Canyon dell’Alpe: la forza dell’acqua e i colori del marmo
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Canyon dell’Alpe: la forza dell’acqua e i colori del marmo
Tornare nei luoghi da sogno o lasciare intatta la purezza del ricordo? Chissà perché quando ci si torna anche i posti più belli non sembrano più gli stessi, forse il sogno trasfigura e rende perfetto ciò che perfetto non è….
Ma non si può vivere sempre nel sogno, così decido di correre il rischio di rovinare il ricordo e di tornare al canyon dell’Alpe comunque, d’altronde ho mezza giornata libera a Bormio, di ritorno dall’Ungheria e prima di ripartire per Genova, qualcosa devo pur fare…
Parto quindi alle 8 verso il Gavia, per parcheggiare verso le 8,30 in località Ponte dell’Alpe, circa 6 km prima del passo.
Cartelli segnaletici e un pannello indicano i sentieri della zona verso la val di Rezzalo e la Sunny Valley (strano come questa valle sia nata in fretta, di solito ci vogliono milioni di anni…). Invece di prendere il sentiero ufficiale costituito da una carrareccia in salita, imbocco, tanto per cambiare, la stradina sottostante in piano che passa più vicina al torrente.
Dopo qualche centinaio di metri la strada finisce e bisogna risalire alle meglio il torrente: subito vi è un passaggio leggermente precario, ma, poi, si continua senza difficoltà fino all’inizio del Canyon dell’Alpe, o, almeno così lo chiamo io…
Da qui si può decidere su che riva risalirlo, l’attraversamento del torrente, pur nelle attuali condizioni di piena, è possibile con attenzione, mentre, a monte del Canyon, sempre attualmente, è solo possibile il guado a piedi scalzi, mentre gli anni scorsi si attraversava facilmente. Decido di non attraversare e risalgo i 150 metri circa del Canyon sulla riva destra idrografica. Sono alla cascata, è sempre magnifica, ma l’abbondanza delle acque copre completamente alla vista la bellissima marmitta a Y che fa da diga alle acque ribollenti che rimbalzano dallo scivolo in fondo alla cascata; lo spettacolo è comunque bellissimo la potente cascata, seppur di neanche 2 metri, si infrange sullo scivolo di marmo colorato che la spara in alto, come un saltatore con gli sci si stacca dal trampolino, il tutto circondato da meravigliosi marmi colorati e liscissimi per l’azione dell’acqua…I sogni però sono destinati a finire e allora non posso fare a meno di notare che lo scivolo si sta sbrecciando sulla punta e forse, prima o poi, si romperà…
Non resistendo a questo pensiero lascio il canyon e risalgo sul sentiero ufficiale, una ventina di metri sopra.
Proseguo quindi e supero il bivio per il Ponte dell’Alpe e la Val di Rezzalo, continuando invece sulla strada, sulla sponda sinistra idrografica; dopo poco la strada finisce e risalgo direttamente per ripidi prati, sempre seguendo il corso del torrente, che qui devia verso destra, per circa un centinaio di metri di dislivello, fino a raggiungere il sentierino che proviene dalla Grotta Edelweiss, seguendo il quale, dopo 300 metri, ci si trova a un nuovo punto significativo: pochi metri sotto il sentiero il torrente ha scavato un ponte naturale. In breve scendo sopra il ponte e ancora pochi metri sotto, vi è la possibilità, infilandosi sotto un grosso masso di ammirare la forza delle acque in tutto il suo splendore. E’ un passaggio quasi speleologico: ci si sporca ed è meglio avere un casco, sono però pochissimi metri (2 o 3 in tutto) e se si supera, dopo l’ingresso, anche la susseguente strettoia, lo spettacolo delle acque è veramente grandioso…
