
Chiesa Santa Croce anello per Monte Croce dei Fò e Via del Mare da Sant’Alberto
Giovedì 20 Febbraio 2025:Sant’Alberto (680) – Monte Croce dei Fò (973) – Colle del Bado (790) – Monte Bado (911) – Monte Becco (894) – Case Becco (730) – Monte dell’Uccellatore (828) – Bocchino di Levà (760) – Monte Pram (772) – Monte Possuolo (775) – Cian da Cola (565) – Monte Castelletti (604) - Sella Cremuiexi (460) – Chiesa Santa Croce (518) - Sella Cremuiexi (460) - Cian da Cola (565) – Bocchino di Levà (760) - Case Becco (730) - Colle del Bado (790) - Sant’Alberto (680).
Partecipanti: Soundofsilence.
Lunghezza: 17 Km. circa.
Dislivello: 1.100 m. circa.
Difficoltà: qualche difficoltà di orientamento nel raggiungere il crinale del Monte Croce dei Fò per traccia non molto chiara, quindi EE, per escursionisti esperti, analogamente EE la discesa dalla vetta fino al Colle del Bado, su pendio ripido e senza traccia. Tutto il resto E, per escursionisti medi.
Percorso in macchina: dall’uscita autostradale di Genova Est si prende verso sinistra (nord) risalendo la Val Bisagno. Si procede quindi fino alla fine della Città e quindi si continua dritti fino a Bargagli, dove si prende a destra per Sant’Alberto, per continuare fino alla predetta località, dove si parcheggia nella piazza principale, Piazza Salvo D’Acquisto, presso il ristorante il Girarrosto e il monumento ai Partigiani.
Percorso a piedi: dalla piazza si imbocca lo stretto sentiero sulla destra (segnato triangolo rosso), passando tra due transenne metalliche. Dopo neanche 100 metri si lascia il triangolo rosso a destra, per prendere un sentiero che curva decisamente a sinistra, seguendo un recinto. Dopo un primo tratto chiaro la traccia tende a perdersi un po’, fino ad arrivare in un punto in cui la prosecuzione sembra essere ostacolata da un albero, qui occorre proseguire cercando una traccia sotto l’albero e non seguire invece quella sopra, assai ripida, che in un primo momento avevo seguito erroneamente. Continuando quindi sotto l’albero il sentiero prosegue in piano sotto alcune fasce incolte, quindi gira a sinistra per risalire appunto le fasce. In questo tratto la traccia non è per niente evidente, ma, risalite le fasce, si giunge sul crinale del Monte Croce dei Fò, da dove per la prima volta scorgiamo il mare, e, da qui, non resta altro che seguirlo verso la vetta. Si continua quindi lungo il crinale senza bisogno di seguire una particolare traccia finche a giungere facilmente in vetta. Giunti in vetta si scende il ripido pendio prativo sulla sinistra, più o meno a piacimento, non essendo presente alcuna traccia. Scendiamo quindi puntando al sottostante evidente Colle del Bado, esaurito quindi il ripido pendio prativo, entriamo in un boschetto, seguendo un corridoio tra gli alberi, che si trasforma quindi in traccia, che seguiamo fino ad incrociare il sentiero segnato X rossa, che imbocchiamo verso destra, giungendo in breve al Colle del Bado. Dal Colle continuiamo in piano raggiungendo un tavolo da picnic, oltre il quale troviamo un incrocio; qui occorre prendere il secondo sentiero più a sinistra per il Monte Bado, mentre quello più a sinistra va verso Pannesi, come da cartello. Saliamo quindi verso il Monte Bado su sentiero segnato con 3 pallini rossi e, giunti in vetta, iniziamo a scendere continuando a seguire il crinale, superando un nuova elevazione senza nome, oltre la quale troviamo poi un grosso ometto di pietra doppio. Poco dopo il doppio ometto troviamo un bivio, dove seguiamo il crinale verso destra, crinale a gradoni, segnato da ometti, mentre sulla sinistra prosegue il sentiero segnato 3 pallini rossi. Poco prima della vetta del Monte Becco possiamo visitare una grotticella a pochi metri dal sentiero, quindi, superata la cima, scendiamo abbastanza ripidamente fino ad incrociare la strada del Monte Fasce. Attraversiamo quindi l’asfalto, quindi proseguiamo su sentiero segnato punto e linea rossi, giungendo subito presso una cappelletta, dove il sentiero gira a destra ad angolo retto tra le case della Località Case Becco. Dopo circa 150 metri giungiamo ad un trivio panoramico, dove prendiamo la traccia più a destra, traccia che dopo pochi metri si biforca ulteriormente e qui prendiamo ancora la traccia di destra, che sale il crinale del Monte dell’Uccellatore, mentre a sinistra continua il punto e linea. Giunti in vetta iniziamo a scendere lungo il crinale, passando a destra di un muretto a secco, intervallato da un rudere, per giungere quindi al Bocchino di Levà, dove prendiamo il sentiero di centro che continua sul crinale del Monte Pram, che raggiungiamo con una breve deviazione a sinistra fuori traccia. Dal Monte Pram torniamo quindi sulla traccia e continuiamo ancora su crinale, superando prima una vetta senza nome e, quindi, raggiungendo la vetta del Monte Possuolo, su cui troviamo una centralina meteo. Dal Monte Possuolo scendiamo ancora lungo il crinale raggiungendo la successiva selletta, nominata Cian da Cola. Dal Cian da Cola prendiamo ancora il sentiero di crinale, sulla sinistra, e saliamo fino alla successiva vetta del Monte Castelletti. Seguendo quindi il crinale in discesa ci troviamo ad un punto roccioso, dove occorre passare sulla sinistra per ritrovare la traccia, traccia che scende ad un ampia sella dove è posto un grande traliccio. Passiamo quindi sotto il traliccio, Poco più avanti giungiamo ad un bivio di tracce, dove è indifferente passare a destra o a sinistra, in ogni caso, all’andata, io sono passato a sinistra. Alla riunione delle due tracce, dopo meno di 150 metri, raggiungiamo una selletta erbosa senza nome, dove proseguiamo imboccando il sentiero sulla destra, giungendo in breve alla Sella Cremuiexi. Da qui è ormai evidente e vicina la nostra meta, la Chiesa di Santa Croce, alla quale decidiamo di salire con il più ampio sentiero di sinistra e, in breve, arriviamo alla meta, seguendo anche le stazioni della Via Crucis. Dalla Chiesetta torniamo sui nostri passi per circa 200 metri, quindi, per variare dal percorso dell’andata, prendiamo una traccia non sempre evidentissima sulla sinistra, che comunque, dopo poco più di 200 metri, si ricongiunge a quella dell’andata, passando comunque da alcuni punti panoramici sul mare e sulla città. Proseguiamo quindi pochi metri sul sentiero dell’andata, raggiungendo Sella Cremuiexi, dove prendiamo il sentiero sulla destra, segnalato per Teriasca. Dopo poco meno di 200 metri giungiamo ad un bivio, dove ci teniamo a sinistra, per non scendere a Teriasca. 200 metri dopo giungiamo ad una sella erbosa, dove lasciamo il percorso dell’andata, per scendere verso sinistra puntando ad alcuni grossi ometti. Raggiunti i primi ometti tralasciamo quelli che scendono ancora e continuiamo verso destra, sempre seguendo grossi ometti, su una traccia comunque chiara. Proseguiamo quindi sulla nuova traccia, ignorando un bivio a sinistra per Bogliasco, fino a rincrociare il percorso dell’andata al Cian da Cola. Qui prendiamo il sentiero più a destra che, dopo pochi metri, si biforca, e noi continuiamo sulla traccia di sinistra, mentre quella di destra scende ancora verso Teriasca. Dopo circa 900 metri scendiamo qualche metro ad incrociare il sentiero segnato con punto e linea rossi, che imbocchiamo verso sinistra, in salita. In circa 400 metri arriviamo sotto il Bocchino di Levà, che non è necessario raggiungere, occorre in effetti proseguire sul sentiero punto e linea, passando sopra a due grandi cumuli di pietra affiancati, lasciando sopra e a sinistra il Bocchino. Dopo quasi 750 metri ci ricongiungiamo quindi col sentiero dell’andata, proveniente dal Monte dell’Uccellatore, e torniamo sui nostri passi fino ad attraversare la strada del Fasce. Attraversato l’asfalto, invece di prendere il sentiero dell’andata, prendiamo quello immediatamente a sinistra, sempre segnato punto e linea rossi, ma anche con 3 pallini. Il nuovo sentiero compie quindi un lungo giro, pressochè in piano, fino a raggiungere il Colle del Monte Bado, dove imbocchiamo il sentiero X rossa, già incrociato all’andata, su cui proseguiamo verso destra, seguendo le indicazioni per Sant’Alberto, qui indicato a 30 minuti. Si scende quindi nel bosco, in una zona buia e umida, per poi giungere in vista delle Case di Sant’Aberto, che poi raggiungiamo, pochi metri a destra di dove abbiamo imboccato il sentiero triangolo rosso all’andata, giungendo così, in pochi passi su asfalto, al parcheggio.
Conclusioni: anello quasi tutto su crinali panoramici, con vista dal mare ai 4000 della Valdaosta, anche se si tratta di panorami non imperdibili. Il progetto originario prevedeva di giungere fino a Sori, ma data la partenza in ritardo, nonché la mia forma non perfetta, mi hanno consigliato di rinunciare ad aggiungere altri 500 metri di dislivello e 5 Km. di lunghezza.