
Grotta dell’Omo e Spelonca della Falesia delle Querce anello da Sant’Anna di Stazzema
Sabato 22 Dicembre 2024:Sant’Anna di Stazzema (670) – Grotta dell’Omo di Cacciadiavoli (520) - Grotta delle Croci di Cacciadiavoli (530) – Tana presso Grotta delle Colonne (580) – Grotta delle Colonne alle Querce (590) – Spelonca della Falesia delle Querce (595) - Grotta dell’Allocco (580) - Sant’Anna di Stazzema (670).
Partecipanti: Silvia e soundofsilence.
Lunghezza: 5 Km. circa.
Dislivello: 350 m. circa.
Difficoltà: F+, alpinistico facile superiore, salire alla Tana presso Grotta delle Colonne tramite un saltino strapiombante di un paio di metri, in cui ci si aiuta con gli alberi. EE, per escursionisti esperti, la salita alla Grotta dell’Omo e la successiva alla Falesia delle Querce, senza traccia, in bosco ripido, ma non ripidissimo, ma, almeno nelle condizioni in cui l’abbiamo trovato noi, su terreno che non offre alcuna presa, con terra che si sfaldava a starci sopra. La salita alla Grotta delle Croci è piuttosto vertiginosa, ma assicurata con corde e non presenta vere e proprie difficoltà tecniche, la paragonerei quindi ad un F (alpinistico facile). Infine, per quanto riguarda le difficoltà, la salita alla Spelonca della Falesie delle Querce può essere fatta in due modi, a destra, tramite una corda alquanto vertiginosa, oppure, decisamente più facilmente a sinistra, attraverso un cespuglio spinoso, per affrontare il quale consiglio guanti da giardinaggio e vestiti resistenti, io ho scelto questa seconda possibilità, in ogni caso EE, come il percorso all’interno della grotta, in alcuni punti un po’ precario. Il resto del percorso E, per escursionisti medi, anche se presenta qualche difficoltà di orientamento, dovuta a sentieri non tutti in buono stato. Per la percorrenza delle brevi grotte consigliati, come sempre, casco e lampada, comunque non strettamente indispensabili in questa occasione.
Percorso in macchina: Da Genova in autostrada fino all’uscita Versilia (Forte dei Marmi). Dall’uscita si continua in direzione sud per 1,5 Km e poi si gira a sinistra in viale Apua verso Pietrasanta; dopo 2 Km. si svolta a destra sull’Aurelia che si segue per 500 metri, per poi girare a sinistra per Monteggiori, raggiunto il quale, dopo 5 Km, si continua fino a Sant’Anna di Stazzema, dove si parcheggia a sinistra nell’ampio spiazzo che precede il paese.
Percorso a piedi: dal parcheggio si prende la strada asfaltata sulla destra che va verso il Paese e l’Ossario. Subito incontriamo un secondo parcheggio, dove, volendo, potevamo parcheggiare per risparmiare qualche metro- Proseguiamo quindi su asfalto in piano fino a giungere in vista della Chiesa, a cui conduce un vialetto sulla sinistra, qui finisce l’asfalto e continuiamo dritti su un selciato, lasciando a destra la salita verso l’Ossario. Continuiamo quindi ancora in piano su selciato, che, dopo pochi metri diventa sterrato, trovando quindi il bivio a destra per il Belvedere ed ancora l’Ossario, che ignoriamo, per proseguire dritti e in discesa sulla sterrata. Dopo 600 metri dal bivio la sterrata termina in corrispondenza di una casa, ma, prima di giungervi, imbocchiamo uno stretto sentierino in discesa sulla destra. Dopo poco più di 100 metri di sentiero giungiamo quindi ad un bivio dove un cartello indica solamente a sinistra per Cacciadiavoli e Santa Maria Valdicastello, mentre il sentiero di destra (da cui torneremo), che reca alla Falesia delle Querce, non è segnalato. Qui prendiamo a sinistra, continuando a scendere e, dopo quasi 400 metri, passiamo sulla sinistra di una grande casa in rovina. Da qui proseguiamo per ulteriori 250 metri sul sentiero segnato con tacche rosse, arrivando così ad un bivio: il sentiero principale, a sinistra, continua a scendere verso i paesi di Cacciadiavoli e Santa Maria, mentre, il meno evidente sentiero di destra, va verso le falesie di Rocca Petrosa. Qui imbocchiamo il sentiero di destra che procede pressochè in piano, segnato comunque con tacche rosse, anche se, specie in questa direzione, assai poco visibili. Il sentiero si rivela piuttosto infrascato e maltenuto e, dopo poco più di 250 metri, dove diventa meno evidente e sembra iniziare a scendere, decidiamo di abbandonarlo per salire direttamente la ripa boschiva a destra verso le soprastanti falesie, dove si trova la grotta che cerchiamo. Salendo alla meglio traversiamo preferibilmente verso sinistra, intercettando così i resti di un vecchio sentiero, con i quali arriviamo ad uno spiazzo pianeggiante, dove continuiamo ancora verso sinistra, raggiungendo, in circa 80 metri, la traccia di sentiero a destra che passa adiacente alle falesie, e che imbocchiamo per raggiungere l’evidente grande apertura della Grotta dell’Omo. Visitata la cavità, riprendiamo il sentiero che percorre la base della falesia verso destra (spalle alla grotta). Qui notiamo una seconda cavità appena sopra il sentiero e vi saliamo su una placca abbastanza liscia anche con l’ausilio di una corda (in mezzo alle spine in realtà, anche qui avere i guanti e, magari, delle cesoie, può risultare assai utile). Giunti all’anfratto verifichiamo che non