Qui la traccia GPS: http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... /Prana.htm
Domenica 25 novembre 2018: Candalla (140) – Polverifici (365) – Grotta all’Onda (710) – Foce del Termine (965) -Campo all’Orzo (930) - Focetta San Vincenzo (905) – Monte Prana (1210) - Metato (370) - Candalla (140).
Partecipanti: EM e soundofsilence.
Lunghezza: 19 Km. circa.
Dislivello: 1300 circa.
Difficoltà: EE alcune discese al torrente ed alcuni guadi, anche per l’attuale condizione di acqua alta e scivolosità, un po’ stretto e leggermente infrascato a tratti il sentiero lungo il torrente, probabilmente al limite dell’EE, soprattutto per la mancanza di segnavia che facciano capire il percorso facilmente. EE poi la salita al riparo murato in Grotta all’Onda, con un passo di II grado, la difficoltà principale di tutta la gita, tutto il resto tranquillamente E (a parte la discesa della fascia alla fine, dovuta però ad un errore di percorso e che classificherei comunque F per la ripidità e la necessità di aiutarsi con le mani per non scivolare), anche se sono presenti alcuni tratti dove l’orientamento non è facilissimo.
Percorso in macchina: da Genova in autostrada fino a Viareggio, quindi seguiamo per Camaiore e, giuntivi, continuiamo dritti alla grande rotonda con obelisco, quindi prendiamo a sinistra via Carignoni, seguendo le indicazioni per il centro. Ci immettiamo quindi in Via Oberdan, che imbocchiamo verso sinistra, per poi svoltare alla prima a destra in Piazza XXIX Maggio e continuare dritti fino a svoltare a destra in Via Tabarrani. Seguiamo quindi via Tabarrani, per svoltare quindi a sinistra in via Sterpi. Continuiamo quindi in via Sterpi fino ad immetterci in Via Nuova, che seguiamo verso destra. Con via Nuova arrivamo fino alla frazione Lombrici, quindi, al bivio per Metato, prendiamo a sinistra, e, giunti al successivo tornante, andiamo dritti nella strada senza uscita (via di Candalla), sulla quale proseguiamo poco più di 300 metri, praticamente fino alla fine della strada carozzabile, parcheggiando nel poco spazio disponibile a fianco della strada sulla destra.
Percorso a piedi: dal parcheggio continuiamo brevemente su asfalto, per scendere quindi a sinistra verso un ponte, seguendo anche i segnavia. Subito prima del ponte possiamo deviare brevemente per giungere, con prudenza, al cospetto di una bella cascata, tenendoci alla griglia metallica che impedisce l’accesso al soprastante vecchio mulino.
Visitata la cascata imbocchiamo quindi il ponte e seguiamo il sentiero segnato, che compie subito un tornante verso destra, per circa 350 metri, per trovarci quindi ad un bivio, dove lasciamo i segnavia che guidano sulla sinistra in salita, per continuare dritti su traccia parallela al torrente. Dopo neanche 100 metri lungo il torrente, troviamo subito una prima deviazione a destra che scende ad un guado, oltre al quale le pareti del Monte Penna formano ripari sottoroccia utilizzati, pare, in epoche preistoriche. Per la mancanza di tempo ci fermiamo al guado e torniamo al sentiero, riprendendo a seguire il torrente. Altri 70 metri e troviamo un grosso rudere sulla destra, entrando nel quale possiamo fare un’interessante nuova discesa al torrente, dove ammiriamo una bella cascata doppia. Cento metri dopo il rudere, troviamo un bivio: a destra si attraversa il torrente e lo si percorre sulla sponda sinistra idrografica, mentre noi continuiamo a percorrerlo sulla stessa sponda. Qui, in corrispondenza del bivio, troviamo anche una piccola grotticella. Dal bivio proseguiamo quindi 230 metri circa e facciamo quindi una breve deviazione a destra, per ammirare da sopra una tripla cascata. Cinquanta metri dopo dobbiamo lasciare il sentiero in riva destra idrografica, per scendere a destra al torrente e guadarlo. Guadato il torrente, se siamo nel punto giusto, ci troviamo quasi subito ad attraversare un nucleo di ruderi invasi dalla vegetazione. Duecento metri dopo il guado, troviamo un bivio a sinistra segnalato per Casoli, mentre noi proseguiamo dritti, girando poi subito a destra e allontanandoci dal torrente. Dopo 500 metri ci ritroviamo nei pressi del torrente e di un bivio: a destra un cartello indica per gli Ex Polverifici, mentre a sinistra un ponte attraversa il torente e si dirige verso Casoli. Noi facciamo quindi una deviazione per i Polverifici e le soprastanti belle cascate, per poi tornare indietro ed attraversare il ponte. La deviazione è lunga circa 300 metri ed incontra prima i ruderi dei Polverifici, che si visitano con una deviazione a sinistra. Proseguendo lungo il sentiero soprastante i Polverifici si passa quindi a fianco ad alcune belle cascate, alle quali si può scendere brevemente con 3 deviazioni al torrente che consentono di ammirarle meglio. Oltre la terza cascata il sentiero sembra continuare, ma diventa meno chiaro e più infrascato, ma di più non saprei dire che siamo tornati indietro. Tornati al ponte quindi continuiamo su sentiero segnato verso Casoli per neanche 200 metri, per prendere quindi a destra una scaletta in pietra che da accesso ad una scorciatoia un po’ infrascata, che, in effetti non consiglio. La scorciatoia ci porta a raggiungere una casa bianca, dove lasciamo il sentiero che continua dritto, per prendere a sinistra una chiara traccia che dovrebbe raggiungere in breve il sentiero segnato. Anche qui non è stata probabilmente la scelta migliore (meglio probabilmente continuare dritti e raggiungere il senteiro segnato qualche metro dopo), che, pochi metri dopo, un albero caduto ha causato un severo infrascamento che superiamo con difficoltà, dopo il quale raggiungiamo