Domenica 4 dicembre 2011: Parcheggio funvia x Piani d’Erna (580) – sentiero 1A – Passo del Fò (1284) – Sentiero Solitari (11A) – Porta di Serrada Settentrionale (1630) – Sentiero delle Creste – Resegone (1875) – Sentiero n° 1 – Rifugio Stoppani (890) – Parcheggio funivia x Piani d’Erna (580).
Partecipanti: Maury76 e soundofsilence.
Lunghezza: 15 Km. circa, noi abbiamo fatto qualcosa in più per andare a vedere la fine della ferrata del Centenario.
Dislivello: 1400 circa.
Difficoltà: tutto E, tranne l’ultima salita prima del Rifugio Azzoni, sicuramente EE; si tratta di una risalita di una cinquantina di metri circa in costante arrampicata di I grado, bene appigliata e non molto esposta, ma richiedente comunque un buon uso delle mani.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino a Milano, poi si prende la tangenziale ovest fino ad incrociare la A4 (Milano – Venezia), che si imbocca e si segue fino a Cinisello Balsamo, dove si prende la Superstrada (SS36) che si segue fino a Lecco, dove si seguono le indicazioni nel tunnel per i Piani d’Erna e la relativa funivia. Possibilmente si parcheggia pochi metri (50 circa) prima del piazzale della funivia per evitare il parcheggio a pagamento; volendo ci sono altre aree parcheggiabili anche un po’ prima. In realtà, non usufruendo della funivia, si possono risparmiare circa 700 metri, in buona parte di asfalto, se sempre circa 700 metri prima del piazzale della funivia si prosegue dritti in via ai Poggi per svoltare a destra 170 metri dopo, in corrispondenza di una locanda/ristorante/albergo (ho solo il waypont non so bene cosa sia…) nomata dei Cacciatori e su questa proseguire per ulteriori 700 metri fino a dove, in corrispondenza del cancello di una villa, sulla sinistra, vi è il sentiero n° 1; non so bene quante possibilità di parcheggio vi siano, qualcosa ai bordi della strada, però, si trova sicuramente; vi è da dire comunque che tutta la gente del posto, anche se non prende la funivia non viene qua ma, in ogni caso, parcheggia presso il piazzale, non so se ci sia un motivo per questo….
Al ritorno fare attenzione perché è facile sbagliare: poco dopo la fine della superstrada (all’incirca 3 Km) ci si deve immettere sulla tangenziale in corrispondenza della segnalazione autostradale per Bologna e assolutamente non proseguire dritti come il grande pannello autostradale pochi metri prima potrebbe far pensare; in effetti tale pannello mentre mentre sulla parte destra reca il preavviso di svolta per l’autostrada per Bologna (quello da imboccare pochi metri dopo), nella parte sinistra indica di proseguire dritti per Genova: se qualcuno è proseguito dritto ed è riuscito a trovare una successiva entrata per Genova, e non sta invece vagando ancora per Milano, gli sarei molto grato se me lo facesse sapere….
Percorso a piedi: Dal piazzale della funivia si prende, in discesa, il sentiero 1 (l’unico che c’è) e, dopo poco, si arriva a una strada asfaltata che si imbocca verso destra; dopo qualche centinaio di metri su asfalto, si svolta a sinistra, sempre sull’uno, su carrareccia. Giunti in località Costa (piccolo paesino) si lascia a destra l’1 e si prende a sinistra l’1A. Si lasciano poi a destra due bivi per il Magnodeno (in corrispondenza di uno un cartello in legno per terra con scritto Passo del Fò ci indica la giusta direzione) e si giunge quindi al bivio col sentiero n° 6, che si imbocca sulla destra (sulla sinistra si riprende l’1). Si segue quindi il sentiero 6 (che poco prima del Passo si riunisce col 7) fino al predetto Passo. Da qui si prende il sentierino non segnalato sulla sinistra e, dopo pochi metri, cartello (con scritto 11a) si prende a destra. Il panoramico sentiero 11a traversa sotto gli imponenti bastioni del Resegone fino ad incrociare il sentiero 11 per il canalone di Val Nigra; si prosegue invece dritti sull’11a fino a raggiungere, un po’ più ripidamente, la cresta e l’omonimo sentiero da imboccare verso sinistra. Il sentiero delle creste segue il filo della stessa fino all’ultima cima prima del Rifugio Azzoni, che viene invece tagliata alla base dal tracciato, per evitare i precipizi che caratterizzano il suo versante nord (mentre da sud è facilmente accessibile, per chi sia interessato); attraversata tale cima si giunge ad una forcella, da dove inizia la risalita, su sentiero assai più impervio del precedente, che porta in breve al rifugio Azzoni, posto pochi metri sotto la vetta.
Da rifugio si seguono gli scalini sul versante lecchese che immettono sul sentiero n° 1 che va seguito fino al piazzale della funivia da cui siamo partiti. Lungo il percorso si incontra, nei pressi di una selletta, un bivio segnato sulla destra, dove, sotto il segnavia vi è la scritta “donato” non so bene cosa significhi; si continua invece a seguire l’1 sulla sinistra. Il sentiero 1 compie poi un lungo traverso verso destra e, passato un punto panoramico dove è stato piazzato un crocifisso in legno, giunge ad incrociare il sentiero 7; lo si attraversa e si continua sull’1; si passa poi per il Rifugio Stoppani e, quindi, attraversate le case della località Costa, ci si riimmette sul percorso dell’andata in corrispondenza del bivio dove avevamo imboccato l’1a.
Conclusioni: Percorso decisamente più indovinato del precedente giro che avevo fatto al Resegone, attraverso funivia, canalone Bobbio e sentiero delle creste integrale fino alla Passata, con ritorno dal sentiero 5. Il sentiero 11a, chiamato anche dei Solitari, è, infatti, decisamente magnifico per la vista costante sullo sfondo degli stupendi torrioni della cresta e per l’attraversamento di una zona selvaggia e solitaria (che i solitari siano gli escursionisti che lo percorrono?) caratterizzata da guglie creste e pareti di stampo dolomitico. Molto bello anche il Sentiero delle Creste e bella pure la ‘via normale’ del numero 1 che permette di ammirare dal miglior punto di osservazione le imponenti pareti delle cime del Resegone. Un po’ meno interessante invece il percorso nel bosco, fatto per evitare la funivia e, soprattutto i 10 euro del biglietto A/R. In conclusione quindi una gran bella gita, di cui mi ha deluso soltanto la vista limitata sul Lago di Como (ma il panorama dalla vetta, dalla cresta e dal sentiero dei Solitari è ugualmente di prim’ordine) che nella precedente gita, fatta nella nebbia, avevo immaginato più esteso, non all’altezza della Grignetta (ma qui si parla di uno dei sentieri più belli d’Italia) ma neanche un paragone così improponibile.
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