Sul mio sito la descrizione le foto con didascalia e la traccia GPS: https://luoghidasogno.altervista.org/ar ... icolo=3764
Bric Cravo anello per sorgenti sulfuree Leone da Terralba
Domenica 1 Dicembre 2024: Terralba (30) – Case Motta (75) – Cian da Nave (90) - Ponte Negrone (170) – Sorgente Sulfurea Leone (185) – Ponte Negrone (170) – Castagno secolare (325) – Riparo Pianella (405) – Bric Cravo (500) – Passo Gua (345) – Bric Chiappe (348) – Bric Pian di Cocale (330) – Castelnovo (120) – Terralba (30).
Partecipanti: Silvia e soundofsilence
Lunghezza: 9,5 Km. circa.
Dislivello: 500 m. circa.
Difficoltà: EE, per escursionisti esperti il percorso lungo il Torrente Leone ed il relativo sentiero di discesa, quest’ultimo stretto e ripido. Il percorso lungo il torrente è relativamente semplice, ma vi sono comunque vari passaggi ostacolati dalla vegetazione, o doveaiutarsi con le mani, o un po’ esposti, un solo saltino, a metà circa del percorso, seppur basso, è decisamente impegnativo, ma, in discesa, si può risolvere lasciandosi cadere, non consiglio invece di provarci nell’altro senso. Qualche problema poi presenta anche il sentiero che scende alla strada asfaltata presso Località Castelnovo, essendo ormai praticamente inesistente, ma scarsa ripidità dei prati da scendere aiuta, un po’ meno la vegetazione ingombrante, quindi anche questo tratto può essere considerato EE. Tutto il resto E, per escursionisti medi.
Percorso in macchina: da Genova ad Arenzano in autostrada A10, quindi si prende a destra e dopo neanche 500 metri si lascia l’Aurelia per prendere a destra via Pian Masino. Giungiamo quindi ad un bivio, dove lasciamo a sinistra Via Val Lerone (che percorreremo a piedi), per prendere a destra continuando in via Pian Masino, dove subito parcheggiamo a destra in un grande parcheggio.
Percorso a piedi: dal parcheggio torniamo indietro al bivio con Via Lerone, che imbocchiamo verso destra. Proseguiamo quindi in Via Val Lerone per circa 1,4 Km. giungendo quindi al ponte che scavalca il torrente, oltre il quale la strada si fa più ripida ed in breve giunge ad un tornante, dove ha inizio il sentiero (cartelli indicatori). Qui (Località Case Motta) in effetti avremmo voluto parcheggiare, ma abbiamo trovato tutti i posti occupati. Imbocchiamo quindi il sentiero seguendo in particolare il C1 per Ponte Negrone e, dopo circa 170 metri di strada cementata, imbocchiamo sulla destra il sentiero. In oltre 300 metri arriviamo quindi in località Cian da Nave, dove attraversiamo il prato, trovando alla sua fine un bivio non segnalato, dove seguiamo i segnavia biancorossi sulla destra. Poco dopo arriviamo in vista di un ponte di legna sulla destra, dall’aspetto non del tutto rassicurante, ma che, comunque, dobbiamo attraversare, seppur con prudenza, cercando di mettere i piedi sul bordo in corrispondenza dei sottostanti tronchi di sostegno e non solo sulle assi. Attraversato il torrente Lerone, il sentiero inizia a salire sull’altro versante, giungendo in circa 300 metri ad un incrocio, dove prendiamo a sinistra per il Ponte Negrone. Adesso il sentiero prosegue pressochè in piano, superando due ponti su ruscelli laterali affluenti del Lerone. Superato il secondo ponte (sul Rio Cianelli), siamo ormai in vista dell’evidente Ponte Negrone, subito prima del quale troviamo un bivio sulla destra, segnalazioni per il Lago della Tina, che imbocchiamo. Dopo oltre 200 metri troviamo quindi un bivio, dove imbocchiamo lo stretto, e leggermente esposto, sentierino sulla sinistra, che scende verso il torrente. Raggiungiamo quindi il torrente in corrispondenza di una sorgente sulfurea sulla sinistra. Visitata la sorgente una traccetta a sinistra consente di proseguire lungo il torrente. Dopo pochi metri è possibile quindi riscendere a destra al torrente, anche se la traccetta continua pure a sinistra (risalendo comunque al sentiero principale). Scendiamo quindi al torrente e lo seguiamo sulla riva sinistra, incontrando qualche ostacolo nella vegetazione e qualche tratto in cui usare le mani. Arriviamo quindi ad un saltino in discesa, che sembrerebbe assai ostico da risalire, ma, per fortuna, possiamo affrontarlo solo in questo senso. Superato il saltino proseguiamo più facilmente, sempre lungo la riva sinistra, fino a giungere quasi sotto il Ponte Negrone, qui proseguire richiederebbe percorrere una stretta cengia