If I had listened to what mama said
I would not have been here today
Wishing for thing I'll never have
And weeping my sweet life away
If I was on some foggy mountain top
I'd sail way out to the west ................
Se avessi dato retta a quanto diceva mia madre
Non avrei dovuto essere qui oggi
Wishing for thing I'll never have
And weeping my sweet life away
Se io fossi sulla cima nebbiosa di qualche montagna
I'd sail way out to the west ................
Bastava comunque dare retta alle previsioni meteo (e non alla madre) e noi su quella cima nebbiosa, fredda e ventosa

Noi del ponente ligure di norma siamo più attratti dalle montagne del versante francese che non da quelle del genovese. Questa volta, però, dovendo scegliere tra una possibile ciaspolata nella zona dell’Authion e la Cima del Beigua, nonostante le previsioni migliori dal lato Francia, abbiamo (purtroppo
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Salita dalla loc. Le Faie seguendo il segnavia “ + rosso” e discesa da Pra Riondo/Sciguelo seguendo il “ – rosso”, idea mutuata da un bel topic di Pazzaura ed integrata con relazioni di Parodi.
Lasciata l’auto poco prima del gruppo di case, in mezzo ad una nebbia abbastanza fitta risaliamo il sentiero marcato con la croce rossa. Visibilità 30-40 metri, mulattiera ben tenuta e tracciata.



Alla nebbia, più in alto, si è aggiunto anche un fastidioso venticello che non ci ha certo scoraggiato.
Arrivati alle pendici del Monte Priafaia (ma questo lo scopriremo 20 minuti dopo

Non sappiamo cosa fare ma alla fine decidiamo di accettare l’invito. Risalendo la traccia di sentiero incrociamo un bella salamandra nera (unico essere vivente incontrato in tutta l’escursione).

La traccia, sempre più labile e ripida (ma il famigerato triangolo rosso dov’è??




Rassicurati da questa notizia e, più o meno, inquadrata la situazione decidiamo di seguire la cresta; dopo non molto, su un colletto, incrociamo il segnavia “triangolo rosso” che a sinistra scende in direzione Alpicella ed a nord sale al Beigua.
Avendo di nuovo la situazione sotto controllo risaliamo l’ormai ampio sentiero, saltuariamente interessato da residue lingue di neve, facendo attenzione a non scivolare sulle numerose pietre lisce e verdi di serpentino, che sono una trappola infida specialmente se si trovano sotto la neve o le foglie.
Dopo poco più di due ore incrociamo (quota 1180 circa) la strada asfaltata ed in ulteriori 20 minuti di nebbia e vento, questa volta anche molto freddo (non abbiamo voluto farci mancare niente) , arriviamo in cima, o almeno ad una palina che indica la vetta.





Ci limitiamo a prenderne atto ed a rifugiarci, al riparo dal vento, sulle panche dell’albergo dove possiamo finalmente mangiare e bere qualcosa di caldo.
Il ritorno lo facciamo scendendo sul paesino di Alpicella, dove il bar ci accoglie per un buon caffè, e dopo ulteriori 4 km. di strada asfaltata recuperiamo l’auto.



Alle 15,30 siamo ad Imperia, dove un bel sole ed un cielo perfettamente limpido beffardamente di accolgono
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Saluti.
Dati dell'escursione:
Tempo di salita : 2h 30' soste comprese
Dislivello : 960 m. (865+95)