
Da tempo con Alec avevamo in mente questa escursione "di nicchia”, come da tradizione.
In realtà gran parte della gita è addirittura segnata con bolli di vernice, sia a salire che a scendere, sebbene in diversi punti il sentiero non sia pulito; ma facendo attenzione i segnavia si vedono e permettono di compiere questo interessante anello!
Bisogna essere solo disposti a infrascarsi un po'... meno del solito però

Partiamo da Camoglieres e seguiamo il sentiero per la Ferrata o meglio, le indicazioni per la Cima che si raggiunge alla fine della ferrata (cartelli “alla Cima – Ritorno”). Già dall'inizio il panorama è superlativo con i contrasto tra il verde dei boschi e le pareti rosate che sovrastano la borgata.
Arriviamo a un bivio dove un cartello indica il Vallone di Dragonetto anche se sulla mappa non esiste un vallone con un nome simile, c'è invece Droneretto che è la comba che ospita l'omonima grangia a quota 1429 m, che dovremmo raggiungere perdendo circa 200 m di dislivello per poi risalire al Colle Agnelliera, forse il cartello riporta il nome sbagliato. Prima di intraprendere il sentiero proseguiamo per la cima, allo scopo di verificare che il nostro sentiero non sia da quella parte, ma si arriva solo sulla piccola vetta con la croce, dal nome Crocetta Soprana.
Perciò torniamo sui nostri passi e imbocchiamo il sentiero per il Vallone di Dragonetto/Droneretto

Arriviamo a un colletto (presidiato da un albero di maggiociondolo in piena fioritura!) dove due tronchi incrociati su un mucchio di pietre portano due scritte in rosso: Droneretto e Punta Piatta, una piccola elevazione di 1623 m a destra del colle. Noi dovremmo scendere a Droneretto e poi risalire al colle Agnelliera, 2062 m. Ma Alec, che sta schiattando di caldo e nonostante l'invecchiamento precoce ancora ama il gusto dell'avventura, mi propone, anzi mi impone, di provare a seguire la cresta che da quel colletto prosegue fino in vetta alla Roccia Agnelliera. L'aspetto della cresta è arcigno, severo, roccioso, e poco mi convince Ale quando tenta di convincermi "ma non vedi sono tutte rocce abbattute, ci saranno passaggi di I grado e saltini di roccia interrotti dall'erba...". Sono scettica.
Lamentandomi proseguo per la cresta che in un primo tempo è tranquilla e camminabile e quando più avanti diventa più severa si rivela aggirabile sui lati, per la maggior parte sulla destra. Quando si è obbligati ad abbandonare il filo di cresta, si passa a fianco a un gendarme per scendere verso il bosco dove c'è anche una stretta ma evidente traccia; dopo un po' si arriva in un punto dove si vede la cresta che si impenna e prosegue solcata da un ripido canalino erboso; anche qui siamo scesi un poco a destra incontrando una stretta traccia proprio sotto le rocce e in mezzo a un bel bosco. Stai a vedere che davvero arriviamo in vetta senza problemi... l'ambiente è bellissimo e selvaggio, sarebbe un successo riuscire a proseguire ancora per cresta. Invece, arrivati a uno spigolo (dalla cartina direi che potrebbe essere un punto sotto la quota 1798), lo aggiriamo per constatare che la nostra avventura termina lì. La traccia svanisce, alla nostra sinistra si alzano pareti molto ripide (forse non insuperabili, ma per niente rassicuranti) mentre andando avanti ci troveremmo su ripidi pendii erbosi con salti rocciosi. Si potrebbe provare a salire lo spigolo, o magari ci sarebbe stata l'ipotesi di salire il canale erboso citato prima, ma non desidero cacciarmi nei guai e poi non sappiamo come sarà sopra... se ci fossero difficoltà, scendere potrebbe essere pericoloso. A questo punto, nonostante i borbottii di Alec (che solo dopo ammetterà che è stata una scelta saggia) non ci resta che abbassarci verso il fondo del Vallone di Droneretto, dove pascolano mucche e pecore.
Si vede la strada sterrata che risale il vallone, mentre più in alto nei pascoli un lungo muretto di confine sale e poi fa una curva. Io punto in direzione di quella curva, perchè sembra che seguendo il muretto si possa arrivare al sentiero che conduce al colle.
Guidata da un istinto non proprio caratteristico, prendo in mano la situazione e mi invento la traccia migliore giù nel bosco allo scopo di scendere perdendo meno dislivello possibile. Raggiunto il muretto di confine, individuo quasi subito una traccia che va proprio in direzione del colle e la seguo finchè non si perde nell'erba. A quel punto si naviga a vista, tuttavia poco sopra, nei prati, emergono dei segni gialli sulle pietre. Tutto questo ha un senso. In ogni caso il Colle Agnelliera è proprio lì sopra e mentre Alec si lamenta del caldo io ammiro la moltitudine di fiori che colorano i pascoli.
Proseguendo a sinistra del colle, in breve si arriva sulla vetta della Roccia Agnelliera, 2130 m. Un paio di camosci si allontanano di corsa. L'ambiente è meraviglioso peccato per la nebbia che non lascia intravedere il panorama e a tratti nemmeno la vetta, che raggiungiamo alle 13:25 per meritarci i sempre ottimi panini di Dronero (lardo, soppressata e Toma d'Elva