in breve il sentiero segnato che imbocchiamo verso destra. Dopo 350 metri (quota 400 circa) troviamo un bivio a destra diretto verso la Bocchetta San Vincenzo, che ignoriamo, proseguendo dritti sul sentiero. Altri 300 metri e giungiamo ad un bivio dove prendiamo a destra e guadiamo subito il torrente, mentre il sentiero a sinistra ci porterebbe comunque nello stesso posto, ma con tragitto un poco più lungo. Giungiamo quindi ad un successivo quadrivio, dove troviamo anche una vaschetta in pietra, e imbocchiamo il sentiero più a sinistra ed in piano, il quale ci porta, dopo poco meno di 250 metri, ad un ponte, che attraversiamo, per immetterci su un sentiero presso alcuni ruderi, che imbocchiamo verso destra. Saliamo quindi sul nuovo sentiero fino ad incrociarne uno segnato, nei pressi di un’alta cascata sulla destra. Qui prendiamo a sinistra e giungiamo quinid alla grande apertura di Grotta all’Onda. Visitata la grotta continuiamo lungo il sentiero, incontrando una prima cascata che sgorga da un tetto di roccia, e quindi, le successive più scenografiche che sgorgano anch’esse da buchi nella volta di un grande tetto di roccia che forma un grande antro. Proseguiamo quindi sul sentiero sottostante alle cascate e, subito dopo aver oltrepassato la cascata principale, una deviazione a destra risale verso la stessa e giunge sotto il grande tetto di roccia, da cui abbiamo una bella vista sulla predetta cascata. Da qua, prendendo a sinistra un sentierino passa stretto tra due rocce e quindi continua fino ad un salto di terra e rocce, che bisogna superare sulla destra (qui c’è anche un sentierino proveniente da sinistra, che può essere un accesso alternativo o la via del ritorno ed un sentierino che continua a salire dritto, ma che non porta in nessun punto di rilievo) per continuare su un breve sentierino in piano che porta ad un riparo murato in cui entriamo per godere una vista d’insieme del grande antro con le cascate. Torniamo quindi sui nostri passi (si può uscire dall’altra parte del riparo, ma poi vi è un salto) e riscendiamo come per la salita o come descritto tra parentesi e ritorniamo quindi ancora sui nostri passi fino alla prima alta cascata, dove guadiamo il sottostante torrente e proseguiamo su sentiero segnato, indicato anche da frecce rosse su grossi massi. Il sentiero passa subito accanto a 3 grotticelle e quindi continua a traversare in falsopiano fino ad immettersi in una mulattiera che imbocchiamo verso sinistra in salita. Al primo tornante del nuovo sentiero, possiamo deviare brevemente a destra per accedere ad un punto panoramico su Grotta all’Onda e verso la costa. Riprendiamo quindi a salire verso la Foce del Termine, pochi metri prima della quale prendiamo a destra il sentiero diretto verso Campo all’Orzo. Il nuovo sentiero sale in circa 630 metri fino a quota 1000, dove troviamo a sinistra il bivio per il Monte Piglione, mentre noi continuiamo dritti in leggera discesa. Sul sentiero 101. Giungiamo così al valico di Campo all’Orzo, dove troviamo i resti della Chiesetta di Sant’Antonino Abate, dove proseguiamo ancora dritti, sempre in leggera discesa, per giungere in breve alla Focetta San Vincenzo. Dalla Focetta continuiamo ancora dritti e pressochè in piano, trovando subito il bivio a destra per Metato, mentre noi continuiamo a sinistra verso il Monte Prana (Sentiero Saudade). Subito dopo un nuovo bivio, dove teniamo la destra per il Monte Prana. Iniziamo quindi a salire su chiaro sentiero finche non giungiamo ad intercettare il crinale che scende dalla vetta a quota 1075 circa; qui è possibile deviare a destra su traccia meno marcata e seguire direttamente il crinale fino in vetta, mentre noi continuiamo a sinistra su traccia più evidente. Nei successivi 100 metri bisogna però porre attenzione a non deviare verso sinistra, ma prendere invece a destra una traccia nell’erba, che diventa poi più evidente e porta alla grande Croce di vetta. Giunti alla croce imbocchiamo il crinale a sinistra (direzione sud), esattamente paralleli ed in senso contrario, ma leggermente sopra, al sentiero da cui siamo venuti (la base di un paletto metallico ci indica la giusta direzione dalla vetta). Il sentiero diventa comunque ben presto molto evidente e segnato e lo seguiamo fino ad una forcella a quota 1165, dove lasciamo a sinistra il sentiero segnato (indicazione scritta su roccia per un Rifugio), per scendere invece a destra un ripido canalino erboso. Dopo questo primo tratto ripido il sentiero diventa più evidente e comodo e traversa lungamente verso destra (nord) fino a raggiungere una facile cresta erbosa che percorriamo per un tratto, per poi piegare a destra e raggiungere in breve il sentiero segnato per Metato, che imbocchiamo verso sinistra. Dopo un primo tratto di sentiero, a quota 800 circa, ci ritroviamo a scendere una ripida strada cementata che seguiremo lungamente. A quota 690 tagliamo un tornante della strada seguendo una scorciatoia segnata, per poi riprendere a scendere lungo la strada cementata. A quota 460 circa, lasciamo a destra il bivio per la Grotta del Tambugione e continuiamo sempre dritti a scendere per la strada. Al successivo tornante, lasciamo a sinistra Vicolo del Panorama (dove passa un altro sentiero segnato), per proseguire a destra sulla solita strada. In breve giungiamo ad un largo parcheggio, dove continuiamo dritti, lasciando a sinistra l’asfalto. Scendiamo quindi per la ripida carrareccia, fino a trovare un bivio presso una casa da cui prosegue una staccionata a destra; qui imbocchiamo a destra in ripida discesa, lasciando un’altra sterrata in piano a sinistra.
