Ciao; un breve resoconto, per provare a sdebitarmi dei messaggi di congratulazioni:
Quest'anno, partecipazione in realtà non voluta, dopo due consecutive e avendo già in tasca un biglietto per Chamonix. E dai, preiscriviamoci lo stesso, almeno un'altro anno avrò doppie possibilità, figurati se quest'anno, senza bonus, finirò estratto. E invece... subito preso! Venti giorni di dubbi se confermare o no, poi la doppia sfida ha prevalso.
Finita l'utmb senza troppi problemi, seppur tra gli ultimi e con diverse ore passate da sonnambulo, alla fine qualche vantaggio è venuto fuori; condizione migliore, probabilmente per il fisico già ambientato alla montagna, e settimana pre tor più tranquilla, pensando solo a riposarsi.
L'unico momento di panico è stato, il sabato sera, far stare tutto il materiale, già calibrato per la vecchia sacca gialla, nella nuova borsa nera, più piccola. Materiale extra quindi scartato in fretta (secondo guscio, bacchette di riserva, asciugamani piccoli, un buon numero di gel, tra l'altro sempre esagerati visti quanti pochi ne ho poi usati, e qualcosa d'altro). Per fortuna poi a Cogne ho incontrato dei miei amici e gli ho lasciato un poco di roba sporca, riuscendo a liberare un poco di spazio nella borsa.
Partenza tranquilla cercando solo di non farmi imbottigliare nella prima salita e di non perdere tempo nei primi ristori; solite crisi di sonno la prima notte sull'Entremot e sul Loson, ma meno degli anni scorsi, anzi a metà Loson mi sono anche ripreso, facendo bene la seconda parte della salita.
Arrivato a Cogne con una decina di ore di vantaggio sul cancello. Ottimo. Poi tentativi inutili di dormire, al rifugio Sogno e a Donnas, e crisi sulla salita fino a Sassa, causa caldo. Un quarto d'ora di pausa fa quasi miracoli, e ripartenza ok fino al Coda e al rifugio Balma, godendomi lo stupendo panorama (gli altri anni avevo sempre fatto questo tratto col buio). Poi, ripartendo dopo la prima dormita (un'ora, circa), col buio e il terreno sconnesso, sono venuti i problemi, in particolare sulla discesa infinita verso Niel, scivolosa per il fondo leggermente bagnato, in cui, tra sonno e stanchezza, mi sono quasi piantato. Momento di panico in un tratto semplice, quando il sentiero girava a sinistra e io, senza accorgermene, sono andato... dritto, per fortuna fermandomi contro la parete di roccia. Ovvia decisione di prendere una pausa a Niel (un'altra dormita di un'ora, in tenda), poi col chiaro e col fondo migliore, tutto è stato più semplice.
Tappa successiva più semplice, senza troppi problemi, e sesta tappa (che sottovaluto sempre, parendomi ormai fatta l'essere arrivato a Grassoney) al solito dura, con crisi di sonno sulla salita dopo Oyace, risolte anche urlando per svegliarmi

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Arrivando con varie ore di vantaggio (pur avendone perse qualcuna nelle ultime tre tappe), l'ultima tappa, fatta oltretutto col chiaro, è tranquillisima; nel bosco prima di Bosses elmi e gnomi sono solo un ricordo lontano di due anni fa, e in serata, anche se il rifugio Frassati, da lontano sfavillante, sembra scomparire nel nulla, e il Malatrà inizia a farsi sentire con un vento a tratti freddo, pochi problemi. Eccolo infine, il Frassati; pausa rilassata, ormai qualche ora in più o in meno fanno poca differenza. Un paio di scodelle di brodo, una dormita di un'oretta scarsa e ripartenza, verso il Malatrà e poi il lungo tratto, nella notte, verso il Bertone. Vista spettacolare notturna di Courmayeur dall'alto e discesa abbastanza lenta, per poi, una volta iniziato lo sterrato piano e l'asfalto, fare tutto di corsa fino all'arrivo
Totale, dormito circa 5-6 ore in posti diversi, mai più di un'ora consecutiva e svegliandomi sempre da solo. Mangiato di tutto alle basi vita e ai ristori (fantastici i soliti con salamelle e salsiccie alla griglia, e ravioli, oltre al "ristoro abusivo" nella tappa di Grassoney). Dopo i primi giorni, ho trovato la mia formula ideale tra un ristoro e l'altro, con una borraccetta di coca cola e una crostatine del Mulino Bianco, con in più un gel prima di ogni salita lunga.
Bye
M.