Cima Valsorda

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soundofsilence
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Cima Valsorda

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Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS: https://luoghidasogno.altervista.org/ar ... icolo=3747

Croce Valsorda anello per Finestra Latemar e Forcella Camosci da Pampeago

Lunedì 9 Settembre 2024: Parcheggio Seggiovia Latemar a Pampeago (1760) – Baita Latemar (1985) – Rifugio Torre di Pisa (2671) – Torre di Pisa (2650) – Croce Valsorda (2752) – Finestra Latemar (2640) – Forcella dei Camosci (2560) – Mayrl Alm (2037) – Passo Pampeago (1983) - Parcheggio Seggiovia Latemar a Pampeago (1760).
Partecipanti: Laura, Leonardo e soundofsilence.
Lunghezza: 13,4 Km. circa.
Dislivello: 1180 m. circa.
Difficoltà: La prima parte del ghiaione per la Cima Valsorda è molto ripida ed instabile e richiede prudenza per i massi mobili, a volte anche grandi, tanto che più che un EE (per escursionisti esperti), propenderei per una valutazione F- (alpinistico facile inferiore), pur non essendoci veri e proprio passaggi alpinistici. Il resto della salita alla Cima è tracciato e direi che può essere classificato EE. Per quanto riguarda la salita alla Finestra del Latemar si salgono ghiaioni altrettanto, se non più ripidi, che per la Cima Valsorda, ma decisamente meno insidiosi, ma anche qui si tratta di percorso che non vedo molto come escursionistico, ma decisamente più alpinistico, quindi opterei anche qui per una valutazione F-. Un ultimo tratto EE lo troviamo poi nel canalino in discesa dalla Forcella dei Camosci, assai ripido, mentre tutto il resto è E, per escursionisti medi.
Percorso in macchina: da Arabba, dove eravamo alloggiati, si sale il Passo Campolongo, per poi scendere a Corvara, dove imbocchiamo il Passo Pordoi, con il quale scendiamo a Canazei in Val di Fassa. Percorriamo quindi la Val di Fassa fino a Predazzo, per continuare dritti poi in Val di Fiemme fino a Tesero, dove prendiamo a destra per la Val di Stava. Giunti a Stava prendiamo a destra per il Passo Pampeago e continuiamo fino al parcheggio della seggiovia Latemar, in località Pampeago, dove lasciamo la macchina.
Volendo, se si arriva al mattino prima delle 9, è possibile continuare su strada asfaltata fino al Passo Pampeago, il che fa risparmiare 200 metri di dislivello.
Percorso a piedi: dal parcheggio imbocchiamo la strada per il Passo Pampeago e ne percorriamo circa 50 metri, per imboccare quindi una chiara traccia a sinistra, che taglia in diagonale i prati, ma non presenta alcuna indicazione. Continuiamo quindi la salita nel bosco, dove compaiono i primi segnavia da seguire, sbucando poi nell’altopiano dove raggiungiamo la Baita Latemar, Dalla Baita continuiamo dritti ed arriviamo ad incrociare una strada cementata, che imbocchiamo verso destra, continuando nella stessa direzione. Dopo meno di 200 metri giungiamo ad incrociare una strada asfaltata, che imbocchiamo verso destra, per riprendere quasi subito una strada cementata verso sinistra, passando subito a destra della Zischgalm. Con detta strada arriviamo ad incrociare, dopo 130 metri, un sentiero, riportante verso destra segnalazioni per il Rifugio Torre di Pisa e che, forse, avremmo fatto meglio ad imboccare, per evitare il successivo fuori sentiero, anche se il percorso sarebbe stato decisamente più lungo. Noi continuiamo invece sulla strada cementata, che termina poi in corrispondenza dell’arrivo di una seggiovia, da dove abbiamo avuto un po’ di difficoltà a reperire la continuazione del sentiero; probabilmente, in effetti, avremmo dovuto prendere una traccia sulla sinistra poco prima di arrivare alla stazione a monte della predetta seggiovia, noi invece abbiamo attraversato detta stazione, quindi ci siamo ritrovati a rimontare una ripida ripa erbosa, che ci ha portato sulla cima di un vero e proprio muro d’erba, strapiombante sull’altro lato e siamo quindi scesi verso la valletta formata da questo muro d’erba, percorrendola in piano, quindi, col muro d’erba sulla destra, per poi piegare a sinistra, sempre senza traccia, per risalire le rampe erbose soprastanti, dove, finalmente abbiamo trovato una chiara traccia, che abbiamo iniziato a seguire in salita. Dopo poco meno di 700 metri la traccia ci porta ad incrociare il sentiero segnato per il Rifugio, che imbocchiamo verso sinistra in salita. Saliamo quindi ripidamente fino al Rifugio, quindi continuiamo sul sentiero per la Torre di Pisa e la Forcella dei Camosci, l’unico