Becco Filadonna e Bivacco Giacomelli da Malga Doss del Bue
Sabato 7 Settembre 2024:Malga Doss del Bue (1025) – Punto panoramico Polsa (1545) – Bivacco Giacomelli alla Vigolana (2030) – Becco Filadonna (2150) – Punto panoramico Polsa (1545) – Malga Doss del Bue (1025).
Partecipanti: Leonardo, Laura e soundofsilence.
Lunghezza: 9,5 Km. circa.
Dislivello: 1200 m. circa.
Difficoltà: le difficoltà principali sono il sentiero un po’ rovinato all’ingresso del canalone che immette sul tratto attrezzato, da fare con attenzione, specie in discesa, poi vari tratti attrezzati, il primo un po’ esposto, ma che possono essere fatti anche senza attrezzatura da ferrata, il primo tratto della salita verso il Becco Filadonna, su sentiero stretto e insidioso per il ghiaietto, infine la salita diretta al Becco, un po’ ripida, e, soprattutto la cresta successiva per scendere al sentiero che porta alla croce, da fare con attenzione, direi comunque il tutto non oltre l’EE, per escursionisti esperti. Tutto il resto E, per escursionisti medi, a parte due deviazioni facoltative, una sulla cengia sopra il bivacco, assai esposta e stretta, quindi quantomeno EE, e la salita ad una cima senza nome, ma sormontata da un ometto, con difficoltà dovute soprattutto all’infrascamento.
Percorso in macchina: da Genova si prende la A7 per Milano, quindi a Tortona, imbocchiamo la A21 verso Piacenza e la seguiamo fino alla predetta località e, dopo, fino a Brescia, dove imbocchiamo la A4 in direzione Venezia. Seguiamo la A4 fino a Peschiera dove usciamo, per imboccare quindi la superstrada in direzione Affi, dove riprendiamo la A4 in direzione nord, verso il Brennero. Continuiamo quindi sulla A4 fino a Trento Sud, quindi, usciti dall’autostrada, alla rotonda prendiamo la prima uscita in direzione Rovereto. Alla successiva rotonda prendiamo la terza uscita in via Mach ed iniziamo a seguire le indicazioni per l’altopiano della Vigolana. Seguendo tale indicazioni arriviamo fino a Vigolo Vattaro, dove prendiamo a destra via alla Villa, con la quale ci immettiamo in Via Doss del Bue, che imbocchiamo verso destra in salita. Seguiamo quindi Via Doss del Bue, che seguiamo fino alla Malga, dove lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio.
Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo la sterrata sulla sinistra della Malga e la percorriamo per poche decine di metri, per prendere quindi il sentiero segnato a sinistra, con indicazioni per il Bivacco Vigolana. In breve passiamo vicino ad una vecchia calchera (forno per la calce), quindi saliamo ad un bivio, dove continuiamo dritti, per scorciare il sentiero sulla sinistra. Dopo 250 metri di salita nel bosco, giungiamo ad incrociare nuovamente la sterrata che abbiamo scorciato, continuando ancora dritti, mentre la sterrata prosegue a destra facendo un amplissimo tornante. Dopo ulteriori 450 metri di salita nel bosco, troviamo a sinistra il bivio per il Rifugio Paludei, ma noi continuiamo ancora dritti, giungendo all’imbocco di un canale, dove il sentiero risulta un po’ rovinato e occorre attenzione. Il sentiero quindi piega a destra per attraversare il canale e sale più ripido con un saltino di I grado, dopodichè arriviamo al Punto panoramico Polsa, attrezzato con panchina. Riprendiamo quindi a salire ripidamente, fino a sbucare in una pietraia, dove conviene tenere il sentiero principale a sinistra, perché le tracce che attraversano direttamente la pietraia sono un po’ scomode e faticose. Superata la pietraia siamo ormai in vista delle imponenti pareti della Vigolana. Qui inizia una serie di tratti attrezzati, il primo un po’ esposto, che portano ad un bivio: a destra si raggiunge il Bivacco Vigolana, mentre a sinistra si va verso il Becco Filadonna. Andiamo prima a destra, verso il Bivacco Vigolana, percorriamo così un bel sentierino su cengia e, subito prima di arrivare al Bivacco, deviamo a destra per percorrere uno sperone roccioso a strapiombo (ma facile e non esposto), dal quale si ha un bellissimo panorama sulla Vigolana e i torrioni sulla destra. Visitato lo sperone saliamo al Bivacco, da dove facciamo un paio di deviazioni facoltative: una sul sentiero che prosegue verso la Bocca Lavinella, di cui percorriamo solo pochi metri per vedere la finestra del torrione soprastante, mentre la seconda deviazione, decisamente esposta la faccio salendo verso il Torrione Madonnina e, quindi, imboccando una cengia da fare con prudenza, in quanto assai esposta; percorro quindi la cengia fino al suo termine posto ad una cinquantina di metri, in cerca di belle viste sui torrioni, quindi torno al bivacco. Concluse le esplorazioni torniamo quindi al bivio per il Bivacco, e continuiamo dritti verso il Becco Filadonna. Dopo un inizio di salita con un punto stretto leggermente delicato per la presenza di ghiaietto, si prosegue più facilmente fino ad una sella, dove sbuchiamo su un bell’altopiano circondato di cime. Qui continuiamo verso sinistra, verso l’evidente, ma ancora distante croce di vetta del Filadonna. Giunti sotto il castello di vetta, lasciamo a sinistra l’evidente traccia che sale alla Croce, per salire invece sulla traccia a destra, che sale ripidamente verso la vera vetta. Giunti in vetta con facili saltini, continuiamo in cresta con subito un passaggio a cui prestare attenzione, quindi proseguiamo dritti una sessantina di metri fino al termine dell’altopiano sommitale, ormai vicini alla croce, ma separati da questa da uno strapiombo. Onde scendere al sottostante sentiero sulla sinistra occorre quindi compiere un tornante su una sottostante cengia, tornando indietro fin quasi sotto la vetta e quindi invertire nuovamente marcia fino a scendere al sentiero per la croce, che imbocchiamo verso destra, raggiungendo in breve quest’ultima (forse vi è un’altra possibilità di discesa prendendo a destra dal termine della cresta, ma non ho verificato il passaggio). Giunti alla croce torniamo indietro sui nostri passi fino al parcheggio, in realtà, tornando dal becco, abbiamo fatto anche una breve deviazione a destra verso una vetta sormontata da un ometto, deviazione posta a circa 300 metri dalla croce del Becco Filadonna, deviazione che però non consiglio, perché non aggiunge niente ed inoltre risulta parecchio scomoda per i cespugli di Pini Mughi, così inestricabili che occorre camminarci sopra.
Conclusioni: un assaggio di dolomiti alle porte delle stesse, peccato la nebbia che ha rovinato un po’ i panorami e peccato non aver salito anche la Vigolana, specie col sentiero che percorre la cengia in partenza da bivacco, ma, a parte questo, bellissime gita, con bellissimi panorami sia sul sottostante Lago di Caldonazzo, che, soprattutto sul torrione chiamato Madonnina, presso il Bivacco, ma anche il resto del percorso alto è decisamente dolomitico