Dopo poco prendiamo quindi a destra (scelta sbagliata probabilmente, ma non ne posso essere sicuro) e percorriamo un ripiano prativo, dove sarebbe stato meglio (e di questo sono sicuro) prendere subito a sinistra una stretta traccetta infrascata. Noi invece percorriamo il ripiano per prendere a sinistra una più larga ed evidente traccia in discesa, la nuova traccia però finisce sopra una fascia, la cui discesa si rivela piuttosto difficile e scomoda. Scesa comunque la fascia ci troviamo sul vialetto di accesso ad una villa, che seguiamo verso sinistra (qui arriva anche la traccetta che avremmo dovuto prendere) per poi girare a destra e traversare in tale direzione fino a giungere ad un bivio, dove prendiamo ancora a destra per giungere in breve alla strada asfaltata ed al parcheggio.
Conclusioni: in una gita sola ne abbiamo praticamente raggruppate tre: le cascate di Candalla, Grotta all’Onda e Monte Prana e avevamo persino intenzione di aggiungere la visita alla Grotta del Tambugione e ad altre nelle vicinanze, ma poi abbiamo deciso che la gita era abbastanza lunga così. In ogni caso il giro proposto è sicuramente fattibile, ma lo consiglierei più in primavera, quando c’è più tempo per visitare con calma tutte le cascate e i laghetti del torrente, cosa che abbiamo fatto invece con un po’ di fretta e saltando alcune deviazioni. Nonostante questo il giro è stato piacevole: assai suggestivo il torrente e le cascatelle, nonché i tanti ruderi ormai inglobati nella rigogliosa vegetazione, splendida poi Grotta all’Onda con le sue cascate dalla volta, mentre sospendo il giudizio sul Monte Prana, dal quale non abbiamo visto niente causa nebbia, ma, indubbiamente, il pezzo forte della gita resta la suggestiva Grotta all’Onda.
Cascata presso mulino a Candalla
Mulino sopra cascata a Candalla
Fontana e ponte ad inizio sentiero a Candalla
Cascata presso mulino a Candalla più da lontano
Monte Penna da sentiero lungo il Lombricese
Sentiero lungo Lombricese e pareti Monte Penna
Torrente Lombricese da guado presso ripari preistorici
Torrente Lombricese si biforca da guado presso ripari preistorici
Ruderi pastificio lungo torrente Lombricese
Interno ruderi pastificio lungo torrente Lombricese più da lontano
Doppia cascata in torrente Lombricese
Doppia cascata in torrente Lombricese
Doppia cascata in torrente Lombricese più da vicino
Sentiero lungo torrente Lombricese
Laghetto in torrente Lombricese dal sentiero
Cascata in torrente Lombricese
Cascata in torrente Lombricese più da vicino
Forra in torrente Lombricese dall'alto
Cascata da muretto in torrente Lombricese
Grotticella presso bivio sponde in torrente Lombricese
Tripla cascata in torrente Lombricese da sopra
Tripla cascata in torrente Lombricese da sopra
Cascatelle in torrente Lombricese
Rudere su altra sponda torrente Lombricese
Guado in torrente Lombricese
Ruderi ingoiati dalla vegetazione in sponda sinistra Lombricese
Case presso bivio per Casoli
Cascata presso polverifici
Riparo sottoroccia e finestrella presso polverifici
Larga cascata sopra polverifici più da vicino
Seconda cascata sopra i polverifici primo piano
Cascata con toboga vista di fianco
Cascata con toboga vista di fronte
Cascata con toboga vista di fronte più da lontano
Terza cascata sopra i polverifici
Quarta cascata sopra i polverifici
Cascata incanalata dal ponte per Casoli
Torrente Lombriceto dal ponte per Casoli
Rudere e parete Monte Penna
Cascata sopra guado andando a Grotta all'Onda
Cascata prima di Grotta all'Onda
Interno Grotta all'Onda
Ingresso Grotta all'Onda
Cascatelle da volta presso Grotta all'Onda vista verticale
Cascatelle da volta presso Grotta all'Onda
Base cascatelle da volta presso Grotta all'Onda
Cascatelle da volta presso Grotta all'Onda vista verticale più da vicino
Base cascate da volta presso Grotta all'Onda
Cascate da volta presso Grotta all'Onda vista verticale
Base cascate da volta presso Grotta all'Onda vista verticale
Base cascate da volta presso Grotta all'Onda
Cascate da volta presso Grotta all'Onda salendo al riparo più da vicino
Riparo murato sopra cascate Grotta all'Onda
Cascate da riparo sopra Grotta all'Onda
Cascate da riparo sopra Grotta all'Onda più da vicino
Interno riparo murato sopra cascate Grotta all'Onda più da lontano
Cascate da riparo sopra Grotta all'Onda
Cascate da riparo sopra Grotta all'Onda col flash
Passaggio tra le rocce scendendo dal riparo
Cascate da volta presso Grotta all'Onda scendendo dal riparo più da vicino
Cascate da volta presso Grotta all'Onda scendendo dal riparo ancora più da vicino
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo vista verticale
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo vista verticale
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo più da vicino
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo vista verticale più da vicino
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo parte superiore
Base cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo
ascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo parte inferiore
Cascate da volta presso Grotta all'Onda viste di profilo vista verticale più da vicino
Prima grotticella dopo Grotta all'Onda
Seconda grotticella dopo Grotta all'Onda
Terza grotticella dopo Grotta all'Onda
Monte Prana salendo a Foce del Termine
Monte Matanna con Grotta all'Onda alla base
Viareggio e mare da punto panoramico salendo a Foce del Termine
Sentiero e cascata salendo a Foce del Termine
Cascatelle salendo a Foce del Termine
Fosso Turreite San Rocco salendo a Foce del Termine
Monte Prana da Foce del Termine
Nebbia a sud andando verso Campo all'Orzo
Monte Prana andando verso Campo all'Orzo
Chiesa Sant'Antonino Abate a Campo all'Orzo
Monte Gabberi e Nebbia che incomincia a salire andando al Monte Prana
Monte Prana salendolo
Enrico e croce di vetta Monte Prana
Colline ondulate salendo al Monte Prana
Colline ondulate salendo al Monte Prana più da lontano
Croce vetta Monte Prana da sotto
Sentiero verso crinale erboso scendendo dal Monte Prana
Mare d'oro e Capraia scendendo verso Metato
Mare d'oro e Capraia scendendo verso Metato più da vicino
Lago Massaciuccoli scendendo a Metato
Torre a Metato e mare d'oro sullo sfondo
Cascata presso mulino a Candalla
Testa apotropaica in fontana presso Mulino Candalla
Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
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Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
Ottimo !
Questo è un giro che vorrei fare, magari tra un paio di mesi : la Grotta all'Onda come sai già m'incuriosiva, ma anche il Prana, visto dal Gabberi in quella passeggiata che abbiamo fatto, mi dava l'idea di non essere male, come panorama.....meteo permettendo, ovviamente...
In effetti lasciare fuori il Tambugione fa un po' rosicare....mi chiedevo, guardando la cartina, se avesse un senso includerlo facendo un anello partendo direttamente da Metato (e facendo pure eventualmente una capatina ai ruderi del Castello di Montecastrese) che parrebbe di 16 km circa per un dislivello di 1230..............in pratica saltare il tratto da dove avete parcheggiato voi sino ai pressi del cimitero di Casoli........cosa mi perderei ?
Inoltre, col disgelo, cascate e guadi vari potrebbero rappresentare un problema, a vs. avviso ?
Questo è un giro che vorrei fare, magari tra un paio di mesi : la Grotta all'Onda come sai già m'incuriosiva, ma anche il Prana, visto dal Gabberi in quella passeggiata che abbiamo fatto, mi dava l'idea di non essere male, come panorama.....meteo permettendo, ovviamente...
In effetti lasciare fuori il Tambugione fa un po' rosicare....mi chiedevo, guardando la cartina, se avesse un senso includerlo facendo un anello partendo direttamente da Metato (e facendo pure eventualmente una capatina ai ruderi del Castello di Montecastrese) che parrebbe di 16 km circa per un dislivello di 1230..............in pratica saltare il tratto da dove avete parcheggiato voi sino ai pressi del cimitero di Casoli........cosa mi perderei ?
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...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
Ti perderesti tutte le cascate del Candalla, che sono indubbiamente belle, come spero le foto testimonino, è comunque possibile fare una specie di 8 che includa tutto e l'avevo anche progettato, ma poi la visita alle cascate ci ha preso, come logico più tempo ed abbiamo saltato la parte delle grotte. Problemi di gelo e disgelo non credo ce ne siano molti in quella zona poi, magari non c'è neanche nevicato ed in ogni caso dura poco, siamo lato mare e sulle montagne più a sud e più basse delle apuane. Mi farebbe comunque magari piacere combinare per completare appunto la zona.psiconauta wrote:Ottimo !
Questo è un giro che vorrei fare, magari tra un paio di mesi : la Grotta all'Onda come sai già m'incuriosiva, ma anche il Prana, visto dal Gabberi in quella passeggiata che abbiamo fatto, mi dava l'idea di non essere male, come panorama.....meteo permettendo, ovviamente...
In effetti lasciare fuori il Tambugione fa un po' rosicare....mi chiedevo, guardando la cartina, se avesse un senso includerlo facendo un anello partendo direttamente da Metato (e facendo pure eventualmente una capatina ai ruderi del Castello di Montecastrese) che parrebbe di 16 km circa per un dislivello di 1230..............in pratica saltare il tratto da dove avete parcheggiato voi sino ai pressi del cimitero di Casoli........cosa mi perderei ?
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
Un giro un pò articolato in effetti di circa 18 Km: partenza Candalla, da lì a Metato, quindi Grotta del Tambugione ed altra grotta nelle vicinanze, quindi Casoli, dopo Casoli bivio a destra per il Prana, completando così una specie di 8 all'andata, quindi ritorno per Grotta all'Onda e Cascate del Candalla.
Allego immagine della traccia, dove il percorso in questione è segnato in viola, o fucsia, Lilla, Magenta che sia, che per me sono un colore solo in effetti...
