Sabato 30-10-2010: Passo Croce – Canale Pirosetto – Corchia – Rigufio del Freo – Fociomboli – Passo Croce.
Partecipanti: Em e Soundofsilence.
Lunghezza: 11 Km circa.
Dislivello: 800 metri puliti, noi ne abbiamo fatto 870 per risalire, al ritorno, a vedere l’arco naturale.
Difficoltà: EE praticamente tutto il percorso dal Passo Croce al Rifugio del Freo, E, quasi T, il Resto dal Del Freo a Fociomboli e al Passo Croce. La prima metà EE è costituita quasi integralmente dalla traversata della cresta del Corchia, dove il punto più difficile è costituita dalla risalita dal Canale Pirosetto, molto breve (meno di cinquanta metri di dislivello), ma con 3 passi di primo grado, forse anche qualcosina in più, dove occorre usare le mani, non particolarmente esposto comunque, indubbiamente più spaventoso a vedersi (specie da lontano), che a farsi. Per il resto un passaggio insidioso, perché bagnato, appena si lascia la marmifera per il sentiero che sale al Canale Pirosetto e qualche passaggio poco più che E sulla lunga cresta, in alcuni punti leggermente esposta, che porta alla vetta del Corchia.
Percorso in macchina: Da Genova sulla Genova-Livorno (A12) fino all’uscita Versilia. Da qui si prende per Seravezza (anche segnalazioni Parco Apuane) e si prosegue sulla SP10 verso la galleria del Cipollaio, superato i bivi per l’Antro del Corchia, Levigliani (questi due a destra) e per Terrinca (sinistra), si trova il bivio per il Passo Croce (a destra, segnalato), che porta al predetto passo su comoda e larga strada asfaltata. Si parcheggia al termine dell’asfalto, o poco prima, quando si incrocia la marmifera sterrata.
Percorso a piedi: Dal parcheggio si imbocca la marmifera verso destra e la si lascia subito per una traccia nell’erba alta subito a destra della sbarra che chiude l’accesso alla cava; si potrebbe, in effetti, proseguire anche sulla marmifera, ma così facendo, si salterebbe la visita a un magnifico triplo arco naturale che si trova 5 metri sopra il sentiero. La traccia prosegue, via via più ripida, fino a raggiungere, dopo circa 600 metri, nuovamente la marmifera, in corrispondenza di un grande ripetitore. Si segue quindi la marmifera verso destra per poco più di 100 metri e subito prima di una galleria si prende a sinistra il ripido sentierino, segnato da tacche blu (fino in vetta, ogni tanto anche qualche tacca gialla). Si segue quindi il sentiero a tacche blu che porta prima a risalire il canale Pirosetto e poi segue abbastanza fedelmente la lunga cresta, toccando prima 2 anticime vicine e poi arrivando alla più lontana vetta del Corchia, dopo essere passato sullo stretto fronte di cava. Dalla cima i segni diventano quelli classici bianco-rossi e continuano a percorrere il filo di cresta, seppur in discesa, fino a quando si giunge a circa 400 metri dal Rifugio del Freo ed a una quota intorno ai 1230 metri; qui il sentiero lascia il filo di cresta e piega decisamente a sinistra, un ometto non molto evidente segnala la svolta, ma una traccia che, dopo qualche decina di metri tende a perdersi, continua invece dritta e, magari, anche più evidente, quindi occorre un minimo di attenzione in questo punto, anche perché i segni biancorossi riprendono solo un po’ più avanti. Dal Rifugio del Freo si prende il sentiero 129, che sale verso Fociomboli. Giunti a Fociomboli si ritrova la marmifera che in breve, seguendola verso destra, riporta al Passo Croce e alla macchina.
