Il giorno 8 agosto sono stata sul Monte Bianco. Curiosamente nell'anniversario della prima ascensione avvenuta il giorno 8 agosto 1876.
Premetto che fin da subito abbiamo pensato di prendere la guida in quanto non ci sentivamo sinceramente pronti per salire da soli, non tanto per le difficoltà tecniche quanto per la presenza di pericoli oggettivi che non ritenevamo di saper valutare autonomamente.
Avevamo scelto la via normale francese dal Refuge Cosmiques, che ci sembrava quella più abbordabile per noi. In effetti, la via più semplice sarebbe dal Gouter ma per prenotare lì occorre farlo con molto anticipo.
Alla fine della scorsa settimana è nevicato e c'è stato parecchio vento, per questo la guida ci ha sconsigliato di salire dal Refuge Cosmiques, ritenendo pericolosa la salita con neve fresca. Ci ha proposto, in alternativa, la via normale italiana dal Gonella.
Il mio socio non era totalmente convinto, io avevo appena fatto il km verticale a Courmayeur (venerdì 5 agosto) e, sulle ali dell'entusiasmo, ho subito accolto la novità con grande gioia .
Dunque partiamo da Genova in auto alle 5:45 di domenica 7 agosto e mettiamo gli scarponi ai piedi in cima alla Val Veny, poco prima della sbarra. A circa 1700 metri di quota
Lasciata l’auto, si prosegue su strada asfaltata fino lago di Combal, da qui si prende la strada sterrata a destra, e dopo un breve tratto, dietro ad una curva, ci si trova di fronte il bar Combal (1.970 mt). Nei pressi del bar si prende a sinistra un sentiero che porta ad una cresta che costeggia la destra orografica del ghiacciaio del Miage.
Si segue la cresta fino al suo termine e, poi, si scende sul ghiacciaio del Miage (che in effetti non sembra proprio un ghiacciaio in quanto è coperto interamente da detriti).
Si risale interamente il ghiacciaio del Miage, che è quasi sempre pianeggiante. La relazione di Gulliver (alla quale mi sto ispirando) parla di un percorso lungo 5 km.
L'ultimo tratto è (finalmente) sgombro da detriti ma non occorrono piccozza e ramponi.
Dopo questa lunga, pianeggiante camminata, si raggiunge la bastionata rocciosa sopra alla quale sorge il rifugio Gonella.
Il percorso è segnalato con ometti e bolli gialli. In caso di nebbia, orientarsi potrebbe non essere facilissimo.
Il sentiero che sale al Gonella prende quota rapidamente. E'attrezzato in parecchi punti con catene, canaponi e anche scalette.
Arrivare al rifugio è già una gran bella gita. Lunga ed impegnativa. Sui 1500 metri di dislivello.
Arriviamo al rifugio nelle prime ore del pomeriggio, impiegando circa 4 ore e mezza.
Il pomeriggio trascorre tranquillo.
Si sente continuamente il rumore (sinistro) delle scariche di pietre
La cena viene servita alle 18 30.
Pare che si mangi bene. Viene servito un risotto al gorgonzola che ha un aspetto assai invitante.
Io mangio come al solito pasta in bianco

.... scelta della quale non mi devo mai pentire il giorno dopo.....
La colazione è a mezzanotte e, di conseguenza, la partenza è verso l'una.
Riesco anche a dormire qualche ora (tanto per non smentirmi, un posto dove io non riesco a dormire non lo abbiamo ancora trovato

)
A parte tutto, l'accoglienza al rifugio è eccellente
Dal rifugio si percorre un traverso su neve e roccette che non è difficile ma che comunque richiede attenzione.
Si raggiunge il ghiacciaio del Dôme.
Noi abbiamo trovato condizioni ottime, credo abbastanza inusuali in questa stagione. I crepacci ci sono ma, comunque, il loro superamento non è particolarmente problematico.
L'ostacolo più grande è, a mio parere, la parte terminale del ghiacciaio del Dôme che è abbastanza ripida e si presente ghiacciata. Direi gli ultimi 25- 30 metri.
La guida è (ovviamente) passata senza alcuna difficoltà. Un gruppo di Genova che ci seguiva ha utilizzato delle viti da ghiaccio (se avessi dovuto "arrangiarmi", avrei quasi sicuramente fatto altrettanto).
L'uscita è su roccia tra il col des Aiguilles Grises e il col de Bionnassay.
Da qui si segue la cresta che, solitamente, presenta dei tratti di misto, ma, grazie al buon innevamento, noi abbiamo quasi sempre camminato su neve.
All'inzio la cresta è abbastanza "stretta"
Si prosegue su un terreno più facile e meno pendente fino al Dome du Gouter dove si incrocia la via normale francese che parte dal rifugio Gouter.
Qui perdiamo uno dei miei compagni di viaggio, costretto a scendere al Gouter per problemi fisici legati alla quota.
Dal Col des Aiguilles Grises siamo flagellati dal vento. Infatti, poco prima di raggiungere il Dome du Gouter, ci fermiamo per coprirci.
Dopo l'incrocio, la via normale italiana e quella francese si uniscono.
Dopo una leggera discesa si risale un tratto più ripido fino alla Capanna Vallot (4.362 mt), riparo provvidenziale dove possiamo riprenderci un attimo, mangiare e bere.
Dopo la sosta alla Capanna Vallot, si guadagna la cresta de Bosses (4.500 mt circa), che seguiamo fedelmente fino alla vetta del monte Bianco.
La prima parte è decisamente più ripida, poi c'è una breve discesa ....poi si risale....
La seconda parte è meno pendente ma dai 4600 in su la quota si fa sentire
(almeno...io ho iniziato a sentirla più o meno da lì .........)
Non ci sono difficoltà oggettive e a mio parere non è molto esposta.
Raggiungiamo la vetta del Monte Bianco alle ore 8 35 della (ventosissima) mattina di lunedì 8 agosto
Ci sta anche una lacrimuccia (anche due vah.....)
Rimaniamo in vetta (purtroppo) molto poco perché il vento praticamente impedisce di rimanere fermi.
Ridiscendiamo piuttosto rapidamente, sferzati dal vento che diventa sempre più forte...
Ridiscendiamo alla Capanna Vallot, di lì alla base del Dome de Gouter dove ci innestiamo sulla via normale francese che ci permette di raggiungere l'omonimo rifugio.
Dove ci riposiamo e ci rifocilliamo (io ...un bel brodo caldo ....'na schifezza assurda ma mi ha fatto piacere.....

)
Ripartiamo per l'infinito rientro
La ferrata per scendere dal Gouter è un posto veramente molto brutto e pericoloso. Ci sono tante pietre mobili e troppe persone che non stanno attente.
Soprattutto troppe persone che non stanno attente
Casco più che obbligatorio (ma potrebbe non bastare....)
Superato il tratto attrezzato, si raggiunge il Refuge de Tete Rousse (con tutte le tende sistemate sulla neve nei pressi del rifugio) e, di lì, con lunga discesa, l'arrivo del trenino al Nid d'Aigle..
La discesa a Chamonix avviene dapprima con il trenino, poi in funivia.
Il rientro in Italia in taxi .....essendo troppo tardi per prendere il pullman di linea (troppo tardi perché il trenino lo abbiamo aspettato più di un'ora

) ............