Sul mio sito le foto con didascalia e la traccia GPS:
https://luoghidasogno.altervista.org/ar ... icolo=3777
Monte Contessa anello da Sestri
Domenica 3 Febbraio 2025: Piazza Arrivabene (50) – Grotta Inferiore Bianchetta (110) – Cascata multipla Rio Bianchetta (155) – Monte Contessa (546) – Croce Contessa (480) – Canile (425) – Cà dei Sogni (340) – Riparo in Cava Monte Gazzo (215) - Piazza Arrivabene (50).*
Partecipanti: Silvia e soundofsilence.
Lunghezza: 12 Km. circa.
Dislivello: 700 m. circa.
Difficoltà: a parte le facoltative deviazioni per le Grotte nella Valle del Rio Bianchetta, che sono sicuramente EE, per escursionisti esperti, data l’assenza di traccia, l’infrascamento e la scomodità, tutto il resto E, per escursionisti medi.
Percorso in macchina: da Genova con l’A10 fino all’uscita di Sestri Ponente (Aeroporto), quindi, usciti dall’autostrada, prendiamo a destra la salita per gli Erzelli, dove invertiamo marcia alla prima rotonda, per prendere poi a destra per Via Borzoli e Chiaravagna. Giunti quindi nuovamente in vista del casello autostradale, ma in direzione opposta, ci teniamo sulla destra seguendo le indicazioni per Erzelli e Aeroporto, giungendo quindi ad una rotonda, dove prendiamo a destra. Superiamo quindi un lungo tunnel e poi uno più corto, uscendo in una rotonda, dove proseguiamo dritti in direzione Scarpino e Via Chiaravagna. Giungiamo quindi ad una successiva rotonda, dove continuiamo ancora dritti, superando poi un nuovo tunnel, usciti dal quale attraversiamo un ponte sul Chiaravagna e giriamo quindi a sinistra nell’omonima via, per prendere quindi a destra al primo bivio, giungendo così, in pochi metri, in Piazza Arrivabene dove, con un po’ di fortuna, si può trovare parcheggio (altrimenti conviene invertire marcia e seguire Via Chiaravagna finche non si trova un posto libero.*
Percorso a piedi: dal parcheggio torniamo indietro in Via Chiaravagna e la percorreremo fino al suo termine. Proseguiamo quindi lungo il poco trafficato asfalto, tra il torrente Chiaravagna e vari relitti industriali ormai in rovina e, dopo circa 500 metri, attraversiamo il torrente su un ponte ed ora proseguiamo sulla destra dello stesso, per poi cambiare sponda svariate altre volte. Giungiamo quindi ad un punto in cui la strada inizia a salire assai più decisamente e, in questo punto, troviamo anche la prima X rossa a segnalare il percorso. Poco meno di 300 metri più avanti, in corrispondenza di un nuovo ponte che ci fa passare a sinistra del Chiaravagna, che qui ormai ha preso il nome di Rio Bianchetta, vi è possibilità di scendere al torrente e risalire sull’altro versante, dove troviamo resti di una traccia, che non sembra tanto facilmente percorribile, a causa dell’infrascamento e anche di qualche ostacolo posto per impedire la prosecuzione, prosecuzione che sarebbe anche fattibile e, forse, porterebbe alla Grotta Costa di Serra, ma, nell’occasione, non ho voluto tentare, visto che sarebbe stato assai penoso. Ripreso l’asfalto, continuiamo per altri 180 metri dal ponte. Qui la vegetazione consente di scendere agevolmente al torrente, ma bisogna scavalcare la ringhiera e superare il sottostante salto, con l’ausilio di un grosso chiodo e di un tubo. Scesi al torrente lo percorriamo quindi verso destra, senza difficoltò, fino a guadarlo in corrispondenza di un piccolo antro murato e chiuso da un cancelletto, si tratta della Grotta III della Bianchetta, forse accessibile anche da chiusa grazie ad una piccola apertura nella muratura, ma certo bisogna aver dimestichezza con le strettoie. Dalla grotta si risale la ripa rocciosa soprastante e si supera una specie di recinzione attraverso un varco nella stessa, quindi, piegando a sinistra per qualche metro si giunge ad una grotta decisamente più grande, ma ancora chiusa