e, soprattutto nella parte finale per attraversare l’arco, assai ripida e scivolosa, ma, tutto sommato, si è trattato di un fuori sentiero non molto difficile e con percorso intuitivo, seppur con una parte un po’ infrascata che, forse, poteva essere evitata, come meglio descritto nel percorso. Tutto il resto E, per escursionisti medi, anche se, nelle condizioni invernali in cui abbiamo trovato il percorso dalla Cime de Raton in poi, si potrebbe dire EAI (per escursionisti medi con attrezzatura invernale), in quanto, quantomeno le ghette erano necessarie, facoltativi ramponi o ramponcini data la possibilità di evitare i pendii più ripidi e ghiacciati, ma comunque sempre meglio averli con sé.
Percorso in macchina: da Genova in autostrada A10 fino al confine di Ventimiglia, quindi si continua sull’autostrada francese A8 fino a Nizza, uscita 52, dove si prende per Grenoble e Digne, seguendo lungamente il corso del fiume Var. Seguiamo quindi il fiume Var, e la direzione Grenoble, fino a Touet sur Var, subito dopo il quale, prendiamo a destra per Valberg, Beuil e Gorges du Cians. Seguiamo quindi la nuova strada (D28) e dopo poco meno di 6 Km, troviamo il bivio a sinistra per Rigaud, che ignoriamo, continuando ancora sulla D28, per giungere quindi ad un primo tornante (dopo circa 1,7 Km. dal predetto bivio per Rigaud). Da qui in poi la strada sale ripidamente lasciando il fondovalle e proseguiamo quindi ancora per quasi 10 Km, fino a quando le rocce rosse finiscono, ed un cartello sulla sinistra indica l’inizio (per chi viene nell’altro senso) delle Gorges du Cians, tale cartello si trova comunque poco meno di 1 Km. dopo il Tunnel des Traverses. Da tale cartello proseguiamo ancora per 400 metri, dove un sentiero, indicato da cartelli, inizia sulla sinistra, adiacente ad uno slargo dove parcheggiare.
Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo il sentiero indicato da cartelli e segnato, come consuetudine in Francia, con una sbarra gialla. Si sale quindi nel bosco e, dopo 600 metri circa, passiamo a sinistra di alte pareti calcaree, nelle quali è presente anche una grotticella con davanti una stalagmite. Volendo si può fare una breve deviazione per raggiungere la grotta, deviazione comunque impegnativa per un passo di III grado necessario per entrare nella cavità. Visitata o meno la grotta riprendiamo la salita nel bosco, per arrivare quindi, dopo quasi un Km. ad un bivio, dove prendiamo a sinistra in discesa, seguendo le indicazioni per le Vallon de Challandre (si tratta di sentiero usato dai torrentisti per arrivare al torrente in questione). Dopo circa 500 metri in discesa, raggiungiamo quindi il Torrente Challandre, che dobbiamo guadare, cosa che può risultare abbastanza complicata in caso di piena, ma, nell’occasione, non abbiamo avuto grossi problemi. Guadato il torrente si inizia quindi a risalire, seguendo una traccia, almeno per il momento, chiara e segnata con ometti. Dopo circa 900 metri abbiamo trovato il primo punto non chiarissimo, dove occorre non continuare a traversare più o meno in piano, ma piegare a destra in salita. Settanta metri dopo il sentiero si biforca, ma, in teoria, vanno bene entrambe le direzioni: a destra sale una ripida rampa, che dovrebbe portare alla soprastante sterrata, mentre a sinistra si traversa in piano, seguendo numerosi ometti, per raggiungere poi più avanti la sterrata. Noi abbiamo preso a sinistra, si prosegue quindi traversando più o meno in piano, facendo attenzione che, in alcuni punti, la traccia sparisce, ed occorre salire qualche metro per trovarne una nuova e continuare a traversare. Così facendo giungiamo ad intercettare una mulattiera, dopo oltre 700 metri da bivio, mulattiera che imbocchiamo verso destra in salita. Dopo neanche 100 metri compiamo quindi un tornante verso sinistra e proseguiamo dritti fino ad un vicino grande spiazzo rosso, da cui si diparte una sterrata sulla destra, sterrata che imbocchiamo e, in una sessantina di metri, arriviamo alla sterrata principale, che