Riprendo quindi a salire, abbandonato il sentiero, seguendo direttamente il torrente e in poco più di centro metri sono a un nuovo spettacolo della natura: le acque del torrente si spezzano in tante cascate e cascatelle che si inabissano in fratture e anfratti del marmo colorato in un labirinto di roccia che ricorda, seppur in miniatura, i grandiosi canyon del nordamerica. Anche qui si può e si deve perdere un po’ di tempo per l’esplorazione, per poi, volendo, ritornare sul poco distante sentiero ufficiale e proseguire verso il Laghetto dell’Alpe. Io, però, ho perso, come al solito, troppo tempo nell’esplorazione e devo tornare indietro: riprendo quindi il sentiero ufficiale e vi discendo fino alla Grotta Edelweiss, caratterizzata, oltre che dai ‘soliti’ marmi striati da bei batuffoli bianchi (forse muffa?) che sarei grato se qualcuno sapesse dirmi cosa sono…. Non ho la lampada e non c’è tempo, quindi non procedo nell’esplorazione e non faccio neanche la foto del Gran Zebrù dall’entrata della Grotta, perché le nuvole, ormai, lo coprono tutto…
La Grotta Edelweiss è riconoscibile rispetto alle altre cavità presenti e forse scavate artificialmente, anche per il vasto cespuglio antistante di fiori di Aconito e si sviluppa per un centinaio di metri e inoltre è l’unica dove il sentiero passa direttamente, mentre le altre, che si incontrano in precedenza percorrendo il sentiero in questo senso, si trovano pochi metri sopra il sentiero (anche se pare essere in costruzione, segnalato da pali di legno, un nuovo sentiero che vi passa proprio davanti). Dalla Grotta scendo direttamente per prati alla strada sottostante, anche se il sentiero continua non so esattamente per dove, ma dovrebbe comunque scendere almeno abbastanza vicino al Ponte dell’Alpe, dove ho lasciato la macchina. Dal basso il punto si può riconoscere per la presenza di un ometto di pietra e la presenza di un rio e si trova 300 metri dopo il bivio per la Sunny Valley salendo. Ripercorro, quindi, in fretta, la strada per tornare alla macchina, ma scendo un attimo a dare un ultimo saluto al canyon dell’alpe, chissà quando ci tornerò….
Adesso posso riprendere a sognare….
[web]http://luoghidasogno.altervista.org/Mon ... e/Alpe.htm[/web]
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Parto quindi alle 8 verso il Gavia, per parcheggiare verso le 8,30 in località Ponte dell’Alpe, circa 6 km prima del passo.
Cartelli segnaletici e un pannello indicano i sentieri della zona verso la val di Rezzalo e la Sunny Valley (strano come questa valle sia nata in fretta, di solito ci vogliono milioni di anni…). Invece di prendere il sentiero ufficiale costituito da una carrareccia in salita, imbocco, tanto per cambiare, la stradina sottostante in piano che passa più vicina al torrente.
Dopo qualche centinaio di metri la strada finisce e bisogna risalire alle meglio il torrente: subito vi è un passaggio leggermente precario, ma, poi, si continua senza difficoltà fino all’inizio del Canyon dell’Alpe, o, almeno così lo chiamo io…
Da qui si può decidere su che riva risalirlo, l’attraversamento del torrente, pur nelle attuali condizioni di piena, è possibile con attenzione, mentre, a monte del Canyon, sempre attualmente, è solo possibile il guado a piedi scalzi, mentre gli anni scorsi si attraversava facilmente. Decido di non attraversare e risalgo i 150 metri circa del Canyon sulla riva destra idrografica. Sono alla cascata, è sempre magnifica, ma l’abbondanza delle acque copre completamente alla vista la bellissima marmitta a Y che fa da diga alle acque ribollenti che rimbalzano dallo scivolo in fondo alla cascata; lo spettacolo è comunque bellissimo la potente cascata, seppur di neanche 2 metri, si infrange sullo scivolo di marmo colorato che la spara in alto, come un saltatore con gli sci si stacca dal trampolino, il tutto circondato da meravigliosi marmi colorati e liscissimi per l’azione dell’acqua…I sogni però sono destinati a finire e allora non posso fare a meno di notare che lo scivolo si sta sbrecciando sulla punta e forse, prima o poi, si romperà…
Non resistendo a questo pensiero lascio il canyon e risalgo sul sentiero ufficiale, una ventina di metri sopra.
Proseguo quindi e supero il bivio per il Ponte dell’Alpe e la Val di Rezzalo, continuando invece sulla strada, sulla sponda sinistra idrografica; dopo poco la strada finisce e risalgo direttamente per ripidi prati, sempre seguendo il corso del torrente, che qui devia verso destra, per circa un centinaio di metri di dislivello, fino a raggiungere il sentierino che proviene dalla Grotta Edelweiss, seguendo il quale, dopo 300 metri, ci si trova a un nuovo punto significativo: pochi metri sotto il sentiero il torrente ha scavato un ponte naturale. In breve scendo sopra il ponte e ancora pochi metri sotto, vi è la possibilità, infilandosi sotto un grosso masso di ammirare la forza delle acque in tutto il suo splendore. E’ un passaggio quasi speleologico: ci si sporca ed è meglio avere un casco, sono però pochissimi metri (2 o 3 in tutto) e se si supera, dopo l’ingresso, anche la susseguente strettoia, lo spettacolo delle acque è veramente grandioso…
Riprendo quindi a salire, abbandonato il sentiero, seguendo direttamente il torrente e in poco più di centro metri sono a un nuovo spettacolo della natura: le acque del torrente si spezzano in tante cascate e cascatelle che si inabissano in fratture e anfratti del marmo colorato in un labirinto di roccia che ricorda, seppur in miniatura, i grandiosi canyon del nordamerica. Anche qui si può e si deve perdere un po’ di tempo per l’esplorazione, per poi, volendo, ritornare sul poco distante sentiero ufficiale e proseguire verso il Laghetto dell’Alpe. Io, però, ho perso, come al solito, troppo tempo nell’esplorazione e devo tornare indietro: riprendo quindi il sentiero ufficiale e vi discendo fino alla Grotta Edelweiss, caratterizzata, oltre che dai ‘soliti’ marmi striati da bei batuffoli bianchi (forse muffa?) che sarei grato se qualcuno sapesse dirmi cosa sono…. Non ho la lampada e non c’è tempo, quindi non procedo nell’esplorazione e non faccio neanche la foto del Gran Zebrù dall’entrata della Grotta, perché le nuvole, ormai, lo coprono tutto…
La Grotta Edelweiss è riconoscibile rispetto alle altre cavità presenti e forse scavate artificialmente, anche per il vasto cespuglio antistante di fiori di Aconito e si sviluppa per un centinaio di metri e inoltre è l’unica dove il sentiero passa direttamente, mentre le altre, che si incontrano in precedenza percorrendo il sentiero in questo senso, si trovano pochi metri sopra il sentiero (anche se pare essere in costruzione, segnalato da pali di legno, un nuovo sentiero che vi passa proprio davanti). Dalla Grotta scendo direttamente per prati alla strada sottostante, anche se il sentiero continua non so esattamente per dove, ma dovrebbe comunque scendere almeno abbastanza vicino al Ponte dell’Alpe, dove ho lasciato la macchina. Dal basso il punto si può riconoscere per la presenza di un ometto di pietra e la presenza di un rio e si trova 300 metri dopo il bivio per la Sunny Valley salendo. Ripercorro, quindi, in fretta, la strada per tornare alla macchina, ma scendo un attimo a dare un ultimo saluto al canyon dell’alpe, chissà quando ci tornerò….
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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Imagine there's no countries.
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- Marco S.
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Davvero dei luoghi da sogno... santi numi
Marco S.
una salus victis, nullam sperare salutem
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- soundofsilence
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La cosa più stupefacente, almeno per me, è che tutti gli escursionisti passano 20 metri sopra al canyon senza nemmeno vederlo, mentre i 'turisti' si fermano sulle rive del torrente un centinaio di metri prima e, anche la gente del posto, non lo conosce...
Non so, forse è meglio così: da un lato si conserva meglio, dall'altro lo sento più mio...
In realtà una parte di me è contenta di possedere, quasi in esclusiva, la conoscenza di questo e altri magnifici posti 'segreti', dall'altra mi piacerebbe condividerne la bellezza con tutto il mondo ed è forse per questo desiderio che vi annoio così tanto con i miei racconti...
Non so, forse è meglio così: da un lato si conserva meglio, dall'altro lo sento più mio...
In realtà una parte di me è contenta di possedere, quasi in esclusiva, la conoscenza di questo e altri magnifici posti 'segreti', dall'altra mi piacerebbe condividerne la bellezza con tutto il mondo ed è forse per questo desiderio che vi annoio così tanto con i miei racconti...
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La seconda, la terza foto... sembrano dei dipinti rupestri. è incredibile. Pazzesco pensare che siano opere naturali.
Marco S.
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Se ti sei fermato lì ti capisco, ma ti assicuro che se hai la resistenza di guardare tutte le foto i colori si vedono anche molto meglio....Marco S. wrote:La seconda, la terza foto... sembrano dei dipinti rupestri. è incredibile. Pazzesco pensare che siano opere naturali.
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Per il torrente Alpe sarei anche disposto a provare il torrentismo, o, quantomeno, a calarmi nella forra superiore: in fondo ci sono anche lì marmi bellissimi e fantastici giochi d'acqua che, dall'alto, si intravvedono appena....skeno wrote:Di canyon ne ho visti tanti, ma striature di colore così variegate sono veramente eccezionali!
Ciao
Skeno
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soundofsilence wrote:Se ti sei fermato lì ti capisco, ma ti assicuro che se hai la resistenza di guardare tutte le foto i colori si vedono anche molto meglio....Marco S. wrote:La seconda, la terza foto... sembrano dei dipinti rupestri. è incredibile. Pazzesco pensare che siano opere naturali.
Tranquillo: non mi sono fermato lì!
Sono quelle che mi han colpito maggiormente.
Marco S.
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- psiconauta
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Re: Canyon dell’Alpe: la forza dell’acqua e i colori del marmo
Uppo volentieri questo vecchissimo topic, anche perchè il tema lì era la nostalgia, e nonostante il fatto che Sound abbia già ri-esplorato il posto sino al Monte Sobretta...
21/08/2024
Canyon dell'Alpe
Seconda gita del soggiorno Valtellino, non poteva mancare quest'uscita nel luogo rivelatoci da Sound e che lui usava addirittura come sfondo del suo vecchio sito (uno degli sfondi più fastidiosi mai visti al PC, devo dire , quanto meraviglioso nella realtà reale).
Superata Santa Caterina Valfurva, che avrei usato volentieri come base della vacanza, se solo avessi trovato una buona sistemazione, ci dirigiamo verso il Passo Gavia sino a giungere al Ponte sull'Alpe, dove parcheggiamo.
Due operai con camioncino ed escavatore stanno sistemando l'inizio del sentiero per Sunny Valley (nomi italiani no, eh? ), noi seguendo le istruzioni di Sound prendiamo il sentiero basso che segue il torrente, guadiamo e proseguiamo sino all'inizio del "canyon" e delle pozzette, marmitte e cascatelle principali,
poi riguadiamo (forse alla fine era meglio scendere dal sentiero di Sunny Valley, mantenendosi sin dall'inizio sulla sx idrografica) raggiungendo il sentiero che seguiamo sino ad un bivio che segnala Sunny Valley e Grotta Edelweiss, quest'ultima a mezz'ora; noi comunque proseguiamo dritti e poi tagliamo per prati sulla dx sino a raggiungere l'ingresso della grotta,
interessante per le colorazioni, le formazioni rocciose, e parecchie pietre, nella zona dell'ingresso, con sopra inciso nomi e cognomi di visitatori di epoche anche remote.
Ci fermiamo qui a mangiare un panetto tra gruppi di farfalline colorate che svolazzano.
Gustato il panetto, seguiamo il sentiero che costeggia la parete rocciosa sulla quale insiste la grotta, sino a giungere poi ad un bivio (da una parte Laghetto dell'Alpe, dall'altra presumo Sunny Valley), dove noi, invece di proseguire, scendiamo al torrente e abbandoniamo gli zaini per iniziare ad esplorarlo.
In questo tratto il torrente è davvero meravigliso, scavando uno stretto canyon in cui forma cascate e giochi d'acqua sui quali è possibile affacciarsi in più punti ammirandone le pareti rocciose modellate dalla Natura dalle quali ad un certo punto decolla pure fuori un uccello dalla coda rossa non meglio identificato.
a monte dell'Inferno
Alla fine l'acqua sbuca in basso, placidamente, fuoriuscendo da una stretta crepa della roccia,
poi prosegue formando altre cascatelle sino ad un suggestivo doppio ponte di roccia che regala altre visuali bellissime.
Dal Ponte di Roccia siamo scesi seguendo il torrente sulla sx idrografica, tramite anche una splendida scalinata costruita con lastre di roccia fatte dei bellissimi marmi in cui scorre il torrente;
a metà della discesa appare anche una grotticella sulla parete rocciosa,
grotticella molto carina con finestra sulla valle, probabile riparo in tempi di guerra con visuale sul Passo dell'Alpe.
pecore dalla grotta presso il Ponte dell'Alpe
Continuando a seguire il torrente si giunge ad una passerella di legno, denominato Ponte dell'Alpe,
che attraversiamo seguendo il sentiero che porta al Passo dell'Alpe,
da cui poi rientriamo attraversando greggi di pecore
e seguendo il sentiero sempre sulla sx idrografica del torrente, sino a giungere al parcheggio presso il Ponte sull'Alpe (l'altro).
Un giro tutto sommato molto breve (tipo 6-7 km con un dislivello di 300 m) che varrebbe la pena senz'altro proseguire verso la sorgente di questa meraviglia, il Monte Sobretta, o almeno il laghetto dell'Alpe; io in questa circostanza ero con la compagna, quindi ha deciso lei .
Al Ponte sull'Alpe (l'altro) scendiamo al torrente per pucciare i piedi gonfi nell'acqua gelata che regala sensazioni orgasmatroniche, poi ci dirigiamo verso la vicina Malga dell'Alpe, di cui avevo letto un gran bene, dove ci beviamo una birra (niente birre locali, uff... ) e un tagliere
di salumi (ok) e formaggi (quelli freschi superlativi! )
Segnalo che la gestrice è genovese, e il posto è affollato di animali, capre, caprette, asini, galline, mucche; vale una sosta, insomma.
Chiudo ringraziando Sound per avermi fatto scoprire (tra i mille altri) anche questo posto davvero incantevole che non conoscevo assolutamente e che alla fine sono riuscito incredibilmente a visitare, a riprova che a volte la vita segue percorsi strani e imprevedibili, proprio come i sentieri che in tanti ci divertiamo a percorrere e descrivere frequentemente in questo forum
Aloha
21/08/2024
Canyon dell'Alpe
Seconda gita del soggiorno Valtellino, non poteva mancare quest'uscita nel luogo rivelatoci da Sound e che lui usava addirittura come sfondo del suo vecchio sito (uno degli sfondi più fastidiosi mai visti al PC, devo dire , quanto meraviglioso nella realtà reale).
Superata Santa Caterina Valfurva, che avrei usato volentieri come base della vacanza, se solo avessi trovato una buona sistemazione, ci dirigiamo verso il Passo Gavia sino a giungere al Ponte sull'Alpe, dove parcheggiamo.
Due operai con camioncino ed escavatore stanno sistemando l'inizio del sentiero per Sunny Valley (nomi italiani no, eh? ), noi seguendo le istruzioni di Sound prendiamo il sentiero basso che segue il torrente, guadiamo e proseguiamo sino all'inizio del "canyon" e delle pozzette, marmitte e cascatelle principali,
poi riguadiamo (forse alla fine era meglio scendere dal sentiero di Sunny Valley, mantenendosi sin dall'inizio sulla sx idrografica) raggiungendo il sentiero che seguiamo sino ad un bivio che segnala Sunny Valley e Grotta Edelweiss, quest'ultima a mezz'ora; noi comunque proseguiamo dritti e poi tagliamo per prati sulla dx sino a raggiungere l'ingresso della grotta,
interessante per le colorazioni, le formazioni rocciose, e parecchie pietre, nella zona dell'ingresso, con sopra inciso nomi e cognomi di visitatori di epoche anche remote.
Ci fermiamo qui a mangiare un panetto tra gruppi di farfalline colorate che svolazzano.
Gustato il panetto, seguiamo il sentiero che costeggia la parete rocciosa sulla quale insiste la grotta, sino a giungere poi ad un bivio (da una parte Laghetto dell'Alpe, dall'altra presumo Sunny Valley), dove noi, invece di proseguire, scendiamo al torrente e abbandoniamo gli zaini per iniziare ad esplorarlo.
In questo tratto il torrente è davvero meravigliso, scavando uno stretto canyon in cui forma cascate e giochi d'acqua sui quali è possibile affacciarsi in più punti ammirandone le pareti rocciose modellate dalla Natura dalle quali ad un certo punto decolla pure fuori un uccello dalla coda rossa non meglio identificato.
a monte dell'Inferno
Alla fine l'acqua sbuca in basso, placidamente, fuoriuscendo da una stretta crepa della roccia,
poi prosegue formando altre cascatelle sino ad un suggestivo doppio ponte di roccia che regala altre visuali bellissime.
Dal Ponte di Roccia siamo scesi seguendo il torrente sulla sx idrografica, tramite anche una splendida scalinata costruita con lastre di roccia fatte dei bellissimi marmi in cui scorre il torrente;
a metà della discesa appare anche una grotticella sulla parete rocciosa,
grotticella molto carina con finestra sulla valle, probabile riparo in tempi di guerra con visuale sul Passo dell'Alpe.
pecore dalla grotta presso il Ponte dell'Alpe
Continuando a seguire il torrente si giunge ad una passerella di legno, denominato Ponte dell'Alpe,
che attraversiamo seguendo il sentiero che porta al Passo dell'Alpe,
da cui poi rientriamo attraversando greggi di pecore
e seguendo il sentiero sempre sulla sx idrografica del torrente, sino a giungere al parcheggio presso il Ponte sull'Alpe (l'altro).
Un giro tutto sommato molto breve (tipo 6-7 km con un dislivello di 300 m) che varrebbe la pena senz'altro proseguire verso la sorgente di questa meraviglia, il Monte Sobretta, o almeno il laghetto dell'Alpe; io in questa circostanza ero con la compagna, quindi ha deciso lei .
Al Ponte sull'Alpe (l'altro) scendiamo al torrente per pucciare i piedi gonfi nell'acqua gelata che regala sensazioni orgasmatroniche, poi ci dirigiamo verso la vicina Malga dell'Alpe, di cui avevo letto un gran bene, dove ci beviamo una birra (niente birre locali, uff... ) e un tagliere
di salumi (ok) e formaggi (quelli freschi superlativi! )
Segnalo che la gestrice è genovese, e il posto è affollato di animali, capre, caprette, asini, galline, mucche; vale una sosta, insomma.
Chiudo ringraziando Sound per avermi fatto scoprire (tra i mille altri) anche questo posto davvero incantevole che non conoscevo assolutamente e che alla fine sono riuscito incredibilmente a visitare, a riprova che a volte la vita segue percorsi strani e imprevedibili, proprio come i sentieri che in tanti ci divertiamo a percorrere e descrivere frequentemente in questo forum
Aloha
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !
- soundofsilence
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Re: Canyon dell’Alpe: la forza dell’acqua e i colori del marmo
Sono contento che sei andato a visitare questo posto meraviglioso, ma, almeno a giudicare dalle foto, hai saltato la parte più interessante del torrente.... o sbaglio?
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- psiconauta
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Re: Canyon dell’Alpe: la forza dell’acqua e i colori del marmo
Ciao Sound, come già accennato nei messaggi telefonici (ma riporto anche qui per completezza di info), probabilmente hai ragione, se intendi lo scivolo di quel famoso sfondo del tuo sito vecchio....noi abbiamo risalito il torrente dal ponte sulla SS300 sulla dx idrografica (guadando con qualche difficoltà se non ci si vuole bagnare), risalito il canyon per un poco, poi tornati indietro, esplorato nei dintorni, e riguadato di nuovo per tornare sulla sx idrografica (secondo me è meglio mantenersi su questo lato, scendendo al torrente dal sentiero principale verso Sunny Valley) per dirigerci verso Grotta Edelweiss e Ponte di Pietra.Sono contento che sei andato a visitare questo posto meraviglioso, ma, almeno a giudicare dalle foto, hai saltato la parte più interessante del torrente.... o sbaglio?
Quindi dovremmo aver visto più o meno tutto; lo scivolo di cui parlavi tu nei tuoi post probabilmente rimaneva proprio immediatamente a monte del punto in cui ci siamo allontanati dal torrente per risalire sul sentiero, cioè più o meno questo punto qua :
Come dici tu, giusta punizione perchè non mi piaceva come sfondo (era allucinogeno, sound! ) del tuo sito, e comunque un buon motivo per tornare.
Grazie ancora per i diversi spunti per gite stupende che fornisci in continuazione.
Speriamo di beccarci per monti prima o poi.
Un saluto
...........non seguitemi, mi sono perso anch'io !