leggendo della tragedia sul viso, mi sono venute in mente quelle due volte ( per fortuna solo due... ) nelle quali ho provato davvero paura.
e ricordo perfettamente la sensazione di angoscia e la promessa fatta a me stesso di non ritrovarmi più in situazioni oltre il limite, anche se i rischi fossero esclusivamente oggettivi e imprevisti.
questo non mi ha portato alla scelta di non andare più in montagna, anzi, ma mi ha fatto riflettere molto sulle priorità della vita stessa.
a voi?
è capitato a qualcuno di voi di provare davvero paura?
e su cosa vi ha portato a riflettere, o in cosa siete cambiati dopo quella esperienza?
limite
Moderator: Moderatori
io non so se ho provato paura al 100% ...diverse volte però mi sono avventurato sui monti e magari mi sono trovato in punti in cui, per le mie capacità, mi son sentito precario, in pericolo. In quei momenti ho sempre pensato si star calmo...e di solito ce l'ho fatta. Secondo me la paura ha effetti molto diversi a seconda del momento mentale in cui ti prende...se sei lucido la puoi anche governare..se sei invece stanco di testa può devastarti...lasciarti incapace di agire..e farti dire "mai più farò questo, se torno a casa".
Questa tragedia sul monviso riporta (come ogni tragedia alpinistica e non solo) a mio parere al tema del rapporto tra alpinismo e rispetto della vita. E' complicato capire il confine...e poi è diverso per ciascuno...
Un alpinista ama la vita e di certo sente più vivo questo sentimento quando va in montagna...allo stesso tempo facendo certe cose può mettere in pericolo quella stessa vita che ama appunto trascorrere in quell'ambiente. Non credo che l'amore per quell'ambiente sia legato al lato "pericoloso" che lo caratterizza...penso però che un alpinista debba fare i conti questo e saper sempre mettere sulla bilancia da un lato il valore della sua vita...e dall'altro quello della cosa che sta facendo..
Detto questo (sono riflessioni) ... mi spiace molto per quei ragazzi perchè tutti possono fare degli errori e solo la sorte (o cos'altro) salva o condanna da questi errori..(parlo di errore alla luce del discorso di fed sullo zero termico..)
Questa tragedia sul monviso riporta (come ogni tragedia alpinistica e non solo) a mio parere al tema del rapporto tra alpinismo e rispetto della vita. E' complicato capire il confine...e poi è diverso per ciascuno...
Un alpinista ama la vita e di certo sente più vivo questo sentimento quando va in montagna...allo stesso tempo facendo certe cose può mettere in pericolo quella stessa vita che ama appunto trascorrere in quell'ambiente. Non credo che l'amore per quell'ambiente sia legato al lato "pericoloso" che lo caratterizza...penso però che un alpinista debba fare i conti questo e saper sempre mettere sulla bilancia da un lato il valore della sua vita...e dall'altro quello della cosa che sta facendo..
Detto questo (sono riflessioni) ... mi spiace molto per quei ragazzi perchè tutti possono fare degli errori e solo la sorte (o cos'altro) salva o condanna da questi errori..(parlo di errore alla luce del discorso di fed sullo zero termico..)
- maxgastone
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6/7 anni fa nei pressi dei satelliti del bianco, appena è arrivato il sole si è staccato un seracco... soffio, valanga e tanta tanta bratta. Paura certo e anche tanta incredulità per l'ora. Poi alla fine della via di roccia a gambe levate per uscire dal tiro di un ennesimo seracco grosso come un tir pronto a staccarsi...