In questo modo si vede tutto e si taglia la noiosa strada del ritorno, era in effetti il giro che volevo fare in origine, ed è sicuramente il migliore, anche se non molto logico morfologicamente...
Allego immagine della traccia, dove il percorso in questione è segnato in viola, o fucsia, Lilla, Magenta che sia, che per me sono un colore solo in effetti...
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
Bravo Sound, proprio così......bel giro......un po' impegnativo, sia come distanza che come dislivello, ma indubbiamente sarebbe un bellissimo giro.........a dirla tutta a me verrebbe più da fare l'andata dalle cascate + Prana e il ritorno da Onda e Tambugione, cioè in senso contrario a come l'hai scritto sopra, ma tu ci sei già stato, io no, quindi me ne sto....
certo è che sulla carta ogni volta tendo (almeno io) a infilare sempre più mete di quelle poi realmente fattibili, tra soste, foto e contemplazioni varie (per non parlare degli imprevisti)
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
Si può fare tranquillamente anche al contrario direi, ho solo messo prima per sicurezza le cose che non ho ancora visto...psiconauta wrote:Bravo Sound, proprio così......bel giro......un po' impegnativo, sia come distanza che come dislivello, ma indubbiamente sarebbe un bellissimo giro.........a dirla tutta a me verrebbe più da fare l'andata dalle cascate + Prana e il ritorno da Onda e Tambugione, cioè in senso contrario a come l'hai scritto sopra, ma tu ci sei già stato, io no, quindi me ne sto....
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
certo, la sicurezza prima di tutto....soundofsilence wrote:Si può fare tranquillamente anche al contrario direi, ho solo messo prima per sicurezza le cose che non ho ancora visto...psiconauta wrote:Bravo Sound, proprio così......bel giro......un po' impegnativo, sia come distanza che come dislivello, ma indubbiamente sarebbe un bellissimo giro.........a dirla tutta a me verrebbe più da fare l'andata dalle cascate + Prana e il ritorno da Onda e Tambugione, cioè in senso contrario a come l'hai scritto sopra, ma tu ci sei già stato, io no, quindi me ne sto....
certo è che sulla carta ogni volta tendo (almeno io) a infilare sempre più mete di quelle poi realmente fattibili, tra soste, foto e contemplazioni varie (per non parlare degli imprevisti)
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Re: Monte Prana e Grotta all'Onda da Candalla
28 Giugno 2024 GROTTA ALL'ONDA
Ciao a tutti/e.
Dopo un paio di mesi di inattività, un po' dovuta ad impegni vari, un po' forzata dal meteo orrendo geoingegnerizzato da filantropi guerrafondai , venerdì 28 Giugno lo stress accumulato mi convince definitivamente a prendere ferie dal lavoro ed alzare le vibrazioni in mezzo alla natura incontaminata, o meno contaminata, insomma, se pur la voglia di esplorare posti lontani implica asfalto e motori.
Poichè nonostante il meteo siamo ormai a fine Giugno, perciò bella giornata = caldo, non so bene dove andare.....indeciso tra Val d'Aveto (che è un po' più alta dell'appennino che mi circonda immediatamente) o Monte Verruga, dove virerei decisamente verso l'abbronzatura rapida, opto alla fine per levarmi una fissa che avevo prima ancora della plandemia, e cioè una visita a Grotta all'Onda, che vista la mia passione per i siti megalitici e in generale preistorici, pareva offrire ampie possibilità di frescura, tra boschi e torrenti.
Parto quindi incredibilmente deciso di buona mattina (per quanto mi riguarda ) e va tutto liscio sino all'arrivo, compresa la compilation dei Bisca che mi accompagna nel viaggio , rivelandomi un grande gruppo italiano che sottovalutavo.
Piazzata l'auto perdo già un po' di tempo ad osservare le sculture forgiate in metallo che accompagnano il percorso dal parcheggio al cimitero di Lombrici,
dove lascio la provinciale per dirigermi verso la prima pozza presso il Mulino di Candalla dove la stradina finisce e un ponticello attraversa il torrente : qui una donna di una certa età sta da sola di fronte alle acque leggendo ad alta voce quello che mi pare un libro di preghiere cristiche, o qualcosa del genere... ....ci sta quest'approccio mistico, poichè qui davvero l'acqua deve aver segnato e governato la storia dell'uomo di queste parti, e pure Candalla suona un po' come Shamballa...
Passato il ponticello il sentiero si addentra nel bosco, dopo alcune bacheche illustranti varietà entomofile tutelate e/o reintrodotte che in effetti farei fatica a distinguere le une dalle altre , anche se sospetto che l'entomologia potrebbe rivelare fonti di saggezza e meraviglie della natura inaspettate, che potrebbero colpire duramente la mia ignoranza in materia.
Monte Penna fra le frasche
Poco più avanti sbucano improvvisamente tra gli alberi degli splendidi ruderi, se capite cosa voglio dire , di quello che doveva essere un imponente edificio, più esattamente il Pastificio Bertagna, risalente a metà 800 circa.
cascatella presso pastificio
Vago per un po' presso i ruderi e le pozze sottostanti, ambiente molto pittoresco, poi proseguo sul sentiero attraverso un piccolo ponticello pericolante di tronchi posto presso una franetta, per poi guadare di nuovo il torrente e risalire tra alcuni ruderi divorati dalla vegetazione.
