Monte Bocco anello per Malpasso e Lago Palo dal Lagastrello

Moderator: Moderatori

Post Reply
User avatar
soundofsilence
Riesploratore
Posts: 6850
Joined: Wed Aug 29, 2007 12:42
Location: genova - marassi
Contact:

Monte Bocco anello per Malpasso e Lago Palo dal Lagastrello

Post by soundofsilence »

Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://luoghidasogno.altervista.org/ar ... icolo=3722

Monte Bocco anello per Malpasso e Lago Palo dal Lagastrello

Sabato 6 Luglio 2024: Passo del Lagastrello (1200) – Foce Banciola (1682) – Monte Bocco (1790) – Monte Uomo Morto (1773) – Foce Banciola (1682) – Cima Pitturina (1741) – Cima Canuti (1744) – Monte Malpasso (1716) – Lago Palo (1520) – Prato Spilla (1335) – Lago Verdarolo (1400) – Lago Scuro (1390) – Passo Sasseda (1485) – Lago Squincio (1245) - Passo del Lagastrello (1200).
Partecipanti: Em, Ornella, Maury76 e soundofsilence.
Lunghezza: 15 Km. circa.
Dislivello: 1050 m. circa.
Difficoltà: tutto E, per escursionisti medi, anche se ci sono due punti, uno all’inizio nell’attraversare l’alveo franato di un torrente asciutto, e uno sul crinale della Cima Pettorina, in cui occorre usare le mani, ma niente di particolarmente difficile.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada sulla A12 per Spezia fino a Vezzano Ligure, dove si passa alla A15 per Parma, che si percorre fino ad Aulla. Ad Aulla si prende la Sp665 passando per Licciana Nardi, Tavernelle e quindi si raggiunge il Passo del Lagastrello dove si parcheggia in uno degli spazi a disposizione.
Percorso a piedi: dal parcheggio ritorniamo indietro sulla strada asfaltata per circa 650 metri, fino al primo tornante, dove imbocchiamo un sentiero sulla destra, non molto chiaro a dire il vero nei primi metri, ma, dopo, poco raggiungiamo la traccia segnata in biancorosso ed iniziamo a seguirla in salita. A quota 1320 il sentiero si biforca, a sinistra una traccia va verso il torrente, mentre noi continuiamo a destra in ripida salita. Dopo una settantina di metri la traccia si biforca nuovamente, presentando una nuova variante di sentiero, noi qui abbiamo seguito la traccia sulla destra, non saprei dire se quella a sinistra sia stata dismessa. La variante da noi percorso sale assai ripidamente e, non sempre chiarissima, fino a superare l’alveo asciutto di un torrente, cosa che si fa con qualche difficoltà, dati i bordi un po’ franati. Passato l’alveo il sentiero diventa più facile e meno ripido, affrontando quasi subito un guado, stavolta non asciutto. Saliamo quindi fino a sbucare dal bosco, per poi traversare i ripidi prati in diagonale, fino a raggiungere l’evidente Foce Banciola. Dalla Foce imbocchiamo il sentiero che segue il crinale verso sinistra, giungendo in breve ad un bivio, dove la traccia più evidente a destra è quella che raggiunge la vetta più direttamente, mentre noi abbiamo seguito una traccetta a sinistra che poi, tra l’altro si perde in una zona di grossi massi (interessante per i buchi che li caratterizzano e che sembrano essere residui dell’era glaciale). Dopo i massi la traccia si perde e pieghiamo quindi a destra senza sentiero, raggiungendo in breve la vetta del Monte Bocco. Dalla vetta continuiamo sul crinale scendendo in breve ad una selletta, dalla quale continuiamo sul crinale fino alla successiva e vicina vetta dell’Uomo Morto. Da qui sarebbe possibile continuare sul crinale per poco più di 250 metri e quindi prendere a destra per compiere un anello che ci riporta alla Foce Banciola, noi abbiamo preferito invece tornare sui