vi è nessuna grotta o apertura, quindi continuiamo verso destra lungo la parete, raggiungendo una grande stalattite a cielo aperto, da qui nuove corde aiutano a risalire alla soprastante Grotta delle Croci di Cacciadiavoli, con un percorso piuttosto vertiginoso, tanto che ho deciso di rinunciare a salire l’ultima parte dentro la grotta, anche se me ne sono pentito, perché non vi erano grandi difficoltà oggettive, ma alcuni giorni, almeno a me, capita di essere meno sicuro. In ogni caso la grotta è sicuramente interessante perché, oltre alla grande apertura in parete, presenta incisioni con croci (che le danno il nome) e graziose colonnine. Visitata la grotta riscendiamo al sentiero alla base della falesia e lo imbocchiamo verso destra; subito finisce la falesia, ma noi continuiamo a salire verso destra sulla traccia che sembra continuare, ma, dopo poco, si perde, e iniziamo quindi una nuova ripida, scomoda e precaria risalita nel bosco senza traccia, cosa che ci porta in un altro centinaio di metri ad intercettare tracce di sentiero, che imboccate vero destra, ci portano ad un rudere di una casa, sulla destra della quale un chiaro sentiero prosegue verso destra (sentiero che seguiremo più avanti per tornare), mentre noi prendiamo a sinistra una traccetta che passa sopra il rudere, sfruttando una cengetta rocciosa. La traccetta ci porta in una cinquantina di metri in vista delle Falesie delle Querce, che abbiamo sia a destra che a sinistra. Saliamo quindi prima alle falesie di destra, che in breve raggiungiamo, notando subito una grotta sopra il sentiero (la Tana presso la Grotta delle Colonne), che raggiungiamo arrampicando un saltino di un paio di metri, abbastanza impegnativo, grazie all’aiuto di un tronco e di un albero. La grotta si rivela un piccolo antro reso però interessante da un paio di grandi stalattiti. Visitata la grotta riscendiamo al bivio tra le falesie di destra e sinistra, e saliamo quindi verso destra, passando subito a fianco di una interessante parete scolpita, quindi superiamo un saltino costituito da un basso muretto, giungendo quindi alla base della Falesia delle Querce. Qui, sulla sinistra, possiamo visitare la Grotta delle Colonne, che presenta un paio di stalagmiti all’ingresso ed una grande colonna all’interno. Visitata la grotta, osserviamo la grande stalattite a cielo aperto sulla sinistra della stessa e, ancora più a sinistra, in parete, l’apertura della Spelonca della Falesia delle Querce, in cui si scorgono numerose grandi stalattiti. Per salire alla Spelonca esistono due opzioni: salire sulla destra tramite una corda una parete liscia di una decina di metri, con l’ultima tratto che sembra strapiombante, cosa che mi è sembrata pericolosa senza attrezzatura, quantomeno per la discesa, mentre la seconda opzione, sulla sinsitra, decisamente più facile, prevede di passare attraverso un cespuglio di rovi, che superiamo con l’ausilio di guanti da giardinaggio. Raggiunta quindi la Spelonca visitiamo i vari anfratti sul fondo della stessa, caratterizzati da colonne e stalagmiti decisamente particolari, quindi riscendiamo alla base delle falesie. Qui, invece di proseguire a destra lungo le falesie, cosa possibile senza difficoltà solo per pochi metri, scendiamo qualche metro sul sentiero da cui siamo venuti, per prendere quindi un chiaro sentiero verso destra, che continua a seguire l’andamento delle falesie, ma più in basso. Così facendo arriviamo quasi subito sotto ad un primo anfratto non molto interessante, al quale comunque possiamo salire con una deviazione di pochi metri, superato quindi l’anfratto, proseguiamo su sentiero sotto le falesie per un centinaio di metri, fino a giungere sotto ad un paio di aperture: all’apertura di sinistra sale una traccia più chiara, ma è comunque poca cosa, mentre l’apertura di destra entra qualche metro, e costituisce la Grotta dell’Allocco. Visitata la Grotta dell’Allocco torniamo sui nostri passi fino al rudere dove abbiamo incrociato il sentiero e, quindi, continuiamo lungo lo stesso. Il nuovo sentiero è in buone condizioni, ma è interrotto da un grande albero dopo oltre 100 metri (pochi metri prima dell’interruzione è possibile salire pochi metri a sinistra sopra il sentiero per visitare un antro), e occorre superarlo tramite una deviazione a sinistra, che si è rivelata parecchio scivolosa sia in salita che in discesa. Superato l’ostacolo giungiamo quindi presso una casa diroccata, quindi arriviamo al bivio notato all’andata, dove abbiamo seguito il cartello verso Cacciadiavoli, qui imbocchiamo quindi il sentiero dell’andata, in salita verso sinistra e, con questo, torniamo sui nostri passi fino al parcheggio.*
Conclusioni: grotte e falesie decisamente interessanti e particolari, soprattutto la Spelonca della Falesia delle Querce e la Grotta dell’Omo, entrambe con grandi stalattiti (soprattutto la prima), colonne e stalagmiti, valgono la pena delle difficoltà incontrate per raggiungerle, peccato, ancora una volta, che certi sentieri vengano abbandonati, come se servissero solo fino a quando si può “sfruttare” la montagna, non per la semplice gioia della contemplazione.