Qui seguendo il resoconto di Sound mi confondo leggermente perchè lui dice di girare a dx , che in effetti tornerebbe in direzione contraria , comunque provo per un poco a seguire in quella direzione passando sotto alcune pareti da arrampicata, finchè non capisco che in effetti è sbagliato, torno quindi sui miei passi e procedo a lungo su una traccia in mezzo al bosco
Casoli spunta tra gli alberi
sino a giungere ad un ponticello,
presso il quale un cartello informativo indica i polverifici, più avanti,
consistenti in alcuni ruderi posti presso il torrente, che in questo punto forma numerose cascatelle molto carine, dalle acque trasparenti.
Visitato il luogo, torno al ponticello, lo varco sino ad arrivare presso il cimitero di Lombrici; qui la traccia di Sound prevedeva scorciatoie infrascate che io evito circumnavigando il cimitero e recuperando il sentiero dopo esser passato sotto un paio di case, sino a giungere ad una cappelletta; qui proseguo sino ad un ponticello dove il sentiero pare biforcarsi; io prendo a sx in salita e proseguo nel bosco per un po', trovo un altro bivio dove tengo la sx su una sterrata più larga che mi porta ad un nuovo bivio che si innesta sul chiaro percorso in falso piano di un acquedotto sino ad un ponticello curvo che porterebbe ad alcune opere acquedottistiche,
ma subito al termine del ponticello svolto a dx in salita sino a giungere sotto le pareti di Grotta all'Onda, con bei rampicanti,
alberi curiosi,
una cascatella pittoresca
e , proseguendo sulla sx, alla vera e propria grotta.
La grotta in sè non è granche, anche se pare ci siano altri cunicoli ormai occlusi, vasta e alta più o meno 3 metri costantemente, ha una parte in cui paiono attivi scavi archeologici, coperti da reti e teli.
Nella grotta anche una vetusta panca e subito all'esterno, una specie di fornetto in pietra.
Proseguendo oltre la Grotta, si arriva ad una parete verticale/tetto di roccia dalla quale, attraverso alcuni fori, sgorgano cascatelle; credevo di trovare molta più acqua, vista la stagione che abbiamo vissuto, invece mi par di capire ce ne fosse di più quando ci andò Sound.
Comunque sia il luogo è parecchio magico e pittoresco, oltre che fresco, il che non guasta, vista l'umidità e l'afa abbondantemente presente durante il tratto nei boschi.
Mi fermo un tot a mangiare un panetto e a visitare i dintorni, in un angolo della parete c'è una specie di riparo murato sotto roccia,
che avvicino ma non raggiungo perchè un po' esposto, sono da solo e vorrei evitare imprevisti; il luogo è comunque davvero suggestivo, ci si può facilmente immaginare una vedetta che da qui sorveglia tutta la base della falesia presso la sorgente d'acqua, nei pressi della dimora tribale.
Chissà con più acqua !
Ritorno presso le cascatelle per ammirare la flora dell'ambiente, rocce ricoperte di muschio e una qualche pianta che potrebbe essere Tussilago Farfara, che mi riporta alla mente un disco svedese elettronico-psichedelico di quand'ero ragazzo, che sarebbe assolutamente perfetto da ascoltare qui.
Ancora qualche istante per rinfrescarmi e respirare l'atmosfera di questo luogo, poi riprocedo al'indietro sui miei passi; giunto sotto le falesie invece di scendere verso l'acquedotto procedo sotto di esse, passando davanti a 3 piccole grotticelle/riparo,
poi giungo ad un bivio mal segnalato dove prendo in salita a sx, per giungere poi ad un altro bivio; qui purtroppo si concretizza il problema di cui mi ero già accorto la mattina alla partenza : Oruxmpas mi visualizza la traccia ma non la mappa sottostante, questo è un guaio , perchè durante il tragitto, tra errori, perdite di tempo e soste varie, avevo già stabilito di non raggiungere il Monte Prana come fatto da Sound (come diamine riesca lui ad unire 3 gite in 1, quando io non riesco nemmeno ad unirne 2, e a volte ho problemi anche a portarne a termine 1, proprio non saprei ) e anzi, avevo programmato di raggiungere al limite la Chiesa di S.Antonio Abate a Campo all'Orzo, sostare un po' lì e poi ridiscendere verso Case Borelle....purtroppo la traccia da sola non mi aiuta a discernere il percorso e nemmeno i 2 o 3 stralci di mappa che mi ero velocemente stampato a casa la mattina prima della partenza.
Dopo vari tentennamenti, vista anche l'ora, decido quindi di accorciare la gita (sempre che vada tutto bene) e di prendere al primo bivio a dx un sentiero che intuitivamente dovrebbe ricongiungermi con quello di salita : così è, infatti, procedo quindi con tranquillità sino a ritornare al cimitero di Casoli,
Mare da cimitero Casoli
dove mi rinfresco un poco e rimugino se proseguire verso il paese, del quale si ammira una bella torre, o ritornare ulteriormente sul percorso dell'andata verso il Lombricese; forse sono il caldo ed il sole che mi fanno optare per quest'ultima scelta, ma nel tornare verso Candalla sbaglio un guado proseguendo troppo oltre e infrascandomi un poco, per poi riguadare più avanti e rispuntare nei pressi del precario ponticello di tronchi
poco prima dei ruderi del Pastificio,
nelle cui pozze scorgo una coppia fare il bagno.
Pure alla cascatella del mulino di Candalla qualcuno si rinfresca,
io torno alla macchina dove mangio alcune albicocche che mi erano rimaste; mi sarebbe piaciuto recuperare qualche leccornia da portare a casa, come cerco di far sempre, "per far girare l'economia", come diceva qualche golosastro del forum , ma sulla strada non trovo nulla e presto mi ritrovo a Camaiore, dove non ho voglia di fermarmi.
