Ragazzi in montagna sta tornando la primavera! Mi direte che ho scoperto l’acqua calda…
Però non è tutto così scontato. Mi emoziona assistere al cambio delle stagioni, soffermarmi su tutti i particolari senza avere necessariamente un interesse scientifico, senza pormi tanti perché ma semplicemente osservando e regalandomi tutta la meraviglia che la natura sa offrire.
Due settimane fa sono partita da Castelmagno per salire sul Tibert, circondata da un mare di bianco. Ieri in Val Maira ho vissuto questo momento meraviglioso che è il risveglio, da spettatrice sempre deliziata e coinvolta da quanto accade intorno. La neve, quest’anno caduta in abbondanza, inizia a ritirarsi piano piano e a lasciare liberi lembi di prato, che il sole finalmente accarezza dopo il lungo inverno. Fili d’erba e piccole foglie arricciate si fanno smaniosamente strada persino tra i sassolini dei sentieri ghiaiosi, desiderosi di crescere e germogliare, si stiracchiano verso il cielo. Tra gli alberi, il timido cuculo che mai si riesce a scorgere, rompe il silenzio del bosco dopo tanti mesi di freddo. Seguendo i tornanti del sentiero, a tratti questo suono dolce e ritmico viene sovrastato dal fragore del ruscello sempre più ricco d’acqua dei nevai che vanno sciogliendosi. Gli animali adesso possono trovare cibo più facilmente, sembra che si diano appuntamento sui piccoli pezzi di prato per banchettare in compagnia, gracchi, corvi, camosci…mentre qui e là iniziano a spuntare i buchi delle tane delle marmotte, che uscite dal letargo si godono il tepore di queste giornate più lunghe, sempre all’erta per i pericoli che possono piovere dall’alto… sempre curiose quando ti vedono, un attimo dopo essersi nascoste sbucano con la loro testolina e fissano i loro occhi su di te!
E’ sempre bellissimo.
Quando ho saputo che alec sarebbe andato a sciare sull’Albrage, non ho badato all’alzataccia (2:45) perché niente più mi importava di andare a salutare le “mie” montagne: pensavo alla Val Maira con insistenza da più di due settimane, mi mancava come ti può mancare una persona che non vedi da tempo, hai voglia di vederla di fronte a te, di parlarle e di ascoltarla… la stessa cosa succede a me con quei posti che ho impressi nel cuore.
Appena scendo dalla macchina sento un odore che a me sembra di sentire solo lì, come avesse il marchio di quella Valle, come se le altre montagne, pur con le stesse rocce, ruscelli e piante, ne avessero uno diverso…
Respiro a fondo quell’aria fresca che non pizzica più le guance come nelle gite invernali, assisto alla partenza di alec e Andrea e torno in macchina pensando di riposare ancora un po’ perché in fondo è troppo presto. Sono emozionata, mi trovo nel mio anfiteatro preferito, tra le cascate di Stroppia e il gruppo Castello Provenzale, più sù si trovano i pascoli e le baite che mi hanno rapito il cuore la prima volta che vi ho messo piede e si vede, illuminata dal sole, la Tete de l’Homme sulla quale sono salita la scorsa estate. Non riesco proprio a dormire, questi posti per me sono come stupefacenti, mi metto a guardare la cartina e ogni tanto getto un’occhiata fuori dal finestrino quando noto qualche movimento: un corvo sta camminando sul prato di fronte a me, è molto buffo con quel suo incedere oscillante. Quando si tratta di saltare su un sasso si aiuta con un battito d’ali.
Sono le 8. Ho aspettato anche troppo, devo partire anche io. Ho davanti un po’ di tempo dedicato a me, al mio incanto e alle fotografie! Cosa chiedere di più!
