sabato scorso, io ed amico aspirante invernalista anche lui (?!), partiamo entusiasti per fare la "gino Musso"
seguendo le indicazioni qui:
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... _musso.htm
però, rispetto alla descrizione sul sito sopra:
inizia un sentierino fra i rovi che segue la direttrice del metanodotto. Seguendo il sentierino per una ventina di metri, si incontra una traccia che si stacca a destra: seguendola, si superano un paio di modesti rii, si passa accanto ad un palco per la caccia al colombo e si giunge sotto i costoni rocciosi delle Rocche du Prou Ballou. Presso un grosso ometto si lascia il sentiero e si risale al meglio il pendio, fra erba e roccette affioranti (un altro paio di ometti), fino all'inizio dello sperone (h 0,40 dal parcheggio, segno blu sulla roccia, attacco).
non ci siamo ritrovati: i due modesti rii seconodo me sono DOPO la palco per la caccia al colombo ... ?!
comunque identifichiamo infine l'ometto che vede nella foto
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... ttacco.JPG
ci sembra di avere identificato l'attacco: in una paretina c'è una linea blu verticale dipinta sulla roccia ... sembra questo l'attacco, ma sul primo tiro:
1 - Si sale lo speroncino, alto circa 10 m, proprio sul filo: si incontra un primo spit (III+), poi si scende ad un piccolo ripiano e, per un successivo spigoletto di 2 metri (III, altro spit) si raggiunge il comodo ripiano erboso coi due spit di sosta;
siiii? ... noi di spit non ne abbiamo visti mica per niente ?! ...
Le raffiche di vento erano impetuose e malgrado le giacche antivento, guanti e passamontagna in testa ... si era all'ombra ed il freddo non scherzava ... malgrado avessimo la relazione sotto gli occhi ... no nci siamo ritrovati nella descrizione ed abbiamo proseguito pensando di trovare qualche spit prima o poi ... ma come al solito (ormai ci sono abituato ?!

...) ci siamo invece persi a salire assicurandoci con fettucce ...
il vento è fortissimo e quasi sono contento di non aver trovato i passagi di V

perchè con ste mani ghiacciate (ed i piedi nò ?) ... e nell'impaccio dei vestiti ... arrampicare non è come essere con la maglietta al caldo estivo ... ad un certo punto siamo sicuri .... di aver imbroccato la via di salita ... infatti vediamo ogni tanto queste line blu dipinte nella roccia ... L'Andrea decide di affrontare una placca-parete di roccia nera che da lontano non promette niente di buono in quanto a viscidume ... io da sotto lo asscicuro ma su cosa ? senza assicurazioni intermedie ? vedo che è in difficoltà perchè non va nè su nè giù .. (da sotto a volte sembra tutto semplice ma ...) alchè dopo qualche minuto gli urlo che c'è ... e lui: "non sento più le mani..." ehhhhh???!!! belin mi vien da ridere ... rimanere assiderati sopra Voltri ... che patacche

eppure il mio compagno di cordata non scherza ... alla fine traversa ... si toglie dall'impiccio ri rilassa e scalda lemani e saliamo sul più semplice ... finalmente troviamo due spit di sosta! ora mi ritrovo con la descrizione! siano al quarto tiro come descritto lì; poi facciamo il blocco fessurato del tiro successivo:
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... o_tiro.JPG
ok, non imbrocchiamo però il sesto tiro ... proprio non lo abbiamo visto!

ma forse meglio così ...

sarà l'intuito ... lo spririto irrazionale di autocoservazione ?! ...
e con quel freddo non sarei probabilmente stato "in grado" di farlo

...
anche se ci ricongiugiamo all'ultimo tiro:
http://www.gambeinspalla.altervista.org ... finale.JPG
che facciamo allegramente in conserva ... belin leggo dopo che era un quarto grado ... che testine ...
va bhè anche sta volta perdendoci abbiamo imparato qualcosa di tecnico tipo
1-tenere su i guanti e toglierseli solo quando si arrampica e rimmeterseli subito.
2-leggere la relazione e se quanto si vede non combacia con quanto scritto ... farsi domande
c'è anche un lato positivo in questo perdersi ("Wanderer" è il titolo del mio prossimo disco): queste piccole montagne (a differenza di quanto provato nell'arcaica verticalità dolomitica ...), questi sbalzi che abbiamo dietro casa mi piacciono molto perchè l'ambiente è qui cangiante ad ogni 10 metri ... ed anche sulle rocche di Prou Ballou mi viene in mente la "zona" del film Stalker di Andreij Tarkovski ... lo spazio-tempo sembra modificarsi in base alla tua predisposizione verso la Natura (Dio Andreij diceVa...)... ed un soffio di vento (chiamalo soffio ...) può fare diventare bianco quello che sembrava nero ... bello quello che sembrava brutto ... e viceversa ...
in cima al picco si esce finalmente dall'ombra e c'è sole! pure caldo ... e la vista della cresta del monte Pennone mio riempe di gioia ... sono felice di essere qui ... anche se il mio amico si lamenta un pò di non aver fatto la via bene ... a me non me ne frega niente ... la bellezza ... è l'essere qui.