imbocchiamo verso sinistra. Dopo circa 600 metri passiamo sotto i ruderi de l’Illion, che, volendo, possiamo visitare con breve deviazione. Da qui continuiamo sulla sterrata per circa 1,2 Km. fino ad un punto in cui scorgiamo, nelle creste rocciose sopra di noi (Barres de L’Illion), un grande, anche se distante, arco naturale. Se siamo nel punto giusto si lascia facilmente la strada prendendo a destra, in quanto qui la ripa soprastante digrada dolcemente, quasi a formare una strada naturale. Il punto si trova comunque 25 metri prima dei cartelli che indicano la discesa (sempre per i torrentisti), verso la Clue de Raton. Salendo quindi nel punto giusto, dopo circa 60 metri, troviamo un grosso ometto a piramide e quindi un successivo grosso ometto, poi più nulla a dire il vero. Dall’ometto comunque saliamo verso destra, cercando di scegliere i punti più facili dove superare alcune barre rocciose rosse che dobbiamo attraversare. Continuiamo quindi pressochè dritti in direzione nord, salendo senza grandi difficoltà, fino ad approssimarci ad un promontorio roccioso che potrebbe essere ostico da superare direttamente, qui pieghiamo quindi a sinistra verso una zona erbosa, traversando quasi in piano. Raggiunta quindi una zona alberata, pieghiamo verso destra riprendendo a salire ripidamente verso la base delle rocce. Giunti quindi alle rocce, troviamo una traccetta verso sinistra, che seguiamo, giunti quindi sotto la sommità del promontorio roccioso, pieghiamo a destra ripidamente per raggiungerla. Giunti sulla sommità riprendiamo a salire verso sinistra, seguendo il crinale. Seguiamo quindi il crinale per una sessantina di metri circa, quindi ci troviamo di fronte ad una scelta: proseguire dritti per la massima pendenza su prati decisamente più ripidi, oppure traversare verso sinistra, per poi piegare a destra su pendio decisamente meno ripido. Optiamo per la seconda scelta, cosa che probabilmente è stata la scelta sbagliata, perché se andare a sinistra è stato piuttosto facile, avendo trovato anche una traccetta, ma riprendere a salire e tornare poi verso destra più in alto, è stato decisamente più problematico, in quanto ci siamo trovati a combattere con la vegetazione, non indubbiamente impossibile da superare, ma fastidiosa per la presenza anche di arbusti spinosi. In un modo o nell’altro giungiamo quindi ad una zona prativa, finalmente libera di vegetazione, dove riprendiamo a salire sulla linea di massima pendenza. In breve scorgiamo un tunnel naturale sulla sinistra, al quale ci dirigiamo. Passiamo quindi dall’altra parte del tunnel, dove un sentiero continua, dirigendosi presumibilmente anch’esso verso il soprastante arco, ma ho preferito invece ripassare il tunnel (o grotta), quindi traversare dritto su traccetta una trentina di metri, per piegare quindi a sinistra, salendo un ripido pendio di roccette ed erba, dove si trova nuovamente una traccetta, che porta, in breve, a giungere alla base di una falesia rocciosa. Qui seguiamo la falesia verso destra, passando per una caverna e giungere quindi alla fine della falesia stessa. Qui occorre scendere un paio di metri verso destra e raggiungere una sottostante traccia. Seguiamo quindi la nuova traccia, che sale compiendo un tornante, verso il soprastante grande arco, non ancora del tutto visibile. Dopo un primo tratto di salita agevole, giunti sotto la perpendicolare dell’arco, occorre salire assai più ripidamente su terreno instabile, dove consiglio di tenersi più a sinistra, a fianco delle pareti, dove c’è forse, la traccia migliore. Per fortuna si tratta solo di pochi metri, pochi metri in cui raggiungiamo l’arco e vi passiamo sotto. Passati quindi oltre l’arco il sentiero continua più facilmente a fianco delle pareti, quindi, alla fine delle stesse, occorre piegare a sinistra su ripido pendio di ghiaia fine (probabilmente qui è presente una traccia, ma nell’occasione era coperta dalla neve), fino ad intercettare una traccetta, che seguiamo verso destra, giungendo in breve sul