presente d’altronde. Giunti in vista della Torre di Pisa possiamo scendere alla finestra di roccia alla sinistra della stessa, per poi tornare sul sentiero segnato e continuare a seguirlo. Arriviamo quindi presso una bella guglia appena staccata dalla parete, dove il sentiero segnato curva a destra e attraversa una stretta forcella, qui inizia la salita verso la Cima Valsorda, lasciamo quindi il sentiero segnato per risalire il ghiaione immediatamente a destra della guglia, Risaliti i primi metri di ripido ghiaione conviene compiere un traverso verso destra per salire poi alla sinistra delle pareti, dove il ghiaione sembra più stabile e dove troviamo ometti ad indicare il percorso. Risalita questa prima faticosa parte la pendenza diminuisce e troviamo una traccia da seguire. Continuiamo quindi dritti ancora per una settantina di metri, quindi pieghiamo a sinistra, guidati dagli ometti, per salire il castello di vetta, sfruttando una facile cengia sul lato est della cima. Giungiamo così a raggiungere la grande croce di vetta, mentre di fronte a noi, a pochi metri vi è quella che dovrebbe essere la vera vetta, forse più alta di un metro, che però mi è sembrata pericolosa da salire, data la presenza di insidioso ghiaietto sui salti esposti che portano alla cima, quindi, con qualche rammarico, ho rinunciato. Dalla croce torniamo quindi sui nostri passi fino al sentiero segnato e continuiamo attraversando la stretta forcella di cui prima. Attraversata quindi la forcella continuiamo per circa 150 metri, fino a notare, sulla sinistra, sopra il sentiero, un canalino che si infila tra le pareti. Lasciamo quindi il sentiero segnato e risaliamo i ghiaioni a sinistra fino all’ingresso del canalino, dove la pendenza aumenta ancora e lo saliamo tenendoci accostati alla parete di sinistra, che ci aiuta nella progressione. Arrivati in cima al canalino siamo al cospetto della bellissima finestra del Latemar, qui possiamo ancora scendere qualche metro, sempre accostati alla parete, per avere altri punti di vista sulla bellissima finestra. Torniamo quindi sui nostri passi fino al sentiero segnato e riprendiamo a seguirlo verso la Forcella dei Camosci. Dopo un tratto in piano raggiungiamo il bivio a sinistra per la predetta Forcella, che imbocchiamo. Raggiunta la focella, scendiamo per un ripido e stretto canalino, quindi continuiamo su terreno più facile, per poi piegare verso destra in piano, attraversando una magnifica valletta interna racchiusa tra una selva di guglie e torrioni. Usciti dalla valletta iniziamo la discesa prima su terreno ghiaioso, poi su prati, per giungere infine ad incrociare un ampio sentiero pianeggiante, che imbocchiamo verso sinistra, trovandoci subito presso un punto panoramico attrezzato con struttura in legno e pannelli. Qui abbandoniamo subito il sentiero pianeggiante, per scendere immediatamente a destra del punto panoramico con 3 tornanti, per poi continuare su sentiero pianeggiante, anzi con qualche piccola risalita, fino a raggiungere una sterrata che imbocchiamo passando a destra della Mayrl Alm. Seguiamo quindi la sterrata fino ad incrociare l’asfalto della strada per il Passo Pampeago, che imbocchiamo verso sinistra, giungendo al predetto passo in neanche 300 metri. Dal Passo continuiamo su asfalto per oltre 550 metri, quindi, in corrispondenza della soprastante Ganischgeralm, abbandoniamo la strada per girare a destra per prati. Scendiamo quindi passando a sinistra dei piloni di un impianto sciistico, giungendo in breve ad incrociare una sterrata, che imbocchiamo verso destra, per lasciarla dopo pochi metri, per imboccare una strada cementata a sinistra, in ripida discesa. Seguiamo quindi la strada cementata fino in vista del parcheggio, dove tagliamo a destra per ripidi, forse anche troppo ripidi, prati per giungervi senza fare il giro più largo della strada.
Conclusioni: unico rammarico non aver raggiunto la vera cima Valsorda, assai vicina a quella della croce, ma che mi è sembrata pericolosa per i lastroni inclinati esposti e ricoperti di ghiaietto che bisogna percorrere; forse però sono stato un po’ condizionato nel giudizio dall’ora tarda e da una ferita alla caviglia riportata nel ghiaione di salita, altrimenti avrei comunque potuto provare, per valutarne le effettive difficoltà. A parte questo è stata una gita magnifica, costellata da un’infinita di torrioni e guglie rocciose, nonché dalla stupenda Finestra del Latemar.

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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