Procedo quindi verso l'autostrada, dove nei dintorni di Massa troverò una coda che a momenti mi amasso, ma l'umore è buono e incasso senza patemi.
Piuttosto a Genova il sole è coperto da schifo chimico e il cielo è di un colore metallico assurdo , che riflesso nel mare vira davvero sull'apocalittico.
Mi rimbalza, visto il pieno di vibrazioni positive che ho fatto, grazie A ME e a Sound che ha postato questa gita e ha condiviso con noi la sua esperienza.
Gita consigliata per chi si trova in zona, oltretutto può essere allungata (es. Sound) e/o accorciata (partendo da Trescolli o Metato) a piacere, devo però sottolineare che i segnavia, almeno nel percorso da me seguito, sono molto approssimativi, molti segni bianchi e rossi ma senza indicazioni del sentiero, cosa che può contribuire a confondere, visto che molto del percorso, almeno quello da me fatto, è all'interno del bosco.
Consiglio quindi di munirsi di una traccia gps (funzionante, non come la mia) e/o almeno un'ottima cartina.
Aloha
Ciao a tutti/e.
Dopo un paio di mesi di inattività, un po' dovuta ad impegni vari, un po' forzata dal meteo orrendo geoingegnerizzato da filantropi guerrafondai , venerdì 28 Giugno lo stress accumulato mi convince definitivamente a prendere ferie dal lavoro ed alzare le vibrazioni in mezzo alla natura incontaminata, o meno contaminata, insomma, se pur la voglia di esplorare posti lontani implica asfalto e motori.
Poichè nonostante il meteo siamo ormai a fine Giugno, perciò bella giornata = caldo, non so bene dove andare.....indeciso tra Val d'Aveto (che è un po' più alta dell'appennino che mi circonda immediatamente) o Monte Verruga, dove virerei decisamente verso l'abbronzatura rapida, opto alla fine per levarmi una fissa che avevo prima ancora della plandemia, e cioè una visita a Grotta all'Onda, che vista la mia passione per i siti megalitici e in generale preistorici, pareva offrire ampie possibilità di frescura, tra boschi e torrenti.
Parto quindi incredibilmente deciso di buona mattina (per quanto mi riguarda ) e va tutto liscio sino all'arrivo, compresa la compilation dei Bisca che mi accompagna nel viaggio , rivelandomi un grande gruppo italiano che sottovalutavo.
Piazzata l'auto perdo già un po' di tempo ad osservare le sculture forgiate in metallo che accompagnano il percorso dal parcheggio al cimitero di Lombrici,
dove lascio la provinciale per dirigermi verso la prima pozza presso il Mulino di Candalla dove la stradina finisce e un ponticello attraversa il torrente : qui una donna di una certa età sta da sola di fronte alle acque leggendo ad alta voce quello che mi pare un libro di preghiere cristiche, o qualcosa del genere... ....ci sta quest'approccio mistico, poichè qui davvero l'acqua deve aver segnato e governato la storia dell'uomo di queste parti, e pure Candalla suona un po' come Shamballa...
Passato il ponticello il sentiero si addentra nel bosco, dopo alcune bacheche illustranti varietà entomofile tutelate e/o reintrodotte che in effetti farei fatica a distinguere le une dalle altre , anche se sospetto che l'entomologia potrebbe rivelare fonti di saggezza e meraviglie della natura inaspettate, che potrebbero colpire duramente la mia ignoranza in materia.
Monte Penna fra le frasche
Poco più avanti sbucano improvvisamente tra gli alberi degli splendidi ruderi, se capite cosa voglio dire , di quello che doveva essere un imponente edificio, più esattamente il Pastificio Bertagna, risalente a metà 800 circa.
cascatella presso pastificio
Vago per un po' presso i ruderi e le pozze sottostanti, ambiente molto pittoresco, poi proseguo sul sentiero attraverso un piccolo ponticello pericolante di tronchi posto presso una franetta, per poi guadare di nuovo il torrente e risalire tra alcuni ruderi divorati dalla vegetazione.
Qui seguendo il resoconto di Sound mi confondo leggermente perchè lui dice di girare a dx , che in effetti tornerebbe in direzione contraria , comunque provo per un poco a seguire in quella direzione passando sotto alcune pareti da arrampicata, finchè non capisco che in effetti è sbagliato, torno quindi sui miei passi e procedo a lungo su una traccia in mezzo al bosco
Casoli spunta tra gli alberi
sino a giungere ad un ponticello,
presso il quale un cartello informativo indica i polverifici, più avanti,
consistenti in alcuni ruderi posti presso il torrente, che in questo punto forma numerose cascatelle molto carine, dalle acque trasparenti.
Visitato il luogo, torno al ponticello, lo varco sino ad arrivare presso il cimitero di Lombrici; qui la traccia di Sound prevedeva scorciatoie infrascate che io evito circumnavigando il cimitero e recuperando il sentiero dopo esser passato sotto un paio di case, sino a giungere ad una cappelletta; qui proseguo sino ad un ponticello dove il sentiero pare biforcarsi; io prendo a sx in salita e proseguo nel bosco per un po', trovo un altro bivio dove tengo la sx su una sterrata più larga che mi porta ad un nuovo bivio che si innesta sul chiaro percorso in falso piano di un acquedotto sino ad un ponticello curvo che porterebbe ad alcune opere acquedottistiche,
ma subito al termine del ponticello svolto a dx in salita sino a giungere sotto le pareti di Grotta all'Onda, con bei rampicanti,
alberi curiosi,
una cascatella pittoresca
e , proseguendo sulla sx, alla vera e propria grotta.