Mi incammino sulla strada militare per raggiungere le grange Ciarviera. Il tempo non è un gran che… speriamo si apra un po’ lasciando passare il sole. Per fortuna che le temperature sono miti e anche senza sole non si gela. Ma chi l’ha detto che per osservare e fotografare i panorami sono necessarie giornate limpide con il cielo tutto blu? Le nuvole e i raggi del sole mettono in scena spettacoli sempre diversi! Sopra la Rocca e la Torre Castello, il sole proietta i suoi raggi attraverso le nuvole e ciò che risulta dalla proiezione della luce da dietro la sagoma particolare di quelle vette è stupefacente! Sembra di poter vedere l’anima della montagna!!!
Sono sola sul sentiero… canticchio Heidi e parlo da sola… meno male che non c’è nessuno!
Arrivo finalmente alle baite, come fosse un grosso traguardo. Mi perdo nell’immensa pace che riesco a provare lì, mi fermo, scatto foto, le marmottine sono già sui prati con a fianco i gracchi, tutti cercano qualcosa da mettere nella pancia!
Cerco di capire quale sia l’Albrage. Le nuvole vanno e vengono scivolando sulle cime e sui fianchi dei monti, come un sipario che si apre e si chiude…
Riesco a scorgere due puntini in una macchia di neve lassù in alto. Poverini si sono fatti un sacco di sentiero a piedi! Sono fermi, si sono persi? Di cosa staranno discutendo? Lo scoprirò poco dopo, quando proseguendo oltre noto che il puntino che risale i pendii nevosi un po’ più in alto è diventato uno… qualche minuto dopo un altro puntino scende rapidamente verso alcune baite. Andrea è tornato indietro perché c’era poca neve, il granitico ha cercato di trascinarlo promettendogli che sopra ne avrebbero trovata tanta, ma alla fine han deciso così. Alec prosegue e lo seguo con lo sguardo e con un po’ di apprensione, ma poi penso che non è la prima volta che va solo…
Raggiungo Andrea e chiacchieriamo, poi vado ancora un po’ in esplorazione, arrivata l’ora in cui pensiamo che alec potrebbe essere arrivato cominciamo a cercarlo sulla vetta… quante volte ho zoomato la vetta e l’ometto con la croce per vedere se alec arrivava, gli occhi fissi su in alto, un po’ sui pendii, un po’ sulla cresta, un po’ sulla vetta! Usavo la macchina fotografica come cannocchiale, zoomando e successivamente zoomando ancora la foto per avere maggiori dettagli… Gli occhi si stringono per la luce riflessa sulla neve ma continuo a guardare. Finalmente scorgo nella mia foto una figurina vicino al cippo di vetta: eccolo! Dopo qualche minuto con Andrea osserviamo tutta la discesa di alec, un piccolo puntino nero su un immenso pendio bianco. Stiamo lì impalati commentando come se vedessimo un documentario interessantissimo! In men che non si dica il granitico spunta davanti a noi con l’espressione felice dipinta sul volto!
Eccoci di nuovo riuniti, una piccola sosta e poi verso la macchina. Percorriamo la valle a ritroso, ascoltando buona musica mentre io continuo a tenere gli occhi fissi sulle borgate, sugli alberi verde intenso, sul Maira… è commovente.
Ci fermiamo per pochi acquisti e ripartiamo… finalmente sono riuscita a salire, non per una gita che richiede impegno e concede poche soste ma… solo per esserci. Per godermi una sosta lunga una giornata. Per ascoltare la voce delle montagne che da un po’ di tempo a questa parte mi chiamavano.
Ecco le foto che meglio rappresentano quanto raccontato.
L'anima della montagna... sole e nuvole creano spettacoli magici
l'alba sulle cime
Eighier
Freide e Eighier
Grange Ciarviera
Zampettando sulla neve
Primi sguardi sulla primavera
Ricerca di pappa
Sentinella
La primavera si fa strada
In alto il monte Albrage e in basso le baite dove abbiamo aspettato alec
Croco
granitico
Incontri sulla neve
Relax
grange Ciarviera
M. Lausa
Anemoni
