Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://luoghidasogno.altervista.org/ar ... icolo=3753
Cimon della Bagozza anello per il Passo Valzellazzo dal Rifugio Bagozza
Domenica 22 Settembre 2024: Parcheggio presso Rifugio Bagozza (1555) – Passo Valzellazzo e Rifugio Corini (2016) – La Sella (2275) – Cimon della Bagozza (2407) – Lago Campelli (1680) - Parcheggio presso Rifugio Bagozza (1555).
Partecipanti: Laura, Leonardo, Em e soundofsilence.
Lunghezza: 9 Km.
Dislivello: 980 m. circa.
Difficoltà: Al limite dell’EE, per escursionisti esperti, la salita al Passo del Valzellazzo, decisamente ripida, mentre sicuramente EE è il sentiero 6 dal Passo del Valzellazzo in poi, che è spesso stretto ed esposto, anche se su pendii erbosi in prevalenza, ma presenta anche due o 3 saltini su roccia di I Grado, in particolare il primo in discesa, poco dopo il passo, e altri due in una strettoia per salire ad una forcella. EE anche la discesa dal Cimon, per sentiero assai ripido e ghiaione insidioso poi, ma F (alpinistico facile), il canalone che dà accesso al ghiaone, con alcuni saltini di I, su terreno infido per ghiaietto. Il ghiaione, almeno nella prima parte, è piuttosto difficoltoso perché è rado e non consente di ammucchiare ghiaia o pietre per frenare, mentre nella seconda parte diventa più facile. Tutto il resto, poco, E, per escursionisti medi. Consigliato il casco per la discesa dal Cimon della Bagozza, in quanto nel ghiaione, e soprattutto nel sottostante canalone è assai facile la caduta sassi, soprattutto in presenza di altri escursionisti.
Percorso in macchina: da Genova in autostrada A7 fino a Milano, poi tangenziale ovest e quindi l’A4 Milano-Venezia fino all’uscita di Bergamo, da dove seguiamo le indicazioi per la Val Seriana e, in seguito, per il Passo della Presolana. Passiamo quindi da Castione della Presolana e quindi da Clusone, per continuare quindi verso il passo. Dal passo scendiamo sull’altro versante fino a raggiungere la SS294, che imbocchiamo verso sinistra in direzione di Dezzo di Scalve. Passato Dezzo continuiamo sulla SS294 seguendo le indicazioni per Schilpario. Giunti a Schilpario lo attraversiamo e continuiamo ancora sulla SS294 fino a giungere alla località Fondi, dove imbocchiamo una stretta stradina asfaltata sulla sinistra, che si diparte davanti alla chiesa di Maria Ausiliatrice. Seguiamo quindi la stradina per circa 3,5 Km, per giungere quindi subito sotto il Rifugio Bagozza, dove a destra si diparte una strada cementata, mentre a sinistra è possibile parcheggiare sula lato destro della strada.
Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo la stradina cementata, giungendo in breve al bivio a sinistra per il Rifugio Bagozza, che ignoriamo, per proseguire dritti sulla stradina che, nel frattempo, diventa sterrata. Giungiamo quindi ad un ponte sul Dezzo, che attraversiamo e, appena superato il ponte, lasciamo la sterrata, per prendere a sinistra il sentiero per il Passo del Valzellazzo. Dopo circa 500 metri, troviamo un bivio sulla destra, mentre noi proseguiamo dritti a sinistra per il Valzellazzo. Il sentiero continua ancora per un po’ senza prendere quota, quindi, presso un bivio a destra, che ignoriamo, inizia a salire, prima dolcemente e poi più ripidamente, verso il passo. Più in alto occorre tenersi, tra le varie tracce, più preferibilmente sulla traccia principale a sinistra, in quanto altre presenti sono su ghiaioni molto ripidi e faticosi da salire. Giungiamo così al passo dove troviamo anche il Bivacco Corini, quindi prendiamo a sinistra il sentiero 6. Il sentiero 6 presenta subito un ripido tratto in discesa, in cui occorre superare anche una liscia lastra di I grado, quindi riprende a mezzacosta, con percorso piuttosto esposto, ma facile, fino a risalire ad una stretta forcella con un paio di passaggi di I grado. Riprendiamo quindi a procedere a mezzacosta, senza grande guadagno di quota, fino a poi dirigerci verso il crinale del Cimon, a cui arriviamo dopo un lungo traverso in salita. Giunti al Crinale lo imbocchiamo verso sinistra, salendo facilmente fino alla vetta. Dalla vetta si proseguono pochi metri, per poi prendere a destra in ripida discesa. Si scende quindi, assai ripidamente, ma su sentiero tracciato, fino ad una sella, oltre la quale si prende a sinistra, scendendo in un canalone assai insidioso per la caduta sassi e la scivolosità degli stessi su alcuni saltini di I grado. Finita la prima parte del canalino, appena usciti dalle pareti, lo si lascia, per traversare a destra verso il ghiaione, sempre seguendo comunque una qualche traccia. La prima parte del ghiaione risulta assai insidiosa da scendere in quanto il ghiaietto rado non permette un agevole equilibrio, scendiamo quindi alla meglio fino a quando la pendenza diminuisce ed il ghiaietto aumenta, permettendo una più facile e rapida discesa. Giungiamo quindi alla fine del ghiaione, in vista del lago Campelli, al quale ci dirigiamo seguendo ometti e segnavia. Dal Lago prendiamo a sinistra, sempre seguendo i segnavia ed in breve giungiamo ad intercettare la sterrata per il Passo Campelli, lasciata all’andata più in basso. Imbocchiamo quindi la sterrata verso sinistra in discesa, sterrata che subito diventa cementata, per poi ritornare sterrata, e tornare al Ponte sul Dezzo dove l’abbiamo lasciata all’andata. Da qui torniamo sui nostri passi fino al parcheggio.
Conclusioni: belle cime dolomitiche che si raggiungono, quasi inaspettatamente, con abbastanza facile sentiero, peccato per la nebbia nella prima parte del sentiero 6 che ci ha precluso la vista di qualche torrione. In ogni caso il percorso è sì spettacolare, ma non eccezionale, mentre il Lago Campelli, se avesse avuto più acqua, sarebbe stato indubbiamente molto bello. Infine abbiamo fatto il giro probabilmente nel senso contrario a quello della maggioranza, pensando il ghiaione più facile in discesa e di limitare il tempo in cui essere esposti al pericolo di caduta sassi, a posteriori posso dire che sono in dubbio se ho fatto la scelta giusta, in quanto sicuramente la parte superiore del ghiaione ed il canalino sono decisamente più agevoli in salita.
Cimon della Bagozza
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