Si sta bene lì ed è una sensazione troppo bella alla quale non sono più tanto abituata, ultimamente. Purtroppo non essendo arrivati prestissimo e avendo ancora un bel po' di strada da affrontare con l'incognita del collegamento Colle – sentiero di discesa, non abbiamo molto tempo da perdere e alle 14 ci alziamo per riprendere il cammino.
Dal colle Agnelliera, puntiamo a una baita isolata nei pressi della quale pascolano le mucche (sulla cartina quota 1749 m). Da quelle parti dovremmo trovare una traccia per scendere. Purtroppo la nebbia sta coprendo tutto, ma una volta individuata la baita non è troppo problematico tentare di avvicinarvisi. Vediamo dei paletti bianchi con il filo tirato per le mucche e proprio mentre lo stiamo scavalcando, inizia a gocciolare. E poi a piovere. I campanacci delle mucche si sono quietati. Raggiungiamo la baita e poco sotto in uno spiazzo c'è una colonna di pietra (un pezzo di muro, qualcosa di simile, la pioggia ha cancellato il ricordo


Dal colle il sentiero inizia a scendere, prendendo abbastanza alla larga il costone che aggira, la traccia migliora (e anche il meteo!) e ci porterà al collegamento con un Percorso Occitano, seguendo il quale arriviamo a borgata Langra e da lì in breve a Caricatori dove, seguendo lo stupendo sentiero dei Ciclamini, torniamo a Camoglieres.
In definitiva: giro stupendo, fattibile grazie alla presenza dei bolli; l'unico punto scomodo fuori sentiero è dal Colle Agnelliera alla traccia che si raggiunge nei pressi della baita. Dal colle bisogna scendere pendii un po' ripidi, abbiamo anche attraversato una pietraia con pietre molto mobili (quei posti dove non devi fidarti nemmeno delle pietre più grosse perchè non sono stabili). Si può incorrere in qualche scivolone, niente più. Alec era sempre col sedere a terra

Tempo di salita 4 ore e mezza, tempo di discesa 4 ore. In salita, rallentamento causa digressione cresta (non so però quanto ci avremmo messo facendo correttamente il sentiero dal colle a Droneretto, né posso dirvi in che condizioni è il sentiero per scendere nel bosco). In discesa rallentamento per individuare il sentiero sotto al Colle Agnelliera e causa nebbia / pioggia.
Inutile dire che più giri strani fai, più ne faresti, per setacciare ogni centimetro quadrato calpestabile di questa valle adorata e meravigliosa.
la vista da Crocetta Soprana
all'inizio della cresta con la nuvolaglia in agguato...
uno dei punti dove la cresta si aggira di lato, nel bosco, chi ha buona vista vede Alec sotto all'albero

la nebbia che mi piace. Viene, va, nasconde e rivela... ecco il Colle Agnelliera
dopo la pioggia arriva il sereno... ecco la bellissima Roccia Agnelliera che da vicino non avevamo potuto ammirare così bene...
e pur zuppi e dispersi, non possiamo non continuare ad amare, anzi sempre più, questa valle stupenda, poi ti giri e vedi questo... un verde e un blu da capogiro... e ti viene voglia di risalire!
ma continui a scendere tra i tanti cespugli di lavanda selvatica, che caratterizzano questa zona..
e antiche borgate a volte un po' dimenticate...
che ti fanno ribollire dentro certe idee, ti fanno tremare il cuore e risvegliano sogni mai assopiti...
una tavolozza di colori.. e pensare che questi sono solo un campione di quelli che ho potuto vedere durante tutta la gita...

