crinale sommitale della Cime de Raton, che imbocchiamo verso sinistra, giungendo senza problemi in vetta. Dalla vetta in poi abbiamo trovato un terreno completamente innevato, percorso però da piste da sci battute, quindi la miglior soluzione per non affondare nella neve è stata quella di seguire la pista che dalla vetta si diparte. Seguendo quindi la pista con una serie di lievi saliscendi che portano ad alcune vette di cui però non abbiamo raggiunto la sommità, si giunge in cima all’ L'Adrech de Forche, dove troviamo il punto di arrivo di alcuni impianti ed altre costruzioni. Da qui una pista rossa sulla destra ci consentirebbe di abbreviare il percorso, ma il muro che presenta è troppo ripido senza calzare i ramponi, optiamo quindi per le piste verso sinistra, anch’esse rosse, ma decisamente meno ripide. Giunti quindi ad un nuovo bivio di piste rosse, ci teniamo sulla sinistra, scegliendo ancora il pendio meno ripido. Scendiamo quindi, incontrando comunque un ‘muro’ (così si chiamano i pendii ripidi nelle piste da sci) comunque decisamente meno pendente e lo scendiamo direttamente per 2 terzi, poi diventa un poco troppo ripido ed optiamo per continuare a bordo pista, sfruttando la neve non battuta per non scivolare. Giungiamo così ad una pista pressochè piana, che imbocchiamo verso destra. Dopo poco più di 300 metri arriviamo ad un bivio, dove prendiamo il sentiero sulla sinistra (cartelli indicatori), lasciando la pista da sci, anche se, in realtà, pure questo sentiero è una pista da sci, diciamo una stradina di collegamento. Dopo circa 700 metri arriviamo quindi ad un bivio, dove continuiamo sulla stradina a destra. Dopo circa 400 metri arriviamo quindi in località Prà Bataglier, dove passiamo accanto a delle fattorie, per arrivare subito dopo ad un bivio, dove continuiamo dritti a sinistra. Oltre 900 metri più avanti la stradina si biforca, ma è indifferente quale prendere perché si ricongiungono dopo poco, noi prendiamo a destra, in quanto meno ripida, data la presenza di ghiaccio. Riunite le due stradine proseguiamo dritti per circa 400 metri, arrivando così al grande parcheggio della stazione sciistica di Les Launes. Qui prendiamo l’ampia strada sulla destra, che sale dolcemente, ma lungamente, fino a guadagnare 150 metri di quota e, durante la salita, incontriamo un bivio a sinistra che ignoriamo (dopo 400 metri circa), per giungere quindi ad intercettare un sentiero, che dovremmo imboccare verso destra, noi preferiamo invece tirare dritti senza traccia per 200 metri, fino ad intercettare una sterrata, che imbocchiamo verso destra. Seguiamo la pianeggiante sterrata per circa 250 metri (ignorando una sterrata che si dirama sulla destra), quindi la lasciamo per prendere a sinistra un sentiero che scende in un prato poco pendente e segnato con tacche gialle, anche se l’inizio del sentiero non è evidente e bisogna fare qualche decina di metri prima di riconoscerlo. Seguiamo quindi il sentiero adesso chiaro fino a raggiungere il caratteristico borgo montano di Bergians Soutran, che attraversiamo al centro, quindi continuiamo dritti a seguire le tacche gialle verso le Gorges du Cians (come da indicazioni), per poi scendere l’ultimo pezzo a tornanti fino alla strada asfaltata, che imbocchiamo verso destra. Percorriamo quindi 800 metri circa di strada, arrivando quindi al parcheggio.
Conclusioni: splendido anello che unisce le rosse Gorges du Cians al bianco delle vette innevate, che fanno da magnifico panorama dalla Cime de Raton in poi, attraverso quello che è il pezzo forte della gita, l’attraversamento delle Barres de l’Illion, cresta disseminata di archi e grotte, tra cui una bellissima galleria naturale, e il soprastante grande arco, che si attraversa per accedere ai pendii sommitali della Cime de Raton. Assolutamente consigliabile, anche per le scarse difficoltà, rispetto anche a quello che potrebbe sembrare, del fuori sentiero; peccato solo che la quantità e qualità delle foto sia stata influenzata da un problema al cellulare.