La grotta in sè non è granche, anche se pare ci siano altri cunicoli ormai occlusi, vasta e alta più o meno 3 metri costantemente, ha una parte in cui paiono attivi scavi archeologici, coperti da reti e teli.
Nella grotta anche una vetusta panca e subito all'esterno, una specie di fornetto in pietra.
Proseguendo oltre la Grotta, si arriva ad una parete verticale/tetto di roccia dalla quale, attraverso alcuni fori, sgorgano cascatelle; credevo di trovare molta più acqua, vista la stagione che abbiamo vissuto, invece mi par di capire ce ne fosse di più quando ci andò Sound.
Comunque sia il luogo è parecchio magico e pittoresco, oltre che fresco, il che non guasta, vista l'umidità e l'afa abbondantemente presente durante il tratto nei boschi.
Mi fermo un tot a mangiare un panetto e a visitare i dintorni, in un angolo della parete c'è una specie di riparo murato sotto roccia,
che avvicino ma non raggiungo perchè un po' esposto, sono da solo e vorrei evitare imprevisti; il luogo è comunque davvero suggestivo, ci si può facilmente immaginare una vedetta che da qui sorveglia tutta la base della falesia presso la sorgente d'acqua, nei pressi della dimora tribale.
Chissà con più acqua !
Ritorno presso le cascatelle per ammirare la flora dell'ambiente, rocce ricoperte di muschio e una qualche pianta che potrebbe essere Tussilago Farfara, che mi riporta alla mente un disco svedese elettronico-psichedelico di quand'ero ragazzo, che sarebbe assolutamente perfetto da ascoltare qui.
Ancora qualche istante per rinfrescarmi e respirare l'atmosfera di questo luogo, poi riprocedo al'indietro sui miei passi; giunto sotto le falesie invece di scendere verso l'acquedotto procedo sotto di esse, passando davanti a 3 piccole grotticelle/riparo,
poi giungo ad un bivio mal segnalato dove prendo in salita a sx, per giungere poi ad un altro bivio; qui purtroppo si concretizza il problema di cui mi ero già accorto la mattina alla partenza : Oruxmpas mi visualizza la traccia ma non la mappa sottostante, questo è un guaio , perchè durante il tragitto, tra errori, perdite di tempo e soste varie, avevo già stabilito di non raggiungere il Monte Prana come fatto da Sound (come diamine riesca lui ad unire 3 gite in 1, quando io non riesco nemmeno ad unirne 2, e a volte ho problemi anche a portarne a termine 1, proprio non saprei ) e anzi, avevo programmato di raggiungere al limite la Chiesa di S.Antonio Abate a Campo all'Orzo, sostare un po' lì e poi ridiscendere verso Case Borelle....purtroppo la traccia da sola non mi aiuta a discernere il percorso e nemmeno i 2 o 3 stralci di mappa che mi ero velocemente stampato a casa la mattina prima della partenza.
Dopo vari tentennamenti, vista anche l'ora, decido quindi di accorciare la gita (sempre che vada tutto bene) e di prendere al primo bivio a dx un sentiero che intuitivamente dovrebbe ricongiungermi con quello di salita : così è, infatti, procedo quindi con tranquillità sino a ritornare al cimitero di Casoli,
Mare da cimitero Casoli
dove mi rinfresco un poco e rimugino se proseguire verso il paese, del quale si ammira una bella torre, o ritornare ulteriormente sul percorso dell'andata verso il Lombricese; forse sono il caldo ed il sole che mi fanno optare per quest'ultima scelta, ma nel tornare verso Candalla sbaglio un guado proseguendo troppo oltre e infrascandomi un poco, per poi riguadare più avanti e rispuntare nei pressi del precario ponticello di tronchi
poco prima dei ruderi del Pastificio,
nelle cui pozze scorgo una coppia fare il bagno.
Pure alla cascatella del mulino di Candalla qualcuno si rinfresca,
io torno alla macchina dove mangio alcune albicocche che mi erano rimaste; mi sarebbe piaciuto recuperare qualche leccornia da portare a casa, come cerco di far sempre, "per far girare l'economia", come diceva qualche golosastro del forum , ma sulla strada non trovo nulla e presto mi ritrovo a Camaiore, dove non ho voglia di fermarmi.
Procedo quindi verso l'autostrada, dove nei dintorni di Massa troverò una coda che a momenti mi amasso, ma l'umore è buono e incasso senza patemi.
Piuttosto a Genova il sole è coperto da schifo chimico e il cielo è di un colore metallico assurdo , che riflesso nel mare vira davvero sull'apocalittico.
Mi rimbalza, visto il pieno di vibrazioni positive che ho fatto, grazie A ME e a Sound che ha postato questa gita e ha condiviso con noi la sua esperienza.
Gita consigliata per chi si trova in zona, oltretutto può essere allungata (es. Sound) e/o accorciata (partendo da Trescolli o Metato) a piacere, devo però sottolineare che i segnavia, almeno nel percorso da me seguito, sono molto approssimativi, molti segni bianchi e rossi ma senza indicazioni del sentiero, cosa che può contribuire a confondere, visto che molto del percorso, almeno quello da me fatto, è all'interno del bosco.
Consiglio quindi di munirsi di una traccia gps (funzionante, non come la mia) e/o almeno un'ottima cartina.
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !