Reopasso - vie a più tiri
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- skeno
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Sabato scorso abbiamo fatto la facilissima via dell'Amicizia, quotata sul libro di bigo come 3+.
Le soste sono in ordine, i punti intermedi pure. Il percorso è sinuoso, seguendo le linee di debolezza del monte.
Nel primo tiro si va in diagonale verso destra (evidente albero prima della sosta con cordone fisso).
Il secondo, piuttosto corto, taglia verso sinistra (al termine altro cordone fisso).
Il terzo tiro comincia verticale e poi tira dritto fino ad un balconcino di roccia. Da qui si percorre una "S", chiodata lunghissimo (c'è da dire che è veramente facile), la verà difficoltà sta nel vedere i chiodi da lontano...
Il quarto tiro, il più bello, aggira a destra uno strapiombetto.
Il quinto tira su per pochi metri fino alla sosta finale (conviene proseguire oltre ed abbrancarsi alla ferrata che arriva su dalla nord).
Okkio che sul terzo tiro, verso la fine, bisogna spostarsi nella sosta a destra, andando verso sinistra si finisce sugli ultimi due tiri della Via dei Re (o di una sua variante, non so di preciso) che a quanto mi hanno detto ed a quanto si vede sono più verticali e quindi più difficili (intorno al 5).
E' quindi anche possibile fare i primi 3 tiri dell'Amicizia e passare poi sulla via dei Re.
Ciao
Skeno
Le soste sono in ordine, i punti intermedi pure. Il percorso è sinuoso, seguendo le linee di debolezza del monte.
Nel primo tiro si va in diagonale verso destra (evidente albero prima della sosta con cordone fisso).
Il secondo, piuttosto corto, taglia verso sinistra (al termine altro cordone fisso).
Il terzo tiro comincia verticale e poi tira dritto fino ad un balconcino di roccia. Da qui si percorre una "S", chiodata lunghissimo (c'è da dire che è veramente facile), la verà difficoltà sta nel vedere i chiodi da lontano...
Il quarto tiro, il più bello, aggira a destra uno strapiombetto.
Il quinto tira su per pochi metri fino alla sosta finale (conviene proseguire oltre ed abbrancarsi alla ferrata che arriva su dalla nord).
Okkio che sul terzo tiro, verso la fine, bisogna spostarsi nella sosta a destra, andando verso sinistra si finisce sugli ultimi due tiri della Via dei Re (o di una sua variante, non so di preciso) che a quanto mi hanno detto ed a quanto si vede sono più verticali e quindi più difficili (intorno al 5).
E' quindi anche possibile fare i primi 3 tiri dell'Amicizia e passare poi sulla via dei Re.
Ciao
Skeno
- Alexander
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...
...con uno davanti la fai sto pomeriggio e non domani... tu alla testa... secondo me con 1-2 allenamenti in falesia la fai da capocordata! giusto iltempo di capire le manovre!
...gran bella via!
per skeno... ma figurati... piuttosto... se avete voglia andate a ripetere la titti... è splendida!
...gran bella via!
per skeno... ma figurati... piuttosto... se avete voglia andate a ripetere la titti... è splendida!

Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Re: Reopasso - vie a più tiri
ciao Roger, Cenere, a proposito del primo tiro della via dei Re, io l'ho provato quest'estate e sono rimasto appeso sulla pancia, dopo che mi si è staccata la troccia 4 volte (due appigli e due appoggi ) soprattutto nel punto chiave (la pancia strapiombante 6a+ )Roger wrote:Da quando hanno attrezzato il primo tiro, la Via dei Re è molto ripetuta (molto più di Chiaro di Luna), ci ho visto passare 2-3 cordate quasi tutte le ultime volte che sono andato, mentre su Chiaro di Luna non ci ho mai visto nessuno e quei pochi che ho visto sono tornati indietro... un motivo ci sarà...Cenere wrote: Io l'ho fatta la "Via dei re", ma mi sento di sconsigliarla per la cattiva tenuta della roccia, particolarmente ostica proprio nel tiro più difficile. E' bella nellaparte alta, ma l'avvio è proprio scoraggiante. Addirittura avevo paura che si staccassero anche i clasti su ci stavano i fittoni!
La "Chiaro di luna" invece, a quanto mi dicono, ha roccia migliore, ma, se dici che ci sono passi obbligati di 6b non credo che la percorrerò a breve.Ad ogni modo la puddinga da quell'impressione a tutti quelli che sono abituati al calcare, al serpentino o ad altri tipi di roccia, ma è molto più solida di quanto si possa pensare. I problemi nascono più che altro dagli accumuli di detrito che si formano sulle vie poco battute, e nelle giornate invernali quando il sole scalda roccia dopo aver gelato nella notte. Per il resto ti assicuro che non è meno sicura di quella che puoi trovare su "blasonate" vie sulle Alpi
Nessuno ha notizie della via "Cambio"?


rassicuro Pazzaura però: la via dell'amicizia è invece fattibile tranquillamente, forse per i molti passaggi, forse pe r la roccia inquel particolare punto, il conglomerato sembra lì ottimo ...
giorgio
- skeno
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Re: ...
Celo... come cambio.Alexander wrote:...con uno davanti la fai sto pomeriggio e non domani... tu alla testa... secondo me con 1-2 allenamenti in falesia la fai da capocordata! giusto iltempo di capire le manovre!
...gran bella via!
per skeno... ma figurati... piuttosto... se avete voglia andate a ripetere la titti... è splendida!
LA prox volta devo provare le caldo e freddo. se ce la faccio...
Ciao
Skeno
Il primo tiro della via dei re (che poi in realtà è il secondo) non ha una gran fama... sia per la roccia che per il zia zag che si viene a formare su una corda singola. Molto belle invece le utlime 2 lunghezze su placca di cui parla skeno nel post precedente, a cui si può arrivare dalla via dell'amicizia... anzi direi che ormai la classica delle parete sud è proprio fare l'amicizia con uscita sulla via de re.
Molto bella e poco conosciuta anche "cambio" che ho fatto quest'estate un paio di volte, viaggia subito a sinistra della via Titti, che a sua volta corre vicino all'intaglio tra le due biurche.
Per chi vuole prendere confidenza sulla puddinga viene bene anche il monotiro "l'iniziazione".
L'arrampicata su puddinga è quasi sempre delicata e non di forza, però richiede una certa sicurezza ed esperienza, difficilmente è banale. Inoltre c'è sempre il pericolo di qualche pietra volante... quindi mi raccomando il casco che qui non è un optional.
Molto bella e poco conosciuta anche "cambio" che ho fatto quest'estate un paio di volte, viaggia subito a sinistra della via Titti, che a sua volta corre vicino all'intaglio tra le due biurche.
Per chi vuole prendere confidenza sulla puddinga viene bene anche il monotiro "l'iniziazione".
L'arrampicata su puddinga è quasi sempre delicata e non di forza, però richiede una certa sicurezza ed esperienza, difficilmente è banale. Inoltre c'è sempre il pericolo di qualche pietra volante... quindi mi raccomando il casco che qui non è un optional.

- Alexander
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Roger wrote:Il primo tiro della via dei re (che poi in realtà è il secondo) non ha una gran fama... sia per la roccia che per il zia zag che si viene a formare su una corda singola.
il primo tiro proprio il primo è stato richiodato dai soliti e mitici carlo valente e lorenzo bodrato. Adesso attacca dal sentiero. il pezzo brutto, quello col traversino e il metro di strapiombo, ora, è proprio al secondo tiro, come un tempo.
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
he he.... carlo l'ho conoscito anni fa alla capanna gnifetti... è un personaggio straordinario. L'anno scorso ho conosciuto anche il sig. repetto che alla sua età non proprio giovanile si fa ancora l'amicizia con uscita sui re da solo....Alexander wrote:il primo tiro proprio il primo è stato richiodato dai soliti e mitici carlo valente e lorenzo bodrato. Adesso attacca dal sentiero. il pezzo brutto, quello col traversino e il metro di strapiombo, ora, è proprio al secondo tiro, come un tempo.Roger wrote:Il primo tiro della via dei re (che poi in realtà è il secondo) non ha una gran fama... sia per la roccia che per il zia zag che si viene a formare su una corda singola.
Possiamo ringraziare queste persone se il reopasso ora è una palestra alla portata di tutti (o quasi). Negli anni '90 quando proponevo a qualcuno di andarci mi guardavano come una bestia rara... forse perchè all'epoca c'erano 4-5 chiodi su tutta la via. Mi ricordo che la prima volta l'ho salita con claudio mocci e mia moglie e claudio si è perso in parete... e se non fosse per la sua abilità a piantare i chiodi anche sulla puddinga (che non è proprio banale) ce la vedevamo veramente brutta.
Poi mi caduto l'occhio su un mitico spit rosa che ci ha portato sulla via giusta.... che poi è lo spit che per anni è stato anche sulla vulevu dance a cravasco. Cmq a quell'epoca fare quella via era sicuramente un avventura...
Rispondo a gecko da altro post:
domenica scorsa eravamo su "Freddo", forse una delle più belle vie che abbiamo fatto sulla Biurca, molto sostenuta e continua, con passaggi eleganti e su roccia buona (senza ovviamente aspettarsi calcare o granito). Il primo tiro è notevoli: 40 metri verticali con diversi passaggi di V/VI (roccia ottima). Il secondo tiro è più breve ma ha un singolo di 6a da capire (roccia discreta). Il terzo tiro si abbatte ed esce direttamente in vetta. La chiodatura è abbondante ma non ascellare...

La settimana prima avevamo fatto la "via dei Re" e "Emanuele".
Praticamente ci manca solo "Caldo" (che faremo a breve) e "Chiaro di luna" e poi le abbiamo fatte tutte.
Se trovo un po' di tempo stavo pensando di aprire un piccolo spazio su rogernet.it dedicato esclusivamente alle vie della Biurca.... vedremo.

domenica scorsa eravamo su "Freddo", forse una delle più belle vie che abbiamo fatto sulla Biurca, molto sostenuta e continua, con passaggi eleganti e su roccia buona (senza ovviamente aspettarsi calcare o granito). Il primo tiro è notevoli: 40 metri verticali con diversi passaggi di V/VI (roccia ottima). Il secondo tiro è più breve ma ha un singolo di 6a da capire (roccia discreta). Il terzo tiro si abbatte ed esce direttamente in vetta. La chiodatura è abbondante ma non ascellare...

La settimana prima avevamo fatto la "via dei Re" e "Emanuele".
Praticamente ci manca solo "Caldo" (che faremo a breve) e "Chiaro di luna" e poi le abbiamo fatte tutte.
Se trovo un po' di tempo stavo pensando di aprire un piccolo spazio su rogernet.it dedicato esclusivamente alle vie della Biurca.... vedremo.

Chiaro di luna manca anche a noi, in realtà ci manca l'ultimo tiro, magari andiamo a farla insieme!
A fine luglio abbiamo rifatto la "Via dei Re" trovandola sempre splendida nonostante il caldo non indifferente! Ciao 


Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Molto volentieri, ormai la tentazione di farle tutte è troppo grande, speriamo solo che ora non ritornino i monsoni come in primavera....gecko wrote:Chiaro di luna manca anche a noi, in realtà ci manca l'ultimo tiro, magari andiamo a farla insieme!A fine luglio abbiamo rifatto la "Via dei Re" trovandola sempre splendida nonostante il caldo non indifferente! Ciao

A proposito della via dei re..... bisognerebbe attrezzare con uno spezzone di corda di 2-3 metri la fascia erbosa sotto la sosta 2, come abbiamo fatto a suo tempo sull'amicizia. E' l'unico punto antipatico della via.
Magari se qualcuno va a farla e si ricorda di portarlo, faccia questa buona azione.....

@Christian: foto ne ho a volontà però dalle soste non è che venga niente di eccezionale, l'ideale è quando si riesce ad attrezzare delle soste intermedie come ho fatto su "freddo" e "vecchie beline", oppure essere due cordate e calarsi di fianco alla via.
queste sono altre due passi di freddo


e queste invece sono nella parte finale della via dei re




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Giusto Sabato scorso ho fatto, con alcuni amici, la via Titti interamente con gli scarponi. Sono rimasto estremamente soddisfatto e sicuramente ci ritornerò per fare le altre, evitando però quelle che parlano di 6a... 

"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
- Alexander
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...bella la titti vero? anche io l'ho fatta in scarponi, è chiodata molto corta e su roccia buona... te lo puoi permettere ed al reopasso da tutta un'altra sensazione. sembra alpinismo d'antan! foorte!
quelle di 6a chiodate corte non sono molto più difficili comunque!
quelle di 6a chiodate corte non sono molto più difficili comunque!

Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
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Re: ...
Infatti ho tenuto gli scarponi (a differenza dei miei amici che hanno calzato le scarpette) giusto per sentirmi un po' alpinista!Alexander wrote:...bella la titti vero? anche io l'ho fatta in scarponi, è chiodata molto corta e su roccia buona... te lo puoi permettere ed al reopasso da tutta un'altra sensazione. sembra alpinismo d'antan! foorte!
quelle di 6a chiodate corte non sono molto più difficili comunque!

A parte gli scherzi volevo provare a fidarmi degli scarponi, anche perchè in montagna usi quelli!
Dici che i 6a non sono molto più difficili? quale mi consiglieresti da provare per prima?
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...se non mi ricordo male la via Cambio, di fianco alla Titti ha le sue medesime difficoltà.
Ad un certo punto si divide ed a SX hai la via Emanuele che è di 6a mentre a destra hai appunto Cambio che invece è più o meno come Titti. Potresti provare a spararti la via Cambio e poi farti calare sul tiro difficile di Emanuele e farla dall'alto... se ti trovi bene e fai il 6a su puddinga senza problemi... allora puoi provare a vedere di attaccare altre vie o farla dal basso normae in RP.
Lì però portati le scarpette. Non ricordo se è chiodata come Titti che è mitragliata. poi comunque ci sono anche i monotiri sulla faccia boschiva del grillo (vai all'attacco della ferrata e scendi a detra).
Trovi i gradi su "di Sasso, di Sale, di Sole" (la guida "L'Altimetro segna zero" non presenta i monotiri ma solo le scalate).
Li c'è qualche 6a da provare. Solo che hanno buona chiodatura sino a dove si appoggia... e dove diventa III ci sono i chiodi a 5 metri... per carità è facile... ma se ti vola un clasto finisci per terra...
Ad un certo punto si divide ed a SX hai la via Emanuele che è di 6a mentre a destra hai appunto Cambio che invece è più o meno come Titti. Potresti provare a spararti la via Cambio e poi farti calare sul tiro difficile di Emanuele e farla dall'alto... se ti trovi bene e fai il 6a su puddinga senza problemi... allora puoi provare a vedere di attaccare altre vie o farla dal basso normae in RP.
Lì però portati le scarpette. Non ricordo se è chiodata come Titti che è mitragliata. poi comunque ci sono anche i monotiri sulla faccia boschiva del grillo (vai all'attacco della ferrata e scendi a detra).
Trovi i gradi su "di Sasso, di Sale, di Sole" (la guida "L'Altimetro segna zero" non presenta i monotiri ma solo le scalate).
Li c'è qualche 6a da provare. Solo che hanno buona chiodatura sino a dove si appoggia... e dove diventa III ci sono i chiodi a 5 metri... per carità è facile... ma se ti vola un clasto finisci per terra...
Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Si, sto facendo un po' di confusione....Walter1 wrote:non mi risulta sia mai esistito un divieto, ti confondi per caso con Castello della Pietra ?pria wrote:Ma al Reopasso vige sempre il divieto di scalata in alcuni settori??
(dove ufficialmente il divieto è per l'intera struttura ...)
Al Castello della Pietra, in compenso, credevo fossero vietati solo alcuni settori...
Adesso mi informo bene e la smetto di consumare banda!
Grazie Walter.
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Re: ...
Grazie dei consigli!Alexander wrote:...se non mi ricordo male la via Cambio, di fianco alla Titti ha le sue medesime difficoltà.
Ad un certo punto si divide ed a SX hai la via Emanuele che è di 6a mentre a destra hai appunto Cambio che invece è più o meno come Titti. Potresti provare a spararti la via Cambio e poi farti calare sul tiro difficile di Emanuele e farla dall'alto... se ti trovi bene e fai il 6a su puddinga senza problemi... allora puoi provare a vedere di attaccare altre vie o farla dal basso normae in RP.
Lì però portati le scarpette. Non ricordo se è chiodata come Titti che è mitragliata. poi comunque ci sono anche i monotiri sulla faccia boschiva del grillo (vai all'attacco della ferrata e scendi a detra).
Trovi i gradi su "di Sasso, di Sale, di Sole" (la guida "L'Altimetro segna zero" non presenta i monotiri ma solo le scalate).
Li c'è qualche 6a da provare. Solo che hanno buona chiodatura sino a dove si appoggia... e dove diventa III ci sono i chiodi a 5 metri... per carità è facile... ma se ti vola un clasto finisci per terra...
Le guide a cui fai riferimento le ho entrambe!

"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
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..
...per Sub comandate trovi la linea che ti ho descritto sulle vie nell'Altimetro ed i monotiri su il sale (allora è facile!)
Per pria c'è un topic interamente dedicato alla faccenda del castello della pietra con tutti gli sviluppi se vuoi!

Per pria c'è un topic interamente dedicato alla faccenda del castello della pietra con tutti gli sviluppi se vuoi!

Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
A completamento di quanto detto da Alexander, "Cambio" a mio avviso è più bella della Titti anche se più continua e con passaggi leggermente più sostenuti (intorno al V). In compenso è chiodata altrettanto bene e ci sono meno cenge che sulla titti, che sono un po' pericolose in caso di volo (nonostante gli spit vicino). Comunque i passi bisogna farli tutti e ci vuole un po' di decisione nel superare alcune pancette.
Il primo tiro è in comune con Emanuele, poi Emanuele si biforca sulla sinistra e prosegue su analoghe difficoltà per un altro tiro. Il terzo tiro di Emanuele invece supera un muro di circa 6 metri molto verticale con un passo di 6a (spit a metà altezza).
Per calarsi dall'alto su Emanuele dall'ultima sosta ci vogliono due corde perchè sono circa 40 metri. Però lo sconsiglio perchè essendo poco ripido si rischia di tirarsi in testa mezza montagna.
Per quanto riguarda la chiodatura anche Emanuele è ben chiodata quindi forse conviene provarla dal basso, magari portandosi dietro un maillon per ogni evenienza.
L'unico punto brutto (a mio avviso) di entrambe (emanuele e cambio) è la partenza dell'ultimo tiro che supera una fascia di roccia friabile (non più di un paio di metri visibile anche sulla titti) e per di più abbastanza verticale. Lì ci sarebbe qualche pietra da disgaggiare, altrimenti ci penserà il ghiaccio quest'inverno.
Di difficoltà analoghe alla Titti c'è anche "Tiepido" tutto a sinistra. Il secondo tiro è carino, però è chiodata leggermente più lunga delle altre. All'uscita di un tratto verticale ho sostituito una fettuccia che permette di evitare un moschettonaggio non tanto banale, più che altro perchè non si vede dove andare.
Una volta fatte quelle, allora si può passare a "Freddo" e le soddisfazioni aumentano sicuramente.
Appena posso vi darò notizie anche di "Caldo"...
Il primo tiro è in comune con Emanuele, poi Emanuele si biforca sulla sinistra e prosegue su analoghe difficoltà per un altro tiro. Il terzo tiro di Emanuele invece supera un muro di circa 6 metri molto verticale con un passo di 6a (spit a metà altezza).
Per calarsi dall'alto su Emanuele dall'ultima sosta ci vogliono due corde perchè sono circa 40 metri. Però lo sconsiglio perchè essendo poco ripido si rischia di tirarsi in testa mezza montagna.
Per quanto riguarda la chiodatura anche Emanuele è ben chiodata quindi forse conviene provarla dal basso, magari portandosi dietro un maillon per ogni evenienza.
L'unico punto brutto (a mio avviso) di entrambe (emanuele e cambio) è la partenza dell'ultimo tiro che supera una fascia di roccia friabile (non più di un paio di metri visibile anche sulla titti) e per di più abbastanza verticale. Lì ci sarebbe qualche pietra da disgaggiare, altrimenti ci penserà il ghiaccio quest'inverno.
Di difficoltà analoghe alla Titti c'è anche "Tiepido" tutto a sinistra. Il secondo tiro è carino, però è chiodata leggermente più lunga delle altre. All'uscita di un tratto verticale ho sostituito una fettuccia che permette di evitare un moschettonaggio non tanto banale, più che altro perchè non si vede dove andare.
Una volta fatte quelle, allora si può passare a "Freddo" e le soddisfazioni aumentano sicuramente.
Appena posso vi darò notizie anche di "Caldo"...

...senza alcuna polemica....per carità.....ma non ricordo un posto così "indecente" per scalare come la biurca del reopasso......ripeto, non lo dico per fare polemica (non è il mio genere...
), proprio non capisco l'entusiasmo....la roccia è francamente discutibile, ogni passo ti lascia qualcosa in mano e anche mentre ti cali il semplice scorrere della corda ti tira sulla zucca pietre a non finire. Quando (ed è stata un'unica volta!) ci sono stato un paio di anni fa'abbiamo preferito giocare sulla ferrata piuttosto che finire la via.....
scusate se ho offeso qualcuno, mi rendo conto che i gusti sono i gusti....ma proprio non capisco!


scusate se ho offeso qualcuno, mi rendo conto che i gusti sono i gusti....ma proprio non capisco!











Al mondo ci sono solo DUE cose "infinite":
- l'universo
- la stupidità umana
Solo che sulla prima non sono sicuro.
Albert Einstein.
- l'universo
- la stupidità umana
Solo che sulla prima non sono sicuro.
Albert Einstein.
Infatti quando si parla di Reopasso la premessa è sempre questa, non credo si offenderà nessuno, viene sempre specificato che non si tratta di una struttura per chi ama arrampicare prevalentemente su roccia solida e sicura. Tuttavia ti assicuro che ci sono un gran numero di appassionati che vengono ad arrampicare su queste rocce, persino dalla Lombardia o dal Piemonte. Io è dal 1986 che frequento questa zona e su queste rocce ho mosso i miei primi passi di arrampicata, per questo ci sono particolarmente affezionato. Sarà probabilmente anche per come viene curato il posto, tenuto il sentiero e le varie strutture, il bivacco, le parti attrezzate. Capisci senza ombra di dubbio quanto questo posto sia amato e curato, con una dedizione quasi maniacale. Lo percepisci se guardi un palmo più in la della “roccia povera” che lo caratterizza, la più povera direi. Per fortuna nella nostra Liguria le nostre strutture sono quasi tutte curate in questo modo.trigi wrote: proprio non capisco l'entusiasmo....la roccia è francamente discutibile, ogni passo ti lascia qualcosa in mano e anche mentre ti cali il semplice scorrere della corda ti tira sulla zucca pietre a non finire. Quando (ed è stata un'unica volta!) ci sono stato un paio di anni fa'abbiamo preferito giocare sulla ferrata piuttosto che finire la via.....
Ieri invece sono stato alla Sbarua a fare la via Gervasutti. Bellissima via su nobile granito. Costruendo il nuovo rifugio hanno fatto una strada che ha tagliato i vecchi sentieri che portano alle strutture e nessuno si preoccupato di segnalare il sentiero di accesso. Non un cartello, non un ometto, non un segnavia!!! Risultato: ognuno sale dove capita e di conseguenza si sono formate mille tracce, il 99% delle quali si perdono tra rovi, arbusti, rocce, e viperai con il serio rischio di perdersi!
Verrebbe da chiedersi come sarebbe curata una struttura “nobile” come questa se fosse qui da noi!
Ma non vorrei andare in off-topic, di questo parlerò poi nel post apposito… era solo per dire che a volte chi ha il pane non ha i denti

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Il Reo Passo affascina per la sua struttura molto poetica più che per il tipo di roccia, tutti i giorni quando passo per Busalla lo vedo svettare alla luce del sole e penso subito a tutte le volte che ci sono stato, ho un sacco di ricordi lassù. L'ambiente è unico per il suo genere in tutta la vallata (a parte ovviamente il Castello della Pietra), generazioni e generazioni di Genovesi hanno provato nei secoli passati a vincerlo. E' quindi un luogo pieno di storia dal sapore particolare, arrampicando nella biurca sud hai un panorama d'eccezione e puoi ammirare dall'alto i luoghi in cui sei cresciuto. La mia prima ferrata e la mia prima via di più tiri l'ho proprio fatta al Reo Passo, è un ottima scuola per chi vuole andare un po' in montagna piuttosto che in falesia. Certo la roccia è quel che è, non è per gli spidermen, ma per chi oltre lo stile del gesto atletico cerca qualcos'altro di più intimo e profondo!
"narratemi la regione dalla quale il figlio della montagna è sempre attratto, dove la forza dell'uomo convive con la mente aperta, dove riposano le ceneri dei padri liberi fedelmente vegliate dai figli liberi" Homines Dicti Walser
Ovviamente quoto al 100% quanto detto da Sub-Comandante e comunque conosco più di un “climber” che si trova più a suo agio su uno strapiombo di puddinga con le pietre che “locciano” piuttosto che su una placca compatta di calcare… questione di affinità e di gusti… comunque fortunatamente in arrampicata siamo ancora liberi di scegliere, quindi direi che il problema non sussiste e tornerei a parlare di “Reopasso - vie a più tiri” dicendo due parole (ovviamente solo per chi è interessato) della via Caldo che sono andato a fare l’altro ieri (ieri Gervasutti).
Ricapitolando le varie vie a sinistra dell’intaglio delle due Biurche abbiamo: la via Titti, poi poco a sinistra il tiro in comune di Cambio/Emanuele. Sempre verso sinistra di alcuni metri, su un muro verticale, parte Freddo. Ancora qualche metro a sinistra e si notano i primi tre spit di Caldo. Poi tutto a sinistra, da una cengia erbosa, parte Tiepido su una placca più abbattuta.
“Caldo” a mio avviso è la via più impegnativa di tutte queste nominate. Il primo tiro, sebbene abbia difficoltà intorno al IV/IV+ è chiodato parecchio lungo. Dopo i primi due spit, per trovare il terzo, bisogna superare una pancetta abbastanza delicata con il rinvio almeno tre metri sotto i piedi. Lo spit seguente sarà almeno a 7-8 metri, quindi altrettanto per arrivare alla sosta. Dalla sosta parte il secondo tiro decisamente impegnativo, anche per la roccia di qualità inferiore rispetto a “Freddo”. Diciamo che il primo tiro di Freddo è sostenuto ma ha una roccia ottima almeno sui passi chiave, il secondo tiro invece ha roccia discreta. Nel caso di Caldo il primo tiro ha roccia discreta, il secondo mediocre.
Per fortuna sul secondo tiro la chiodatura è più “umana”. I primi due spit si vedono esattamente sopra la sosta. Quindi si prosegue su placca ripida fino a giungere ad un primo tettino, con uscita delicata e presa rovescia sotto una piccola grotta che permette di moschettonare. Quindi si deve superare un tetto più pronunciato e poi una placca verticale molto delicata. Per fare un paragone con un'altra via, come impegno e chiodatura è molto simile all’ultimo tiro di “Vecchie Beline” sulla nord di Perti, solo che lì la roccia è buona e si può tirare, qui invece bisogna testare ogni appiglio, cercare sempre di spingere più che di tirare, e cercare di avere sempre almeno tre appoggi sicuri.
Sicuramente è una via che consiglio SOLO a chi ha già fatto tutte le altre e ha preso dimestichezza con questo tipo di roccia.
Il terzo tiro si congiunge con l’uscita di Freddo e di Emanuele. Praticamente il terzo tiro è lo stesso per tutte e tre le vie e non supera il terzo grado. Ovviamente bisogna cercare di individuare i pochi spit presenti.
Purtroppo le foto dalle soste vengono una vera zozzeria, quindi ne metterò poche:
Inizio con una curiosità

Uscita dal tiro chiave di caldo

Schizzo (molto approssimativo) delle due vie viste dal basso.

Ricapitolando le varie vie a sinistra dell’intaglio delle due Biurche abbiamo: la via Titti, poi poco a sinistra il tiro in comune di Cambio/Emanuele. Sempre verso sinistra di alcuni metri, su un muro verticale, parte Freddo. Ancora qualche metro a sinistra e si notano i primi tre spit di Caldo. Poi tutto a sinistra, da una cengia erbosa, parte Tiepido su una placca più abbattuta.
“Caldo” a mio avviso è la via più impegnativa di tutte queste nominate. Il primo tiro, sebbene abbia difficoltà intorno al IV/IV+ è chiodato parecchio lungo. Dopo i primi due spit, per trovare il terzo, bisogna superare una pancetta abbastanza delicata con il rinvio almeno tre metri sotto i piedi. Lo spit seguente sarà almeno a 7-8 metri, quindi altrettanto per arrivare alla sosta. Dalla sosta parte il secondo tiro decisamente impegnativo, anche per la roccia di qualità inferiore rispetto a “Freddo”. Diciamo che il primo tiro di Freddo è sostenuto ma ha una roccia ottima almeno sui passi chiave, il secondo tiro invece ha roccia discreta. Nel caso di Caldo il primo tiro ha roccia discreta, il secondo mediocre.
Per fortuna sul secondo tiro la chiodatura è più “umana”. I primi due spit si vedono esattamente sopra la sosta. Quindi si prosegue su placca ripida fino a giungere ad un primo tettino, con uscita delicata e presa rovescia sotto una piccola grotta che permette di moschettonare. Quindi si deve superare un tetto più pronunciato e poi una placca verticale molto delicata. Per fare un paragone con un'altra via, come impegno e chiodatura è molto simile all’ultimo tiro di “Vecchie Beline” sulla nord di Perti, solo che lì la roccia è buona e si può tirare, qui invece bisogna testare ogni appiglio, cercare sempre di spingere più che di tirare, e cercare di avere sempre almeno tre appoggi sicuri.
Sicuramente è una via che consiglio SOLO a chi ha già fatto tutte le altre e ha preso dimestichezza con questo tipo di roccia.
Il terzo tiro si congiunge con l’uscita di Freddo e di Emanuele. Praticamente il terzo tiro è lo stesso per tutte e tre le vie e non supera il terzo grado. Ovviamente bisogna cercare di individuare i pochi spit presenti.
Purtroppo le foto dalle soste vengono una vera zozzeria, quindi ne metterò poche:
Inizio con una curiosità

Uscita dal tiro chiave di caldo

Schizzo (molto approssimativo) delle due vie viste dal basso.

Sub-Comandante wrote:Il Reo Passo affascina per la sua struttura molto poetica più che per il tipo di roccia, tutti i giorni quando passo per Busalla lo vedo svettare alla luce del sole e penso subito a tutte le volte che ci sono stato, ho un sacco di ricordi lassù. L'ambiente è unico per il suo genere in tutta la vallata (a parte ovviamente il Castello della Pietra), generazioni e generazioni di Genovesi hanno provato nei secoli passati a vincerlo. E' quindi un luogo pieno di storia dal sapore particolare, arrampicando nella biurca sud hai un panorama d'eccezione e puoi ammirare dall'alto i luoghi in cui sei cresciuto. La mia prima ferrata e la mia prima via di più tiri l'ho proprio fatta al Reo Passo, è un ottima scuola per chi vuole andare un po' in montagna piuttosto che in falesia. Certo la roccia è quel che è, non è per gli spidermen, ma per chi oltre lo stile del gesto atletico cerca qualcos'altro di più intimo e profondo!



Anch'io sono molto legata al Reopasso, alcune vie le ho salite almeno una quindicina di volte portandoci amici che ne son sempre scesi entusiasti, per l'ambiente, per la linea della via e per il tipo di arrampicata, delicato ed elegante!

Il silenzio non si trova sulla cima delle montagne e il rumore non sta nei mercati delle città: ambedue sono nel cuore dell'uomo.
Lao Tse (VI sec a.C.)
Lao Tse (VI sec a.C.)
Chiaro di luna
Ho percorso Chiaro di luna alla fine della scorsa primavera. Lascio qui alcune note, dato che più sopra viene citata fra i progetti e i desideri a venire.
La via mi pare molto bella e in ottime condizioni, anche per quanto riguarda la tenuta della roccia, che resta comunque conglomerato e quindi va maneggiata con attenzione.
Per attaccare occorre portarsi all'inizio della Via dell'Amicizia e risalire la rampa ascendente sulla destra, camminando e attraversando il pendio pietroso fino alla sosta d'avvio posta a destra in corrispondenza di un albero. Meglio lasciare gli zaini direttamente all'attacco della Via dell'Amicizia, per evitare poi di dover risalire di nuovo la pietraia. Nel racconto preferisco riferirmi alla scala Uia, poichè mi pare più adatta alle caratteristiche della scalata, che non definirei "arrampicata sportiva".
I primi due tiri, sempre dritti, non presentano alcuna difficoltà, attestandosi su gradi omologhi alla Via dell'Amicizia. Alla fine di questi due tiri si è su un ballatorio ai piedi di una paretina verticale, che presenta qualche difficoltà in più, ma niente di preoccupante: se i primi due tiri potrebbero essere III, questo sarà un IV, non oltre, nonostante l'aspetto severo. Dopo il muretto le difficoltà decrescono, fino in sosta, posta in una zona di rocce rotte alla base del salto sommitale, appena a sinistra (faccia a monte) dello spigolo Figari, su cui corre la ferrata.
A questo punto iniziano le difficoltà che, in base alla guida "Di sasso, di sale..." giungono a toccare il 6b. A mio parere si tratta però di una valutazione largamente eccessiva. Lo dico senza spocchia e con assoluta onestà: assicuro, infatti, che se si fosse trattato di superare passaggi di 6b non sarei di certo arrivato in cima.
Dalla sosta menzionata prima occorre quindi portarsi verso sinistra, superando e rimontando una piccola spaccatura e portandosi sotto un primo stapiombetto. Immagino sia questo il punto chiave della via: è un passaggio impegnativo che consiste nel trovare il modo giusto per superare il tettino e portarsi con i piedi sul suo labbro. Il passaggio è ottimamente protetto da un fittone e si può quindi provare senza pericolo. L'unica avvertenza è valutare bene su quale clasto puntare i piedi per ristabilirsi, poichè il più invitante non assicura tuttavia di reggere ancora a lungo: vi sono però numerose soluzioni alternative, fra cui, se proprio non se ne esce, piuttosto che danneggiare la montagna e creare pericolo, quella di tirare il rinvio. In ogni caso, a mio avviso, non siamo oltre una difficoltà di VI-. Superato questo punto si rimonta in verticale fino a giungere all'ultimo salto, quello che la Via dell'Amicizia (lì a fianco e su cui a questo punto è anche possibile deviare) evita risalendo la placchetta a sinistra. Chiaro di luna, invece, lo affronta direttamente, con percorso più impegnativo e perpendicolare alla vetta. Occorre portarsi sotto il muro e, grazie a un grosso clasto, guadagnarne la parete, da risalire poi con difficoltà decrescenti (V+ il primo passo e poi V).
Si arriva così all'ultima cengetta terrosa, percorrendo la quale verso destra (faccia a monte) si arriva a intersecare gli ultimi metri della ferrata grazie a cui andare in vetta. Si potrebbe anche risalire ancora sulla parete, appoggiata e semplice, reperendo alcuni fittoni comunque posti in loco, ma il percorso è poco interessante e parecchio sporco.
Buona ascensione!
La via mi pare molto bella e in ottime condizioni, anche per quanto riguarda la tenuta della roccia, che resta comunque conglomerato e quindi va maneggiata con attenzione.
Per attaccare occorre portarsi all'inizio della Via dell'Amicizia e risalire la rampa ascendente sulla destra, camminando e attraversando il pendio pietroso fino alla sosta d'avvio posta a destra in corrispondenza di un albero. Meglio lasciare gli zaini direttamente all'attacco della Via dell'Amicizia, per evitare poi di dover risalire di nuovo la pietraia. Nel racconto preferisco riferirmi alla scala Uia, poichè mi pare più adatta alle caratteristiche della scalata, che non definirei "arrampicata sportiva".
I primi due tiri, sempre dritti, non presentano alcuna difficoltà, attestandosi su gradi omologhi alla Via dell'Amicizia. Alla fine di questi due tiri si è su un ballatorio ai piedi di una paretina verticale, che presenta qualche difficoltà in più, ma niente di preoccupante: se i primi due tiri potrebbero essere III, questo sarà un IV, non oltre, nonostante l'aspetto severo. Dopo il muretto le difficoltà decrescono, fino in sosta, posta in una zona di rocce rotte alla base del salto sommitale, appena a sinistra (faccia a monte) dello spigolo Figari, su cui corre la ferrata.
A questo punto iniziano le difficoltà che, in base alla guida "Di sasso, di sale..." giungono a toccare il 6b. A mio parere si tratta però di una valutazione largamente eccessiva. Lo dico senza spocchia e con assoluta onestà: assicuro, infatti, che se si fosse trattato di superare passaggi di 6b non sarei di certo arrivato in cima.
Dalla sosta menzionata prima occorre quindi portarsi verso sinistra, superando e rimontando una piccola spaccatura e portandosi sotto un primo stapiombetto. Immagino sia questo il punto chiave della via: è un passaggio impegnativo che consiste nel trovare il modo giusto per superare il tettino e portarsi con i piedi sul suo labbro. Il passaggio è ottimamente protetto da un fittone e si può quindi provare senza pericolo. L'unica avvertenza è valutare bene su quale clasto puntare i piedi per ristabilirsi, poichè il più invitante non assicura tuttavia di reggere ancora a lungo: vi sono però numerose soluzioni alternative, fra cui, se proprio non se ne esce, piuttosto che danneggiare la montagna e creare pericolo, quella di tirare il rinvio. In ogni caso, a mio avviso, non siamo oltre una difficoltà di VI-. Superato questo punto si rimonta in verticale fino a giungere all'ultimo salto, quello che la Via dell'Amicizia (lì a fianco e su cui a questo punto è anche possibile deviare) evita risalendo la placchetta a sinistra. Chiaro di luna, invece, lo affronta direttamente, con percorso più impegnativo e perpendicolare alla vetta. Occorre portarsi sotto il muro e, grazie a un grosso clasto, guadagnarne la parete, da risalire poi con difficoltà decrescenti (V+ il primo passo e poi V).
Si arriva così all'ultima cengetta terrosa, percorrendo la quale verso destra (faccia a monte) si arriva a intersecare gli ultimi metri della ferrata grazie a cui andare in vetta. Si potrebbe anche risalire ancora sulla parete, appoggiata e semplice, reperendo alcuni fittoni comunque posti in loco, ma il percorso è poco interessante e parecchio sporco.
Buona ascensione!
- Alexander
- Trentesimo quotazerino
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...
...ciao!
Concordo appieno sulla descrizione. La rpima volta che ho fatto l'amicizia ero con Tyler (in scarponi) e arrivati al punto di contatto tra le vie ho tirato dritto per il torrione poi sono dovuto ridiscendere sempre in arrampicata e riprendere l'amicizia a sinistra. E' forse uno dei tiri più belli dell'intero complesso. il passo chiave che descrivi non è come difficoltà motorie 6b... ma diciamo che le valutazioni erano state date anche pensando alla tipologia di roccia a mio parere... non tutti gli utenti di Di sasso di sale di sole erano abituati alla puddinga e tantomeno al 6b di puddinga in via lunga che in questo caso non è dettato solo da un movimento. Se ci fai caso anche nelle altre vie i passi sono sempre più semplici rispetto al grado dato... ma basta andarci dopo che ha piovuto, anche se asciutto, e subito le difficoltà cambiano. idem con neve o mutamenti minimi di umidità o temperatura... diciamo che i gradi al reopasso corrispondono a tutta la geomorfologia e non solo quella legata al movimento. A mio parere ovviamente.
Concordo appieno sulla descrizione. La rpima volta che ho fatto l'amicizia ero con Tyler (in scarponi) e arrivati al punto di contatto tra le vie ho tirato dritto per il torrione poi sono dovuto ridiscendere sempre in arrampicata e riprendere l'amicizia a sinistra. E' forse uno dei tiri più belli dell'intero complesso. il passo chiave che descrivi non è come difficoltà motorie 6b... ma diciamo che le valutazioni erano state date anche pensando alla tipologia di roccia a mio parere... non tutti gli utenti di Di sasso di sale di sole erano abituati alla puddinga e tantomeno al 6b di puddinga in via lunga che in questo caso non è dettato solo da un movimento. Se ci fai caso anche nelle altre vie i passi sono sempre più semplici rispetto al grado dato... ma basta andarci dopo che ha piovuto, anche se asciutto, e subito le difficoltà cambiano. idem con neve o mutamenti minimi di umidità o temperatura... diciamo che i gradi al reopasso corrispondono a tutta la geomorfologia e non solo quella legata al movimento. A mio parere ovviamente.

Alexander - "Non ditemi che non lo posso fare" (Lost).
Grazie Cenere, ora praticamente abbiamo la descrizione di tutte le vie della Biurca, chi volesse ulteriori informazioni non fa altro che chiedere su questo post!
Per quanto riguarda il grado, pur non avendo ancora salita la via, concordo con Alexander. Trattandosi di vie di concezione un po' diversa da quelle moderne, vanno viste con un ottica più alpinistica e dove il sesto grado ha ancora il significato di "estremo". Poi è vero, come dice Alexander che ogni roccia ha le sue difficoltà. Per salire un 6a a Finale probabilmente ci vuole, oltre alla tecnica, una grande forza di dita. Per salire un 6a su un diedro di granito non bastano le dita ma ci vuole una grande padronanza delle tecniche di opposizione. Per salire un 6a su puddinga invece bisogna avere tanto coraggio
Per quanto riguarda il grado, pur non avendo ancora salita la via, concordo con Alexander. Trattandosi di vie di concezione un po' diversa da quelle moderne, vanno viste con un ottica più alpinistica e dove il sesto grado ha ancora il significato di "estremo". Poi è vero, come dice Alexander che ogni roccia ha le sue difficoltà. Per salire un 6a a Finale probabilmente ci vuole, oltre alla tecnica, una grande forza di dita. Per salire un 6a su un diedro di granito non bastano le dita ma ci vuole una grande padronanza delle tecniche di opposizione. Per salire un 6a su puddinga invece bisogna avere tanto coraggio

Re: ...
Sono d'accordo con quanto dici, e, proprio in virtù di queste stesse riflessioni sulla roccia e sull'insieme dei fattori ho preferito adottare la scala UIA, piuttosto che i parametri (secondo me fuori luogo al Reopasso) dell'arrampicata sportiva. Tuttavia il 6b mi pare una valutazione comunque eccessiva, soprattutto se rapportato al 6a dato al secondo tiro della Via dei Re. Comunque nulla è più aleatorio e soggettivo dei gradi ed a ciascuno ogni via appare diversa a seconda di quanto felice o meno sia, in quel giorno, l'incontro con la roccia. Certamente è più saggio sovragradare che stare stretti per fare i fighi e magari portare qualcuno a cacciarsi in difficoltà inattese. Tuttavia nel relazionare la via ho dato valutazioni un po' meno alte perchè 6b mi pareva potesse essere davvero troppo scoraggiante: è una via così bella che vale la pena di essere provata, anche da chi il 6b non lo mangia a colazione; rischi particolari non ce ne sono, salvo il clasto che ho segnalato nella relazione, ma quello non dipende dal grado e dalla tecnica, ma dall'occhio e dal rispetto delle persone che lo avvicinano.Alexander wrote:...ciao!
Concordo appieno sulla descrizione. La rpima volta che ho fatto l'amicizia ero con Tyler (in scarponi) e arrivati al punto di contatto tra le vie ho tirato dritto per il torrione poi sono dovuto ridiscendere sempre in arrampicata e riprendere l'amicizia a sinistra. E' forse uno dei tiri più belli dell'intero complesso. il passo chiave che descrivi non è come difficoltà motorie 6b... ma diciamo che le valutazioni erano state date anche pensando alla tipologia di roccia a mio parere... non tutti gli utenti di Di sasso di sale di sole erano abituati alla puddinga e tantomeno al 6b di puddinga in via lunga che in questo caso non è dettato solo da un movimento. Se ci fai caso anche nelle altre vie i passi sono sempre più semplici rispetto al grado dato... ma basta andarci dopo che ha piovuto, anche se asciutto, e subito le difficoltà cambiano. idem con neve o mutamenti minimi di umidità o temperatura... diciamo che i gradi al reopasso corrispondono a tutta la geomorfologia e non solo quella legata al movimento. A mio parere ovviamente.