da un cancello: la Grotta Inferiore della Bianchetta. Anche qui un paio di sbarre un poco più larghe possono consentire l’ingresso a persone non troppo corpulente. Torniamo quindi sui nostri passi all’asfalto e proseguiamo per quasi 200 metri, fino a trovare, in corrispondenza del recinto di una casa, una ripida discesa al torrente, che ho effettuato nella speranza di trovare altre grotte, che però non ho trovato, quindi non consiglio di farla. Continuando quindi in Via Chiaravagna, ora in realtà diventata Via Gneo, troviamo una ulteriore possibile discesa al torrente (ve ne sono sicuramente anche altre, ma, in effetti, il torrente non sembra mai molto interessante da meritare una discesa, quindi elenco solo quelle fatte), che, effettuata, porta ad una cascatella non particolarmente spettacolare ed ad alcuni resti probabilmente di una chiusa. Subito dopo questa deviazione la strada carrabile termina e affrontiamo un guado in cemento, non praticabile in caso di piene, quindi passiamo a fianco ed a destra di una lunga recinzione di una casa, ignorando un paio di deviazioni verso destra, ma continuando invece lungo il torrente. Arriviamo quindi a guadare il torrente con l’ausilio di un asse di legno, torrente che qui presenta il suo punto più suggestivo, con una cascatella multipla. Superato quindi un affluente del Chiarvagna con una nuova asse per guadarlo, il sentiero piega a sinistra e lascia il corso del torrente, iniziando a prendere quota. Quattrocento metri circa dopo la cascata giungiamo ad un non evidentissimo bivio, dove prendiamo a sinistra il più evidente sentiero, a servizio anche delle Mountain Bike (prestare attenzione), mentre a destra si continuerebbe verso Località Gneo. La salita si fa quindi più ripida e dopo 850 metri circa dal bivio, ci porta a sbucare su asfalto, che imbocchiamo verso destra, ma che seguiamo per soli 80 metri, prendendo invece una sterrata a sinistra, nei pressi di un canile. Dopo pochi metri lasciamo anche la sterrata, per prendere un sentiero sulla destra che, comunque, ancora dopo pochi metri si biforca; prendiamo quindi la più ripida salita verso destra, mentre da sinistra torneremo. Il nuovo sentiero sale ripidamente per circa 500 metri, fino a giungere al crinale del Monte Contessa, che imbocchiamo verso sinistra, pressochè in piano. Dopo circa 100 metri raggiungiamo la vetta, indicata da un non evidentissimo ometto di pietra, mentre per giungere alla croce, posta più in basso, dobbiamo proseguire per quasi 250 metri. Dalla croce continuiamo la discesa sul crinale fino ad un cartello indicante l’Oleodotto, qui lasciamo la traccia principale a destra e prendiamo una traccetta quasi invisibile a sinistra che, però, dopo qualche metro, si innesta su una traccia più evidente (destinata anche questa alle Mountain Bike), che imbocchiamo verso sinistra in discesa. Scendiamo quindi fino a raggiungere il bivio dell’andata e, quindi, la sterrata presso il canile, che imbocchiamo verso destra in discesa. La sterrata finisce a sinistra in corrispondenza del cancello del canile, quindi noi continuiamo a destra su una nuova ripida discesa per Mountain Bike che presenta comunque anche scorciatoie pedonali di cui usufruiamo. Continuiamo quindi sulla pista per Mountain Bike ignorando alcuni sentieri in discesa a destra ed uno in salita a sinistra, fino ad arrivare sotto un panchina appena sopra il sentiero. Qui il nostro percorso è segnato con un H rossa coricata e lo seguiamo ancora per quasi 400 metri dalla panchina, ignorando un paio di bivi a destra in discesa, per giungere quindi ad immetterci sulla strada asfaltata del Monte Gazzo, che imbocchiamo verso destra. Dopo poco meno di 400 metri di asfalto, lo lasciamo per prendere una sterrata sulla sinistra (indicazioni per Cà dei Sogni) che, in poco più di 200 metri, ci riporta sull’asfalto, che imbocchiamo verso sinistra in salita. Saliamo quindi su asfalto per poco meno di 500 metri, fino a raggiungere il primo tornante, dove lasciamo la strada per proseguire dritti e quindi piegare a destra su una sterrata in ripida discesa. Dopo 150 metri la sterrata sembra essere chiusa da blocchi di cemento e da un cancello, ma in realtà il cancello è aperto e possiamo proseguire senza problemi, anche se il nuovo segnavia (cerchio rosso barrato), crea un po’ di confusione con il simbolo del divieto di accesso. Poco dopo il cancello troviamo un bivio dove è indifferente la direzione che si prende, ma noi abbiamo preferito prendere a sinistra per restare più vicini al ciglio di cava. Continuiamo quindi a scendere seguendo segnavia ed ometti (sono comunque presenti varie tracce), Più avanti, a quota 240 circa, deviamo verso sinistra, dove una sterrata si dirige verso i gradoni della cava. Troviamo quindi un recinto, però con un’apertura, che ci consente di effettuare una breve visita alla cava alla ricerca di qualche grotta e concrezione. Dopo circa 80 metri troviamo infatti una parete concrezionata sulla sinistra, quindi proseguiamo in discesa per altri 70 metri, quindi scendiamo sulla destra al gradone sottostante dove conviene dirigersi verso sinistra (la deviazione anche a destra da me effettuata non ha rivelato niente di interesante), fino a giungere alla fine del gradone, qui un sentierino poco sopra consente di continuare verso le pareti soprastanti alla cava, dove troviamo un anfratto concrezionato, sopra il quale a me è parsa una evidente grotta, ma, consultando il catasto pare non esserlo. In alto sopra la grotta\non grotta, notiamo anche belle pareti rossastre concrezionata, ma sono distanti, è però possibile, con arrampicata di I grado e probabilmente II sul finale, raggiungere la predetta non grotta, ma, nell’occasione ho rinunciato, preferendo avere prima informazioni a riguardo. Proseguendo invece dritti con un passagio un po’ precario si può raggiungere un riparo sporgente, spesso frequentato da capre, a giudicare dall’odore. Da qui torniamo sui nostri passi fino al recinto della cava e riprendiamo la discesa sul sentiero segnato cerchio sbarrato. Giungiamo quindi ad una scala in ferro che ci permette di scendere un salto di 2 o 3 metri, quindi passiamo subito a destra di un cancelletto. Qui conviene aprire il cancelletto e deviare a sinistra, passando prima a destra di una baracca, quindi imboccando un sentierino a sinistra che si inoltra tra massi e rocce. Seguendo le tracce di sentiero si piega a destra, fino a raggiungere una parete rossastra con una evidente cavità a 3-4 metri di altezza. La spettacolare cavità non sembra però essere nessuna delle due grotte che cercavo (Scorpione e Scrigno), quindi risalgo la ripa sulla destra e scendo a sinistra di una grande masso usato come palestra di roccia, per piegare quindi a destra per prati e tornare sui miei passi al cancelletto. Proseguendo su sentiero dal cancelletto sbuchiamo in breve su asfalto, quindi attraversiamo un passaggio a livello, per prendere quindi un viottolo a sinistra. Il viottolo ci porta quindi ad un bivio, dove lasciamo a sinistra una salita, mentre noi prendiamo l’asfalto a destra (Salita Olivaro). Dopo 60 metri imbocchiamo quindi una crosa sulla destra, con la quale sbuchiamo direttamente in Piazza Arrivabene, dove abbiamo la macchina.*
Conclusioni: giro vario e abbastanza interessante, quantomeno per la città, che non ci aspetta di trovare simili posti all’interno dell’area urbana. Le cose migliori che offre sono il panorama sulla città e la riviera godibile dal Monte Contessa in poi, le grotte e comunque l’ambiente carsico e anche una cascata multipla nel Rio Bianchetta.