esposta, cosa che ho preferito non fare. Torno quindi pochi metri in dietro e trovo sulla destra un sentierino che in pochi metri risale al Ponte Negrone, da dove prendo a sinistra e riimbocco il sentiero per il Lago della Tina. Seguiamo quindi detto sentiero senza più deviare a sinistra e, dopo, il bivio, iniziamo a salire a tornanti. A quota 285 circa troviamo un bivio, non evidentissimo, dove il sentiero di destra ci porterebbe a scendere verso Terralba, mentre noi continuiamo a salire a sinistra. A quota 335 circa una breve deviazione a destra consente di visitare un castagno secolare presso un tavolo picnic ed una fonte, mentre continuando sul sentiero principale arriviamo in breve ad incrociare il sentiero detto “Sente du Megu”, che imbocchiamo verso destra. Dopo pochi metri troviamo dei cartelli indicatori ed imbocchiamo a sinistra il sentiero per il Riparo Pianella, lasciando a destra il sentiero principale per il Passo Gua. Saliamo quindi per circa 200 metri, fino ad intercettare un nuovo sentiero, che imbocchiamo verso destra, sempre seguendo le indicazioni per il Riparo Cianella. Dopo circa 500 metri, imbocchiamo quindi una carrareccia in salita sulla sinistra, sempre diretta al Riparo Cianella, che vediamo sulla sinistra, dopo circa 50 metri di carrareccia. Lasciando quindi a sinistra il Riparo Cianella, continuiamo a salire sulla carrareccia fino a giungere ad incrociare un sentiero, che imbocchiamo verso destra. Sul nuovo sentiero passiamo in successione un paio di bivi a sinistra, che ignoriamo, proseguendo dritti. Passiamo quindi sotto la vetta del Monte Cravo, che possiamo raggiungere con una breve deviazione a destra. Passato il Bric Cravo il sentiero inizia a scendere e dopo 150 metri raggiunge un bivio, dove a destra si tornerebbe verso Case Motta, mentre noi proseguiamo dritti. Altri 300 metri ed attraversiamo una sterrata proseguendo dritti verso il Passo Gua, che in breve raggiungiamo. Al Passo Gua ignoriamo la sterrata principale che attraversiamo, nonché il sentiero a destra in salita, per prendere una traccetta che prosegue dritta e non segnalata. In circa 100 metri giungiamo quindi sotto e a sinistra della vetta del Bric Chiappe, che si può raggiungere con una deviazione di pochi metri, ma combattendo con la vegetazione. Poco meno di 300 metri dopo il Bric Chiappe, passiamo, stavolta a destra, a fianco di una nuova elevazione, il Bric Pian di Cocale, su cui troviamo un ripetitore e non riusciamo a raggiungere la vera vetta, in quanto costituita da un roveto. Superata quindi quest’ultima elevazione, il sentiero comincia a scendere, e, proseguendo sempre dritti, giungiamo a costeggiare sulla sinistra, il recinto di una grande fattoria. Alla fine del recinto la traccia principale e più evidente continua a sinistra, mentre noi proseguiamo a destra su traccia assai incerta, tanto che probabilmente sarebbe stato meglio prendere a sinistra, che si allungava solo di poco. L’incerta traccia procede tra vegetazione abbastanza alta attraverso fasce per fortuna non ripide, fino a scendere ad una stradina asfaltata. Giunti alla strada la imbocchiamo verso sinistra e, subito, la abbandoniamo per una stradina cementata sulla destra, che scende alla Località Castelnovo. Giunti alle Case di Castelnovo, la stradina cementata finisce, ed imbocchiamo un sentiero in discesa sulla destra, che passa presso un traliccio, per poi fiancheggiare una casa sulla destra, sbucando quindi, tramite un paio di scalini, su una stradina asfaltata presso un cancello a sinistra, mentre noi scendiamo a destra, raggiungendo in breve Via Val Lerone, che imbocchiamo verso sinistra, tornando sui nostri passi fino al parcheggio.
Conclusioni: giro nato per vedere le Sorgenti Sulfuree del Leone, che, seppur interessanti, si sono rivelate meno spettacolari di quanto speravo, bello comunque il tratto di torrente percorso. Il resto del giro non è particolarmente interessante anche perché non è quello che avevo previsto, che doveva passare assai più in alto, ma l’impraticabilità del sentiero che risale il versante destro (idrografico) della Valle del Negrone, ci ha fatto perdere molto tempo e costretto a tornare indietro e inventarci un giro alternativo.
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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
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