ll nostro punto di partenza è Arni (916 m), raggiungibile da Castelnuovo Garfagnana o da Massa (lungo la strada che attraverso San Carlo Po, Pariana, Antona e Altagnana giunge a Pian della Fioba e attraversa in galleria il Monte Pelato. E' una strada davvero molto panoramica, merita farla. Noi l'abbiamo fatta al ritorno). Arni si può inoltre raggiungere da Querceta, Sevarezza e girando a Ruosina per risalire i fianchi del Monte Altissimo che si attraversa con la galleria del Cipollato.
Il sentiero n. 144 parte nei pressi della chiesa (poco più sopra). Seguendo la tacca bianca e rossa il sentiero attraversa anche delle rocce e lastroni dove sono stati scavati dei gradini (niente di preoccupante). La prima parte della salita avviene praticamente su un crinale, ben distinguibile proprio mentre si cammina sui lastroni con gradini.

I fianchi del monte vengono completamente aggirati, questo permette anche una salita abbastanza dolce. Un sentiero a mezzacosta ci porta poi al bosco del Fatonero, meravigliosa faggeta che con l'autunno assume sfumature da favola... una leggenda vuole che sia abitato dal Linchetto, un folletto bizzarro e dispettoso che disturba uomini e animali.

Proprio prima dell’impatto visivo con la macchia colorata del Fatonero, il sentiero si snoda su un versante che porta a un colletto (oggi ventosissimo) dove, appena girato l’angolo si vedono il bosco e la Penna di Sumbra in tutta la sua maestosa imponenza. Non credevo fosse così bella, si alza staccandosi da tutto il resto, emerge dai prati e dalle placche di marmo…

Lasciato il Fatonero, si risale verso il Passo Fiocca (m. 1560), un ampio valico ricoperto da spettacolari lastroni di marmo. Dal passo, parte una corta via attrezzata (un sentiero molto ripido dotato di cavo. Non servono abilità fisiche particolari, solamente, come su tutto il sentiero, stare attenti a non scivolare vista la natura della pietra), la quale ci porta fin sulla vetta della Penna di Sumbra (m. 1764). Il monte presenta a nord un crinale lungo e dolce punteggiato di boschi, a sud una parete verticale di 500 metri!
Da lì si vedono molte vette delle Apuane, tra le quali ricordo Pisanino, Tambura, Contrario…

Dorilys e Scinty in vetta
A questo punto normalmente si ritornerebbe sul sentiero percorso per l’andata. Ma grazie al pullman che ci aspetta dall’altra parte, continuiamo la nostra bellissima traversata fino all’abitato di Capanne di Careggine (m. 840). Si prende quindi il sentiero n. 145 che ci permette una visione della immensa parete sud e ci addentriamo in un altro magnifico bosco di faggi.


Più in basso il sentiero attraversa antichi pascoli (si possono vedere qua e là i resti dei ricoveri dei pastori) nell’erba alta e ci porta a un altro affascinante posto che rende, insieme alla vetta, al panorama e ai boschi, questo itinerario davvero particolare. Si tratta di un intaglio roccioso naturale molto stretto. Si sale per un canalino gradonato e si passa uno in fila all’altro nella fenditura. E’ davvero suggestivo.

Poco dopo si arriva a uno spazio aperto da dove si vede, in fondo alla valle, il lago di Isola Santa. Terminiamo la gita camminando nei boschi di castagni dai colori caldi e dorati. Il tempo impiegato, prendendola con un passo tranquillo, è di circa 6 ore.
Si può fare con più macchine o col pullman, altrimenti scegliendo uno dei due paesini come luogo di partenza per una delle due salite (sentiero 144 dalla chiesa di Arni – sentiero 145 dalla chiesa di Capanne di Careggine).
Davvero una bella gita vissuta in una splendida giornata autunnale. L’ambiente delle Alpi Apuane è stata una bella novità, è una catena davvero particolare e spero di fare ancora molte gite da quelle parti…anzi l’inverno mi aspetta…

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