è stata un'avventura
ho avuto quasi paura
mi direte : addirittura?
olè, e così anche il sommo poeta Dante che vedo sempre citato a proposito di qs. monte, è sistemato

Dopo il primo approccio con le Apuane col Monte Forato, un vecchio percussionista come me



Finisco l'asfalto e il benvenuto sulla massicciata me lo dà un monumento alle Donne, che mi riesce bello, e trovo di buon auspicio, pur se parla, naturalmente, di sofferenza; poco dopo piglio il sentiero 166, che altro non è che la Lizza delle Cave Magnani (o Lizza Silvia),
salendo la Lizza Silvia

che tra fori di piri e pendenza notevole (impossibile non ragionare ed elucubrare sulla fatica e l'umano ingegno che insieme caratterizzarono l'epoca pre-industriale) piano piano raggiunge il Piastrone e la Cava del Padulello.
Da qui, tra scorci di panorama (bellissimi)
guardando indietro

e avvisaglie dello scempio perpetrato alle montagne,
Monte Sagro tra le nubi

giungo al Passo della Focolaccia,
Passo Focolaccia, Rifugio Aronte, Punta Carina

finestra panoramica in Cava Società Apuana

dove sosto brevemente ai piedi del Cavallo per rifocillarmi prima dell'ultima salita; ahimè, favellando di salite, pure una foschia densa e lattiginosa sembra salire dal mare, tanto che mi chiedo se valga la pena.....vedo però che la nebbia risale la valle e sul crinale della montagna si arrotola all'indietro, con uno di quegli spettacoli che la natura ti offre così, gratis, e si potrebbe stare ore ad osservare; allora m'incammino (sentiero 148),
Monte Cavallo salendo verso la Tambura

e giunto sul primo rilievo, che il gps mi nomina Monte Crispo, appena la vera vetta della Tambura mi appare,
così m'appare la Tambura

comincio ad essere colto da un'ansia strana.....sarà che soffro un po' di vertigini, sarà che dal lato mare non si vede assolutamente nulla, tant'è che salendo comincio a preoccuparmi di dove metto i piedi (a volte pure le mani), cerco di tenermi più sul versante della Carcaraia,
Roccandagia e Carcaraia

terra (terra.....roccia!


Cave del Pallerina e il Lago di Vagli

che paiono i lamenti della montagna che soffre e temo possa vendicarsi, ma io c'entro nulla, Tambura!


vetta Tambura

Nonostante il nebbione, il panorama, pur a metà, è bellissimo, e comunque sono agitato, faccio un po' di foto, cerco di calmarmi, ce la faccio, ma è presto, perchè c'è da scendere l'altro crinale, che è pure più ripido, ma d'altra parte più breve, e quando vedo il primo albero sono ormai calmo, acchiappo la Via Vandelli (mamma mia, ingegneria!

dai Campaniletti

Ormai è fatta, mi rimane solo da scendere per la strada che il Duca d'Este fece costruire per il figlio che sposò una mia lontana parente




lungo la Via Vandelli

Mentre scendo tra fioriture sparse (chissà che spettacolo a primavera!)
individualismo anarchico

comincio a sentir belati sparsi per la montagna e intravedo in lontananza un gregge di capre che vi s'aggira....scommetto col destino, e naturalmente vinco

chettiguardi?

Giunto a Resceto, mi rinfresco alla fontana e ho modo di saggiare le peculiarità antropologiche del posto : nel piazzale un gruppo eterogeneo di uomini anziani, giovani e di mezz'età, armeggia intorno al monumento ai caduti di tutte le guerre, discutendo, pulendo l'aiuola, ammantando la statua con bandiera italiana, installando lucine di dubbio effetto, il tutto non si capisce bene al pro di che ricorrenza; al bar "in piazza" bevo due bianchi instaurando una conversazione improbabile col barista ed un anziano reliquiato che si rivela un lizzatore, uno di quei personaggi cioè che insieme ad altri si camallava per la montagna blocchi di marmo grandi come l'auto che m'ha portato sin qui........non riesco nemmeno a dirgli che il lato positivo era che li portavano giù, e non su


fuori dal Bar di Resceto

Complimenti, m'han detto.
Me li prendo.
Aloha