nostri passi dalla vetta alla selletta sottostante, dove una traccia a sinistra si dirige al pianoro sottostante, ma poi si perde. Quando la traccia quindi si perde nel pianoro, ci siamo diretti a vista verso destra per tornare alla Foce Banciola, da dove abbiamo imboccato il crinale verso sinistra. L’alpestre e ripido crinale ci porta in breve in vetta alla Cima Pitturina, dalla quale continuiamo sul crinale fino ad un’ultima vetta senza nome (che abbiamo salito seguendo il ripido filo di cresta con un facile passo di primo grado, evitabile comunque), oltre la quale si scende ad una selletta, per poi risalire alla successiva Cima Canuti. Dalla Cima Canuti scendiamo alla selletta successiva, da cui si diparte un sentiero segnato a sinistra, diretto al Lago Palo. Lasciamo per il momento il bivio a sinistra, e continuiamo sul crinale per giungere in breve in vetta al vicino Monte Malpasso (o Paitesi). Dalla vetta torniamo sui nostri passi fino alla selletta e iniziamo a scendere verso destra. Traversato in discesa un bel prato, giungiamo ad uno stretto intaglio, dove il sentiero si biforca: a sinistra si scende al sottostante Lago Palo, mentre prendendo a destra si può abbreviare il giro dirigendosi subito al Lago Verdarolo. Qui, con una breve deviazione a sinistra sopra l’intaglio, si può godere di una bella vista a picco sul Lago Palo. Visto il Lago dall’alto torniamo all’intaglio ed iniziamo a scendere verso il Lago Palo. Giunti al Lago ne percorriamo la sponda sinistra, quindi scendiamo fino a raggiungere le piste di Prato Spilla, che imbocchiamo verso destra, in discesa. In breve giungiamo al portale di Prato Spilla, che lasciamo sulla sinistra, per seguire quindi una sterrata con parcheggio e, subito prima di sboccare sulla strada asfaltata, prendiamo il sentiero segnato a destra, in salita verso il Lago Verdarolo, come da cartelli. Saliamo quindi moderatamente, attraversando anche una pietraia in piano, e raggiungiamo quindi il Lago Verdarolo, che costeggiamo sulla sponda destra. Alla fine del Lago Verdarolo, imbocchiamo il sentiero a destra verso il Lago Scuro, che, in breve raggiungiamo. Costeggiamo quindi il Lago Scuro sulla sinistra e, alla fine dello stesso, iniziamo la ripida salita per il soprastante Passo Sasseda, che forse deve il nome ad un mucchio di pietroni accatastati proprio in corrispondenza del valico; qui continuiamo dritti nella ripida discesa a tornanti verso il Lago Squincio, segnalato a 30 minuti di distanza (un altro cartello indica il Lago Squincio anche a sinistra, lungo il sentiero di crinale 00, ma il giro ci sembra molto più lungo, nonostante la tempistica indicata sia la stessa). Dopo molti tornanti in discesa raggiungiamo quindi anche questo lago e lo costeggiamo sulla sinistra, quindi, subito passato il lago, prendiamo a destra una sterrata con indicazioni per il Passo del Lagastrello. Seguiamo quindi la sterrata pianeggiante per circa 1,8 Km, fino a sbucare sull’asfalto in corrispondenza del Passo del Lagastrello, dove abbiamo parcheggiato.
Conclusioni: Laghi decisamente meno belli degli altri che caratterizzano il cosiddetto crinale dei 100 laghi, mentre abbastanza interessante è la cresta alpestre che si percorre da Cima Pitturina fino alla Cima Canuti.

Image
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
http://luoghidasogno.altervista.org" onclick="window.open(this.href);return false;
http://digilander.libero.it/davidepitto ... ml#gallery" onclick="window.open(this.href);return false;
Post Reply

Return to “Escursionismo”