Cima Valdritta e Telegrafo al Monte Baldo anello da Novezza
Domenica 13 Ottobre 2024: Novezza (1390) – Cima Valdritta (2218) – Cima Pettorina (2192) – Cima Telegrafo (2200) – Novezza (1390).*
Partecipanti: Em, Maury76, Silvia e soundofsilence.
Lunghezza: 12 Km. circa.
Dislivello: 1100 m. circa.
Difficoltà: EE, per escursionisti esperti, un breve tratto ripido, ma facile, salendo da Novezza alla cresta, un breve tratto EE, anche proprio sotto la vetta della Cima Valdritta, in entrambe i sentieri che la raggiungono, con massimo un passaggio di I non esposto; EE ancora la cresta in discesa dalla Cima Pettorina, soprattutto la discesa per riprendere il sentiero segnato, ripida e scivolosa, EE infine anche il primo tratto di cresta fuori sentiero (facoltativa) verso Cima Telegrafo, in alcuni punti stretta ed ostacolata dalla vegetazione. Tutto il resto E, per escursionisti medi, anche se il sentiero di discesa è lungamente ripido e scomodo, con innumerevoli saltini in cui prestare attenzione, diciamo che comunque siamo al limite dell’EE.
Percorso in macchina: da Genova si prende la A7 per Milano, quindi a Tortona, imbocchiamo la A21 verso Piacenza e la seguiamo fino alla predetta località e, dopo, fino a Brescia, dove imbocchiamo la A4 in direzione Venezia. Seguiamo la A4 fino a Peschiera dove usciamo, per imboccare quindi la superstrada in direzione Affi, dove, alla rotonda dell’autostrada, imbocchiamo Via Monte Baldo verso Caprino Veronese. Giunti a Caprino continuiamo sulla SP8 in direzione Pazzon e Spiazzi, quindi raggiungiamo Ferrara di Monte Baldo, dove prendiamo a sinistra per la Località Valdefort, quindi ci riimmettiamo sulla Sp8, che imbocchiamo verso sinistra in salita, proseguendo per altri 3,6 Km circa, fino alla località Novezza, dove parcheggiamo negli ampi spazi a disposizione presso lo Chalet Novezza.
Percorso a piedi: dal parcheggio continuiamo su asfalto per poco meno di 200 metri, quindi imbocchiamo la stradina asfaltata sulla sinistra, che sale a Malga Novezza, che in breve raggiungiamo. Da Malga Novezza imbocchiamo il sentiero a sinistra con segnavia biancorossi, che iniziamo a seguire. Il sentiero sale quindi fino ad una pista da sci in disuso, che risaliamo direttamente su ripido pendio a sinistra, seguendo paletti biancorossi. Giungiamo quindi ad un bivio, dove a destra è indicato per la Madonna delle Neve, mentre noi continuiamo brevemente a sinistra, giungendo subito ad un nuovo bivio, dove lasciamo a sinistra per il Rifugio Telegrafo (sentiero da cui torneremo), mentre noi prendiamo a destra in salita, verso la Cima Valdritta. Saliamo quindi lungamente e ripidamente, fino ad un tratto un poco più ripido, dove si possono anche usare le mani (I grado), quindi seguiamo il filo di una cresta fino ad un colletto, dove prendiamo a destra per la Cima Valdritta. Il sentiero sale leggermente, quindi affronta una leggera discesa, aggirando uno spigolo roccioso, dopo il quale si riprende a salire e, dopo poco più di 250 metri, troviamo il bivio a sinistra per la Cima Valdritta, che imbocchiamo. Iniziamo quindi la salita, giungendo in breve sotto il castello di vetta, qui facciamo una breve deviazione a sinistra per visitare una corta galleria, quindi torniamo sul sentiero principale, da dove, prima di salire in vetta, visitiamo altre due gallerie, la più distante delle quali presenta una seconda uscita in parete. Visitate le due gallerie saliamo alla cresta sommitale, dove troviamo a destra la vera vetta ed a sinistra la croce. Visitate entrambe, scendiamo direttamente a sinistra dalla croce (un passo di I in discesa) e raggiungiamo il sentiero percorso all’andata, che imbocchiamo verso destra e percorriamo a ritroso per oltre 1 Km, fino a raggiungere il colletto nominato in precedenza. Dal colletto continuiamo dritti in direzione della Cima e del Rifugio Telegrafo e, lungo il facile sentiero pianeggiante, possiamo fare brevi deviazioni in cresta per godere di panorami sul lago. A circa 700 metri dal colletto notiamo l’elevazione soprastante, la Cima Pettorina, che si può raggiungere, con un sentierino non segnato sulla destra, che appunto, imbocchiamo. Il sentierino raggiunge subito la cresta, che percorriamo verso sinistra su traccia fino all’evidente vetta. Dalla vetta scendiamo continuando a seguire il crinale, su labile traccia, fino a trovarci la strada sbarrata da un precipizio, qui la traccia prosegue deviando leggermente a sinistra e riprendendo a seguire la cresta in leggera esposizione sull’orlo dello strapiombo. Subito dopo scendiamo a sinistra al sentiero segnato, con ripida e scivolosa traccia. Riprendiamo quindi a seguire il sentiero segnato verso destra e, dopo poco più di 200 metri, è possibile risalire alla cresta sulla destra, con ripida rampa senza traccia (in alternativa si segue il sentiero segnato e si sale più avanti sulla cresta, quando anche questa diventa sentiero segnato). Raggiunta la cresta la seguiamo verso sinistra, su labile traccia, trovando, dopo poco, il passaggio bloccato dalla vegetazione, ma con breve deviazione in basso a sinistra, troviamo traccetta che consente di proseguire e riprendere la cresta, senza scendere al sottostante e vicino sentiero principale. Continuiamo quindi sulla cresta senza grandi difficoltà, fino ad immetterci, dopo poco più di 150 metri, sul sentiero segnato che percorre la cresta fino in vetta al Telegrafo. Seguiamo quindi la cresta ed i segnavia fino alla croce di vetta, da dove poi prendiamo a destra, per raggiungere un poggio panoramico sul lago. Torniamo quindi alla croce e scendiamo a destra al sottostante Rifugio, da dove, prendiamo a sinistra, giungendo subito ad un colletto, da dove continuiamo in discesa. Giungiamo quindi in breve ad un bivio a destra, che ignoriamo, continuando dritti in piano, fino ad un nuovo bivio, dove prendiamo a destra in discesa per Novezza, lasciando a sinistra il sentiero in piano che va a ricollegarsi al sentiero percorso all’andata per il colletto che fa da bivio fra la Valdritta ed il Telegrafo. Scendiamo quindi ripidamente sul sentiero che procede lungamente a salti un po’ scomodi, per poi traversare più o meno in piano fino ad incrociare il sentiero percorso all’andata, che imbocchiamo quindi verso destra in discesa, per tornare quindi sui nostri passi fino alla macchina.
Conclusioni: peccato per la scarsa nitidezza e soprattutto per la nebbia sulla Cima Valdritta, che, sicuramente, con una buona vista sul Lago di Garda la gita sarebbe stata molto meglio. In ogni caso ho apprezzato l’ambiente roccioso e calcareo delle cime e della bella cresta che porta in vetta alla Valdritta, probabilmente sarebbe molto interessante estendere il giro alla vicina Vetta delle Buse, in ambiente quasi dolomitico, cosa che mi ripropongo di fare prossimamente.