Racconto: Il brutto tempo previsto ci condiziona nella scelta della gita e scegliamo quindi di andare sulle Apuane, per anticipare il maltempo in arrivo da ovest, decidendo altresì per una gita breve ed a bassa quota. La partenza alle 6 da genova ci consentirà, infatti, di anticipare il brutto tempo quel tanto che basta per goderci una splendida e rossa alba sulle apuane da Massa; lasciata però la macchina al Passo Croce ci accorgeremo subito che se è facile anticipare il maltempo andando a 100 all’ora (quasi…), più difficile è farlo a piedi: dopo pochi passi di sentiero, infatti, già la nebbia inizierà a giocare a nascondino con i torrioni del Corchia…Iniziamo così la ripida risalita su erba umida e scivolosa assai preoccupati dalla vista (ogni tanto…) del ripidissimo Canale Pirosetto… Le condizioni non sono le migliori: incomincio quindi a immaginare la nebbia incombente su un percorso che dovrebbe passare con labili tracce sull’orlo di immani precipizi, nonché le rocce e l’erba scivolosa per l’umidità nel terribile canale Pirosetto, tanto che perfino la mia indomita e tenace tempra di ardito escursionista-esploratore per un attimo vacilla… Dietro di noi un gruppo di altri 4 altrettanto arditi escursionisti si ferma a osservarci trepidante e quasi invidioso del nostro osare, ma non va più avanti, sopraffatto dall’estrema pericolosità del percorso… A questo punto non possiamo deluderli, dobbiamo farlo anche per loro, che così potranno almeno vivere l’impresa che non hanno osato, attraverso le nostre gesta, e gioire con noi della nostra vittoria sull’alpe, se mai ritorneremo…Massima concentrazione, quindi e sguardo fiero e dritto… sui piedi, onde guardare dove li metto… La concentrazione e lo sguardo dritto daranno ben presto ottimi risultati, tanto che passeremo a 5 metri da uno splendido triplo arco naturale senza vederlo… Siamo ormai nel canale, in effetti la roccia e l’erba non è che siano poi proprio tanto bagnate, anzi sembrerebbero asciutte e neanche tanto ripide, ma, sicuramente, sarà l’esaltazione dell’impresa in fieri che non ci fa percepire le difficoltà… Superato quindi con ardito slancio alpinistico il tremendo canale, iniziamo a percorrere l’affilata e esile cresta che ci separa dalla vetta dei nostri desideri. Sarà per la nebbia che ci nasconde l’abisso, ma anche qui procediamo con spavalda sicurezza, un solo sguardo indietro e mi pare di vedere dietro di noi altre persone, nonostante la fittissima nebbia, ma, è sicuramente una proiezione dei miei desideri che vorrebbero un pubblico per cotanta impresa, certo non possono essere i 4 di prima, impossibile che abbiano potuto osare tanto…Ma non è tempo per guardarsi indietro, davanti a noi la vetta si staglia in tutta la sua terribile imponenza, saremo noi degni di cotanto premio? Per pura modestia non vado avanti nella descrizione di ciò che abbiamo dovuto affrontare nell’immane lotta con l’alpe: basti dire che una volta in vetta l’empireo si aprirà sopra di noi e un raggio di sole verrà a contornarci di luce come una degna aureola di eccellenza alpinistica… Potremo così, tra l’altro, giusto premio alla nostra impresa, ammirare il panorama dalla vetta…
Scendiamo quindi rapidamente al Rifugio del Freo, dove, stranamente, nessun comitato di festeggiamento è ancora pronto ad accoglierci, siamo forse scesi troppo velocemente? Ma non ce ne curiamo: la nostra innata modestia e la schiva natura di rudi uomini di montagna, non avvezza, ai pur meritati onori mondani, si accontenta della pura soddisfazione interiore…Non ci fermiamo quindi neppure al rifugio e torniamo velocemente alla macchina, ma forse per un malcelato orgoglio dell’impresa, che invano la nostra umiltà tenta di soffocare, il nostro sguardo non sarà più così rivolto in basso come all’andata e non potremo fare a meno di scorgere, scendendo da Fociomboli sulla marmifera, il magnifico triplo arco naturale che corona la cresta che conduce dal Passo Croce al Canale Pirosetto. Non ancora sazi di grandi imprese risaliamo quindi alla predetta meraviglia quale degna conclusione di un’epica impresa…
Conclusioni: Tra le apuane minori sicuramente il Corchia, offre però una panoramica (quando non c’è nebbia) e abbastanza affilata cresta che merita sicuramente una visita, apprezzabili anche i torrioni del Corchia, sia salendo il Canale Pirosetto, che al ritorno sulla marmifera da Fociomboli. Poco interessante invece il percorso nel bosco tra il Del Freo e Fociomboli, magari sostituibile con un più ampio giro sul sentiero 128, passando dal Rifugio Puntato. La cosa più bella della giornata è però stato il magnifico e inaspettato arco naturale che si incontra sul filo di cresta dal Passo Croce al Canale Pirosetto 5 metri sopra al sentiero: si tratta di un arco con 3 buchi, anche se uno molto piccolo, di grande eleganza e di non piccole dimensioni, pur non essendo certo paragonabile a quello del Monte forato, imperdibile comunque la visita, tra l’altro più semplice di quel che poteva sembrare da lontano, trovandosi il predetto arco nel punto meno ripido e più vicino al sentiero della cresta…
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